Autore Topic: Il Patron- la voce dell'innocenza  (Letto 26143 volte)

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Offline Il frigorifero

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #180 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 11:35:53 »
A me non sembra giusto il trattamento riservato a Inzaghi.

Il tecnico viene messo sullo stesso piano dei giocatori (cioè sulla graticola, qualora non arrivino risultati). Questo potrei capirlo.

Ma non mi è chiaro perché il DS sia ritenuto infallibile a prescindere. Un DS che, nelle ultime due sessioni di mercato, ha letteralmente imbroccato due acquisti su otto.

Questo si ripercuote inevitabilmente anche sul lavoro di Inzaghi, teniamone conto.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Panzabianca

Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #181 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 11:42:49 »

Secondo me ha fatto bene a non intervenire, la scelta era di competenza del mister.

il quale, in questi casi particolarmente, non eccelle in carisma e sintomatico mistero.
Si, forse nel secondo si

Offline robylele

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #182 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 11:46:04 »
A me non sembra giusto il trattamento riservato a Inzaghi.

Il tecnico viene messo sullo stesso piano dei giocatori (cioè sulla graticola, qualora non arrivino risultati). Questo potrei capirlo.

Ma non mi è chiaro perché il DS sia ritenuto infallibile a prescindere. Un DS che, nelle ultime due sessioni di mercato, ha letteralmente imbroccato due acquisti su otto.

Questo si ripercuote inevitabilmente anche sul lavoro di Inzaghi, teniamone conto.

A me sembra che Inzaghi sia saldamente seduto sulla sua panchina, che peraltro neanche scotta.
2 acquisti azzeccati su 8 comunque mi sembra pochino considerando che la stagione é partita un mese fa e che almeno 3 di questi 8 ancora devono prendere casa e sono ospiti da amici.
Io aspetterei un pochino.

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline Il frigorifero

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #183 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 11:56:44 »
A me sembra che Inzaghi sia saldamente seduto sulla sua panchina, che peraltro neanche scotta.
2 acquisti azzeccati su 8 comunque mi sembra pochino considerando che la stagione é partita un mese fa e che almeno 3 di questi 8 ancora devono prendere casa e sono ospiti da amici.
Io aspetterei un pochino.


Certo, aspettiamo.

Naturalmente parlo di quanto visto fino ad oggi. Al momento definirei indovinati Acerbi e Correa, dopo si vedrà.

Quello che voglio dire è: Inzaghi è seduto sulla panchina , ma si pretendono i risultati. Perché il tempo dei diritti è finito. E sia chiaro: secondo me Lotito ha ragione a chiedere risultati migliori in campionato.

Domanderei al presidente: perché per Tare questo discorso non vale ?

Poi, se Berisha dovesse imporsi o Jony si rivelasse un ottimo terzino, allora saremo tutti lieti di applaudire il DS.

Se però , per esempio, Vavro ha bisogno di 6 mesi per capire dove si trova, è naturale che ciò crei una difficoltà in più anche all’allenatore.

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Offline MagoMerlino

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #184 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 11:56:56 »
Lui non sbaglia. E’ vero, lo riconosciamo tutti.


però è responsabile degli errori...... che commettono altri evidentemente.
Ma cosa fa per evitare che questi altri non commettano più errori?
Non è un errore non far commettere più errori?
Oppure non commettere mai errori è un errore esso stesso?
Odio perdere più di quanto ami vincere

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Offline fish_mark

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #185 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 12:03:36 »
riapriamo il sipario.
Lo spettacolo é stato allestito al meglio delle nostre possibilità (anche se ovviamente si può fare sempre di meglio, ad esempio mettendo in atto i tuoi suggerimenti) e ogni tanto il battutista fa pure ridere, cosa che in altri ambiti non accade da una dozzina d'anni.

Non si notano poi stecche, addirittura ''a profusione'', forse ti confondi con i club di Trigoria e Milanello.
Può capitare quando vinci 7 C.L. tra milan e asroma, ti capisco.

Adesso possiamo calare il sipario. O riascoltare bene ciò che é stato detto invece di andare dietro al sentito dire o ad antipatie personali che avviluppano i capiscioni.

Hai ragione lo spettacolo è stato allestito al meglio delle nostre possibilità (qualunque cosa possa significare questa espressione) e non è vero che le stecche sono a profusione. Ammiro il tuo proverbiale e granitico ottimismo, che vorrei fare un po' mio.
Nel frattempo qualche dato a sostegno dell'ottimismo della volontà.

Stagione in corso. VII giornata conclusa
Lazio a 11 punti 6 posto. 13 gol fatti 6 subiti.

Nei precedenti due campionati
2018-19
Lazio a 12 punti 4 posto. 10 gol fatti 9 subiti.
Stagione 2017-18
Lazio a 16 punti 4 posto.  19 gol fatti 9 subiti.


Europa League dopo due partite a 3 punti 3 gol fatti 3 subiti.
Nello stesso periodo del 2018-19 Lazio a 3 punti con 3 gol fatti 5 subiti.
Infine, nella Stagione 2017-18 dopo due giornate Lazio a 6 punti con 5 gol fatti 2 subiti.

Se tutto va bene, siamo stabili. Daje!!!
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Offline MagoMerlino

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #186 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 12:07:22 »
A me non sembra giusto il trattamento riservato a Inzaghi.

Il tecnico viene messo sullo stesso piano dei giocatori (cioè sulla graticola, qualora non arrivino risultati). Questo potrei capirlo.

Ma non mi è chiaro perché il DS sia ritenuto infallibile a prescindere. Un DS che, nelle ultime due sessioni di mercato, ha letteralmente imbroccato due acquisti su otto.

Questo si ripercuote inevitabilmente anche sul lavoro di Inzaghi, teniamone conto.
Inzaghi è sul banco degli imputati dall'inizio dell'anno scorso quando si lamentava e veniva ripreso in diretta telefonica per la via. Poi si è passati alla Ferari che è riuscita dai box anche ieri, in misura più dubitativa.
Lotito non decide se e quanto è importante il tecnico rispetto al gioco e all'utilizzo dei calciatori.... idonei.
Lotito si limita a sostenere di aver  raccolto un tot di idonei tra i quali l'allenatore e questi devono rendere in automatico in relazione alla propria idoneità e per quanto guadagnano. Senza prendere in considerazioni i parametri e le variabile tipiche del calcio, chessò, se Jony non sa fare il quinto ma è un'ottima ala, come fai a considerarlo idoneo al gioco che fai dove ti servono i quinti? Jony è idoneo a giocare nel suo ruolo di ala, ma non nell'economia della squadra che gioca a 5. La soluzione che farfuglia Lotito è che bisogna dare tempo ai nuovi di adattarsi.
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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #187 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 12:12:35 »
Hai ragione lo spettacolo è stato allestito al meglio delle nostre possibilità (qualunque cosa possa significare questa espressione) e non è vero che le stecche sono a profusione. Ammiro il tuo proverbiale e granitico ottimismo, che vorrei fare un po' mio.
Nel frattempo qualche dato a sostegno dell'ottimismo della volontà.

Stagione in corso. VII giornata conclusa
Lazio a 11 punti 6 posto. 13 gol fatti 6 subiti.

Nei precedenti due campionati
2018-19
Lazio a 12 punti 4 posto. 10 gol fatti 9 subiti.
Stagione 2017-18
Lazio a 16 punti 4 posto.  19 gol fatti 9 subiti.


Europa League dopo due partite a 3 punti 3 gol fatti 3 subiti.
Nello stesso periodo del 2018-19 Lazio a 3 punti con 3 gol fatti 5 subiti.
Infine, nella Stagione 2017-18 dopo due giornate Lazio a 6 punti con 5 gol fatti 2 subiti.

Se tutto va bene, siamo stabili. Daje!!!

Ma dai sono chiari segni di crescita costante.

11 punti e abbiamo incontrato 3 delle attuali ultime 4  in classifica..... almeno l'anno scorso avevamo perso le prime due con Napoli e Juventus.....
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POMATA

Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #188 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 12:29:52 »
Ha detto più volte di essere il responsabile degli errori che si commettono.

Non leggono, ancora ce perdi tempo?

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #189 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 12:35:48 »
Non leggono, ancora ce perdi tempo?

"Io il mio lavoro l'ho fatto, poi sul campo non ci vado io. Se ci andassi io otterremo altri risultati. Per essere protagonista devi avere carattere."
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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #190 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 13:19:34 »
Lui non sbaglia. E’ vero, lo riconosciamo tutti.

De Vrjii non l’avrebbe fatto giocare, ma altri hanno deciso al posto suo, visto che non si occupa mai della sfera tecnica.

Ora la palla passa ai doveri. Non ha importanza come lo spettacolo è stato allestito - il suo è stato fatto -, quindi se la ballerina di fila te pare cionca , se il battutista non fa ridere nessuno o se l'orchestra fa stecche a profusione.
La parola passa ai doveri e il dovere si chiama CL, come ci ricorda l'ineffabile Robylele.

Sipario.
 
cè da riconoscergli una certa capacità nel fare la giravolta, ma è anche comprensibile.
quando da 13 anni sei fuori dalla CL, in modo inesorabile anno dopo anno, cè poco da spiegare.
O scarichi la colpa su altri, o dovresti ammettere che non sei capace.
Ma tale ultima ipotesi è in contrasto con il personaggio Lotito.

daje claudio, solide realtà.

darienzo

Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #191 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 14:07:41 »
Come promesso, il testo completo


Presidente Lotito, quanto pensa di essere cambiato rispetto a 15 anni fa? «L’esperienza fa assumere comportamenti diversi, c’è anche una ragione. Quando sono entrato c’era un sistema con reali criticità. Nel mio primo intervento in Lega c’erano 42 presidenti, era l’epoca in cui aveva mollato Galliani. Presi parola e rimasero un po’ sconvolti, dissi che il problema non era chi facesse il presidente, ma che producessimo complessivamente 1 miliardo e 300 milioni di debiti. Proposi una ricetta: salary cap e defiscalizzazione. In più, per aumentare i ricavi, stadi polifunzionali e un gioco a vantaggio della Lega. Ex post, a 15 anni di distanza, i problemi sono rimasti gli stessi. Io li ho applicati e il salary cap mi ha consentito di risanare la Lazio, tecnicamente fallita. Questa si è rivelata una visione giusta per il sistema, perché il calcio al di là del risultato sportivo, che è la cosa più importante, ha due elementi fondamentali: prima di tutto si tratta di società di capitali e devono essere gestite seguendo il codice civile; e poi, sono il proprietario, ma coltivo sentimenti e passioni, coltivo il patrimonio che è di migliaia di tifosi della Lazio. Ho l’obbligo di preservarlo o tramandarlo. Il calcio deve diventare un punto di riferimento. Prima il motto era “vincere a ogni costo”, non è in linea con i nostri principi. Ricordo quando Klose a Napoli disse all’arbitro di aver toccato la palla con la mano e fece annullare un gol. Non so quanti lo avrebbero fatto. La nostra è una scala di valori, al tempo delle Olimpiadi si sospendevano le guerre». 
 
L’appunto più grosso che le viene mosso, dal punto di vista dei risultati sportivi e non della gestione, è il mancato salto di qualità. E’ ottenibile con i suoi parametri?
«Io penso sia ottenibile. Dimenticate che la Lazio dopo la Juve è quella che ha vinto più di tutti. Il calcio è fatto di scudetti e di trofei. La Fiorentina non ha vinto niente e il Napoli ha vinto meno di me. Noi abbiamo un patrimonio sportivo importantissimo, nell’under 15 abbiamo 7 giocatori convocati nella nazionale di categoria. Forse la politica messa in atto da noi è giusta, quella legata alla logica dell’agricoltore. Uno semina, annaffia e poi raccoglie. Ci vuole tempo, noi non usiamo fertilizzanti o scorciatoie. Noi vogliamo vincere per merito, lo sport è basato sul merito, sullo spirito di gruppo, sull’umiltà, sulla determinazione. Sono i valori fondanti della società civile. La Lazio in tanti contesti viene additata come una società modello, perché rappresenta questo tipo di impostazione».

Perché questo inizio di campionato che sembrava della consacrazione è partito sotto tono?
«Un presidente come me cosa può fare oltre a promuovere determinate iniziative? Quelle di creare un ambiente che dovrebbe rendere orgogliosi e attaccati alla maglia? Ho fatto una serie di lavori di ristrutturazione nel centro di Formello, è diventato tra i migliori in Italia e tra i primi in Europa. Cosa devo fare più che promuovere investimenti economici e rinunciare a offerte importanti, alle quali nessuno nel mondo avrebbe detto no? Se ho ricevuto offerte da 120 milioni? Ci sono testimoni oculari che non appartengono più alla Serie A che lo possono confermare. Questo è l’elemento fattuale e materiale, poi c’è un elemento psicologico del dna. Serve sana cattiveria agonistica, mantenendo umiltà. Uno deve essere cosciente delle proprie qualità. Alla squadra manca il carattere del presidente. Ogni volta che intervengo, punto su questo. Sulla base di ciò il presidente non può mettersi tutti i giorni a sferzare, cerco di dare l’esempio. C’è gente che rinuncia a comprare un paio di scarpe ai figli pur di seguire le partite della Lazio, l’ho visto io. Certi atteggiamenti non sono rispettosi nei confronti di gente che si sacrifica. Poi le partite si vincono o si perdono, ma sono convinto che la squadra deve dare di più, perché ha le potenzialità per farlo. Se uno riceve, deve anche dare. Un dare di testa, di convincimento. Devi entrare in campo con la testa oltre che con i muscoli. Alleniamo la mente oltre al fisico».

Lei ha dato una Ferrari a Inzaghi?
«Come se chiedesse all’oste se è buono il vino. Penso che la Lazio possa competere alla pari con tutti. Il fatto stesso che abbia vinto la Supercoppa contro la Juve che aveva vinto tutto, contro l’Inter del Triplete. Se questa squadra avesse quel carattere della Lazio che batté l’Inter, vedrebbe tutti dall’alto in basso. Si vince così. Competitività in campionato? Peruzzi, che oggi ha un ruolo importante, vinse 9 partite di seguito, contro squadre importantissime. Oggi dovete fare anche un ragionamento, se è vero che gli investimenti contano, la Lazio fattura 130 milioni, la Juve 480. La Lazio possiede un patrimonio immobiliare di 200 milioni che non so quante società abbiano, ce l’ha la Juve con lo stadio, ma senza non lo so. Poi 600 milioni di patrimonio giocatori e potenzialità di un certo tipo. Il mio lavoro l’ho fatto, sul campo non ci vado. Se ci andassi produrrei altri risultati, è un problema di dna e carattere. La vita è un set di un film, i protagonisti sono pochi. I caratteri vanno forgiati e se tu non li abitui, è normale che perdano motivazioni. Perché alcune città hanno capacità creative e fantasia? La storia le ha costretti, l’ambiente obbliga a trovare soluzioni».
 
Avendo diagnosticato mancanza di cattiveria, vi siete chiesti se fosse il caso di cambiare qualcosa?
«Io ho cambiato gli undici titolari, ma l’impiego non spetta a me. C’è qualche mio collega che fa la formazione, io non l’ho mai fatta. Le persone devono avere le possibilità di sviluppare le loro potenzialità, magari necessitano di un tempo di maturazione più lungo. Ecco perché ancora oggi ho accettato un’impostazione di un certo tipo, anche se ho fatto delle correzioni su segnalazione del Diesse, ho preso altri giocatori e sono convinto possano fare bene. Quando è arrivato Correa io lo credevo un grande giocatore, per alcuni invece no. Poi alla lunga è stato messo nelle condizioni di esprimersi. Se ognuno di noi avesse un po’ di umiltà, probabilmente arriverebbero risultati diversi. Sono abituato a lavorare in equipe, decido solo io perché è giusto così, ma ascolto tutti. E se dicono cose giuste le faccio mie. L’interesse supremo è quello della società, di raggiungere il risultato. Quando c’è individualismo i risultati non si ottengono. Tutti devono lavorare nell’interesse del gruppo, se uno fa un errore si riverbera su tutti. Discorso che vale anche per i tifosi, se ti sostengono 365 giorni all’anno diventa uno sprone. Il problema è quando uno pensa di essere diventato un fenomeno e rischia di commettere degli errori». 

Si riferisce a una persona in particolare o siamo maliziosi?
«Non siete maliziosi, ma individualisti. Il problema vero qual è? Se è un gioco di squadra, tutti devono agire nella logica del bene comune. Nella struttura devono esserci gerarchie e vanno rispettate. Dove c’è disordine vige la povertà. Quando qualcuno consente che ciò non accada, questo crea destabilizzazione. Qual era il problema? Sulla base di questa cosa dobbiamo creare le condizioni affinché ognuno sia cosciente dei propri mezzi, ma abbia l’umiltà di capire che non è indispensabile. Tutti utili, nessuno indispensabile. La squadra con Peruzzi portiere che vinse 9 partite di seguito, andò in Champions, vinse una Coppa Italia. In quel caso la determinazione ha fatto la differenza, lo spirito di gruppo, l’umiltà e vivevano in condizioni disagiate. Quando sono entrato non c’era neanche il ristorante».
 
La Lazio non cresce in campionato perché non tutti lavorano come collettivo? «Allora, vi chiedo: noi abbiamo perso una Champions all’ultima giornata con l’Inter con 2 risultati utili su 3, giusto? Voi De Vrij lo avreste fatto giocare?». No. «Appunto… Uno, nella vita, deve prendere dei rischi se riguardano solo la sua persona. All’epoca mi sentii dire: “De Vrij è un grande professionista”. Ricordo quella partita, nel primo tempo eravamo stati fortunati rischiando di prendere gol, ricordo un tiro sopra la traversa... Quello era stato un campanello d’allarme. Il buon senso passa attraverso l’umiltà e l’interesse collettivo. Se io prendo l’ultimo scemo, lo metto a fare un lavoro delicatissimo e poi sbaglia, il danno chi lo paga? Io in prima persona. Poi mi chiedete perché la Lazio non abbia raggiunto certi risultati e vengo definito anche “Lotito”, nonostante io spenda parecchio. I meriti sono di tutti, soprattutto di chi recepisce le intuizioni. A volte si possono prendere dei nomi sconosciuti, purtroppo gli allenatori di solito fanno giocare sempre i grandi nomi. Gli attributi si vedono quando non mette in campo il grande nome, perché magari in quel contesto lo sconosciuto può produrre di più. Le responsabilità sono di tutti, mi assumo le responsabilità di quel caso perché ho consentito di commettere un errore. Ho avallato la decisione, non sono intervenuto. Ora comincio ad avere maggiore saggezza ed esperienza».

Critica Inzaghi per la scelta di De Vrij?
«Uno dei motivi è stato De Vrij, abbiamo perso quella partita per lui. Parlo di fatti. Se l’allenatore l’ha fatto giocare, forse è perché qualcuno gliel’ha consentito. Quando ho posto il problema, alla risposta ricevuta da più persone (anche dal Diesse Tare, ndr) commentai che non ero convinto e che non l’avrei fatto giocare. E’ la verità. L’esperienza, la necessità e la determinazione fanno la differenza. Io ho acquisito la mentalità della strada, che è meglio di quella del salotto. Per strada ti devi difendere, sei in grado di capire i rischi. La mia squadra non ha questa impostazione, vive bene, molto bene. La responsabilità in alcuni casi è stata mia perché ho avallato le richieste fatte. Ho seguito ciò che mi è stato detto, però sono un perfezionista, quindi ora voglio i risultati. Gli stipendi son passati da un importo a un altro maggiore, abbiamo valorizzato i calciatori dal punto di vista del mercato, quindi ora devono dare il 300% in campo».

Adesso vuole stringere e ottenere risultati?
«Nella vita ci sono dei diritti e dei doveri. Questa è la stagione dei doveri, i diritti sono finiti. Ce li ho io, agli altri spettano i doveri. E i doveri si esauriscono coi risultati, io ora voglio quelli. Chiaramente in funzione di quello che si ha. Non chiedo il triplo salto mortale, io dico “ti ho dato una Ferrari e ora voglio i risultati”. Non mi riferisco all’allenatore, ma anche ai calciatori, devi valere lo stipendio che prendi. Un giocatore mi disse “presidente lei ci paga per giocare” Io dico: “No, io ti pago per vincere, sennò metto la Primavera che mi costa un miliardesimo di meno”».

Non le basta quanto ottenuto finora?
«Certo che no, quello che ho fatto io non l’ha mai fatto nessuno. Mi trovi una società che abbia fatto ciò che ho fatto io. Quindi voglio ottenere quello che ho fatto. Io opero da presidente, loro da calciatori. Poi le partite si vincono e si perdono». 

La Lazio ha un po’ la panchina corta?
«A destra abbiamo Marusic e Lazzari, ok? A sinistra, invece, che dite? Lulic tutta la vita? Per quel ruolo è stato comprato Jony. Poi le persone devono essere messe nelle condizioni di potersi esprimere al meglio. Se arriva da un altro Paese, gli devi dare tempo per assimilare la cultura e il nuovo calcio. Quando hai l’alternativa e non la usi mai, può capitare che ci sia un processo di appiattimento. Qualcuno può pensare di essere indispensabile. Indispensabili sono solo i presidenti, quelli non ci sono più. Trovatemeli».

I tempi di attesa contemplano rischi. Vedi Jony a San Siro.
«Dei rischi e dei tempi. Ma voi fate ragionamenti teorici e parlate di singole partite. Bisogna modellare la squadra rispetto all’avversario che si affronta. Ci sono partite in cui si potranno utilizzare delle caratteristiche, altre partite invece in cui ci si dovrà affidare ad altri giocatori. Se c’è appiattimento, uno smette di dare il massimo, questo anche nella logica della panchina. Io non mi sono mai messo di mezzo nelle scelte dell’allenatore. Questo però è un gioco di squadra, ci sono 25 giocatori, tutti sono stati presi pensando fossero utili. Allora o il Diesse ha comprato dei giocatori sbagliati, e non penso perché li ha presi di concerto con l’allenatore, oppure chi è stato preso non è idoneo. Parliamo di un gioco di squadra. Il presidente, essendo esterno e non venendo contaminato dal quotidiano, vede cose con obiettività. Qui non ci sono i guru del calcio, ma ho dimostrato in alcuni contesti di aver fatto scelte vincenti. Il problema è quando uno vive in solitudine e si assume paternità e responsabilità. Sempre meglio quattro cervelli che uno. Poi serve però uno che faccia la sintesi. Io ascolto, dopo dentro di me rifletto e decido. Lo stesso devono fare gli altri. Si vince tutti insieme, significa che tutti fanno parte del progetto. Se ti consideri fuori dal progetto, è chiaro che poi non darai il 100%. Lo sa chiunque abbia fatto un po’ di psicologia».

Cosa le ha detto lo psicologo sulla reazione di Immobile? Andava perdonato o doveva stare fuori per non dare un segnale sbagliato?
«Io lo psicologo l’ho messo nel settore giovanile. Nella prima squadra sono io lo psicologo (ride, ndr). La storia è questa: nell’intervallo Immobile aveva accusato un malessere, così mi è stato riferito, per cui Inzaghi ha ritenuto di doverlo sostituire. La reazione di Immobile non era funzionale e consona all’evento e alla statura del giocatore, perché come dicevamo prima bisogna dare l’esempio».
 
Casi Icardi e Kean. Il calcio italiano lavora poco sulla formazione e quando accade il fatto adotta logiche vecchie?
«Avete ragione, ma noi lavoriamo molto sul preventivo e allora dobbiamo riaffermarlo nella sintesi. Altrimenti il preventivo non serve a niente. Quello che conta non sono solo i principi che cerchi di inculcare alla persona, al figlio o al giocatore. È l’esempio che tu dai. Un conto è dire “non devi fare quello” e poi tu genitore sei il primo che lo fa. Porto l’esempio di mio padre. Quando sbagliavo mi diceva: “Che ne diresti se facessi questo?”. Io rimanevo disarmato, aveva ragione. Ecco perché è importante l’esempio. A volte bisogna soppesare l’esperienza. Meglio privarsi di una risorsa in una gara importante o dare l’esempio? Io non sono mai entrato in una sfera tecnica. Se lo rimpiango? I fatti mi inducono a seguire la situazione più da vicino, posso essere l’altro occhio utile».

L’Atalanta è arrivata davanti alla Lazio negli ultimi due campionati su tre. Ha più fame?
«L’Atalanta ha un’ottima organizzazione, ho grande stima di Percassi, c’è rapporto e identità di vedute. Una persona che sa fare calcio, sicuramente ha anche un vantaggio, che lo fa in una città meno oppressiva rispetto a Roma. La piazza più difficile in assoluto dove fare calcio è Roma. Ma i loro meriti sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare. Hanno più fame? Sicuramente sul campo si vede. E gli stipendi, lo dite anche voi, sono inferiori a quelli della Lazio». 

Questione stadio. Ha parlato con la Raggi?
«Mi sono dedicato a migliorare e abbellire la casa della Lazio, in questo caso il centro sportivo. Chiaro che ci sia necessità dello stadio. L’ho detto 15 anni fa quando nessuno parlava di stadio. Purtroppo a Roma non è facile realizzarlo, perché contrariamente a quanto accade nelle altre città, anziché incentivare, qui a Roma si tenta a scongiurarlo, si vede solo sotto l’aspetto negativo. Io fui accusato di speculazione, che poi non ho capito quale fosse la speculazione visto che era intestato alla Lazio. E nonostante ci sia una norma che prevede il bene possa non essere intestato alla società, ma con contratto di affitto. Mi adopererò per fare in modo che ciò accada. Condizioni politiche? Appena sentono il nome mio c’è il tiro a segno come nelle giostre. Bisogna far capire alla gente l’importanza di creare una struttura di questo genere, un bene sociale al di là del valore sportivo. Immaginate una casa aperta h24 come l’ho concepita io, dove le persone vivono, ma lo vedono e la rispettano come la propria casa. Nessuno a casa propria sradica i lavandini. Sarebbe utile per la legalità e il rispetto delle regole. Se questa cittadella vive h24 non è solo biglietteria, se prendo delle royalty sulla base della vita che conduce il singolo cittadino e lei ha 20-30mila persone che pagano». 

Ci sono le condizioni politiche oggi?
«Io non le ho esplorate, quindi allo stato attuale non posso esprimere giudizi, anche perché stavolta non ho voluto fare l’apripista. Vediamo cosa succede con la Roma. A me piacerebbe fare uno stadio a Roma, la Lazio è la prima squadra della Capitale, la squadra che ha portato il primo pallone di calcio e farlo a Roma Nord avrebbe un significato. Il problema è che le persone si lasciano guidare sull’interesse collettivo. Il bene rimane di proprietà della Lazio, una società quotata, un azionariato flottante e parcellizzato che è interesse della collettività. Un bene che fa parte della città di Roma per come l’avevo concepito io. Uno che parte da Castel Sant’Angelo in battello, con lo svincolo autostradale dentro Roma, vicino alla stazione. Penso che ne avrebbe parlato tutto il mondo di uno stadio fatto in una certa maniera. Non si è realizzato per la miopia della politica che ha impedito ciò accadesse, ammantando un problema del vincolo di esondazione. Lo stesso problema che c’è dall’altra parte, allora come è questa storia? Il vincolo è facilmente superabile. Basti vedere Monterotondo, dove non c’erano neanche le casse di espansione, perché secondo la regola, laddove dovesse esserci una volta ogni 200 anni un’esondazione, devi avere la possibilità di far defluire. Fino ad ora nei terreni indicati da me non c’è mai stata un’esondazione. Spero si ravvedano e capiscano l’importanza del progetto della Lazio. La Lazio al contrario di altre società è anche ente morale e non penso che tanti possano vantare questa cosa».

Con la Salernitana in Serie A cosa farebbe Lotito?
 «Io quest’anno, un po’ come le colonne d’Ercole, ho voluto superare me stesso. Voglio provare a vincere il campionato, ho allestito una squadra competitiva e preso un allenatore che ha consentito a tante squadre di vincere la Serie B. Chiaramente se vado in Serie A, con le norme miopi, dovrei lasciare la società. Oggi la limitazione arriva sino al quarto grado, una cosa ridicola. Sono stato il primo ad avere la doppia squadra, in modo trasparente. L’ho presa in eccellenza, ripescata in Serie D e in quattro anni portata in Serie B, vincendo Supercoppa di lega di Serie C2, mai vinta prima dal club, e la Coppa Italia Serie C, idem. E poi l’ho portata in Serie B. Qualcosa ho imparato nel mondo del calcio. Adesso spingo sull’acceleratore. Ci andrà in Serie A? Non lo so, la squadra è fatta per provarci. Nel caso troveremo qualcuno che la compri e le mie qualità potrebbero portare a trovare altre soluzioni».
 
Il bilancio in rosso a giugno perché l’Uefa vi ha imposto di non calcolare i ricavi dell’Europa League?
«Indubbiamente noi abbiamo aumentato le spese, il monte stipendi è salito molto. Altrettanto vero che ho dovuto fare delle scelte. Non c’è stato un dispetto, ma una presa di posizione della Uefa che ha fatto una scelta. I ricavi valgono tutti come partecipazione nella stagione successiva. Per cui la Lazio si è trovata con un quota importante fuori. Significa che al 30 giugno chiudi in perdita e il 1 luglio in stra-guadagno, stra-utile. Abbiamo sicuramente delle componenti tecniche che hanno concorso alla perdita. L’Uefa, il fondo rischi, svalutazione crediti che hanno inciso nel risultato negativo, altrimenti sarebbe stato diverso».

Champions fondamentale per la crescita economica e sportiva?
«La Champions ti aiuta. Come si dice, i soldi non fanno la felicità, ma aiutano».



 

 
 
 
   
 




Offline SAV

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #192 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 14:30:13 »
11 punti e abbiamo incontrato 3 delle attuali ultime 4  in classifica..... almeno l'anno scorso avevamo perso le prime due con Napoli e Juventus.....

C'è da dire che l'anno scorso 6 dei 12 punti li abbiamo fatti con partite scialbe contro Frosinone ed Empoli e, tra le tre sconfitte incassate, due sono state più che meritate (Juve e derby).
Quest'anno invece la Lazio ha giocato bene e ha portato a casa molto meno di quanto meritasse.
Insomma, per come sono stati guadagnati, questi 11 punti mi danno maggiori speranze dei 12 punti dell'anno scorso...

darienzo

Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #193 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 15:23:25 »
Molto pregnante la metafora dell'agricoltore


Forse la politica messa in atto da noi è giusta, quella legata alla logica dell’agricoltore. Uno semina, annaffia e poi raccoglie. Ci vuole tempo, noi non usiamo fertilizzanti o scorciatoie. Noi vogliamo vincere per merito, lo sport è basato sul merito, sullo spirito di gruppo, sull’umiltà, sulla determinazione. Sono i valori fondanti della società civile. La Lazio in tanti contesti viene additata come una società modello, perché rappresenta questo tipo di impostazione

darienzo

Re:Intervista a Lotito
« Risposta #194 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 15:33:34 »
La prima dell'edizione romana del Corpsort di oggi. Abbiamo pubblicato il testo completo dell'intervista poco sopra, ma nel caso passare in edicola

 


borgorosso

Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #195 : Mercoledì 16 Ottobre 2019, 17:40:10 »
riapriamo il sipario.

Combattenti di difesa, centrocampo, attacco.
Maglie biancocelesti della rivoluzione e delle legioni.
Uomini e donne della Lazio, dell'impero biancoceleste.
Ascoltate!
Un'ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra Lazio.
L'ora delle decisioni irrevocabili.
La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Atalanta e Napoli, Torino e Fiorentina, roma e qualcun altro.
Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie del Nord (della classifica), che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo laziale.

Offline Dissent

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #196 : Giovedì 17 Ottobre 2019, 05:58:24 »
Il presidente è sempre una garanzia.
L anno scorso era la Ferrari a essere ingolfata.
Quest anno passiamo dai motori all agricoltura 
Dunque dopo 13 anni che innaffia la pianta della CL non nasce mai.
 
Sara colpa del terreno  o dell acqua o dell innaffiatoio o del guidatore che fa ingolfare la ferrari.

Che spasso.
Quando l amor proprio e il buon senso non conoscono limiti....

Offline robylele

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #197 : Giovedì 17 Ottobre 2019, 13:00:27 »
Ammiro il tuo proverbiale e granitico ottimismo, che vorrei fare un po' mio.
Nel frattempo qualche dato a sostegno dell'ottimismo della volontà.

Stagione in corso.....

Se tutto va bene, siamo stabili. Daje!!!

dove sarei stato ottimista?
Copia e incolla, dai. Attendo con fiducia.

Per il resto neanche perdo tempo a rispondere a uno che fa il bilancio della ''crescita costante'' dopo 7 giornate.
Uno che fa così appare [sei invitato a non esprimere giudizi su altri utenti] , ma potrei sbagliare.

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

borgorosso

Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #198 : Giovedì 17 Ottobre 2019, 15:32:35 »
Per il resto neanche perdo tempo a rispondere a uno che fa il bilancio della ''crescita costante'' dopo 7 giornate.

tralasciamo l'anno in corso.
'sta storiella me pare quella dei microcarichi nel body building (in 4-5 anni alzi un palazzo...)
raccontaci la crescita costante da Lazio - Sampdoria del 13 maggio 2009.

Offline fish_mark

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Re:Il Patron- la voce dell'innocenza
« Risposta #199 : Giovedì 17 Ottobre 2019, 15:42:51 »
tralasciamo l'anno in corso.
'sta storiella me pare quella dei microcarichi nel body building (in 4-5 anni alzi un palazzo...)
raccontaci la crescita costante da Lazio - Sampdoria del 13 maggio 2009.

No, no. Partiamo da Milan Lazio fianle di supercoppa del 2004.
Perché la crescita costante parte da lì. Inesorabilmente.
Quando fa comodo.
Quando non fa comodo, allora parte dal 27 maggio 2013.
Dipende da dove la prendi.

dove sarei stato ottimista?
Copia e incolla, dai. Attendo con fiducia.

Per il resto neanche perdo tempo a rispondere a uno che fa il bilancio della ''crescita costante'' dopo 7 giornate.
Uno che fa così appare [sei invitato a non esprimere giudizi su altri utenti] , ma potrei sbagliare.



Ora non sei più ottimista, ma resti con i piedi per terra? Bene, condivido un po' di sano realismo, ma sbaglio o già qualche post prima parlavi di squadra competitiva? Insomma, siamo competitivi o no? E se si, per cosa in particolare?

E poi noto che leggi a saltello visto che io del bilancio a crescita costante dopo 7 giornate non ne ho minimamente né parlato né pensato. Non parlo, non scrivo e non penso così, specie dopo 7 giornate.
Se rileggi attentamente il post capirai la natura dell'intervento.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia