Doping, tolti a Contador Tour e Giro

[DinoRaggio]

Da corriere.it

Doping, tolto a Contador Tour 2010 e Giro 2011
Ma la decisione del tribunale dello sport (Tas) decorre dal 2010 e quindi scade ad agosto

MILANO - Il Tribunale d'arbitrato sportivo (Tas) ha squalificato per 2 anni Alberto Contador. Il corridore spagnolo è stato sanzionato per la positività al clenbuterolo nel Tour de France del 2010. La squalifica, al termine di un procedimento di quasi 18 mesi, decorre dalla Grande Boucle di 2 anni fa, vinta proprio dall'iberico.
DAL 5 AGOSTO - Contador potrà tornare a correre il 5 agosto di quest'anno. Dovrà saltare, quindi, il prossimo Tour de France. L'atleta, inoltre, viene privato del successo conquistato nel Tour 2010 e in quello ottenuto al Giro d'Italia 2011. Tali provvedimenti sono destinate a modificare l'albo d'oro delle due corse: la maglia gialla del Tour de France 2010 dovrebbe passare al lussemburghese Andy Schleck, il vincitore del Giro 2011 dovrebbe diventare Michele Scarponi.

[borges]

Ma in spagna i controlli antidoping sono seri...
mica come qui in italia
vero Osvaldo?

[benvolio]

Ed alla fine, dopo esser passato tra le pieghe dei regolamenti ed aver tentato di lucidare l'immagine con imprese piu' o meno riuscite a cavallo di Alpi e Pirenei, Contador paga dazio. E che dazio! Oltre al marchio di infamia che gli si propina, se gli organizzatori di Tour, Giro e altre corse, da lui vinte in questi due anni di pendenza-sentenza del Tas, dovessero chedere indietro i soldi il Contabile dovrebbe davvero scontare e rimborsare una cifra di circa 2 milioni di euro! Il ciclismo continua, fra mille difficolta', a divorare i suoi miti e i suoi figli pregiati tentando di recuperare una credibilita' purchessia.
L'insicurezza serpeggia nelle dichiarazione dei colleghi di Contador, anche di quelli (Schleck e Scarponi) che benficiano direttamente della squalifica. Non si tratta piu' neanche di omerta' psicologica, si tratta di paura dell'oggi a te domani a me; si tratta  di comprensione che le autorita' e l'opinione qualificata hanno ormai scelto la strada delle sentenze esemplari o ad effetto. Se e quando verra' definitivamente infranto il potentissimo e protettissimo mito di Lance Armstrong (i francesi ci provano ormai da anni) il ciclismo apparira' come un campo di macerie fumanti, uno sport autoepuratosi per inconfessabili ragioni e incastri di alibi mal riusciti, in modo molto simile al sistema dei partiti della prima repubblica italiana. Nel frattempo tennisti, giocatori di calcio e di football, atleti e rugbysti continuerranno a spingere le proprie prestazioni con la chimica ben oltre il rapporto fatica/risultato che vige nel ciclismo.

[DinoRaggio]

Ma in spagna i controlli antidoping sono seri...
mica come qui in italia
vero Osvaldo?

Dal "Corriere della Sera" odierno

l doppio messaggio della sentenza
Alla Spagna e ai furbetti del sangue

(p. tom.) Quello che colpisce nel caso di Contador è il tempo, troppo lungo, della giustizia sportiva. Ma è chiaro che se la federazione spagnola non avesse archiviato in fretta la pratica, la situazione sarebbe stata diversa. E anche i continui rinvii sono dovuti soprattutto alle richieste della difesa (ricusazioni dei giudici, impossibilità a presenziare alle udienze, richiesta di traduzione dei documenti...), messa ulteriormente in crisi dai tentativi della Wada di provare la trasfusione di sangue. La sentenza del Tas, che arriva nell’anno olimpico, va quindi letta come un doppio messaggio: alla Spagna e ai furbetti che continuano a fare il «rabbocco», non solo nel ciclismo.

«Spiace che ci siano state deplorevoli interferenze politiche al processo di primo grado in Spagna, che inevitabilmente hanno portato al ricorso» osserva non a caso il n. 1 della Wada, John Fahey, facendo riferimento alle parole dell’ex premier Zapatero che disse: «Non ci sono ragioni giuridiche per sanzionare Contador». Mentre Renato Di Rocco, presidente della Federciclo italiana chiosa: «La squalifica è conforme al codice, è un atto di giustizia. La federazione spagnola è incommentabile, così come il governo iberico sul tema dell’antidoping. Per fortuna ci sono organi terzi e superiori che fanno rispettare le regole...».

Il problema, per evitare di ritrovarsi sempre al punto di partenza, è proprio questo, come osservato dagli stessi vertici della Wada alcune settimane fa: bisogna creare un organismo internazionale e super partes che giudichi direttamente, in modo uniforme e veloce. Il sistema, che oggi è basato sulle decisioni prese dai singoli organismi di ciascun Paese (alle quali poi si può fare appello al Tas) è troppo farraginoso. Soprattutto se ci sono ancora realtà, come quella spagnola, in cui a decidere direttamente è la federazione.

[BobLovati]

Ve lo dicevo da anni, qui ed altrove, da anni, che non era possibile credere che la famosa " operación Puerto ", organizzata, realizzata e portata avanti in Spagna, avesse lasciato fuori solo atleti spagnoli.
Dissi allora che sarebbero stati capaci anche di insabbiare, pur di non riconoscerlo; infatti c´è stata addirittura una dichiarazione dell´ex-Primo Ministro José Luis Zapatero.

A quelli che seguono l´atletica ricordo anche l´apparizione, dal quasi nulla, di una mitica squadra spagnola di maratona, che per 3-4 anni ha dominato dappertutto. Salvo poi sparire senza tracce appena le tecniche antidoping hanno cominciato ad accorciare le distanze con i " medici-droghieri ".

Peraltro da ricordare, fra la fine degli anni ´80 e l´inizio dei ´90, la vittoria di Pedro Delgado al Tour, dopo che, durante la corsa, era stato beccato ad un controllo a sorpresa !

A tutto ciò vanno aggiunte alcune " morti misteriose " di ciclisti spagnoli negli ultimi anni ... 

[nestorburma]

[...]
A tutto ciò vanno aggiunte alcune " morti misteriose " di ciclisti spagnoli negli ultimi anni ...

e quante morti di calciatori spagnoli?

Purtroppo dalle olimpiadi di Barcellona in poi la politica sportiva in Spagna si è avvicinata molto a quella della DDR anni 70/80.
Le vittorie delle nazionali spagnole degli ultimi anni ai miei occhi hanno lo stesso valore di quelle delle nuotatrici cinesi ai mondiali di Roma del 94.

[Aquila Maremmana]

Beh.... Abbiamo esperienze dirette, no? Mendieta e De la Pena, fenomeni in Spagna e nulli alla Lazio....

[BobLovati]

e quante morti di calciatori spagnoli?

Purtroppo dalle olimpiadi di Barcellona in poi la politica sportiva in Spagna si è avvicinata molto a quella della DDR anni 70/80.
Le vittorie delle nazionali spagnole degli ultimi anni ai miei occhi hanno lo stesso valore di quelle delle nuotatrici cinesi ai mondiali di Roma del 94.

sulle morti non so cosa dirti; ma ce ne sono state.
Forse POMATA ci può dare qualche indicazione in più ...
C´è da notare che dalla designazione di Barcelona in poi, fu organizzato dal COE ( Comité Olímpico Español ) un gruppo di aiuto agli atleti che sarebbero andato alle Olimpiadi; l´ADO, che fornisce soldi e mezzi a quelli che si preparano per i giochi.
Non vi dico neppure che per decadi il capo del COE è stato un ex-franchista di quelli catalani, ricchi e tosti.

Beh.... Abbiamo esperienze dirette, no? Mendieta e De la Pena, fenomeni in Spagna e nulli alla Lazio....

già     ed anche Farinós, i fratelli Rouger e Gerard López Segú ( ex Barça )

[borges]

http://www.gazzetta.it/Ciclismo/08-02-2012/longo-marito-arrestato-avrebbe-comprato-epo-81275238056.shtml

[DinoRaggio]

Gli spagnoli non l'hanno presa bene.

Dalla "rosea" odierna

[nestorburma]

14 Febbraio 2012 15:18 SPORT

(ANSA) - MADRID - Il ministro dello Sport spagnolo Jose' Ignacio Wert ha ammesso che il paese ha ''un problema'' con il doping, ed ha annunciato una imminente riforma al riguardo ''in modo da riaffermare il nostro impegno, con tutte le misure necessarie, in questa direzione''. Il governo - ha aggiunto - intende soddisfare ''tutte le esigenze di armonizzazione del Codice Mondiale Antidoping'', una questione ''di capitale importanza anche in vista della candidatura di Madrid'' alle Olimpiadi del 2020.


http://www.tennisworlditalia.com/blog/2010/10/11/nadal-e-il-doping-tanta-documentazione-molti-sospetti-pochi-fatti/

Un bell'articolo di un anno e mezzo fa in cui risalta (per me) un nome: Julio Tous