Autore Topic: Vincenzo vive nei nostri cuori  (Letto 3612 volte)

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POMATA

Vincenzo vive nei nostri cuori
« : Venerdì 28 Ottobre 2011, 00:08:23 »
Ciao Vincenzo

Offline giamma

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #1 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 00:13:38 »
Ciao Vincenzo
Per chi non avesse capito POMATA intende Paparelli (era il 28.10.1979 e io ero allo stadio).
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

POMATA

Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #2 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 00:14:50 »
Per chi non avesse capito POMATA intende Paparelli (era il 28.10.1979 e io ero allo stadio).

Ste cose manco se dovrebbero spiegà.

Offline chemist

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #3 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 00:39:55 »
Ieri allo stadio la curva ha esposto uno striscione per ricordarlo.."32 anni che brilli in cielo...e noi qui per non dimenticare..ciao Vincenzo".
Peccato che è stato esposto proprio in concomitanza col gol catanese, dunque è passato più o meno inosservato sotto il cumulo di bestemmie...

Offline NebbiaBiancoceleste

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #4 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 01:12:34 »
Ciao Vincenzo. Per non dimenticare. MAI.

Offline giangoverni

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #5 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 01:25:23 »
Forse lo conoscete perché circola su Internet da una decina di anni. Ve lo posto anche per ricordare Vincenzo Paparelli. Lo ha scritto mio figlio MASSIMILIANO GOVERNI

Mi chiamo Vincenzo Paparelli, e sono morto il 28 ottobre del 1979. Forse qualcuno si ricorda ancora di me.
Ero un uomo di trentatré anni che un giorno fu ucciso allo stadio Olimpico da un razzo a paracadute di tipo nautico sparato da un tifoso ultrà della Roma. Quando sono stato colpito stavo mangiando un panino con la frittata.
Mia moglie Wanda cercò di estrarmi quel tubo di ferro dall'occhio sinistro, ma siccome il razzo bruciava ancora, finì per ustionarsi una mano. Il medico che mi ha prestato i primi soccorsi, dichiarò che nemmeno in guerra aveva visto una lesione così grave. Il giorno dopo tutti i giornali mostrarono una fotografia scattata qualche mese prima, che mi ritraeva in un ristorante insieme a mia moglie. Soltanto il quotidiano Il Tempo pubblicò l'immagine di me, riverso per terra, con la faccia insanguinata e l'orbita dell' occhio sinistro vuota.
Sono stato la seconda vittima del tifo calcistico in Italia, la prima era un tifoso della Salernitana che nel 1963 morì in seguito a degli scontri scoppiati in tribuna con dei tifosi del Potenza.
Tra le personalità del mondo sportivo il primo ad accorrere all'ospedale Santo Spirito, dove sono giunto ormai morto, è stato il Presidente del Coni Franco Carraro.
Mio cognato quando ha sentito alla radio il mio nome ha pensato a un caso di omonimia. Mio fratello quando ha saputo della disgrazia, ha avuto un forte senso di colpa perché mi aveva prestato la tessera e quel giorno allo stadio al mio posto doveva esserci lui. Mia moglie, che era accanto a me nell' ambulanza, per tutto il tempo mi ha pregato di non morire e mi ha tenuto stretta la mano. Dopo aver sbrigato tutte le formalità in questura e aver ritirato i documenti e i miei oggetti personali, ha avuto una crisi e ha cominciato a urlare. Sulle foto apparse sui giornali i giorni seguenti viene ritratta insieme a sua madre che cerca di consolarla e le tiene un braccio sulla spalla. Ha la faccia stanca e scavata, e nei suoi occhi c'è qualcosa di terribile.
Il mio nome e quello dei miei familiari sono comparsi sui quotidiani per tutta la settimana dopo l'omicidio e anche quella successiva, ma sempre con minore risalto. Io sono stato definito unanimemente un uomo normale e tranquillo, con un'unica passione, quella per la Lazio.
Alcuni quotidiani hanno sottolineato più volte che avevo un'officina meccanica in società con mio fratello e vivevo in una moderna borgata romana chiamata Mazzalupo. Qualcuno ha scritto che avevo comprato il televisore a colori con le cambiali, e il mio unico lusso era un Bmw di seconda mano che tenevo in garage e lucidavo come uno specchio.
Dopo la mia morte, il capitano della Lazio Pino Wilson ha telefonato a mia moglie per farle le condoglianze.
Anche il sindaco di Roma Petroselli ha telefonato, e si è offerto di pagare le spese del mio funerale e ha messo a disposizione della mia famiglia un assistente sociale. Il giocatore Lionello Manfredonia è andato a far visita ai miei familiari regalando a mio figlio più piccolo la sua maglietta con il numero cinque.
Al mio funerale c'era tutta la squadra della Lazio, insieme all'allenatore Bob Lovati e al presidente Lenzini.
I giocatori della Roma invece non hanno partecipato perché impegnati con la trasferta di Coppa Italia a Potenza, al loro posto la società ha inviato i ragazzi della Primavera.
Alla cerimonia funebre hanno assistito migliaia di persone e per quel giorno è stato proclamato il lutto cittadino.
La Fondazione Luciano Re Cecconi ha devoluto un milione in beneficenza alla mia famiglia. La giunta regionale del Lazio ha stanziato la somma di cinque milioni come segno di solidarietà. La Società Sportiva Roma ha fatto affiggere una targa in Curva Nord per ricordare la mia persona. Mio fratello Angelo ha proposto alle due società romane una partita Lazio-Roma mista cioè con i giocatori laziali e romanisti mescolati nelle due formazioni, ma alla fine non se n' è fatto niente. Per alcuni giorni sono stato oggetto di un acceso dibattito sulla violenza negli stadi.
Il sindaco di Roma ha detto che bisognava meditare su questa tragedia e discuterne in tutti i club sportivi e nelle scuole. Qualcuno ha proposto che venissero installati negli stadi degli impianti di televisione a circuito chiuso per individuare i tifosi violenti. Il capo degli arbitri, Giulio Campanati, ha chiesto l'abolizione della moviola in Tv.
Per alcuni mesi sono state prese drastiche misure repressive: è stato proibito l'ingresso allo stadio di aste di bandiera, tamburi e persino di striscioni dai nomi bellicosi, e anche di spillette e toppe che potessero risultare offensive.
Il pubblico doveva incitare la propria squadra solo con la voce e con le mani. Il mio nome è stato, a secondo dei casi,inneggiato e sbeffeggiato dai tifosi della Lazio e della Roma.
Sui muri della città ancora oggi campeggiano scritte che dicono «Paparelli, sarai vendicato», o «Paparelli non ti dimenticheremo», o anche «10, 100, 1000 Paparelli» o ancora, «Paparelli ti sei perso i tempi belli».
In questi ultimi anni i giornali hanno parlato di me, soltanto all'indomani di un nuovo delitto avvenuto allo stadio.
Nel 5° anniversario della mia scomparsa, i tifosi mi hanno ricordato prima di una partita con la Cremonese.
Sul tartan, all'altezza della Tribuna Tevere hanno spiegato uno striscione con scritto «Vincenzo vive», mentre la curva intonava «28 ottobre Lutto Nazionale». Nel 10° anniversario è stato inaugurato il «Lazio Club Nuovo Monte Spaccato, Vincenzo Paparelli».
L'anniversario della mia morte è stato commemorato dai tifosi laziali della Curva Nord per oltre quindici anni, poi da qualche tempo è calato il silenzio. Il torneo di calcio Vincenzo Paparelli è arrivato soltanto alla terza edizione, poi si è fermato per mancanza di finanziamenti. I lavori per le ristrutturazioni dello stadio Olimpico di «Italia '90» hanno cancellato per sempre le curve di un tempo, e con loro la targa di marmo che mi ricordava.
Il mio assassino si chiamava Giovanni Fiorillo, aveva diciotto anni ed era un pittore edile disoccupato.
Subito dopo l'omicidio ha fatto sparire le sue tracce e si è dato alla latitanza. Qualcuno diceva di averlo avvistato a Pescara, qualcun altro a Brescia, qualcun altro ancora a Frosinone, che chiedeva informazioni per comprare le sigarette. Dopo quattordici mesi di clandestinità, si è costituito.
Nel 1987 è stato condannato in Cassazione per omicidio preterintenzionale: sei anni e dieci mesi a lui che aveva lanciato il razzo, quattro anni e sei mesi agli altri due complici che lo avevano aiutato a introdurre nello stadio l'ordigno e a utilizzarlo. Durante quel girovagare per l'Italia e per la Svizzera ha telefonato quasi tutti i giorni a mio fratello Angelo, chiedendo scusa e giurando che non voleva uccidere quel giorno allo stadio.
Era un ragazzo come tanti, abitava a Piazza Vittorio, era patito della Roma. Sua madre lavorava al mercato, suo padre aggiustatore meccanico. Era gente del popolo, come me. L'articolo sul giornale diceva che Giovanni Fiorillo è morto il 24 marzo del 1993: forse per overdose, forse consumato da un brutto male.
Mio fratello Angelo l'ha perdonato, così come l'hanno perdonato mia moglie e anche i miei figli. Una cosa è certa, quel ragazzo è stato sfortunato, così come lo sono stato io. Mi chiamavo Vincenzo Paparelli.
Sono morto il 28 ottobre del 1979. Forse qualcuno si ricorda ancora di me.

                                                                                                  Massimiliano Governi

 

Offline Kebab

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #6 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 01:41:03 »

Offline Il lodolaio

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #7 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 07:08:35 »
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"

Offline Rupert

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #8 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 08:20:07 »

"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

bak

Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #9 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 08:37:12 »
Vincenzo vive !

Offline benvolio

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #10 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 08:44:49 »
Ogni volta il ricordo corre alla tua morte atroce ed ai tuoi cari, e allora resta solo da chinare il capo. Viva Vincenzo!

Offline Skorpius

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #11 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 09:43:13 »
Forse lo conoscete perché circola su Internet da una decina di anni. Ve lo posto anche per ricordare Vincenzo Paparelli. Lo ha scritto mio figlio MASSIMILIANO GOVERNI


L'ho letta spesso mi commuove sempre.
Fai i complimenti a tuo figlio da parte mia, nella nuda cronaca dei fatti questo pezzo è di una sensibilità unica
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Sanfatucchio

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #12 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 12:45:57 »
Ciao Vincenzo

Faber67

Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #13 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 12:59:16 »

Offline aaronwinter

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #14 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 13:23:07 »
L'ho letta spesso mi commuove sempre.
Fai i complimenti a tuo figlio da parte mia, nella nuda cronaca dei fatti questo pezzo è di una sensibilità unica

Condivido, e mi unisco.
Damose da fa (remix di aaronwinter)
Damose da fa' (feat. Disabitato)

Offline Kim Gordon

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #15 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 13:43:29 »
con i cori e con gli slogan su paparelli i romanisti hanno scritto le pagine più vili e disumane della loro storia di tifoseria.






ciao Vincenzo.

BobCouto

Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #16 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 13:51:16 »
Forse lo conoscete perché circola su Internet da una decina di anni. Ve lo posto anche per ricordare Vincenzo Paparelli. Lo ha scritto mio figlio MASSIMILIANO GOVERNI

Questo pezzo ha rimesso in moto la macchina della memoria, memoria che il tempo aveva offuscato, se non nell'intimo dei cuori dei laziali, almeno nella coscienza collettiva. E' una piccola opera d'arte e ne va reso merito all'autore.

Il mio pensiero va a un 33enne che quel giorno non avrebbe voluto certo diventare tragicamente celebre, ma solo continuare a mangiare in santa pace il suo panino, in attesa della partita.


Offline BobLovati

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #17 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 13:54:41 »
Il mio Papà, romanista e socio vitalizio della trigoriese, quel giorno uscì dallo stadio, non ci tornò fino a 3-4 anni dopo, perdendo l´opzione al rinnovo ed il suo posto centralissimo.

E non lo dico per celebrare il mio genitore, ma per chiarire che c´era ( allora ) anche gente di una certa sensibilità nell´altra sponda.

Ciao Vincenzo ...
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline fiDelio

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Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #18 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 14:03:02 »
Un pezzo, quello del figlio di giango, veramente toccante.

La tragedia di Vincenzo trovo che sia una delle cose più assurde e dolorose che abbia mia vissuto seguendo il calcio.
Un virtuale abbraccio alla famiglia.


#Liberate I Laziali

"Ancora date retta a quegli stronzi dei giornalisti?"

"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato"

Giglic

Re:Vincenzo vive nei nostri cuori
« Risposta #19 : Venerdì 28 Ottobre 2011, 14:13:09 »