Autore Topic: Il calcio a rovescio di Luis Enrique  (Letto 3891 volte)

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BobCouto

Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« : Lunedì 5 Dicembre 2011, 00:10:57 »
"Finché la palla ce l'abbiamo noi, gli altri non possono segnare".

Parole di Luis Enrique, che illustra all'Italia il Nuovo Calcio Perfetto del Barcellona e della nazionale spagnola?

Macché, la frase rivelatrice è un pochino più vecchia, la disse una trentina d'anni fa un certo Liedholm a proposito del gioco ("lento", dicevano alcuni) di un'altra roma: quella che su quattro campionati ne vinse uno e si piazzò due volte seconda e una terza. Funzionava, il concetto di Liedholm, e gli interpreti ne erano all'altezza. Se la palla ce l'ho io, tu non puoi segnare e prima o poi ti farò gol. Perché tutte le alchimie tattiche non possono che puntare allo stesso scopo finale, l'unico che ha senso nel calcio: mettere la palla nella porta avversaria.

Luis Enrique, si diceva, è venuto qui a insegnare il "possesso palla", trent'anni dopo il Barone Liedholm, ma nessuno - tutti troppo presi dall'estasi per la Rivelazione, evidentemente - si è accorto che di nuovo non c'era proprio nulla.

Però Luis Enrique ci è messo di tigna, persona seria quale sembra (cosa che tuttavia non fa automaticamente un buon allenatore), e il "possesso palla" come obiettivo lo ha chiesto, ai suoi calciatori, e pure ottenuto. Una media del 60% per ogni partita, circa 29 minuti effettivi, secondi in questa graduatoria solo al Milan (31 minuti), squadra di un'altra categoria in questa serie A: dopo l'as, vengono le altre squadre di qualità, semplicemente: Juventus, Inter, Napoli e (toh) Lazio. L'Udinese (attenzione) invece è soltanto al dodicesimo posto in questa graduatoria, su questo particolare dato ci torniamo dopo. Ultimo in classifica, il Novara.

Non solo Luìs fa tenere palla per tanto tempo alla sua squadra (il che presume una buona qualità di base dei calciatori, se gli avversari non riescono a togliergli l'attrezzo), ma chiede anche di tenere molto alto il baricentro: se la media di possesso palla nella metà campo avversaria della serie A è del 41,5% del tempo di possesso totale, l'as raggiunge un incredibile 47,5% e stacca tutti in questa graduatoria, dove l'Inter è seconda, il Milan quarto con un buon 44%, la Lazio quinta (toh, quel catenacciaro di Reja) con 43,3, poi il Napoli, la Juventus è ottava e l'Udinese (attenzione ancora) appena al 14esimo posto, con un 39% molto inferiore alla media della serie A.

Insomma, per farla breve: l'as di Luis Enrique ha la palla per tantissimo tempo e, cosa ancora più importante, ne ha il possesso nella metà campo avversaria per lo stesso tempo del Milan, quasi 14 minuti a partita, cosa che ha permesso ai rossoneri di andare a segno 29 volte. E gli avversari, naturalmente, la palla ce l'hanno poco. Ci si aspetta che queste peculiarità, se possono rivelarsi svantaggiose in qualche aspetto, garantiscano un "valore aggiunto" per altri aspetti, così da essere in vantaggio nel bilancio e poter dire che quel tipo di gioco sia in qualche maniera conveniente. Andiamo a verificare: l'as ha l'ottavo attacco con 15 reti e la 14esima difesa con 17 gol subìti. Non sono certo numeri da alta classifica e nemmeno da media: se poi approfondiamo, scopriamo che a fronte di una riduzione del tempo di "gioco" degli avversari del 20%, l'as subisce un gol ogni 15' di possesso palla, contro una media di 20': insomma, guadagnano un quinto del tempo ma aumentano il rischio di un terzo, con un saldo evidentemente negativo (questo nell'ipotesi che si stia parlando di una squadra da decimo posto, attenzione, perché se supponiamo che l'as valga di più i danni fatti da Luigi Enrico sarebbero ancora maggiori...). E l'attacco? Una squadra (sempre da ipotetica centroclassifica) che tiene palla il 50% del tempo, dovrebbe aver realizzato 16 gol: l'as come detto tiene palla per il 60% del tempo ma non sa che farsene, visto che quanto a pericolosità, col pallone tra i piedi, è al 15esimo posto e precede soltanto Bologna, Fiorentina, Cagliari, Lecce e Cesena: e infatti di gol ne ha fatti 15, quindi anche qui abbiamo un saldo negativo.

In conclusione: Luis Enrique non è riuscito nemmeno a far esprimere la Dinamo su livelli da centroclassifica, dimensione nella quale l'avrebbero collocata i pessimisti, non certo coloro che si aspettavano un valore aggiunto dal "gioco" dell'asturiano.

Si diceva, infine, dell'Udinese e del suo baricentro bassissimo e del suo lasciare volentieri l'iniziativa agli avversari, per poi attaccarli con veloci contropiede: non sono certo devastanti i friulani col pallone tra i piedi, sembrerà incredibile ma è più pericolosa la Lazio quando ha la palla: ma se per segnare a una squadra occorre giocare per 50 minuti, cioè più di due partite, di gol per stare in alto non ne servono moltissimi. Guidolin è un vecchio catenacciaro ed è in testa, a riprova che non esiste un "gioco" vincente a prescindere o più bello a vedersi di un altro: giocare "bene" significa riuscire a fare quello che l'allenatore ti chiede, e chiedere ai calciatori cose sensate e adatte alle loro caratteristiche.

POMATA

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #1 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 00:17:54 »
Fanno talmente possesso palla che nun la mettono manco in rete per non far battere il calcio da centro alla squadra avversaria... ;D

Lunga vita a Luigino nostro...

Domani tutti a chiamare in radio, diamogli animo ;D

Offline Eaglebirdiepar

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #2 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 00:18:36 »
Impeccabile come un gessato su misura da Gieves & Hawkes a Savile Row.

Offline lollapalooza

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #3 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 00:34:45 »
Bellissima analisi.
Non è tutto possesso palla quello che ti fa segnare, e soprattutto non prenderle.
Probabilmente la coerenza dell'allenatore delle merde — che al momento sembra un'aggiunta, almeno prescindendo dai risultati  8) — si rivelerà presto fatale, per lo meno riguardo la sua permanenza sul lato olezzoso del Tevere.
Purtroppo.


Camouflage

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #4 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 00:44:59 »
Non condivido il concetto di calcio a rovescio, però. Sembra più un meccanismo che non funziona e che gli avversari sanno sfruttare a proprio vantaggio. Non è detto, poi, che un Guidolin, o un Reja, avrebbero fatto meglio con la stessa squadra. Il fatto che il roma sia secondo, juve ottava e udinese peggio nella classifica del possesso palla in attacco dimostra che il dato non è significativo in assoluto. In fin dei conti sono soltanto le prime due in classifica...

Offline ammiraglio

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #5 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 00:59:28 »
il dato è altrochè significativo, come ti direbbe bob.

la juve vanta un buon 28min. e 24sec. di possesso palla, mica è ottava.
presenta il 69.9% di passaggi riusciti e quindi un altro indice da scudetto.
quando una squdra centra la porta 6.6 volte per match vuol dire che scoppia di salute, al contrario di altre squadre che non arrivano alla fatidica soglia del 6.

i dati del milan: 31 min e 05 sec di possesso palla, 72.7% di passaggi riusciti, 6.4 tiri nello specchio.
la supremazia territoriale è pazzesca: quasi 14 minuti.



yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
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Trippanera

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #6 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 01:04:30 »
Ma uno corre i 100 metri in 9 secondi perché è l'uomo più veloce al mondo,
o è l'uomo più veloce perché corre i 100 metri in 9 secondi?

Offline ammiraglio

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #7 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 01:15:39 »
finisco il concetto per pank.

il dato è altrochè significativo, come ti direbbe bob.

la juve vanta un buon 28min. e 24sec. di possesso palla, mica è ottava.
presenta il 69.9% di passaggi riusciti e quindi un altro indice da scudetto.
quando una squdra centra la porta 6.6 volte per match vuol dire che scoppia di salute, al contrario di altre squadre che non arrivano alla fatidica soglia del 6.

i dati del milan: 31 min e 05 sec di possesso palla, 72.7% di passaggi riusciti, 6.4 tiri nello specchio.
la supremazia territoriale è pazzesca: quasi 14 minuti.

l'analisi di bob, proprio perchè analizza diversi aspetti del gioco che poi comportano chiaramente gli indicatori esterni ultimi (gol fatti e quelli subiti), è molto buona e di fatto traccia un concetto che espressi un mese fa: l'insostenibilità del gioco di LE.
mancano le fondamenta per fare quel gioco.
se la tua squadra subisce ben 12 gol nella ripresa di cui 8 nel quarto dora finale vuol dire che non funziona e che arriva boccheggiando.
insostenibilità, appunto.
oppure chiamatela come vi pare.

ad es. se non hai il killer a disposizione, il possesso palla prolungato stanca i tuoi giocatori, altrochè e non gli avversari.
gli avversari si piazzano, ti lasciano giocare.
la roma coglie lo specchio della meta altrui 5.1 a match.
non scavalla il dato dei 6 tiri dentro, la vera scriminante di chi capisce e mastica un po' di numeri.

da notare che la roma è spesso mal piazzata nei gol subiti, il motivo è evidente.
bastano due passaggi e ci sono dei buchi e delle mancate rotazioni difensive.
è tutto chiarissimo, direi: si chiedono sacrifici agli interpreti, partecipazione al gioco e si ha poco tempo a disposizione per riposizionarsi in campo senza palla.

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BobCouto

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #8 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 01:38:55 »
Non condivido il concetto di calcio a rovescio, però. Sembra più un meccanismo che non funziona e che gli avversari sanno sfruttare a proprio vantaggio. Non è detto, poi, che un Guidolin, o un Reja, avrebbero fatto meglio con la stessa squadra. Il fatto che il roma sia secondo, juve ottava e udinese peggio nella classifica del possesso palla in attacco dimostra che il dato non è significativo in assoluto. In fin dei conti sono soltanto le prime due in classifica...

Il meccanismo funziona, in altre squadre assai più celebri. Ma non basta copiare, evidentemente. Stamattina ho incontrato uno con cappelletto daaaaroma e sciarpa del Barcelona: eppure sembrava lo stesso un collione. Luigi Enrico ha calato un sistema di gioco estremamente specifico in una realtà che ha grosse difficoltà a digerirlo, e rischia di essere rigettato prima di ottenere risultati almeno decenti. Guidolin è bravo, ha una società alle spalle che gli compra ottimi calciatori e con caratteristiche spesso perfette per il suo modo di vedere il calcio, che è l'opposto di come lo vede Luis Enrique. Il quale magari sarebbe bravissimo col Barcelona, così come Guidolin alla Lazio andrebbe male perché non disporrebbe di contropiedisti veloci. Ci vuole il "cuoco" giusto per ogni squadra, e mi sa che l'as con Luis Enrique ha toppato: pur non abituati a vincere e facilmente manipolabili, i cugini stupidi non sopportano di aspettare che un "progetto", dopo quindici partite, ancora non dia segni di vita.

Trippanera

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #9 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 02:13:15 »
Ma non basterebbe dire che nel Calcio i progetti non esistono perché le variabile sono troppe, e che alla fine tutto è pericolosamente somigliante alla classica vicenda dominata dal caso?
Come le estrapolazioni numeriche fatte sui dati acquisiti.
Se la Juve adesso ha numeri da grande squadra e da predestinata allo scudetto, allora si deve concludere che vincerà sicuramente lo scudo?
No di certo.
Magari lo vincerà l'Inter con una rimonta epocale... e alla fine del campionato i numeri direbbero che... l'Inter era squadra da scudetto!
E quindi?
E quindi, se alcuni spettabili utenti di questo forum cercassero  di leggere e capire anche i post di chi è al di fuori della solita cerchia di amici, magari certe discussioni smetterebbero di assumere andamenti puramente accademici. No?

Offline Rupert

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #10 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 08:25:54 »
Non sono i calciatori che si adattano al modulo ma sono i calciatori che fanno il modulo.
Opinione mia.

Se hai delle pippe puoi giocare alla Trapattoni o alla Liedholm....ma sempre pippe restano!

Quando sentivo (e sento) parlare del progetto delle merde e vedevo la loro rosa, non sapevo se piangere o ridere.

Detto questo mi auguro che il teorema di Konko si avveri. La strada sembra quella giusta...
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Offline cartesio

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #11 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 09:53:39 »

se la tua squadra subisce ben 12 gol nella ripresa di cui 8 nel quarto dora finale vuol dire che non funziona e che arriva boccheggiando.
insostenibilità, appunto.
oppure chiamatela come vi pare.

ad es. se non hai il killer a disposizione, il possesso palla prolungato stanca i tuoi giocatori,
....

da notare che la roma è spesso mal piazzata nei gol subiti, il motivo è evidente.
bastano due passaggi e ci sono dei buchi e delle mancate rotazioni difensive.
è tutto chiarissimo, direi: si chiedono sacrifici agli interpreti, partecipazione al gioco e si ha poco tempo a disposizione per riposizionarsi in campo senza palla.

Discorso serissimo.
Dalle analisi numeriche fatte finora mancava il dato del consumo energetico.
Tempo fa parlavo di maratona. Chi è primo al decimo km quasi mai è primo al 42°.
Puoi cancellare gli avversari per un quarto d'ora correndo come un pazzo, poi paghi.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

CiPpi

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #12 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 10:13:31 »
non mi meraviglierei se questi numeri di possesso e territorialita' siano aumentati con il passare delle giornate.

il segno che gli avversari hanno capito che possono averlo lungo quanto gli pare, il possesso palla intendo  ;), ma non sanno che farci, visto che hanno speso 35 meloni per due che si prendono a pizze in faccia nello spogliatoio e poi la Giggia preferisce mette Taddei laterale che affidarsi al Cos'e'.

ma questo e' anche un ottimo esempio di come la comunicazione vale quanto il possesso palla, se poi non sai mettere in pratica qualcosa di decente.

ed ora prigioneri dell'idea progetto, che gli ha permesso di far passare una campagna acquisti mediocre come la madre di tutte le vittorie, non possono certo sostituire l'asturiano con un Cosmi.

tanto piu' che la Giggia e' una scelta di Pupo, e se va via il primo, il secondo non so come si mette.

il tutto in attesa del semestrale di bilancio.  O0

BobCouto

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #13 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 10:33:21 »
E quindi, se alcuni spettabili utenti di questo forum cercassero  di leggere e capire anche i post di chi è al di fuori della solita cerchia di amici, magari certe discussioni smetterebbero di assumere andamenti puramente accademici. No?

Sinceramente, preferisco cercare di capire perché la Juventus va così bene approfondendo l'analisi, invece di andare a naso e limitarmi a quello c'ha er gioco, quell'altro nun c'ha gioco, quelli c'hanno culo, Conte c'ha le palle, e tutto il sacramentario di stucchevoli luoghi comuni. Se l'Inter rimonta, cercheremo di capire come questo sia accaduto. E così via. Per quanto riguarda la cerchia di amici, i miei amici sui forum sono quelli che hanno qualcosa di interessante da dire.

Offline Baruch

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #14 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 11:15:21 »
Il gioco delle merde ha un fondamento alla base, che poi è quello che si cerca di copiare dal barcellona (per tacere di chi lo faceva in passato): i giocatori non si muovono secondo la zolla di campo che devono coprire in base ad un modulo, ma si muovono secondo il principio dello sviluppo dell'azione e della conquista di spazio. Questo significa che fanno movimenti organici che premiano l'intensità dell'azione: quando un giocatore ha la palla, uno o due suoi compagni seguono lui per offrirgli più possibilità di giocata. Il principio è: mai lasciare da solo un giocatore a cercare dribbling o lunghi traversoni, ma andargli sempre vicino. Questo come detto aumenta l'intensità dell'azione ma nel caso delle merde mortifica la verticalità, come dimostra la forbice impressionante tra possesso palla/supremazia territoriale e indice di pericolosità offensiva. A me il fatto che anche ieri con diversi uomini in meno siano stati più tempo loro con la palla e nella metà campo viola, subendo di fatto poche occasioni da gol rispetto al contesto creatosi, mi ha impressionato. Dev'esserci comunque un giusto mezzo, e la Lazio ad esempio sul tema dei movimenti "organici" è deficitaria, al contrario delle merde che strabordano. Troppo spesso la nostra azione si affida alla giocata di un cavallo pazzo perché non c'è aiuto nella manovra. Ad esempio, come è un eccesso magari battere i corner regolarmente "vicino" (ma buttala qualche palla in area, sennò quando segni - e parlo per loro, che noi mi sa che è meglio se iniziamo a batterli corti...) così mi fa specie vedere scene come quella in casa del Vaslui, dove un punizione nella nostra metà campo, con un tempo ancora da giocare, la va a battere Marchetti con lancio lungo, come se fosse più efficace di una trama di gioco.

Mark Lenders

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #15 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 11:22:20 »
El hombre vertical hace un fùtbol horizontal.

Offline fish_mark

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #16 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 11:28:17 »
Ottima e profonda analisi tattica del grande Bob.
personalmente ho avuto modo di ascoltare, diverse volte, da amici e passanti romici, la stessa critica sintetizzata in "c'avemo sempre la palla ma nun tiramo mai".
Il tikitaka può essere affascinante ma poi non si può e non si deve perdere il senso del calcio che significa portare la palla nella rete dell'avversario.
La scuola italiana si è affermata nel mondo con il contropiede (poi la ripartenza, secondo vacui neologismi), giocata in cui, dopo una iniziale difesa, con grande velocità ci si butta nel campo avversario per andare a rete. Si può vincere anche così (e si è vinto tanto) e per questo a mio modo di vedere non ci si deve mai innamorare perdutamente di un singolo sistema o schema di gioco: questo è il mezzo; il fine è fare gol.


PS Bob ha notato e sottolineato che anche la Lazio fa il tikitaka. E' vero, lo si è visto in qualche sprazzo (p.e. a Napoli nel primo tempo).
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

Mark Lenders

Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #17 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 11:40:19 »
PS Bob ha notato e sottolineato che anche la Lazio fa il tikitaka. E' vero, lo si è visto in qualche sprazzo (p.e. a Napoli nel primo tempo).

La Lazio lo fa, scegliendo di farlo, negli ultimi 20' delle partite in cui è in vantaggio. Sono le situazioni in cui si esalta Matuzalem e un po' mi esalto pure io, tipo l'anno scorso a Verona col Chievo. Altre volte, però, siamo costretti a farlo anche quando il risultato non è dalla nostra, e questo dipende dalle caratteristiche dei nostri giocatori: mediamente poco dinamici, mediamente tendenti ad accentrarsi, mediamente poco avvezzi al gioco senza palla. Quando dico che mi sono rotto le palle di questa squadra sorniona e che mi piacerebbe vederla aggredire le partite sono consapevole che l'allenatore c'entra fino a un certo punto, perché i giocatori quelli sono e più o meno giocherebbero così anche se ad allenarli fosse Mazzarri. Piuttosto Reja va chiamato in causa come manager, perché è qui da due anni e mezzo e non ha fatto comprare neanche un giocatore tatticamente discontinuo rispetto a questo canovaccio. Zero centrocampisti col cambio di passo, zero esterni d'attacco. Significa che lui gioca così non solo perché è costretto dalle caratteristiche dei giocatori, ma anche perché crede in questo tipo di calcio. I risultati gli danno abbastanza ragione in termini di punti, resta il fatto che veder giocare la Lazio è spesso un supplizio e che quando arriva la partita della verità, quella da vincere a tutti i costi, la canniamo regolarmente.

Offline AlonZo

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #18 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 11:56:34 »
Io sinceramente ieri li ho visti meno peggio di come li hanno dipinti il giorno dopo. Godo come un riccio, lo premetto, nel vederli affondare ma:

- il rigore da cui nasce l'espulsione di juan ed il vantaggio viola non c'è.
- in 10 contro 11 nel primo tempo hanno giocato praticamente solo loro, collezionando qualche angolo e qualche tiro da fuori. Stazionando in ogni caso nella metà campo viola come se quelli in inferiorità numerica fossero gli altri.

Se avessero avuto (e qui nascono le grandissime colpe di LE) un centravanti vero - e mi riferisco a Borriello misteriosamente non convocato - non so se alla fine sarebbe finita così.

La sensazione è che non tirano mai perchè manca quello che fa a sportellate là davanti, capace di far salire la squadra e di buttarla dentro di cattiveria. Sono tutti leggerini, tecnici, ma vogliono entrare in porta con il pallone e in italia non te lo consentono neanche fossi messi.

Se vi guardate le partite del Barca noterete che il 90% dei gol (% messa lì a caso ma comunque la maggior parte) viene da azioni palla a terra con inserimento in area di rigore. Pochi cross alti, pochi tiri da fuori, tutte azioni palla a terra. Per fare una cosa simile non solo devi avere la qualità del barca, ma devi anche avere avversari che te lo consentono.

Insomma lunga vita a LE e speriamo che vendano presto Borriello.

Offline Baruch

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Re:Il calcio a rovescio di Luis Enrique
« Risposta #19 : Lunedì 5 Dicembre 2011, 12:09:35 »
Però AlonZo la tua disamina, volendola assumere come corretta, contrasterebbe proprio con l'esempio Barcellona, dove il centravanti che descrivi (Ibrahimovic) lo hanno cacciato via a pedate traendone non pochi vantaggi. Borriello ha avuto qualche chance, ma non ha segnato mai, perché non è funzionale ai movimenti organici. Luis Enrique vuole realizzare lo stesso sogno di Guardiola: una squadra di soli centrocampisti. Ieri a Firenze erano tutti centrocampisti, eccezion fatta per i centrali di difesa (o meglio, dopo 15, per il solo Heinze)

Quanto a noi, il tikitaka lo facciamo quando ci serve, a ragion veduta, perché il tikitaka è conservativo. Lo facciamo quando siamo in vantaggio o quando siamo scesi in campo per pareggiare 0-0. Chi, come la roma, fa un gioco conservativo per scelta (ché nel loro caso alla parte conservativa non corrisponde la parte realizzativa), sta più inguaiato.