Autore Topic: SEBASTIANO FANTE ITALIANO  (Letto 57986 volte)

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Offline zorba

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #80 : Giovedì 13 Settembre 2018, 06:51:26 »
Ti ringrazio Frusta, in questo momento sono "impedito", ma spero di incontrarvi presto, e magari la carbonara ve la faccio per davvero  :risa:

Arch, Frusta, leomeddix e Panzabianca

La rediviva "Giovine Italia" di ispirazione... "carbonara"!!!

 ;) ;) ;)
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #81 : Giovedì 13 Settembre 2018, 09:27:44 »
Uso privato di mezzo pubblico.
Comunicato per Arch: il nostro anfitrione mi ha appena comunicato che per fine settembre sta in val d' O. Quindi, tolto il 26 in cui non puoi tu ed il sabato e la domenica in cui non posso io, scegli il giorno, che glielo comunichiamo e si parte.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #82 : Giovedì 13 Settembre 2018, 10:35:30 »
Tu non mi hai mai visto cucinare… La mia vera missione è combinare poesia e pasta alla carbonara  :icon_biggrin:

ah ah ah ah ah. Very very good! La tavola è il più pacifico dei terreni.

Nel frattempo ho visto quasi metà del video. Molto interessante. Bravo Leo e complimenti. Al di là della militanza o delle più o meno accentuate barriere ideologiche, vorrei che questo angolo mettesse in luce proprio questo: quell'anelito di libertà, di liberazione, di passione (nel video ce n'è tanta) di quella voglia di lasciarsi andare che mette in luce anche parti di noi quasi sempre protette dal confidenziale. Un circolo in cui mettere al bando il "se posso...", se vogliamo, una sorta di "confraternita laica", un luogo di persone liete e lievi che vogliano interagire con le altre più per divertimento che per bisogno, senza l'impellente necessità di primeggiare, di dire o scrivere la cosa giusta o, peggio, di contrapporsi magari con argomentazioni "a dispetto".
Questo vuole essere questo spazio. Un cenacolo di persone in pace con se stesse, con un "coperto" sempre disponibile per chiunque voglia aggiungersi.

e papparappappà...

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #83 : Giovedì 13 Settembre 2018, 11:00:07 »
Frustaccia hai un privato.
Sì, sarebbe il caso che qualcun altro sedesse intorno all'agape e offrisse a questo cenacolo il prodotto letterario della sua fantasia o delle sue esperienze.
Orsù, sin verguenza, come hanno fatto i quattro dell'SFI.

A proposito di cucinare, qui si pone una questione assai complicata: Leo afferma di essere un sopraffino cuoco di pasta alla carbonara. Si dà il caso che coloro, e sono tanti, che hanno goduto del medesimo piatto da me cucinato affermano essere la mia carbonara la migliore mai assaggiata.
Come se mettemo?

Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #84 : Giovedì 13 Settembre 2018, 11:04:32 »
Al di là della militanza o delle più o meno accentuate barriere ideologiche, vorrei che questo angolo mettesse in luce proprio questo: quell'anelito di libertà, di liberazione, di passione (nel video ce n'è tanta) di quella voglia di lasciarsi andare che mette in luce anche parti di noi quasi sempre protette dal confidenziale. Un circolo in cui mettere al bando il "se posso...", se vogliamo, una sorta di "confraternita laica", un luogo di persone liete e lievi che vogliano interagire con le altre più per divertimento che per bisogno, senza l'impellente necessità di primeggiare, di dire o scrivere la cosa giusta o, peggio, di contrapporsi magari con argomentazioni "a dispetto".
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e papparappappà...

Queste parole valgono come statuto del neonato Gruppo S.F.I. (Sebastiano Fante Italiano), compreso pure il papparappapà :sciarpaD: .
Grande Stefano.
È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #85 : Giovedì 13 Settembre 2018, 11:06:16 »
qui si pone una questione assai complicata: Leo afferma di essere un sopraffino cuoco di pasta alla carbonara. Si dà il caso che coloro, e sono tanti, che hanno goduto del medesimo piatto da me cucinato affermano essere la mia carbonara la migliore mai assaggiata.
Come se mettemo?

Ti rispetto ma non ti temo  :sciarpaD:
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Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #86 : Giovedì 13 Settembre 2018, 11:22:37 »
Io cò sto zinale addosso nun c'ho paura de nessuno.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #87 : Giovedì 13 Settembre 2018, 11:47:53 »
bè ...sulla carbonara a dispetto vorrei esse giudice de una e trina canassa  ;)

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #88 : Giovedì 13 Settembre 2018, 13:31:11 »
bè ...sulla carbonara a dispetto vorrei esse giudice de una e trina canassa  ;)
Anka mì, che non so cucinare nemmeno un uovo al tegamino ma in compenso so mangiare con voracissima maestria qualsiasi cosa, anche se  approssimativamente commestibile, figuriamoci una carbonara!  :P
P.s.
Arch, ho risposto al tuo pvt. Nel caso non ti riuscisse a leggerlo per chissà quale sortilegio di bc.org  come è già successo ( Ataru aiuto! ) Avrei deciso per il 27. Ti va bene?
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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #89 : Giovedì 13 Settembre 2018, 13:41:24 »
Sine, perfetto, Fru.

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #90 : Giovedì 13 Settembre 2018, 13:48:24 »
ok, inviato il messaggio a TD
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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #91 : Giovedì 13 Settembre 2018, 14:27:16 »
Parecchi anni fa, prendendo spunto dalla "Memoria dalle mie puttane tristi" di Marquez, avevo proposto al compianto Pippo Ciolfi (per i non fumettari uno dei fondatori di Skorpio e Lanciostory) col quale avevo avuto già (a tempo perso, dato che lavoravo 25 ore al giorno) una piccola collaborazione, una storia a puntate: "Memorie di una puttana triste".
Ricordi innocentemente sexy Di Maria Grazia, in arte Mariagraxia, prostituta più per "cuore tenero" alla deandreiana Boccadirosa, che per vizio o per bisogno.
Scrissi diversi episodi ma poi per un mucchio di ragioni non se ne fece più nulla.
Ravanando nella memoria del mio vecchio pc ne ho tirati fuori alcuni, penso più pubblicabili qui dei capitoli della Storia della matematica, troppo lunghi e complicati da seguire.

uno è questo:


CENTOCINQUANTA STELLE


Centocinquanta stelle in fila indiana...

Certe volte in macchina la radio non bisognerebbe accenderla.
Certe volte gli dovrebbero mettere una maestra di sostegno a certi conduttori incapaci di intendere e di volere ed alla imprudenza con cui scelgono le musiche da mandare in onda.

...in questa notte umida che sa di maggiorana...

E che si fa così? E che si acciuffa per la memoria una povera donna dal magone facile e la si lancia all'indietro di venticinque anni per farla franare proprio sul ricordo del primo dei suoi amori sparpagliati?

...in questa notte splendida che sa di malva...

Era così facile avere diciassette anni a pochi minuti dalla mezzanotte di quell' undici luglio dell'ottantadue; e fare lo slalom in due sul motorino col vento scriteriato della felicità che ti faceva sventolare i capelli come un tricolore fra le macchine e la scia delle bandiere che sbucavano da via della Cernaia, impazzavano in caroselli da capogiro intorno alla fontana dell'Esedra, tracimavano fregandosene dei semafori giù per via Nazionale, si comprimenavo fra i gomiti di via IV Novembre per poi esplodere come una salva di fuochi artificiali sul firmamento di asfalto e sampietrini di piazza Venezia rimbalzando fra i marmi e il travertino del Vittoriano con via dei Fori che si spalancava davanti alle impennate del motorino e tu mandavi l'urlo di Tardelli e ti stringevi ancora più forte alla schiena di Marco che si chiamava come lui ed era bello come Cabrini, bruno come Gentile, tenero ed irridente come Bruno Conti...

...centocinquanta stelle in questa notte caldaaaaaaa...

...disarmante come Paolorossi e languido come quel profumo da animale selvatico che teneva inchiodate le tue labbra fra le sue scapole e ti stordiva mentre lo abbracciavi ad occhi chiusi...

...lalaaaaa...lal...lala...lalalaaaaaaaaaaaaa...

Occhi chiusi intorno al colosseo

Centocinquanta stelle o centocinquantuno,

occhi chiusi sotto l'arco di Costantino...

ed io che le sto a contare in questo cielo di nerofumo....

occhi chiusi in mezzo alla puzza dei tubi di scappamento...

"Mariagrazia, andiamo al mare?"
"Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Le conto e le riconto e vai col tango... ...in questa notte lurida che sa di fangooooooo... ...lalaaaaa...lal...lala...lalalaaaaaaaaaaaaa...

Occhi chiusi e braccia ancora più strette intorno alla torace di Marco filando sull'asfalto dolce della Cristoforo Colombo risucchiati dal respiro dolce del ponentino nella dolcezza magica della notte romana...

...E tirano certe bombe che nessuno se le aspettava...


...che se ne infischiava dei battiti sconclusionati tuo cuore in tumulto...

...in questa notte storica senza lapilli e senza lava...

...che vi faceva scivolare insieme inginocchiati sulla spiaggia con le labbra fuse in un bacio inestricabile mentre le sue mani andavano proprio dove volevi che andassero e tu non riuscivi a pensare ad altro che ad un elenco sterminato di si...

...e tirano certe bombe che sembrano dei giocattoli
che ammazzano le persone e risparmiano gli scoiattoli...

...si alla forza che ti abbandonava le gambe, si alle parole formulate dalla mente e trasformate dalla bocca in lamenti felici e dissennati, si alla dolcezza sconosciuta, ferma e definitiva che ti spalancava l'anima, ti scompaginava i pensieri, ti disarticolava i sensi e ti liquefaceva il ventre mentre ti entrava dentro e tu non sapevi, non immaginavi, non credevi che potesse essere così... E tu, tu non sapevi, non immaginavi, non credevi che si potesse esplodere di felicità in quel modo, e tu, tu non sapevi, non immaginavi, non credevi che fra tutti i cieli immaginabili ci potesse essere un cielo come quello...

...Centocinquanta stelle e più di una scintilla,
in questa notte isterica che sa di camomilla...


E che i tuoi occhi ci si potessero spalancare dentro.
E poi abbandonare le palpebre alle sue labbra ed abbandonarsi al sogno di non riaprirle più.

...centocinquanta stelle o millecinquecento
ed io che le riconto e piano piano mi addormento...

                                           
                                           ..........

…E ti risvegli qui, in mezzo al traffico della tangenziale con un sospiro mascalzone e con gli occhiali da sole che non ti fanno vedere sullo specchietto retrovisore se la lacrimuccia che temevi ti è spuntata o no.

Dalla radio De Gregori sta cantando l'ultima strofa.

...Centocinquanta stelle ed una stella sola
in questa notte ipocrita che sa di Coca Cola.
..

Decidi di permetterti un peccatuccio di gola; scarti un mon chéri e te lo infili in bocca.

...una notte così amichevole da dormire in un sacco a pelo,
centocinquanta stelle in mezzo al cielo...


O forse è solo una crisi ipoglicemica da mancanza di affetto.
Mah...

...lalaaaaa...lal...lala...lalalaaaaaaaaaaaaa...
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Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #92 : Giovedì 13 Settembre 2018, 15:46:10 »

CENTOCINQUANTA STELLE



Bellissima Frusta, ed anche un po' triste  :sciarpaD: 
È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #93 : Giovedì 13 Settembre 2018, 16:52:37 »
Triste  e capace di suscitare riflessioni  profonde. Grazie Frusta.

Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #94 : Giovedì 13 Settembre 2018, 22:54:58 »
[...e dopo la parentesi filmica, torniamo alla saga di Villa Scorciosa per fare -con un flashback- la telecronaca di quello che fu il primo derby d'Italia: la Guerra Sociale che nel 90 a.C contrappose Roma alla confederazione Italica. Per la gente abruzzese il derby alla fine andò male, ma sin da allora nei loro slogan traspariva un sano odio verso il simbolo della Lupa.
E quindi, buon derby a tutti].

 




La Frentania non era più un semplice aggregato di tribù legate solo da vincoli familiari, ma cominciava a dotarsi di vere istituzioni religiose, politiche, militari e così il suo territorio venne diviso in pagus , distretti semi-indipendenti paragonabili agli odierni cantoni. Intorno al IV secolo a.C., il bisogno di tutelare le prime forme di proprietà privata dei campi(1) e garantire la sicurezza dei pastori coi loro greggi durante la transumanza, portò alla formazione della prima vera entità ‘statale’ nel nostro territorio: il Touto, che per le sue funzioni possiamo paragonare ad un moderno ‘Stato federale’ (2). All’interno del Touto frentano il potere politico era nelle mani delle famiglie più ricche, dalle quali uscivano i magistrati che formavano il Kombennio, l’assemblea ‘nazionale’ dei Frentani presieduta dal Meddix, un magistrato che gestiva le finanze, faceva osservare le norme religiose ed era pure il capo dell’esercito.


Annibale a Villa Scorciosa

L’esordio dello Stato frentano nel teatro della grande Storia avvenne nel 319 a.C. quando –nel corso della seconda guerra sannitica- i Romani decisero di punire i Frentani per il sostegno dato ai Sanniti . La spedizione punitiva fu affidata al comandante Quinto Aulo Cerretano, il quale ”con una sola vittoria pose fine alla rivolta dei Frentani, e, dopo aver intimato la consegna degli ostaggi, ebbe in discrezione anche la città dove l’esercito sconfitto s’era ritirato”  .
Dopo la battaglia di Boviano, che segnò il definitivo trionfo dei Romani, i Frentani si arresero e stipularono un trattato di alleanza con Roma, ottenendo la qualifica di ‘socii’ (cioè di alleati) (3). I Frentani, ora formalmente alleati della potenza romana, in realtà godevano di una ‘sovranità limitata’ simile a quella che nel secolo scorso legava i paesi dell’Europa orientale all’URSS, in quanto i loro villaggi erano obbligati a dare soldati in caso di guerra e a sostenere materialmente le truppe romane alloggiate. Lo Stato frentano rimase fedele a questo accordo anche nel corso delle guerre Puniche quando, dopo la vittoria di Annibale nella battaglia di Canne, numerosi popoli Italici rinnegarono l’alleanza con Roma e passarono dalla parte dei Cartaginesi . Proprio durante il suo viaggio verso Canne, Annibale attraversò anche il territorio frentano, e secondo il racconto di Polibio i suoi soldati curarono i cavalli malati di scabbia lavandoli con il vino requisito ai nostri contadini . Grande dovette essere il panico tra gli scorciosani alla vista dell’esercito cartaginese, nel quale si distinguevano i frombolieri delle Baleari con le loro micidiali fionde. Questo esercito, pur non potendo più contare sulla forza d’urto dei suoi elefanti (veri e propri ‘carri armati’ dell’epoca, dei quali dopo la traversata delle Alpi ne era sopravvissuto solo uno, il leggendario Surus), con la sua furia seminò terrore ovunque, tanto che la figura di Annibale divenne uno spauracchio, una specie di “uomo nero” che le balie usavano per spaventare i bambini e indurli all’obbedienza.
Le terre delle comunità che avevano appoggiato Annibale furono espropriate ed assegnate ai senatori romani, causando grande miseria e disoccupazione tra i nostri contadini . Il malessere sociale crebbe a tal punto che molti cercarono conforto nel culto di Bacco, divinità che consolava gli afflitti con orge di vino e danze licenziose, ed un suo tempio venne costruito anche a Lanciano (4). Il clima sociale si stava riscaldando, anche perché l’aristocrazia romana, gelosa dei propri privilegi, continuava a negare qualsiasi diritto politico alle popolazioni Italiche . La situazione divenne insopportabile soprattutto in Abruzzo e nel Sannio, dove maggiore era la disoccupazione. E quando il tribuno romano M. Livio Druso , favorevole alla concessione della cittadinanza agli Italici, fu ucciso da un sicario istigato dal Senato, la rabbia si trasformò in rivolta: la scintilla scoppiò nel 90 a.C. ad Ascoli, durante la celebrazione delle feste ludiche, quando la folla inferocita fece a pezzi il pretore Quinto Servilio e massacrò tutti i cittadini romani, tra cui molte donne che furono addirittura scalpate.
Questa strage –rompendo ogni ponte tra Italici e Roma- segnò l’inizio della Guerra Sociale. Dopo tante umiliazioni e soprusi, era finalmente giunta l’occasione della vendetta: le popolazioni abruzzesi e sannitiche, unite nella lotta, lanciavano la loro ultima, disperata sfida alla Lupa romana .


Morte alla Lupa romana!

Era a tutti chiaro che la Guerra Sociale avrebbe stabilito in modo definitivo chi dovesse comandare in Italia. Si confrontavano due civiltà diverse, quasi opposte: da una parte Roma, con il suo Stato ordinato e centralizzato, dall’altra i popoli italici, che invece sognavano uno Stato confederale rispettoso delle varie identità etniche .
In Abruzzo la Guerra Sociale assunse fin da subito il carattere di ‘guerra di popolo’, perché in tutti gli strati sociali era forte il sentimento antiromano : le élites ‘borghesi’ erano stanche di essere penalizzate nei loro affari dalla mancata concessione della cittadinanza romana, ma l’odio era forte pure tra i giovani che combattevano nell’esercito romano, sempre umiliati dai loro comandanti e che ora potevano finalmente vendicarsi (5). Infine c’era il rancore di tanti contadini abruzzesi che -a differenza dei plebei romani- erano esclusi dalle distribuzioni di frumento nei periodi di carestia.
Scoppiata la guerra, i Frentani strinsero le fila della loro organizzazione militare: in una lapide rinvenuta a Lanciano è trascritto il solenne giuramento antiromano dei rappresentanti di molti villaggi, e tra questi anche Scorciosa. Sebbene tale epigrafe è stata ritenuta non autentica da autorevoli storici , la mobilitazione fu veramente generale e riguardò ogni abitato frentano, anche il più sperduto. Possiamo perciò figurarci quale fosse il clima di tensione a Scorciosa, con gli uomini in piazza a preparare le armi e lanciare l’ultima maledizione alla Lupa romana, mentre le donne guardavano mute i loro figli partire verso i campi di battaglia.
Gli insorti Italici scelsero come propria capitale la cittadina abruzzese di Corfinio, ribattezzata per l’occasione col nome di Italica . Qui l’assemblea degli insorti nominò comandanti militari il marsicano Poppedio Silone e il sannita Papio Mutilo, e fece pure coniare monete con la scritta ‘Italia’ da un lato e il suo equivalente in lingua osca ‘Viteliù’ dall’altro . Veniva così solennemente sancita la nascita della confederazione Italica mentre Corfinio, fino ad allora tranquilla cittadina di provincia, si ritrovò ad essere la prima capitale di una repubblica di nome ‘Italia’ (una Italia che –per curiosa ironia- faceva il suo ingresso nella Storia contrapponendosi a Roma) (6).

Iniziata la guerra, gli Italici cercarono di coinvolgere nel conflitto anche gli Umbri, Etruschi e Campani. Questa strategia all’inizio sembrò funzionare, perché dopo alcune battaglie vinte dagli Italici, molte città prima neutrali passarono dalla loro parte. I Romani, per risposta, offrirono la cittadinanza a tutti coloro che avessero deposto le armi, e questa mossa cambiò le sorti della guerra: Etruschi ed Umbri abbandonarono la guerra, e così nel 91 a.C. le legioni romane non ebbero difficoltà ad annientare -sotto le mura di Nola- un esercito composto in buona parte da soldati frentani . 
Vista la situazione disperata, gli Italici diedero pieni poteri a Poppedio Silone, il quale allestì un nuovo esercito di 50.000 uomini, ma fu tutto inutile, perché nel corso di una battaglia in Puglia restò ucciso lo stesso Silone, l’uomo che più di tutti aveva incarnato la volontà di lotta delle popolazioni abruzzesi. La sua sua fine tragica suonò come campana a morto per le speranze degli insorti, e a quel punto tutti i capi delle comunità italiche cominciarono a trattare la pace coi Romani (7). Un ultimo sussulto di lotta si ebbe nell’82 a.C. quando alcune truppe Italiche appoggiarono il comandante romano Gaio Mario nella guerra civile che lo contrapponeva a Silla . Lo scontro decisivo si ebbe il 1° novembre proprio a Roma, nei pressi di Porta Collina, dove migliaia di Italici –dopo essere stati catturati- furono condotti in Campo Marzio e massacrati fino all’ultimo.
La strage di Campo Marzio chiudeva definitivamente la partita tra gli Italici e i Romani. La Guerra sociale era costata 300.000 morti, e lasciava dietro di sé una scia di devastazioni in tutto il meridione. I Romani avevano vinto grazie alle loro superiori capacità militari ma anche a causa delle divisioni fra gli Italici, privi di una vera coscienza ‘nazionale’. Ed ora la storia aveva dato il suo verdetto: la prima “repubblica italiana” era morta prima di nascere; l’Abruzzo era diventato una provincia di Roma.




NOTE
1) In territorio abruzzese le prime forme di proprietà privata di terreni risalgono al IV secolo a.C., come dimostrato daIla strutturazione dell’esercito in senso oplitico, che presupponeva un censo basato sulla proprietà fondiaria. Lo sviluppo contemporaneo della proprietà privata e di una struttura ‘statale’ come il Touto non è casuale: funzione preminente del Touto era proprio quella di centralizzare le funzioni amministrative relative al catasto fondiario e alla leva militare. (A. LA REGINA, Centri fortificati pre-romani nei territori sabellici dell’Italia centrale adriatica).
2) Il termine ‘Touto’, che in osco aveva un significato corrispondente alla ‘Res publica’ romana, deriva da ‘teuta’, termine di origine indoeuropea. Dal termine teuta discendono vari etonimi, come Deutsch (“tedesco”) nelle aree germaniche e Teutones (Teutoni”) in latino. A questa parola è legata anche una curiosità linguistica: i Romani, per indicare il ‘popolo di Roma’ usavano l’espressione ‘Roma tota’ (“tutta Roma”) per cui l’aggettivo ‘totus’ in latino finì per acquisire il significato di ‘tutto’.   
3) Il precoce disimpegno dei Frentani dal conflitto fu dovuto anche al fatto che i Frentani avevano pochi legami politici con la “madre patria” sannita. A tale riguardo, il grande storico T. Mommsen ha scritto che “Tutta la storia di questi due popoli egemonici della stirpe italica [Sanniti e Romani] è contenuta in germe nel loro sistema, diametralmente opposto, di ordinare le colonie. Le terre, che i Romani guadagnavano, erano conquistate allo Stato; i paesi che i Sanniti occupavano, diventavano proprietà di quello sciame di volontari che li avevano conquistati, i quali, abbandonati dallo Stato di origine alla loro buona o cattiva fortuna, predavano e guerreggiavano per loro proprio conto”. Un ultimo tentativo di resistenza anti-romana fu attuato da Lollio, un Carrecino che cercò di riorganizzare un movimento di guerriglia nelle montagne abruzzesi, ma anche questo movimento fu alla fine soffocato. (Cfr. T. MOMMSEN, Storia di Roma, vol. I).
4) Il culto di Bacco (corrispondente al Dioniso greco) era giunto in Italia tramite i Greci. Nel corso dei riti baccanali si raggiungeva uno stato d’ebrezza attraverso danze ed abbondante assunzione di vino, coi partecipanti che si abbandonavano anche a pratiche sessuali orgiastiche. I riti baccanali svolgevano un importante funzione psicologica tra gli strati umili della popolazione, consentendo lo sfogo di naturali impulsi umani e alleviando i loro affanni. Un tempio dedicato a Bacco fu costruito anche a Lanciano, nel luogo dove oggi sorge la chiesa di S. Biagio.
5) All’interno dell’esercito romano i compiti più pericolosi erano affidati ai soldati Italici, eppure essi erano esclusi dall’assegnazione delle terre conquistate. Inoltre, mentre i legionari romani potevano ricorrere in appello contro punizioni ritenute ingiuste, ciò era vietato ai i soldati italici, trattati con sprezzo dai loro comandanti. L’arroganza dei funzionari romani si manifestava anche quando, in visita nelle città italiche, essi esigevano il pagamento delle spese di trasporto e di alloggio. A Teanum i Romani arrivarono a fustigare pubblicamente un funzionario locale perchè ‘colpevole’ di non aver fatto sgomberare con rapidità il bagno pubblico per le necessità della moglie di un console.
6) Il nome ‘Italia’ in origine indicava solo il territorio dell’attuale Calabria occupata dalla tribù degli Itali (o ‘Vìteli’), popolazione che derivava il nome dal proprio totem tribale, il vitello (‘vitlu’ in lingua osca). 
7) Per molto tempo, la memoria della Guerra Sociale è stata cancellata da parte della storiografia ufficiale.  Probabilmente in questa ‘rimozione’ ha molto pesato una ideologia ‘nazionalistica’ incapace di accettare il fatto che la prima entità politica di nome ‘Italia’ fosse nata in contrapposizione a Roma.
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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #95 : Venerdì 14 Settembre 2018, 00:15:30 »
L'Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl'anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia.
Leo, gli attuali discendenti degli antichi frentani la conoscono questa tua guerra illustre contro il Tempo?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #96 : Venerdì 14 Settembre 2018, 09:31:37 »


CENTOCINQUANTA STELLE


Languido, malinconico e bellissimo. Complimenti



Annibale a Villa Scorciosa




Un personaggio questo talmente carismatico e così potentemente suggestivo sotto il profilo storico-letterario da poter resistere alla damnatio memoriae che i Romani, dopo esserne stati a lungo in balia (...), tentarono infine di infliggergli.

Grande Leo!
 

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #97 : Venerdì 14 Settembre 2018, 12:08:24 »
Leo, possibile che nella dotta, la grassa, la rossa non c'è un editore che ti pubblichi queste belle cose?
Oppure in Frentania?

Offline leomeddix

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #98 : Venerdì 14 Settembre 2018, 14:10:18 »
Leo, gli attuali discendenti degli antichi frentani la conoscono questa tua guerra illustre contro il Tempo?

Caro Frusta, a Villa Scorciosa come in tante altre piccole comunità contadine -e almeno fino alla generazione dei miei genitori- si è conservata la visione ciclica e pagana del tempo, basata sul ritmo delle stagioni, mentre la visione lineare (introdotta dal cristianesimo -con un inizio ed una fine della Storia) era vista come una sovrapposizione un po' artificiosa, ed infatti tutte le festività erano celebrate per chiedere la fertilità dei campi e per ringraziare le divinità dopo il raccolto. Per tale motivo queste comunità non avevano una vera concezione 'storica', ma solo una memoria culturale trasmessa per via esclusivamente orale. I miei compaesani, perciò non conoscono le loro radici storiche, ed ignorano anche il fatto che Villa Scorciosa, come alcune altre località vicine, rappresentano una 'isola etnica' slava nel cuore dell'Abruzzo (alla fine del XV secolo il paese fu completamente distrutto da un terremoto, e ripopolato da genti croate in fuga dai Turchi). Magari -se non vi annoia- un giorno vi invio anche la 'telecronaca' dell'arrivo di questi profughi slavi  :)   

Leo, possibile che nella dotta, la grassa, la rossa non c'è un editore che ti pubblichi queste belle cose?
Oppure in Frentania?
Mi sto attivando, caro Fabio. Mi piacerebbe fare questo 'dono' alla mia comunità d'origine. Vedremo  :sciarpaD:



Sempre troppo gentile, Stefano :D
È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #99 : Venerdì 14 Settembre 2018, 14:40:30 »
“Memoriam quoque ipsam cum voce perdidissemus,
si tam in nostra potestate esset oblivisci quam tacere”

Tacito, la vita di Agricola, 2-4