Autore Topic: SEBASTIANO FANTE ITALIANO  (Letto 56047 volte)

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Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #340 : Lunedì 12 Novembre 2018, 13:03:49 »
Mannaggia la trota, è vero. E' da venerdì che ce stavo a studià. E' vero. Che era 50% me ce sarei scommesso la Lazialità :'(
Frusta è luciferino.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #341 : Mercoledì 14 Novembre 2018, 13:04:55 »
DUEL
Prima parte

It was the dawn of a sunny day when we were ready to leave for Torre, the country of our origins and ... Va’bbè, avevo altro in testa ma, stamane, camminando verso l’ufficio, direttamente dall’oblio è tornato questo episodio della mia infanzia che spero di raccontare senza quella noiosa enfasi del “prima era tutto meglio” o del “che bello quando non pensavi a un cazzo”, sperando pure di non indugiare in quei barocchismi che divertiti si abbeverano al mio insolito immaginario. Dicevo…  era l’alba di un solare giorno d’estate nei primi anni ottanta del secolo scorso che noi, io e la mia famiglia, reduci dall’eterno mese di mare a Nettuno, eravamo finalmente pronti all’agognata transumanza verso il paese delle origini; ognuno ne ha uno, la Brigadoon dove io e i miei fratelli avremmo passato il resto dell’estate. E allora tutti e 6 sull’Opel kadett grigio metallizzato, berlina di rispetto per i suoi tempi, e via! …traversata lungo la Casilina country road per luoghi, umori ed atmosfere che lentamente avrebbero scandito quel rito di avvicinamento a qualcosa di certamente e finalmente altro da Roma, dalla campanella e dalla scuola. Qualcosa che, al ritorno, due mesi dopo, mi avrebbe causato quella tipica saudade dalla quale un bambino non si libera mai tanto facilmente. Le tappe del viaggio erano sempre le stesse ma, almeno io, soprattutto io, non vedevo l'ora di ripercorrerle. La prima: presso un supermercato omnibus e a buon prezzo in località Laghetto, appena fuori da Roma, dove i miei facevano una spesa da viaggio nel cosmo. Era come prepararsi ad oltrepassare la frontiera. Viveri, vettovagliamento ed ogni sorta di utilità per il nostro lungo soggiorno estivo all’ombra del cachi. Papà, in particolare, amava comprare quelle che io al tempo - ma pure ora - consideravo una mostruosità culinaria: zampe di porco mozze in una specie di guazzetto con erbette ed altro che ora non ricordo. Ma, attenzione(!), il mio raccapriccio era con evidenza inversamente proporzionale al godimento suo quando pure divertito Lui se le mangiava. Poi tutti sull’ormai appesantita Opel Kadett, e di nuovo in marcia. Mio fratello più grande, al tempo sedici/diciassettenne, aveva il controllo dello stereo portatile e solitamente pensava alla colonna sonora. Noi fratelli più piccoli e distanti da lui di 6 e 7 anni, già alla tenera età di 10 e 9 anni ci ritrovavamo con un background musicale che poteva annoverare gente del calibro dei Dire Straits, The Police, Jethro Tull, America, Jackson Browne, James Taylor e via seguitando in the west coast, con coraggiosi innesti di altri tipo Rosalino Cellamare, in arte Ron, che di yankee poco aveva ma che tanto piaceva a mia sorella. A volte capitava che ci fermassimo ancora a Valmontone o a Colleferro, altre a Fiuggi. Quello era il viaggio della mia infanzia, per la fantasia del bambino il prologo on the Casilina road di una stagione bella e infinita. La Casilina, strada sincopata, a tratti popolata e popolosa, a tratti deserta. Qualche anno fa ho ripetuto questo viaggio in bici e, per la verità, l’ho trovata noiosa e pericolosa. Così, tra Anagni e Fiuggi c'è un tratto di strada alquanto anonimo che gradualmente sale verso Fiuggi ma,non prima d’aver superato un tunnel sgoccioloso scavato dentro una montagna. Ricordo che noi bambini eravamo convinti che da un lato all’altro del tunnel il tempo cambiasse. Bé, a volte è capitato veramente che da una parte piovesse e che, dall’altra ci fosse il sole ma, tant’è, stavamo per arrivare a Torre quando papà – e mentre ne scrivo è come se mi trovassi ancora là - supera un’auto di grossa cilindrata, probabilmente una BMW che procedeva lentamente. Niente di che, strada larga, sorpasso comodo. Ma, poco dopo succede qualcosa di inedito e che, per la verità, noi del reparto passeggeri non notiamo immediatamente: …


Duel - Seconda parte


… la BMW ci risorpassa a velocità sostenuta per poi riprendere un'andatura lenta. Così papà, già poliziescamente allertato dalla curiosa condotta del tipo, pur non esprimendo ancora una percepibile “contrarietà”, incassa e, poco dopo, riesce di nuovo a superare la BMW. Passa ancora qualche secondo e la BMW ci è ancora avanti per poi di nuovo rallentare, devo capire, a questo punto assai fastidiosamente, anche per un tranquillo guidatore. Neanche a dirsi, ormai spazientito, Papà si lascia scappare qualche parolina all’indirizzo di quell’uomo il quale, evidentemente, doveva aver trovato smisuratamente oltraggioso quel primo sorpasso. Mio padre è ormai fuori di se e, con abile manovra, dapprima tallonando il pilota davanti, sfoga la sua rabbia sull’inerme clacson, quindi, supera di nuovo quel ribaldo con le ruote, pure volendolo guardare in faccia. La tensione sembra ormai palpabile ai più e nulla possono le pur esili preghiere di mamma. Manco a dirsi, papà ha già preso fuoco ed è ormai in versione "Ispettore Callaghan il caso BMW sulla Casilina è Tuo!" Così risuperiamo ancora quel tizio il quale – osservo io conoscendo mio padre - non doveva ancora aver percepito i pericoli insiti nel suo spericolato atteggiamento, viepiù se “somministrato” ad un brigadiere di P.S. in viaggio vacanza con la propria famiglia e la spesa. Sta di fatto che in breve veniamo nuovamente raggiunti dalla BMW che, a sfregio, ci tallona senza superarci per infine sorpassarci ancora. Allora, forse nel frattempo rinsavito vedendo noi nello specchietto, mio padre decide di rallentare a sua volta concedendo margine alla dark-car. E torna finalmente il sereno, o almeno, noi tutti crediamo che il peggio sia passato e che a quel coglionazzo sia passata la voglia di dar fastidio a questa famiglia sull’Opel Kadett ma no, lui è ancora là. Ci aveva aspettato ed ora procede a passo d'uomo, senza peraltro permettere alla nostra auto di passare. Papà cerca invano di superarlo un paio di volte ma, niente, la BMW glielo impedisce. Ormai è chiaro, l’uomo alla guida della BMW è uno squilibrato. Però sull’Opel kadett con noi viaggia un composto deus ex machina risolutore di tanti film western e polizieschi, magari l’ultima cosa che un bravo di provincia in vena di scorribande al volante si aspetterebbe di veder sporgere da una berlina colma di una famiglia anni 70’. “No, no, Bastià, chi vó fa? No eh, no no, mó nun fa gliù pazzo eh! …nooo” …dalla concitata, dialettale “presentazione” di mamma, pure con una certa delusione, capiamo come questo curiosissimo episodio della nostra vita forse assai frettolosamente volga verso i titoli di coda e, devo dire, nonostante tutto, almeno noi del reparto passeggeri non nascondiamo una qualche eccitazione. Papà rompe ogni indugio ed estrae la sua beretta 61 poggiandola sul cruscotto. Poi scala, accelera e supera di nuovo il tizio che a questo punto vediamo tutti: ha una faccia banale, fuma e ci guarda con espressione lombrosiana. Il motore dell’Opel urla, le buste della spesa si spettinano al vento, gli America cantano “Survival”. Diciamolo pure, siamo al massimo della nostra potenza bellica. Ma papà non si accontenta… e per alcuni interminabili secondi questo brigadiere deraglia la sua vita tranquilla portandola su un folle binario. E allora mentre con la mano destra tiene il volante, con la sinistra impugna la pistola esponendola fuori dal finestrino come a voler sparare in aria. A questo punto, il tizio, assistendo alla eloquente scena alla O.K. Corral, pigia a fondo sul pedale dell’acceleratore e, come il vento, ci supera di nuovo ma, questa volta, per fa perdere ogni traccia della sua ferina stupidità e sparire anonimo all’orizzonte dietro una cortina di fumo nero. La racconterà? No, o meglio, non come la sto raccontando io. E mentre mamma, l’unica savia del gruppo, urla nell’orecchio di papà il proprio enorme spavento per la scampata sparatoria sotto il Piglio, noi intanto arriviamo alla galleria. Dall’altra parte troviamo solo il sereno. Quanto al brigadiere e alla sua famigliola, bè, non sono certo seduti a lanciare sassi sul ciglio di un burrone, magari con sullo sfondo un rosso tramonto. No, non possono permetterselo, sarebbe tempo perso. Credo, anzi, che ancora stiano sbarcando la spesa. Ciao, ci vediamo stasera da Bar Zi Checco.

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #342 : Mercoledì 14 Novembre 2018, 13:16:37 »
Hahaha Steven Spielberg ci avrebbe riscritto il film.  ;D Magari facendo sprofondare la BMW nel lago di Canterno.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #343 : Mercoledì 14 Novembre 2018, 14:35:06 »
Hahaha Steven Spielberg ci avrebbe riscritto il film.  ;D Magari facendo sprofondare la BMW nel lago di Canterno.

ah ah ah ...vero, in quel che ne rimane. L'ho visto ultimamente e mi pare ritiratissimo.

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #344 : Mercoledì 14 Novembre 2018, 17:37:14 »
Bello, Stè. Un Duel in salsa ciociara!!

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #345 : Mercoledì 14 Novembre 2018, 19:16:59 »
Forse non ve lo ricordate ma il 10 settembre 2008 avrebbe dovuto esserci la fine del mondo.
Io, oltre a ricordare nitidamente che non ci fu, ricordo pure che scrissi il capitolo nono della mia Historia della Matematica und le origini del Tango.
Capitolo importante assai, perché (quasi) definitivamente, in una intervista mai rilasciata prima, Qfwfq gettava un fascio di luce tombale sull' Ipotesi del Continuo di Georg Cantor, su due enigmi come l'arepo e l'utusi e sulla carognaggine di Fermat.
Ecco, mò scand scans scannerisczzz (non saprò mai come si dice ma penso di riuscire a farlo dopo cena) i fogli appena ritrovati e li posto qui, che così quando torna Leo, fra quanto postato da Panza e dal sottoscritto, avrà di che trastullarsi.
P.s.
Arch come postatore latita, ma è giustificato perché sta lavorando per la memoria della Lazio.
E chi non ci sarà alla presentazione del libro si fa il the coi pedalini sinistri di Roberto Luis Trotta e con quelli destri di Jorge Andrade.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #346 : Mercoledì 14 Novembre 2018, 23:21:49 »

 ::) Troppo lungo, lo so, ma giuro che non posterò più niente prima che lo faccia Arch.  :D










Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #347 : Giovedì 15 Novembre 2018, 10:54:53 »
Caro SATOR di cultura. I miei più vivi complimenti. Scienza e cuore in simbiosi. Ottimo Frusta, al solito.

Il povero Arch è veramente troppo occupato nel soddisfare tutte le cose che gli richiede il suo esigente editore. Ancora una volta ho la conferma che non è l'oggetto del lavoro ad essere impegnativo, ma i dettagli, l'orpello, la finitura. Ma tant'è.

Naturalmente vi voglio vedere il giorno della presentazione del libro al Circolo Canottieri Lazio. Quando sarà? Non lo so. Forse febbraio.

Non ho dimenticato che vi devo l'analisi iconologica della Santa Teresa e dei suoi ripetuti orgasmi. Provvederò al più presto.


Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #348 : Giovedì 15 Novembre 2018, 12:13:50 »
Ha ragione Arch, è un Frusta abbagliante  :clapcap:
È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

ThomasDoll

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #349 : Giovedì 15 Novembre 2018, 13:54:54 »
Allora, io sto ancora all'inizio del topic ma mi applico e leggo e vi faccio domande.
All'ottimo Panza, che ha fatto questa bella operazione di scrittura da forum d'altri tempi, volevo porre una domanda:

Bastiano gl’uttro di mamma.

Che dialetto è l'ho capito, ma uttro che cosa vuol dire, e qual è, se la sai, l'origine della parola?

Grazie, poi continuo a leggere e dispenso applausi a pioggia.

Ah, una chiosa tecnica: metti dei capoversi, perché il testo a carrello così largo e senza stacchi è faticosissimo da leggere. Ispirati a Frusta, che ha sempre un grande senso estetico nel mettere roba in pagina. E' del ramo, non per niente...

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #350 : Giovedì 15 Novembre 2018, 16:07:56 »
Uttro significa bambino. Cambia la dizione da paese a paese, anche vicinissimi fra loro; puoi trovare uttero, uttaro o uttareglio e uttareio semplicemente spostandoti nei trenta chilometri che separano Anagni da Frosinone.
Penso, anche se non ne sono sicurissimo, che il termine derivi da utero, dal momento che si applica, fin da subito, al bambino appena nato.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #351 : Giovedì 15 Novembre 2018, 16:08:41 »
Allora, io sto ancora all'inizio del topic ma mi applico e leggo e vi faccio domande.
All'ottimo Panza, che ha fatto questa bella operazione di scrittura da forum d'altri tempi, volevo porre una domanda:

Bastiano gl’uttro di mamma.

Che dialetto è l'ho capito, ma uttro che cosa vuol dire, e qual è, se la sai, l'origine della parola?

Grazie, poi continuo a leggere e dispenso applausi a pioggia.

Ah, una chiosa tecnica: metti dei capoversi, perché il testo a carrello così largo e senza stacchi è faticosissimo da leggere. Ispirati a Frusta, che ha sempre un grande senso estetico nel mettere roba in pagina. E' del ramo, non per niente...

ok, grazie del consiglio.

Uttro, uttareglio o uttarella: bambino/a piccolo/a
Non ne conosco l'origine ma è diffusissimo in Ciociaria.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #352 : Giovedì 15 Novembre 2018, 16:09:53 »

Penso, anche se non ne sono sicurissimo, che il termine derivi da utero, dal momento che si applica, fin da subito, al bambino appena nato.

si, bravissimo. Molto probabile.

(La progressione è: uttro, mammoccio, asino grusso ah ah ah)

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #353 : Giovedì 15 Novembre 2018, 16:26:39 »
consiglio il sito http://www3.pd.istc.cnr.it/navigais-web/#

Non c'è la spiegazione dell'origine delle parole dialettali ma è tutto molto interessante. Credo si ispiri alle ricerche sui dialetti italiani effettuate da due giovani studiosi tedeschi alla fine del 1800 (mi pare)... L'ho letto sul sole24ore

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #354 : Giovedì 15 Novembre 2018, 17:25:30 »
Uttro che nell'Ascolano diventa freghine o fregheine.

ThomasDoll

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #355 : Giovedì 15 Novembre 2018, 23:24:28 »
anch'io ho pensato subito a utero, e in effetti ci sta

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #356 : Venerdì 16 Novembre 2018, 12:28:28 »
The Acchiappettist

Spartaco è romano dé Roma e non teme gnente. Non ha bisogno di andare altrove, perché è l'altrove che viene da lui, a Roma. Esce poco, esce di rado e nun se'n'cula nessuno.
Il suo? Un isolamento di riflessioni con vista amara sulla comicità della vita. Eloquio strutturato, pensieri col fondale ma, se lo fissi te imbruttisce "perché, pure si se conoscemo, a Roma fissare è maleducazione. Per Dio!"(rafforzativo). Dell’urbe ama anche le pietre anonime perché, lui dice, “...pure quelle c'hanno più storia dé qualunque città americana". Spartaco è di studi fini, filosofeggia a tutta callara, teorizza, struttura, ispira. Se gli dai retta tutto ha un senso, persino la semiotica di Umberto Eco. L'università gli stava stretta perché egli si sentiva giá oltre. Spartaco è bello dé mamma sua, e sarebbe pieno dé femmine se solo dopo un pò nun se rompesse li cojoni. E lui spesso gira pagina, l’ho visto crescere giusto il tempo di osservare qualche decina dé pischelle, piagneje appresso d’amor illuso. Perché Spartaco nun s’accontenta, Spartaco è sfuggente, ora affabula i centurioni finti der Colosseo che lo seguono come farebbero i topi col pifferaio magico, ora invece, fumando una marlboro e riflettendo sul senso della vita, chiede aiuto a qualche empirista del ‘700 pé conquistà ‘na sorca. Altre volte ancora diventa “taciturno inverocché laconico, ma quando che parla ogni parola è na sentenza”. Lo avrebbe detto Peppe er Pantera nella finzione ma pure Spartaco nella vita reale. Perché Spartaco è di un'altra categoria, Spartaco è speciale, di lui mi sono sempre piaciuti l’autentico disprezzo per il banale e quella crudezza pure bruta che, però, maneggiata da lui diventa perla rara. Spesso indossa la maglia della Lazio, quella nera con la striscia celeste, quella dello scudo, la mette per passione e orgoglio contro tutti e tutto. A Spartaco piace anche indossare quei suoi cappelli belli o improbabili, sua grande passione, li indossa con audacia e nonchalance come, d'altronde, solo lui saprebbe fare. No imitations. Lui, uomo verticale. Di Roma ama anche e soprattutto le quotidiane sfide, le occasioni e i mille ammiccamenti di una città tanto puttana. In particolare, Spartaco è maestro in un' "attitudine" certamente non comune, un autentico talento che riempie solo i discorsi dei cialtroni ma, per chi come lui lo possiede, una “vocazione” che non va mai sbandierata: la sacra arte dell'acchiappo. Per carità, per Spartaco la donna non è mai preda ma rosa che fiorisce (e poi se spampina) il tempo di una notte, il diamante accecante che passa per le mani furtive e pur amorevoli del ladro ma che, certo, qualcun'altro pagherà per regalarne la luce. Mi confessò un giorno lui per aiutare la mia comprensione: “Ste …è una questione dé agilità, che dico, de destrezza e dé astuzia nell’afferrare l’attimo, pure dé terzietà. Er divertito trionfo di un ardente fuoco fatuo, forse del souvenir più ricercato”. Allora Spartaco va. E quando la sera accende le sue luci, la turista di-marzo-scosciata vuole sentire i brividi che John non saprebbe mai darle. Lei è falena intorno al faro e Spartaco si illumina. La sublime tecnica del solista che si mostra forse con l'incipit meno ricercato, uno schema semplice, proprio come per un capolavoro dei Beatles ma, la notte è giovine: “Ehi Gherl, uòt a biutiful ais!

Ma mò s’è fatto tardi. Casa doccia, salgo un attimo in camera. Buio.


Ciao Lu, fratello mio, oggi, nel giorno del tuo compleanno (47), tra le mille maniere in cui potrei farlo, io ti ricordo così. Un bacio.







(Thomas, giuro, i prossimi solo coi capoversi)

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #357 : Venerdì 16 Novembre 2018, 14:02:33 »
Chissà perché, leggendo, mi è venuto in mente lo zio Lallo, il personaggio di Amarcord interpretato da Nando Orfei.  :)
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #358 : Venerdì 16 Novembre 2018, 14:08:17 »
E qui bigna che Stefano se mostri. Una sensibilità rara. Stè, fatte vede.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #359 : Venerdì 16 Novembre 2018, 15:14:33 »
si, certamente e con grande piacere.