Autore Topic: SEBASTIANO FANTE ITALIANO  (Letto 56065 volte)

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Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #380 : Venerdì 30 Novembre 2018, 14:27:36 »
Manco io. Mai fumato. Mi padre me cioncava le dita. Alla carbonara ce penso io a fatte da coppiere. ;D

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #381 : Venerdì 30 Novembre 2018, 23:09:05 »
Il 15 giugno del 2008 stavo in Svezia, più preso dai campionati europei che si stavano svolgendo fra l' Austria la Svizzera che dal motivo per cui stavo là.
Considerando poi che ormai non mi mancava molto ad approdare al felice status di pensionato, figuriamoci!  :D
Il collega della Cormorant Pharma che mi faceva da anfitrione stava piuttosto abbacchiato: la sera prima la Svezia era affondata contro la Spagna "come il Vasa -parole sue- entrambe tradite dal proprio baricentro": il capitano Andreas Granqvist per la nazionale e l' ingegner Henrik Hybertsson per il Vasa.
Comunque, dato che l' albergo stava a due passi dall' isola di Djurgarden, ed il Vasa, tirato a secco (oltreché a lucido) era diventato un museo, mi propose di andare a visitarlo il giorno dopo.
Il giorno dopo a quel giorno lì, e cioè martedì 17 giugno 2008, pensai di inserirlo in una parentesi tonda fra due capitoli della Storia della Matematica eccetera che stavo scrivendo. Mischiandone la vicenda a quella un un altro svedese, Alfred Barnekow, e a quella di Dino Buzzati e di Gustavo Rol che in maniera del tutto diversa si erano interessati ad un baricentro assai più misterioso.

 :D Et voilà:

Parentesi tonda fra i capitoli diciannovesimo e ventesimo

TITOLO
LETTERA APERTA AD ALBERT BARNEKOW, L'UNICA PERSONA AL MONDO CHE AVREBBE POTUTO IMPEDIRE IL NAUFRAGIO DEL VASA.
SOTTOTITOLO
(IN UNA DOMANDA E UNA RISPOSTA)
Domanda: "E perchè non lo ha fatto?"
Rsposta: "Perchè il Vasa è naufragato 192 anni prima della sua nascita."

Carissimo Alberto,
ti dispenso fin da ora dal sentirti in obbligo di venirmi in sogno per ringraziarmi di quanto sto per scriverti, però, se proprio ci tieni, vieni quando vuoi, sai che dormo con le porte spalancate.
L'ultima volta che sono venuto a casa tua (Anagni, via Maggiore, a lato sinistro della chiesa di sant'Andrea provenendo da porta Cerere per quanti volessero darci un'occhiata) mi sono sentito "un uomo solo al cospetto dei propri limiti" cercando per l'ennesima volta di risolvere l'enigma rappresentato dal tuo decalogo scolpito su un lastrone di travertino murato in maniera
sospettosamente indicativa vicino ad una lapide di pietra serena.
L'avverbio mi è venuto in mente due volte in questi giorni: la prima mentre mi chiedevo perchè non cadesse l'ammasso di tufo poggiato sul nulla che divide quel che rimane del ghetto degli schiavoni dal resto dei sassi di Matera e la seconda perchè fosse accaduto il contrario ad un galeone costruito da chi era arrivato in America prima di Colombo.
E mentre mi veniva in mente pensavo che, al contrario di quanto credevano i tuoi contemporanei, non solo non hai mai avuto nulla a che spartire col diavolo, ma nemmeno, come si auguravano, sei finito a rosolare all'inferno.
E mentre pensavo che ora te la spassi beato nell'unico paradiso possibile, e cioè nel luogo in cui ogni punto è privo di dimensione ed ogni linea priva di larghezza, mi è apparso davanti agli occhi, nitido e finalmente privo di tutti i suoi enigmi, il triangolo acutangolo rappresentato dagli estremi che delimitano in basso la lastra di travertino del tuo decalogo e dal centro del lato superiore dalla lapide di pietra serena.
E mi è apparso chiaro all'improvviso che quelle linee che sembravano partire ed arrivare a vanvera da e per punti incomprensibili delle due pietre erano gli itinerarii che conducevano al centroide del triangolo.
6 punti nitidi e precisi che non aspettavano altro che essere presi e appoggiati prima sulle lettere scavate nel travertino del decalogo e poi su quelle incise sulla lapide.
Sei lettere da leggere in senso orario:
C E N T R O.

Vabbevà, Albè, ora vando a pranzo, continuiamo dopo, magari domani o chissà quando, tanto tu sei morto da più di un secolo, mica avrai fretta.


---------------------------------------------

giovedì, 19 giugno 2008

LO STUPORE DEL BARICENTRO

TITOLO
ASPETTAVO BARNEKOW ED E' ARRIVATO BUZZATI

SOTTOTITOLO
MASSI', CHE IN FONDO E' LO STESSO

POST SCRIPTUM RIFERITO AL TITOLO
QUESTO P.s. E' LA SECONDA PARTE DELLA LETTERA APERTA AD ALBERT BARNEKOW, L'UNICA PERSONA AL MONDO CHE AVREBBE POTUTO IMPEDIRE IL NAUFRAGIO DEL VASA.

POST SCRIPTUM RIFERITO AL SOTTOTITOLO
OGNI VOLTA CHE SENTITE QUALCUNO DIRE CHE IN BASE ALLE LEGGI DELLA FISICA IL CALABRONE PER COME E' FATTO NON POTREBBE VOLARE MA LUI NON LO SA E VOLA LO STESSO SAPPIATE CHE STA DICENDO UNA STRONZATA

Carissimo Alberto ebbene si: confesso che interrompere la lettera che avevo iniziato dispensandoti dal venirmi in sogno era una maldestra strategia per indurti a fare il contrario. Non ci sei cascato, ci sono rimasto un po’ male ma ben mi sta, così imparo ad imbrogliare i fantasmi.
Insomma ieri sera ero lì che dormivo non ricordo più se davanti a Spagna-Grecia o a Svezia-Russia quando sul teleschermo è apparso in impeccabile bianco e nero, bello e autorevole come l'ologramma di Hari Seldon, il personaggio che ho appena nominato nel titolo e di cui riferisco fedelmente il monologo
:
"Gli anni sessanta sono durati pochissimo, praticamente dal 58 al 63, e sfido chiunque a sostenere che non siano stati quelli gli anni più felici del secolo scorso: un po’ tutti si dava per certo l'avverarsi del futuro letterario entro l'anno 2000, e noi rari giornalisti dell'irreale ci si prendeva, come mai più nè prima nè dopo, il lusso di metterci a rovistare fra i misteri.
Chi poteva, chi ignorava la diffidenza, chi pensava fosse possibile attraversare i muri, volare o camminare sull'acqua, come me, telefonava a Gustavo Rol e gli chiedeva un passaggio nell'assurdo.
Una volta gli chiesi quale fosse la forza misteriosa che teneva in equilibrio l'universo; rispose che pochi giorni prima aveva visto un bambino prendere una penna e poggiarla sulla punta, poi prendere a casaccio tutto quello che aveva a portata di mano: un ombrello, un bastone, un coltello. un fiammifero, un manico di scopa... Tutto rimaneva dritto in perfetto equilibrio senza cadere.
Aveva appena cenato nel profondo Lazio, ad Anagni, dove una cuoca monumentale, una certa "Zampona" gestiva un ristorante ricavato nel piano inferiore di un palazzo del 1200.
Il palazzo era appartenuto ad un alchimista svedese, tale Alberto Barnekow, ed era abitato da un numero imprecisato di ragazzini: decine di orfani di guerra che la "Zampona" aveva adottato non potendo avere dei figli suoi ed ognuno di loro era cresciuto avendo come maestro il fantasma dello svedese.
Poi il bambino aveva preso Rol per mano e lo aveva portato davanti ad un lastrone di travertino i cui lati inferiori erano collegati al punto centrale del lato superiore di una lapide di pietra serena da sei linee rette intersecate ed aveva iniziato a leggere in italiano il misto di latino e svedese che c'era scolpito:
"Per i corpi irregolari piani il centro di massa si determina sospendendo il corpo per un punto e, una volta raggiunto l'equilibrio, tracciando materialmente o idealmente la verticale per il punto di sospensione. Ripetendo l'operazione con un altro punto di sospensione, il baricentro risulta individuato dall'intersezione tra le due rette. In un sistema di punti materiali o nel caso di un solido può essere definito un punto rappresentativo di tutto il sistema. Quello è il punto di un sistema continuo e formato da tanti punti materiali in cui si può immaginare concentrata l'intera massa."

P.s.
Il Vasa è affondato nel Baltico il 10 agosto 1628, alle ore 12,15 e a 15 minuti esatti dal suo varo. A distanza di 380 anni il fantasma del suo progettista, l'ingegner Henrik Hybertsson, è ancora alla ricerca del baricentro della sua nave e non ha ancora finito di disperarsi.

Per chi volesse andare a curiosare:
http://www.comune.anagni.fr.it/pagina2295_casa-barnekow.html

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #382 : Lunedì 3 Dicembre 2018, 13:29:35 »
tu scrivi proprio bene.

Grazie.

aggiungo un'intramuscolo ...


Il mondo mono

La radio da un orecchio solo

Il treno è galleria di volti e modalità di viaggio (o di vita) più o meno convenzionali.
Ieri. 

In mezzo a tanta umanità spesso scaduta, si affaccia una coppia di ragazzetti.

Potranno avere 19 anni ciascuno e sono freschi. Lei, biondina, capelli lisci che la cingono all'altezza delle orecchie, occhi celesti, carnagione chiara, espressione serena. A corredo: occhiali da vista con lenti grandi, stile anni 80, jeans e maglietta chiara color rosa pastello, il tutto rigorosamente no logo.

Lui, moro, capelli ricci, fisico sportivo, maglietta e pantaloncini, gambe villose. Tradisce l'assenza di marchi unicamente per un paio di nike anni 70, più che uno sfoggio, quasi una citazione.

Non seguo le mode degli attuali giovini scapijati ma, se dovessi farmi un'idea prendendo ad esempio questi due, direi che siamo su una versione tra il normal-invisible e il pauperistic way of life. Insomma, due ragazzi che colpiscono per la loro semplicità.

Sembra quasi che in un mondo di "guardarmi  guardami ... cazzo, perché non mi guardi?" essi siano l'insegna volutamente spenta del "guarda da un'altra parte", e che in qualche modo, a loro modo, reclamino il diritto all'inosservato, anzi, come già detto, all'invisibile.

Poi gli vedo fare un gesto che non notavo da un po': essi si dividono gli auricolari e ascoltano la musica insieme. Sono teneri, sorridenti e musicali, da un orecchio solo.

Uno strano sacrificio ma, no! Non lo è. Continuano a parlarsi guardandosi amorevolmente e scambiandosi riflessioni anche molto argute.

Peró! Rispetto alla biondona che mi siede accanto - con la quale ho condiviso più di un viaggio e che col suo smartphone non ho mai visto fare una cosa intellettualmente più probante e diversa dal gioco delle bolle - questi due ragazzi sembrano dei sapiens sapiens +++AAA, turbo aspirati, con gomme long run.

Insomma, a occhio, la signora sembra come quelle case vecchie ma ristrutturate alla buona "vendesi affittasi, affare, no ascensore, quarto piano classe energetica Q" e i due pischelli semplicemente un prato verde oppure, o chissà, un foglio bianco, insomma, una storia ancora tutta da scrivere.

Mi volto quindi sull’umanità presente nel vagone e trovo che, a parte due signori che leggono, tutti gli altri sono immersi nei loro pensieri, isolati coi loro cellullari, chi ad ascoltare musica, chi a vedere un film (solitamente “lo Hobbit”).

Gli unici che parlano tra di loro sono i due ragazzi. I soli out of the box sono questi due ragazzi. E mi chiedo se questa scena, pur banale, abbia un nonsocché di didascalico. Si credo lo abbia. Grazie e Buona fortuna.
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Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #383 : Lunedì 3 Dicembre 2018, 18:40:31 »
Panza, tu ed i tuoi compagni di viaggio state solo apparentemente sullo stesso treno, :)  tant' è che a questo punto m è d' obbligo citare Guccini:
"...noi passeggeri di treni paralleli, piccoli eroi delle occasioni perse, anche se so che non ci incontreremo, ma solamente ci guardiamo passare..."

P.s.
Per te, per Arch per il lurker che attualmente sta viaggiando su un treno parallelo:  :P io la carbonara la voglio, eh! :P
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #384 : Lunedì 3 Dicembre 2018, 21:40:44 »
Con molto piacere, caro Frusta!! Facendovi nuovamente i complimenti per i vostri capolavori, vi chiedo di pazientare ancora un po'. L'editore è di piede lento ma di grandi pretese. Tuttavia sono in dirittura d'arrivo. Ho già pronta la proposta "carbonara": scegliamo un giorno che vadi bene a tutti e quattro e andiamo nella mia modestissima residenza etrusca con spettacolare vista del Bolsenasee e lì daremo vita alla tenzone tra Leo e me stesso medesimo. ;) ;) ;)

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #385 : Martedì 4 Dicembre 2018, 09:28:33 »
Panza, tu ed i tuoi compagni di viaggio state solo apparentemente sullo stesso treno, :)  tant' è che a questo punto m è d' obbligo citare Guccini:
"...noi passeggeri di treni paralleli, piccoli eroi delle occasioni perse, anche se so che non ci incontreremo, ma solamente ci guardiamo passare..."

P.s.
Per te, per Arch per il lurker che attualmente sta viaggiando su un treno parallelo:  :P io la carbonara la voglio, eh! :P

che sia! preparo canassa alla bisogna


Con molto piacere, caro Frusta!! Facendovi nuovamente i complimenti per i vostri capolavori, vi chiedo di pazientare ancora un po'. L'editore è di piede lento ma di grandi pretese. Tuttavia sono in dirittura d'arrivo. Ho già pronta la proposta "carbonara": scegliamo un giorno che vadi bene a tutti e quattro e andiamo nella mia modestissima residenza etrusca con spettacolare vista del Bolsenasee e lì daremo vita alla tenzone tra Leo e me stesso medesimo. ;) ;) ;)

daje!
(se si fa nell'anno nuovo è meglio)

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #386 : Martedì 4 Dicembre 2018, 14:29:21 »
La faremo dopo la presentazione del libro di Arch, anzi, dopo l'apologia  la recensione che ne faremo qui.  :D

P.s.
E chi non interverrà alla presentazione cia' na coppitlia stampata in faccia.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #387 : Martedì 4 Dicembre 2018, 14:51:47 »
Perfetto!! Siate apologetici :P

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #388 : Mercoledì 5 Dicembre 2018, 16:05:06 »
Inspira… espira… inspira… espira… Inspira… espira… inspira… espira…

ok ok, me sento mejo. Or mi rituffo nella tenzone su solo Lazio. Daje!

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #389 : Giovedì 6 Dicembre 2018, 13:28:25 »
Anni fa, fase di spiritualità.

Roma, 20 dicembre 2010 – ispirato a un fatto vero .

L'uomo_Orso

L’uomo orso era chiamato così non certo per la scontrosità di carattere, come s’intende nell’uso corrente, ché anzi le
numerose e profonde ferite infertegli dalla vita non ne avevano intaccato il tratto, rimasto sempre nel tempo carico
di accogliente affabilità verso qualunque interlocutore, l’ascolto attento, la parola leale occhi negli occhi. Veniva
chiamato così forse piuttosto per l’impressione di morbidezza nell’appoggiare le proprie ferite a lui, condividendole
nell’amicizia.

Quella mattina – poteva essere mattina presto o col sole alto o nella pioggia battente o qualunque
ora del giorno, di freddo o tiepido o caldo, perché le ore del dolore e dell’amore è come se fossero tutte le ore del
mondo, tutto il tempo e ogni tempo insieme – l’uomo orso si trovava in macchina lungo una strada movimentata di
auto, ma non congestionata, dove si scorreva fin troppo e la fretta del correre non si sa dove, che ci visita a volte
senza motivo, aveva particolare agio di manifestarsi. L’auto davanti a lui sfreccia, fa un impercettibile cenno di
tentativo d’inchiodare le gomme fumanti al suolo, ma senza fermarsi. Uno stridore che diviene quasi assordante,
come l’impressione dell’immagine dell’Urlo di Munch nella mente del cuore, un tonfo sordo. L’uomo che guida la
macchina davanti fa un gesto di stizza, un fastidio, getta uno sguardo appena, procede oltre riprendendo la corsa
non si sa dove. A terra, davanti agli occhi sbigottiti e smarriti dell’uomo orso, un gattino inerme tutto ricoperto del
suo sangue versato.

L’uomo orso trattiene il fiato, raccoglie i pezzi del suo smarrimento, tutte le sue ferite si
riaprono in un colpo solo sgorgando sangue a fiotti, invisibilmente mescolandosi al sangue del gattino piccino.
Minuscolo quel dolore eppure è come fosse tutto il dolore innocente del mondo. L’uomo orso non esita, scende
dall’auto mettendo a tacere con decisione ferma la fretta, si china su quel corpicino esausto che senza miagolii
implora la pietà dell’ultimo respiro, lo raccoglie, lo prende nelle sue mani grandi : una mano sotto per fargli da
nido, l’altra sopra di lui per divenirgli coperta calda, l’amore come dolcissima acqua che lava via il sangue dalle
ferite incurabili.

Quegli attimi sono davvero istanti che corrono via veloci eppure è come se tutta la creazione
trattenesse il fiato vedendo in una profondissima esultanza il battito di tutto il dolore trasfigurato in tutto
l’amore del mondo. Quelle due mani grandi e calde si trasformano invisibilmente davvero in nido e coperta calda,
grembo di luce nel quale quella creaturina inerme e dolcissima ancora una volta trova accoglienza e nutrimento, da
cui viene partorita. L’ultimo suo respiro viene sussurrato così. E il grido della creazione si trasforma in un
misterioso atavico canto impercettibile e soave.

Come se fosse il respiro ultimo e primo di ognuno di noi creature di
questa terra ferita dall’odio e dal rancore quando veniamo alla luce di questa vita terrena e poi partoriti l’ultimo
giorno in quell’altra luce ineffabile che nessuno ha mai visto con gli occhi di carne, ma spesso quelli dello spirito
hanno intuito dimorandovi in alto; terra ferita e benedetta dalle acque feconde e profondissime dell’amore. Ed è
così, solo l’amore può questo, l’atroce urlo si trasforma in ninna nanna, amore dolce dormi e riposa nella tenerezza
e nella pace, io veglierò accanto a te. “L’essenziale è invisibile agli occhi” (A. de Saint-Exupéry).

L’uomo orso non ha avuto paura di assumere i tratti di madre, uomo restituito alla pienezza dell’immagine e somiglianza divina,
maschio e femmina lo creò e poi lo benedisse e gli disse: sii fecondo. L’uomo orso, il gattino, un grembo di luce,
l’amore.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #390 : Giovedì 6 Dicembre 2018, 17:42:57 »
Componimento spirituale. Bello.

Arch muove la classifica con la solita classe. ;)

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #391 : Venerdì 7 Dicembre 2018, 08:32:24 »
...lo raccoglie, lo prende nelle sue mani grandi...

One man practicing kindness in the wilderness is worth all the temples this world pulls.

Poi dici perché quando uno aveva vent' anni campava a pane e Kerouac, orso d' un Arch. ;) 
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #392 : Venerdì 7 Dicembre 2018, 11:52:41 »
One man practicing kindness in the wilderness is worth all the temples this world pulls.

Poi dici perché quando uno aveva vent' anni campava a pane e Kerouac, orso d' un Arch. ;)

KerouArch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #393 : Sabato 8 Dicembre 2018, 12:09:36 »
Quo ci sarebbe da fare un discorso un po' lungo sul come ho conosciuto Emilio Tong, Nelson Tello e la scuola Siu Lam, che poi sarebbe la pronuncia cantonese del mandarino Shaolin, ma siccome immagino che alla fine non interesserebbe poi chissà quanto, passo al dunque con un sintetico:
Un po' d' estremo oriente, va'.  :D

LIN SIU
Se sali su una montagna e guardi fisso il cielo ti spunteranno le ali.

"Gli Shao Lin non lasciano impronte sulla neve, vedono nel buio e leggono il pensiero... Gli Shao Lin attraversano i muri e camminano sull'acqua... Gli Shao Lin sanno volare..."

Lin Siu spiava rapita quegli splendidi monaci immobili nella penombra del tempio e moriva dal desiderio di diventare una di loro.
-Non puoi- La sua amica Maou Pu la commiserava scuotendo la testa- Non sei nè nobile e nè ricca, e sei una donna per giunta, come puoi pensare di diventare uno Shao Lin? Però puoi rivolgerti a Ma Quong, dicono che sia una maga molto potente, forse lei può fare qualcosa per te.-
-Certo che posso!- Ma Quong era una vecchia strega squallida e ingorda: -Conosco tutti i segreti degli Shao Lin e posso rivelarteli se vuoi.-
-Ma io sono povera, non avrei di che pagarti.-
-Certo che puoi pagarmi, tu sei giovane ed hai quello che a me sta finendo: hai il tempo. Dammi dieci anni del tuo tempo e farò di te uno Shao Lin.-
Così per dieci lunghissimi anni Lin Siu mise il suo tempo nelle mani di Ma Quong: coltivò il suo riso, spezzò la sua legna, trascinò il suo rishò, lavò i suoi panni nel torrente, andò a prendere l'acqua, cucinò per lei e vegliò sui suoi miserabili sogni.
Per dieci lunghissimi anni.

Alla vigilia dell'ultimo giorno del decimo anno il marito di Ma Quong era molto preoccupato: -Hai sfruttato quella ragazza per dieci anni e domani quando si scoprirà che per farlo hai usato il nome degli Shao Lin verremo processati e lapidati ai margini del villaggio.-
-Ma perchè devo avere un marito così imbecille? La ragazza vuole che le insegni a volare? Bene, domattina le chiederò di salire sulla grande muraglia e di lasciarsi cadere nel vuoto. Finirà sfracellata al suolo e porrà fine in un sol colpo alla sua vita ed alle tue ridicole paure.-

All'alba del giorno dopo Lin Siu salì sulla grande muraglia, si lasciò cadere nel vuoto, e cominciò a volare.


LIN SIU 2
All'alba del giorno dopo Lin Siu salì sulla grande muraglia, si lasciò cadere nel vuoto, e cominciò a volare.

E cominciò a volare senza stupore e senza guardare mai in basso. Leggera come un aquilone di seta e bella come un airone.
Volò abbandonandosi alle correnti del monsone d'autunno prima planando verso occidente sulle risaie dello Tsài Than e poi verso sud sulle pianure di Xiàng Hu. Poi ancora più a sud, più in alto delle tempeste di sabbia del Sìn Kiang e poi ancora più in alto e poi ancora più in alto fin molto oltre le montagne di Tien Shan. Dove lì, sul tetto del mondo, nell'aria rarefatta della cima più alta, sospeso ad un palmo da una coltre di neve eterna così bianca da sembrare blu, vecchio quanto la montagna ed immobile nella posizione del loto si diceva che vivesse lui, Bodhidarma, il Maestro Sommo. Ta Mò.
Si diceva che avesse raggiunto il punto della terra più vicino al cielo e che fosse lassù da almeno cinquanta anni. Si diceva che avesse portato con se solo il suo bastone di ciliegio dopo aver insegnato agli uomini che si può percorrere la via della pace interiore solo abbandonando quella delle passioni.

"Uno Shao Lin non sorride e non piange, non avverte nè il caldo nè il freddo, non ha bisogno di cibo per vivere nè di aria per respirare. Percorre il sentiero del Tao senza che da esso possano distrarlo tutto il bene e tutto il male del mondo."

Lì, sul punto della terra più vicino al cielo, Bodhidarma, Ta Mò da che aveva abbandonato tutto, anche il proprio nome, stava da tempo immemorabile assorto davanti all'unica cosa che aveva portato con se: il suo vecchio bastone di ciliegio piantato su quella coltre di neve millenaria così bianca da sembrare blu.
Aspettava che fiorisse dopo averlo innaffiato con cinquanta anni di pensieri perfetti. Perchè qualsiasi cosa, anche la più impensata, per uno Shao Lin a volte è possibile.

Lin Siu non aveva pensieri perfetti. Aveva pianto per le frustate di Ma Quong ed aveva sorriso salendo sulla grande muraglia. Conosceva il dolore e la fame, l'umiliazione e la sventura. L'avevano fiaccata i venti torridi del Sin Kiang ed ora la stava stremando quel gelo innaturale e quel freddo senz'aria le stava strozzando il respiro.
Mosse solo due passi verso quel vecchio immobile e poi svenne ai suoi piedi.

Tutto questo sentì Ta Mò mentre raccoglieva il corpo di quello strano Shao Lin. E sentì il pudore del dolore, della solitudine e della disperazione mentre l' avvolgeva nel proprio mantello. Poi sentì la paura dietro quelle labbra smorte ed allora strinse più forte il mantello ed alitò tutto il suo calore su quella fronte gelata. E sorrise quando vide che riapriva gli occhi.
Fu allora che sul vecchio bastone di ciliegio sbocciò un fiore bianco. Piccolo, ma così bianco da riuscire a spiccare perfino su quella coltre di neve talmente bianca da sembrare blu.


Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #394 : Sabato 8 Dicembre 2018, 13:52:24 »
Poesia e saggezza allo stato puro. Grande Frusta.
Ho sempre pensato che fosse questione di sciolina. :D

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #395 : Lunedì 10 Dicembre 2018, 11:23:52 »
Poesia e saggezza allo stato puro. Grande Frusta.
Ho sempre pensato che fosse questione di sciolina. :D

ah ah ah ah ...

Cmq la verve letteraria di Frusta è un autentico tappeto volante. Rimango sempre impressionato.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #396 : Lunedì 10 Dicembre 2018, 12:01:37 »
“Un cesto d’amore”

Direbbe un curioso individuo che ha scritto canzoni anche per Mina. Ma devo stare sul pezzo e darmi un tono. Occhio alla casalinga che entra adesso, ...devo fare colpo.

Mi sembra anche abbastanza narcotizzata. Si vede, è in pieno orgasmo da compere natalizie.

Ehi, siamo uniti, siamo uniti! Come un sol uomoooo!!! A bella moraaa! Guardami Guardami! Fiuuuuuuu, Ehi! Guardami!

Costo troppo, lo ammetto ma, ho un San Daniele a bordo. Va’bbè, d’accordo, vié dalla Romania ma, cos’è tutta st’attenzione per i dettagli? Su, dai, comunque sono competitivo.

Ho invidiabili qualità organolettiche, lo sussurrava qualcuno de quei ladroni de Castrucci. Stai a sentire…: Cesto bicolore intrecciato, Panettone Tre Marie incartato a mano 750 g (cazzo! ormai s’è perso il senso del chilo e del litro), Cioccolatini Baratti 250 g, Tranci di Gianduja Piemonte Caffarel 100 g, Marrons Glaces Vergani 200 g, Trancetti Torrone Di Costa Luxury 100 g, Amaretti allo zenzero con cioccolato latta 140 g, Pasta 3 cereali 400 g, Parmigiano Reggiano DOP 150 g, Cotechino cotto Bellucci 500 g, Riso con nocciole Piemonte 175 g, Coppa stagionata trancio 400 g, Formaggio in olio al tartufo 180 g, Trancio di tonno Pinna Gialla 160 g, Crema tartufata vaso 140 g, Salame nostrano del Fattore 150 g, Olio al peperoncino Crespi bt. 25 cl, Caffe Illy latta 125 g, Spumante Prosecco Mionetto DOC bt. 75 cl, Champagne Taittinger bt. 75 cl (ta taaaaaa!), 20 pezzi dim. imballo H 27 x L 39 x P 77,5 cm, Cesto disponibile nella cella dei freschissimi.  Tavoletta Fondente Extra 70% 75g di Baratti & Milano, Offelle al Cacao 150g di F.lli Collivasone, Tubetto Gianduioso 115g di Leone, Caveosi con Gocce di Cioccolato 300g di Di Leo, Tartufi Dolci Neri 200g di Antica Torroneria.

No, ferma, che fai? non te ne andareeee noooo.

Bah. Che nun jé sarà piaciuto a quer culetto sfranto? Si, però, mò diteme che c’entrano lo Shampoo Doccia Pomodoro 250ml e l’erba di prato vegana? Che cazzo c’entrano??? Ok ok, restiamo concentrati.

Fiocco stai su. Signora, signora, ehi, tu guardami guardami guardami… 

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #397 : Mercoledì 19 Dicembre 2018, 09:29:30 »
Quel vestito rosso


Di solito, di questi tempi, uso appendere nel posto dei soprabiti un vestito rosso coi bordi bianchi. A corredo: una cinta nera e un cappello dello stesso colore del vestito con tanto di pon pon bianco.

Mi fa gioco, costruisco le mie storie per poi salire sul tappeto volante di mia figlia e planare nei luoghi onirici dei suoi 7 anni, ma si, pure dei miei 47.

Lei ci crede ed è meraviglioso guardare la sua espressione mentre ascolta assorta le mie fantasie naif. In questi anni ho costruito un Babbo Natale particolare: sbadato, magnone e scorreggione ma, nel contempo, giusto e severo quanto basta.

Lui è timido e non si fa mai vedere. Anzi, no, eccolo, forse lo becchiamo ma, no, mannagia! …c’è il black out.

Insomma il Babbo Natale, almeno quello che passa da casa mia, è inafferrabile. Naturalmente io, da buon italiano, con Lui millanto una duratura amicizia fatta di scorpacciate, bevute e repentine quanto rumorose corse verso il bagno.

Un Babbo Natale comunque simpatico e alla mano, insomma, un brav'uomo, un nonno a disposizione dei sogni, quasi che nel corso dell’anno faccia altro, magari il pensionato. Il resto poi lo fa la magia del Natale unita alla fantasia di un papà-bambino.

Un papà che tuttavia ha sempre creduto solo alla befana e alle calze riempite pure con le arance ma, siamo in zona, ed è questione di scelte.

Poi, però, non tutti i papà sono uguali e c’è qualcuno che, ahimé, scende dall’ottovolante troppo presto, anzi, pure al volo. E ne basta solo uno per far cadere quel castello di carte, unico per tutti, faticosamente costruito e gelosamente protetto dal vento gelido della realtà.

Sai, uno di questi papà moderni, intelligenti, forse troppo laici, o semplicemente stanchi, di quelli che parlano da uomo a uomo coi figli di 6 anni. E così, alla fine, capita che nella loro foga di realismo caravaggesco, questi improvvidi, sconclusionati e banali individui finiscano col fare ma, soprattutto, dire qualcosa di irreparabile.

E se un bambino si prende il morbo del dubbio, bé, allora se lo prendono tutti. Lo capisci dallo sguardo perso della bimba: “Papo, ma tu sei sicuro che esista?” mi fa lei quasi temendo che io sbraghi. No, Amore, scherzi? Ci ho parlato ieri. Qui, da papà, Babbo è di casa e non credo che ci lascerà presto. Lo vedi il vestito rosso?[/size]
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Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #398 : Mercoledì 19 Dicembre 2018, 10:09:41 »
E speriamo che la bambina continui anche da donna a credere nella magia di Babbo Natale in tutte le sue forme. :)

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #399 : Mercoledì 19 Dicembre 2018, 13:26:31 »
Da nemico giurato, viscerale ed uterino delle fedi, quello in Babbo Natale è l' unico credo che propugno a spada tratta. 
Una fede che va coltivata con la sapienza elegiaca del nostro Panza, però, altrimenti a farla diventare diffidenza ce se mette n' attimo.
Qualche anno fa a Natale stavo da mia suocera e la signora del piano di sotto mi chiese se potevo vestirmi da Babbo Natale per portare il sacco coi regali a suo nipote.
Incautamente ho detto si, e con la barba finta regolametare, un cuscino sotto alla giubba rossa a simulare la trippa e con un campanello in mano sono andato a bussare alla sua porta.
Ha aperto un ragazzino di sei o sette anni che, senza mostrare stupori di sorta, tutto ingrugnato e senza dire niente mi ha dato un calcio in uno stinco e mi ha sbattuto la porta in faccia.
E menomale che era piccolo, che se fosse stato un po' più grande il calcio si sarebbe diretto più in alto.
Poi ho saputo che madre e nonna avevano usato Babbo Natale come una minaccia: se non fai il bravo Babbo Natale 'n te porta gnente... se non fai i compiti altro che regali...  se non ubbidisci aspettate cenere e carbone...
Giustamente il ragazzino vedendosi apparire davanti quello stronzo ricattatore e temendo che dentro al sacco ci fossero cenere e carbone ha reagito secondo giustizia.
 :D Al posto suo avrei fatto lo stesso.
 
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.