Cappuccino cornetto e marione...

[disabitato]

È qui che urla "eunuchi indegni!"?

 

ora finisco con bersani, galoperia e rossi e poi il buon max

grazie mille per la chicca!

[Il frigorifero]

Non lo so, ma c'è un "inutili secchi di letame", mi pare. Nel frattempo:


"A Mario questi ce devono pensà alla gente come me. Io ho speso 2'000 dollari pe' venimme a vedè lo scudetto der 2001. Abito in australia. Questi nun se rendono conto de che portata c'ha sta sconfitta. Io so annato a lavoro, er giorno dopo, ce stavano tutti i colleghi australiani che me dicevano 'uno a zero'!!! In australia!!! PURE I CANGURI PE' I CAMPI ME STANNO A PIJA PER CULO!!! A STRONZI INDEGNIIIIIII"



"PORCO +++ . DA OGGI UNA BESTEMMIA AL MATTINO E UNA ALLA SERA FINCHE' NON SE VINCE UN DERBY IN FINALE PURE NOI!!"


"Io se solo guardo la faccia di quel balzaretti mi viene da ficcarglielo in culo senza vasella. Altro che parigi."


"RIPORTATE ER BOEMO E DIFENNETELO INVECE DE LASCIALLO ABBANDONATO A STI FROCI DE MERDA COATTI TIPO OSVALDO!!! MAGARI MORI DOMANI TE E TU FIJO"


"PALLOTTA SEI UN BASTARDO CANE!!! I LAZZIESI CI BLASTERANNO A VITA PER COLPA TUA!!!! PEZZO DI MERDA!!!"


"Mi mangerei i coglioni di Andreazzoli a pranzo. +++ canaglia!"

[Kebab]

 PURE I CANGURI PE' I CAMPI ME STANNO A PIJA PER CULO!!! A STRONZI INDEGNIIIIIII"

 

[disabitato]

[disabitato]

Aspri è vivo?

[Il frigorifero]

Non si trova. Datemi una mano!

[borgorosso]

Aspri è vivo?

più dellà che de qua.
un po' come tutti loro 

[J G]

Comunque sono impagabili nella loro incoerenza. Se la prendono con tutti in societa' meno con i loro due idoli che sono andati in campo ed in teoria avrebbero dovuto trascinarli al successo. Se avessero vinto vinto  invece si sarebbero sprecati i peana al fesso e al barbuto. 

[Matita]

Aspri è vivo?

Ne ho bisogno. Si trova qualche file ?

[Il frigorifero]

Dal Blog di uno di questi pezzenti, tanto per farvi vedere come stanno.

ARTICOLO

Solo la rabbia può emettere le parole che la vergogna vorrebbe tacere. Eccoci qui, dunque. Ora, purtroppo, conosciamo l'esito, l'incubo si è avverato: ha vinto il poco contro il nulla assoluto. Andreazzoli, nella sua prima conferenza stampa, ci aveva detto che voleva insegnare ai suoi il dolore della sconfitta: questo può essere considerato l'unico obiettivo della stagione raggiunto. Impossibile stabilire quale sia stata la cosa più dolorosa: l'assenza di un'identità di gioco (dopo quasi 4 mesi di lavoro), la morbidezza dei passaggi, il tocco di suola in sostituzione della ferocia, lo stolido bullismo di Osvaldo (peraltro dopo 20 minuti di nulla), la Coppa Italia sollevata da Mauri e Biava, Piazza del Popolo in mano a quattro poveri disgraziati che non potevano riscattare la semioscurità col pallido colore delle bandiere, l'espressione gonzamente tronfia di Lotito (il suo tirare a campare a fave e pecorino, la sua demagogia infarcita di latinorum di basso cabotaggio, i suoi giochini in Lega hanno vinto finora contro gli scienziati del marketing e i pensatori inquieti). I peggiori anni della nostra vita, come subito ha chiosato Zampa. Questa partita era tutto: dominio cittadino, titolo, stella, contesa della Supercoppa alla Juve, Europa League, introiti economici e visibilità, salvataggio di due stagioni fallimentari e, cosa ancora più importante, una vittoria su cui poter costruire tutto, la prova per tifosi e giocatori che nulla può esserci precluso. E invece siamo riusciti a perdere contro dei puffi incarogniti. Non ci hanno giovato nemmeno quei tifosi laziali che, sentendo la parola derby e pensando dunque a Lazio – Inter, hanno, come d'abitudine, minacciato i loro giocatori incitandoli alla sconfitta. Forse dopo avranno chiarito l'equivoco. Una domanda per i laziali (non quelli con la coppa in mano, ma quelli che circolano dentro Trigoria come Achei spietati): cosa ci avete lasciato della Roma, della nostra Roma? Forse questo: durante la partita, ero giallo per il livore; al fischio finale, ero rosso per la vergogna. Cosa può nascere da queste macerie? Il progetto giovani ormai è fallito, la pazienza è finita. Peraltro, come notato già tempo fa da Valdiserri, nel dopo Zeman c'è stata una pazzesca involuzione dei nostri migliori giovani. Per non parlare dello stato in cui vessa la Primavera. L'unico modo per uscirne e vincere, così come successo con Liedholm e Capello, è prendere dei giocatori veri e, soprattutto, un grandissimo allenatore. Non uno che – come successo alla vigilia della partita contro il Parma all'Olimpico – affermi candidamente che se non fosse per il dovere di giocare una partita la domenica, sarebbe felice come un bambino. Semmai uno che tragga la ragione della propria esistenza esclusivamente dalla partita che deve giocare. E poi un'altra cosa, fondamentale, la madre di tutte le cose: la dirigenza è da azzerare. E' lì l'origine di tutti i mali. Solo un esorcismo può salvarci. Ma chi fra questi dirigenti può praticarlo? Come può Satana scacciare Satana? Fino a ieri non mi spiegavo l'espressione vagamente sofferente della lupa del nuovo logo. Adesso ho capito.

[zorba]

Immagini da ammirare una accanto all'altra per apprezzarne il contenuto e per perpetuare l'immensa goduria senza fine.....

 

[lazio_alè]

Dal Blog di uno di questi pezzenti, tanto per farvi vedere come stanno.

ARTICOLO

Solo la rabbia può emettere le parole che la vergogna vorrebbe tacere. Eccoci qui, dunque. Ora, purtroppo, conosciamo l'esito, l'incubo si è avverato: ha vinto il poco contro il nulla assoluto. Andreazzoli, nella sua prima conferenza stampa, ci aveva detto che voleva insegnare ai suoi il dolore della sconfitta: questo può essere considerato l'unico obiettivo della stagione raggiunto. Impossibile stabilire quale sia stata la cosa più dolorosa: l'assenza di un'identità di gioco (dopo quasi 4 mesi di lavoro), la morbidezza dei passaggi, il tocco di suola in sostituzione della ferocia, lo stolido bullismo di Osvaldo (peraltro dopo 20 minuti di nulla), la Coppa Italia sollevata da Mauri e Biava, Piazza del Popolo in mano a quattro poveri disgraziati che non potevano riscattare la semioscurità col pallido colore delle bandiere, l'espressione gonzamente tronfia di Lotito (il suo tirare a campare a fave e pecorino, la sua demagogia infarcita di latinorum di basso cabotaggio, i suoi giochini in Lega hanno vinto finora contro gli scienziati del marketing e i pensatori inquieti). I peggiori anni della nostra vita, come subito ha chiosato Zampa. Questa partita era tutto: dominio cittadino, titolo, stella, contesa della Supercoppa alla Juve, Europa League, introiti economici e visibilità, salvataggio di due stagioni fallimentari e, cosa ancora più importante, una vittoria su cui poter costruire tutto, la prova per tifosi e giocatori che nulla può esserci precluso. E invece siamo riusciti a perdere contro dei puffi incarogniti. Non ci hanno giovato nemmeno quei tifosi laziali che, sentendo la parola derby e pensando dunque a Lazio – Inter, hanno, come d'abitudine, minacciato i loro giocatori incitandoli alla sconfitta. Forse dopo avranno chiarito l'equivoco. Una domanda per i laziali (non quelli con la coppa in mano, ma quelli che circolano dentro Trigoria come Achei spietati): cosa ci avete lasciato della Roma, della nostra Roma? Forse questo: durante la partita, ero giallo per il livore; al fischio finale, ero rosso per la vergogna. Cosa può nascere da queste macerie? Il progetto giovani ormai è fallito, la pazienza è finita. Peraltro, come notato già tempo fa da Valdiserri, nel dopo Zeman c'è stata una pazzesca involuzione dei nostri migliori giovani. Per non parlare dello stato in cui vessa la Primavera. L'unico modo per uscirne e vincere, così come successo con Liedholm e Capello, è prendere dei giocatori veri e, soprattutto, un grandissimo allenatore. Non uno che – come successo alla vigilia della partita contro il Parma all'Olimpico – affermi candidamente che se non fosse per il dovere di giocare una partita la domenica, sarebbe felice come un bambino. Semmai uno che tragga la ragione della propria esistenza esclusivamente dalla partita che deve giocare. E poi un'altra cosa, fondamentale, la madre di tutte le cose: la dirigenza è da azzerare. E' lì l'origine di tutti i mali. Solo un esorcismo può salvarci. Ma chi fra questi dirigenti può praticarlo? Come può Satana scacciare Satana? Fino a ieri non mi spiegavo l'espressione vagamente sofferente della lupa del nuovo logo. Adesso ho capito.

La loro storia è TUTTA qui!

[BobLovati]

poi quando dico che ce servono vivi qualcuno nun ce vo´ crede   

[disabitato]

quello nato da lombi saggi è ancora di questo mondo?

[DinoRaggio]

A richiesta

[foreverlazio]

Dal Blog di uno di questi pezzenti, tanto per farvi vedere come stanno.

ARTICOLO

Solo la rabbia può emettere le parole che la vergogna vorrebbe tacere. Eccoci qui, dunque. Ora, purtroppo, conosciamo l'esito, l'incubo si è avverato: ha vinto il poco contro il nulla assoluto. Andreazzoli, nella sua prima conferenza stampa, ci aveva detto che voleva insegnare ai suoi il dolore della sconfitta: questo può essere considerato l'unico obiettivo della stagione raggiunto. Impossibile stabilire quale sia stata la cosa più dolorosa: l'assenza di un'identità di gioco (dopo quasi 4 mesi di lavoro), la morbidezza dei passaggi, il tocco di suola in sostituzione della ferocia, lo stolido bullismo di Osvaldo (peraltro dopo 20 minuti di nulla), la Coppa Italia sollevata da Mauri e Biava, Piazza del Popolo in mano a quattro poveri disgraziati che non potevano riscattare la semioscurità col pallido colore delle bandiere, l'espressione gonzamente tronfia di Lotito (il suo tirare a campare a fave e pecorino, la sua demagogia infarcita di latinorum di basso cabotaggio, i suoi giochini in Lega hanno vinto finora contro gli scienziati del marketing e i pensatori inquieti). I peggiori anni della nostra vita, come subito ha chiosato Zampa. Questa partita era tutto: dominio cittadino, titolo, stella, contesa della Supercoppa alla Juve, Europa League, introiti economici e visibilità, salvataggio di due stagioni fallimentari e, cosa ancora più importante, una vittoria su cui poter costruire tutto, la prova per tifosi e giocatori che nulla può esserci precluso. E invece siamo riusciti a perdere contro dei puffi incarogniti. Non ci hanno giovato nemmeno quei tifosi laziali che, sentendo la parola derby e pensando dunque a Lazio – Inter, hanno, come d'abitudine, minacciato i loro giocatori incitandoli alla sconfitta. Forse dopo avranno chiarito l'equivoco. Una domanda per i laziali (non quelli con la coppa in mano, ma quelli che circolano dentro Trigoria come Achei spietati): cosa ci avete lasciato della Roma, della nostra Roma? Forse questo: durante la partita, ero giallo per il livore; al fischio finale, ero rosso per la vergogna. Cosa può nascere da queste macerie? Il progetto giovani ormai è fallito, la pazienza è finita. Peraltro, come notato già tempo fa da Valdiserri, nel dopo Zeman c'è stata una pazzesca involuzione dei nostri migliori giovani. Per non parlare dello stato in cui vessa la Primavera. L'unico modo per uscirne e vincere, così come successo con Liedholm e Capello, è prendere dei giocatori veri e, soprattutto, un grandissimo allenatore. Non uno che – come successo alla vigilia della partita contro il Parma all'Olimpico – affermi candidamente che se non fosse per il dovere di giocare una partita la domenica, sarebbe felice come un bambino. Semmai uno che tragga la ragione della propria esistenza esclusivamente dalla partita che deve giocare. E poi un'altra cosa, fondamentale, la madre di tutte le cose: la dirigenza è da azzerare. E' lì l'origine di tutti i mali. Solo un esorcismo può salvarci. Ma chi fra questi dirigenti può praticarlo? Come può Satana scacciare Satana? Fino a ieri non mi spiegavo l'espressione vagamente sofferente della lupa del nuovo logo. Adesso ho capito.

e chi sarebbe questo pezzo di mmme....ehm voglio dire questa penna illuminata???    jamo fatto male jamo fatto    dovete mori' tutti gonfi
 lanimadelimejomortacciaccivostra

[Il frigorifero]

A richiesta

Goduria suprema!!!

[Il frigorifero]

e chi sarebbe questo pezzo di mmme....ehm voglio dire questa penna illuminata???

L'articolo è sulla prima pagina di retesport.it .  L'autore è un coglionazzo che si firma "L'ascoltatore silenzioso" .

[BobLovati]

mi viene alla mente una frase di Tex Willer che, offeso da un giovane pellerossa che non sa della sua carica di capo Navajo, dice: " Il capo dei Navajo, Aquila della notte, ascolta i latrati del giovane cucciolo di coyote ".
Come stanno ridotti e, soprattutto, non pèrdono mai quella caxxo d´abitudine de sputa´ per aria; e spesso, molto spesso, j´aricasca sulla testa.

Bene così; non c´è neppure bisogno di annientarli: lo fanno già da soli     

[Trilux]

Dal Blog di uno di questi pezzenti, tanto per farvi vedere come stanno.

ARTICOLO

Solo la rabbia può emettere le parole che la vergogna vorrebbe tacere. Eccoci qui, dunque. Ora, purtroppo, conosciamo l'esito, l'incubo si è avverato: ha vinto il poco contro il nulla assoluto. Andreazzoli, nella sua prima conferenza stampa, ci aveva detto che voleva insegnare ai suoi il dolore della sconfitta: questo può essere considerato l'unico obiettivo della stagione raggiunto. Impossibile stabilire quale sia stata la cosa più dolorosa: l'assenza di un'identità di gioco (dopo quasi 4 mesi di lavoro), la morbidezza dei passaggi, il tocco di suola in sostituzione della ferocia, lo stolido bullismo di Osvaldo (peraltro dopo 20 minuti di nulla), la Coppa Italia sollevata da Mauri e Biava, Piazza del Popolo in mano a quattro poveri disgraziati che non potevano riscattare la semioscurità col pallido colore delle bandiere, l'espressione gonzamente tronfia di Lotito (il suo tirare a campare a fave e pecorino, la sua demagogia infarcita di latinorum di basso cabotaggio, i suoi giochini in Lega hanno vinto finora contro gli scienziati del marketing e i pensatori inquieti). I peggiori anni della nostra vita, come subito ha chiosato Zampa. Questa partita era tutto: dominio cittadino, titolo, stella, contesa della Supercoppa alla Juve, Europa League, introiti economici e visibilità, salvataggio di due stagioni fallimentari e, cosa ancora più importante, una vittoria su cui poter costruire tutto, la prova per tifosi e giocatori che nulla può esserci precluso. E invece siamo riusciti a perdere contro dei puffi incarogniti. Non ci hanno giovato nemmeno quei tifosi laziali che, sentendo la parola derby e pensando dunque a Lazio – Inter, hanno, come d'abitudine, minacciato i loro giocatori incitandoli alla sconfitta. Forse dopo avranno chiarito l'equivoco. Una domanda per i laziali (non quelli con la coppa in mano, ma quelli che circolano dentro Trigoria come Achei spietati): cosa ci avete lasciato della Roma, della nostra Roma? Forse questo: durante la partita, ero giallo per il livore; al fischio finale, ero rosso per la vergogna. Cosa può nascere da queste macerie? Il progetto giovani ormai è fallito, la pazienza è finita. Peraltro, come notato già tempo fa da Valdiserri, nel dopo Zeman c'è stata una pazzesca involuzione dei nostri migliori giovani. Per non parlare dello stato in cui vessa la Primavera. L'unico modo per uscirne e vincere, così come successo con Liedholm e Capello, è prendere dei giocatori veri e, soprattutto, un grandissimo allenatore. Non uno che – come successo alla vigilia della partita contro il Parma all'Olimpico – affermi candidamente che se non fosse per il dovere di giocare una partita la domenica, sarebbe felice come un bambino. Semmai uno che tragga la ragione della propria esistenza esclusivamente dalla partita che deve giocare. E poi un'altra cosa, fondamentale, la madre di tutte le cose: la dirigenza è da azzerare. E' lì l'origine di tutti i mali. Solo un esorcismo può salvarci. Ma chi fra questi dirigenti può praticarlo? Come può Satana scacciare Satana? Fino a ieri non mi spiegavo l'espressione vagamente sofferente della lupa del nuovo logo. Adesso ho capito.

Traduco: sto impazzendo e schiumando rabbia, c’hanno detto che eravamo forti, invece siamo un branco di pippe dal punto di vista tecnico e inesistenti sul piano del carattere. Mi hanno alzato la coppa in faccia due giocatori di una squadra si calcio, la Lazio, costruita negli anni con oculatezza, mentre noi abbiamo gettato decine di milioni di euro per bidoni spacciati per campioni. Unicredit ed i finti americani nemmeno ci prendono più per il culo mettendoci dirigenti romani e romanisti ma ci spiattellano in faccia manager di bassa lega che se continua così la prossima colletta anziché al Sistina ci tocca farla al Circo Massimo.  Sto rosicando come un matto e, essendo romanista, non conosco l’ironia ma solo l’attacco frontale e volgare e reiterato nei riguardi della Lazio e dei suoi tifosi. Essendo romanista provengo da Alpha Trigoria, Galassia remota nella quale la mia squadra (che ha pure un logo del cazzo) deve vincere ed avere, di conseguenza, GRANDI allenatori e GRANDI dirigenti. Ma, dopo sta bastonata (dalla quale non mi riprenderò mai più), sono tornato nel Pianeta terra. Su Alpha Trigoria non ci sono psicologi ed io ne ho bisogno disperato, ma di uno bravo, ma popo bravo bravo, mica come Andreazzoli che...bla bla bla