Autore Topic: new york, musica e cultura  (Letto 6901 volte)

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Offline ammiraglio

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new york, musica e cultura
« : Lunedì 26 Marzo 2012, 19:50:05 »
un piccolo viaggio dedicato a new york perchè è una città "contenitore", con tante contaminazioni importanti che negli anni hanno dato luogo ad un primato di leadership culturale che le altre città a stelle e strisce si sognano.

incomincio con una serenata romantica di bruce springteen, un vecchio pezzo del suo periodo con spiccate caratteristiche da troubador, quando nei primi anni '70 il successo da born in the u.s.a era ancora lontano.
eppure bruce non è di qui, ma è un jersey kid, terra ricca di diner e ragazze in bikini un po' grezzotte e dallo smalto per le unghie dal colore troppo acceso.
un uomo da asbury park, con il suo approccio da working man della middle class e, in un'altra vita, il boss sarebbe nato a brooklyn, magari daplle parti di red hook, tra una banchina del porto e capannoni post industriali.

eccovi "new york city serenade".




la connessione tra i ramones e la città è ancora presente nei muri di qualche angolo dell'east village, angoli abbandonati e non ancora vittima di una gentrification che ha cambiato tanto il sud alternativo di manhattan.
un piccolo murales, una scritta qua e là e i ramones vivranno per sempre con noi.

perchè manhattan all'epoca era divisa in due: a nord le aziende corporate, da union square in giù i fannulloni, tra cui i fratelloni di questa band straordinariamente creativa.
nel '77 "rockaway beach" sfondò parecchio in classifica come singolo, trasmettendo una natura surf ad una zona come le rockways, altrimenti note come "irish riviera", non propriamente il massimo per uno che come nìme ha natura europea.
dee dee ramone era forse l'unico componente della band che amava sinceramente la spiaggia delle rockways e il pezzo ha il suo timbro.



 
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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #1 : Lunedì 26 Marzo 2012, 20:32:41 »
prepara la branda che forse entro il 2012 (maya permettendo) sarò a NYC!
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #2 : Lunedì 26 Marzo 2012, 20:48:28 »
prepara la branda che forse entro il 2012 (maya permettendo) sarò a NYC!

ahhhh, che belloooo! dai.

un fuori stagione invernale immortala coney island con i death cab for cutie.
coney island e i ... guerrieri della notte presto saranno di ritorno dal loro lungo viaggio in metro, dopo aver battagliato con le altre bande della città.




un classicone seventies, simon and garfunkel parlano di "the only living boy in new york".
probabilmente il brano con le migliori backing vocals di sempre.


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Online giamma

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #3 : Lunedì 26 Marzo 2012, 21:16:45 »
A New York ci sono anche questi notevolissimi:

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #4 : Lunedì 26 Marzo 2012, 21:41:40 »
grande giamma, ti aspettavo! i clap your hand etc. sono di brooklyn, una vera icona da questa parti.

questo è un breve passaggio del grande ritratto "breve" scritto dal giornalista E.B. White "here is new york", pubblicato tanti anni fa, quando la seconda guerra mondiale era appena finita.
troverete una new york già incasinata e con tanto stress, ma valevole di una vita spesa in giro tra i quartieri.

"the normal frustration of modern life are here multiplied and amplified: a single run of a cross town bus contains, for the driver, enough frustrationand annoyance to carry him over the edge of sanity: the light that changes always an istant too soon, the passenger that bangs on the shut door, the truck that block the only opening, the coin that slips on the floor, the question asked at the wron moment. there is greater tension and greater speed. taxis roll faster than they rolled ten years ago ... and they were rolling fast then. hackmen used to drive with verve; now they sometimes seem to drive with desperation, toward the ultimate tip."   

questi sono gli LCD Soundsystem con "new york i love you but you're bringing me down".


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jumpingjackflash

Re:new york, musica e cultura
« Risposta #5 : Lunedì 26 Marzo 2012, 22:06:49 »
hai deciso di farmi rosicare ?  >:(

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #6 : Lunedì 26 Marzo 2012, 22:16:15 »

Online giamma

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #7 : Lunedì 26 Marzo 2012, 22:34:55 »
L'11 maggio consiglio di andare al Joe's Pub
http://www.joespub.com/component/option,com_shows/task,view/Itemid,40/id,3240

a vedere Mary Gauthier cantautrice, icona lesbica ed ex alcolista, amatissima da Bob Dylan

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #8 : Martedì 27 Marzo 2012, 19:04:27 »
non conosco mary gauthier, proverò a farmi una base, mentre stimo tantissimo i jon spencer blues explosion fin dai tempi in cui il leader padroneggiava con la precedente band, i pussy galore.
veri niuorchesi, già.

da staten island, il borough meno bazzicato di new york, i wu tang clan, gruppo con profonde influenze sulla vita di questa città. entrano in gioco nei loro testi la rabbia e l'emarginazione, note strutturali dolenti e solo camuffate da uno stile hip hop apparentemente superficiale.

"It's been 22 long hard years and still strugglin
Survival got me buggin, but I'm alive on arrival
I peep at the shape of the streets
And stay awake to the ways of the world cause shit is deep"
 
staten island.
se parli con un niuiorchese medio l'isola neanche dovrebbe far parte della città e neanche dello stato.
dovrebbe appartenere al new jersey, al massimo. c'è un traghetto arancione che collega costantemente battery park all'isola ed è gratis per tutti.
l'isola resta misteriosa, ma chi ci vive afferma di stare benissimo e di non soffrire lo stress metropolitano tipico dei manhattanites che, di solito, spendono buona parte dello stipendio in analisi individuali e di gruppo.

eccovi i wu tang clan con C.R.E.A.M. , un acronimo che sta per cash rules everything around me.
quando il pezzo fu lanciato via radio nel '93 la città scoprì la tensione artistica di una band che forse per creatività meriterebbe maggior rispetto. il giro di piano che dirige il brano è semplice quanto accattivante e le orecchie apprezzano molto.


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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #9 : Martedì 27 Marzo 2012, 19:17:39 »
ode alla città, ode alla staycation.
cos'è la staycation? è l'opposto della vacation.
perchè andare fuori dalla città quando c'è new york e manhattan e il mondo è qui? perchè viaggiare, in sintesi, e spendere tempo e soldi?

ella fitzgerald ci fornisce un perchè con manhattan, edizione del 1957. e il termine staycation da allora ha fatto scuola.

ho qualche amico autenticamente niuorchese e i dialoghi tra noi sono vagamente surreali quando parliamo di vacanze, viaggi in generale.
"la prossima estate scenderemo giù per la costa del delaware con mia moglie" dico io.
"mmm ... ma cosa pensi di trovare?" è la sua risposta.
inizia un loop senza fine e sostanzialmente capisco che siamo lontani, ma molto amici.
se parli con un niurchese mezz'ora, se lui ti dedica mezz'ora del suo prezioso tempo è perchè ti vuole sinceramente bene.
grazie john, allora!

mettiamo su manhattan, allora.

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #10 : Martedì 27 Marzo 2012, 19:39:05 »
giramenti di culo.
capitano.

julian casablanca fa una cronaca di una serata niuiorchese alimentata da parecchie pinte di birra, in giro per la città, in compagnia di una ragazza misteriosa di nome nina.
il desiderio di voler scappare altrove e di non vedere più quegli stupidi poliziotti è inarrestabile.
staycation? no, il canto è tutto dedicato ad un addio. perchè prima o poi avverrà.

julian casablanca è il leader degli strokes ed è un personaggio un po' altezzoso, ma musicalmente vale oro.
il brano, per una certa irriverenza per gli uomini in divisa, non è stato mai pubblicato negli stati uniti.

eccovi the strokes con "new york city cops", canzone del 2001.


 
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Offline benvolio

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #11 : Martedì 27 Marzo 2012, 20:17:37 »
Ammiraglio considerati applaudito e continua ad arricchire questo topic. Idem per giamma uomo dal palato e dai gusti finissimi.
Grazie ad entrambi ;)

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #12 : Martedì 27 Marzo 2012, 20:29:53 »
grazie benvolio e ti apprezzo tanto, lo sai.
perchè non apri un thread sulla roma di quegli anni di piombo? mi piacerebbe molto leggerti nei tuoi ricordi.

vado avanti con new york perchè questa città non si ferma mai.

ryan adams. ho scritto ryan e non brian, eh ...
se c'è un tizio prolifico alla composizione è proprio lui e questa versione di my blue manhattan è incastonata dentro una scena di un serial chiamato rescue me, con i pompieri testimoni di tante tragedie perchè questa città, nei secoli, è andata a fuoco troppe volte.

un altro mio amico niuiorchese ha un fratello firefigher (pompiere, appunto).
rimorchiano molto i pompieri in città, vano per la maggiore. magari le ragazze, quelle calcolatrici, non li considerano appettibili per lo status symbol nel medio termine, ma una notte spesa a letto con un pompiere è un desiderio inarrestabile, mai troppo spacciato in giro, ad alta voce.

questo brano, dentro la scena drammatica, è semplicemente un ossimoro delicato.
amo da morire questa "my blue manhattan".
uno dei versi parla di una nevicata (the snow is coming down on a cozy midtown"), poi il fuoco domina la scena.
ma il brano ritorna dopo ed è dolcissimo.


 
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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #13 : Mercoledì 28 Marzo 2012, 00:07:51 »
Saul Steinberg, il Picasso dei disegnatori umoristici, autore delle più belle e famose copertine del "The New Yorker", la rivista più colta della città, che ha avuto diffusione mondiale.

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #14 : Mercoledì 28 Marzo 2012, 16:57:49 »
the new yorker: il magazine intellettuale della città con i suoi articoli lunghissimi, senza tempo e con una competenza culturale di livello. l'esempio massimo dell'impegno di questa città molto pratica nell'aspetto di tutti i giorni, ma sempre col cervello acceso per cercare un momento di riflessione.
le ragazze in metro che leggono the new yorker sono meravigliose.

ottimo l'articolo di un'altra rivista (dal nome semplice: "new york") pubblicato questa settimana.
venticinque anni fa, a new york, si cositituì un gruppo di amici pronto a combattere una campagna impossibile. ACT UP il nome dell'iniziativa che si prodigò a dare assisitenza umana e scientifica ai malati di aids e all'epoca il conto era già salato con 15 mila morti.
i vecchi amici stavano scomparendo piano piano e la città era inerme, ma questo gruppo di attivisti, fondatosi nel cuore del west village, a christopher street creò un caso nazionale che riuscì a cambiare la percezione del problema.
se new york è una città viva lo si deve proprio a a questi uomini e donne fieri, coraggiosi e mai piegatisi alle multinazionali che provarono a strvolgere la ricerca scientifica, calpestando orgoglio e dignità.

new york è lou reed e il nostro rocker ci parla dell'halloween parade.
la malattia nel testo non viene mai citata, ma lou è malinconico nel narrarci che "there ain't no hairy and no virgin mary".
un lamento di una generazione sconvolta, un appello su chi c'è ancora e su chi, purtroppo, non potrà partecipare alla parata.

halloween parade è una cronaca vivissima ancora oggi.
grazie lou.

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #15 : Mercoledì 28 Marzo 2012, 17:30:24 »
uno di quei brani che di solito hai già sentito cento volte, anche senza sapere minimamente chi sia l'artista o come si chiami il pezzo.

quando geroge benson tirò fuori la sua versione di "on bradway" si pensò alla solita cover un po' d'accatto di un brano portato alla luce addirittura nel '63 dai drifters.
la storia poi ci ha detto che questa "on bradway", edizione del '78, è davvero la canzone, il tune con il giro giusto.
eccovi un funk"etto" divertente con un geroge benson davvero in forma per un omaggio al district cittadino più famoso al mondo: broadway e i suoi mille show con i tabelloni luminosi.

curiosità: le produzoni mainstream a new york si chiamano "broadway".
quelle vagamente indipendenti si chiamano invece "off broadway", mentre quelle decisamente sperimentali prendono la denominazione di "off off broadway".
caratterialmente amo le terze.

mettiamo su il pezzo, vai george ...



 
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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #16 : Mercoledì 28 Marzo 2012, 20:10:54 »
Il buon Giamma mi scuserà, mi sembra di ricordare che a lui la disco proprio non piace, però questo pezzo mi sembra appropriato al bellissimo topic.





E questo è il bel re-edit di Ashley Beedle, suonatissimo nei miei set.



Dedicato al mio amico Anto.

#Liberate I Laziali

"Ancora date retta a quegli stronzi dei giornalisti?"

"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato"

Offline ammiraglio

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #17 : Mercoledì 28 Marzo 2012, 22:07:26 »
fideliooooooo! quanto mi sei mancato.
torna a scrivere, non di calcio e di lazio ma di basket e musica almeno: scoprirei una diensione nuova, vedrai;-).

"native new yorker" è assolutamente un pezzo da top 100 nella storia di questa città che si è vestita di lustrini per tutti i seventies pur di dimenticare lo stato terribile in cui versava.
il sindaco dell'epoca stava davvero dichiarando la bancarotta della municipalità e girare per strada in molti quartieri, anche di manhattan, era altamente sconsigliato.

ho trovato una clip con stralci di diversi film girati negli anni settanta, godetevela perchè merita assai.
protagonisti sono i train, gli innumerevoli train che servono la città 24 ore al giorno, con le varie stazioni sempre in via di rifacimento. nulla può fermare i tran qui, forse solo una nevicata turbolente di cuchilliana memoria.



mi fermo ai seventies.
qui siamo ad harlem, sulla 125esima, il cuore nero pulsante con l'apollo theater sempre pieno in occasione della notte con gli artisti amatori, pronti a forse diventare, un giorno, stelle di un certo calibro, passando attraverso le forche caudine di un pubblico giudice spietato.
harlem, appunto.
il pezzo (pubblicato nel '71) è di bill withers ed è una gemma di r&b con una percussione insistita e un riffetto di chitarra acustica.  "man, it's really hot".

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Re:new york, musica e cultura
« Risposta #18 : Giovedì 29 Marzo 2012, 00:05:27 »
Il personaggio più influente della cultura newyorchese della seconda metà del secolo scorso fu:


Andy Warhol (collezione Tate Gallery)


Tra gli influenzati:


primo brano del film concerto "Stop Making Sense" interpretato da David Byrne coi suoi Talking Heads
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en_rui

Re:new york, musica e cultura
« Risposta #19 : Giovedì 29 Marzo 2012, 10:08:59 »
io nella citta' che "o ami o odi' ci ho vissuto per due anni.

Due anni intensi passati tra i locali di Brooklyn Eights, Village (a proposito all'inizio del village, sotto l'arco di Washington Square, tutte le sere arrivava un tizio con un piano viola e si metteva a suonare), Middletown and Upper town, eppure dopo due anni il mio amico Newyorkese ancora mi ripetva "Nerw York is for New Yorkers"
Non so se i locali di musica che frequentavamo esistano ancora, pero' un giorno ci torno e cerchero' di riscoprirli.
Dalla musica celtica del Pub a Central park, di fronte a Swartz per intenderci, poi giu' per le Sesta, Americans, Brodway e chiudere da Library at Barbizon Plaza.
Quanti ricordi cari miei state riportando alla mia mente.