Notizia pessima. Era, certamente, uno dei miei attori di genere preferiti.
"Una sull'altra" di Lucio Fulci, definito dal grande maestro "il primo vero film giallo all'italiana" (cit. "La notte americana del Dr Lucio Fulci"), fu il mio primo incontro con questo torvo caratterista argentino.
Poi, lo apprezzai in un altro grande cult fulciano "Una lucertola con la pelle di donna" e nell'immortale "Lo strano vizio della signora Wardh", pellicola mai abbastanza celebrata di Sergio Martino. Tanti preferiscono "Tutti i colori del buio". Ma io, in questo eterno dualismo, continuo a preferire la signora Wardh, meno patinato e più avvincente.
Molto recentemente avevo visto anche "La coda dello scorpione", sempre di Martino. Potabile. Ma inferiore ai due succitati. Forse ne scrissi proprio qui.
Lo ricordo anche nella pellicola spagnola "Il mio primo uomo", che vidi solo per Ornella Muti. Il film, una dozzina di anni fa, passava abbastanza spesso su Super3. Bruttino.
Ma Alberto, sempre a pellicole italiane, era anche ricordato per il ruolo dell'avvocato nel bel "Per amare Ofelia" di Mogherini, col primo ruolo da protagonista per Pozzetto.
Non posso infine non citare il ruolo di Otto in "...E poi non ne rimase nessuno" dello sfortunato Peter Collinson con un cast pazzesco: Charles Aznavour, Orson Welles, Stephane Audran, Oliver Reed, Adolfo Celi, Richard Attenborough…
Ovviamente, ho qualche grande rammarico. Non sono, per esempio, riuscito ancora a “rimediare” gli spagnoli “La ragazza di Via Condotti”, “Striptease” e “Sette ragazze di classe”, questi ultimi due con la bellissima Veronica Miriel (ricordate “Un sacco bello”?). Ma non dispero.
Insomma, una perdita di livello del cinema che amo. Anche se è ingiusto chiamarlo “attore di genere” o peggio “caratterista”. Pur non essendo stato certamente un “grandissimo”, De Mendoza ha avuto una carriera di tutto rispetto, impreziosita dalla presenza anche in alcuni film di buona popolarità.