Autore Topic: SEBASTIANO FANTE ITALIANO  (Letto 57857 volte)

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Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #360 : Venerdì 16 Novembre 2018, 16:17:47 »
Arch, io spero sempre nella magnata in cui si parrà la nobilitade tua e quella di Leo in fatto di spaghetti alla carbonara, laddove il Panza dovrà palesarsi per forza o per amore (degli spaghetti).
Se l 'accadimento dovesse concretizzarsi prima di Natale sarebbe na bellezza.
Se poi non dovesse succedere c' è sempre il giorno della presentazione del tuo libro al Circolo Canottieri Lazio.

P.s.
Approfitto dell' occasione per precisare:
i frequentatori di biancocelesti.org che in quella occasione non si paleseranno non sono altro che desolati figuri che si abbandonano a tristi,  solitarie e squallide voluttà pensando alla Sanipoli bagnata e nuda sotto uno scollacciato accappatoio giallorosso.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #361 : Venerdì 16 Novembre 2018, 23:23:47 »
Vabbè, dato che Arch è impegnato in cose più serie di queste e Leo viene qui solo per fare il lurker lasciando tutto il peso del topic sulle spalle del due residuo, mi rimangio la promessa fatta (omo fedigrafo sugno) di postare solo dopo che Arch avesse ripreso a farlo e vi depongo qui la critica ad un quadro (il prof Arch già la conosce) che fece da presentazione alla mostra di una mia (bravissima) amica pittrice.

L' amica si chiama Gabriella, il quadro è questo:



E questa la "critica":


 (in corsivo la sintesi di un racconto di Sherazade)

I SOGNI DEGLI ALTRI

C’era una volta al Cairo un uomo che si chiamava Yamir Jossef e che da un anno tutte le notti faceva lo stesso sogno...

Gabriella ha sette anni ed ha gli occhi spalancati. Se volete che si addormenti non raccontatele una favola.

...sognava un uomo che gli diceva: "Yamir cosa fai qui? La tua fortuna è a Teheran è là che devi andare!..."


Chissà di cosa sono fatti i sogni. Forse sono nuvole compresse in biglie di vetro o in pezzetti di cristallo colorato che però quando ti addormenti evaporano e ridiventano nuvole che poi ti avvolgono la mente e la portano lontano da tutto quello che è vero e vicino a tutto quello che sembra vero.

...Lo stesso sogno tutte le notti finché un giorno Yamir decise di partire...

Perché certi sogni non sembrano mica sogni.

Arrivò nella piazza principale di Teheran all’imbrunire nello stesso momento in cui arrivava una banda di briganti.

Certi sogni sembrano fatti proprio da svegli.

I briganti uccisero, rubarono, saccheggiarono e fuggirono. Yamir, atterrito, non riuscì nemmeno trovare la forza per muovere un passo e quando arrivarono i gendarmi lo trovarono ancora lì, al centro della piazza, immobile ed impietrito dalla paura.
Credendolo uno dei briganti, lo presero, lo portarono in carcere, lo riempirono di legnate e lo abbandonarono lì, senza mangiare e senza bere. Dopo quindici giorni arrivò il capitano per interrogarlo. "Non sono un brigante, e se sono qui è tutta colpa del sogno"
Disse Yamir, e cominciò a raccontare.


Povero Yamir, a volte forse bisognerebbe sognare con più attenzione.

Il capitano rise e disse: "E' vero, sei troppo stupido per essere un brigante, come si fa a credere ai sogni? Pensa che io da un anno tutte le notti sogno un giardino con una meridiana, e dietro la meridiana un pozzo, e dietro il pozzo un cespuglio, e dietro il cespuglio un tesoro.
Fossi stato un idiota come te sarei andato a cercarlo!"
Appena libero Yamir cercò il giardino con la meridiana, dietro la meridiana trovò il pozzo, dietro il pozzo il cespuglio e dietro il cespuglio trovò il tesoro.


E’ buio adesso, ed è proprio ora di dormire. Gabriella ha ancora gli occhi spalancati e li chiuderà piano piano pensando a quanti sogni si stanno sprecando.
E domattina si sveglierà chiedendosi quanti sogni verranno sprecati nelle notti a venire.
E passeranno gli anni e non potrà più fare a meno di pensare a quante nuvole compresse in piccole biglie di vetro o in pezzettini di cristallo colorato stanno aspettando che una mente li sfiori per poter evaporare.
​E se li figurerà tutti uno ad uno i sogni degli altri.
Quelli senza rimpianti dentro le carrozzine dei neonati, quelli occasionali dei dormiveglia sui treni dei pendolari, quelli a bocca aperta dei pescatori con la canna abbandonata tra le mani, quelli impettiti dentro le livree dei portieri del Grand Hotel, quelli scoloriti delle locandine dei film di seconda visione, quelli in bianco e nero di Carosello, quelli screpolati dei volti delle foto nelle cornici sul comò di sua nonna, quelli abbandonati sulle panchine della stazione, quelli col biglietto di sola andata e quelli senza biglietto rimasti sul marciapiede ad asciugarsi gli occhi e a sventolate i fazzoletti, quelli irreparabili degli assassini e quelli senza scampo degli evasi, quelli dei bambini mai nati e quelli senza un lamento degli angeli condannati a morte, quelli senza sogni dei secondini e quelli senza sonno dei prigionieri, quelli patibolari degli avvoltoi e quelli disgraziati degli aguzzini, quelli clandestini dei latitanti e quelli da macellai che Dio è dalla loro parte, quelli senza risveglio dispersi chissà dove e quelli da disertori da dormirli con un occhio solo e la pistola sotto al cuscino.
I sogni di verbena delle adolescenti, i sogni pagati in anticipo degli stoici, i sogni innocenti dei matti, i sogni da assegni postdatati degli epicurei, i sogni senza peccato delle puttane, i sogni senza ritorno dei vecchi. I sogni sciagurati dei re. I sogni dei santi e dei diavoli. I sogni incomprensibili di Dio.
Li metterà tutti dentro un sacco, poi salirà su un aeroplano rimestandoli con una mano come si fa con i numeri della tombola, e mentre il pilota punterà dritto sul sole si sporgerà dal finestrino, aprirà il sacco e li lascerà cadere.





Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

ThomasDoll

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #362 : Martedì 20 Novembre 2018, 13:28:01 »
io lo conobbi, comunque.
Ehehehehehe

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #363 : Martedì 20 Novembre 2018, 16:53:49 »
bellissima e poetica la storia.
Pure er quadro.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #364 : Giovedì 22 Novembre 2018, 09:23:56 »
Anima Bucolica

A pensarci bene, nemmeno Virgilio, pur nell'estremo ed accorato afflato, deve aver mai creato una simile suggestione. Credo che mai e poi mai nel suo mondo fatto di rare sensazioni di odorosa bruma, gli sia capitato di finire dietro un trattore con rimorchio carico di sgocciolante letame. La gruviera provinciale con limite di velocità a 50 km/h e gli invisibili vigili assettati di sangue di Labico, paese solcato dal vomere della Casilina, a corollario di una uggiosa e fredda giornata di febbraio. Il trattore di ultima generazione e il rimorchio al seguito hanno una stazza imponente che sviluppandosi in altezze gotiche, chi di design, chi di merda carico, non permettono manovre di alcun tipo. Come se non bastasse, dalle loro gigantesche ruote si staccano pezzi di fango (...), presumo io, fiondati sugli accorrenti al seguito costretti così ad almeno 30/40 metri di discreto distacco. E dietro questo fercolo di letame e cavalli-motore con dote di fetente scia, vetri appannati pieni di madonne e fretta. Si, ma quanta vita in quel carico di merda! "...Dal letame può nascere un fior" ... diceva l'altro poeta. Cazzo! Qual potente lirica s'asconde sotto il fetido carico? Quanti colorati fiori di maggio saluteranno gioiosi la loro palata di merda? Così, sulla scorta del più nobile e vitale dei messaggi, anche questa buia e anonima giornata di inverno, trionfante saluta con la manina la baldanzosa carovana sulla Casilina.



forse ho esagerato con la dimensione carattere. Fateme sapé

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #365 : Giovedì 22 Novembre 2018, 19:19:00 »
forse ho esagerato con la dimensione carattere. Fateme sapé
Un tantinello  ;D
Comunque la mia presbiopia ringrazia, finalmente ho potuto leggere un post senza ricorrere agli occhiali.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #366 : Giovedì 22 Novembre 2018, 19:34:40 »
tConfermo e mi complimento con il grande Panzabianca.  :)

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #367 : Venerdì 23 Novembre 2018, 10:47:12 »
Un tantinello  ;D
Comunque la mia presbiopia ringrazia, finalmente ho potuto leggere un post senza ricorrere agli occhiali.

ah ah ah ...
Le osservazioni di Thomas hanno suscitato la mia reazione sperimentale

Offline Frusta

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #368 : Lunedì 26 Novembre 2018, 18:57:04 »
Questa è una storia vera.
Mi è stata raccontata la primavera scorsa da una signora nata in Liguria nel 1930, vissuta in Provenza finché è campata la buonanima di suo marito ed ora arzillissima ospite del "Club del Pensionista y Tercera Edad Miguel Curbelo de Tenoya", una casa di riposo di Las Palmas; io l' ho solo aggiustata un po'.

P.s.
Per chi fosse curioso di sapere cosa andassi a spigolare io nel summentovato "club" (e in altri come quello, per chi è interessato ne ho valutati almeno una decina) è presto detto: ciò na certa età, sono un epicureo e da qualche parte dovrò pur andare a far spingere da qualche infermiera gnocca la mia futura sedia a rotelle. 
:D O no?

------------------------------------

MILVYE

Se proprio volete sposarvi andate a farlo in Provenza, in un posto qualsiasi fra Grasse e Marsiglia, e se non avete altre preferenze intorno alla data vi consiglierei un bel sabato mattina della seconda settimana di marzo di uno qualunque degli anni cinquanta, meglio verso la metà, facciamo il cinquantacinque o il cinquantasei, e mi ringrazierete.

C’ erano dei sabato mattina così lunghi intorno a quel periodo che sembravano infischiarsene dell’ orologio che stava per segnare mezzogiorno ed erano capaci di arrivare fin quasi alla sera conservando talmente intatta la freschezza del loro verde pastello da trattenervi affacciate alla finestra dell’ albergo così perse a respirarli da farvi dimenticare che il vostro fidanzato di sicuro aveva già trasferito le valige nel portabagagli della Dauphine e che se ne stava lì chissà da quando a guardare in aria senza spazientirsi ed a chiedersi di quanto ancora avrà bisogno per vedere se ha dimenticato qualcosa.

Milvye lo vide e lo rassicurò salutandolo con la mano aperta e godendoselo un altro po’ con gli occhi quel suo uomo capace di stupirla rispondendo sempre con dei “si” alle sue proposte estemporanee.
Come quella di invertire l’ ordine tra il matrimonio e la luna di miele e celebrare prima forsennatamente la seconda in un posto qualsiasi fra Grasse e Marsiglia, nel primo albergo in cui si erano imbattuti, col mediterraneo che le si era spalancato davanti come il sorriso di quel garçon improbabile che aveva scaricato le valige dalla Dauphine e li aveva accompagnati nella stanza.

Lo aveva rivisto il giorno dopo a colazione ed era rimasta per un po’ ad osservarlo, incuriosita dal suo profilo da sparring partner e dall’ impaccio volenteroso delle sue mani da buttafuori gentile mentre le serviva il caffè.
Poi lo aveva incontrato sempre alla stessa ora, ogni volta che il mattino sembrava infischiarsene che l’orologio stava per segnare mezzogiorno e per ognuno dei cinque giorni che era rimasta lì ad amarsi col suo uomo senza altri desideri che cercare da ognuno di quei giorni una conferma.

Ci sono dei sabato mattina in Provenza alla fine degli anni cinquanta che rimangono ancora un po’ ad indugiare alla finestra prima di diventare definitivi, che ti fanno pensare che più che anticipare la luna di miele in realtà volevi posticipare il matrimonio, che ti fanno ringraziare il cielo per la loro lunghezza innaturale e che ti lasciano il tempo di indugiare ancora un poco anche sulla tua vita, prima che diventi senza ritorno.

Ci sono dei sabato mattina dalla lunghezza ingovernabile che ti fanno riprendere il fiato dalle cinque notti di amore accanito che li hanno preceduti, che ti fanno desiderare di diventare una fidanzata casuale anche solo per un minuto, prima che quei fiori d’arancio nuovi di zecca che hai appena appoggiato sul letto ti facciano diventare una moglie irreversibile.

Dei sabato mattina così conniventi che se la ridono di ogni possibilità razionale e concedono tutto il tempo che vuoi alla tua estemporaneità istintiva, dei sabato che tra quaranta anni forse ti screpoleranno il cuore col ricordo della loro dolcezza ma che intanto ti stanno infilando le dita fra i capelli e stanno accendendo il colore scontroso dei tuoi occhi.

Sabati senza intenzione e senza attenzione che ti aprono una parentesi addosso e ti ci spingono dentro abbracciata al disordine degli istinti, persa fra due mani da buttafuori gentile e sorpresa dalla intensità di un contatto così provvisorio di due vite differenti.
-Come ti chiami?-
-Jean Paul-

Se proprio volete sposarvi andate a farlo in Provenza, in un posto qualsiasi fra Grasse e Marsiglia, e se non avete altre preferenze intorno alla data vi consiglierei un bel sabato mattina della seconda settimana di marzo di uno qualunque degli anni cinquanta, meglio verso la fine, facciamo il cinquantotto o il cinquantanove.
Ci si sposa con gli occhi limpidi e senza più dubbi, senza rimpianti e coi capelli trasparenti da quelle parti ed in quel periodo.
E ci si sposa senza i rammarichi e senza le incertezze da zitella usata che se vi foste sposate altrove ed in un sabato dal mattino più corto vi sareste trascinate dietro tutta la vita.

Il cognome Milvye lo seppe per caso qualche anno dopo. Riconobbe la sua faccia da sparring partner che si allargava in un sorriso da galeotto impenitente sulla locandina di un film dal titolo trascurabile e lo lesse sorridendo sottovoce: -Belmondo-


Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #369 : Lunedì 26 Novembre 2018, 19:13:24 »

 :D Dimenticavo.
La memoria della signora non è più quella di una volta, e di date me ne ha fornite due, io per non sbagliare ce le ho adattate entrambe.


Se proprio volete sposarvi andate a farlo in Provenza, in un posto qualsiasi fra Grasse e Marsiglia, e se non avete altre preferenze intorno alla data vi consiglierei un bel sabato mattina della seconda settimana di marzo di uno qualunque degli anni cinquanta, meglio verso la metà, facciamo il cinquantacinque o il cinquantasei, e mi ringrazierete.


Se proprio volete sposarvi andate a farlo in Provenza, in un posto qualsiasi fra Grasse e Marsiglia, e se non avete altre preferenze intorno alla data vi consiglierei un bel sabato mattina della seconda settimana di marzo di uno qualunque degli anni cinquanta, meglio verso la fine, facciamo il cinquantotto o il cinquantanove.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

ThomasDoll

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #370 : Lunedì 26 Novembre 2018, 23:19:36 »
ah ah ah ...
Le osservazioni di Thomas hanno suscitato la mia reazione sperimentale

ogni tanto, quando ti pare il caso, dopo aver messo un punto, premi enter e lascia una riga in bianco. Diventa meno impervio da leggere.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #371 : Martedì 27 Novembre 2018, 10:24:59 »
ogni tanto, quando ti pare il caso, dopo aver messo un punto, premi enter e lascia una riga in bianco. Diventa meno impervio da leggere.

ok.  ;)

Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #372 : Martedì 27 Novembre 2018, 14:26:46 »
La qualità letteraria di questa sezione si mantiene su ottimi livelli. Complimenti, amici.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #373 : Giovedì 29 Novembre 2018, 10:02:51 »
Tottenham Hotspur Football Club
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E’ il 28 novembre 2018, ho 48 anni e sono a casa che guardo distrattamente la TV. Sul primo c’è una partita di calcio: Tottenham – Inter giocata a Wembley. Vi chiederete: sempre de pallone ce parli?

No, non proprio. Era il 18 febbraio del 1991 quando sulla testa di questo laziale, al tempo ventunenne, pioveva una bomba deflagrante. La notizia era senza precedenti: "La Lazio è in procinto di acquistare Paul Gascoigne, stella del Tottenham Hotspur ".

Cosí titolava il Tg2 di seconda serata di una giornata certamente indimenticabile. Bé, detto così sto nome potrebbe suonare come un(o) Dzeko qualsiasi, voglio dire, un giocatore buono ma niente di trascendentale.

E invece no, Paul Gascoigne era allora, ed è stato per la storia del calcio inglese, e non solo, un dei più grandi giocatori mai esistiti, un calciatore ai livelli di George Best, Bobby Charlton, Kenny Dalglish, Kevin Keegan, Bobby Moore. Insomma: " football is coming home " come usano dire i britannici, pure con una certa prosopopea autoapologetica.

Ma, in quel caso, il football trovava casa nella mia Lazio. Era l'inizio di un grande sogno. Tutto doveva ancora accadere.

E poi lui, Paul Gascoigne, era un giocatore particolare, direi unico: fisico da mediano, faccione da portuale inglese ma, calciatore tecnicamente sublime; forte di testa, con intuito, visione di gioco e vista periferica che la natura concede solo ai campioni.

Però l’inglese era anche più di un giocatore di calcio: Gascoigne é stato un clown, un cantante, un attore, un guitto, un mago, un eroe, un fabbricante di buonumore e sorriso.

Paul Gascoigne è stato un professionista esemplare, Paul Gascoigne è  stato la rivincita di tutti noi Laziali dopo anni di stenti e tragedie, sportive e non.

Paul Gascoigne è stato il leader, l'icona, la statua - inaugurò lui questa particolare esultanza - uno di quelli ai quali intitolare templi e santuari.

Ricordo che durante un'azione di gioco (credo fosse in un Lazio-Ancona finita in goleada), dopo uno dei suoi classici dribbling dinoccolati, solo qualche istante prima di passar la palla tesa in area piccola ad un famelico Beppe Signori, Paul, pur con addosso i ringhianti difensori avversari, ebbe tempo e modo di guardare ed aizzare la curva.

Quel giorno, tutti uscimmo dallo stadio visibilmente provati. Uno così nun s'era mai visto.

Come anche la moglie, una turbolenta biondona, e quel Jimmy Cinque Pance, un ceffo gran bevitore a piede libero, per capirci, uno di quelli che a Londra trovi sdraiati sul marciapiede fuori dai pub quando s'è fatta una certa ora.

Insomma, un tizio che il nostro eroe si portava appresso per motivi ad oggi sconosciuti ai più o, molto più semplicemente, per una solida, fraterna amicizia.

Poi gli infortuni. Un giorno Gascoigne si ruppe una gamba entrando in tackle su un allora ragazzo di belle speranze: Alessandro Nesta, il difensore più forte al mondo degli ultimi 30 anni.

Poi il tramonto, poi l'alcolismo, e poi ancora la morte spesso fortunatamente solo accarezzata. Daje Paul. Tutto sembra essere già accaduto ma, un eroe è per sempre.[/size]
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Offline Arch

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Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #374 : Giovedì 29 Novembre 2018, 11:35:38 »
Quanto ci servirebbe oggi un acquisto come quello!! ;)

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #375 : Giovedì 29 Novembre 2018, 11:38:00 »
Quanto ci servirebbe oggi un acquisto come quello!! ;)

vero.

Offline Frusta

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« Risposta #376 : Venerdì 30 Novembre 2018, 10:43:03 »
Ah se Gazza avesse avuto l' unico pregio di Frusta!
P.s.
  ::) È un pregio l"astemia?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:SEBASTIANO FANTE ITALIANO
« Risposta #377 : Venerdì 30 Novembre 2018, 11:22:35 »
Ah se Gazza avesse avuto l' unico pregio di Frusta!
P.s.
  ::) È un pregio l"astemia?
ah ah ah ah, no (!)

da tempo gira su uozzap una di queste immaginette con battuta incorporata: si "confrontano", diciamo così, l'immagine dell'attuale Presidente della Repubblica e  quella degli immarcescibili Rolling Stones... e la battuta è:  "allora la droga fa bene"   
Io, onestamente, non lo so. Fatta eccezione per una canna "de curiosità" al liceo (sempre si la canna è na droga), non ne ho mai fatto uso. Però, dalla droga ti puoi riprendere, riscattare, pure
to sing and song the rock, invece, dall'alcol NO, è difficilissimo. L'alcol ti distrugge davvero.

Offline Arch

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« Risposta #378 : Venerdì 30 Novembre 2018, 12:00:03 »
Mai, e dico mai, fatto uso di qualsiasi troca (cit.). Ma non toglietemi un po' di alcol. Ne morirei.

Offline Frusta

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« Risposta #379 : Venerdì 30 Novembre 2018, 13:41:13 »
Mai, e dico mai, fatto uso di qualsiasi troca (cit.). Ma non toglietemi un po' di alcol. Ne morirei.
Gnanca mì, giammai, nemmeno il tabacco. Ma non per chissà quali virtù, è che quando avevo una una quindicina di anni dopo una boccata ad una sigaretta me so' vomitate pure le budella e da allora il solo pensiero mi fa venire la nausea.
Per il vino invece sto migliorando, ne ho bevuto un bicchiere insieme ad Arch un paio di mesi fa, per esempio  :D
E in occasione dell' attrippata di cabonara me ne farò sicuramente un altro. :P
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.