Autore Topic: E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope  (Letto 1757 volte)

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Bill Kelso

E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« : Giovedì 13 Maggio 2010, 13:53:30 »

Vi posto questo articolo di Massimo De Luca, tratto dall'edizione On-Line del Corriere della Sera, che chiarisce in parte la vicenda legata alle dimissioni di Nicolò Carosio. Molti di voi, di Carosio, ne avranno solo sentito parlare, ma certamente il suo quasi-gol (come tante altre espressioni gergali) è entrato di diritto a far parte della storia del calcio italiano.
Vale la pena leggere fino in fondo questo pezzo, soprattutto per gli appassionati della storia del calcio che albergano su questo forum (RobCouto, Orsofree, Er Matador, etc.).
A differenza di quanto avviene ora, è interessante notare come la RAI dell'epoca propendeva per certi modi di lavorare.

Ora se non sei tifoso, raccomandato e scorretto, il lavoro te lo sogni.


Il caso che travolse il grande telecronista

Quaranta anni dopo, la vicenda dell’esonero su due piedi di Nicolò Carosio dal ruolo di telecronista della Nazionale, dopo il pareggio per 0-0 fra Italia e Israele ai Mondiali del Messico, è ancora parzialmente avvolta nel mistero. Ma le ricerche e le verifiche meticolose condotte nella scrittura di questo libro, sulla base della documentazione esistente, consentono di smentire quella vera e propria leggenda metropolitana secondo cui Nicolò avrebbe insultato in diretta il signor Seyoun Tarekegn, guardalinee etiope, per aver sbandierato un fuorigioco inesistente sul gol di Gigi Riva al 29' del secondo tempo. Diciamolo e scriviamolo chiaro una volta per tutte: Carosio non diede mai del negro o, peggio, del negraccio all'assistente dell'arbitro brasiliano De Moraes. Lo si può affermare con certezza assoluta, avendo, Frisoli e io, ripescato dagli archivi Rai e visionato con estrema attenzione l'intera telecronaca originale della partita incriminata. Nel corso del suo commento, Carosio cita solo un paio di volte il guardalinee di colore, dopo averlo annoverato all'inizio, come norma, nella terna arbitrale. Al 35' del primo tempo: «Albertosi salva in uscita su Shpiegler in fuorigioco netto, lasciato correre dall'etiope e dobbiamo alla prodezza di Albertosi se ci siamo salvati». Tre minuti dopo, c'è ancora l'israeliano Shpiegler in fuorigioco: «Ma questa volta — dice Carosio — l'etiope ha sbandierato». Ed eccoci al momento-clou: 29' del secondo tempo, siamo ancora sullo 0-0, Riva, accolto in Messico come «El Emperador del gol» (ricordiamo che era all'apice della sua carriera, e campione d'Europa in carica con tutta la squadra), trova finalmente il suo primo gol, di testa.

Corre, Gigi, esultando a braccia tese verso il terreno e pugni stretti, alla sua maniera, ma la gioia dura un attimo: «L'arbitro aveva convalidato il punto — commenta Carosio — e il guardalinee… (pausa di alcuni secondi) niente convalida! (altra pausa) … ma siamo proprio sfortunati!». Non c'è una sola parola di più. E, soprattutto, la parola negro non viene mai pronunciata in tutti e 90 i minuti. Semmai, prima del gol annullato («a nostro giudizio non c'era fuorigioco» aggiunge con pacatezza perfino insolita Carosio) Nicolò ne aveva avute per l'arbitro, De Moraes, che non fischia un evidente fallo su Riva al limite dell'area («E' inaudito, l'arbitro lascia ancora correre…») e poi, in un'azione successiva: «Finalmente l'ineffabile signor Moraes (senza il De n.d.a.) si accorge di un fallo a nostro danno». E una parolina buona l'aveva avuta anche per il ruvido israeliano Schultz definito letteralmente «scarpone» per aver messo a terra senza complimenti uno dei nostri. Nient' altro, niente di niente….

E, a questo proposito, è prezioso il «reperto» scovato da Andrea Bosco, autore dell' unica biografia esistente di Carosio, che riporta il commento alla vicenda firmato da Enzo Tortora (uno che dal Direttore Generale Bernabei era stato fatto fuori davvero) su «Il Resto del Carlino»: «Dottor Bernabei, con tutto il rispetto che merita, vorrei dire che prendersela per la parola etiope, pronunciata da Carosio, sarebbe davvero un po’ forte. Anche Ghislanzoni, librettista di Verdi, dice nell'Aida (e non via satellite): "Già corre voce che l'etiope ardisca sfidarci ancora". Neppure contro Ghislanzoni (il dottor Bernabei può chiedere conferma a Mike Bongiorno) furono mai presi provvedimenti. Ma se ha torto, il dottor Bernabei dovrà essere purtroppo rigoroso. E dovrà avvicendare sui teleschermi anche Radames». Un vero affondo schermistico, ma di fioretto, visti il tono e l'eleganza delle parole, nonostante l'aspra polemica fra la Rai e Tortora, che gli era costato la defenestrazione immediata dalla conduzione della Domenica Sportiva. E comunque, dalle parole del «grande epurato» affiora una buona volta la verità: Carosio aveva solo dato dell'etiope a Tarekegn, come Ghislanzoni aveva fatto con Radames.

E allora perché Carosio fu sostituito da Martellini?… In realtà le proteste ci furono, sia pur basate su un probabile equivoco. Come spesso accade, in quella specie di telegrafo senza fili che è il passaparola fra telespettatori, l'affaire s'era ingigantito passando di bocca in bocca, fino a provocare una protesta formale dell'Ambasciata Etiopica al nostro ministero degli Esteri. La Rai, attivata dalla Farnesina, intimò a Carosio di rientrare immediatamente in Italia. Qui scattò la solidarietà dei colleghi a difesa di Nicolò: «Se rientra lui, rientriamo tutti». Perciò, ecco il compromesso: telecronaca a Martellini e Carosio resta a Città del Messico…. …Ma c'è un altro elemento da tenere in considerazione: la radio. Cosa sia stato detto nel corso della Radiocronaca Rai, non è possibile oggi ricostruire, perché, per molti anni, l'archivio di Radio Rai ha latitato. Esiste, però, una testimonianza precisa: una lettera al quotidiano romano «Il Messaggero», pubblicata 2 giorni dopo Italia-Israele, firmata Laiketsion Petros, ingegnere etiope residente a Roma sotto il titolo: «Una frase di pessimo gusto». «Sono rimasto molto sorpreso — scrive l'ingegnere — nel sentire alla radio i commenti sia del radiocronista che di altre persone relativi al guardalinee etiopico Tarekegn, dopo (attenzione: dopo n.d.a. ) la cronaca della partita Italia-Israele. La frase che più mi ha colpito è stata quella, più volte ripetuta: "Il Negus si è vendicato". A parte il fatto che il Negus si è già vendicato, perdonando e dimenticando il passato, e oggi Italiani ed Etiopici vivono sia in Italia che in Etiopia nella migliore delle armonie, sia nel lavoro che nello sport, ritengo che questa frase detta a 20 milioni circa di radioascoltatori, sia veramente di pessimo gusto e del tutto priva di qualsiasi fondamento». Qualcosa di «improprio» (oggi diremmo di «politicamente scorretto») doveva evidentemente essere sfuggito, più probabilmente alla radio che alla tv e, a giudicare da quel «dopo», potrebbe essersi trattato anche di un' estemporanea e improvvida uscita di qualche intervistato del dopo-gara, più che di un eccesso tardo-patriottico del radiocronista che era Enrico Ameri. Quindi, prende corpo anche questa ipotesi: che le proteste diplomatiche siano nate su segnalazioni confuse, che mescolavano Radio e Televisione. Tanto, sempre di Rai si trattava….

Massimo De Luca


jumpingjackflash

Re:E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« Risposta #1 : Giovedì 13 Maggio 2010, 14:05:02 »
NON E' POSSIBILE!!!

adesso si vuole dimostrare che dire negro ad uno di colore non è una cosa inqualificabile.

Goebel era un dilettante nei loro  confronti.

io non ho mai visto nulla di simile.

è inconcepibile un tale controllo della stampa non ce l'aveva nemmeno Pol pot.

BASTA

RobCouto

Re:E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« Risposta #2 : Giovedì 13 Maggio 2010, 14:24:10 »
Mah, non sono convintissimo della ricostruzione di De Luca, perché tempo fa vidi quell'Italia-Israele e mancava l'audio (che nel materiale d'archivio di quell'epoca è più di una volta andato perduto) proprio in corrispondenza di alcuni commenti di Carosio alle imprese del guardalinee: detto tra noi, un vero cane, visto che, in omaggio allo spirito internazionale della Coppa del Mondo, spesso venivano chiamati a dirigere veri e propri dilettanti, di paesi calcisticamente arretrati.

Sulla frase ("quel negraccio del guardalinee") Gianni Brera si produsse in una difesa di Carosio, ma forse postuma e anch'essa inquinata dai sentito dire. Martellini invece parlò di "ineffabile etiope". Fatto sta che l'Etiopia si incazzò e convocò l'ambasciatore italiano, Carosio chiuse sostanzialmente lì la sua carriera. Gli sarebbe toccata Germania-Italia, visto che lui e Martellini in quel mondiale commentavano una partita dell'Italia ciascuno (iniziò Carosio con Italia-Svezia, Martellini si cimentò nella noiosissima e tarocca Italia-Uruguay, e via così). C'è anche da dire che il passaggio dalla radio alla tv danneggiò parecchio il mito di Carosio, sempre molto a disagio coi tempi televisivi e un po' fuori dal tempo con la sua impostazione vocale da ventennio. 

Offline Er Matador

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Re:E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« Risposta #3 : Venerdì 14 Maggio 2010, 01:34:15 »
Beh, il passaggio alla TV avrebbe danneggiato altri miti della radio, non ultimo Ameri, evidenziandone le imprecisioni tecniche.
Del resto, non erano quelli i dettagli richiesti a chi era incaricato di raccontare, con tutte le connotazioni e i soggettivismi del caso, più che di descrivere in modo neutro.
Nell'accezione originaria il radiocronista era una sorta di bardo, capace di accendere la fantasia anche sovrapponendo le proprie capacità narrative ai fatti veri e propri: vedi il mito dei "Leoni di Highbury", a quanto pare creato dalla cronaca più che dall'andamento della partita.
Tornando al fattaccio di Italia-Israele, difficile farsi un'idea precisa su un fatto pieno di sfumature e che già nei racconti dei contemporanei soffriva di un'immediata confusione fra dati oggettivi, testimonianze personali magari poco lucide e semplici sentito dire.
Sono solo perplesso sulle motivazioni del provvedimento nei confronti di Carosio: effettiva valutazione di merito, magari su parole ascoltate dai vertici Rai e per noi definitivamente sfuggite, oppure sentenza politica per evitare strascichi a lungo termine? O, ancora, occasione colta al balzo per pensionare un mito che la realtà aveva reso più opaco?
L'immagine è certo quella di un'azienda più seria di quella attuale (capirai...), ma non so se sia tutto oro quel che luccica.

Offline Skorpius

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Re:E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« Risposta #4 : Venerdì 14 Maggio 2010, 16:26:34 »
NON E' POSSIBILE!!!

adesso si vuole dimostrare che dire negro ad uno di colore non è una cosa inqualificabile.

Goebel era un dilettante nei loro  confronti.

io non ho mai visto nulla di simile.

è inconcepibile un tale controllo della stampa non ce l'aveva nemmeno Pol pot.

BASTA

Non capisco bene il tuo commento
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

jumpingjackflash

Re:E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« Risposta #5 : Venerdì 14 Maggio 2010, 17:01:31 »
un articolo di ma
Non capisco bene il tuo commento
beh ho fatto un po di dietrologia

ho pensato probabilmente a torto, che quest'articolo che stigmatizza l'uso del termine negro da parte di Carosi, sia stato fatto per diminuire l'effetto della stronzata fatta da un noto calciatore nei confronti di Balotelli.

guarda caso a DeLuca è venuto in mente proprio ora di fare un'articolo su questa storia.

totti come Carosi,

Offline Sol Invictus

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Re:E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« Risposta #6 : Venerdì 14 Maggio 2010, 17:21:09 »
beh, se ne volete sentire di carine, c'è la radiocronaca dell'incontro Benvenuti - Griffith del compianto Valenti  ;D.


Maulerino

Re:E Carosio non disse mai «quel negro...» al guardalinee etiope
« Risposta #7 : Venerdì 14 Maggio 2010, 20:44:25 »
E' strano come le cose con il tempo si ribaltino: negli anni '60 si poteva scrivere tranquillamente "il pugile negro" o "l'ala destra negretta" (vedi il Corriere dello Sport di quell'epoca) senza che nessuno si scandalizzasse, mentre invece "etiope" suonava come un'offesa, al contrario di adesso che viene usato normalmente ad es. per gli "atleti leggeri".

PS una versione alternativa riporta la seguente frase di Carosio ...ma cosa vuole da noi questo etiope ?