che divertimento spigolare tra facebook e twitter e leggere le rosicate epiche di gente che perora la causa di Ultimo, manco fosse Pavarotti, solo perché ha vinto uno col cognome egiziano. Quante stupide galline che si azzuffano per niente (cit.)
sarebbe bello se davvero qualcuno avesse brigato per ottenere questo effetto. Ha vinto una canzone come le altre, il livello era omogeneo ed era sanremese. Niente di memorabile. Può darsi si sia votato Mahmoud perché così si chiama. E se così fosse lo si sarebbe fatto per sfregio al Capitano e ai suoi sodali.
Quasi al livello di un derby vinto al 91' con rigore inesistente. Chi semina raccoglie, e hai da vede quanto deve ancora raccoje il caudillo padano.
Speriamo sia cominciata la discesa
Se prosegui il giro sul Web e sulla carta stampata, ti accorgerai che il modo in cui è stato accolto il verdetto porta obbligatoriamente in quella direzione.
Del resto l'unica spiegazione possibile per la vittoria di un simile aborto sonoro, che rivaluta in un'unica soluzione Tiziana Rivale, Jalisse, Valerio Scanu e - è il caso di dirlo - compagnia cantante.
Quindi persino una manifestazione canora, del tutto estranea al dibattito politico, è stata sequestrata per lanciare una stoccata a un partito avverso e a un Governo regolarmente eletto, nonché per difendere cause non proprio in linea con l'interesse nazionale.
A me sembra una vera e propria emergenza democratica, materia su cui c'è poco da ridere.
Comunque continuate così, e pazienza se non capite che la fortuna di Salvini dipende anche da certi atteggiamenti dei suoi avversari.
Tentando di parlare di musica - e non è facile per via delle "canzoni", prima che del contorno - in un mondo normale Daniele Silvestri avrebbe vinto per acclamazione.
Parole e contenuto, "spinti" da un suono e un'atmosfera adeguatamente incubosi, avrebbero affrontato con buone speranze qualsiasi edizione della rassegna sanremese: figuriamoci questa, nella quale avere qualcosa da dire sembrava quasi una colpa.
In compenso gli sono stati assegnati il Premio della Critica e quello per il miglior testo: entrambi paragonabili agli scudetti della Juventus, sia per manifesta superiorità sia per mancanza di avversari.
Molto intenso Cristicchi, anche se l'interpretazione ha forse convinto più del pezzo in sé.
Se poi si voleva premiare qualcosa di relativamente orecchiabile, e magari comprensivo di pernacchietta al Ministro dell'Interno, i Negrita meritavano assai più di un troppo penalizzante 20° posto.
Suggestivo il confronto "esistenziale" col già citato Cristicchi.
Quest'ultimo, confrontato col piglio sbarazzino e ironico delle origini, ha restituito un'idea di crescita, di maturità conquistata, passando attraverso qualcosa di profondamente vissuto e sofferto.
La band aretina ha incarnato, invece, lo spirito di chi non ha più vent'anni ma se li sente ancora dentro per urlare "Non mi va".
Una canzone, la loro, che dà l'impressione di migliorare a ogni ascolto, segno in genere di un qualche spessore.
E si tratta comunque, nella peggiore delle ipotesi, di gente che sa suonare, sa cantare, sa stare su un palco.
Sì perché, nel residuo panorama di sostanziale post-musica, il grido di allarme non viene solo dalla tendenza a parlottare con tanti saluti alla nozione stessa di canto, dal deserto di idee, da un sound allucinato e informe, gradevole forse in stati di coscienza più o meno alterati.
Il problema del rap-trap-crap è di aver raso al suolo le competenze, anche rispetto ai primordi del genere.
Si pensi a un J-Ax: al di là del personaggio, può almeno vantare testi spesso non banali e un timbro vocale che, sia pure applicato al parlato, non tutti possiedono.
In parole più semplici: sa fare qualcosa, e si è trattato di un requisito indispensabile per diventare rapper.
Qui, al contrario, siamo in piena "generazione Auto-Tune": composta da gente stonata persino quando parla, e che senza la postlavorazione tramite il suddetto software non riuscirebbe neppure a leggere le Pagine Gialle.
Poi, per carità, ci sono Anna Tatangelo e Il Volo a ricordarci che anche un tempo non era tutto bello...
P.S. Il giudizio di chi scrive sarà condizionato almeno in parte dall'età e dall'incapacità di adattarsi ai nuovi canoni estetici.
Ma, se la musica italiana del presente e del futuro è questa, meglio rimanere indietro.