Sono "perfettamente d'accordo a metà" (cit.) con Rupert.
Il cinismo di cui parla l'ho notato sul piano mentale, dove la crescita di personalità e consapevolezza è stata tanto improvvisa quanto sostanziale.
Sul piano tattico ho notato una discreta dose di casualità: cosa ci sia di cinico e pianificato nel gol di Lulić, ad esempio, continua a sfuggirmi.
A me questa squadra ricorda un po' l'Inter di Simoni: difesa feroce - anche se i nostri sono molto più corretti di Colonnese e Galante - e centrocampo solido nell'attesa che quelli là davanti si inventino qualcosa.
Un Fenomeno l'abbiamo anche noi, con caratteristiche diverse e una condizione atletica più credibile rispetto a quel Ronaldo; possiamo inventarci gli omologhi di Moriero e Djorkaeff, mentre ci manca per ora una controfigura del Cholo negli inserimenti offensivi.
Il concetto è che per vincere così servono un livello qualitativo superiore al nostro e gente (Ronaldo, Vieri, Ibra) che dà il massimo giocando fuori dagli schemi: il solo Cissé rientra a mio avviso nella categoria, mentre Hernanes e Klose renderebbero molto di più se coinvolti in una manovra d'attacco organizzata.
Prendiamo il tanto di positivo che la serata di Cagliari ha offerto, ma non cadiamo nella tentazione di sentirci furbi perché abbiamo vinto senza incantare: per arrivare e rimanere a certi livelli serve ancora parecchio lavoro.