Autore Topic: Il calcio a rovescio di Luis Enrique  (Letto 3962 volte)

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Offline fish_mark

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Lionel Messi in Italia
« Risposta #20 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:16:28 »
" ... vogliono entrare in porta con il pallone e in italia non te lo consentono neanche fossi messi."

Questa frase di Alonzo mi ha dato l'ispirazione per lanciare una discussione di puro calcio.
Tutti abbiamo in bocca il nome di Lionel Messi, universalemnte considerato come uno dei più grandi calciatori degli ultimi anni, se non addirittura il più grande.
Il suo acquisto da parte di una squadra italiana non è all'ordine del giorno (praticamente non si pone la discussione visto che il calciatore non "fa prezzo"), mentre va ricordato che in nazionale non ha fatto vedere molto.

la domanda che pongo è la seguente: siete sicuri che Messi farebbe sfracelli in Italia?
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #21 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:18:04 »
Quest'anno non si può fare analisi senza tenere conto di quello che sta facendo Conte alla Juve, oltre le più rosee previsioni e in completa rottura con quanto fatto in carriera in termini di gioco. E' il "motivo" della stagione, perché Mazzarri compete facendo se stesso, Reja, Guidolin, Allegri pure, ma Conte ha cambiato tutto della Juve cambiando tutto di sé stesso. Non credo sia stato soltanto perché Pirlo necessitava di un assetto tattico, ci ha messo troppo del suo con Chiellini, Marchisio, Pepe eccetera. E' una stupefacente prova di adattabilità alle circostanze. Vedremo cosa accadrà il giorno che perde, ma ha stupito tutti. Enrique ha scelto una prova di forza diametralmente opposta, è venuto col contenitore e cerca di inzepparci gli ingredienti dentro. Ha scelto, come dice Bob, la strada più difficile, gli servirà di lezione per il futuro. Lontano da qui, penso.

Mark Lenders

Re:Lionel Messi in Italia
« Risposta #22 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:28:06 »
" ... vogliono entrare in porta con il pallone e in italia non te lo consentono neanche fossi messi."

Questa frase di Alonzo mi ha dato l'ispirazione per lanciare una discussione di puro calcio.
Tutti abbiamo in bocca il nome di Lionel Messi, universalemnte considerato come uno dei più grandi calciatori degli ultimi anni, se non addirittura il più grande.
Il suo acquisto da parte di una squadra italiana non è all'ordine del giorno (praticamente non si pone la discussione visto che il calciatore non "fa prezzo"), mentre va ricordato che in nazionale non ha fatto vedere molto.

la domanda che pongo è la seguente: siete sicuri che Messi farebbe sfracelli in Italia?

Senz'altro. Qui ormai inizia a fare la differenza anche Giovinco...
E' un fatto che in Europa, contro le italiane, Messi abbia segnato un solo gol e pure su rigore, ma ha talmente tanto talento che ci metterebbe due partite a prendere le misure.

Offline AlonZo

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #23 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:31:55 »
Però AlonZo la tua disamina, volendola assumere come corretta, contrasterebbe proprio con l'esempio Barcellona, dove il centravanti che descrivi (Ibrahimovic) lo hanno cacciato via a pedate traendone non pochi vantaggi. Borriello ha avuto qualche chance, ma non ha segnato mai, perché non è funzionale ai movimenti organici. Luis Enrique vuole realizzare lo stesso sogno di Guardiola: una squadra di soli centrocampisti. Ieri a Firenze erano tutti centrocampisti, eccezion fatta per i centrali di difesa (o meglio, dopo 15, per il solo Heinze)


Questo perchè il barcellona ha una qualità immensamente più alta di quella della Roma e si muove ad una velocità elevatissima. Ibra per tipologia di giocatore invece è uno che tende a rallentare l'azione attirando su di se avversari e pallone.

Ma la roma non è il barca, e le difese delle squadre italiane non sono le difese delle squadre spagnole. Mi ricordo quando con rocchi e pandev ci lamentavamo della mancanza del centravanti di peso. In italia, stante anche la pochezza  tecnica del campionato, ti ritrovi in molte partite ad aver bisogno del centravanti di peso.

Borriello è vero che ha avuto delle possibilità, ma è stato sempre (o quasi) impiegato fuori ruolo, largo sugli esterni, quando è un fantastico centravanti dotato sia di tecnica che di fisco. Mettilo lì in mezzo e inizia a cercare il fondo, poi vediamo se continua a non segnare.

Offline fish_mark

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Re:Lionel Messi in Italia
« Risposta #24 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:41:41 »
Senz'altro. Qui ormai inizia a fare la differenza anche Giovinco...
E' un fatto che in Europa, contro le italiane, Messi abbia segnato un solo gol e pure su rigore, ma ha talmente tanto talento che ci metterebbe due partite a prendere le misure.

Anche qui mi fai venire in mente una battuta che mi ha fatto un mio amico, espertone di calcio presente anceh nel catetere, che sottolinea come la riuscita di klose - campione di 33 anni, va ricordato - si spiega anche con l'attuale mediocre livello davvero mediocre del calcio italiano.
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Mark Lenders

Re:Lionel Messi in Italia
« Risposta #25 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:43:41 »
Anche qui mi fai venire in mente una battuta che mi ha fatto un mio amico, espertone di calcio presente anceh nel catetere, che sottolinea come la riuscita di klose - campione di 33 anni, va ricordato - si spiega anche con l'attuale mediocre livello davvero mediocre del calcio italiano.

Mi stai quindi dando dell'espertone per aver sostenuto che Messi è fortissimo?
(che poi io Messi neanche lo amo, a me piace Cristiano Ronaldo...)

Offline AlonZo

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Re:Lionel Messi in Italia
« Risposta #26 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:44:30 »
Anche qui mi fai venire in mente una battuta che mi ha fatto un mio amico, espertone di calcio presente anceh nel catetere, che sottolinea come la riuscita di klose - campione di 33 anni, va ricordato - si spiega anche con l'attuale mediocre livello davvero mediocre del calcio italiano.

Che non è mica sbagliato.

Offline DinoRaggio

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #27 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:58:40 »
Un po' OT

Ieri vedendo Juventus-Cesena, e le difficoltà dei bianconeri a perforare il muro romagnolo, mi è instintivamente venuto in mente un'equivalente partita del campionato spagnolo, equivalente nel senso di prima in classifica contro squadra di coda, e le goleade che Barça e Real infliggono più o meno regolarmente ai fanalini di coda.

Mi sono chiesto se siamo fortunati, in Italia, a non vedere quei risultati così regolarmente, indice questo di un certo equilibrio; oppure se siamo sfortunati a non avere gli Xavi, i Messi, i Ronaldo, ecc., che con la loro abilità perforano quei muri senza troppo faticare, come la Juve ieri. Oppure tutt'e due le cose.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline BobLovati

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #28 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 13:05:04 »
La Lazio lo fa, scegliendo di farlo, negli ultimi 20' delle partite in cui è in vantaggio. Sono le situazioni in cui si esalta Matuzalem e un po' mi esalto pure io, tipo l'anno scorso a Verona col Chievo. Altre volte, però, siamo costretti a farlo anche quando il risultato non è dalla nostra, e questo dipende dalle caratteristiche dei nostri giocatori: mediamente poco dinamici, mediamente tendenti ad accentrarsi, mediamente poco avvezzi al gioco senza palla. Quando dico che mi sono rotto le palle di questa squadra sorniona e che mi piacerebbe vederla aggredire le partite sono consapevole che l'allenatore c'entra fino a un certo punto, perché i giocatori quelli sono e più o meno giocherebbero così anche se ad allenarli fosse Mazzarri. Piuttosto Reja va chiamato in causa come manager, perché è qui da due anni e mezzo e non ha fatto comprare neanche un giocatore tatticamente discontinuo rispetto a questo canovaccio. Zero centrocampisti col cambio di passo, zero esterni d'attacco. Significa che lui gioca così non solo perché è costretto dalle caratteristiche dei giocatori, ma anche perché crede in questo tipo di calcio. I risultati gli danno abbastanza ragione in termini di punti, resta il fatto che veder giocare la Lazio è spesso un supplizio e che quando arriva la partita della verità, quella da vincere a tutti i costi, la canniamo regolarmente.

cose che condivido; solo che dette da me da oltre un anno, mi hanno convertito in " nemikcoderejaaa "   8)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

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Offline BobLovati

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Re:Lionel Messi in Italia
« Risposta #29 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 13:09:51 »
.............................................

la domanda che pongo è la seguente: siete sicuri che Messi farebbe sfracelli in Italia?

assolutamente no; anche se, in ogni caso, rimarrebbe un grande giocatore. Il suo limite, viste le apparizioni non trascendentali nella Selección, forse è proprio quello che deve avere 9 uomini che corrano per lui ...

Un po' OT

Ieri vedendo Juventus-Cesena, e le difficoltà dei bianconeri a perforare il muro romagnolo, mi è instintivamente venuto in mente un'equivalente partita del campionato spagnolo, equivalente nel senso di prima in classifica contro squadra di coda, e le goleade che Barça e Real infliggono più o meno regolarmente ai fanalini di coda.

Mi sono chiesto se siamo fortunati, in Italia, a non vedere quei risultati così regolarmente, indice questo di un certo equilibrio; oppure se siamo sfortunati a non avere gli Xavi, i Messi, i Ronaldo, ecc., che con la loro abilità perforano quei muri senza troppo faticare, come la Juve ieri. Oppure tutt'e due le cose.

in Italia la prima può perdere anche con l´ultima; in Spagna Madrid, Barça e Valencia non perderanno MAI nè con l´ultima né con le ultime 4-5.
L´eventuale eccezione serve solo " per confermare la regola "    ;)
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Offline Er Matador

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #30 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 15:03:41 »
Un po' OT

Ieri vedendo Juventus-Cesena, e le difficoltà dei bianconeri a perforare il muro romagnolo, mi è instintivamente venuto in mente un'equivalente partita del campionato spagnolo, equivalente nel senso di prima in classifica contro squadra di coda, e le goleade che Barça e Real infliggono più o meno regolarmente ai fanalini di coda.

Mi sono chiesto se siamo fortunati, in Italia, a non vedere quei risultati così regolarmente, indice questo di un certo equilibrio; oppure se siamo sfortunati a non avere gli Xavi, i Messi, i Ronaldo, ecc., che con la loro abilità perforano quei muri senza troppo faticare, come la Juve ieri. Oppure tutt'e due le cose.
Domanda interessante. La tendenza descritta è vecchia di decenni e dipende da un dato in sé positivo, vale a dire il buon livello di organizzazione tattica anche nelle squadre tecnicamente più deboli.
Merito, più che dei giocatori, di una scuola tecnica capace di produrre allenatori validi laddove, in Spagna, Francia e peggio ancora Inghilterra, le panchine meno prestigiose sono spesso state occupate da personaggi improbabili.
Col tempo - e con la follia delle 20 squadre - il tutto ha acquisito connotazioni negative, anche per il surplus di stress e calci che zavorra le nostre partecipanti in Europa al cospetto delle avversarie.
Fermo restando che un campionato con partite scontate e goleade ha poco di divertente, credo che nell'equilibrio dei testacoda di casa nostra incida un fattore le cui ripercussioni negative stanno penalizzando la qualità complessiva del gioco: la tendenza a puntare troppo sul distruggere e troppo poco sul costruire.
Questo spiega perché il livello tecnico non sia salito da quando i tre punti hanno reso meno conveniente giocare per il pareggio: il problema non è il catenaccio, ma l'ostruzionismo.
In quest'ultima nozione rientra tutto ciò che impedisce all'avversario di giocare: pressing asfissiante fino all'assurdo, falli tattici, uso scriteriato del fuorigioco.
Da tutto ciò, e dalla conseguente sopravvalutazione del fattore tattico e atletico, discendono scelte a livello di settore giovanile che poi generano la cosiddetta mancanza di talenti: quando in realtà non mancano questi ultimi, ma la volontà e la capacità di valorizzarli.
Fra un corridore da dirozzare e un fantasista da irrobustire si sceglie sempre il primo, questo il punto.
Capita così che un Chievo qualunque possa tentare il colpo quando un avversario più qualitativo non regge sul piano della corsa.
Capita anche che, quando le squadre italiane coi loro passaggi sbagliati e i cross sul terzo palo incontrano chi sa cosa fare col pallone fra i piedi, tutti i nodi vengano al pettine.


@Messi In Italia fallirebbe, a mio avviso, per tre motivi:

1) se non viene innescato dalla squadra combina poco, come ha dimostrato in Nazionale

2) il suo smisurato patrimonio tecnico viene esaltato dal piacere di giocare e di costruire: in un calcio avaro e tattico come il nostro, che premia all'estremo la concretezza senza fronzoli, finirebbe con l'intristirsi

3) non dimentichiamo che il cordone ombelicale col Barça dipende anche dalla sua vicenda umana. Oltre a intervenire terapeuticamente sui problemi nello sviluppo, la società ha costruito una struttura protettiva attorno a quello che, senza il pallone fra i piedi, sembra tuttora un ragazzo fragile e taciturno. Preferisco non immaginarlo in uno spogliatoio, per dire, come quello dell'Inter

da noi vanno per la maggiore i centrocampisti in grado di inserirsi: Iniesta, purché sano, sarebbe forse il titolare blaugrana più adatto al calcio italiano.


Tornando in topic, perché l'analisi di Bob lo merita: Luis Enrique ha sicuramente delle attenuanti, a partire dal fatto che nella nostra cultura calcistica mancano la possibilità di lavorare sul lungo periodo e di sopportare senza isterismi i necessari periodi di transizione.
Neppure all'Udinese, forse la società più paziente e votata alla progettualità, potrebbe imporsi perché là è il tecnico che si adatta ai giocatori scovati dai Pozzo, non il contrario.
A trigoria gli è stato direttamente impedito, intervenendo sulla pietanza che stava tentando di cucinare e imponendogli di "tagliarla" con gli avanzi di frigorifero del macellaretto, che poi erano già avanzi degli ancor più datati homportamenti.
Avesse potuto tirare dritto con giovani e fedelissimi, ignorando i refrattari alla sua concezione del calcio - totty in testa -, forse la squadra vanterebbe un po' più di coerenza interna.
Ma non è questo il fattore decisivo, da cercare altrove e ascrivibile al grande Luigi Enrico in termini di inequivocabile colpevolezza: a me il suo calcio sembra principalmente monco.
È un po' come se uno tentasse di replicare la potenza pura di una monoposto da F1, ma ignorando tutti gli aspetti e i mezzi tecnici di contorno che permettono di esprimerla e indirizzarla correttamente: si schianterebbe alla prima curva.
Altrettanto vale per il tiki-taka o come si chiama, decontestualizzato dal modello Guardiola e abbandonato a sé stesso senza alternative, accelerazioni decisive negli ultimi venti metri, contromisure tattiche per coprirsi le spalle quando la palla passa improvvisamente agli altri.
Avesse potuto lavorare in un contesto tipo Zemanlandia, forse la realtà maggiormente incentrata sul potere assoluto del tecnico, neppure lì avrebbe cavato un ragno dal buco.
Perché è proprio il suo gioco, almeno per ora, a rivelarsi intrinsecamente insostenibile.

Offline Skorpius

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #31 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 15:12:53 »
Se avessero un  Lavezzi che improvvisamente nel mezzo del fraseggio prolungato accellera, penetra per poi scaricare sul compagno libero ed andare a ricevere la palla di ritorno questo gioco diventerebbe improvvisamente proficuo.

Una domanda agli esperti: quando nel barcellona manca messi i numeri sono gli stessi?
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Mark Lenders

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #32 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 15:13:14 »
...

Resto a bocca aperta. "Fallirebbe"! Cioè, qui non stiamo dicendo che magari farebbe 15-18 gol invece che 30, ma siamo addirittura a "preferisco non immaginarlo in uno spogliatoio, per dire, come quello dell'Inter". In buona sintesi, meno male che è al Barcellona perché altrimenti avrebbe rischiato di finire come Recoba.
Ho detto altrove cosa penso del Barcellona e dello stesso Messi, che cordialmente detesto. Ma partire da Luis Enrique per minimizzare la squadra più forte degli ultimi 30 anni e uno dei 5 giocatori più forti degli ultimi 30 anni (per me è dietro Maradona e sullo stesso livello di Platini, Zidane e Ronaldo il gordo) mi pare una forzatura mostruosa.

Offline Skorpius

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #33 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 15:15:29 »

Ho detto altrove cosa penso del Barcellona e dello stesso Messi, che cordialmente detesto. Ma partire da Luis Enrique per minimizzare la squadra più forte degli ultimi 30 anni e uno dei 5 giocatori più forti degli ultimi 30 anni (per me è dietro Maradona e sullo stesso livello di Platini, Zidane e Ronaldo il gordo) mi pare una forzatura mostruosa.

E ha ancora 24 anni.
Tanto per dire l'età in cui Maradona approda a Napoli, aveva già fatto molto (nulla però nei mondiali) ma il bello doveva ancora venire
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Er Matador

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #34 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 16:06:27 »
Resto a bocca aperta. "Fallirebbe"! Cioè, qui non stiamo dicendo che magari farebbe 15-18 gol invece che 30, ma siamo addirittura a "preferisco non immaginarlo in uno spogliatoio, per dire, come quello dell'Inter". In buona sintesi, meno male che è al Barcellona perché altrimenti avrebbe rischiato di finire come Recoba.
Ho detto altrove cosa penso del Barcellona e dello stesso Messi, che cordialmente detesto. Ma partire da Luis Enrique per minimizzare la squadra più forte degli ultimi 30 anni e uno dei 5 giocatori più forti degli ultimi 30 anni (per me è dietro Maradona e sullo stesso livello di Platini, Zidane e Ronaldo il gordo) mi pare una forzatura mostruosa.
Come forzature è una bella gara, Mark. ;) Per dirne una: potesse affrontare il Milan degli olandesi - che rientra nell'arco cronologico da te delimitato, mi sembra -, il Barcellona di Guardiola non toccherebbe palla.
Come non la toccò il Barcellona di Cruyff, un altro che pareva aver inventato il calcio - da allenatore, intendo, il giocatore è nell'Olimpo e lasciamolo lassù - finché non trovò i rossoneri nella magica notte di Atene.
Dei blaugrana detesto l'atteggiamento piagnone e sottilmente intimidatorio. Per il resto sono il loro primo tifoso e spero vincano 4-5 CL consecutive, imponendo nuovamente tecnica e qualità al posto del tatticismo e dell'atletismo di cui il calcio sta morendo.
Questo per dire che non ho antipatie preconcette né contro di loro né contro il loro giocatore più famoso, anzi: solo vorrei vederli nella loro realtà e non come miti a tutti i costi.
Tolto dal contesto catalano (Nazionale) o addirittura in una serata infelice del medesimo (Barcellona-Inter), Messi vale anche meno di Recoba, il quale poteva almeno impreziosire la peggiore delle prestazioni con una castagna dalla distanza.
Dico, l'hai visto in Coppa America, dove Batista lo ha alternato fra più ruoli - e uno più sbagliato dell'altro - in un collettivo inesistente?
Un assist a Higuain contro l'Uruguay, mille dribbling tentati per entrare in porta col pallone e regolarmente persi, giocate tutto sommato prevedibili, intesa coi compagni se e quando capita, prodezze in proprio col contagocce.
Un giocatore normalissimo, che infatti non ha spostato di una virgola il destino dei suoi.
Quanto allo spogliatoio dell'Inter, ricordi tanti centravanti più talentuosi di Adriano? Forza erculea, intelligenza nei movimenti, propensione agli uno-due, piedi vellutati e tiro al fulmicotone, ma anche un uomo fragile e incapace di gestirsi.
Cos'è rimasto di lui dopo il passaggio in quella società di cialtroni? Un bidone di birra, nulla più.
Altro esempio: Giggs veniva da una situazione familiare tristissima e da una condotta fuori dal campo non proprio indirizzata sui giusti binari.
A quanto ha lasciato intuire lo stesso giocatore, senza una società in grado di seguirlo e il ruolo quasi paterno di Sir Alex, Giggs non sarebbe ancora qui alla bella età di 38 anni a ricordarci perché ci siamo innamorati di questo sport.
Ora, applica tutto questo a un ragazzo in terapia dalla prima adolescenza per curare un corpo che proprio non voleva saperne di crescere: secondo te, mandato allo sbaraglio non ne risentirebbe minimamente?
Il problema di fondo è che in troppi - tu compreso in questa circostanza - scambiano il talento tecnico col talento tout court e la possibilità di esprimerlo ovunque.
Uno così è Wesley Sneijder sano: mettilo in qualsiasi modulo di qualsiasi campionato e otterrai un uomo squadra. Perché ha piedi fantastici, ma non solo quelli.
Messi è addirittura divino come tocco di palla. Ma quando si tratta di tradurlo in esiti concreti, da solo non ce la fa perché necessita di particolari condizioni che a Barcellona gli hanno costruito su misura giorno dopo giorno.
In Italia, ne sono convinto, non le troverebbe. E farebbe una fine non troppo diversa da quella di Bergkamp.

Offline Skorpius

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #35 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 16:09:45 »
Se questo forum fosse esistito nel 1983 alla notizia che il Napoli aveva ingaggiato Maradona qualcuno avrebbe detto: provaa metterlo fuori dal Barcellona e non combinerà niente! Hai visto che mondiale di merda ha fatto in spagna? Si è pure fatto espellere
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

POMATA

Re:Lionel Messi in Italia
« Risposta #36 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 16:40:48 »
Anche qui mi fai venire in mente una battuta che mi ha fatto un mio amico, espertone di calcio presente anceh nel catetere, che sottolinea come la riuscita di klose - campione di 33 anni, va ricordato - si spiega anche con l'attuale mediocre livello davvero mediocre del calcio italiano.

Di fatti la nazionale italiana è costretta a convocare ledesma...concordo con il tuo amico.

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #37 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 16:58:13 »
Come forzature è una bella gara, Mark. ;) Per dirne una: potesse affrontare il Milan degli olandesi - che rientra nell'arco cronologico da te delimitato, mi sembra -, il Barcellona di Guardiola non toccherebbe palla.
Come non la toccò il Barcellona di Cruyff, un altro che pareva aver inventato il calcio - da allenatore, intendo, il giocatore è nell'Olimpo e lasciamolo lassù - finché non trovò i rossoneri nella magica notte di Atene.
Dei blaugrana detesto l'atteggiamento piagnone e sottilmente intimidatorio. Per il resto sono il loro primo tifoso e spero vincano 4-5 CL consecutive, imponendo nuovamente tecnica e qualità al posto del tatticismo e dell'atletismo di cui il calcio sta morendo.
Questo per dire che non ho antipatie preconcette né contro di loro né contro il loro giocatore più famoso, anzi: solo vorrei vederli nella loro realtà e non come miti a tutti i costi.
Tolto dal contesto catalano (Nazionale) o addirittura in una serata infelice del medesimo (Barcellona-Inter), Messi vale anche meno di Recoba, il quale poteva almeno impreziosire la peggiore delle prestazioni con una castagna dalla distanza.
Dico, l'hai visto in Coppa America, dove Batista lo ha alternato fra più ruoli - e uno più sbagliato dell'altro - in un collettivo inesistente?
Un assist a Higuain contro l'Uruguay, mille dribbling tentati per entrare in porta col pallone e regolarmente persi, giocate tutto sommato prevedibili, intesa coi compagni se e quando capita, prodezze in proprio col contagocce.
Un giocatore normalissimo, che infatti non ha spostato di una virgola il destino dei suoi.
Quanto allo spogliatoio dell'Inter, ricordi tanti centravanti più talentuosi di Adriano? Forza erculea, intelligenza nei movimenti, propensione agli uno-due, piedi vellutati e tiro al fulmicotone, ma anche un uomo fragile e incapace di gestirsi.
Cos'è rimasto di lui dopo il passaggio in quella società di cialtroni? Un bidone di birra, nulla più.
Altro esempio: Giggs veniva da una situazione familiare tristissima e da una condotta fuori dal campo non proprio indirizzata sui giusti binari.
A quanto ha lasciato intuire lo stesso giocatore, senza una società in grado di seguirlo e il ruolo quasi paterno di Sir Alex, Giggs non sarebbe ancora qui alla bella età di 38 anni a ricordarci perché ci siamo innamorati di questo sport.
Ora, applica tutto questo a un ragazzo in terapia dalla prima adolescenza per curare un corpo che proprio non voleva saperne di crescere: secondo te, mandato allo sbaraglio non ne risentirebbe minimamente?
Il problema di fondo è che in troppi - tu compreso in questa circostanza - scambiano il talento tecnico col talento tout court e la possibilità di esprimerlo ovunque.
Uno così è Wesley Sneijder sano: mettilo in qualsiasi modulo di qualsiasi campionato e otterrai un uomo squadra. Perché ha piedi fantastici, ma non solo quelli.
Messi è addirittura divino come tocco di palla. Ma quando si tratta di tradurlo in esiti concreti, da solo non ce la fa perché necessita di particolari condizioni che a Barcellona gli hanno costruito su misura giorno dopo giorno.
In Italia, ne sono convinto, non le troverebbe. E farebbe una fine non troppo diversa da quella di Bergkamp.

Grande matador
nel sottolineare la fragilità del successo, che trova molte delle sue spiegazioni nell'ambiente di lavoro (la squadra) e familiare dove si opera, non fai che far riferimento ai postulati della gestione di successo di una società di calcio contenuti nell'importantissima opera "Calcionomica" di Kuper.

Per tornare a Messi anche io ho il timore che in un improbabile trasferimento in Italia i rischi di fallimento sarebbero molto elevati. E poidel resto Messi non è un calciatore argentino, ma di formazione calcistica spagnola e  qui in Italia, il calcio spagnolo non ha mai brillato e i recenti tentativi rivoluzionari (ancora?) in atto stanno a dimostrarlo.
Ho aperto questo topic perché mi sono divertito a porre questa domanda ad alcuni miei amici appassionati di calcio internazionale: li ho trovati spiazzati; non ho visto in loro la sicurezza di chi pensa che Messi farebbe sfracelli anche in Italia.
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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #38 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 17:51:22 »
il problema non è il tikitaka. oggi come oggicredo che luisenrique abbia perso credibilità all'interno dello spogliatoio e quindi sia una valora... sottratto :) ma il modulo in sè c'entra relativamente con le disgrazie della rioma.
incide molto di piu il fatto che è una rosa composta in larga parte da gente spremuta o da mezzi giocatori/mezze pippe (compresi i nuovi, incomprensibilmente spacciati per fenomeni da quasi tutti, laziali compresi).
"It's not that I like winning that much, it's that I HATE losing"
Larry Bird

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #39 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 17:57:34 »
Messi fallirebbe è un'esagerazione, probabilmente farebbe cose mirabolanti con qualche pausa. Non decisivo come Ibra, ecco. Anche perché potrebbe giocare solo in una delle milanesi e non avrebbe certo una squadra scarsa dietro. Poi se l'allenatore si chiama Ranieri tutto è possibile. Non facciamoci fuorviare dal valore che attribuiamo a Mauro Zarate e dal suo rendimento all'Inter, quanto all'Argentina, il problema non ha riguardato il solo Messi, viste le delusioni cocenti rimediate in troppe edizioni del mondiale dove i biancocelesti si sono presentati con squadre spaventosamente forti sulla carta. Il Milito che con l'Argentina pareva uno scarsone con l'Inter dominava il mondo. C'era Mourinho, ma la società era la stessa.