Autore Topic: Gazzetta dello Sport 16/03/2012  (Letto 513 volte)

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Offline lollapalooza

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Gazzetta dello Sport 16/03/2012
« : Venerdì 16 Marzo 2012, 09:51:57 »
La Lazio gioca fra gli studenti «Klose, dacci le magliette»

I ragazzi: «Come andavate a scuola?». I calciatori: «Forti in ginnastica»
E il tedesco si racconta: «Qui a Roma mi piace tutto: città, cibo, Formello»


Quando, in una strada della periferia Nord di Roma, dal portabagagli di una macchina spunta un’aquila protetta dal sole da una tendina del canarino Titti, sembra di essere sul set di un film d’animazione.
Qualcuno si ferma incuriosito: «Scusate, ma che sta succedendo? ». La Lazio sta entrando nelle scuole: prima tappa del tour, la scuola media Giuseppe Verdi di Via Ormea, a Casalotti.
Preparatissima all’evento, con l’unico intoppo del cancello chiuso da dove sarebberodovuti entrare i  protagonisti: Klose, Stankevicius, Bizzarri, il team manager Manzini, rappresentanti del marketing e Olympia – l’attrazione della mattinata -, con il sempre abbronzatissimo falconiere Juan.

Intruso Bizzarri arriva quando sono già tutti dentro: parcheggia fuori e si fa largo nella folla, già armata di macchine fotografiche. Mamme, professori e alunni, laziali ma non solo: la stragrande maggioranza con i colori biancocelesti addosso, non la totalità. C’è una sciarpa giallorossa che si affaccia da una finestra e un dodicenne con la tuta della Roma che a Olympia non le manda a dire: «Aoh, ecco la Quaja: è più bona ar forno co’ le patate ». Nella palestra, invece, c’è un centinaio di ragazzi in festa, e un «Benvenuta Olympia » disegnato sulla lavagna: Klose è a suo agio, non dice una parola fuori posto,masorride, firma autografi (lo fa anche sul cartellone con su scritto
«Palla a Klose e s’abbracciamo ») e si fa immortalare con chiunque glielo chieda.

In cattedra Microfono agli studenti, in fila indiana a fare domande, Miro il più interrogato: «Vincere il derby è stata una grande emozione, per me e per tutti i tifosi – dice Klose, ma lo ripeterà anche Stankevicius -. Sono contento di aver contribuito, sia all’andata che al ritorno». E ancora: «Qui alla Lazio mi trovo benissimo: mi piace tutto, la città, il cibo, Formello. Nonci sono grosse differenze con il Bayern, anche qui ci sono ottimi giocatori, e con i nostri tifosi ogni partita è una festa». Arrivano  anche le domande più curiose, ad esempio sulla materia preferita a scuola: «Naturalmente la ginnastica », la replica secca e coincisa, come quella di Bizzarri in merito. «Non mi piaceva studiare, ma non seguite il mio esempio». Oppure sull’eventualità che dopo una partita persa ci siano delle liti: la confusione fa saltare la risposta, ma Klose è troppo intelligente e non avrebbe fatto un fiato.

Promessa Se tutta la scuola Giuseppe Verdi è stata invitata all’Olimpico, Alessandro è un habituè: ha il suo posto in Monte Mario, dietro le panchine, e vorrebbe tanto una maglia del suo idolo Miro. «Signor Klose, perché dopo la partita non regalate mai le magliette? » «La prossima volta la lancio, fatti trovare pronto». Una foto ricordo e via di corsa: 25 minuti, forse un po’ pochi
ma intensi. Chissà, magari qualcuno ieri pomeriggio avrà studiato con un altro spirito.


«IL RITORNO DELL’AQUILA»

Reja: «Il libro mi ha stupito Ora obiettivo Champions»

È un libro che ha sorpreso anche Edy Reja. «Alcune cose del passato di Klose le ho trovate scritte qui dentro: non le conoscevo, eppure avrei dovuto saperle». Il tecnico scherza, parlando de «Il ritorno dell’Aquila » (ed. Limina, 140 pagine, 15 euro), scritto del giornalista della Gazzetta Stefano
Cieri. Nel volume si ripercorre tutta la storia della Lazio dall’arrivo di Lotito ai giorni recenti.
E centrale è proprio la figura di Reja, che ha riportato la Lazio ai vertici dopo averla rilevata nel febbraio 2010 a un passo dalla Serie B. Il tecnico non è voluto mancare alla presentazione del libro: «È un racconto divertente e piacevole — ha detto —. Mi sono stati riconosciuti un po’ troppi meriti (sorride, ndr). Sì, quando arrivai era un periodo buio, poi è stata una crescita costante. Ora bisogna
continuare su questa strada, per raggiungere la Champions e scrivere nuovi capitoli della storia».

QUI FORMELLO

C’è Candreva
Garrido: esami


L’idea per Catania è chiara: Reja non è intenzionato a schierare una Lazio con troppi giocatori reduci da infortuni. Ecco perché nelle prove tattiche di ieri pomeriggio tra i titolari è stato inserito Candreva sul centrodestra di un centrocampo a tre (Ledesma ed Hernanes gli altri due), con Brocchi tra le riserve. Perché il tecnico sarà costretto a schierare già un altro ex infortunato di lusso, Radu, a maggior ragione se gli esami di oggi confermeranno per Garrido quello che si teme, cioè uno
stiramento. In Sicilia, in ogni caso, tra i convocati Reja ritroverà anche Cana, mentre Konko resta in dubbio: Reja vorrebbe portarlo, il francese non è convinto. In attacco è ballottaggio aperto tra Alfaro e Rocchi, con l’uruguaiano  leggermente favorito.


Reja vuole restare Ora tocca a Lotito

Il tecnico: «Mi piacerebbe scrivere nuovi capitoli»
Il club tentenna. E intanto Zola rifiuta tre offerte...


Lui ha già deciso: «Vorrei scrivere altri capitoli della storia della Lazio», ha detto Edy Reja, intervenendo alla presentazione del libro «Il ritorno dell’Aquila» di Stefano Cieri, giornalista della Gazzetta. E il motivo cercatelo nella vittoria dell’ultimo derby: «È scattata una nuova scintilla», ha spiegato il tecnico. Tre settimane fa si era dimesso, spedendo un fax alla società. Ora non vede il suo futuro altrove. Al lieto fine manca però un tassello, il più importante: deve convincere il presidente Lotito, che nel frattempo si è invaghito del progetto Zola.

Obiettivo Champions L’altro progetto, quello nella testa di Reja, è allenare altre due stagioni, possibilmente alla Lazio, il che gli garantirebbe di lottare ad alto livello. Ecco perché per il momento ha rispedito al mittente l’offerta del Palermo: il club siciliano l’aveva cercato anche l’estate scorsa, prima di rinnovare con la Lazio, e ultimamente è tornato a chiedere informazioni. A Napoli, poi, c’è sempre una porta aperta: De Laurentiis gli ha promesso da tempo un posto in società. Ma Reja si sente uomo di campo: nel suo futuro ci sono altri due anni alla guida di un club, poi vorrebbe togliersi lo sfizio di guidare una nazionale. Prima però si vede alla Lazio, si sente in biancoceleste. Magari per giocare una Champions League: «Quel terzo posto lo vogliamo, è il nostro obiettivo dichiarato», ha ricordato. Anche perché già con il Napoli gli è capitato di avviare un discorso, per poi vedere raccogliere i frutti da altri: un bis non sarebbe gradito.

Zola in attesa Chissà che cosa ne pensa ora Lotito, che in tempi non sospetti gli aveva fatto  arrivare all’orecchio l’idea di un rinnovo di contratto per due stagioni. Solo che poi c’è stato l’incontro con Gianfranco Zola e una stretta di mano tra i due. Apparentemente niente più, se è vero che il sardo si sarebbe aspettato almeno una telefonata da Lotito—in realtà mai arrivata—dopo la riconciliazione con Reja. La Lazio ha affascinato Zola, che nel frattempo ha rifiutato le proposte di Cesena e Novara in Italia, e del Wolverhampton in Inghilterra. Quel sabato pomeriggio si è sentito allenatore della Lazio: giugno in fondo non è poi così lontano. Chissà se la conquista del terzo posto Champions da parte di Reja cambierà il finale di una storia che sembra già scritta.

Via alla tv E un’altra storia, intanto, prenderà formaoggia Formello. La Lazio sta per sbarcare sul satellite, bouquet di Sky: oggi nel centro sportivo per le prime prove di trasmissione, a giorni il
via ufficiale. E in estate partirà un canale radio Fm24 ore su 24. Chissà se con Reja o con Zola in panchina.



L’ex Carrizo cerca il successo che vale doppio

Il portiere: «Alla Lazio avrei meritato un’altra opportunità»

Arriva la Lazio, Pablo Carrizo chiude la porta. Arriva la squadra che l’ha portato in Italia ma che non gli ha dato la possibilità di affermarsi. Quell’occasione gliela sta dando il Catania. Il portiere argentino non parla di vendette da consumare, ma una vittoria contro il suo ex club non avrebbe prezzo. «Sarà una bella partita, affronto la formazione dove sono stato un anno e mezzo, ritrovo molti ex compagni, ma quando l’arbitro fischierà, per me saranno i soliti 90 minuti. Dobbiamo fare di tutto per vincere, mi aspetto una gara intensa, loro cercheranno di fare la partita, noi dobbiamo rimanere calmi e aspettarli, assecondare le nostre caratteristiche. Devo essere grato alla Lazio che mi ha permesso di venire a Catania. A Roma meritavo un’altra opportunità, ma non devo dimostrare nulla. Mi mancava la possibilità di giocare, qui mi hanno dato fiducia e sono grato alla Lazio che mi ha lasciato andare via. Ora siamo avversari, i tifosi biancocelesti sanno che ho giocato poco, posso dimostrare con questa maglia il mio vero valore. Stop».

Rivincita In queste prime partite Carrizo, a parte la papera di San Siro sul primo gol dell’Inter, è andato bene: «Di quell’incidente ho parlato con l'allenatore dei portieri: uno sbaglio può capitare,
l’importante è avere reagito subito e la parata su Pazzini ha dimostrato che ero rimasto in partita. Mi spiace perché potevamo vincere. Per il resto sono contento del mio rendimento. É tutta la squadra a vivere un buon momento. Che può proseguire domenica. Dobbiamo stare attenti e  continuare sulla stessa strada intrapresa in trasferta, qui in più avremo la spinta dei tifosi». Sicilia, nuova patria di rivincita: «Cercavo una seconda possibilità e il Catania è stata l'unica squadra che mi ha voluto. Per me è importante avvertire la fiducia dell’ambiente».

Consigli E ancora Lazio: «Vogliono vincere, Klose è il più pericoloso, in area attacca lo spazio, si fa trovare pronto, dobbiamo cercare di metterlo in difficoltà. Alfaro è la sorpresa, è veloce, attenti
anche a lui. Sarà battaglia a centrocampo, dobbiamo riuscire a fare possesso palla, è importante, se giochiamo a calcio come abbiamo dimostrato di saper fare, possiamo vincere. Montella non mi ha chiesto indicazioni sulla Lazio perché lui sa cosa fare. Qui ho trovato una squadra che ha grinta e spirito di gruppo, nello spogliatoio ho avuto la conferma di quel che si racconta in giro, se dico che i miei compagni sono i migliori è perché lo penso, e sono felice di essere qui.