Autore Topic: (Compagnia di) Giro...  (Letto 8183 volte)

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Offline AlenBoksic

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #40 : Giovedì 27 Maggio 2010, 08:57:23 »
Inutile dire che tenevo Perico  :(
Bernard mi pare lo fecero fuori il giorno successivo che rimase attardato, pò s?
Cmq c'eran fior di corridori in quel Tour. Oltre ai menzionati Kelly, Fignon, Herrera, Parra, Breukink, Alcala, Da Silva, Mottet, Chozas & c.
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Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #41 : Giovedì 27 Maggio 2010, 11:09:34 »
Alen tenevi per Perico? :) allora ti ricorderai che capolavoro ha combinato alla partenza della cronosquadre del Tour 89? :D
Divaghiamo fino alle pendici del Mortirolo di domani...Si J. Bernard era uno spruzzo di classe sopraffina in n cervello piu' off che on...Non sapeva gestirsi. lofecero fuori uno o due giorni dopo con un trappolone degno dei cortigiani del Re Sole...ma lui era proprio alla frutta dopo la sparata del Ventoux...Il fatto e' che la volpe irlandese Roche sapeva tessere le trame e le alleanze un po' come oggi fa Armostrong, oltre che mulinare rapportoni sul piano e tenere discretamente in salita. Perico forse non aveva la costanza di rendimento e di concentrazione che distinguono un buonissimo corridore da un campione (senno' ad esempio che cosa sarebbe  stato GB Baronchelli?). In quel Tour c'erano bei corridori pero' quasi tutti erano in momenti di flessione di forma o di crisi psicofisica (citofonare Fignon). In piu' il tracciato era a ghigliottina perche' quando sembrava dare respiro c'era sempre qualche possibile tranello in vista. Roche come Mourinho fece il fantastico triplete quell'anno, forse al di sopra dei meriti e delle possibilita'.

Offline AlenBoksic

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #42 : Giovedì 27 Maggio 2010, 11:42:26 »
Alen tenevi per Perico? :) allora ti ricorderai che capolavoro ha combinato alla partenza della cronosquadre del Tour 89? :D

Alla partenza del prologo fece il capolavoro, presentandosi con 2' (mi pare) di ritardo
Il giorno dopo alla cronosquadre si staccò (!)  dal treno Reynolds col risultato che, dopo 80km scarsi di Tour, era ultimissimo a oltre 7'.
Poi incendiò la corsa sui Pirenei ma non riuscì a colmare lo svantaggio.
C'è chi dice che il grande ritardo accumulato fosse frutto di un "patteggiamento" col caso probenecid dell'anno prima, un farmaco che aveva assunto è che era proibito nella lista del CIO ma non in quella dell'UCI (o viceversa).

I tracciati adatti ai colpi di mano, quasi sempre, fanno più sconquassi delle alte vette.
Roche quell'anno penso fosse "pieno": riemerse dopo un quinquennio alla Carrera nel 1992
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Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #43 : Giovedì 27 Maggio 2010, 14:52:11 »
Alla partenza del prologo fece il capolavoro, presentandosi con 2' (mi pare) di ritardo
Il giorno dopo alla cronosquadre si staccò (!)  dal treno Reynolds col risultato che, dopo 80km scarsi di Tour, era ultimissimo a oltre 7'.

Roche quell'anno penso fosse "pieno": riemerse dopo un quinquennio alla Carrera nel 1992
[/quote]

E' vero!, lo avevo dimenticato...doppio capolavoro!...non sapevo dell'illazione sullo scambio etico con l'organizzazione ...comunque erano i tempi in cui il doping stava per strutturarsi definitivamente e certo lo stano caso di S. Roche suona problematico.
Pero' se ricordi quei tracciati e vedi come li ha fatti, che so, B. Rijs nel 1996 vedi che se anche c'era doping in quegli anni '80 era qualcosa di molto diverso e meno influente sugl esiti finali.
Siamo ancora nella logica degli stimolanti anche se si sera cominciato a lavorare sul "sangue" e qui mi taccio...
La cosa divertente era vedere i rapportoni che usavano i corridori a quei tempi tanto che anche nel ciclismo amatoriale si travasava questo uso criminale delle moltipliche. Io comprai a rate nel 1988 una Bottecchia e, del tutto ignaro, avevo davanti la moltiplica piccola che aveva ben 42 denti...Quando feci il Terminillo -prima salita difficile - mi feci le gambe di marmo con tanto di crampi e acido lattico a scrosci...Quando alcuni anni dopo mi convinsero a passare al 39 mi sembrò di rinascere...

Offline AlenBoksic

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #44 : Venerdì 28 Maggio 2010, 08:47:17 »
 :D
C credo!
C'era Claveyrolat che usava dei rapporti incredibili.
Rijs gli vedi fare un numero con un mio amico all'Amstel del 1996 che poi si spense la tv e s'andò fuori: erano in testa in 7/8, forò, davanti giravano regolare, li riprese e li lasciò da solo in pianura...roba da Totò al Giro d'Italia.
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Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #45 : Venerdì 28 Maggio 2010, 20:09:57 »
Poiché Alen stara' ancora guardando i replay della discesa dal Mortirolo e scrutando le proiezioni meteo per il Gavia di domani (guardatela: passeranno fra due muri di neve alti circa quattro metri )...inizio io ...Esisteva il treno di Cipollini, poi quello di Petacchi, quindi quello di Cavendish. Il treno e' la tecnica attraverso la quale le squadre dei velocisti portano i propri sprinter capitani a giocarsi la volata negli ultimi due-trecento metri. Al posto dei vagoni ci sono i singoli gregari che lavorano un po' a testa con compiti precisi negli ultimi chilometri. Ora, esiste anche il treno Basso ma non e' un treno da velocisti, e' un treno da passisti scalatori che divora pianure e falsopiani, succhiando agli avversari emoglobina con una tattica vampiresca, dolce. L' andatura di questo treno e' inerziale e poi  fluente, sempre piu' progressiva, sicche' quando inizia il clou della salita Basso esce allo scoperto come un piroscafo: sembra non acceleri ma inevitabilmente la sua scia e' insostenibile per chi sta dietro.  Oggi Garzelli ha provato a fuggir via lontano dal treno sperando che qualche vagone, disturbato magari dal cambio di ritmo, deragliasse o, che so, bruciasse ...ma niente appena preso il Mortirolo ha sentito il vento che annunciva, in maledetto orario, l'arrivo del treno...Arroyo,invece, rotto alle cose della vita con consumata umilta', ha pensato bene di provare a lasciarlo sfilare, il treno, nella sua tracotanza, per vedere se da free rider poteva saltare sull'ultimo vagone, aiutato magari da qualche altro viandante. Cosi' ha ruminato il suo rosario di sofferenza sul Mortirolo ed appena imboccata la discesa si e' precipitato giu' con ardimento sino ad intuire,  fra gli alberi, l'odore del vapore in testa. Ma con cio' facendo ha smarrito il metronomo e quando le rotaie hanno ripreso a salire verso Aprica, si e' scoperto, lui come gli altri passeggeri defenestrati, completamente vuoto di senso e d'energia...Da lontano fischiava la motrice diesel di Basso e il cavallino Nibali nitriva, insofferente al morso, mentre l'operoso Scarponi (cervello fino) mieteva il campo pronto per la falce...

Offline carpelo

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #46 : Venerdì 28 Maggio 2010, 20:22:36 »
mi inchino.























Ma com'è finita?  ;D

Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #47 : Venerdì 28 Maggio 2010, 20:54:14 »
Primo Scarponi, secondo Basso, terzo Nibali. Poi a tre minuti Evans, Vinokourov, Sastre e lo stoico Arroyo...Maglia rosa a Basso con 51" su Arroyo...Mi perdoni, Carpelo, il divagare. Aspettavo Alen per il commento tecnico...ma sta studiando il profilo di domani...:-)

bak

Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #48 : Venerdì 28 Maggio 2010, 21:23:44 »
Tappa bellissima, bravo a tenere botta Basso che aveva visto scendere a 35" il vantaggio dopo la discesa.
Domani il gavia, domenica c'è la cronometro ? E in quel caso quante possibilità ha Basso di vincere il Giro ?

Offline DinoRaggio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #49 : Venerdì 28 Maggio 2010, 22:19:54 »
E' veramente un piacere leggere i vostri resoconti sull,e tappe del Giro, per me che non posso vederle in diretta (eccetto nelle fine settimana, che bella tappa domenica sullo Zoncolan).

Grandiiiiiiiii (cit.)
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #50 : Venerdì 28 Maggio 2010, 23:51:31 »
Tappa bellissima, bravo a tenere botta Basso che aveva visto scendere a 35" il vantaggio dopo la discesa.
Domani il gavia, domenica c'è la cronometro ? E in quel caso quante possibilità ha Basso di vincere il Giro ?

Aspetto sempre Alen per il commento tecnico ma penso che Basso ora il Giro può soltanto perderlo lui....certo ci potrebbe essere una "grande coalizione" fra tutti gli staccati di oggi ma il treno della sua squadra sicuramente viaggerà abbastanza in orario anche domani...oppure che so potrebbe esserci la tormenta sul Gavia e Basso (potrebbe) fare la fine di Vandevede nel 1988 come raccontato da Alen più sopra...:)....In ogni caso nulla sta scritto diceva quello...

Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #51 : Domenica 30 Maggio 2010, 11:49:10 »
Ultimi spicciololi di carriera esibiti al cospetto del gigante, Simoni tenta di passare primo al sole del Gavia nel ricordo del Campionissimo Coppi ma l'elvetico Tschopp (chissà come lo avrebbe pronunciato Mazzone...) lo brucia allo sprint del Gran Premio della Montagna e poi lo semina in folle discesa verso la vittoria di tappa che infatti non gli sfugge, nonostante i ripetuti scatti di rincorsa del kazako Vinokourov uomo tosto dalle strategie carenti e nonostante gli sconfitti del Giro accendano gli ultimi chilometri con i loro scatti alla ricerca del podio.
In termini ordinali, come ordine d'arrivo, la spunta la tempra selvaggia di Cadel Evans che sale verso il Tonale tirando il 53x16, rapporto da pianura, e scava quel breve vuoto che gli consente di immaginare una crono impossibile domani a Verona per arrivare terzo nella classifica generale. Michele Scarponi, con contadina scaltrezza, piazza lo spunto ai meno tre per succhiare a Nibali, sfiancato dal  duro lavoro di luogotenente, quei secondi necessari a buttarlo giù dal terzo posto e quindi dal podio. Ed in effetti Nibali per la prima volta sembra consegnare le armi e lancia uno sguardo supplice a Basso, il monarca, che subito rimette in riga Scarponi cercando di dissuaderlo. E quando questi insiste, avendo visto Nibali in crisi, allora Basso si volta come a dire a Nibali "va be ci penso io". Ci pensa infatti lui a sottrarre a Scarponi gli otto secondi di abbuono che lo avrebbero sistemato sul podio. Domani Nibali e Scarponi se le daranno a cronometro, divisi da un solo secondo in partenza. Arroyo sprinta sin sul traguardo non per vincere, non per prendere abbuoni, ma per recitare il suo ruolo fino in fondo. Perde ancora secondi da Basso ma forse domani nella cronometro avrà finalmente tempo (il tempo) di gustarsi il secondo posto, francamente impronosticabile. Lui unico superstite della fuga de L'Aquila, la fuga dei 56, la fuga bidone (di cherosene) che ha incendiato il Giro costringendo la squadra di Basso e Nibali a giocare d'attacco  ed a rendere questo Giro bello ed avvincente.
Ed il Gavia? Il Gavia è sembrato troppo bello per essere attaccato. Immacolato di neve, appena sfiorato dal sole e dalla pioggia e governato dalle basse nubi, come un Nume del Giro ha dissuaso le ultime forze dei corridori dall'esser spese lì al suo cospetto o lungo la sua funambolica discesa.
I corridori sono sfilati via in religiosa impotenza, affranti dalle tante battaglie, galvanizzati dalla condivisione della fatica.
Se l'antidoping non darà squilli di tromba, forse avremo assistito alla rinascita di un mito popolare e oggi a Verona il reprobo ed antipatico Basso diventerà il sintomatico testimone di una commedia nuova ed antica. Adulterata dagli afrodisiaci anni '90 e poi purgata dal "mal francese" dei primi dieci del duemila, la recita torna forse a farsi proponibile ed attendibile ? Al Tour l'ardua sentenza?...

Offline DinoRaggio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #52 : Domenica 30 Maggio 2010, 14:22:15 »
Prendo spunto dlle righr finale di benvolio per domandare a lui ed Alen una loro opinione sul Marco Pantani ciclista. Gli anni '90 e questi primi anni del nuovo millennio hanno scaricato una bufera sul mondo del ciclismo, ed i personaggi di spicco come Il Pirata e Armstrong hanno più volte dovuto difendersi da attacchi mediatici su un loro presunto doping. A Madonna di Campiglio ci fu un agguato? O Pantani era veramente il più forte in salita, di una forza che impressionava anche a vederlo sul piccolo schermo togliersi il berrettino e salire su lasciando gli avversari sui pedali a guardarlo meravigliati.

Grazie.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

bak

Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #53 : Domenica 30 Maggio 2010, 14:40:37 »
Pantani era semplicemente il più forte, vinse Giro e Tour in maniera pulitissima.

Da non addetto ai lavori e da suo tifoso spero nell'agguato ma, sinceramente ci credo poco anch'io. Certo che la stampa ha cannibalizzato la vicenda e l'ha ridotto uno straccio.

Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #54 : Domenica 30 Maggio 2010, 21:21:14 »
Caro DinoRaggio e caro bak, non so cosa pensa Alen e cosa vi dirà (lo ascolterò con molto interesse perchè è molto competente).

Io ritengo più utile, e rispettoso della memoria di Pantani e del dolore dei suoi cari, postare questi link a due articoli di quotidiani nazionali, quindi abbastanza affidabili almeno nel merito della specifica vicenda cui si riferiscono, piuttosto che mettermi a pontificare su Pantani con  scarse conoscenze medico sportive e scientifiche.

http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/29/medico_Pantani_prese_Epo_ospedale_co_0_0011295076.shtml

http://www.repubblica.it/online/sport/pantapro/assolto/assolto.html

Vorrei  aggiungere che Conconi inaugurò nel ciclismo (italiano almeno) le  cosiddette pratiche ematiche e cioè la ricerca di un veicolo di incremento delle prestazioni sportive che fosse tanto duraturo quanto programmabile.
Chiunque abbia fatto appena appena un po' di bicicletta sportiva (attenzione non agonistica, sportiva) sa bene che lo sforzo del ciclista ha come primo se non fondamentale problema quello del recupero. Recupero inteso sia nello specifico contesto di una prestazione, sia nel contesto più largo di una serie di prestazioni (corse in linea o corse a tappe, per dirla banalmente).
Esistono alcune espressioni del ciclismo particolarmente significative; "finire la benzina" o "avere una crisi di fame" significano più o meno ritrovarsi con l'organismo incapace di produrre alcunchè e con l'acido lattico che intasa completamente i muscoli. Il problema è un po' quello che i maratoneti dell'atletica trovano dopo il famoso 32°-33° chilometro, soglia oltre la quale nessuno sa cosa accade esattamente al proprio organismo (se non ricordo male infatti, i maratoneti non si allenano mai sulla distanza integrale dei 42 e rotti chilometri. Sarebbero infatti energie sacrificate invano).
Nel ciclismo il doping aveva  avuto fino agli anni ottanta lo scopo  di produrre performance violente ed estemporanee. I prodotti che circolavano, per quanto ne so erano veri e propri stimolanti quali la caffeina e poi le amfetamnine (ne parla anche Fignon nel suo libro).
Ma una programmazione del doping (e dell'antidoping, per converso) non era ancora iniziata su base veramente scientifica, almeno per quanto ne so.
Con l'introduzione dell'uso degli steroidi nel mondo sportivo, si cominciò a puntare su periodi di prestazioni sopra soglia, e si cominciò a pensare di modellare la psicofisica dello sportivo.
Nel ciclismo il vero e proprio salto di qualità di fu con le pratiche ematiche. Cioè il sangue venne individuato come il fulcro degli sforzi medico farmacologici tesi a programmare una crescita esponenziale e duratura di prestazioni degli sportivi.
Molti anni fa lessi qualcosa di un convegno scientifico in cui quantificavano in termini di graduatorie dell'UCI i benefici dell'EPO e delle altre partiche ematiche (non credo che esista solo l'EPO). Si parlava di salti in classifica dal 15-20° posto ai primi 5 posti delle graduatorie. Ritengo questo dato estremamente significativo. Un buon corridore poteva definitivamente diventare un campione, affidandosi ai medici giusti. Non facendolo, avrebbe avuto i suoi momenti di gloria e i suoi momenti di debacle, come nel ciclismo più o meno inevitabilmente avverrebbe (non credo possa esistere uno che va forte per 20 tappe stando davanti in pianura, salita e discesa. Significherebbe un dispendio insostenibile in base a tutti i parametri usati dalla medicina sportiva) e comincia a riavvenire e speriamo avverrà sempre di più.
Questo è il contesto nel quale si svolge il dramma Pantani. A mio avviso poi, si, Pantani fu vittima di un complotto, un complotto che mirava molto italianamente a sacrificare in modo eclatante un capro espiatorio per non mettere mano ad un sistema da cestinare. Il sacrificio umano e sportivo di Pantani non fu utile; se non ci fossero stati i francesi a tirare fuori leggi micidiali (forse liberticide) con tanto di arresti, noi italiani avremmo utilizzato il caso Pantani come calciopoli, come risistemazione di equilibri di potere. Grazie agli scossono francesi, forse questo sport si salverà. Ripeto come detto più sopra: pensate si aun caso che i francesi non hanno più avuto un vero talento nel ciclismo dopo la fine di Hinault e Fignon ( e se ce lo vogliamo metterlo) di Jalabert ?
Pantani è stato lasciato solo o, peggio, riproposto in ambito sportivo per lucrarne tutti gli effetti economico-sportivi, fino alla fine fino a quando la sua tragedia umana non è esplosa in tutta la sua accecante drammaticità.
Ma detto questo, la bellezza di Pantani non morirà mai perchè Pantani appartiene alla poesia del ciclismo, perchè la sua silhouette determinata dal sole sull'asfalto, quella che Gianni Mura con uno stupendo neologismo ha battezzato il "pantadattilo", è impressa nella memoria: spalle strette testa grande orecchie larghe che si congiungevano alle spalle nel momento in cui Pantani si alzava sui pedali e scattava. Molti prendevano l'EPO, pochi azzardavano le imprese come quella del Galibier del 1998. E' per questo che è difficile convivere col fantasma di Marco Pantani, difficile condannarlo come assolverlo, impossibile dimenticarlo...

Oggi a Verona la passerella di Basso, spero che si cimenti col Tour e coi controlli del Tour (non che i francesi non facciano le loro porcherie, ovvio...), spero che un giorno parli del passato e di cosa ha effettivamente fatto. Serve qualcuno davvero importante in questo mondo che metta non dico una pietra sopra (è impossibile) ma una robusta parentesi a destra ed a sinistra degli anni '90 e dei primi anni del duemila...del ciclismo mondiale..

Offline DinoRaggio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #55 : Domenica 30 Maggio 2010, 22:58:57 »
Anch'io penso che ci sia stato un complotto. Dal punto di vista umano, Pantani era un bersaglio adatto, per il suo carattere un po' particolare, e la cosa più crudele fu proprio la giornata in cui Pantani fu incastrato, credo che fosse all'apice della gloria dopo un tappone trionfale (se ricordo bene). Aveva ormai in pugno il Giro. Invece si vide crollare il mondo addosso. Non si riprese mai più da quel colpo, avendo sempre sentore di essere solo contro (quasi) tutti in quell'ambiente che lo aveva scelto come capro espiatorio. E dopo correva di rabbia, vinceva per dimostrare di esserci ancora nonostante tutto.
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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #56 : Lunedì 31 Maggio 2010, 09:11:58 »
Se complotto è stato fu organizzato da Pantani in persona.
Diciamo che, come spesso accade, non ha retto il calo di popolarità dovuto alla vicenda: avesse denunciato tutto il sistema imperante a quell'epoca avrebbe fatto una grande figura, invece si lasciò andare ad una serie di dichiarazioni sconcertanti, dal complotto a "il sangue non è mio", senza poi (ovviamente) sottoporsi al DNA.
Imho, se complotto ci fu, si ebbe al Tour precedente quando l'esplosione del caso Festina (e l'allucinante tappa sciopero di solidarietà dei colleghi) avevano dato un colpo devastante all'immagine del movimento tutto, immagine che potè riscattarsi grazie alle imprese del pirata (che, detto per inciso, non avrebbe mai vinto se non avesse trovato sulla strada Rodolfo "farmacia" Massi che gli fece da schiavo per 30 km).

Proprio le tirate del Farmacia (in nome omen) mi riportano al Giro, dove abbiamo visto quanto contino le amicizie più o meno interessate, visto che nella tappa del Mortirolo nel gruppetto di Arroyo tirvano in 2 su 5, e gli altri (casualemnte) non solo sono risorti il giorno successivo, ma hanno anache avbuto via libera per provare ad aggiudicarsi la tappa.
D'altronde, in genere, si cerca di aggiudicarsi la benevolenza della squadra più forte, visto che essa può dispensare favori, e in questo Giro la squadra più forte era la Liquigas
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Offline AlenBoksic

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #57 : Martedì 1 Giugno 2010, 08:54:18 »
La favola di Basso

Tutti d' accordo: gran bel Giro. Proviamo a capire perché. A me pare d' essere stato in vacanza in un altrove sportivo, ma questo altrove è pur sempre l' Italia delle salite e delle discese, dei campanili e delle fabbriche, dell' entusiasmo per i ciclismi vivi, del ricordo di quelli morti, ma senza una bomba-carta, un coro ostile, un brutto episodio, un gesto di slealtà. L' odio non abita qui, in questo paesone che si sposta da Amsterdam alla Puglia. Tutti i suoi abitanti, dai capitani ai gregari rispettano un codice d' onore non scritto, tramandato a voce, e in questo codice il rispetto per l' avversario è fondamentale. Mi rendo conto che il discorso può essere accusato, tanto per cambiare, di buonismo, ma si basa su dati reali: in tre settimane abbondanti di corsa, solo un abbozzo di manate per futili motivi (rottura dei cambi) tra Evans e Righi (subito multati) e la conferma che chi sbaglia paga (Froome, espulso per traino). Anche sulle strade e i palchi, scarse tracce di ministri, di politici assortiti, di veline. In un Giro, come in un Tour, o i vip sanno mettersi in sincera sintonia con la fatica (e non è facile) o è meglio che se ne stiano a casa. Dalle case è uscita un' altra Italia, che la fatica la conosce e per questo s' è innamorata del ciclismo e va a riempire gli stadi verticali che sono le montagne. Tanto più lo ama quanto più è credibile. Negli anni in cui i pesci più lucenti finivano nella rete dell' antidoping o dell' ematocrito alto, le radici popolari di questo sport sono state fortemente toccate, ma sono così profonde da resistere alle gelate della delusione e del disamore. Oggi nessuno può affermare che il doping sia azzerato. Sarebbe troppo bello. Ma molto meno diffuso, questo sì. Lo dicono le medie, più basse che in passato sulle salite più dure. Lo dicono soprattutto le tante facce stravolte dalla stanchezza che si vedono sugli arrivi. Il timbro della pulizia è nello sporco del fango e del sudore. Bisogna ringraziare chi ha disegnato questo Giro ma soprattutto i corridori, che hanno arricchito il disegno con una corsa che ho quasi subito definito in stile-Tour: senza controllo, piena di invenzioni, generosa di emozioni. Un gruppo che l' anno scorso aveva scioperato giudicando pericolose le strade di Milano (ma c' era anche Armstrong, il boss) quest' anno ha affrontato con entusiasmo e senza riserve lo sterrato di Montalcino, le strade allagate in Campania, le pendenze micidiali sulle Alpi, i lunghi trasferimenti, le discese in cui si rischia la pelle. Una corsa così, non chiusa col catenaccio dalle squadre più forti, una corsa in cui i grandi sono entrati in scena fin dalle prima battute, una corsa così frizzante e insieme polposa non può non piacere. L' incertezzaè un antidoto alla noia. Basso ha avuto la certezza del bis solo il penultimo giorno. È stato il più forte, con la squadra più forte. Pure, quanto hanno dovuto lavorare i ramarri, prima per la maglia rosa di Nibali, persa su caduta, poi per riportare in quota i due capitani dopo la tappa dell' Aquila. Che pure va ringraziata e liberata dall' etichetta di fuga-bidone. Nossignori, era una fuga anomala, con pesanti responsabilità dei favoriti e dei loro ds che l' avevano lasciata partire e accumulare minuti di vantaggio. Un colpo di scena in più, col sapore del vecchio ciclismo, quello messo in crisi dagli auricolari, quello irriso dagli ipertecnologi, ma ancora in grado di spedirli dietro la lavagna a ripassare i fondamentali. Il più forte del Giro è anche il meno personaggio. Da tempo Basso si è imposto una comunicazione minimalista. Del passato non parla volentieri, ma è anche la sua storia professionale, da pulito a punito per doping a ripulito, una storia educativa a far gridare di gioia i suoi tifosi. Più personaggio è Nibali, il ragazzo del Sud che un giorno non lontano sarà capitano, e gli onesti vincitori, spesso increduli, di un solo giorno: Bell e t t i , M o n i e r , l ' e c o l o g i s t a Tschopp, lo scalatorino Gadret che è diventato corridore solo perché aveva visto in tv Pantani, e che colleziona tutti i libri su di lui. E ancora Arroyo, regolarista e forte in discesa, l' imperscrutabile Vinokourov, con le sue gambone mulinate in rapporti troppo lunghi (ma quanta grinta) e Cadel Evans, andatelo a dire a lui che la squadra non conta, che in salita tutti i ciclisti sono soli. Non c' è gregario ramarro che non abbia contribuito alla sua lenta cottura, che non abbia piantato una banderilla sulla sua maglia da campione del mondo. Quanti colpi di coda e sussulti d' orgoglio in questo Giro. Forse gli australiani e in generale i corridori di lingua inglese hanno portato sulle nostre strade una irrequietezza da viaggiatori curiosi in opposizione ai calcolucci da ragionieri. La maglia rosa no, ma le altre tre maglie se le portano a casa: quella bianca Porte, quella rossa Evans, quella verde Lloyd. Anche per merito loro il Giro e il ciclismo hanno respirato l' ossigeno dell' onesta libertà, un ossigeno lecito e che allunga la vita. -

GIANNI MURA
Voglio 11 Scaloni

Offline benvolio

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Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #58 : Martedì 1 Giugno 2010, 18:55:15 »
Bello. Gazie Alen! Speriamo che la favola continui cosi' , corale e discontinua, con colpi di teatro e recite a soggetto...;)

bak

Re:(Compagnia di) Giro...
« Risposta #59 : Martedì 1 Giugno 2010, 19:10:02 »
Benvolio, complimenti sinceri. Ma sei un addetto ai lavori ?