Autore Topic: Intervista a De Rossi  (Letto 1053 volte)

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Offline Matita

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Intervista a De Rossi
« : Venerdì 23 Marzo 2012, 21:47:46 »

CORSERA (L. VALDISERRI) - Diffidate delle interviste con le domande più
lunghe delle risposte. Quando parli con Daniele De Rossi, 28 anni, 272
partite in A e 32 gol con la Roma, campione del mondo 2006, campione
d’Europa under 21 2004, bronzo olimpico ad Atene 2004, un contratto
fino al 2017 da 10 milioni lordi a stagione più incentivi, le domande
sono stritolate dalle risposte. Ha il pregio delle persone
intelligenti. È curioso. E introverso. Connubio stimolante.

Domani c’è Milan-Roma. Come sta il tallone? «È più un fastidio che
altro. È un dolore, non è un infortunio ».

Soglia del dolore? «Tutti mi dicono: bassa. Non ci convivo bene. Mi
lamento. Eppure faccio di tutto per giocare anche quando non sono al
meglio. Sono un pessimista. Fino al giovedì, se chiedono ame, sono
fuori per infortunio. Il venerdì forse posso andare in panchina. Il
sabato gioco. Anche perché non accetto di stare fuori».

Dipendenza da campo? «Giocherei tutte le partite e per 90 minuti.
Quando sto fuori per infortunio sono un tormento. In vacanza conto i
giorni. Ho sentito tanti giocatori dire: smetto presto e mi godo i
soldi. All’inizio la pensavo anch’io così. Poi vedo che cambiano idea
e, pian piano, lo sto facendo pure io. Ne conosco uno solo che l’ha
detto e l’ha fatto: Hide Nakata. Altra categoria. Altra testa».

Farà l’allenatore? «Non lo so. Una volta avrei detto:mai. L’allenatore,
quando perde, è l’uomo più solo del mondo. Però è un modo per restare
in questo ambiente che, quando non ce l’hai, ti manca da morire».

In un’intervista lei ha descritto così la sua scala dei valori: «Prima
viene mia figlia Gaia, poi viene il nulla e poi il calcio».

Che tipo di padre è? «Giocoso. Amico. A volte mi sono chiesto se non lo
sono anche troppo. Poi penso che mio padre era così con me e non sono
cresciuto poi tanto male. Vorrei essere per Gaia un padre come quello
che ho avuto io».

Suo padre Alberto, per chi non lo sapesse, allena la Roma Primavera che
ieri sera, davanti a 20mila spettatori all’Olimpico, ha vinto la Coppa
Italia contro la Juve. «Quest’estate, a Ostia, venivano al mare un
sacco di ragazzi della Primavera. Albe’ di qua, Albe’ di là. L’avessi
fatto io con i miei allenatori delle giovanili, sai che schiaffoni
volavano! L’ho detto, è un amico».

Dicono che alle partite della Primavera lei si trasformi in ultrà. È
vero? «Lo ammetto. Ci soffro troppo. E immagino quanto soffra mio padre
in certe mie partite importanti».

A 22 anni campione del mondo. Sembrava tutta in discesa, poi ha vinto
poco. «È così. Non posso essere contentissimo della mia bacheca. Ma
sono felice di come sono cresciuto, come calciatore e come uomo. Sono
orgoglioso del rispetto che percepisco da parte di avversari e tifosi
».

Cambierebbe il Mondiale con uno scudetto? «Vincere un Mondiale è
indimenticabile, ma io non nasco tifoso dell’Italia. Nasco tifoso della
Roma. Da bambino sognavo lo scudetto. Ci stavo dentro a quel sogno, era
a mia misura, mi sembrava possibile. Poi è finita che ho vinto il
Mondiale e che lo scudetto sto ancora ad aspettarlo».

Luis Enrique è l’allenatore giusto per vincerlo? «A me la sua idea di
calcio piace. Me ne parlava Guardiola, quando era alla Roma, e ora
posso provare a giocarlo anche se il paragone con il Barcellona ti
ammazza, perché loro sono troppo forti. Però, se non ci provi, non ci
riuscirai mai».

Luis Enrique l’ha lasciata in tribuna per 5’ di ritardo alla riunione
tecnica. «C’è una regola e va rispettata. Una maledetta regola? Può
anche essere, ma questo non cambia la realtà. La conoscevo e a Bergamo,
contro l’Atalanta, ero il capitano, visto che mancava Totti».

L’allenatore è lei: non fa giocare uno per un ritardo? «Se ho messo la
regola, chi sgarra non gioca. Magari, da allenatore, non metto quella
regola. Una multa? Non è la stessa cosa. Ne ho prese, semmai, perché
qualche volta ho dimenticato di firmare il foglio che è in bacheca a
Trigoria e che va siglato un’ora prima dell’inizio dell’allenamento.
Ero arrivato in orario, ma me ne ero scordato ».

La sua attuale compagna, l’attrice Sarah Felberbaum, ha raccontato a
«Sette» che la prima volta che l’ha incontrata non sapeva chi fosse.
«Sapeva vagamente che esisteva un calciatore De Rossi, ma se mi avesse
incontrato per strada non mi avrebbe riconosciuto. Per lei il calcio
era, al massimo, Totti e Buffon. E suo padre, simpaticissimo, che viene
allo stadio con il cuscino da mettere sopra al seggiolino, non sapeva
nemmeno chi fosse Totti. Ci siamo incontrati, per caso, in un
ristorante e Francesco ci ha salutato. È il capitano, hanno detto
tutti. E il padre di Sarah: il capitano di che cosa?».

E lei conosceva Sarah Felberbaum? «La conoscevo. Mi piace il cinema. E
non solo i film leggeri. Tv? Poca. Mi piacciono le serie, soprattutto
Lost. Guardo poche partite».

Agassi, nella sua biografia, racconta di essersi infuriato assistendo
sul set a una scena in cui Brooke Shields leccava la mano di un attore.
Lei è geloso di Sarah e del suo lavoro? «So che è un lavoro, ma evito
di andare sul set. Lei me lo ha chiesto: vieni a vedere come è, si gira
una scena spinta e poi, allo stop, ci si rimette a parlare dei figli o
del tempo. Lo capisco, ma anche se non lo vedo è lo stesso».

Eppure è attore anche lei. Con Zoro, tassista tifoso che le chiede dove
vuole andare, lei ha dato in anteprima in tv la notizia del rinnovo.
«Eravamo vicini all’accordo e con Diego e Valerio (Bianchi e
Mastandrea, ndr) certe idee nascono così, davanti a un sushi o una
birra. Dopo aver girato, ci sono stati due giorni di stallo nelle
trattative con la Roma. E io mi ero già esposto, avevo detto che
restavo. Per fortuna è andato tutto a posto».

Legge le pagelle? «Prima sempre, ora di rado. Sono maturato».

Ascolta le radio romane? Negli ultimi giorni sono usciti dossier per
screditare Baldini, truffe contro la Roma, si è mossa la
magistratura... «Sono garantista, non giudico nel merito. Sono finito
in prima pagina perché uno che non sentivo da dieci anni ha fatto il
mio nome a caso nello scandalo scommesse. Capisco i tifosi delle
squadre, lo sono anch’io, sono un tifoso che va in campo e non in
curva, ma non capisco i tifosi delle radio o delle presidenze. Succede
solo a Roma».

La Roma è in partnership con la Disney: che personaggio le faranno
fare? «Paperon de’ Paperoni. Con quel contratto che mi hanno fatto...».




Ma un attrice cosi' bella e sembra intelligente ? ? ?
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline MCM

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Re:Intervista a De Rossi
« Risposta #1 : Sabato 24 Marzo 2012, 18:34:36 »
chi sembra intelligente?

Offline Matita

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Re:Intervista a De Rossi
« Risposta #2 : Domenica 25 Marzo 2012, 12:26:26 »
Ho capito , rientra nella strategia della Disney




Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Teo

Re:Intervista a De Rossi
« Risposta #3 : Domenica 25 Marzo 2012, 12:38:36 »
La sua attuale compagna, l’attrice Sarah Felberbaum, ha raccontato a
«Sette» che la prima volta che l’ha incontrata non sapeva chi fosse.
«Sapeva vagamente che esisteva un calciatore De Rossi, ma se mi avesse
incontrato per strada non mi avrebbe riconosciuto. Per lei il calcio
era, al massimo, Totti e Buffon. E suo padre, simpaticissimo, che viene
allo stadio con il cuscino da mettere sopra al seggiolino, non sapeva
nemmeno chi fosse Totti. Ci siamo incontrati, per caso, in un
ristorante e Francesco ci ha salutato. È il capitano, hanno detto
tutti. E il padre di Sarah: il capitano di che cosa?».



Ah! Ah! Ah!

(a 'sto punto, il padre chiede di nascosto alla figlia: "ma 'ndo caxxo semo capitati?")

Offline disabitato

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Re:Intervista a De Rossi
« Risposta #4 : Domenica 25 Marzo 2012, 13:14:29 »
Ah! Ah! Ah!

(a 'sto punto, il padre chiede di nascosto alla figlia: "ma 'ndo caxxo semo capitati?")

triste vita la sua, che non ha mai sognato di conoscere il captano.
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