Autore Topic: SEBASTIANO FANTE ITALIANO  (Letto 58032 volte)

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Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #180 : Martedì 25 Settembre 2018, 08:48:27 »
Anche adesso che bene o male l' istruzione è arrivata non siamo usciti dallo stallo fra la subalternità e la rivolta senza sbocco.

E' vero, in questa fase storica di "Restaurazione" stiamo assistendo ad un fenomeno di regressione culturale e politica. Ma nel secondo dopoguerra (ed in parte tra '800 e '900) le forze di sinistra riuscirono -attraverso un'opera di 'alfabetizzazione politica'- ad incanalare il sovversivismo dei diseredati dentro un progetto di cambiamento e di riforme (basti pensare alla riforma agraria, alla nascita di leghe e cooperative contadine ecc.).

Ora che rileggo mi accorgo che dopo "linea materna" sarebbe stata necessaria un' altra virgola.
Niente:  ;)  l 'istruzione dei cafoni decisamente sarebbe stato meglio affidarla a te.

 :sciarpaD:

Sono convinto, invece, che io, tu, Arch e Panza saremmo riusciti a creare una scuola di cultura popolare che avrebbe fatto furore, e Villa Scorciosa sarebbe diventata una 'Barbiana' ante litteram  :read2:.


 :icon_biggrin:
È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #181 : Martedì 25 Settembre 2018, 10:49:18 »
in ufficio m'hanno rimasto solo... Il tempo di liberarmi delle incombenze e posto qualche intramuscolo  ...

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #182 : Martedì 25 Settembre 2018, 12:08:50 »
Quel bravo ragazzo

Era una giornata quella che il liceo non ce la fece, ed io, ormai maggiorenne, ero al bowling di Viale Regina Margherita a sderrazzare ogni impegno. Si, ogni tanto si fuggiva via. Suppongo che anche una versione del bizzarro Svetonio, potendo scegliere, sarebbe andata a buttare giù qualche birillo, lontano dai mediocri professori e dalle temibili ansie di giugno. Fu in una di queste occasioni di un ultimo anno di liceo connotato dal "niente di serio" che io scoprii che i filippini sono degli ottimi, boh, forse no, ma certo accaniti giocatori di bowling. Noi si stava lì a mangiare pizza con la mortadella e a giocare ad abbozzar la pista ma, occorre dirlo, ai nostri fianchi si lanciava da professionisti. La giornata però, quella giornata e forse, chissà, tutte quelle passate a tirare ai birilli e, da allora, tutti i miei ricordi del bowling, saranno segnati da un incontro insolito e straordinario. Mentre a bordo del 30 barrato si raggiungevano gli altri, giunti all’ultima fermata prima della Nomentana, tra una riflessione sulla mora della I°C alla quale avevo chiesto di uscire e poi m’ero scordato e una battuta su quella della classe che era uscita col prof. di Filosofia "ritrovandosi" dei bei voti (...ne uscirono degli altri splendidi per tutti), mi affacciai dal finestrino per la mia personale fermata. Lui, un signore anziano, alto, capelli corti e baffoni bianchi, era disteso morto stecchito ai piedi del tram. Coppola e cappotto scuri, sembrava uscito da un film di Scorsese, manona aperta col giornale rilasciato a terra, ed era morto. Ora che ci penso, a distanza di anni ritrovai la sua espressione nell’anziano Burt Lancaster di un poetico film sul baseball, ma quel giorno intorno non c’erano campi di mais in cui sparire. Lui rimase a terra sotto gli occhi di una donna attonita e impietrita, accompagnata due esauste ma monolitiche borse della spesa, all’ombra di un cartello con la pubblicità di uno yogurt. Un particolare di quell’uomo mi colpì e mi stralunò per il resto della giornata: i suoi grandi occhi di un celeste abbagliante, sgranati verso il cielo come quei fari-laser con cui nelle notti d'estate ti spiegano le stelle. Ormai guardavano oltre. Chissà, forse il candore di quegli occhi deve avergli attenuato il dramma di una oscurità arrivata improvvisa e alla luce del sole, lontano da casa e da chi chiamava quell’uomo per nome. Ma tant'è, per alcuni interminabili istanti fummo tutti precipitati nel tunnel del suo trattamento di fine rapporto. Se n’era andato senza salutare in una bella giornata di maggio. Ogni tanto, anche oggi, quell’anziano signore mi torna in mente. Quell’immagine d’insieme avrebbe potuto essere il soggetto di noti fotografi del tempo o solo quel che in effetti è stato: la morte di un uomo, tra le buste della spesa e lo yogurt. Ed io ricordo.

Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #183 : Martedì 25 Settembre 2018, 12:19:53 »



Quel bravo ragazzo


The dark side of the city al gusto di yogurt  :8D:  :clapcap:
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Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #184 : Martedì 25 Settembre 2018, 12:31:43 »
Panza, apprezzo molto la tua sensibilità. Hai saputo descrivere il senso reale della morte con parole normali ma piene di umana pietà. A me, nella mia lunga vita, è successa la stessa cosa diverse volte e tutte le ricordo tristemente una per una. Bravissimo.
Leo ha una prosa tacitiana solenne, grave, chiarissima ed esauriente. Mi spiace per lui ma sto raccogliendo tutti i suoi pezzi in un file dedicato. Se non pubblica lui, gli copio tutto e pubblico io :occasion14:. Leggo della "scuola popolare": mi spiace, ma in "guelle guattro mura scolasdighe" c'ho passato 42 anni e 6 mesi. Passo.
D'accordissimo sulle considerazioni di Frusta in merito a ciò che ha scritto Leo.
P.S. Stè, quale scuola hai frequentato?

Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #185 : Martedì 25 Settembre 2018, 12:44:22 »
Leggo della "scuola popolare": mi spiace, ma in "guelle guattro mura scolasdighe" c'ho passato 42 anni e 6 mesi. Passo.

Caro Fabio, la 'scuola popolare' nei piccoli paesini rurali sarebbe un'esperienza indimenticabile, anche perchè lì c'è l'abitudine di remunerare gli insegnanti non con denaro, ma con succulente primizie dei campi, pollastri e papere eco-compatibili, vino novello Montepulciano etc. etc.
Cosa ti perderesti...  :birra:
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Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #186 : Martedì 25 Settembre 2018, 12:51:50 »

P.S. Stè, quale scuola hai frequentato?

Liceo Classico Gino Dall'Oro (costola torpignattaresca del centocelliano Benedetto da Norcia) poi diventato autonomo e rinominato Immanuel Kant. Poi la mia "Laura" in giurisprudenza.

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #187 : Martedì 25 Settembre 2018, 12:54:39 »
Lo so, Leo ;) Magari!! La mia era una battuta del prof. Aristogitone di arboriana memoria. Don Milani è stato un grandissimo. Lo rileggo spesso.

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #188 : Martedì 25 Settembre 2018, 13:00:09 »
Stefano, siccome hai nominato il bowling di Regina Margherita, pensavo all'Avogadro (dove ho studiato) o al Giulio Cesare (dove ho insegnato per decenni) :) :) :)

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #189 : Martedì 25 Settembre 2018, 13:07:34 »
Stefano, siccome hai nominato il bowling di Regina Margherita, pensavo all'Avogadro (dove ho studiato) o al Giulio Cesare (dove ho insegnato per decenni) :) :) :)

ah, Arch e Prof.  Mitico!

Al Giulio Cesare conoscevo qualche pischella.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #190 : Martedì 25 Settembre 2018, 13:12:40 »
La geografia della salute
 
Roma, imprecisato anno del Signore, zona inesplorata, avamposto sanitario: "signor Rossi, la situazione non è proprio rosea, intanto prenda questo farmaco, ci rivediamo qui tra sei mesi". Saranno la penombra mafiosa, la voce roca, l’infermiera bona ma, dopo un esame strumentale tu il medico non lo vedi mai in faccia. Il verdetto è tutt’uno con l'esame, e tu, paziente per destinazione, in una luce crepuscolare degna di Storaro, come arrivi riparti ma, con qualche dubbio in più. Ci sono sei mesi, l'estate di mezzo ed un'impegnativa da fare. Il tuo medico di base è un oculista, e già questo, per chi sa leggerlo, può essere presagio di una qualche sventura. Ma, ammettiamolo, pur con qualche dubbio esegetico, costui fortunatamente le impegnative sa scriverle. Così, viene settembre e c'è da prenotare un altro esame. Provo col numero telefonico istituzionale, il cosiddetto Recup ma, in attesa che si liberi l'operatore, il sistema fa la prima selezione. I più deboli non ce la fanno e muoiono alla cornetta. Passo, quindi, al web e la pratica sembra più scorrevole. Dal momento in cui prenoti, resta una pericolosa incognita il momento in cui sarai chiamato da un numero anonimo e, dovunque tu sia (!), costretto ad impugnare la tua ricetta e a decantarla al dettaglio e ad alta voce. Ecco perché ora sappiamo tutti che la signora di Ciampino ha “li carcoli biliari e ben due arterie attappate” (dice lei). Tanto le costò il Cassino–Roma delle 19.14 ma, bontà sua, questo non le ha impedito di prenotare le vacanze col Cral. Generalmente, la voce dell'operatore è monotona, triste, leggermente automatizzata. E’ chiaro, non sembra annunciare nulla di buono. Le alternative che lui o lei ti danno sono da democrazia coercitiva, dunque finte: "allora guardi… visto che lei vuol sbrigarsi, ci sono spazi disponibili per il suo esame: 1- proprio ora, se fa in fretta... dai!! …No, Troppo tardi, peccato. 2- presso il medico che l’ha già visitata ma, tra 27 mesi al Trullo. 3- tra due settimane in Tracia". Rifletto: tra 27 mesi ci sarà un nuovo governo, un nuovo Presidente della Repubblica, forse anche un nuovo Papa, ed io potrei già essere altrove. No, non posso rischiare: scelgo la Tracia. Ora ho il luogo, l'ora e il costo dell'esame. Ma è la Tracia, luogo infido. Al ritorno non ci saranno enfatiche colonne coclidi ad attendermi. Certo, sempre meglio della Dacia, dell’Anatolia o, addirittura, dé Casetta Mattei. Rimango fiducioso.

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #191 : Martedì 25 Settembre 2018, 13:16:00 »
Stefano all'acchiappo delle pischelle del Giulio, al 90% imbottite de soldi. :D :D
Com'è la Tracia??? :P

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #192 : Martedì 25 Settembre 2018, 13:22:28 »
Safari

Vivendo a Roma, a chi di noi non è mai capitato di chiedere e chiedersi: ma ‘ndo cazzo sta Casetta Mattei? Magari pure di inserire tra le preghiere della sera il querulo inciso: “te prego, nun me fa mai arrivà a Casetta Mattei o sulla Portuense”. Ai tempi dell’università rifiutai un remunerativo volantinaggio perché dovevo arrivare proprio a Casetta Mattei. Ma la mezza età e gli allarmi muti dell’inevitabile ormai lampeggiano e col Recup puoi pure finì a fa un’ecografia in Asia minore, ma ce devi sta! Così, dopo un training autogeno di qualche ora (“si, ok sei stato a 4450 m. s.l.m. a Magliana, a Torre Angela… ce la farai di nuovo! Anche stavolta ci sarà un domani!”), sabato 28 ottobre 2017, ore 13.30 circa mi ritrovo a dover sostenere un esame strumentale presso una clinica ubicata in Via dei Badoer. Le cose precipitano all’ultimo momento, quando decido di recarmi sul posto con la mia 500 sprint. Dell’originario piano di viaggio by bus mi spaventavano le circa 21 fermate da fare coll’889 (Mazzacurati). Quindi, proveniente dalla via Aurelia, svolto a destra verso il mio personalissimo outback. Questa zona di Roma non ha confini geografici definiti, i turisti ci muoiono, i residenti invitano amici e apparecchiano per 10 ma restano sempre soli. C’è traffico ed occorre prendere decisioni immediate. Non posso nemmeno consultare il navigatore sul mio cell. che maledetto vuole portarmi a Via Bar due R, magari, vicino Frittole. Sono confuso, la mia frase di irruzione nella calma piatta degli orientati pedoni è: “scusa, Via dei Badoer-Casetta Mattei, vado bene?” C’è chi mi sorride e chi mi compatisce, chi addirittura mi avvicina per mettermi una mano sulla spalla. Sono le 13.52 e non ho la più squallida idea di dove sia 'sto posto. L’esame è fissato per le 14.15 ed io non ce la farò mai. Ma dove (cazzo) sarà mai sta clinica? Immagino anche di sbattere come Truman su di un orizzonte di cartone. Giro e rigiro, penso di ritrovarmi su Via Portuense ed invece si tratta di Via Affogalasino… Ti credo, non sarò certo l’ultimo che va giù. Ma sento che ci siamo, quella di una clinica è una presenza che pervade di se un luogo, un ambiente, un’atmosfera. E sbaglio ancora ritrovandomi davanti a Corviale. No, non avrei mai voluto. Si staglia nell’orizzonte come un tempio greco sull’acropoli, uno ziqqurat in Babilonia, la cattedrale gotica di Colonia ma, suppongo, dentro non ci saranno le spoglie dei Re Magi. Sembra galleggiare su una nuvola, un impatto alienante. Mi domando che fine abbia fatto l’architetto dé “il serpentone”(questo il nomignolo affibbiatogli dai romani), alcuni dicono si sia suicidato, altri che sia scappato con una contorsionista. Altri ancora sostengono che l’obbrobriosa costruzione abbia addirittura fermato il ponentino, una sventura per chi come me odia la 'callara' romana. Ma non ho tempo di organizzare un tavolo con gli abitanti del luogo. Il mio overland odierno si sta trasformando in un flop clinico-stradale. E’ finita. Così termino il mio confusissimo viaggio in un anonimo senso unico, è Via dei Badoer. Pago Ticket. "Si sdrai sul lato".

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #193 : Martedì 25 Settembre 2018, 15:03:43 »
Torno e di intramuscolari ne trovo tre. :)
La prima, più che un' intramuscolare, un flash che emana un malinconico bagliore biancoceleste. Poi Panza ritorna Del Re.
 :D Ste, ti dispiace se ti chiamo Giancarlo?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #194 : Martedì 25 Settembre 2018, 15:44:12 »
Torno e di intramuscolari ne trovo tre. :)
La prima, più che un' intramuscolare, un flash che emana un malinconico bagliore biancoceleste. Poi Panza ritorna Del Re.
 :D Ste, ti dispiace se ti chiamo Giancarlo?

ah ah ah ah, si

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #195 : Martedì 25 Settembre 2018, 16:10:32 »
Arch stacosa la conosce già, gli do retta e la posto qui.

CAPITOLO QUATTORDICESIMO (prima parte)

TITOLO
Eulero, Kant e il teorema dei sette ponti di Königsberg

SOTTOTITOLO
Armin Deutsch, Gustavo Mosquera e il Nastro di Möbius

OVVERO
Hugo Pratt e l’orientabilità del tempo

IN PRATICA
Una ballata del mare salato e la rotta sicura verso l’ improbabile.

Quando Kant passeggiava per le strade di Königsberg accadevano le cose più risapute: l’orologio del campanile cadeva in depressione se non riusciva ad accordare sui suoi passi il battito della lancetta dei secondi; l’asse terrestre rimpiangeva di non avere un gognometro a portata di mano per sapere di quale grado nel ventaglio fra i 22,1 e i 24,5 fosse in quel momento la propria inclinazione; ed il sole stesso, rapidissimamente, aggiustava i calcoli balistici dei propri fotoni affinché nessuno potesse pensare che le meridiane indicassero la sesta o la nona in disaccordo col precisissimo Immanuel.
Pare.
Ma lui non lo sapeva. Anzi, non ne era consapevole.
Insomma non si rendeva conto che la sua precisione avrebbe goduto di una fama usurpata; perlomeno se riferita al tempo; se riferita al luogo invece no.
Mi spiego meglio. 
Königsberg è attraversata dal fiume Pregel e da suoi affluenti e presenta due isole che sono collegate fra loro e con il resto della città da sette ponti.
Fino al 27 aprile del 1736 tutti quelli che erano passati da quelle parti lo avevano fatto pensando agli affari propri.
Da quel giorno, e per tutti i secoli a venire, non fu più possibile.
Questo perché, esattamente in quel giorno, il professor Leonhard Euler, detto Eulero, affacciandosi sul Pregel, invece di buttarsi di sotto, si chiese se fosse possibile con una passeggiata seguire un percorso che attraversasse ogni ponte una e una volta sola e tornare al punto di partenza.
Non contento, il giorno seguente, durante una lezione di geometria combinatoria nel Collegium Fridericianum, proponendo il suo quesito come tesi, enunciò il seguente teorema:
“Un qualsiasi grafo è percorribile se e solo se ha tutti i nodi di grado pari, o due di essi sono di grado dispari; per percorrere un grafo "possibile" con due nodi di grado dispari, è necessario partire da uno di essi, e si terminerà sull’altro nodo dispari.”
“Pertanto -aggiunse- è impossibile percorrere Königsberg come richiesto dalla tesi, poiché tutti i nodi sono di grado dispari.”
Fra gli allievi, attentissimo, c’era il dodicenne Immanuel Kant il quale, da quel giorno e per ognuno dei ventiquattromilaottocentoventi giorni che gli restarono da vivere, puntualissimamente, percorse l’ itinerario dei sette ponti con la segreta (e infatti sono io ora il primo a rivelarla) intenzione di smentire quello che aveva appena ascoltato.
Morì nel 1804, a soli 80 anni. Peccato.
Perché se fosse riuscito a rimandare il proprio decesso di una ventina d’ anni avrebbe trovato una soluzione al problema.
Nel 1824, infatti, August Ferdinand Möbius, scoprì che una superficie bidimensionale, immersa in uno spazio tridimensionale euclideo, presenta una sola linea di bordo e una sola faccia.
In pratica, se non è possibile percorrere un itinerario piano che attraversi ognuno dei sette ponti di Königsberg una e una volta sola e tornare al punto di partenza, è possibilissimo farlo tagliando il nastro dell’ itinerario torcendo di 180° una estremità e poi riattaccandola all’altra. Il questo modo si avrebbero a disposizione altri sette ponti da usare senza dover percorrere per più di una volta i ponti precedenti.
Un qualsiasi disegno di Escher, gentile passante, te lo può spiegare molto meglio di quanto non possa farlo io.
Però, se ti vuoi divertire, prendi una striscia di carta ed uniscine le estremità dopo aver impresso ad una di esse mezzo giro di torsione.
Ora, partendo da un punto casuale, traccia al centro del nastro una linea continua con una matita e vedrai che, dopo aver fatto scorrere la matita su entrambe le superfici senza mai staccarla dal foglio, ti ritroverai esattamente al punto di partenza.
Nel 1950, un insegnante di Harvard, Armin Deutsch, applicando questo concetto ai binari della metropolitana di Boston, scrisse "Una metropolitana chiamata Möbius."
46 anni dopo un regista argentino, Gustavo Mosquera, ne fece una trasposizione cinematografica ambientandola a Buonos Aires.
I due fatti sarebbero passati inosservati se nel 1967 Hugo Pratt non avesse deciso di rivoluzionare la storia del fumetto.


CAPITOLO QUATTORDICESIMO (seconda parte)


TITOLO
Indovinello: “Come si imbocca un bivio?”

SOTTOTITOLO
La geometria è sensuale, lasciva e lussuriosa.

DIMOSTRAZIONE DEL SOTTOTITOLO.
Hugo Pratt il 18 maggio del 1967 tracciò una retta lungo un nastro di Möbius e su quella disegnò una ballata del mare salato, la prima storia di Corto Maltese.

SOLUZIONE DELL’INDOVINELLO ESPRESSO NEL TITOLO.
“Prendi una linea retta, accarezzala e diventerà subito curva, spalancherà le gambe e si metterà a mugolare come una gatta in calore.”
(Soluzione che diede Pratt a Enrique Breccia dieci anni dopo, e cioè il 18 maggio del 1977, subito dopo l’inchiostratura della prima puntata di Alvar Mayor, sventolandogli sul naso un disegno di Escher)
(Forse)

Il professor August Möbius conosceva una sola favola; e nemmeno tutta, Praticamente solo l’incipit, che faceva più o meno così:"C'era una volta un re che aveva cinque figli. Egli stabilì che alla sua morte il regno fosse suddiviso tra i figli in cinque regioni in modo che ciascuna regione confinasse con le altre quattro…”

Il resto lo ignorava perché quando l’aveva ascoltata da bambino la sua attenzione si era fermata lì e da quel momento aveva cominciato a chiedersi in che modo si potesse dividere qualcosa in cinque parti facendo in modo che ognuna di loro confinasse con le altre quattro.
Ci riuscì una quarantina di anni più tardi e cioè quando la mattina del 18 di maggio del 1840, di fronte agli allievi più o meno esterrefatti del corso di laurea in matematica dell’università di Leipzig, dopo aver ripetuto quell’incipit, prese un pezzo di gesso e scrisse sulla lavagna l’unico modo con cui si potesse risolvere quel problema altrimenti impossibile:
x (u,v) = (1+v/2 cos u/2) cos (u)
y (u,v) = (1+v/2 cos u/2) sin (u)
z (u,v) = v/2 sin u/2
dove 0 ≤ u< 2π e -1 ≤v ≤ 1
Praticamente un nastro: di larghezza 1, centrato in (0,0,0) e con il cerchio centrale giacente sul piano x-y.
In cui variando il parametro u era possibile muoversi lungo nastro, mentre variando v si passava da un bordo all'altro.

Aveva barato ma ce l’aveva fatta: ora il sotto e il sopra della superficie di quel regno, e di qualsiasi altra superficie di questo mondo, compresa quella dei sette ponti di Königsberg, poteva essere percorsa e divisa, tutti i regni potevano essere frazionati in modo che ogni parte confinasse con tutte le altre e file sterminate di ponti potevano essere superati una e una sola volta comunque fosse intricato il labirinto del loro percorso.
Ma, purtroppo, solo in un mondo disegnato; in un mondo reale nisba!
Sempre meglio di niente…

Armin J. Deutsch e Isaak Asimov per un periodo di tempo sono stati colleghi ad Harvard, il primo insegnava per professione e scriveva per hobby, il secondo insegnava per hobby e scriveva per professione.
Deutsch pubblicò un solo racconto, su insistenza di Asimov e proprio sulla sua rivista, la Astounding Science Fiction, nel numero uscito il 18 maggio del 1950.
Era intitolato A Subway named Möbius ed immaginava che la metropolitana di Boston, scorrendo su una superficie bidimensionale entrasse nel paradosso topologico descritto da Möbius 110 anni prima e fosse condannata a percorrere un itinerario a tre dimensioni senza più né sopra né sotto. All’infinito in un percorso infinito dove Tutto aveva le stesse probabilità di apparire o sparire.

"O desaparecer." Pensò Gustavo Mosquera dopo averlo letto quarantasei anni dopo pensando a quanto fossero state maggiori quelle di sparire pochi anni prima per i desaparecidos nelle viscere di Buenos Aires.

CAPITOLO QUATTORDICESIMO (terza e ultima parte)
 
TITOLO
Una ballata del mare salato

OVVERO
Come fare da giovane quello che potresti fare solo da vecchio in tre passi:

PRIMO PASSO
Immagina che la tua vita sia una striscia di carta.

SECONDO PASSO
Prendi una delle due estremità (l’ inizio o la fine non importa) ruotala di 180° e unisci l’inizio alla fine.

TERZO PASSO
Otterrai una esistenza di larghezza 1 (la lunghezza non importa) centrata in (0,0,0) e con il cerchio centrale giacente sul piano x-y.
Così:
x (u,v) = (1+v/2 cos u/2) cos (u)
y (u,v) = (1+v/2 cos u/2) sin (u)
z (u,v) = v/2 sin u/2
dove 0 ≤ u< 2π e -1 ≤v ≤ 1
Come vedi, variando il parametro u puoi passeggiare lungo la tua esistenza, variando v puoi passare tranquillamente dalla gioventù alla vecchiaia o viceversa.
 
Il tre giugno del 1966 Hugo Pratt aprì a casaccio il manoscritto senza titolo che Jorge Luis Borges aveva appena iniziato a dettare ad Adolfo Bioy Casarese e lesse: “A los espejos, laberintos y espadas que ya prevé mi resignado lector se han agregado dos temas nuevos la vejez y la ética.”
Si trattava del prologo dell’ Elogio dell’Ombra, praticamente una sorta di avviso ai naviganti (Agli specchi, ai labirinti e alle spade che prevede il mio rassegnato lettore si sono aggiunti due temi nuovi: la vecchiaia e l’etica).
L’Ombra era quella in cui entrato dopo una ulteriore ed inutile operazione agli occhi e, non potendone più uscire, aveva deciso di percorrerne a tastoni il dedalo di sola andata, distorcendone di 180° l’ingresso per avere almeno la soddisfazione di ritrovarsi di nuovo a calpestare i suoi primi passi senza essere mai tornato indietro, ma camminando sempre in avanti come in un quadro di Escher, o lungo una pista di Möbius, in un itinerario dove l’etica sarebbe stata soggettiva (se lo poteva permettere), la vecchiaia, purtroppo, no.
Pratt avrebbe compiuto quaranta anni un anno e tredici giorni dopo, esattamente il tempo che avrebbe impiegato per disegnare “Una Ballata del Mare Salato”, il suo primo Corto Maltese.
Prese gli specchi, i labirinti e le spade a cui lo aveva abituato la lettura di Borges, ci aggiunse la vecchiaia e l’etica e lasciò che tutto scorresse lungo il nastro trasportatore formato da una striscia di Möbius di mare dei tropici.
 
Trentotto anni dopo a Siena, dal pulpito di palazzo Squarcialupi Umberto Eco riferendosi a quella striscia di Möbius dei mari del sud parlò di “geografia imperfetta” avendoli cercati sull'Atlante De Agostini. Collocò Escondida a 19 gradi di latitudine sud e 169 gradi di longitudine ovest: tra Tonga e le Cook.
Concludendo che: “Tutti i protagonisti della Ballata, compresi gli ufficiali della marina tedesca, viaggiano nell'arcipelago dell'incertezza, come se percorressero storditi i rami dell'albero genealogico dei Groovesnore, e non vorrebbero mai arrivare. Non sanno seguire i pescecani come Tarao (l'unico che va e arriva dove vuole e deve, quasi in linea retta) e quando sfiorano la Verità Geografica non lo sanno. Eppure è lì, nel nome di Pandora: c'è un Pandora Basin tra le Figi e le Nuove Ebridi, ai suoi limiti si dispongono le Yasawa, nelle Yasawa c'è la Blue Lagoon. Pandora è simbolo di una sapienza cartografica che nessun personaggio della Ballata mostra di possedere. Rasputin ha letto solo Bougainville, Pratt ha letto solo de Vere Stackpoole, ma, come al solito, il testo ne sa più di tutti.”

Non ci aveva capito niente.
 
O forse non sapeva che il tre giugno del 1966, esattamente un anno e tredici giorni prima che comparisse nelle edicole, Borges aveva spinto Corto Maltese a suonare una ballata sul labirinto di acqua salata di un nastro di Möbius.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #196 : Martedì 25 Settembre 2018, 18:12:43 »
BRAVO, sipperò te devo rilegge in word  ;) La tua testa vola molto più della mia.

(Cmq Tu, Arch e Leommedix scrivete proprio bene. C'è solo da imparare. Complimenti).

Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #197 : Martedì 25 Settembre 2018, 19:55:35 »
Vi devo leggere a rate, perché procurate lo stesso effetto di quelle sigarette corrette con la maggiorana :occasion16:.
Ad un certo punto ho avuto la visione di Kant che arriva con la sua 500 sprint a Casetta Mattei contando i nodi di grado dispari.
Insomma, siete dei soggetti pericolosi  :glasses1:

È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #198 : Mercoledì 26 Settembre 2018, 09:38:02 »
TD, comincia a preparà er salame. Dimani Frusta e Arch vengheno a fa' scorta de colesterolo O:-)

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #199 : Mercoledì 26 Settembre 2018, 12:12:10 »
io intanto do fiato alla mia quadrilogia del barbaro.

Breve storia di Bob

Bob è un vero yankee del Kentucky che un destino avventuroso e avverso precipitò in una remota zona dell'umanità. In viaggio di piacere nell'Urbe in compagnia dei suoi fratelli di primo e terzo letto, Archibald, Cassius, Gregorovius, Set, Cam, Lot e della sua bella Caroline detta la sgnaccherona della 7ma strada, al termine di una notte di bagordi, in una mattina di acerbo autunno Bob fu ritrovato privo di sensi appoggiato al furgone raccolta dei rifiuti non riciclabili. ...Di una ditta di Nocera Inferiore, peraltro, non autorizzata, peccato. Interrogato sulla vicenda, riferì di aver perso la memoria e di aver dimenticato persino il suo nome: "parola di Bob, non ricordo nulla" disse sconsolato. Ma il giudice, pur avendo pena di Bob, poté soprassedere sul vuoto di memoria ma non su quello di bottiglia trovato quella mattina accanto al ragazzo, e così lo condannò. Si lo condannò (raddoppia il coro) ad un servizio sociale che gli insegnasse a vivere. Così Bob fu assegnato alla Asl Viterbo 2, addetto al servizio raccolta biglietti fila P usati (rarissimi) e al loro riciclo per riffe con in palio rifiuti organici reparto geriatria dell'Ospedale della Bassa Tuscia. "Mah, un lavoro improbo" disse un pentito dal nome impronunciabile. E, digiamolo, i fatti gli dettero ragione: per assegnare i premi, Bob era spesso costretto a ricorrere alle maniere forti. E nell'adempimento del proprio dovere fu denunciato, si, fu denunciato. “Cazzo succede tutto a Bob!” (fa di nuovo il Coro).  "Percosse, Minacce, Lesioni, mettete a bollore, mantecate e pepe q.b." così recitava il pesante capo d'accusa. "Recidivaaa!" tuonò imperioso il giudice, ma Bob è sempre un americano del Kentucky... e non capì: "recitava? Ha detto recitava???" continuò a chiedersi mentre gli agenti di polizia penitenziaria malmenandolo lo lasciavano ai carabinieri che continuarono a malmenarlo (ciao Ste!) e così seguitando fino al Gate per bagagli di impaccio. Così ora Bob è nel suo Kentucky, memorabile attore né "l'imbriaco immaginario", opera in tre atti + pausa pranzo, replica n. 1927, no perditempo.