Autore Topic: LE GUERRE DI GROBBELAAR  (Letto 1356 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline leomeddix

  • Biancoceleste DOP
  • *****
  • Post: 1057
  • Karma: +173/-1
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
LE GUERRE DI GROBBELAAR
« : Martedì 2 Ottobre 2018, 20:03:38 »
Noi laziali, Bruce Grobbelaar ce lo ricordiamo tutti: fu uno degli eroi del 30 maggio 1984, il giorno dell'ennesima umiliazione romanista, quando il Liverpool vinse nella maniera più crudele (ai rigori) la finale di Coppa dei Campioni, all'Olimpico, contro la squadra del Male (con Bruce grande protagonista, danzante sulla linea di porta per deconcentrare -obbiettivo raggiunto- i rigoristi riommici). Oggi sulla Gazzetta è uscita la sintesi di una intervista in cui l'ex Liverpool racconta della sua vita, della guerra civile a cui partecipò in Rhodesia, degli uomini che ha dovuto uccidere in questa guerra.
Grobbelaar è un nostro eroe, e perciò mi è sembrato giusto far conoscere questa storia qui nel forum.



Grobbelaar, la confessione shock: "Fui costretto ad uccidere"
L'ex portiere dei Reds ricorda quando appena 18enne fu arruolato nell'esercito del suo Paese natale: "Quanti ne ho ammazzati? Non posso dirlo"

02 ottobre 2018 - "Il calcio mi ha salvato dalla depressione e mi ha tenuto lontano dai pensieri oscuri della guerra". Comincia così la confessione shock di Bruce Grobbelaar, ex portiere del Liverpool, che a The Guardian ricorda quando nel 1975, appena 18enne, fu arruolato nell'esercito del suo Paese natale (l'attuale Zimbabwe) per la guerra civile di Rhodesia. Una guerra cruenta che lo costrinse a uccidere un numero indefinito di guerriglieri antigovernativi di Robert Mugabe: "Era il crepuscolo e quando il sole inizia ad affossarsi vedi le ombre tra i cespugli - racconta l'ex portiere -. Non riesci a riconoscere granché finché non vedi il bianco degli occhi dei soldati. O vivi tu o loro. Spari, vai a terra e c'è uno scambio di proiettili. Poi senti delle voci che ti dicono 'Caporale, mi hanno colpito!' e fai per zittirle, altrimenti vieni ucciso tu e gli altri. Quando cessa il fuoco vedi corpi a terra dappertutto. La prima volta tutto quello che hai nello stomaco ti risale fino alla bocca. Quanti ne ho uccisi? Non posso dirlo. Ho ucciso tante persone e per questo ho sempre vissuto la mia vita giorno per giorno. Posso solo pentirmi di quello che ho fatto, ma non posso cambiare il mio passato".

DEPRESSIONE  — Grobbelaar, poi, racconta un episodio legato a un suo compagno ("Ricordo che tagliava le orecchie a ogni uomo che ammazzava e le metteva in un vaso... e aveva diversi vasi. La sua famiglia fu torturata e voleva vendetta") e ammette di aver rischiato di finire in depressione come altri soldati che decisero di suicidarsi ("Si uccisero simultaneamente in due bagni vicini all'accampamento"). Nel 1979 quando la guerra finì, l'ex portiere andò in Canada ai Vancouver Whitecap fino all'approdo al Liverpool l'anno successivo con cui vinse 6 Premier League, la Coppa dei Campioni del 1984 contro la Roma oltre a 3 Coppe d'Inghilterra. "La tifoseria mi chiamava Jungleman, uomo della giungla - ricorda ancora -. Dicevano che non ero bianco, che ero un nero con la pelle bianca. Il calcio mi ha davvero salvato dalla depressione e ha allontanato i pensieri oscuri della guerra".


È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

Offline Jim Bowie

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 17060
  • Karma: +240/-10
  • Sesso: Maschio
  • Laziale per nobilta' di sangue e di educazione
    • Mostra profilo
Re:LE GUERRE DI GROBBELAAR
« Risposta #1 : Sabato 6 Ottobre 2018, 19:13:33 »
La sequenza dei rigori, già visti dal vivo, muove più tosterone del viagra.
Per quanto riguarda la guerra di indipendenza dello Zimbabwe ero lì pochi anni dopo in visita alle cascate di Livingstone sullo Zambesi ed ho sempre avvertito il disagio di essere "Caucasian" La Rodesia, se ricordo bene, e stata l'ultima e la più sanguinosa a conquistare l'indipendenza. Namibia e South Africa hanno avuto corsi differenti con l'indipendenza sospinta dalle Nazioni Unite.
Le confessioni del "bianco"  Grobbelaar non mi trovano   Impreparato ne mi stupiscono avendo vissuto in un paese africano di nuova indipendenza.


Sent from my iPad using Tapatalk
Ex En_rui da Shanghai

Win Lose or Tie
"Forza Lazio"
till i die

Sarri uomo di Principi non di Opportunita'

Antiromanista si nasce non ci si diventa, ed io modestamente lo nacqui!

Offline leomeddix

  • Biancoceleste DOP
  • *****
  • Post: 1057
  • Karma: +173/-1
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
Re:LE GUERRE DI GROBBELAAR
« Risposta #2 : Domenica 7 Ottobre 2018, 09:44:47 »
La sequenza dei rigori, già visti dal vivo, muove più tosterone del viagra.

Ahahahaha, infatti è una partita che si dovrebbe vedere solo dietro prescrizione medica. E comunque per noi laziali di una certa età, in certe particolari occasioni, diventa una mano santa!  :risa:

Per quanto riguarda la guerra di indipendenza dello Zimbabwe ero lì pochi anni dopo in visita alle cascate di Livingstone sullo Zambesi ed ho sempre avvertito il disagio di essere "Caucasian" La Rodesia, se ricordo bene, e stata l'ultima e la più sanguinosa a conquistare l'indipendenza. Namibia e South Africa hanno avuto corsi differenti con l'indipendenza sospinta dalle Nazioni Unite.
Le confessioni del "bianco"  Grobbelaar non mi trovano   Impreparato ne mi stupiscono avendo vissuto in un paese africano di nuova indipendenza.

Io rimasi ipnotizzato dalla tranquillità e dalla giullaresca strafottenza di Grobbelaar in occasione dei rigori, in una finale di Coppa dei Campioni ed in uno stadio "nemico". Ma evidentemente, per chi veniva da una guerra, e i nemici li aveva conosciuti veramente, gestire una simile tensione doveva sembrare una passeggiata di salute.
Grande Bruce, quella serata fu un piccolo passo per il Liverpool, ma un grande passo per l'umanità. :icon_biggrin:
È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)