Autore Topic: FUORI GIOCO (Calcio e potere)  (Letto 7733 volte)

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Offline LaLazioMia

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #60 : Lunedì 13 Febbraio 2012, 20:12:31 »

Visto chi ha aperto il topic non ho alcun dubbio che questo libro parli in modo lusinchiero ed esaltante di Lotito :D Io gia' conosco comunque i nik di quelli che su questa storia si butteranno a pesce per spalare fango, Sono quelli stessi che poi fanno la morale e inorridiscono se uno dice ad un tesserato della Lazio che è un mediocre :o
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Offline fish_mark

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #61 : Martedì 14 Febbraio 2012, 08:39:26 »
Seconda puntata del capitolo dedicato a “Claudio Lotito, La nuova Lazio dopo il crollo di Cragnotti

Un trattamento di favore dal fisco
Il Governo non può condonare 140 mln di euro per cui si approva un piano di rientro con un primo versamento di 5,23 mln di euro, rata di partenza di 5,67 e altre 23 rate annuali da 5.65 mln di euro.
Condizioni di assoluto favore dato che alla scadenza del 2027 “la svalutazione monetaria avrà più o meno dimezzato il valore delle rate”.
Nel dicembre 2008 un accertamento IRPEF e IVA non pagate della gestione Cragnotti (2003) pari a 4,5 mln di euro si definisce in sede di conciliazione nel dicembre 2010 al prezzo di 250 mila euro.
Si tratta della versione italiana del principio too big to fail mentre il Governo si guarda bene dall’intervenire con altri club di prestigio.

La Cassandra degli stadi

Essere un’autorità morale è il secondo requisito nazionale per ottenere successo. Il primo è la simpatia.
L’elenco delle battaglie morali condotte dal proprietario della SSLazio in un mondo corrotto dove regna il denaro è in fase di aggiornamento continuo. Lotta contro il caro stipendi dei calciatori e in favore delle rose ristrette, riforma del rapporto contrattuale fra proprietari di squadre e dipendenti, la distribuzione dei diritti TV secondo principi equi e solidali, la campagna per i nuovi stadi, la prevenzione contro l’epidemia delle scommesse on line e la guerra santa contro gli arbitri.

Scopo del presidente va molto al di là dei tre punti in campo. “stiamo attraversando una fase profondamente amorale più che immorale. Bisogna ritornare alle radici, come raccomanda il Santo Padre. Battersi per il rilancio dei valori anche nel calcio, che per il suo potere mediatico e peso sociale può diventare strumento per il ripristino della legalità”.

Il proprietario della Lazio è una figura pronta a sfidare l’impopolarità in nome della virtù, una figura autorevole e dotata di un’influenza sulle scelte politiche del calcio che va al di là del bacino d’utenza del club biancoceleste. Gran parte dei tifosi laziali detesta il padrone-moralista anche quando i risultati della squadra superano le attese, come nel 2010-11 o quando il proprietario della Lazio investe con abilità sul mercato, come nell’estate del 2011.

Gli anni delle ristrettezze
L’esordio alla guida della Lazio non è dei migliori con la Borsa che gli crea problemi.
L. entra nel club con il 27% delle quote con la SSLazio events. Oltre una certa quota (30%) scatta l’obbligo di OPA e i titoli salirebbero di prezzo, ma il 27% di una società quotata i borsa non basta a proteggerla da scalate e quindi per aumentare la quota e spendere soldi a vuoto chiede aiuto a zio Roberto Mezzaroma che – a dispetto del suo tifo giallorosso – rileva un pacchetto del 14%. Tale operazione sarà giudicata come aggiotaggio dalla seconda sezione penale del tribunale che condannerà L. A due anni e Mezzaroma a 26 mesi.
La sentenza del marzo 2009 porterà i legali non solo a vincere in appello, ma a spostare il processo da Milano a Roma.
Con la giunta Marrazzo in Regione Lazio subisce l’inizio della parabola discendente che dagli 80 milioni di fatturato e ottomila dipendenti del gruppo degli anni d’oro lo porta a fatturare 57 mln di euro con tre mila dipendenti nel 2009, con debiti che crescono a quota 150 milioni di euro.
Intanto il presidente, ribattezzato “Lotirchio”, sa che i conti della Lazio vanno risanati con una politica di riduzione degli ingaggi ai calciatori e il mancato fallimento della Lazio lo sfavorisce perché lo costringe a onorare contratti pluriennali firmati dalla gestione precedente. La soluzione adottata – non pagare – moltiplica in breve tempo il contenzioso legale con i dipendenti.
In borsa la Lazio capitalizza meno di 30 mln di euro contro i 260 della quotazione massima. Mentre la Consob mette la società sotto sorveglianza speciale, qualcuno sta studiando una scalata. Dopo la cordata di San Marino, all’inizio del 2006 si presentano con un uomo-simbolo del tifo biancoceleste, Giorgio Chinaglia centravanti del primo scudetto laziale e leader di una squadra che vinceva nonostante i giocatori fossero divisi in due clan avversi: uno con simpatie politiche di destra e l’altro con simpatie politiche ancora più a destra.
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CiPpi

Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #62 : Martedì 14 Febbraio 2012, 09:35:24 »
se prima qualche dubbio, in positivo, sul libro qualcuno poteva ancora pensare ad averlo, adesso e' stata posta la definitiva pietra tombale. e ci hanno pure buttato giu' diversi alberi. poi uno dice la foresta amazzonica.

Offline SAV

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FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #63 : Martedì 14 Febbraio 2012, 10:05:37 »
L'unica informazione nuova per me è quella relativa al crollo del fatturato del gruppo Lotito e l'aumento dell'indebitamento.

Offline chinaglia

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #64 : Martedì 14 Febbraio 2012, 13:21:57 »
L'unica informazione nuova per me è quella relativa al crollo del fatturato del gruppo Lotito e l'aumento dell'indebitamento.

E qui torniamo ad un post di Faber67 in cui si diceva perché nessun giornalista faccia a Lotito domande su questo.
Comunque Turano è romanista proprio.

Offline Fulcanelli

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #65 : Martedì 14 Febbraio 2012, 13:29:48 »
Ancor più si evince dalla seconda "rata" della citazione un intento sfottente e distorcente. Il Governo non ha salvato altri club? Mi pare che il Parma se la sia cavata meglio di noi. Neanche una parola a quanto ha perso il Fisco con il fallimento di  Napoli e Fiorentina. Insomma la solita zuppa.

Offline Whistle

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #66 : Martedì 14 Febbraio 2012, 13:39:00 »
Tutte cazzate e leggende metropolitane atte a creare nocumento alla Lazio.
Tana per il giallozozzo!

:asrm:

CiPpi

Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #67 : Martedì 14 Febbraio 2012, 13:54:17 »
L'unica informazione nuova per me è quella relativa al crollo del fatturato del gruppo Lotito e l'aumento dell'indebitamento.

se non fosse che cercando i rete l'indebitamento sembrerebbe essere quello nei confronti del fisco della Lazio, e non di un eventuale parabola discendente del gruppo Lotito.

come si puo' evincere da questo articolo della Banana's Newspaper del febbraio 2005 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/02/14/claudio-lotito-milioni-di-debiti-col-fischio.html, cioe' 2 mesi prima dell'insediamento di Marrazzo.

c'e' poi da vedere se la Lazio potrebbe risentirne, se tale indebbitamento e' in realta' del gruppo Lotito come lo scrittore pone la questione, e quindi se a noi come Laziali, interessa.

Offline Fulcanelli

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #68 : Martedì 14 Febbraio 2012, 14:04:08 »
Non ci si capisce una mazza. Quando faceva comodo per screditare Lotito l'affarista si scriveva che la presidenza della Lazio gi aveva portato, grazie alle relazioni, un aumento del fatturato.

Offline aquilafelyx

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #69 : Martedì 14 Febbraio 2012, 14:05:03 »
uno che scrive in modo che non si capisce una mazza di quello che vuole dire non deve essere un grande comunicatore
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


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Offline Eagles71

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #70 : Martedì 14 Febbraio 2012, 15:01:10 »
Turano (meglio Tucano) già aveva provato a screditare Lotito in un' articolo sull' "espresso" nel 2009/10 in piena bagarre Pandev-Ledesma...pronosticava che era al capolinea...

roba da cestino, come questa roba qua...
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline fish_mark

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #71 : Martedì 14 Febbraio 2012, 15:24:15 »
La scalata fantasma di Chinaglia

Per superare le ristrettezze imposte da Lotito si mette in giro la voce che il gruppo farmaceutico ungherese la Gedeon Richter sarebbe disposto a rilevarlo per investire generosamente sul calciomercato.
La proposta suscita l’entusiasmo dagli speculatori di borsa e dal tifo organizzato ed a quel punto parte una contestazione che diventa parossistica, con il presidente bersagliato da messaggi anonimi, telefonate, minacce e bombe carta lanciate nel giardino della sua residenza.
Per certificare la solidità della proposta si presentano tre lettere di credito per 20 milioni di euro intestate alla Wolks bank e alla Investment Bank di Budapest da mettere a garanzia su un conto del San Paolo Imi.
Il 13 ottobre 2006 vengono spiccati nove ordini di custodia cautelare, uno dei quali è intestato a Chinaglia e altri e quattro capi degli Irriducibili con l’accusa di estorsione e aggiotaggio. Chinaglia negli Stati Uniti si sottrae alla cattura ed è latitante da 5 anni.
In un primo momento la scalata viene classificata come manovra criminale di basso livello, fallita perché i fondi delle banche ungheresi si rivelano inconsistenti e perché la casa farmaceutica coinvolta smentisce ogni interesse nel club romano.
L’inchiesta viene rilanciata nel 2008 con nuovi ordini di custodia su una accusa più grave: la scalata finanziata dal denaro del clan camorristico dei casalesi, con 24 milioni di euro provenienti da attività illecite trasferiti da conti bancari esteri in Italia per essere investiti nel controllo della quadra.
La tesi accusatoria si scontra da subito con i pareri diversi del tribunale della libertà che annulla alcuni provvedimenti poi riproposti nel 2009. Si scontra poi con il buon senso: chi ricicla denaro lo fa nella consapevolezza di perder per strada una certa quota della somma di partenza, con una percentuale che varia in funzione della normativa di contrasto: la quota da sacrificare può variare dal 20 al 50 %. Investire in un club si serie A può significare rischiare tutto e poche società di calcio presentano questo rischio come nel caso della Lazio.
Inoltre, un club di A è sotto costante osservazione mediatica per cui o si ha la personalità estroversa di un Pablo Escobar, re della coca colombiana degli anni Ottante e finanziatore del Nacional di Medellin con presenza in tribuna autorità, oppure è molto meglio controllare club dilettantistici locali, meno esposti mediaticamente.
Nel novembre 2010 il giudice delle indagini preliminari di Roma boccia le richieste della pubblica accusa e assolte dall’imputazione di riciclaggio i casalesi coinvolti nell’inchiesta.
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Offline Fulcanelli

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #72 : Martedì 14 Febbraio 2012, 19:02:34 »
La scalata fantasma di Chinaglia

Per superare le ristrettezze imposte da Lotito si mette in giro la voce che il gruppo farmaceutico ungherese la Gedeon Richter sarebbe disposto a rilevarlo per investire generosamente sul calciomercato.
La proposta suscita l’entusiasmo dagli speculatori di borsa e dal tifo organizzato ed a quel punto parte una contestazione che diventa parossistica, con il presidente bersagliato da messaggi anonimi, telefonate, minacce e bombe carta lanciate nel giardino della sua residenza.
Per certificare la solidità della proposta si presentano tre lettere di credito per 20 milioni di euro intestate alla Wolks bank e alla Investment Bank di Budapest da mettere a garanzia su un conto del San Paolo Imi.
Il 13 ottobre 2006 vengono spiccati nove ordini di custodia cautelare, uno dei quali è intestato a Chinaglia e altri e quattro capi degli Irriducibili con l’accusa di estorsione e aggiotaggio. Chinaglia negli Stati Uniti si sottrae alla cattura ed è latitante da 5 anni.
In un primo momento la scalata viene classificata come manovra criminale di basso livello, fallita perché i fondi delle banche ungheresi si rivelano inconsistenti e perché la casa farmaceutica coinvolta smentisce ogni interesse nel club romano.
L’inchiesta viene rilanciata nel 2008 con nuovi ordini di custodia su una accusa più grave: la scalata finanziata dal denaro del clan camorristico dei casalesi, con 24 milioni di euro provenienti da attività illecite trasferiti da conti bancari esteri in Italia per essere investiti nel controllo della quadra.
La tesi accusatoria si scontra da subito con i pareri diversi del tribunale della libertà che annulla alcuni provvedimenti poi riproposti nel 2009. Si scontra poi con il buon senso: chi ricicla denaro lo fa nella consapevolezza di perder per strada una certa quota della somma di partenza, con una percentuale che varia in funzione della normativa di contrasto: la quota da sacrificare può variare dal 20 al 50 %. Investire in un club si serie A può significare rischiare tutto e poche società di calcio presentano questo rischio come nel caso della Lazio.
Inoltre, un club di A è sotto costante osservazione mediatica per cui o si ha la personalità estroversa di un Pablo Escobar, re della coca colombiana degli anni Ottante e finanziatore del Nacional di Medellin con presenza in tribuna autorità, oppure è molto meglio controllare club dilettantistici locali, meno esposti mediaticamente.
Nel novembre 2010 il giudice delle indagini preliminari di Roma boccia le richieste della pubblica accusa e assolte dall’imputazione di riciclaggio i casalesi coinvolti nell’inchiesta.

Peccato che perfino Roberto Saviano abbia avvertito della scalata delle mafie al calcio. Stesa cosa che si trova nel libro di Daniele Poto "Le mafie nel pallone". Ma pur di dire che Lotito è un fesso si riduce a barzelletta la vicenda Chinaglia-regazzi. E la telefonata con cui Chinaglia chiedeva che Diana gli pagasse il biglietto d'aereo? Forse non si è potuto provare l'intenzione del riciciclaggio, ma quanto puzzasse la faccenda mi sembra cosa basata su fatti precisi.

Offline Drenai

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #73 : Martedì 14 Febbraio 2012, 19:09:20 »
tra l'altro nelle intercettazioni chinaglia si cacava palesemente in mano quando parlava di diana. segno evidente che sapeva perfettamente di chi si trattasse.
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Offline fish_mark

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #74 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 17:18:08 »
Mobbing sui calciatori
Adr ha affidato commesse per le pulizie dell'aerostazione al gruppo Lotito nel settembre 2009 con un contratto da 12 mln di euro annui (fino al 2012: la cifra corrisponderebbe a un quarto del fatturato del gruppo). Il giudizio dei passeggeri è impietoso: in un sondaggio su un campione di 10 mila persone Fiumicino si piazza al 121° posto su 150 aerostazioni mondiali e solo il 26% degli intervistati si dichiara soddisfatto della situazione dei bagni.

Per un club di calcio per sfruttare le potenzialità si incide su due fattori: riduzione dei costi e stadio di proprietà.
Il presidente non esita a comportarsi da padrone delle ferriere con le maestranze. La sua idea è che la società di calcio è una società di capitali come qualunque altra e quindi un calciatore può essere trattato come un operaio di Mirafiori: lo diceva anche Cragnotti ma poi dissipava decine di milioni in stipendi. Lotito va dritto all’obiettivo: chi comprende e si adegua alle richieste viene premiato. Chi non capisce che c’è un campo di calcetto ai margini del centro sportivo di Formelo dove i reprobi possono meditare sulla loro ostinazione mentre il resto dei compagni si allena. Per gli esclusi ci sono lunghe partitelle e al momento della partita un posto in tribuna.
Vittima di questa situazione è l’attaccante Pandev, poi ceduto all’Inter. “pandev sono pronto al gioco duro. Alla fine la società può anche decidere di perdere il giocatore e di non farlo giocare. I calciatori pensano di minacciare con la scudo della scadenza del contratto, ma io ti inchiodo alla panchina dell’Olimpico per un anno”.

Una deroga per lo stadio.
Proposta bipartisan per ricostruzione degli stadi italiani. Gli impianti, nella penuria di fondi pubblici, devono essere finanziati da capitali privati. Lo stato si impegna a creare condizioni burocratiche semplificate e offre la possibilità di realizzare attorno ai nuovi tempi del calcio centri commerciali e quartieri residenziali. L’unico vincolo è di non costruire nel territorio a rischio idrogeologico e in aree con vincolo paesaggistico definite dal c.d. codice Urbani.
Nel febbraio 2011 si inserisce la possibilità di deroga ai vincoli archeologici e idrogeologici.
A quel punto scoppiamo le polemiche con denunce sulle fortissime pressioni esterne per portare la legge verso una certa direzione.
L’insistenza sulla deroga è dovuta a un società immobiliare proprietaria dei 493 ettari di terreno a nord di Roma, al chilometro 6.2 della via Tiberina riconducibile al presidente.
In ballo c’è un progetto da 800 mln di euro complessivi di cui l’impianto è la parte minore: il grosso sono case e negozi. L’unico inciampo è il Tevere che attraversa la tenuta e la rende inadatta a una cementificazione pesante per il rischio inondazioni.
Nella ricostruzione del libro la contestazione canone di affitto del CONI servirebbe a rendere più pressante la richiesta per il nuovo stadio.
Nell’ultima versione della legge sugli stadi sono stati reinseriti i vincoli principali.
Il capitolo si conclude sottolineando la spiccata attitudine del presidente nell’opera di lobbying tanto da aver dichiarato la sua disponibilità a scendere in politica “se il paese glielo chiederà”: “il paese sta decidendo sul da farsi”.
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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #75 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 19:02:15 »
Chissà, adesso che è tramontato il progetto di Petrucci di rimettere a nuovo l'Olimpico con i soldi dei contribuenti per le Olimpiadi del 2020 (una quindicina di milioni solo per rifare la copertura, pare), forse la faccenda degli stadi di proprietà avrà una svolta.

Offline aquilafelyx

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« Risposta #76 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 19:15:18 »
ieri hanno detto che il preventivo per l'Olimpico era di 100 milioni
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Offline CeiZanettiGarbuglia

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« Risposta #77 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 21:47:31 »
Mobbing sui calciatori
Adr ha affidato commesse per le pulizie dell'aerostazione al gruppo Lotito nel settembre 2009 con un contratto da 12 mln di euro annui (fino al 2012: la cifra corrisponderebbe a un quarto del fatturato del gruppo). Il giudizio dei passeggeri è impietoso: in un sondaggio su un campione di 10 mila persone Fiumicino si piazza al 121° posto su 150 aerostazioni mondiali e solo il 26% degli intervistati si dichiara soddisfatto della situazione dei bagni.

Per un club di calcio per sfruttare le potenzialità si incide su due fattori: riduzione dei costi e stadio di proprietà.
Il presidente non esita a comportarsi da padrone delle ferriere con le maestranze. La sua idea è che la società di calcio è una società di capitali come qualunque altra e quindi un calciatore può essere trattato come un operaio di Mirafiori: lo diceva anche Cragnotti ma poi dissipava decine di milioni in stipendi. Lotito va dritto all’obiettivo: chi comprende e si adegua alle richieste viene premiato. Chi non capisce che c’è un campo di calcetto ai margini del centro sportivo di Formelo dove i reprobi possono meditare sulla loro ostinazione mentre il resto dei compagni si allena. Per gli esclusi ci sono lunghe partitelle e al momento della partita un posto in tribuna.
Vittima di questa situazione è l’attaccante Pandev, poi ceduto all’Inter. “pandev sono pronto al gioco duro. Alla fine la società può anche decidere di perdere il giocatore e di non farlo giocare. I calciatori pensano di minacciare con la scudo della scadenza del contratto, ma io ti inchiodo alla panchina dell’Olimpico per un anno”.

Una deroga per lo stadio.
Proposta bipartisan per ricostruzione degli stadi italiani. Gli impianti, nella penuria di fondi pubblici, devono essere finanziati da capitali privati. Lo stato si impegna a creare condizioni burocratiche semplificate e offre la possibilità di realizzare attorno ai nuovi tempi del calcio centri commerciali e quartieri residenziali. L’unico vincolo è di non costruire nel territorio a rischio idrogeologico e in aree con vincolo paesaggistico definite dal c.d. codice Urbani.
Nel febbraio 2011 si inserisce la possibilità di deroga ai vincoli archeologici e idrogeologici.
A quel punto scoppiamo le polemiche con denunce sulle fortissime pressioni esterne per portare la legge verso una certa direzione.
L’insistenza sulla deroga è dovuta a un società immobiliare proprietaria dei 493 ettari di terreno a nord di Roma, al chilometro 6.2 della via Tiberina riconducibile al presidente.
In ballo c’è un progetto da 800 mln di euro complessivi di cui l’impianto è la parte minore: il grosso sono case e negozi. L’unico inciampo è il Tevere che attraversa la tenuta e la rende inadatta a una cementificazione pesante per il rischio inondazioni.
Nella ricostruzione del libro la contestazione canone di affitto del CONI servirebbe a rendere più pressante la richiesta per il nuovo stadio.
Nell’ultima versione della legge sugli stadi sono stati reinseriti i vincoli principali.
Il capitolo si conclude sottolineando la spiccata attitudine del presidente nell’opera di lobbying tanto da aver dichiarato la sua disponibilità a scendere in politica “se il paese glielo chiederà”: “il paese sta decidendo sul da farsi”.
Semplicemente squallido!!!
Si potrebbe contestare punto per punto, ma non ne vale neanche la pena.
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Offline fish_mark

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« Risposta #78 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 22:12:30 »
Chissà, adesso che è tramontato il progetto di Petrucci di rimettere a nuovo l'Olimpico con i soldi dei contribuenti per le Olimpiadi del 2020 (una quindicina di milioni solo per rifare la copertura, pare), forse la faccenda degli stadi di proprietà avrà una svolta.

Hai detto una cosa che mi convince.
Anzi, non passerà troppo tempo prima che il nostro torni alla carica.
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Offline Fabio70rm

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« Risposta #79 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 23:48:50 »
Mobbing sui calciatori
Adr ha affidato commesse per le pulizie dell'aerostazione al gruppo Lotito nel settembre 2009 con un contratto da 12 mln di euro annui (fino al 2012: la cifra corrisponderebbe a un quarto del fatturato del gruppo). Il giudizio dei passeggeri è impietoso: in un sondaggio su un campione di 10 mila persone Fiumicino si piazza al 121° posto su 150 aerostazioni mondiali e solo il 26% degli intervistati si dichiara soddisfatto della situazione dei bagni.

Ma che idiozia...invece prima di Lotito i bagni erano così puliti che ci potevi poggiare i genitali sopra senza tema di infezioni? Fiumicino ha sempre fatto schifo come pulizia....

Una deroga per lo stadio.
Proposta bipartisan per ricostruzione degli stadi italiani. Gli impianti, nella penuria di fondi pubblici, devono essere finanziati da capitali privati. Lo stato si impegna a creare condizioni burocratiche semplificate e offre la possibilità di realizzare attorno ai nuovi tempi del calcio centri commerciali e quartieri residenziali. L’unico vincolo è di non costruire nel territorio a rischio idrogeologico e in aree con vincolo paesaggistico definite dal c.d. codice Urbani.
Nel febbraio 2011 si inserisce la possibilità di deroga ai vincoli archeologici e idrogeologici.
A quel punto scoppiamo le polemiche con denunce sulle fortissime pressioni esterne per portare la legge verso una certa direzione.
L’insistenza sulla deroga è dovuta a un società immobiliare proprietaria dei 493 ettari di terreno a nord di Roma, al chilometro 6.2 della via Tiberina riconducibile al presidente.
In ballo c’è un progetto da 800 mln di euro complessivi di cui l’impianto è la parte minore: il grosso sono case e negozi. L’unico inciampo è il Tevere che attraversa la tenuta e la rende inadatta a una cementificazione pesante per il rischio inondazioni.
Nella ricostruzione del libro la contestazione canone di affitto del CONI servirebbe a rendere più pressante la richiesta per il nuovo stadio.
Nell’ultima versione della legge sugli stadi sono stati reinseriti i vincoli principali.
Il capitolo si conclude sottolineando la spiccata attitudine del presidente nell’opera di lobbying tanto da aver dichiarato la sua disponibilità a scendere in politica “se il paese glielo chiederà”: “il paese sta decidendo sul da farsi”.


Mai letta una massa di castronerie come qua sopra.

Chi scrive non sa nulla o fa finta di non sapere nulla sulle leggi edilizie, ignora tutto di esondazioni e vincoli urbanistico-archeologico-paesaggistici e ripete i soliti sproloqui cateterici.
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!