Autore Topic: Reja 2.1  (Letto 1262 volte)

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Offline aaronwinter

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Reja 2.1
« : Lunedì 7 Novembre 2011, 16:52:46 »
La rivincita del 'vecchio' Reja
''Quanto è bello stare in testa''

A 66 anni il tecnico biancoceleste si riprende la vetta del campionato, nessun allenatore c'era mai riuscito prima d'ora a questa età. ''E' un record, ma è lo spirito che conta, il mio è giovane''
di ALBERTO ABBATE

ROMA - Non è un paese per vecchi? Macché. Edy Reja a 66 anni, 365 giorni dopo l'ultima volta, si riprende la vetta della Serie A. Non c'era mai riuscito nessun tecnico prima d'ora a quell'età: "E' un record - ride - ma è lo spirito che conta, il mio è giovane". Ha visto Napoli e non è morto, è sbarcato a Roma per conquistare l'Italia. Ne ha provate di tutti i colori, ha incassato sconfitte e vittorie, rudezze e carezze. E' stato martirizzato e santificato. Non si è mai veramente stancato: "Eppure avevo pensato di chiudere col calcio a 58 anni, prima d'approdare sulla panchina del Cagliari", rivela.

IL CLINT EASTWOOD DEL CALCIO - Edy Regna, di nuovo. E pensare che per molto tempo qualcuno lo considerava solo un medico della rianimazione, un salvagente buono per le panchine, un sergentaccio di campo.
Quasi fosse un insulto. Reja è anche questo, ma non solo. Aveva ragione De Laurentis: "E' Clint Eastwood". Non ha il cappello ma in groppa al cavallo ha fatto il giro d'Italia, dal Nord al Sud. E' un italiano dell'Est ma pure un uomo da West. Anche ieri la giacca era dello stesso tono di blu della cravatta. La camicia opportunamente bianca, slacciato il polsino. Grigi i capelli. D'acciaio l'orologio. La pistola non era visibile, probabilmente infilata nei pantaloni dal lato della schiena, per poterla estrarre a sorpresa. Magari a fine campionato, per sparare un colpo alle avversarie scudetto per legittima difesa: "Spero solo che, se daremo fastidio, non ci tirino giù (chiaro il riferimento alla passata stagione, ndr). E' bello stare lassù". Sarebbe straordinario alzare il tricolore. Una pellicola a lieto fine, d'altri tempi. Quelli di Reja.

UN GORIZIANO MARE E MONTI - 10 ottobre 1945, si sta spegnendo il fragore della seconda guerra mondiale, nasce Edy. Figlio del contadino Antonio, sloveno, detto Tonza in friulano (Reja lo chiamano il "fiol del Tonza"), è un uomo mare e monti, tuta e calcio, lavoro e famiglia. Sessantasei anni dopo, un mese fa, rieccolo sale e pepe nella sua villa di Lucinico (provincia di Gorizia) festeggiare il compleanno fra gli ulivi importati da Pescara, una delle sue tappe calcistiche. Ogni anno è una rinascita, nell'ottobre 2010 ci scherzò su, ma non tanto: "Trapattoni ha detto che vuole allenare fino a 80 anni? Io fino a 85...". Pedalerà ancora (adora la mountain bike, ormai celebri le sue gite ad Auronzo di Cadore), poi salperà finalmente verso altri lidi, si godrà la vecchiaia al fianco della moglie Livia. Hanno una vela nel porto di Monfalcone e una passione sfrenata. "Livia mi ha convinto a tenerla. Quando avrò smesso di allenare, gireremo in barca". Non è ancora tempo.

LA RIVINCITA: SFATATO IL TABU' DERBY - Si è goduto da spettatore la Barcolana di Trieste ("Volevo partecipare, ma c'era troppo vento") perché quest'anno la sfida da vincere è solo quella su un prato verde. L'anno scorso era già capolista del campionato, non aveva mai vissuto un compleanno da primo assoluto. Si è superato, ma un quinto posto a fine stagione non ha scongiurato fischi e critiche. Colpa della cacciata del "giocattolino" Zarate, di quei maledetti 5 derby persi. Non se l'è presa col destino, l'ha sfidato di petto, sconfitto. Si è regalato la prima vittoria contro la Roma, poi si è ripreso la vetta. E ora sogna un premio alla carriera. Gliel'ha predetto Fabio Capello, ct dell'Inghilterra, amico di sempre e vecchio compagno di squadra alla Spal: "Vincerai anche tu a Roma". Questa volta al telefono, non "Alla Fortuna" di Grado. Quella taverna dove un giovane Edy, Don Fabio, Galeone, Capello, Riva e Sormani, giovani rampanti, incrociavano Raf Vallone e Pasolini. Si incontravano la sera tardi, aspettavano l'alba e l'uscita delle brioches calde.

DUE ANNI DI LAVORO PER UNA CHANCE SCUDETTO - I vecchi amici della banda di Grado ora fanno tutti il tifo per lui. Reja ha la sua grande chance, se l'è costruita. Dal 14 febbraio 2010 al 7 novembre 2011 fra sagge decisioni, confronti, personalità. Era arrivato nella contestazione, ha riportato serenità, compattato lo spogliatoio. E' caduto (dimissioni presentate e respinte ben tre volte), si è rialzato e ora si gode solo gli applausi. "Salverò la Lazio", aveva sussurrato appena sbarcato a Fiumicino. "Possiamo arrivare lontano, non ci nascondiamo", urla quasi due anni dopo. Ne è stata fatta di strada da Parma al Parma. Perché Edy Reja esordiva con la Lazio - quasi in B - al Tardini. Ironia del destino, si ritrova primo in classifica contro il Parma all'Olimpico, dov'era iniziata in salita la sua avventura biancoceleste: l'umiliazione contro il Bari, uno dei punti più bassi della storia degli ultimi anni. A Norcia, il 16 marzo, Reja ha conquistato la Lazio: "Il motivatore sono io (allontanato il mental coach Popolizio, ndr) - gridava in conferenza - e non voglio interferenze della società, altrimenti me ne vado".

IL SEGRETO: IL GRUPPO SEMPRE AL SUO FIANCO - Lotito ha chinato la testa, lo ha convinto a restare alla fine della passata stagione - con una qualificazione Champions sfumata solo per la differenza reti - a suon di acquisti mirati e convincenti. Uno su tutti: Miro Klose. "E' il giocatore più forte che abbia mai allenato", ammette Reja. S'è invaghito del panzer, ma per Edy è il gruppo a fare la differenza, la forza è la squadra, sempre dalla sua parte. Tutti al suo capezzale per convincerlo a restare nel frangente di sconforto post Lazio-Genoa. Scaloni - uno che il campo l'ha visto col contagocce - era addirittura in lacrime. Perché Reja sa farsi amare. I giocatori, è bravo a gestirli e a disinnescarli. "Tutti possono giocare, tutti possono finire in tribuna, ma tutti devono farsi trovare pronti e adeguarsi ai cambiamenti". C'è un confronto continuo, schietto: se c'è qualcuno che si lamenta, lui lo ascolta, dà spiegazioni, non ammette equivoci e pettegolezzi. Così chiunque gioca, gira sempre a mille all'ora.

LA VITA ROMANA DI EDY - E' in campo come nella vita. Al River Chateau di Ponte Milvio  -  l'albergo dove vive a Roma - lo adorano tutti: "È un uomo umile e disponibile", dice il direttore Gianluca Giannini. "Uno di quelli che fa piacere ospitare sempre in albergo", spiega il vicedirettore Cristian Piccoli. Per qualcuno è un saggio amico: "È uno psicologo perché ti guarda negli occhi e capisce subito cosa hai", svela la ristoratrice Elena. "Ha 66 anni, ma lo spirito di un diciottenne. Io, che nasco juventino, e mia moglie che non amava il calcio, siamo diventati laziali per lui", rivela Angelo Maiorano. Da due anni è il suo cuoco: "Preferisce tocchi leggeri, ma di qualità. Ama il pesce e le verdure, il riso al nero di seppia, ma con lui ci sbizzarriamo con i fuori menu: è rimasto scioccato dai capellini d' angelo con la zuppa di crostacei e ama le nostre sogliole. E poi, da quando l'ha assaggiata, non può fare a meno della zuppa di cipolle". Cibi sempre accompagnati da un sorso di vino: "Reja è un intenditore - dicono i coniugi Maiorano - e preferisce i rossi. Va matto per l'Amarone. Con lui facciamo un brindisi tutte le sere. Alla vigilia delle partite in casa c'è anche sua moglie Livia, una gran donna. Edy non lo sa, ma noi abbiamo un piatto fuori portata che gli prepariamo sempre il venerdì prima dei match per portargli fortuna. È il nostro segreto".

GLI ULIVI DI LUCINICO CRESCONO COME LA LAZIO - Dopo cena è il momento del suo passatempo preferito: "Reja si riunisce spesso con il team manager Manzini e il preparatore Febbrari nella hall per giocare a Burraco", svela il direttore del River Chateau Giannini. A meno che non debba visionare i prossimi avversari: "Ha un lettore Dvd in camera e una tv al plasma 42 pollici. La stanza è sempre la stessa da quando è arrivato, ha un grande terrazzo che dà su Villa Brasini", cioè lo storico "castellaccio dei fantasmi" di Ponte Milvio. Una visione stupenda per uno che ama l'arte e la cultura. Ma il pallone rimane sempre in cima a tutto. A 34 anni aveva smesso di giocare perché voleva de­dicarsi al commercio, fab­bricava scarpe da calcio col marchio Reja. Fu la moglie Livia a convincer­lo ad accettare il Molinel­la, in serie D, la prima panchina: "Il calcio lo co­nosci, fai quello che sai fare" . La signo­ra Livia è la sua unica consigliera. Anzi no, ci sono gli ulivi: "Il loro fusto esprime la sofferenza della crescita", è la metafora scelta da Reja per fotografare la sua vita. La maturazione è quella che chiede sempre alle sue squadre. E ai suoi giocatori. Ma costa parecchio, persino a uno navigato come Reja. Non avrà vertigini d'alta quota, ma ha speso parecchie energie per riprendersi quel primato in classifica: oggi è a letto con la febbre. Febbre da scudetto.
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Offline DinoRaggio

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Re:Reja 2.1
« Risposta #1 : Lunedì 7 Novembre 2011, 19:30:31 »
"Trapattoni ha detto che vuole allenare fino a 80 anni? Io fino a 85...".
Ammazza, ce lo dobbiamo tenere vent'anni!  :P  ;D

Difficile immaginare che sarebbe successo se le dimissioni di reja fossero state accettate, se la sliding door si fosse aperta invece di rimanere chiusa. Chissà quale allenatore avrebbe ingaggiato Lotito, chissà dove saremmo ora in classifica, chissà.

Tutto sommato, ora, preferisco che la sliding door sia rimasta chiusa. Per aprirla c'è tempo.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline disabitato

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Reja 2.1
« Risposta #2 : Lunedì 7 Novembre 2011, 21:10:02 »
Reja sarà il nostro Ferguson! :)
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline aaronwinter

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Re:Reja 2.1
« Risposta #3 : Martedì 8 Novembre 2011, 08:22:15 »
(il mio era - anche - un test-case. Dopo le scintille a Formello, il nome dell'estensore del pezzullo è roba che scotta, e - tra le altre cose - ero curioso di vedere se si riusciva e discutere del pezzullo, peraltro discretamente banale, senza le tensioni di complemento legate al giornalaio.
100 visite al topic, e solo 2 risposte, se non è record ci manca poco, l'esperimento è riuscito ;)
Personalmente, e senza rientrare nel merito delle discussioni sul comportamento di Abbate e Lotito, sarei intrigato dal seguente interrogativo: un timido tentativo di AA di riacquistare benevolenza presso la Società, o semplicemente un pezzo di routine per riempire il tabellino degli "articoli da 4 Euro al pezzo" - cit. ?
Propendo per la seconda ipotesi, ma qualche dubbio lo coltivo.

Ovviamente, non è vitale che il thread vada avanti. Un piccolo riconoscimento comunque a Dino e Disabitato)
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Offline Matita

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Re:Reja 2.1
« Risposta #4 : Martedì 8 Novembre 2011, 08:53:16 »
Io che a giugno non lo volevo , devo ricredermi.

Ma non per i 21 punti , ma perche' la squadra è veramente piu' "coraggiosa".

Guardate Milan-Lazio 0-0 di Febbraio e Milan-Lazio 2-2 di Settembre.

E' sempre 1 punto alla fine , ma l'atteggiamento è opposto.
E giocando cosi' , alla lunga invece che 10 pareggi fai 6 vittorie e 4 sconfitte,anche perchè di Milan ce n'è 1.

Daje Edy !
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline AlenBoksic

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Re:Reja 2.1
« Risposta #5 : Martedì 8 Novembre 2011, 09:04:27 »
E giocando cosi' , alla lunga invece che 10 pareggi fai 6 vittorie e 4 sconfitte,

Mi sa che sia cambiata la tua percezione,
visto che l'anno scorso si fece solo 6 pareggi e quest'anno siamo già a 3
 ;)
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Offline Eagles71

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Re:Reja 2.1
« Risposta #6 : Martedì 8 Novembre 2011, 09:39:21 »
Grande uomo,

e pure un bravo Mister, questo mi basta.

Forza Lazio
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline Fabio70rm

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Re:Reja 2.1
« Risposta #7 : Martedì 8 Novembre 2011, 10:25:33 »
Uomo di ferro, certo, e meticoloso, sicuramente.

Ma continuo a ritenere il suo apporto in fase di tattica alcune volte lacunoso.

Fermo restando che il mister si merita ben più di un applauso per come sta gestendo e conducendo la squadra!!
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline Kim Gordon

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Re:Reja 2.1
« Risposta #8 : Martedì 8 Novembre 2011, 10:30:54 »
l'articolo non è male.


il test case di aaron però è più interessante.. ;)

 in merito alla domanda che poni, la seconda che hai detto.

Offline seminuovo

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Re:Reja 2.1
« Risposta #9 : Martedì 8 Novembre 2011, 10:51:19 »

Difficile immaginare che sarebbe successo se le dimissioni di reja fossero state accettate, se la sliding door si fosse aperta invece di rimanere chiusa. Chissà quale allenatore avrebbe ingaggiato Lotito, chissà dove saremmo ora in classifica, chissà.


meglio non saperlo

POMATA

Re:Reja 2.1
« Risposta #10 : Martedì 8 Novembre 2011, 15:26:45 »

BobCouto

Re:Reja 2.1
« Risposta #11 : Martedì 8 Novembre 2011, 19:08:09 »
Un copia-incolla di vecchi articoli.