Autore Topic: Igli Tare, il biondo greco  (Letto 168230 volte)

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Offline robylele

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Re:Igli Tare
« Risposta #1040 : Martedì 8 Ottobre 2019, 11:04:59 »

Quando percularizzo certe espressioni non mi riferisco necessariamente all’attuale dirigenza ma anche a certo tipo di poetica che si diffonde nell'ambiente.

PS Quando la smetterai di invocare vergogna verso un interlocutore che dice cose che possono piacerti poco farai una piccola cortesia personale e anche grosso passo avanti per l’umanità.
Con i sensi della mia più alta stima.

Questo tipo di poetica... per me semlicemente percularizzi chi non la pensa come te. E questo lo penso da sempre.

Scusa per il termine vergogna, un pò troppo forte (a proposito di esagerazioni del tifoso) in realtà invocavo anche un pur minimo arrossamento delle gote ogni qual volta si é costretti a sminuire i trionfi della S.S.Lazio con la scusa del realismo che, non si sa perché, vorresti che si facesse sempre più strada. Anche se a fatica.

Eppure di realisti siete già in parecchi, non credo che tu ti senta solo.

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
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Re:Igli Tare
« Risposta #1041 : Martedì 8 Ottobre 2019, 11:07:54 »
Dai, si capisce lontano un miglio che a te rode parecchio se abbiamo giocatori in rosa che valgono parecchio.
E' tutto qui. Il resto sono esercizi stilistici.
Perchè, mi chiedo, si devono scrivere sciocchezze del genere al riguardo degli altri utenti? Non ci si può limitare alle proprie opinioni, senza invadere la sfera personale altrui con questo tipo di giudizi? A che serve nell'economia di un discorso sostenere queste idiozie nei confronti della controparte con cui si sta dialogando?
Se tutti ci mettessimo a discutere di cosa si capisce lontano un miglio delle opinioni altrui si parlerebbe solo di questo.
Capisco che quando non si hanno più argomenti validi da portare alla discussione, pur di scrivere qualcosa, ci sui rifugia nel pettegolezzo, ma almeno che non diventi prassi consolidata.


Ci accodiamo all'ultimo post per comunicare che i post relativi alla vicenda che coinvolge l'UEFA sono stati spostati nel topic apposito. Qui invitiamo a tornare IN TOPIC, ricordando che il topic è l'operato di Igli Tare e non la modalità di tifo degli altri utenti.
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#liberalaLazio

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Re:Igli Tare
« Risposta #1042 : Martedì 8 Ottobre 2019, 17:44:12 »
Per la rubrica "approfondiamo le cazzate"

Ieri ho avuto modo di citare un articolo di tale Michele Bosco (Specializzato in sport management e marketing, fondatore della Media House Fanism e del magazine Virtual14)
apparso sul Foglio di sabato scorso, in cui si presentava INTER-JUVE come qualcosa di più di un match tra le due grandi del calcio italiano ma come un confronto tra nuovi modello di comunicazione che va molto al di là di quanto accade in campo, Perché vincere è l’unica cosa che conta, o forse non più.
Ne riporto alcuni brani

I tifosi si chiederanno perché proprio io. Perché condividiamo la stessa ambizione, il coraggio, la fame e la determinazione”. Le parole del mister nerazzurro Antonio Conte, attore protagonista del contenuto con cui viene presentato, che va molto oltre il normale annuncio di un neo-allenatore, hanno anticipato quel #NOTFOREVERYONE che accompagna la campagna di branding del club curata dal Chief Marketing Officer Luca Danovaro, e rappresentano al meglio la potenza di un racconto ben strutturato che trasmette emozioni forti, stimolando la fedeltà e il processo di identificazione, lavorando sulla fiducia e favorendo l’immedesimazione, per trarre profitto dalla passione, cogliendo l’attenzione dei fan per farne clienti, instaurando con loro una relazione duratura che porti alla monetizzazione.

Inter Media House, celebrando i suoi due anni di vita, a dare i numeri: nata per assecondare e rafforzare il sentimento di milioni di tifosi, permettendo loro di essere in contatto costante coi propri eroi e di vivere esperienze uniche in ogni momento e in qualsiasi posto, questo ibrido tra agenzia e redazione cresce nutrendosi della simbologia interista, anticipando un futuro che si materializza in piattaforme differenti da esplorare e conquistare giorno dopo giorno proprio attraverso le emozioni, la vera forza trainante per coinvolgere i fan, gli sponsor e generare nuovi spazi commerciali, unendo dati e contenuti, tecnologia e idee, nell’ecosistema nerazzurro. Un processo di cambiamento faticoso ma affascinante. Un mutamento culturale, una diversa impostazione mentale, che abbandona il pensiero laterale e si muove su una retta obliqua, nell’intersezione tra informazione, intrattenimento e comunicazione, in una narrazione che, tra il sacro e il profano che lega i tifosi alla squadra, ne racconta i miti e le storie, per fare del brand una religione, grazie alla disintermediazione”

Capita, così, che l’ambizione, il coraggio, la fame e la determinazione di un ex juventino come Conte siano individuati come tratti distintivi e caratterizzanti sui quali puntare per accomunare milioni di fedeli alla loro nuova guida, perché scocchi la scintilla dell’amore e continui il contagio dell’interismo. Il campo. Le vittorie. Le sconfitte. Ma, soprattutto, il modo di interpretare le partite. La rappresentazione dell’unione, dell’applicazione, per battere chiunque.

È stato Robert Faulkner, allora Chief Communications Officer della società di Suning, a dare maggiori dettagli, in un’intervista alla rivista Undici nel 2018: “Specialisti madrelingua, content manager, social media manager, addetti alla gestione lato CRM/marketing, figure di coordinamento sulla parte grafica. Una relazione continua con il mondo della televisione e un dialogo con il centro sportivo. Il progetto di Inter Media House e le strategie di brand positioning vanno di pari passo. Ogni singola interazione o contenuto parla del brand. Un’esperienza 7 giorni su 7, multipiattaforma, multi-device, multilingua, con lo sviluppo di una strategia di posizionamento e di monetizzazione nel medio e lungo periodo. Le squadre di calcio hanno un vantaggio competitivo rispetto agli altri brand, hanno una relazione unica con il proprio utente. Non c’è cliente più fidelizzato del tifoso di calcio. Su questo vantaggio competitivo impostiamo le logiche di Inter Media House, per diventare una società di intrattenimento. Se creo un bel contenuto con un top player ho più facilità a distribuirlo, quindi bisogna formare i calciatori a questo genere di nuova sensibilità. Non giocano più solamente in campo ma sono i nostri testimonial al di fuori, anche quando parlano con un giornale, o su un social media, o quando gestiscono un proprio account personale. Sono i primi evangelisti e rappresentanti della squadra e del brand. Vogliamo cambiare la cultura dell’azienda. Non succede in un attimo, ma avverrà”.

Ogni azienda è un media, cambia il modo di pensare. Come alla Juventus, che con #LIVEAHEAD prosegue il suo percorso in un’èra segnata dal cambiamento e da segnali di rottura con il passato, che iniziano dal brand, continuano con Cristiano Ronaldo e procedono spediti, tanto da essere di difficile comprensione per gli stessi fan, con la scelta di Maurizio Sarri per la panchina. Dall’immagine al campo, dallo stile di gioco al management, per una nuova identità di marca che sia globale. Andrea Agnelli lo aveva già spiegato nel 2016 a Sky Sport: “Gestire la Juventus nell’ultimo decennio è profondamente diverso. Oggi siamo una grande società con un fatturato di centinaia di milioni e centinaia di dipendenti. La nostra non è più una dimensione ludica, ma quella di una grande azienda, in uno dei pochi settori al momento in espansione. La società è bene impostata per reggere le sfide dei prossimi anni, poi si dovrà capire cosa accadrà nel calcio italiano ed europeo. Dobbiamo capire qual è il nostro modello, quale dev’essere la mission della serie A e stilare un piano per rimanere competitivi. Abbiamo molto da innovare”.

Per allargare gli orizzonti mediatici senza legarsi alla vittoria della Champions, i bianconeri puntano a intrattenere
Con l’arrivo di internet e delle nuove tecnologie è cambiato tutto nel calcio, che prima era un fenomeno mediaticamente esposto ma in modo passivo. Il percorso fatto negli ultimi anni ci ha portato nella classifica dei dieci club sportivi, non solo di calcio ma anche degli sport americani, che hanno sul digitale le audience maggiori a livello mondiale”. Come una media company, confermando la trasformazione, la Juventus è arrivata a comunicare in svariate lingue, con attività studiate per le singole aree geografiche. È in questo contesto, anche se a molti sembra impossibile, che si inserisce l’idea di puntare su Sarri e su tutto ciò che porta in dote l’ex allenatore di Napoli e Chelsea. Ed è lui, oggi, a sottolineare lo step successivo attualmente in atto, già dalle prime conferenze stampa: “Vogliamo diventare una squadra con una forte identità. Mi voglio divertire”, ha detto in conferenza stampa.

A prescindere dai progetti tecnici che si susseguiranno nel tempo, di conseguenza, sembra chiaro l’obiettivo di affiancare ai risultati, storicamente mai mancati, un approccio offensivo, un’idea di calcio che diventi un marchio identificativo della squadra e dell’azienda. Un’operazione di rottura che dimostra coraggio e lungimiranza, in nome di una differente cultura da instillare del dna dello juventinismo.

L’interismo e lo juventinismo, insieme, spiegano come l’industria dello sport stia anticipando tutti
Se l’influenza di Ronaldo è quella di un media dalla portata mondiale, di fatto, quella di Sarri è nello stile di gioco, perché sia leva di comunicazione e sinonimo di identità di marca, con lo scopo di intercettare audience
calcisticamente vergini, facendone tifosi bianconeri, prima, e clienti fedeli, poi. Allegri, un grande allenatore, ha portato vittorie e trofei, eppure i club hanno la necessità di generare profitto a prescindere dai risultati sportivi e dal cosiddetto player trading. Per andare oltre i confini italiani, per allargare i propri orizzonti mediatici senza legarsi alla vittoria della Champions League, che pure resta l’obiettivo dichiarato della dirigenza bianconera, la Juventus punta sul divertimento, sull’intrattenimento.

Una scelta che si aggiunge alla sperimentazione sulle maglie, con l’abbandono (quest’anno) delle (classiche) strisce per la prima e con il rosso come colore dominante per la seconda, ma anche alla richiesta di giocare spesso alle 15 o all’investimento in una nuova branch a Hong Kong. Il processo è lineare: farsi notare da platee vastissime, appassionarle con un calcio attraente oltre che vincente e sfruttare i nuovi canali che la

E allora Inter contro Juve e Conte contro Sarri, ma l’interismo e lo juventinismo, insieme, spiegano come l’industria dello sport stia anticipando tutti, indicando la strada per sfruttare al meglio l’evoluzione, tra fede e disintermediazione. Perché vincere non è più l’unica cosa che conta.




Buona lettura e ci vediamo per qualche scambio di opinione
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geddy

Re:Igli Tare
« Risposta #1043 : Martedì 8 Ottobre 2019, 18:16:38 »
Si,  se Sarri non vince niente lo confemano. Certo.

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Re:Igli Tare
« Risposta #1044 : Martedì 8 Ottobre 2019, 19:11:55 »
Alla Juventus se non vinci nn ti esonerano...ti CACCIANO....all'Inter hanno preso Conte per vincere.

Zapruder

Re:Igli Tare
« Risposta #1045 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 02:06:36 »
Alla Juventus se non vinci nn ti esonerano...ti CACCIANO....all'Inter hanno preso Conte per vincere.

Ma no, domenica sera a San Siro era pieno di interisti che uscivano dallo stadio felici per il brand positioning e la disintermediazione.

Fish, ho letto tutto quel delirio, scritto in un linguaggio da marketingaro col codino di trent'anni fa.

Dice, in sostanza, che bisogna sfruttare il marchio, cioè fare soldi, tenendo conto dei nuovi mercati e dei nuovi media. Dice anche che vincere resta la base per poter valorizzare il marchio.

Anni fa si giocò un torneo estivo con club importanti e qualche imbucato sulla costa orientale degli USA, dove come ben sai gli italoamericsni abbondano.

Manchester United contro (mi pare) Real Madrid fecero 115.000 spettatori, battendo il record di presenze dello stadio in cui giocarono. Non di presenze calcistiche: di presenze. Compreso football, baseball, tutto.

Inter-asroma non arrivarono a 20.000. O gli altri 95.000 stavano tutti coi pargoli alle famose scuole calcio romaniste in Florida, oppure non gliene fregava una mazza. Scegli l'ipotesi più verosimile.

Offline robylele

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Re:Igli Tare
« Risposta #1046 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 11:32:05 »
Ma...ho capito male ma quello che vuole fare l'Inda é una sorta di Rivoluzione Culturale tipo Sabatini-Luisenrique-PupoBaldini?

Così fosse mi domando chi potrebbe sostituire Antonio Conte una volta che il progetto non decollasse subito e Conte tornasse in P.L. a rimettere la chiesa al centro del villaggio di Manchester.

Tornando a Tare, credo che il suo lavoro potrebbe passare dal buono all'ottimo se fosse già al lavoro per Gennaio.
Credo se ne sia accorto anche lui che un paio di tasselli per far rifiatare qualche titolare dall'età non più verde servono eccome.

A meno che non si sia deciso, più o meno inconsciamente, di lasciar perdere due tornei su tre e concentrarsi solo sul sorpasso alle spese dell'Atalanta a Maggio 2020.

Ma lasciarsi solo una porta aperta in genere non porta benissimo, quindi spero che Tare si dia da fare sin da subito.

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Re:Igli Tare
« Risposta #1047 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:08:10 »
Il calcio italiano, dal 2006-2008 per più di un decennio, è entrato in una spirale di crisi economica, conseguenza della crisi ben più ampia che ha colpito il nostro Paese, facendo sì che quello che era "il campionato più bello del mondo" è arrivato ad essere il quarto in Europa, per potenzialità economica.
Squadroni come Juventus, Inter e Milan, anche se in anni alterni (la Juventus per il post-calciopoli, le milanesi, in fasi differenti, per crisi economica delle "fu" ricche proprietà) si sono molto ridimensionate, e solo i bianconeri hanno subito intrapreso un percorso di ricrescita sportiva veloce, mentre le altre due big hanno calato di molto la loro forza economica e sportiva; allo stesso tempo altri club storicamente  importanti (Roma, Napoli, Fiorentina, Lazio, Torino, Sampdoria) non hanno avuto, e non hanno, la forza per sostituirsi alle tre grandi "strisciate" nell'albo d'oro, per cui da 8 anni abbiamo un dominio juventino....in un contesto del genere, considerando le possibilità di introiti della Champions, più di un club ha adottato delle strategie di crescita compatibili con esigenze di bilancio e fair play finanziario...mentre roma e napoli, in maniera differente, hanno compiuto strategie di mercato che gli hanno cmq permesso di introitare tanti milioni per le quasi costanti partecipazioni in Champions, pur vincendo poco o nulla a livello sportivo, la Lazio ha adottato una strategia di mercato fatto di acquisti mirati di giocatori non pronti subito, e quindi con costi minori, ma che potevano gradualmente essere affidabili e funzionali, uniti ad acquisti, a costo limitato,di giocatori noti e forti che magari venivano da stagioni negative, e di giocatori forti già in rosa confermati: questo tipo di strategia ha permesso alla Lazio seppur in maniera lenta e graduale, di avere una costante competitività nella seppur povera serie A, una strategia di saggezza oculata e di piccoli passi, che di fatto ha garantito alla Lazio di posizionarsi tra la quarta (purtroppo quando i posti in CL erano tre...) e la sesta posizione nel range italiano, di fatto ottimizzando costantemente meglio di club simili quali Fiorentina, Torino, Sampdoria, Atalanta, Bologna, Genoa, e stando dietro alla Juventus e a roma e napoli che adottavano una startegia più aggresiva....migliorando le possibilità economiche in genere, della serie A, grazie anche alle nuove proprietà, le quali hanno adottato strategia più classiche viste in Italia, il modus operandi della Lazio di Lotito, fatto di offerte al ribasso, di trattative lente e pazienti, di ricerca del giocatore meno noto che sarebbe migliorato gradualmente, d fronte ad un ritrovato "risorgimento calcistico italiano", con società tornate a spendere con una certa facilità 15-20-25-30 e d anche 40 milioni, per giocatori già pronti, e non solo società di vertice (pensiamo a Cairo che a gennaio spende 18 milioni per Zaza e a settembre 25 per Verdi, Atalanta che spende 22 per zapata e 16 per Muriel, lo stesso Cagliari ecc. ecc....) ecco che, come conseguenza naturale, la Lazio, se non cambia le sue strategie di mercato, sarà destinata a retrocedere a livello sportivo, perchè magari per qualche anno certe società "bucheranno" certi acquisti, ma nel medio termine spendendo con più spavalderia certe cifre sul mercato, saranno cmq destinate ad accaparrarsi giocatori più noti ma soprattutto più pronti.
Il Milan ha bucato, forse quest'anno, l'Inter negli scorsi 2 campionati è stata in competizioni con Noi, seppur sempre vincente, ma già dal prossimo anno le due milanesi, il forte Napoli, la sbarazzina Fiorentina ed il Torino di Cairo, e la già superiore Atalanta, potranno avere una competitività agonistica di molto superiore alla nostra.
Come abbiamo cercato Noi di prevedere il ricambio in rosa di giocatori già maturi....con Cataldi, Jony, adenkaye, Vavro, Berisha....?
Non sono pessimista, ma realista, se la Lazio non torna a investire con facilità sul mercato sarà molto dura rimanere nelle prime sei...e si badi bene neanche più parlo delle prime 4...mettiamoci l'anima in pace Tutti Noi...continuando la politica societaria nel modo attuale siamo destinati solo a sperare che il campo stravolga le previsioni di partenza, a meno che Lotito o investa di più o cambi strategie di mercato, cambiando DS....ma nel complesso penso che nel prossimo futuro Juve Inter Milan Napoli Atalanta Fiorentina Torino e forse la stessa Roma siano destinate ad avere costantemente, almeno sulla carta, una potenzialità agonistica di partenza superiore alla nostra.

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Re:Igli Tare
« Risposta #1048 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:18:21 »
Il calcio italiano, dal 2006-2008 per più di un decennio, è entrato in una spirale di crisi economica, conseguenza della crisi ben più ampia che ha colpito il nostro Paese, facendo sì che quello che era "il campionato più bello del mondo" è arrivato ad essere il quarto in Europa, per potenzialità economica.
Squadroni come Juventus, Inter e Milan, anche se in anni alterni (la Juventus per il post-calciopoli, le milanesi, in fasi differenti, per crisi economica delle "fu" ricche proprietà) si sono molto ridimensionate, e solo i bianconeri hanno subito intrapreso un percorso di ricrescita sportiva veloce, mentre le altre due big hanno calato di molto la loro forza economica e sportiva; allo stesso tempo altri club storicamente  importanti (Roma, Napoli, Fiorentina, Lazio, Torino, Sampdoria) non hanno avuto, e non hanno, la forza per sostituirsi alle tre grandi "strisciate" nell'albo d'oro, per cui da 8 anni abbiamo un dominio juventino....in un contesto del genere, considerando le possibilità di introiti della Champions, più di un club ha adottato delle strategie di crescita compatibili con esigenze di bilancio e fair play finanziario...mentre roma e napoli, in maniera differente, hanno compiuto strategie di mercato che gli hanno cmq permesso di introitare tanti milioni per le quasi costanti partecipazioni in Champions, pur vincendo poco o nulla a livello sportivo, la Lazio ha adottato una strategia di mercato fatto di acquisti mirati di giocatori non pronti subito, e quindi con costi minori, ma che potevano gradualmente essere affidabili e funzionali, uniti ad acquisti, a costo limitato,di giocatori noti e forti che magari venivano da stagioni negative, e di giocatori forti già in rosa confermati: questo tipo di strategia ha permesso alla Lazio seppur in maniera lenta e graduale, di avere una costante competitività nella seppur povera serie A, una strategia di saggezza oculata e di piccoli passi, che di fatto ha garantito alla Lazio di posizionarsi tra la quarta (purtroppo quando i posti in CL erano tre...) e la sesta posizione nel range italiano, di fatto ottimizzando costantemente meglio di club simili quali Fiorentina, Torino, Sampdoria, Atalanta, Bologna, Genoa, e stando dietro alla Juventus e a roma e napoli che adottavano una startegia più aggresiva....migliorando le possibilità economiche in genere, della serie A, grazie anche alle nuove proprietà, le quali hanno adottato strategia più classiche viste in Italia, il modus operandi della Lazio di Lotito, fatto di offerte al ribasso, di trattative lente e pazienti, di ricerca del giocatore meno noto che sarebbe migliorato gradualmente, d fronte ad un ritrovato "risorgimento calcistico italiano", con società tornate a spendere con una certa facilità 15-20-25-30 e d anche 40 milioni, per giocatori già pronti, e non solo società di vertice (pensiamo a Cairo che a gennaio spende 18 milioni per Zaza e a settembre 25 per Verdi, Atalanta che spende 22 per zapata e 16 per Muriel, lo stesso Cagliari ecc. ecc....) ecco che, come conseguenza naturale, la Lazio, se non cambia le sue strategie di mercato, sarà destinata a retrocedere a livello sportivo, perchè magari per qualche anno certe società "bucheranno" certi acquisti, ma nel medio termine spendendo con più spavalderia certe cifre sul mercato, saranno cmq destinate ad accaparrarsi giocatori più noti ma soprattutto più pronti.
Il Milan ha bucato, forse quest'anno, l'Inter negli scorsi 2 campionati è stata in competizioni con Noi, seppur sempre vincente, ma già dal prossimo anno le due milanesi, il forte Napoli, la sbarazzina Fiorentina ed il Torino di Cairo, e la già superiore Atalanta, potranno avere una competitività agonistica di molto superiore alla nostra.
Come abbiamo cercato Noi di prevedere il ricambio in rosa di giocatori già maturi....con Cataldi, Jony, adenkaye, Vavro, Berisha....?
Non sono pessimista, ma realista, se la Lazio non torna a investire con facilità sul mercato sarà molto dura rimanere nelle prime sei...e si badi bene neanche più parlo delle prime 4...mettiamoci l'anima in pace Tutti Noi...continuando la politica societaria nel modo attuale siamo destinati solo a sperare che il campo stravolga le previsioni di partenza, a meno che Lotito o investa di più o cambi strategie di mercato, cambiando DS....ma nel complesso penso che nel prossimo futuro Juve Inter Milan Napoli Atalanta Fiorentina Torino e forse la stessa Roma siano destinate ad avere costantemente, almeno sulla carta, una potenzialità agonistica di partenza superiore alla nostra.
Sono abbastanza d'accordo, anche se tutto dipende sempre da un pallone che rotola, però.... però ti scordi la Coppa Italia, il trofeo che tutte le squadre che hai citato anelano di vincere, ma non ci riescono, "solo" la Lazio riesce a vincerla.......
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Re:Igli Tare
« Risposta #1049 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:22:53 »
Ho letto l’intervento di Zapruder e le sue – diciamo – perplessità, che sono anche le mie.

Ho riportato il pezzo che mi sembra interessante, nella convinzione che in ogni caso da altre parti certi ragionamenti, certi pensieri, certi progetti li fanno e li mettono anche in pratica. Segno di società che hanno grossi investimenti, una struttura di management articolata e una massa critica di tifosi enorme. Tutti elementi che si fatica a trovare nella Lazio, che pure non è una squadretta di provincia e ha la sua storia e il suo seguito.

Comunque, non sto qui a struggermi il cuore perché non abbiamo ancora la app che ci permette di dialogare con Luis Felipe la sera dopo cena. Davvero non ne sento il bisogno.

Quello che mi sembra molto interessante e attinente alla discussione è che un club di calcio è anche appartenenza, storia, passione, quindi storytelling, perché una storia e una passione vanno poi declinati nella realtà. E ogni anno questa realtà si rinnova con una nuova sfida e un nuovo obiettivo.

Secondo questo pezzo, questo hanno fatto Inter e Juventus quest’anno con l’ingaggio di nuovi allenatori e, ovviamente, di nuovi calciatori che accompagnino la spinta dei tifosi verso certi obiettivi, innanzitutto sportivi, e quindi commerciali.
Perché non c’è storytelling che funzioni senza un protagonista e una sfida. E dire che la nostra storia, così particolare e per certi versi maledetta, ben si presta a questo genere di elaborazioni e rappresentazioni. Posto che non c'è bisogno necessariamente di alimentare la bacheca dei trofei per costruire un sentimento che mette insieme milioni di tifosi.
Il mito del 74 per me è come il racconto del nonno sulla guerra in Abissinia, visto che avevo 7 anni. Mentre il mio mito personale, la battaglia che condivido con tanti tifosi laziali, è stata una partita giocata all'Olimpico che valeva la salvezza dalla serie C. Non è roba che aggiorna l'albo d'oro. Chinaglia, Fiorini, Signori, anche Immobile, questo serve e questo basta.

Insomma, un ottimo ristorante è quello che ha un servizio impeccabile e pietanze da leccarsi i baffi. Non quello dove si mangia bene ma il cameriere ti prende a male parole (e dire che da noi spadroneggia ancora La Parolaccia, dove – ahimé – non sono mai stato).

Anni fa fu provata anche qui una cosa del genere da queste parti e con questa proprietà. L'ingaggio Bielsa fu una cosa da tutti salutata con stupore, meraviglia e approvazione. Lo stesso stupore e la stessa meraviglia che ci fu per come andò a finire quella vicenda, ma la società non ebbe colpa. In ogni caso, nessuno sa come sarebbe andata a finire sul campo (vi prego di avere meno certezze), ma avremmo catalizzato l'attenzione di tutti, in Italia e nel mondo.
Si, caro Robylele, anche noi avremmmo fatto la nostra rivoluzione culturale.

A proposito: consigli per la società? Nessuno.
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Re:Igli Tare
« Risposta #1050 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:25:25 »
Sono abbastanza d'accordo, anche se tutto dipende sempre da un pallone che rotola, però.... però ti scordi la Coppa Italia, il trofeo che tutte le squadre che hai citato anelano di vincere, ma non ci riescono, "solo" la Lazio riesce a vincerla.......
Infatti la Lazio, oggettivamente, è la la squadra che ha vinto di più dopo la Juventus, ed i trofei, che fanno storia e godimento (ho goduto per un'estate intera e tutt'ora quando vedo la coccarda...), io faccio un discorso di competitività di partenza, ma nessuno tocchi i Trofei, che in questo mare di chiacchere da bar dello sport globale, tv radio stadio e tifosi sul web, sono quello che conta per la storia della nostra Lazio.
Mio figlio di 7 anni a scuola mette tutti in riga, sfoggiando tute maglie e giacche della Lazio, ed agli amichetti juventini ancora gli ricorda la finale di supercoppa vinta per 3-2, aveva 5 anni e la ricorda come fosse ieri.
Sono due discorsi separati.

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Re:Igli Tare
« Risposta #1051 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:32:41 »
Infatti la Lazio, oggettivamente, è la la squadra che ha vinto di più dopo la Juventus, ed i trofei, che fanno storia e godimento (ho goduto per un'estate intera e tutt'ora quando vedo la coccarda...), io faccio un discorso di competitività di partenza, ma nessuno tocchi i Trofei, che in questo mare di chiacchere da bar dello sport globale, tv radio stadio e tifosi sul web, sono quello che conta per la storia della nostra Lazio.
Mio figlio di 7 anni a scuola mette tutti in riga, sfoggiando tute maglie e giacche della Lazio, ed agli amichetti juventini ancora gli ricorda la finale di supercoppa vinta per 3-2, aveva 5 anni e la ricorda come fosse ieri.
Sono due discorsi separati.
Si, è che volevo anticipare la solita opposizione che arriva a banalizzare certi discorsi.
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« Risposta #1052 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:34:07 »
interessante il tuo post, gentlemen. ;)
Però non ho capito come si tramuta in un sorpasso viola essere ''sbarazzina''.

Quali sono gli investimenti dell'asroma ora che in C.L. non c'é andata e difficilmente ci tornerà a breve, a parte gli innumerevoli prestiti onerosi da parte di club più ricchi e titolati che rivorranno indietro il proprio tesserato dovesse andare bene.

Come si inquadra l'operato del Cagliari in vista di un difficile sorpasso ai nostri danni se spende solo se vende il suo pezzo più pregiato e che quindi lo perde in maniera definitiva, sostituendolo con un ex giocatore e un prestito juventino.

Come facciamo a spaventarci di un Cairo che spende 47 ml. per zaza e verdi.
Forse sono strano io, però da avversario a me piacciono questi affari. Comunque non mi spaventano.
Anche perché se c'é la convinzione della valenza di un giocatore anche la Lazio riesce a investire 47 ml. per Correa, Acerbi e Vavro.

Non sarei così preoccupato, forse aiutato dal fatto che di progetto-Genoa, progetto-Fiorentina, progetto-asroma di dibenedetto, progetto-Milan...ne sento parlare da anni e anni.
L'unico centro l'hanno fatto a Bergamo. Società sana, terzi l'anno scorso, terzi oggi.
E non dico sia poco, perché anche quell'unico centro potrebbe di nuovo impedirci di andare in C.L. e fare il famoso salto di qualità.
Ma é già successo.
Il prossimo anno beato chi c'ha un occhio.



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Re:Igli Tare
« Risposta #1053 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:37:57 »
Un altra cosa...lasciando perdere l'albo d'oro ed i piazzamenti...visto che il Calcio è soprattutto passione...ma quanti anni sono che la tifoseria Laziale non vibra per una trattativa che fa sognare, o magari va all'areoporto per accogliere un campione....?
Io, con tutto il rispetto che ho per Tare e Lotito, ritengo che bisogna cambiare qualcosa nelle nostre startegie di mercato, il livello del calcio italiano si sta rialzando, rischiamo di rimanere dietro ad almeno 6-7 squadre.

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Re:Igli Tare
« Risposta #1054 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:44:31 »
nessuno sa come sarebbe andata a finire sul campo (vi prego di avere meno certezze), ma avremmo catalizzato l'attenzione di tutti, in Italia e nel mondo.
Si, caro Robylele, anche noi avremmmo fatto la nostra rivoluzione culturale.

ti prego di avere meno certezze.
Per ora mi accontento di un'Atalanta-Lazio vista (in Italia, ovvio) dal doppio dei telespettatori della finale di C.L.(sempre in Italia chiaramente).

Nessuna risonanza a livello mondiale.
Ma temo che pure chi ha allenato Bielsa negli ultimi 3 anni e chi alleni oggi (se allena) non sia in cima ai pensieri di chi segue il calcio.

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Re:Igli Tare
« Risposta #1055 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 12:49:37 »
Un altra cosa...lasciando perdere l'albo d'oro ed i piazzamenti...visto che il Calcio è soprattutto passione...ma quanti anni sono che la tifoseria Laziale non vibra per una trattativa che fa sognare, o magari va all'areoporto per accogliere un campione....?
Io, con tutto il rispetto che ho per Tare e Lotito, ritengo che bisogna cambiare qualcosa nelle nostre startegie di mercato, il livello del calcio italiano si sta rialzando, rischiamo di rimanere dietro ad almeno 6-7 squadre.
Tu dici che bisognerebbe infiammare la fantasia dei tifosi?
Durmisi non infiamma?
Ma pensi che a Lotito e Tare freghi qualcosa di infiammare la fantasia dei tifosi in quel modo?
Loro sono dei ragionieri, con tutto il rispetto della fantasia dei ragionieri, citofonare Fantozzi Ugo. La cosa divertente è che poi ogni tanto si lamentano pure della poca partecipazione dei tifosi. Caspita sono gli inventori della "passione fredda".....
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

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Re:Igli Tare
« Risposta #1056 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 13:13:51 »
Tu dici che bisognerebbe infiammare la fantasia dei tifosi?
Durmisi non infiamma?
Ma pensi che a Lotito e Tare freghi qualcosa di infiammare la fantasia dei tifosi in quel modo?
Loro sono dei ragionieri, con tutto il rispetto della fantasia dei ragionieri, citofonare Fantozzi Ugo. La cosa divertente è che poi ogni tanto si lamentano pure della poca partecipazione dei tifosi. Caspita sono gli inventori della "passione fredda".....
Lo scorso anno ero al San Paolo a Napoli-Lazio con dei miei cugini, tutti tifosi del Napoli....una mia cugina mi chiede chi è quel nostro giocatore tutto biondo(Patric) che non conosce....gli ho risposto..."un bel ragazzo"..... :D :D

Zapruder

Re:Igli Tare
« Risposta #1057 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 13:18:30 »
Tu dici che bisognerebbe infiammare la fantasia dei tifosi?
Durmisi non infiamma?
Ma pensi che a Lotito e Tare freghi qualcosa di infiammare la fantasia dei tifosi in quel modo?
Loro sono dei ragionieri, con tutto il rispetto della fantasia dei ragionieri, citofonare Fantozzi Ugo. La cosa divertente è che poi ogni tanto si lamentano pure della poca partecipazione dei tifosi. Caspita sono gli inventori della "passione fredda".....

Nell'estate 1998 arrivarono Vieri, Sergio Conceição, Mihajlovic, Salas, Fernando Couto e Stankovic, quest'ultimo scippato ai cugini scemi con un colpo di mano da urlo.

L'unica corsa all'aeroporto, con tanto di recinzioni sfondate, i laziali la fecero per De la Peña.

Abbiamo il fiuto di un'ameba fossile. Un vecchio proverbio indiano dice "Quando tifoso Lazio batte mani, tu gratta colleoni."

Del resto, a Chinaglia calciatore fu dedicato un bidone della monnezza, non scordiamolo mai.

L'incoscienza della Lazio.

Lascia lavorare chi sta al timone: con uno qualsiasi di noi alla guida, saremmo falliti da un pezzo. Chi vive di speranza muore cantando, anzi sarebbe preferibile la versione leggermente modificata e più cruda del detto, come lo esplicava un mio parente, ma non lo scrivo per educazione.

Offline robylele

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Re:Igli Tare
« Risposta #1058 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 13:25:53 »
Io mi infiammo pensando che giocano nella Lazio Luis Alberto, Milinkovic Savic, Correa, Immobile, Acerbi e Lucas Leiva.
Gli andrei a prendere pure all'aeroporto se non fosse che già stanno qui.

Però mi piacerebbe un bagno di folla tipo Cicinho o anche solo un bagnetto di folla tipo Mancini o l'armeno in prestito ma, evidentemente, alla nostra dirigenza non interessa infiammarmi prima.

Lo scorso anno ero al San Paolo a Napoli-Lazio con dei miei cugini, tutti tifosi del Napoli....una mia cugina mi chiede chi è quel nostro giocatore tutto biondo(Patric) che non conosce....gli ho risposto..."un bel ragazzo"..... :D :D

Per la par condicio voglio chiedere a mia cugina laziale se conosce Ciciretti, Gianluca Gaetano e Leandrinho.    ;)



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Re:Igli Tare
« Risposta #1059 : Mercoledì 9 Ottobre 2019, 14:21:05 »
Nell'estate 1998 arrivarono Vieri, Sergio Conceição, Mihajlovic, Salas, Fernando Couto e Stankovic, quest'ultimo scippato ai cugini scemi con un colpo di mano da urlo.

L'unica corsa all'aeroporto, con tanto di recinzioni sfondate, i laziali la fecero per De la Peña.

Abbiamo il fiuto di un'ameba fossile. Un vecchio proverbio indiano dice "Quando tifoso Lazio batte mani, tu gratta colleoni."

Del resto, a Chinaglia calciatore fu dedicato un bidone della monnezza, non scordiamolo mai.

L'incoscienza della Lazio.

Lascia lavorare chi sta al timone: con uno qualsiasi di noi alla guida, saremmo falliti da un pezzo. Chi vive di speranza muore cantando, anzi sarebbe preferibile la versione leggermente modificata e più cruda del detto, come lo esplicava un mio parente, ma non lo scrivo per educazione.
La questione non è circoscritta alla gita a Fiumicino. Ovviamente.
Il discorso verteva su qualcosa di più articolato.
Poi sul fatto che nessuno potrebbe fare meglio, la smentita viene dagli stessi attuali timonieri, prima di diventare timonieri non erano nessuno, erano chiunque, eppure bene o male stanno lavorando, perchè qualcun altro al loro posto non potrebbe fare meglio? Ma mica so' dei premi Nobel eh!
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