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Certo, eccolo. Lazio nei titoli, merde mai citate
Vuotano il sacco
«Così taroccavamo»
Sotto esame 20gare di A
Zamperini e Carobbio confessano. Partite di Lazio, Napoli, Genoa,
Bologna, Cagliari, Siena nel mirino. E in B trema l’AlbinoLeffe
FRANCESCO CENITI
LUIGI PERNA
CREMONA
Chissà se ad ammorbidirli
è stato l’arresto a pochi giorni
dal Natale. Fatto sta che
Alessandro Zamperini e Filippo
Carobbio, interrogati ieri
dal gip Guido Salvini negli uffici
della Procura di Cremona,
hanno confessato quasi subito.
Deposizioni «utili», secondo
il pubblico ministero Roberto
Di Martino, titolare dell’inchiesta
«Last Bet», anche se
non ancora complete. «Ma un
passo in avanti potrebbe esserci
con le novità in arrivo dall’estero
» fanno sapere gli inquirenti,
forse riferendosi alla caccia
ai latitanti ancora in corso
in vari paesi stranieri, che vede
impegnati gli agenti di polizia
dello Sco e quelli dell’Interpol.
Lecce-Lazio In attesa di avere
in pugno i super capi Eng Tan
Seet e Almir Gegic, e potere accedere
ai segreti della cupola
mondiale che pilotava il calcio
scommesse da Singapore e dai
Paesi dell’Est, i magistrati hanno
avuto conferme sul ruolo di
Zamperini e Carobbio in numerose
partite truccate. Chi
ha fatto le ammissioni più importanti
è stato certamente il
secondo. Aggiungendo anche
particolari inediti. Mentre
Zamperini (che secondo gli inquirenti
aveva contatti diretti
con i boss dell’organizzazione,
ma anche con Gervasoni e
Tisci sul fronte slavo) si sarebbe
limitato a confermare gli
episodi contestati, senza tuttavia
sbottonarsi sulla partita
che più interessava: quella Lecce-
Lazio 2-4 (22 maggio
2011) che pochi giorni prima
lo vede alloggiare nell’albergo
dei leccesi assieme al macedone
Hristyian Ilievski, detto
Cris, braccio destro di Gegic,
con «evidenti finalità corruttive
». «Sono stato invitato da un
amico a vedere la partita» è stata
la risposta di Zamperini.Ma
gli investigatori sono convinti
che la Serie A sia coinvolta eccome.
Almeno 20 le partite sospette
che coinvolgerebbero
anche Genoa, Bologna, Cagliari,
Lazio e Napoli, oltre alle tre
sotto osservazione citate nell’ordinanza
(Napoli-Sampdoria,
Brescia-Bari, Brescia-Lecce
dell’ultima stagione).
AlbinoLeffe Nel caso di Carobbio,
giocatore dello Spezia
con un passato all’AlbinoLeffe
e al Grosseto, le accuse si riferiscono
a cinque partite tra marzo
2010 e febbraio 2011. Quattro
del Grosseto, tra cui la gara
contro il Mantova dell’amico
Carlo Gervasoni, che li vede rivali
e allo stesso tempo complici
in «affari illeciti».Mapure la
sfida Siena-Piacenza dell’anno
successivo, dove i due si ritrovano
su sponde opposte e ripetono
il reato. Carobbio però
sarebbe andato oltre. Fornendo
conferme ai sospetti degli
inquirenti sulla manipolazione
delle partite dell’AlbinoLeffe
nelle stagioni 2007-2008 e
2008-2009. Sarebbe proprio
la squadra bergamasca quella
indicata dal pentito Wilson
Ray Perumal nella sua rogatoria
in Finlandia come la formazione
di Serie B italiana su cui
c’era un controllo occulto da
parte di Tan Seet e degli uomini
di Singapore.
Ruoli Mentre Zamperini e Gervasoni
sarebbero stati «reclutatori
» per conto degli asiatici e
degli Zingari, con contatti diretti
(al pari di Sartor e Bressan)
stabili nel tempo, la figura
di Carobbio, Pippo nelle intercettazioni,
risulta essere invece
quella del «garante» in
campo per le partite truccate.
Il 23 maggio, giorno dell’incontro
Grosseto-Reggina, il difensore
scambia circa 25 messaggi
sms con Gegic e altri
membri del clan degli Zingari
prima e dopo la partita, compreso
l’intervallo. Alla fine il
match termina 2-2 con rigore
finale della Reggina, anziché
con la vittoria con due gol di
scarto pianificata dall’organizzazione:
Carobbio viene invitato
nell’Hotel Granduca di Grosseto,
in camera di Alija Ribic, e
si scusa al telefono con Gegic:
«Situazione sfortunata. Stava
andando tutto bene. Avevamo
fatto un miracolo. Purtroppo
quel negro (Joelson; ndr) non
ha tirato il rigore che avrebbe
dovuto sbagliare». Per la cronaca
l’attaccante, abituale rigorista,
entrato nella ripresa,
era uno su cui contava l’organizzazione.
Al suo posto aveva
calciato Consonni, che nel dopo
partita dichiara: «Ho tolto
dall’imbarazzo un compagno
che non voleva farlo».
Interrogatori Oggi si va avanti
con gli interrogatori. Tocca a
Nicola Santoni, già arrestato
lo scorso giugno, che sarà chiamato
a rispondere stavolta anche
del tentativo di inquinamento
delle prove (sul suo
iPhone) progettato assieme al
capitano atalantino Cristiano
Doni dopo lo scoppio dell’inchiesta.
E davanti ai magistrati
l’ex preparatore atletico dei
portieri del Ravenna potrebbe
vuotare il sacco e inguaiare definitivamente
l’amico, che sarà
ascoltato per ultimo venerdì.
Domani, invece, è prevista
la deposizione di Sartor. «Gli
esiti dei primi interrogatori sono
di conferma su molte partite.
Quanto doveva emergere,
è emerso» ha detto ieri il gip
Salvini all’uscita dal Tribunale
di Cremona. «Ci auguriamo
che i risultati positivi possano
contribuire nel futuro a fare
uscire il calcio dalla cronaca
giudiziaria».
In basso però c'è un articolo su Zamperini
IL RITRATTO CRESCIUTO NEL VIVAIO DELLA ROMA, HA GIOCATO CON DE ROSSI, AQUILANI E CORVIA, ANCHE LUI INDAGATO A CREMONA
I soldi, il talento, la Minetti. Ma Zamperini voleva di più
Ex fidanzato della
politica del Pdl.
Da Farina arrivò
su una Porsche
a chiedere l’«Over»
DAL NOSTRO INVIATO
LUIGI PERNA
CREMONA
Sembra di vederlo. Lui
che arriva all’incontro con Farina,
nel centro di Gubbio, al volante
di una delle sue splendide
macchine, una Porsche 911
Turbo bianco latte decapottabile.
Basterebbe questo flash
per dipingere Alessandro Zamperini,
rampollo di una famiglia
romana titolare di due importanti
stabilimenti balneari
a Fregene, uno che potrebbe
vivere benissimo senza il calcio
e figurarsi senza le scommesse.
All’alba di lunedì, quando
lo hanno arrestato con l’accusa
di essere un «reclutatore»
per conto dei Cinesi e degli Slavi,
era appena arrivato a Milano
(da Roma) e aveva chattato
su Facebook fino alle 3.30.
Poi il brusco risveglio.
Paparazzato Quest’estate,
quando in Italia era già scoppiato
lo scandalo delle partite
truccate, era finito sulle riviste
di gossip per un presunto flirt
con Nicole Minetti, paparazzata
con lui nella mitica Formentera.
Ricco, bello, Zamperini
aveva pure il talento per sfondare.
Giocava nelle giovanili
della Roma, con Aquilani, De
Rossi e Corvia, indagato a Cremona.
Oltre che con Simone
Farina, il calciatore del Gubbio
a cui avrebbe offerto 200
mila euro (da dividere con il
portiere e due difensori) perché
alterasse con un risultato
di «Over» la partita di Coppa
Italia contro il Cesena del 30
novembre.
Tramonto La carriera di Zamperini,
anziché decollare, si era
avvitata su se stessa, dal Portsmouth
alla Cisco Roma, dal-
Pescina al Ventspils, in Lettonia,
fino a tramontare. Ora il
coinvolgimento nello scandalo.
Che per lui era come se non
fosse mai cominciato, visto
che l’incontro con Farina (denunciato
alla Procura federale)
avviene il 27 settembre, pochi
mesi dopo la prima ondata
di arresti. Zamperini, che ieri
ha parzialmente confessato,
ora potrebbe riscattarsi facendo
un passo in più. La Porsche
è in conto vendita da un concessionario
sulla Tiburtina.
Difficile pensare al prossimo
gioiello.