Claudio Lotito rilancia la sfida alle istituzioni dello sport e trascina con sé tutta la Lega. O almeno quei 16 club Cagliari e Lecce contrari, Roma astenuta che ieri hanno deciso di rinviare di oltre un mese il pacchetto di nomine all'ordine del giorno per aspettare l'esito del ricorso ex articolo 700 presentato dal patron della Lazio e in discussione il 3 aprile presso il Tribunale di Roma. Dopo la bocciatura dell'Alta Corte, Lotito esce dall'alveo della giustizia sportiva con tutti i rischi connessi alla violazione della clausola compromissoria: non ci sta ad accettare la sospensione dalla carica di consigliere federale, suggellata dalle nuove norme etiche del Coni in virtù della condanna in primo grado per Calciopoli. La Lega aveva già incassato qualcosa, vale a dire il reintegro nei rispettivi ruoli societari — compresa la possibilità di partecipare alle assemblee di A — per lo stesso Lotito e per Andrea Della Valle e Sandro Mencucci della Fiorentina. Ma non era evidentemente abbastanza. Peraltro, la Lega avrebbe potuto conservare la stessa rappresentatività all'interno del consiglio della Federcalcio scegliendo un supplente. Niente da fare.
Ruolo-chiave Ieri è emerso tutto il carisma di Lotito, abilissimo a stringere un patto di ferro con le big, figlio del compromesso storico sui bacini d'utenza, e a tenere sotto la sua ala un bel po' di medio-piccole. Non è un caso che ieri né Galliani né Agnelli abbiano preso parola contro la richiesta del presidente laziale. Un silenzio assenso. L'unico a opporsi è stato Massimo Cellino: «Impugnare ogni legge e mettere di mezzo gli avvocati mi sembra una cosa anomala. È una decisione puramente personale di Lotito». Peraltro, quel pacchetto di nomine che prevedeva la vicepresidenza di Lega per De Laurentiis Napoli, due posti in Consiglio per Fenucci Roma e Zarbano Genoa e la poltrona di consigliere federale per Campoccia Udinese, è risultato indigesto a più d'uno, pur essendo stato varato all'unanimità dall'esecutivo. In primis a Lotito, ovviamente, che — in caso di sconfitta dinnanzi al Tribunale — punterebbe a entrare quantomeno in Consiglio di Lega. A quel punto, potrebbe essere la Juventus a sedere nel governo della Figc, quella stessa Figc alla quale ha chiesto 444 milioni di risarcimento danni per lo scudetto 2006. Appuntamento, quindi, all'assemblea del 20 aprile, ma già nel Consiglio del 26 marzo si ridefiniranno le strategie.
Varie Ok al regolamento dei collegi arbitrali, che Beretta e Tommasi firmeranno all'inizio della prossima settimana. E via libera al rinnovo della sponsorizzazione con Tim che nel prossimo triennio porterà 15,750 milioni annui nelle casse della Lega, 200 mila euro in più del contratto precedente.
Scritto sabato 17 marzo 2012, fonte: Gazzetta dello Sport