Autore Topic: Cinema e propaganda (martellante)  (Letto 8341 volte)

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Offline cuchillo

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #40 : Mercoledì 11 Gennaio 2012, 17:03:01 »
Con i mirabili interventi di ErMatador e Franz_Kappa, questo topic sta prendendo una piega decisamente cuchilliana… ;D
Un topic che difficilmente dimenticherò…

Cominciamo da Enio Drovandi (attenzione, Enio non Ennio. Mi è sempre rimasto impresso questo nome). Devo dire che le mie associazioni più rapide sono due: il ruolo di Cecco il fotografo in “Sapore di mare” e il ruolo del vigile in “Amici miei – atto II” che, involontariamente, fa scoprire al Necchi (Renzo Montagnani) di essere stato cornificato dal mitico Renato Cecchetto (per lo scambio involontario di documenti di identità).
Al ruolo di “Iacocca” lo associo di meno. Di “Professione Vacanze” vidi solo un paio di puntate, infatti. Quella di esordio e quella con lo special guest (ce ne era uno a puntata) Claudio Amendola, che faceva la parte del calciatore Palombelli. Ma il tormentone “splendidi” lo ricordo bene.

Woodstock, al secolo Massimo Reale è, paradossalmente, quello che ha fatto più carriera, tra tutti gli studenti. Lo ricordo sicuramente in “La classe non è acqua” e in “4-4-2”. Ha fatto anche molta televisione. Ogni tanto lo pizzico. Ma sceneggiati e serie televisive non ne vedo da più di 20 anni, appunto. Insomma, è quella cui è andata meglio. 

Circa la frase di Chicco Lazzaretti, dovrei tirare giù quella puntata, la prima della prima serie. Nel mio splendido archivio ho solo la puntata del professore che cerca casa. Non ne ho altre.
Ma la frase era grosso modo quella. Puoi sbagliarti di una virgola. La ricordo per due motivi. Il primo è perché quella frase fu inserita nella pubblicità anticipatrice del telefilm. Il secondo è perché a scuola la si ripeteva spesso. Adesso non ce lo ricordiamo bene, ma perlomeno per i primi due anni, “I ragazzi della terza C” fu un grande successo popolare.   
Fabio Ferrari lo incontrai anche io, una quindicina di anni fa. Ognuno nella rispettiva automobile. In Via delle Terme di Caracalla.

Quella caratterista, sorella di Banfi nell’immenso “Al bar dello sport” è Annabella Schiavone. Io la associo anche alla moglie del sindaco (Alfredo Rizzo, altro mito della mia infanzia) ne “Il diavolo e l’acquasanta”. Ricordiamolo, Annabella Schiavone viene turlupinata da Tomàs Milian (il calciatore da poco ritiratosi, Bruno Marangoni) con le pastiglie dimagranti del Dottor Dervisci (“Quello che magni, te lo pisci” o qualcosa del genere).

Di Sandro Ghiani (ossia, il De Simone di “Fracchia la belva umana”), come molti sapranno, è l’ultima intervista di Marco Giusti nell’ultima serie di Stracult. Facile ritrovarla, per chi vorrà vederla. Ghiani ripercorre tutta la sua carriera, confidando, tra l’altro, che sul set di “Liquirizia” si era innamorato, non corrisposto, dell’aiuto-regista di Samperi: Susanna Tamaro.

Restando agli studenti, “Daniele” (Giacomo Rosselli) l’ho incontrato non più di 5 anni fa di fronte al Teatro dell’Orologio. Parlottava con gli impiegati del teatro. Forse è uno di casa, lì. Tra l’altro, ironia della sorte, andai a vedere un divertentissimo spettacolo sugli anni ’80 che si intitolava “Recital per un decennio”. 

Ma voglio chiudere con “Massimo” (Renato Cestié), il bambino-principe dei più grandi lacrima-movie italiani (“L’ultima neve di primavera”, “Il venditore di palloncini”, “L’albero dalle foglie rosa”). Pare sia un laziale fracico. Lo so perché negli anni ’90 aveva preso in gestione circoli sportivi di Monteverde. In particolare, una palestra in zona Gianicolense. Beh, potete immaginare, da uno che se la comandava, quanto facesse pesare il suo essere laziale. “Mio cuggino”, che frequentava la palestra, mi raccontò che dopo un derby vinto esultò (invece di incazzarsi) a un gavettone di acqua saponata fatto da un laziale a un romanista, nel cuore della palestra, senza curarsi, quindi, di eventuali danni ai macchinari o al fatto che qualcuno scivolasse.

Sempre restando a “Massimo”, le sue “mamme” (Dagmar Lassander nella prima serie, Martine Brochard nella seconda), beh, manco ve lo dico quanto le potevo amare.
Tra l’altro con la Brochard, addirittura protagonista, ho visto giusto un film pochi giorni fa: “Gatti rossi in un labirinto di vetro”. Decoroso.

Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Offline franz_kappa

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #41 : Mercoledì 11 Gennaio 2012, 17:10:20 »
[...]

Ah cuchillo... se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

Post spettacolare, meriterebbe almeno 6579 applausi.  ;D
Buon viaggio, caro Piero.

Aquilotta del Nord

Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #42 : Mercoledì 11 Gennaio 2012, 18:53:59 »
Tra i personaggi minori de "I ragazzi della terza C" figurava inoltre uno scolaro soprannominato Woodstock, caratterista toscano che pochi anni dopo avrebbe dato vita al personaggio di 'Montini' nella serie "Classe di ferro", la cui sigla di testa era cantata da Jovanotti ("...E' la storia di uno,/ di uno regolare,/ che poi l'hanno mandato/ a fare il militare..."). Non ne conosco il nome e questo mi getta nello sconforto più cupo.  :(

Massimo Reale  :D

Google ti è amico, franz ka'  :P

Adoravo Classe di Ferro, credo di averlo guardato tutto, dalla prima all'ultima puntata!  :D :D :D

Offline Brunogiordano

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #43 : Mercoledì 11 Gennaio 2012, 22:45:51 »
Credo che lo Jacocca del tormentone "splendidi" sia da ascrivere ad un filmetto dal titolo "ferragosto ok" o qualcosa del genere. Sicuramente non a "professione vacanze", la serie in cui il protagonista Jerry Calà recita la parte del capo villaggio.
"E' più difficile descriverla che sentirla la Lazialità: è signorilità non di carattere esteriore, è cosa che si sente dentro, della quale ci si sente orgogliosi. E' un messaggio che tocca i cuori, la mente, la sensibilità e ci innalza verso il cielo, è un messaggio di costume di vita"
RENZO NOSTINI

Online Er Matador

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #44 : Giovedì 12 Gennaio 2012, 00:41:48 »
Mi associo: che topic... :) Aggiungo velocemente un dettaglio: lo stesso cast di "Classe di ferro" venne reimpiegato quasi per intero nello spin-off (si dice così?) "Quelli della speciale", poliziottesco in salsa romana con un evidente debito nei confronti di Tomas Milian/Monnezza del quale ripeteva anche alcune battute.
Ad impreziosire il gruppo provvedevano come validi caratteristi i due titolari della trattoria "Ar grottone", storico ritrovo della banda dove i suoi componenti festeggiavano un caso risolto salvo venire interrotti, con tanto di calice in mano, da una nuova emergenza lavorativa.
Non ricordo il nome del personaggio interpretato da Maurizio Mattioli (forse Memmo?), mentre la sua compagna - non solo di lavoro - era la Ottavia interpretata da Angela Luce: donna di poche ma preziose parole, che il gruppo classificava infatti come "sempre d'attualità".
La storia fra i due era in realtà un po' più complessa, poiché Mattioli fungeva da "supplente" durante la carcerazione del di lei marito, un poco affabile boss noto come Pasqualone: il quale fa a sua volta la propria comparsa dopo aver usufruito di un permesso, e cerca di replicare col rivale in amore certe abitudini prese in carcere.
Di un trash sublime la scena in cui i due ballano un lento in una sorta di guancia a guancia che, nonostante la pressione piuttosto decisa esercitata dall'occasionale partner, non nasconde l'espressione terrorizzata di Mattioli.
La serie mi è tornata alla mente qualche anno fa per questioni di Lazio: uno fra i poliziotti, interpretato da Guido Venitucci, si chiamava Pasquale Foggia.

Offline franz_kappa

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #45 : Giovedì 12 Gennaio 2012, 10:26:16 »
Voglio dire... Ma non sono meglio queste belle discussioni nostalgiste che le solite, noiose, tirate su Reja sì-Reja no, il calciomercato, i nemici mortali della Lazio (che pure è un'idra dalle innumerevoli teste che vanno schiacciate tutte senza pietà. Da parte mia nessun cedimento, sia chiaro!), lo stadio di proprietà, lo sponsor che latita, la media punti di Mazzarri et cetera et cetera et cetera?

Almeno su "Classe di ferro", "I Ragazzi della terza C", "Quelli della speciale" & Co è difficile dividersi: grazie alla tv trash ritorna l'unità tra i laziali.  :)

Trovo l'intervento di Brunogiordano - che ci aiuta a far luce sull'eziologia del personaggio Iacocca - semplicemente impagabile, ad esempio. E lo applaudirò. Senza meno.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline NebbiaBiancoceleste

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #46 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 00:04:21 »
Tra i personaggi di contorno hai dimenticato - colpevolmente  :P - il barista 'Totip', interpretato da Ennio Drovandi, famoso non tanto per questo ruolo, pur importante, ma per aver dato vita a Iacocca, petulante animatore da villaggio turistico (in qualche film 'vacanziero' o nella serie tv in cui Jerry Calà recitava il ruolo di un capovillaggio. In quella serie recitava di certo anche Gegia, che interpretava il ruolo di una paranoica cameriera soprannominata 'Caramella' perché dove puliva lei non restava neanche una cartina di caramella scartata) che si distingueva per il tormentone "Splendidi! Splendide!" con cui approcciava gli ospiti della struttura che era chiamato ad animare.

Tra i personaggi minori de "I ragazzi della terza C" figurava inoltre uno scolaro soprannominato Woodstock, caratterista toscano che pochi anni dopo avrebbe dato vita al personaggio di 'Montini' nella serie "Classe di ferro", la cui sigla di testa era cantata da Jovanotti ("...E' la storia di uno,/ di uno regolare,/ che poi l'hanno mandato/ a fare il militare..."). Non ne conosco il nome e questo mi getta nello sconforto più cupo.  :( Va detto che attorno al 1991 (o giù di lì, non so essere più preciso) mi capitò di incrociare proprio quell'attore sulla linea A della metropolitana di Roma. Credo fosse salito alla fermata Cinecittà...
Peraltro - ma non vorrei tediarvi con miei episodi di vita legati ai personaggi di Classe di ferro - mi è capitato nel settembre 1992 di incrociare Adriano Papparlardo (appunto rilanciato pochissimi anni prima dalla serie Fininvest nella quale interpretava il ruolo del burbero sergente Scherone) a Giannutri. Quando si dice i casi della vita...

Per inciso, tornando ai ragazzi della terza C mi farebbe piacere che qualcuno (forse l'amico cuchillo?) fosse in grado di riprodurre con filologica esattezza la frase che ferrari alias Chicco Lazzaretti - ripetente liceale di lungo corso - pronunciava, non senza una punta di megalomania, all'apertura dell'anno scolastico. Qualcosa come "Con la benedizone dei Duran Duran e l'appoggio di Scialpi dichiaro questa scuola Chiccolandia!", ma non ne sono certo. Proseguo pur con una certa riluttanza - non vorrei dare l'impressione che la mia vita sia stata una sequela di meravigliosi e inattesi incontri con i più augusti rappresentanti del mondo dello spettacolo italiano - ma debbo confessare che pochi anni fa (lavoravo già) mi è capitato di incrociare in Roma, dalle parti di piazza di Spagna, proprio Fabio Ferrari che usciva da un negozio con i suoi giovani figli al seguito. Forse era via Mario de' Fiori ma non ci giurerei...  ::)

Tornando ai ragazzi della terza C - e andando a concludere, al fine di non tediare alcuno con i miei ricordi giovanili - aggiungo due nomi:
1) Isaac George, cameriere presso la residenza del cumenda Zampetti padre della bella Sharon (ovvero il compianto Guido Nicheli, il "Dogui", come amava farsi chiamare nella vita"). Mi si consenta un rapidissimo inciso sulle altre due attrici che interpretavano le 'donne' di casa Zampetti: la madre è una vera e propria icona del cinema italiano. Purtroppo ne ignoro il nome ma il suo volto è inconfondibile: ella è la feroce sorella di Lino Banfi nel film "Al bar dello sport", piccolo capolavoro di inizio anni Ottanta, ma anche la "Marcolfa", consorte di Bertoldo-Ugo Tognazzi in "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno"; la figlia Sharon era invece intrerpretata da Sharon Gusberti, attrice poi svanita che - non casualmente, a mio avviso - si chiamava nella vita come il suo personaggio.
2) Antonello Fassari, alias 'Puccio', sinistro maneggione sodale di Chiccho Lazzaretti che compare a partire dalla seconda serie (se non erro) caratterizzato da una camaleontica capacità di accreditarsi come professionista a 360 gradi (me lo ricorso improvvisato regista di film low cost in una puntata) nell'ambito delle strampalate vicende che vedevano protagonisti i ragazzi della terza C. Il tormentone di Puccio era "E famme/fateme lavora'!!!".

C'è dell'altro? Beh, ovviamente sì. Concordo con cuchillo che la terza serie (quella in cui i ragazzi della terza C, ormai diplomati, vanno a vivere in una austera magione, loro affittata da due vecchine [il cui diktat con voce melliflua li metteva in guardia: "Qui non si fanno le festine e non si portano le donnine..."]) fosse quasi inguardabile. Eppure essa si distingueva per due cose, una oggettiva e una soggettiva. Oggettivamente era nobiltata dalla presenza, in qualità di cameriere della casa affittata dai ragazzi, di un attore caratterista - credo sardo di origine - che ha un posto nella storia del cinema italiano in quanto interprete del collaboratore del commissario Lino Banfi in Fracchia la belva umana. Ebbene sì, mi riferisco al "maledetto" De Simone!
L'altro riferimento, soggettivo, è un vezzo narcisistico che gli amici che leggono mi vorranno concedere: nella terza serie dei ragazzi della terza C Fabio Ferrari alias Chicco Lazzaretti indossa in più puntate una comoda felpa a collo alto arancione dell'Americanino. Ebbene, anche io avevo quella felpa, comprata la primavera prima che venisse messa in onda la serie. Questo fatto, di cui non avevo alcun merito, mi fece conquistare qualche ammirato commento dai miei compagni di classe alle medie. Ecco un piccolo, fugace, momento di gloria che conservo nel cuore.

Alcuni potranno obiettare: ma cosa c'entra tutto ciò con la propaganda giallorossa nel cinema? NULLA, ovviamente, anche perché l'argomento poco mi interessa.
Ma non fatico a ricordare, per restare in topic, che in una puntata della prima o seconda serie de "I ragazzi della terza C" Chiccho Lazzaretti partecipava a un quiz-show e arrivava sino alla domanda finale prima di vincere una grossa somma. Il conduttore della trasmissione, interpretato da Marco Colombro (allora assai in auge: come dimenticare il suo simpatico show pre-serale "Tra moglie e marito"?), gli chiedeva qualcosa su xxxx-Liverpool finale di Coppa Campioni e lui decideva di perdere tutto pur di rispondere "Quella partita non si è mai giocata!". Ahò... core de xxxxnista...  :(

P.s.= in una puntata de "I Ragazzi della terza C" in cui si parla di calcio l'unica della classe che si qualificava come tifosa laziale (beccandosi lo sprezzante commento di Chicco: "Ce stanno pure le razze protette!" o qualcosa del genere) era la fidanzata del personaggio 'Daniele" (lo studente sempre morto di sonno famoso per aver interpretato il ruolo del pedante appassionato di musica rock nel titanico "Vacanze in America"). Una ragazzetta compita che nella serie vestiva sempre un po' demodé...

La biondia laziale, fidanzata del morto di sonno - daniele - era Rossella :)

Ennio Antonelli, Sacchi senior, si professa gialloroscio, dal 41, guerra compresa :)

Offline NebbiaBiancoceleste

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #47 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 00:08:54 »
Sandro Ghiani, era il brasiliano Gonzales, della Marchigiana.... in mezzo destro mezzo sinistro. L'altro straniero era Kekkonen, biondo finlandese :)

Online Er Matador

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #48 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 03:33:37 »
Ennio Antonelli, Sacchi senior, si professa gialloroscio, dal 41, guerra compresa :)
Sacchi senior in una delle serie, peraltro.
Mi sembra avesse ereditato il ruolo da Paolo Panelli, per inciso laziale di un certo spessore.

Offline franz_kappa

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #49 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 10:08:38 »
Sacchi senior in una delle serie, peraltro.
Mi sembra avesse ereditato il ruolo da Paolo Panelli, per inciso laziale di un certo spessore.
Mi permetto di emendare, carissimo.
Accadde il contrario: Ennio Antonelli era il genitore di Bruno Sacchi nelle prime due serie. Il suo ruolo fu poi ereditato dal compianto Paolo Panelli.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline cuchillo

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #50 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 11:14:16 »
Sandro Ghiani, era il brasiliano Gonzales, della Marchigiana.... in mezzo destro mezzo sinistro. L'altro straniero era Kekkonen, biondo finlandese :)

La frase-tormentone di Gonzales era "Questo non era contemplado nel mi' contratto" con spiccato accento portoghese.

Lungi da me il voler rivalutare "Mezzo destro mezzo sinistro", anche se è stato uno dei film più visti della mia adolescenza.
Tuttavia, devo ammettere che anche oggi, dopo più di un quarto di secolo, quando mi imbatto nei pochi momenti dove si ride, rido ancora.

Ci sono anche evocazioni laziali, come sappiamo.
Il personaggio di Gullotta (il sergente di ferro "Fulgencio") è chiaramente, anche per assonanza, la parodia del nostro Juan Carlos Lorenzo.
Andrea Margheritoni (Roncato, ovviamente) fa la sua rentrée in Italia dopo un'esperienza nel campionato statunitenese. Beh, come non pensare che il nostro Sergio Martino non si sia ispirato al Chinaglia?
Infine, c’è una delle prime apparizioni cinematografiche di Pino Insegno, forse addirittura l’esordio.

Infine, altre due menzioni.
Una per un attore davvero malsfruttato: Gianni Ciardo. Poteva diventare un comico di successo. Si è perso per strada e nessun regista ne ha davvero intuito le potenzialità. Qui fa la parte dell’allenatore-filosofo (Coligno) che altro non è che la parodia di Manlio Scopigno. Per lui il calcio è musica e cultura. Ai suoi giocatori regala “La figlia di Jorio” di D’Annunzio, mica robetta.
L’altra è per Loredana Romito, sfortunata (perché le è andata male col cinema) attrice, qui davvero irriconoscibile al suo esordio. Irriconoscibile perché nei film successivi, dove ebbe ruoli un po’ più consistenti, stravolse completamente il suo look. 
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

darienzo

Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #51 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 11:25:50 »
Gianni Ciardo, anche cantante


Offline carpelo

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #52 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 14:16:15 »
WoW, Gianni Ciardo!
Per chi, come me, ha la fortuna di essere pugliese, Gianni Ciardo è un'istituzione!  :D

Online Er Matador

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #53 : Venerdì 13 Gennaio 2012, 19:41:14 »
Mi permetto di emendare, carissimo.
Accadde il contrario: Ennio Antonelli era il genitore di Bruno Sacchi nelle prime due serie. Il suo ruolo fu poi ereditato dal compianto Paolo Panelli.
Gli scherzi delle repliche, che confondono nella memoria la cronologia degli eventi...
Grazie per la precisazione. ;)

Offline MagoMerlino

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #54 : Martedì 31 Gennaio 2012, 15:19:38 »
Ferrari e Cestié sono laziali.
Ne "I ragazzi della Terza C" Fabio Ferrari faceva il romanista fracico, è vero. Ma Cestié non mi risulta facesse il romanista. Anzi, Ferrari (Chicco Lazzaretti) in una puntata dice: "Massimo (ossia Cestié) non sa niente di calcio..."
Quindi, l'inversione rispetto alla vita c'è stata sicuramente per Ferrari.
Circa Cestié, non la ricordo. Magari en passant c'è stato qualche riferimento. Mi sarà scappato.
Circa Bracconeri (senza "i"), invece, non mi risultano sue frasi calcistiche nella serie. Anzi, il padre (il Sommo Ennio Antonelli) fa la parte del grande romanista. Quand'è che Bruno Sacchi (Bracconeri, appunto) dice di essere laziale?

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Offline Brunogiordano

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #55 : Martedì 31 Gennaio 2012, 15:29:17 »
Ma Fabio Ferrari è Di Canio con i capelli!  :o
"E' più difficile descriverla che sentirla la Lazialità: è signorilità non di carattere esteriore, è cosa che si sente dentro, della quale ci si sente orgogliosi. E' un messaggio che tocca i cuori, la mente, la sensibilità e ci innalza verso il cielo, è un messaggio di costume di vita"
RENZO NOSTINI

Offline chinaglia

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #56 : Lunedì 13 Febbraio 2012, 03:07:28 »
Sandro Ghiani, era il brasiliano Gonzales, della Marchigiana.... in mezzo destro mezzo sinistro. L'altro straniero era Kekkonen, biondo finlandese :)

Biondo danese, caso mai!

Racconto un aneddoto. Mi trovavo come giornalista (fortunatamente ho smesso presto...) al congresso di fondazione di AN nel 1995 e ad un certo punto ebbi un flash di fronte ad un collega danese alto e biondo. Non resistetti, e mi rivolsi a lui dicendogli: "Ma tu sei Kekkonen!".

E lui: "No ti prego, è una maledizione che mi porto dietro da dieci anni. Accettai quella parte solo per fare un piacere ad un amico e mi pagarono anche bene. ma da allora me ne sono pentito amaramente". Mi raccontò infatti di quante volte i giornalisti italiani lo avessero preso in giro per il ruolo nel film.

Il dramma mio, da laziale, è che per fare Kekkonen si erano ispirati in parte a Michelino Laudrup.

Su I ragazzi della III C: il soggetto è dei Vanzina. Che ci si poteva aspettare se non un'ode ai giallorozzi?

Altro aneddoto: ufficialmente ambientato alla Leopardi (che in realtà era il Morgagni di Monteverde), tutti gli interni furono invece girati in una scuola a Saxa Rubra, che ai tempi (1987-1990) era la succursale della mia, l'ITC Genovesi di Piazzale delle Muse, mentre oggi si chiama "Calamandrei".

Mi permetto di emendare, carissimo. Accadde il contrario: Ennio Antonelli era il genitore di Bruno Sacchi nelle prime due serie. Il suo ruolo fu poi ereditato dal compianto Paolo Panelli.

Vero. purtroppo Ennio Antonelli ebbe un ictus nel 1989, poco prima di girare l'ultima serie.


Mazzola

Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #57 : Lunedì 13 Febbraio 2012, 13:26:46 »
Cestiè racconta che, sapendolo della Lazio, Vanzina decise di far diventare il suo personaggio della roma e chiamarlo Conti di cognome.

Offline Eaglebirdiepar

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Re:Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #58 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 10:20:25 »
Alzicella alzata di nuovo: in "Vallanzasca" di Placido (ottimo Rossi Stuart!) addirittura una citazione del "go' de turone". :blank:

Offline SAV

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Cinema e propaganda (martellante)
« Risposta #59 : Mercoledì 15 Febbraio 2012, 10:40:12 »
Cestiè racconta che, sapendolo della Lazio, Vanzina decise di far diventare il suo personaggio della roma e chiamarlo Conti di cognome.

Vabbè, ma l'ergastolano riommerdista non è che gli faccia fare proprio una bella figura...
Concordo sull'ottima interpretazione di Kim Rossi Stuart.