Autore Topic: 14 maggio 2000  (Letto 9734 volte)

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Offline pizzeman

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #20 : Mercoledì 12 Maggio 2010, 20:11:00 »
Dieci anni fa... Che ricordi avete di quella giornata? Come vi siete svegliati quella mattina? Che pensavate? Siete andati allo stadio? Com’era l’atmosfera prima, durante ed alle 18,04? Raccontate per chi non c’era e per chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera (cit.), poi concretizzatasi al fischio finale di Collina al Curi.

mi sono svegliato la mattina, mi son guardato allo specchio... maglietta bianca boxer celesti.
ho capito che sarebbe andata bene.
ale 18.04 ero in aeroporto, imbarco chiamato che aspettavo il fischio di collina..
Non il nome dietro, ma il simbolo davanti.

Offline Lela

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #21 : Mercoledì 12 Maggio 2010, 20:23:14 »
 :o
mamma mia che ricordi.....ogni tanto ce ripenso e me viè ancora da piange....
quel giorno c'era la comunione di mio fratello..e quindi non sono potuta andare allo stadio con alcuni miei zii e cugini...  :(
... avevo un abito giacca e pantalone e la sciarpetta della lazio rigorosamente in bella vista in tutte le foto...
ho seguito la partita dal ristorante e un po per radio....
quante emozioni tutte insieme....  la lazio che vinceva 2a0 ed era giunta a pari punti con la juve a cui era stata sospesa la partita per il temporale(ricordo ancora quel pallone che non rimbalzava...)
forse rimandano la partita non possono giocare cosi
nel frattempo finisce il pranzo al ristorante e ce ne torniamo a casa per un rinfresco per i vicini
e segna simeone corro a casa di un mio anziano vicino di casa con cui vedevo sempre le partite e seguo quel che rimane della partita con lui....al gol di calori un urlo............lacrime e gioia!
finisce la partita e partono i festeggiamenti
Quant'è bello esse laziali...........

Romana si,romanista MAI!

Offline ralphmalph

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #22 : Mercoledì 12 Maggio 2010, 23:51:16 »
sto a scrive il mio racconto e su sky sport 24 stanno facendo un lungo servizio sullo scudetto
"E’ vero, tifo rioma, ma penso solo al Livorno" (A. Candreva 10.11.2009)
"Non ho mai detto di essere tifoso della rioma" (A. Candreva 08.02.20012)

Candreva vattene

Offline Stev00

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #23 : Giovedì 13 Maggio 2010, 00:16:42 »
Avevo 13 anni, nonostante l'età ero un aquilotto già navigato, allo stadio tutte le domeniche dal '95, finale di coppa italia del '98, trasferta a Birmingham. Ero all'Olimpico, monte mario verso la sud, con la solita delgazione familiare: papà, nonno, zio, fratellino;

Semplicemente il giorno, sportivamente parlando, più bello della mia vita!

Offline BobLovati

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #24 : Giovedì 13 Maggio 2010, 00:20:55 »
L´ho già raccontato " altrove ", ma visto che siamo in una casa nuova, lo ripropongo, anche perchè più strampalato di così    ;D

Vivevo ancora a Madrid; deluso dalla fine del campionato precedente, inkatzato nero per come stava finendo quello del 2000, ed approfittando che lunedi 15 a Madrid era festa locale, pensai bene di andare con la mia compagna 4 giorni ad Atene, dove non tornavo da anni e lei non la conosceva.
La mattina della domenica decidemmo di andare ad Ègina ( isola a 40-50 minuti di ferry e, come scoprii dopo, con molta allegria ) isola dei pistacchi ( grossi come mandorle    :o. ).
Passata una bella giornata, tornammo ad Atene  e decidemmo di andare sotto al Partenone per acquistare delle cose viste il sabato.
All´improvviso squilla il cellulare; un mio amico di Barcelona ( e del Barça ) mi chiama dicendomi che stiamo per vincere lo scudetto ! Vista l´ora ( anche considerando il diverso fuso orario ) mi sembrava una presa per il ...; ma lui mi spiegò del temporale et relativa interruzione.
Ero vicino ad un negozio dal quale sentivo uscire un rumore di radio o TV; mi avvicinai e, chevvelodicoaffa', stavano tasmettendo gli ultimi 7-8 minuti di Perugia-Juve.
Chiesi al proprietario se potevo vedere la partita e lui mi chiese se ero della Juve; alla mia risposta da Laziale mi disse: " allora si, puoi stare qui con me ! " ( cianno amici dappertutto, gli strisciati ! ).
Al fischio finale abbracci e pacche col greco venditore di souvenirs, esco ed abbraccio la mia compagna con le lacrime agli occhi, fra la gente che ci guardava come se fossimo pazzi ( oddio, mica se sbajavano tanto, poi ... ).
Immediata telefonata ai miei figli ( presenti all´Olimpico, et relativa raccomandazione - sapendo che tanto nun m´avrebbero filato e pezza ! - di cercare di non mettersi nei guai ).
Ritorno in albergo, doccia e poi, come d´accordo con un collega AZ greco, a cena al Piraeus Yacht Club. Dopo un tentativo ( miseramente fallito ... ) di pagare la cena, ho fatto arrivare per noi 4 ed il direttore del ristorante 2 belle bottiglie di Veuve Cliquot ( non c´era nulla di meglio, al momento ... ) ed abbiamo brindato così alla vittoria della nostra Lazio.
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline ralphmalph

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #25 : Giovedì 13 Maggio 2010, 01:29:19 »
Sta finendo la seconda settimana di maggio e sono ancora avvelenato per il gol annullato a Cannavaro la domenica precedente. Il sabato sera, ben oltre la mezzanotte, sto ancora davanti al computer, come mi quasi ogni notte da quando l’uomo l’ha inventato. Scrivo qualcosa che, come sempre, mai pubblicherò, ma stanotte la testa non ci sta. Pur imponendomi di non pensare al giorno dopo, perché mi tormenta l’idea di vivere la stessa delusione dell’anno precedente, non ce la faccio. Sto digitando sulla tastiera ma vorrei già essere al mio posto in curva nord, con Fausto alla mia sinistra, Andrea alla mia destra e Stefano, Walter e Claudio dietro, Enzo e Marco tre file davanti e tutti gli altri, gli abbonati di sempre, dei quali manco so il nome ma che quando arriviamo ci salutiamo come vecchi amici. E mi viene in mente quel signore distinto che per me è un mito. Sui 50-55, brizzolato, sempre ben vestito, uno di quelli che diresti sia un manager d’azienda o magari un medico, un avvocato. Ogni domenica ci salutiamo, lui sta un po’ più in là e gli invidio quella sciarpa biancazzurra sulla quale spiccano decine di spillette della nostra Lazio. E, mentre digito con via via meno frequenza sulla tastiera, mi rassicura l’idea che se domani delusione dovrà essere, loro staranno tutti là con me. E insieme a loro riuscirò ad affrontare meglio quest’altra mazzata. Chiudo word, stanotte non è aria, non mento a me stesso e mi dedico a pensare esclusivamente alla Lazio. Mi metto a sfogliare vecchi giornali, fotografie, metto su il vhs della Coppa delle Coppe. Mi sento così carico che decido che il giorno dopo vinceremo il campionato. E, sfidando ogni cabala, torno al computer e stampo su carta adesiva uno scudetto tricolore, che il giorno dopo attaccherò sulla maglia del centenario. Perché i campioni siamo noi. Cazzo, ce lo meritiamo noi ‘sto scudetto! E confortato da questo pensiero riesco a prendere sonno facilmente.
La domenica è quasi come ogni altra domenica della mia vita: la messa, la piazza con gli amici, niente pranzo perché all’una si parte (una domenica si e una no), lo stadio. Stamattina però una novità c’è. Dopo la doccia mi infilo direttamente la maglia del centenario con lo scudetto appiccicato e vado alla messa con quella addosso. Fuori, in piazza, non si parla d’altro che di Lazio-Reggina e di Perugia-Juventus. Siamo una decina di abbonati e ci vediamo lì ogni domenica mattina per metterci d’accordo sulle macchine. Oggi Enzo non vuole venire allo stadio, teme un’altra delusione, ma alla fine lo convinco: “guarda me so messo lo scudetto, annamo che te ne potresti pentire”.
Arrivati allo stadio va in onda la scena immaginata la sera prima: stessi posti, stesse facce, stessi saluti. Oggi pomeriggio, per la prima volta in vita mia, ho portato una radiolina con le cuffiette, mi interessa sapere cosa succede a Perugia, anche se per tutto il primo tempo decido di non utilizzarla. La Lazio segna, ci danno due rigori, almeno uno, quello su Pancaro è davvero generoso, vabbè diciamo inesistente, ma dalla curva sembra netto. Intanto a Perugia ancora 0-0. “Non vi illudete, mo’ la Juve segna” è il mantra che ripeto a me e agli altri fin dal primo minuto. Mi fa eco mio fratello: “E’ tutto scritto, è tutto scritto!”. Quando la Lazio segna il terzo gol a Perugia ancora non è ricominciato il secondo tempo per via di un acquazzone memorabile. Si rischia la sospensione della partita e già cominciano a diffondersi idee sul da farsi: “Se la ripetono domani andiamo tutti a Perugia, non dobbiamo farci rubare pure ‘sto scudetto”. Dopo il gol di Simeone alcune centinaia di tifosi invadono il campo e noi li  fischiamo perché qui si rischia di compromettere anche la possibilità dello spareggio se la partita non finisce regolarmente. Per fortuna tutto ritorna alla normalità e alcuni dei nostri giocano gli ultimi cinque minuti con magliette di fortuna. Quando la partita finisce, a Perugia ancora non inizia il secondo tempo, ma “Tutto il calcio minuto per minuto” rassicura che ha smesso di piovere e che Collina sembra aver deciso di aspettare ad oltranza. Ricomincia Perugia-Juve. Decido che è venuta l’ora di utilizzare le cuffiette. Me le infilo , ma Fausto accanto a me e Stefano dietro mi fulminano con lo sguardo. “Leva ‘ste cose”. Sono loro i deputati alle cuffiette, le hanno sempre portate, durante tutto il campionato. “Come leva ‘ste cuffiette?! Le ho portate apposta pe sentì Perugia!”. “Tu non le hai mai portate, dovessero portà sfiga. Leva ‘ste cose, non ce fa ncazzà”. Insomma, a 200 km di distanza c’è la partita più importante della mia vita, io potrei sapere in diretta cosa succede ma sono costretto a tenere spenta la radio e a veder penzolare le cuffiette sulla mia maglietta. Dagli altoparlanti comunicano che stanno cercando di approntare la filodiffusione con la radiocronaca della partita di Perugia, ma i minuti passano e la radiocronaca non arriva. Sono appeso alle espressioni di Fausto e Stefano, due modi diversi i loro di vivere una partita di calcio. Fausto non fa una piega. È tesissimo, ha lo sguardo fisso davanti a sé e non lascia trasparire la minima emozione. È consumato dentro. Stefano è l’opposto: si agita, grida, si sbraccia, inveisce. In pratica non capisco un cazzo su cosa stia succedendo a Perugia. Ma a un certo punto hanno la stessa reazione: un grido sovrumano al gol di Calori. Impazziamo di gioia, ma faccio risuonare il solito “ve state a illude, mo la Juve segna” con il controcanto “è tutto scritto, è tutto scritto!”. Finalmente dagli altoparlanti dell’Olimpico arriva la radiocronaca, ma ormai è quasi finita, mancano cinque minuti. A un certo punto nella confusione dello stadio ci sembra di sentire “Gol di Inzaghi”. Panico. Mi giro verso Fausto: è tranquillo. “A Fa’ ma che è successo? Hanno segnato?” “No, ha sfiorato il gol Inzaghi”. Inizia il recupero ma ancora ho paura che la Juve faccia due gol, non ci puoi dire così bene a noi, non sta scritto nella nostra storia! Solo quando manca un minuto alla fine mi rendo conto di quello che sta succedendo e comincio a piangere, a piangere come non avevo mai fatto in vita mia. Abbraccio mio fratello e piangiamo tutti e due. Ormai è finita, siamo Campioni d’Italia. Voglio solo piangere, non ce la faccio a gridare, piango e basta per lunghissimi minuti. E poi abbraccio tutti, amici, parenti, sconosciuti, uomini, donne, vecchi, bambini. Non ci sto capendo più un cazzo. Siamo Campioni d’Italia. Non voglio più uscire dallo stadio, seppellitemi qua. Rinuncio ad entrare in campo, non voglio profanare il prato verde, eppoi il mio posto è sempre stato qua, sulle tribune, in curva, e qua mi voglio godere queste ore. Lo scudetto sulla mia maglietta, sfidando quasiasi macumba, ha portato bene! Intorno a me fanno la coda per baciarlo, tanto che alla fine mi si stacca. Ma lo rimetto al suo posto, tutto ammaccato e scollato, ma dedve rimanere lì. Quando usciamo, tornando verso le macchine, Enzo, che non voleva venire allo stadio, ferma la gente e invasato gli grida “Dimme che so pajaccio! Si dimmelo, dimmelo che so un pajaccio! Oggi non volevo veni’, So un pajaccio!”. Torniamo al paese, che è in festa. Prima di andare a casa facciamo un giro e partecipiamo ai festeggiamenti con gli amici che non erano allo stadio e con quelli che invece c’erano e non abbiamo incontrato. Per strada incontro mia moglie che era uscita per vedere la gioia biancazzurra. Ecco, avete presente la scena finale di “Febbre a 90°”? Una cosa simile. Le corro incontro e l’abbraccio. E naturalmente piango. E so che proprio in quel momento lei capisce che nella classifica dei giorni più felici della mia vita il primo posto fino allora detenuto dal 28 settembre del 1997 (il giorno del matrimonio) viene scalzato dal 14 maggio del 2000 (che deterrà il primato fino al 4 ottobre del 2001, giorno della nascita di mia figlia).
Dopo un salto in birreria a mangiare qualcosa torniamo a Roma, destinazione Circo Massimo. È pieno di laziali felici, arriva il pullman con squadra, io sono proprio lì, lo circondiamo, i giocatori hanno telecamere e macchine fotografiche per immortalare quei momenti indimenticabili, ma, probabilmente per ragioni di sicurezza, non scendono a festeggiare con noi. Ma siamo felici lo stesso, è la nostra notte, niente ce la potrà rovinare. È quasi l’alba quando torniamo in paese, ubriachi di gioia e di birra. Domani a lavorare non si va. A casa, dopo la doccia, prima di mettermi a letto, do un’occhiata alla sedia sulla quale avevo gettato la maglietta del centenario. È voltata sul retro. La rigiro: guardando quello scudetto mezzo staccato mi tornano in mente tutte le emozioni di questa giornata indimenticabile. “Forza Lazio”, dico, e me la metto vicino al letto.


PS.: la butto là. Perché ognuno di noi non fornisce un resoconto dettagliato e mettiamo tutto insieme per pubblicarlo su carta? Credo ci siano diversi siti (io conosco quello di Repubblica) sui quali si può editare un libro autonomamente. Con l’occasione che sono 10 anni dallo scudetto potrebbe essere una idea carina. Poi tramite social network si può pubblicizzare. Intendendo che i proventi, naturalmente, vadano in beneficenza, magari alla fondazione Gabriele Sandri o qualsiasi altra associazione
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Candreva vattene

Offline gondrano

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #26 : Giovedì 13 Maggio 2010, 06:44:46 »

io parto poco più indietro rispetto a robcouto perché quando penso al 14 maggio mi viene in mente fiore-lazio del 1999...non mi chiedete perché, dovrei chiederlo a uno psichiatra...


Offline cartesio

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #27 : Giovedì 13 Maggio 2010, 09:22:58 »
Ero al lago con la morosa di allora, che due anni fa mi ha regalato una bimba. Lei non era di ottimo umore, perché mi sentiva distratto. Siamo tornati a casa alla fine delle partite, e mi sono incollato alla TV per seguire l'inverosimile fine della vicenda. Poi sono rimasto sospeso per un bel un po', perché non mi rendevo ben conto di cosa fosse successo. Ero lì che guardavo le immagini dello stadio come se si trattasse di qualcosa che non mi toccava.

Non ci credevo.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

en_rui

Re:14 maggio 2000
« Risposta #28 : Giovedì 13 Maggio 2010, 09:45:44 »
nel 2000 vivevo a Dallas, e seguivo il calcio italiano grazie a "La giostra del Goal" su RAI international.
Erano le 7 di mattina quando e' initiata la trasmissione e la partita in diretta era Lazio-Reggina con finestra speciale su Perugia-Juventus.
La nostra partita si evolse come da copione, anche se vedere i nostri segnare e non esultare, in quanto consapevoli che il loro destino dipendeva dall'altra partita, mi faceva alquanto male.
l'inizio del secondo tempo, ritardava e da studio ci spiegavano che era per attendere la fine del temporale di Perugia.
Finalmente la partita di Roma riprese e si concluse con la Nostra vittoria, ma a Perugia il secondo tempo non era ancora iniziato ed io fra me e me mandavo improperi, dato che l'ipotesi era quella di rigiocare la partita e che quindi i primi 45 minuti terminati sullo zero a zero non valessero piu'.
Quando Collina scese di nuovo in campo per verificare lo stato del terreno, facendo rimbalzare la palla, io pregavo perche' la sfera facesse un seppur minimo rimbalzo.
la partita riprese e, chiaramente, la RAI trasmise in diretta il secondo tempo, alternando alle immagine della partita quelle dello stadio Olimpico, dove la gente rimase seduta a chiappe strette, immagino, per seguire l'evolversi di Perugia-Juventus.
Un pareggio avrebbe significato spareggi, ma ecco che Calori, segna.
la tensione, invece di alllentarsi, si alzo' di piu'.
Quardavo la TV e l'orologio e pregavo perche' quei minitui, che mi sembravano secoli, passassero piu' in fretta possibile.
Potevo vedere Sinisa ancora in tuta da gioco guardare la partita in un monitor di servizio.
Poi finalmente termino' e le immagini si spostarono sull'Olimpico dove la gente aveva invaso il campo.
Ero solo nella mia casa di dallas e cominciai a piangere, piansi per mio padre, che non aveva visto il primo scudetto e neanche questo, piansi per mio fratello che era sceso in mezzo al campo, piansi per la mia solitudine per non poter abbracciare baciare tutti gli amici che avevo allo stadio, piansi per Lei che ancora una volta contro tutto e contro tutti mi aveva regalato una gioia profonda.
Erano le 9.30 di domenica mattina, ma non ricordo come passai il resto della giornata.
 




Offline Holly

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #29 : Giovedì 13 Maggio 2010, 09:56:16 »
Che belli, tutti questi ricordi. Quante emozioni, quanti spasmi contenuti, quanta gioia finalmente esplosa. Mi avete fatto venire i brividi, sul serio.

Alle ore 8:40 del 14 maggio del 2000 ero su un volo AirOne diretto a Torino, destinazione Salone del Libro, il mio direttore aveva organizzato il viaggio quasi due mesi prima e non avevamo la minima idea che quella domenica sarebbe stata fatale. Sono partita da sola, e ho passato i tre quarti d'ora scarsi di volo facendo su un blocchetto d'appunti tutte le combinazioni possibili di risultati riguardanti le partite di quel pomeriggio. Quel foglietto lo conservo ancora.

Arrivo a Caselle, col taxi raggiungo subito il Lingotto (attraversando la città vedo un paio di palchi già pronti per i festeggiamenti, ndH) e mi faccio prendere dalle meraviglie dei tanti stand, raccolgo cataloghi, mi segno le novità, creo contatti, insomma.... lavoro, o perlomeno tento di farlo....

Ci sono un paio di conferenze alle quali mi piacerebbe partecipare, una di queste prevede l'intervento di Enrico Deaglio, Gherardo Colombo e Rosetta Loy (non mi chiedete quale fosse il massimo comune denominatore di questi tre perché non me lo ricordo) e vedo che inizierà alle 16, ottimo, penso io, così quando uscirò sarà tutto finito.
Poco prima di entrare nella sala faccio una telefonata a mia mamma e le chiedo cosa sta facendo la nostra Lazio, lei mi dice 2-0 e io penso: "Il nostro dovere l'abbiamo fatto, ora è tutto nelle mani di Dio". Ho pensato proprio Dio, e non credo di essere stata blasfema.
Spengo il portatile e mi godo la conferenza, cerco di liberarmi la mente dalle immagini da tregenda dell'anno prima, cerco di non pensare a quanto ho pianto l'anno precedente dopo Lazio-Parma, cerco di far battere il mio cuore meno frettolosamente, perché sto in tachicardia... dopotutto il cuore è un muscolo involontario, e se ne va per conto suo mentre le orecchie cercano di interessarsi alle parole dei conferenzieri. Pare facile.
Non so come, ma arriva la conclusione del dibattito, sono volate via quasi due ore. Mi alzo, saluto i miei vicini di posto, tutta compita e professionale, sistemo gli abiti spiegazzati con una lentezza che è assai poco rivelatrice del panico che ho dentro, perché non ho il coraggio di riaccendere il cellulare. Esco dalla sala e comincio a percorrere la strada verso l'uscita. Ho il volo di ritorno alle 20 circa, e vorrei andarmene per evitare i caroselli che di sicuro ci saranno in giro per la città.

Poi, la RIVELAZIONE.
Un capannello di gente, parecchie persone si accalcano allo stand della Rai, dove campeggia un grosso teleschermo. Stanno trasmettendo "Quelli che il calcio", e piano piano, mentre vado avanti, mi si disvela il campo di Perugia, e all'angolino leggo Perugia - Juventus 1-0. Ecco.
Ora muoio, penso, perché il rombo che sento nelle orecchie è indizio certo di colpo apoplettico. Devo sostenermi alla parete, mi attacco con le spalle al muro e vado giù, come un sacco di patate, neanche mi accorgo che sto piangendo, sto pensando unicamente a una persona che non c'è più, sto pensando che non so cosa darei per averla accanto in quel momento, venderei non so quanti anni della mia vita per poterla avere ancora un attimo vicino a me, abbracciarla forte e poterle dire: "Papà, abbiamo vinto, abbiamo vinto, abbiamo vinto...."
Inebetita, mi ricordo del cellulare spento, mi si impicciano le dita e sbaglio il pin, maledizione! spasmodicamente riesco a telefonare a mia mamma, che a Roma sta certamente in coma come me, e infatti pure lei non riesce a parlare, strilla solamente, e a chi mi sta guardando in quel momento offro lo spettacolo inverecondo di una giovane e rispettabile signora tutta rossa, in lacrime, che sbava al cellulare frasi sconnesse...

Certe volte penso che era destino, era stato scritto nel destino che io mi trovassi fuori Roma in un giorno così importante, ma non fuori Roma tipo Milano, Forlì o Sgurgola Marsicana, no, proprio a Torino, la città dell'esoterismo e della magia, magia bianca intendo, la città sede della squadra alla quale avevamo strappato uno scudetto conquistato 365 giorni prima e assegnato più di un'ora dopo la fine della mia partita.

Sarebbe da scriverci un romanzo, per ora ci limitiamo a scriverlo sul net, in attesa di altre gioie condivise, che, sono certa, arriveranno ancora.

Grazie a tutti, vi voglio bene.

TD

Re:14 maggio 2000
« Risposta #30 : Giovedì 13 Maggio 2010, 13:01:34 »
forse non tutti sanno che esiste davvero un libro di racconti sul 14 maggio raccolto da noi e pubblicato a suo tempo, uscito in edicola e in libreria. Io ne mantengo gelosamente copia autografata dagli autori, tra i quali me medesimo, ma anche molti altri. Un giorno metto mano allo scanner

Offline ralphmalph

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #31 : Giovedì 13 Maggio 2010, 14:01:51 »
forse non tutti sanno che esiste davvero un libro di racconti sul 14 maggio raccolto da noi e pubblicato a suo tempo, uscito in edicola e in libreria. Io ne mantengo gelosamente copia autografata dagli autori, tra i quali me medesimo, ma anche molti altri. Un giorno metto mano allo scanner

ma dai!! volere assolutamente! come fare?
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Candreva vattene

Offline Rupert

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #32 : Giovedì 13 Maggio 2010, 15:14:22 »
Una cosa che ho notato è che alcuni di noi hanno avuto modo di pensare in quei momenti "drammatici" a persone care che non ci sono più...
 
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Mark Lenders

Re:14 maggio 2000
« Risposta #33 : Giovedì 13 Maggio 2010, 15:30:43 »
Una cosa che ho notato è che alcuni di noi hanno avuto modo di pensare in quei momenti "drammatici" a persone care che non ci sono più...

Bè, lo trovo normale. Succede sempre quando vivi momenti emotivamente definitivi.
Uno scudetto a queste latitudini (e con quella procedura!) non è diverso da un matrimonio, o dalla nascita di un figlio, con tutto il rispetto per due eventi senz'altro più importanti di una partita di pallone. Ma insomma, senza fare troppo gli ipocriti, chi è tifoso vero (e qui lo siamo tutti, altrimenti non ci saremmo iscritti a un forum monotematico) si è commosso più o meno nella stessa maniera.
Piuttosto mi ricordo la festa scudetto, quell'amichevole col Bologna un po' surreale, in cui eravamo tutti talmente svuotati da non riuscire a fare festa. Ogni tanto ci ripenso, a quel pomeriggio-sera. Ad Attilio Lombardo che faceva l'animatore, e a un certo punto prese un megafono e se ne uscì con qualcosa del tipo "Oh, forza, svegliatevi, siamo Campioni d'Italia!!". Mi chiesi allora, e mi chiedo ancora oggi, cosa ci impediva di fare come i romanisti, che a mesi di distanza dal maledetto 17 giugno 2001 ancora strombazzavano come se fosse appena stata fischiata la fine di Roma-Parma. Diversità antropologica, è la risposta. E non voglio neanche perdere tempo a cercare di dimostrare che noi siamo migliori e loro sono peggiori. Dico solo che abbiamo un altro modo di vivere le emozioni. Tanto che, di quel pomeriggio-sera col Bologna, la cosa che mi ricordo più volentieri è la sfilata, sotto la curva nord, di striscioni con il nome di grandi laziali scomparsi, tutta gente che avremmo voluto lì insieme a noi in quel momento assoluto. Ecco, lì mi sono commosso. Quella è stata la mia festa scudetto.

TD

Re:14 maggio 2000
« Risposta #34 : Giovedì 13 Maggio 2010, 15:37:15 »
ma dai!! volere assolutamente! come fare?

o lo digitalizza chi ce l'ha oppure la vedo dura, noi copie non ne abbiamo, a quanto mi risulta.

Offline chemist

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #35 : Venerdì 14 Maggio 2010, 02:22:15 »
forse non tutti sanno che esiste davvero un libro di racconti sul 14 maggio raccolto da noi e pubblicato a suo tempo, uscito in edicola e in libreria. Io ne mantengo gelosamente copia autografata dagli autori, tra i quali me medesimo, ma anche molti altri. Un giorno metto mano allo scanner

E' vero...c'e' addirittura un mio racconto :), ci stavo giusto pensando ieri. Avevo un paio di copie, spero che siano a casa dei miei a Roma...chissa' se si possono recuperare gli invenduti?

Offline gazzaladra

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #36 : Venerdì 14 Maggio 2010, 08:06:51 »
a Venezia in vaporetto.
con una radiolina che chiamare "old style" sarebbe troppo.

mi so ritrovato ad urlare il mio amore per questi colori alla laguna.
Non chi comincia...ma colui che persevera.

jumpingjackflash

Re:14 maggio 2000
« Risposta #37 : Venerdì 14 Maggio 2010, 08:43:20 »
a Venezia in vaporetto.
con una radiolina che chiamare "old style" sarebbe troppo.

mi so ritrovato ad urlare il mio amore per questi colori alla laguna.
beh il fatto che tu stia ritornando da quelle parti speriamo porti fortuna ;D

geddy

Re:14 maggio 2000
« Risposta #38 : Venerdì 14 Maggio 2010, 08:54:48 »
Io presi a calci i gradoni dell'olimpico. Il temporale di Perugia mi sembrava la dimostrazione lampante he anche lassu cospiravano contro di noi. Stavano 0 a 0 e il risultato era a favorenostro, li avremmo sbrindellati in un eventuale spareggio.
Tornammo alle cinque dal circo massimo e la mattina dopo alle 6 mio fratello mi trascinò nelle marche, dovevo andare a firmare al comune come testimone della promessa di matrimonio.
Ci andammo con la maglietta della Lazio e non la levai credo fino al giorno dopo la finale di coppa italia.
Passammo a casa di Giulio, noto fornaio marchigiano e juventino. Si era chiuso a chiave e si rifiutò di aprire per quella mattina. La sera però venne anche lui a mangiare la pizza del tricolore. Andammo anche a fare il bagno al mare.  :band2: :band3:
Viva la Lazio.

Offline NV

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Re:14 maggio 2000
« Risposta #39 : Venerdì 14 Maggio 2010, 10:56:40 »
troppo grande il dolore dell'anno prima, disertai lo stadio facendo anche leva su una festa per i 18 anni della figlia dell'ex capa di mia moglie, a cui a quanto pare non potevamo mancare (se se...).
al tempo vivevo e lavoravo a milano, facendo il pendolare ad ogni fine settimana, la Lazio la vidi pochino quell'anno, ancorchè abbonato: una specie di legge del contrappasso, per me Laziale da sempre, primo abb. in serie B, non godermi appieno quella Lazio.
durante il pranzo, slittato sino al primo pomeriggio, normale quando si organizzano ste feste della fava in posti sghici ma non attrezzati allo scopo, decisi scientificamente di non voler sentire nulla, non volevo riappendere l'anima alla città dei ragazzi, troppo dolore troppo dolore, mi ripetevo.
poi vabbè, qualche minchione commentò della lanzie che aveva vinto ma tanto nun serviva a uncà.
ma niente, a me non doveva interessare. poi la torta, il brindisi, le foto e la bomba: perusia-rubbe hanno interrotto.
penso tutto il peggio, in una specie di trans (o trance?, 'ccitua marrà) dell'illogico, che se la stavano acchittando ancora meglio, ce vonno fa soffrì ancora di più e che solo a noi Laziali ce possono capità certe cose e tutti i santioni del caso.
finisce la festa e ce ne andiamo, avevo il treno alle 19.30 da termini, quindi doccia a casa e poi stazione. mentre mi faccio la doccia entra concy e mi fa "a perugia ha segnato calori, è una bella notizia?" di rimando "è la più bella notizia da quando siamo scesi dagli alberi!". esco con la testa ancora insaponata, accappatoito, cappuccio calato in testa, mi metto sul letto seduto quasi raggomitolato, quelli che il calcio ma non li vedo. 40 minuti così a dondolare, come rain man.
alle 18.04 esco dall'uovo in lacrime per lanciare l'urlo più forte che avevo ricacciato in gola da un anno:

ssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! campioniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
[eco]

da quel giorno mia moglie non si è chiesta più cosa fosse la Lazio per me. io alla Lazio, gli appartengo.
(non gli era bastato sapere che a milano condividevo la scrivania dell'ufficio con un ragazzo di Varese, Laziale!)
poi solo festeggiamenti in centro con le bandiere, a piedi per chilometri, destinazione circo massimo, rientrai con un amico alle 5 di mattina, il giorno dopo nessuno mi aspettava a milano, tutti sapevano o avevano immaginato.
martedì mattina in eurostar destinazione milano, pila dei giornali come un politico e maglietta d'ordinanza, all'arrivo i complimenti di un ragazzo interista, ma anche nei milanisti non v'era ostilità, tutt'altro.
poi ricordo una maglietta della Lazio a spasso per Corvetto ed un sorriso ebete in pace col mondo.

psichedelicatessen