il mio racconto di quel giorno, scritto (e già postato su LN qualche tempo fa):
Maggio 1974.
Primo anno di Università. La Sapienza. Giurisprudenza.
Ho fatto due “pre-esami”. A luglio tenterò Economia Politica.
Ho fatto il classico, quindi di matematica capisco poco o niente, gli assi cartesiani sono uno strano angolo retto, a strana “squadra” in virtù della quale delle strane linee, a volte curve e morbide, a volte rette, zigzaganti ed isteriche, si intersecano in maniera più o meno inspiegabile, ed a quanto pare (così hanno blaterato a qualche lezione iper-affollata e pertanto abbandonata prestissimo) utilità marginale e cose buffe di questo tipo sono inscindibili da detti assi cartesiani: conseguenza di tutto ciò, l’esame di economia politica va fatto al più presto, prima che le fugaci e vaghe (non nel senso di belle, ma proprio di vaganti) nozioni di matematica acquisite nel quinquennio di Giulio Cesare vadano definitivamente nel famoso dimenticatoio.
Si, vabbè, ma siamo a maggio, ho già fatto due pre-esami, a luglio manca ancora un po’ di tempo, quindi, se me ne vado una settimanella mica farò niente di male... magari mi porto pure dietro il libro di economia, gli faccio cambiare aria...
Mio fratello A. da qualche anno vive a Torino, ha avuto la disgrazia di vincere, giovanissimo, un concorso pubblico fatto quasi per gioco, è tornato a riprendersi la sua fidanzatina di sempre, l’ha sposata, e se l’è riportata su...
Vado su.
Come tante altre volte da quando A. si è trasferito lì.
La Lazio sta andando fortissimo, già l’anno scorso eravamo stati lì lì per... non succede, ma se succede…
A. mi ha chiesto una bandierona biancoceleste, a Torino non l’ha trovata, ma io qui sì, in un negozio che fa, appunto, bandiere, soprattutto militari, ma quella della Lazio, senza scritte, nè stemmi, nè niente, ma grandissima, l’ho trovata, e la porto con me.
Domenica 12 maggio.
La bandiera nuova (montata su un ex manico di scopa) sventola su un balconcino in una via di Torino vicino al Valentino... qualcuno dei passanti, guardando in su, si meraviglia perchè non ricordava che da quelle parti potesse esserci un’Ambasciata di un Paese non meglio identificato.
E, in fondo, di una sorta di Ambasciata o di Consolato si tratta. Ma i torinesi non lo sanno.
Mia cognata, ex fidanzatina, capisce che le ore dedicate alla partita sono un momento tutto particolare, a lei di calcio e della Lazio non frega granchè, se non per amore e solidarietà uxoria, e dopo un pranzetto delizioso e divertente tra persone che, in fondo, sono tutte e tre poco più che ragazzi, fa finta di andarsene di là a leggere qualcosa.
Radiocronaca... Tutto il calcio minuto per minuto... buffo... maddai... vuoi vedere che... oddio... evviva... incredibile.. che Dio ci benedica... Dio mio, Giorgio.. e Luciano... e tutti... e il Maestro... che meraviglia... grazie... che bello...
Presto, telefoniamo a Roma, a Mamma... Madonna mia... P. sarà già tornato dallo stadio?…
Dai, usciamo sul balcone... sventoliamo la bandiera.. cazzarola, che l’ho portata a fare sennò...
La bottiglia di Jhonny Walker etichetta nera (vera sciccheria per l’epoca, adesso la farei volare dalla finestra), o meglio il suo contenuto, diminuisce velocemente... non c’è un accidenti d’altro in casa da stappare per festeggiare... ma va benissimo...
Riusciamo fuori sul balcone a sventolare il bandierone... qualche passante ha finalmente capito che non è il balcone di un’Ambasciata, anzi, qualche passante juventino si appuzza pure “
quella bandierà lì mettetevela nel ... “ ... e noi, all’unisono “c
he nun ce voj stà?... guardala bene... guarda che colori...”Dai, corriamo di nuovo davanti alla Tv.. un altro sorso di wiskey.. sì, pure io... sto scomoda sulla sedia, mi sdraio per terra... A. pure... tutti e due, a pancia sotto, sul pavimento, gomiti piegati, praticamente brilli, davanti alla Tv...
Compare Vickpaleck, allenatore della Juve “
.. beh.. sì.. la Lazio ha vinto, ma quando si vince uno scudetto a meno di 45 punti vuol dire che è stato un campionato vinto in maniera non travolgente, per fortuna, non per troppi meriti... “Sdraiati per terra, a pancia sotto, e con circa mezzo litro di wiskey in corpo, le pernacchie verso l’apparecchio TV e quel buffo figuro vengono benissimo... A. ed io abbiamo passato anni a fare canti e controcanti con le canzoni dei Beatles, figurati se non ci vengono intonatissime pure le pernacchie... e le risate ed i cazzeggiamenti pure...
L’ex fidanzatina, oggi mogliettina, ancora lucida, non può fare altro che buttarsi per terra pure lei, e ridere insieme a noi...
Tra tre o quattro giorni torno a Roma.
Ed aggiorno quel tabellone di cartoncino, col calendario delle partite e le caselline dei punti, tutto disegnato con righelli e squadre, e scritto a mano col pennarello azzurro in campo bianco, appeso in camera mia con le puntine da disegno.
E magari me lo conservo per tutta la vita.