Autore Topic: Zeman e i derbies (intervista al messaggero)  (Letto 7968 volte)

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Offline robylele

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #20 : Martedì 11 Ottobre 2011, 14:50:26 »
Ma il confronto tra Zeman e Reja è ingeneroso, per quest'ultimo soprattutto.
E' come mettere accanto Mozart a Raul Casadei.

Questa é una stoccata alla Michele Plastino.
 8)

Interessante intervista a un allenatore mai banale, in campo e fuori dal campo.

A parte che é la solita intervista che fanno da 10 anni a Zeman e lui ripete sempre gli stessi concetti cambiando qualche nome (invece di Allegri magari Cagni o Sonetti e così via), poi mai banale non si può sentire, se per sminuire 4 derby persi in 5 mesi dice di essere arrivato un punto davanti alla Lazio.

Che preparava Roma e Parigi mentre lui si dedicava tutta la settimana ai gradoni e alle patate lesse.

comunque quoto alla grande RB. Salieri é perfetto.

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline aquilafelyx

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #21 : Martedì 11 Ottobre 2011, 14:51:41 »
uno che parla sempre di farmacie e si dimentica del medico spagnolo dei romoletti dimostra tutta la sua onestà intellettuale ,

io il boemo l'ho cancellato dall'alfabeto dopo la traversata del tevere , se venne mandato via fu per la nausea che i calciatori provavano sotto la sua guida , raccontano di infortunati mai recuperati pienamente a causa degli eccessivi carichi di lavoro , piccole lesioni muscolari che diventavano veri e propri strappi , altro che attento alla salute , manco la sua , con tutte quelle sigarette che fuma !

M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


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Offline robylele

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #22 : Martedì 11 Ottobre 2011, 14:54:50 »
Zeman è stato (ma ancora potrebbe essere) molto di più di un allenatore, visto che si è messo i panni anche del censore denunciando i mali del nostro calcio. Un personaggio forte, contro, che non può passare inosservato e che rimane nella storia del nostro futebol.

Sono d'accordo, é molto più di un allenatore. Non é un allenatore.
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Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline AlenBoksic

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #23 : Martedì 11 Ottobre 2011, 14:56:56 »
uno che parla sempre di farmacie e si dimentica del medico spagnolo dei romoletti dimostra tutta la sua onestà intellettuale ,

Bravo.
Io ricordo dei giocatori, tipo l'attuale tecnico del Lecce, che raddoppiarono fisicamente.

Non sono d'accordo. Zeman è il genio, è il fantastico è anche l'irrisolto e l'incompiuto, ma è stato un sogno di un certo tipo di calcio.

Si quel tipo di calcio con cui raccolse 23 punti in 18 gare poi arrivò Zoff e con la medesima compagine ne fece 32 in 16.
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BobCouto

Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #24 : Martedì 11 Ottobre 2011, 14:58:30 »
Ma il confronto tra Zeman e Reja è ingeneroso, per quest'ultimo soprattutto.
E' come mettere accanto Mozart a Raul Casadei.

Certo, certo. So' tutti mejo de noi, ormai la storia è nota.

geddy

Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #25 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:02:46 »
Fa contropiede Zeman. Mira a rubar palla e prendere d'infilata gli avversari. Scorretto quanto il belgio nell'80 con quell'odioso fuorigioco. Quale concetto rivoluzionario.
Reja invece gioca con un costruttore di gioco, un mediano, due mezze punte e due punte, a cui chiede di fare la punta e  non di passare la palla in ossequio a chissa quale movimento o schema.

Offline fish_mark

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #26 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:03:07 »
Certo, certo. So' tutti mejo de noi, ormai la storia è nota.

Questo topic dovrebbe stare su Calcio.
Non ha senso alcuno tifare la Lazio di Reja contro la AS di Zeman.
Poi se volete, fate pure, ma siete fuori strada.
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Offline cuchillo

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #27 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:04:30 »
Ho smesso di credere in Zeman ben prima di Tenerife. L'anno prima, per la precisione. La notte di Lazio-Inter 0-1, gol di Berti.
All'andata facemmo un ottimo pareggio con gol di Rambaudi su azione personale.
Al ritorno bastava uno squallido 0 a 0 ma riuscimmo a perdere contro l'Inter più orripilante, obbrobriosa, ripugnante e ributtante della sua storia. L'Inter di Massimo Paganin, di Benny Carbone, di Caio Ribeiro Decoussau. L'Inter dei settimi posti.
Dopo quella partita e quell'eliminazione (eravamo già stati eliminati dal Lione in Coppa Uefa, con doppia sconfitta, ed eravamo distanti anni luce dal Milan, primo in classifica) capii che il "progetto Zeman" era fallito.
Non aveva senso battere 4 a 0 la Juve in campionato disputando una gara fantastica e poi 2 giorni dopo essere eliminati dal Lione (che non era il Lione dei primi anni 2000). Non aveva senso (l'ho già scritto da poco), fare 11 gol tra Samp e Atalanta in casa e poi andare a Napoli e perdere senza tirare in porta. Non aveva senso mettere sotto la Juve un quarto d'ora a casa loro (0 a 2 dopo pochi minuti) e poi prenderne 4 nel modo come li prendemmo. 

Ci ho creduto un solo un anno, fino alla fine.
Ritenni ingiuste e condizionate da cattivi arbitraggi le eliminazioni con Dortmund e Juventus, così come ritenni che contro la prima Juve di Lippi non c'era molto da fare. Arrivammo secondi, onorando comunque la stagione fino alla fine.

Ma l'anno dopo, le eliminazioni contro Lione e Inter furono grottesche e non ci potemmo appellare alla sfortuna. In campionato riuscimmo a sfangare un piazzamento in Coppa Uefa solo all'ultima di campionato e, a differenza dell'anno prima, non abbiamo mai veramente lottato, neppure fino a dicembre. Dopo Lazio-Milan 0 a 1 eravamo praticamente già fuori dal discorso Scudetto. 
Probabilmente fu proprio quel bel finale di campionato in cui noi correvamo e gli altri passeggiavano a orientare Cragnotti a dargli un'altra chance. Secondo me, sbagliò. Ma è pur vero che quella fu l'estate delle cessioni eccellenti (Boksic, Winter e Di Matteo) e serviva l'allenatore aziendalista in grado di dire che Nedved, Fish, Okon e Protti avrebbero compensato quelle partenze.

L'anno dopo per me era già tutto scritto, a cominciare dall'esordio con sconfitta a Bologna.
Le eliminazioni con Napoli e Tenerife furono la logica conseguenza di un percorso involutivo oramai inarrestabile.

Confesso di essere stato uno zemaniano di ferro fino alla prova del campo. Un anno ho retto, poi ho sbracato.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Offline Reflexblue

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #28 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:08:28 »
Non sono d'accordo. Zeman è il genio, è il fantastico è anche l'irrisolto e l'incompiuto, ma è stato un sogno di un certo tipo di calcio.
Reja è un onesto mestierante, un reduce da mille battaglie che ne ha viste di cotte e di crude, ma che ha suonato soltanto nei peggiori bar di Caracas, visto che a Broadway non sanno neanche chi è.
Zeman è stato (ma ancora potrebbe essere) molto di più di un allenatore, visto che si è messo i panni anche del censore denunciando i mali del nostro calcio. Un personaggio forte, contro, che non può passare inosservato e che rimane nella storia del nostro futebol.

Zeman è come Giacinto detto Marco Pannella, che ho pure votato spesso, un anarchico calcolatore che alimenta il suo mito forte di battaglie sacrosante, estemporanee, spettacolarizzate... passate.

Offline Skorpius

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #29 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:23:59 »
Ho smesso di credere in Zeman ben prima di Tenerife. L'anno prima, per la precisione. La notte di Lazio-Inter 0-1, gol di Berti.
All'andata facemmo un ottimo pareggio con gol di Rambaudi su azione personale.
Al ritorno bastava uno squallido 0 a 0 ma riuscimmo a perdere contro l'Inter più orripilante, obbrobriosa, ripugnante e ributtante della sua storia. L'Inter di Massimo Paganin, di Benny Carbone, di Caio Ribeiro Decoussau. L'Inter dei settimi posti.
Dopo quella partita e quell'eliminazione (eravamo già stati eliminati dal Lione in Coppa Uefa, con doppia sconfitta, ed eravamo distanti anni luce dal Milan, primo in classifica) capii che il "progetto Zeman" era fallito.
Non aveva senso battere 4 a 0 la Juve in campionato disputando una gara fantastica e poi 2 giorni dopo essere eliminati dal Lione (che non era il Lione dei primi anni 2000). Non aveva senso (l'ho già scritto da poco), fare 11 gol tra Samp e Atalanta in casa e poi andare a Napoli e perdere senza tirare in porta. Non aveva senso mettere sotto la Juve un quarto d'ora a casa loro (0 a 2 dopo pochi minuti) e poi prenderne 4 nel modo come li prendemmo. 

Ci ho creduto un solo un anno, fino alla fine.
Ritenni ingiuste e condizionate da cattivi arbitraggi le eliminazioni con Dortmund e Juventus, così come ritenni che contro la prima Juve di Lippi non c'era molto da fare. Arrivammo secondi, onorando comunque la stagione fino alla fine.

Ma l'anno dopo, le eliminazioni contro Lione e Inter furono grottesche e non ci potemmo appellare alla sfortuna. In campionato riuscimmo a sfangare un piazzamento in Coppa Uefa solo all'ultima di campionato e, a differenza dell'anno prima, non abbiamo mai veramente lottato, neppure fino a dicembre. Dopo Lazio-Milan 0 a 1 eravamo praticamente già fuori dal discorso Scudetto. 
Probabilmente fu proprio quel bel finale di campionato in cui noi correvamo e gli altri passeggiavano a orientare Cragnotti a dargli un'altra chance. Secondo me, sbagliò. Ma è pur vero che quella fu l'estate delle cessioni eccellenti (Boksic, Winter e Di Matteo) e serviva l'allenatore aziendalista in grado di dire che Nedved, Fish, Okon e Protti avrebbero compensato quelle partenze.

L'anno dopo per me era già tutto scritto, a cominciare dall'esordio con sconfitta a Bologna.
Le eliminazioni con Napoli e Tenerife furono la logica conseguenza di un percorso involutivo oramai inarrestabile.

Confesso di essere stato uno zemaniano di ferro fino alla prova del campo. Un anno ho retto, poi ho sbracato.

E' anche vero che dopo il primo anno la Lazio NON fece campagna acquisti, anzi vendette cravero e l'anno successivo sbracò la squadra (la perdita di di matteo fu gravissima e mal rimpiazzata).

Anche leggendo quello che scrivi mi torna in mente come mi sentivo alla fine del primo anno pronto a spiccare il volo, ma in realtà non sapevo che la Lazio stava risparmiando per entrare in borsa.. peccato per zeman che ha perso il suo treno migliore, meglio per noi ragionando a posteriori sugli effetti di quel risparmio
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline fish_mark

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #30 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:29:16 »
Zeman è come Giacinto detto Marco Pannella, che ho pure votato spesso, un anarchico calcolatore che alimenta il suo mito forte di battaglie sacrosante, estemporanee, spettacolarizzate... passate.

Bravo, esatto, preciso. Il Pannella del calcio, liberale, liberista, libertario, uomo contro il Palazzo, che paga di tasca sua fino all'ultima lira.
Peraltro, concordo in pieno con quanto detto da Cuchillo. Anche io non ho creduto molto alla sua missione e certamente non mi andò giù il suo repentino trasferimento alla AS.
A suo discarico va sempre ricordato che avevamo un 11 da urlo e niente di più, visto che avevamo come alternative gente come Esposito, Buso e Piovanelli.
A suo carico va ricordato che faceva sempre gli stessi cambi, trascurava sistematicamente certi giocatori (non sempre a torto), usava sempre e comunque lo stesso schema e le sue squadre - sistematicamente, ci si poteva rimettere l'orologio - partivano in quarta andavano in letargo a gennaio e ri-carburavano a febbraio-marzo per la cavalcata finale.
Inoltre, non dimostrò la maturità necessaria per gestire i doppi impegni europei, vale a dire il dosaggio delle risorse necessario per far fronte agli impegni ravvicinati. Questè un grosso limite per gli allenatori che devono mirare in molto in alto. Indicativo di questo limite fu la trasferta di Dortmund del 1995, dove partivamo dall'1-0 in casa e si giocava martedì. Giocammo domenica sera, in POSTICIPO (qui va chiesto dove fosse la società!), a Napoli dove fummo sconfitti per 4-3, dopo lo 0-3 iniziale. Si arrivò dopo sole 48 ore in terra tedesca, per una partita decisiva e con un avversario di alto livello (un paio di anni dopo vince la CL). quella partita è un film a parte (Boksic che rientra ai box per un improvviso ... rabbocco), ma chiedere sempre tutto ai giocatori si è rivelato un approccio ingenuo, insostenibile e quel che è peggio fallimentare.
questo ha dimostrato che i grandi allenatori, quelli che riescono anche a fare il double (impresa per tutti, anche per le più quotate e attrezzate) sono quelli che sanno dosare le energie e quando serve si vanno a prendere il pareggiotto squallido, ma tanto utile (chiedere a Mourinho).

In ogni caso ha detto qualcosa di nuovo nel calcio, ha fatto parlare di sè, nel bene e nel male. Per questo non può essere considerato banale e sarà ricordato tra qualche decennio molto più facilmente di un Reja, che appartiene alla categoria dei Sonetti, dei Bolchi, dei Di Marzio.
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Offline Aquiladimare

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #31 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:45:23 »
mah.... si denigra Reja accusandolo di aver avuto una carriera mediocre e non aver mai vinto nulla...

Zeman viene, invece, ritenuto da molti un oracolo incompreso....

misteri della comunicazione

mah....

Offline lollapalooza

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #32 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:45:39 »
Reja a 66 anni allena la Lazio, Zeman a 64 allena il Pescara. Fine del confronto, per quanto mi riguarda.



Offline MarcheseMCM

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #33 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:57:06 »
Basta co sto zeman, ogni tanto riesce fuori co qualche intervista dove dice piu' o meno le stesse cose da anni, l'hanno fatto fuori, titti è il piu' meglio di tutti, le farmacie, e che cojoni se po' di'.
Se ti vuoi far pubblicità cerca di fartela sul campo che negli ultimi anni hai preso sveglie ovunque sei andato.
Poi addirittura uno che dice che non stima Reja perchè non ha vinto niente, invece lui c'ha 'na bacheca piena e vi parla uno che non adora Reja e che amava il suo gioco, pero' si bello de qua bello de la tanti gol fatti e tanti presi, ma a strigne strigne che hai fatto ?
Poi i migliori risultati l'ha ottenuti con la Lazio e sta sempre a lecca' il culo ai zozzi dove ha preso sveglie su sveglie sopratutto nei derby.
caro zeman ti auguro di essere esonerato molto presto.

Offline cuchillo

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #34 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:57:44 »
E' vero che la Lazio non migliorò la sua rosa in modo sensibile alla fine del primo anno, ma è altrettanto vero che non vendette nessuno. Anzi, vendette Signori per 25 miliardi al Parma, ma la cessione "rientrò".

Per cui, di fatto, partimmo con la stessa squadra e arrivarono giocatori con nomi non altisonanti ma che il tecnico espressamente chiese (e che non hai rinnegato): Esposito come vice-Rambaudi e Piovanelli come vice-Fuser.
Adesso ci fa sorridere parlare di Esposito e Piovanelli ma all'epoca erano considerati giocatori dal grande avvenire. Il secondo, soprattutto.
Cravero partì perché sentiva di aver già dato qui. E nessuno lo rimpianse, preferendo (in tanti) Bergodi, più adatto per il gioco di Zeman, avendo già trascorsi con Galeone e avendo fatto bene (meglio delle aspettative) l'anno prima. Poi, ci fu l'esplosione di Nesta centrale, da Lazio-Padova in poi. Siamo ancora alle prime partite.
Non me la sentirei di dire che il ritorno di Cravero a Torino ci abbia condizionato la stagione.

La vera smobilitazione per il terzo anno, non il secondo.
Il secondo anno la Lazio aveva tutto per lottare su tre fronti, perlomeno fino a Pasqua.

Ecco, se dovessi dare 3 meriti a Zeman, direi:
- Aver accentrato Nesta
- Aver caldeggiato l'acquisto di Nedved
- Aver fatto diventare un giocatore vero Pierluigi Casiraghi
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Offline robylele

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #35 : Martedì 11 Ottobre 2011, 15:58:36 »
In ogni caso ha detto qualcosa di nuovo nel calcio, ha fatto parlare di sè, nel bene e nel male. Per questo non può essere considerato banale e sarà ricordato tra qualche decennio molto più facilmente di un Reja, che appartiene alla categoria dei Sonetti, dei Bolchi, dei Di Marzio.

Ma l'ultima cosa nuova l'ha detta tanti anni fa, non riesci a comprendere questo.

adesso di originale dice di essere arrivato prima della Lazio di un punto per sminuire il poker subìto.
Sonetti non l'avrebbe fatto.



Fish, se permetti un consiglio: prega che Reja non arrivi in finale di E.L., altrimenti ti crolla tutto il castello di luoghi comuni di cui di solito si e Vi ciba il bravo conduttore.
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Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Trippanera

Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #36 : Martedì 11 Ottobre 2011, 16:04:17 »
uno che parla sempre di farmacie e si dimentica del medico spagnolo dei romoletti dimostra tutta la sua onestà intellettuale ,


Bravo aquilafelyx... al di là di tutto, è proprio questo il punto!

Offline fish_mark

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #37 : Martedì 11 Ottobre 2011, 16:17:55 »
Ma l'ultima cosa nuova l'ha detta tanti anni fa, non riesci a comprendere questo.

adesso di originale dice di essere arrivato prima della Lazio di un punto per sminuire il poker subìto.
Sonetti non l'avrebbe fatto.



Fish, se permetti un consiglio: prega che Reja non arrivi in finale di E.L., altrimenti ti crolla tutto il castello di luoghi comuni di cui di solito si e Vi ciba il bravo conduttore.


Non capisco che senso ha mettere in confronto Reja con Zeman. Solo per l'imminente derby? Non ha alcun senso.
Sul piano del calcio Zeman ha detto qualcosa, in altre parole innovazione, Reja ha fatto altro, conservazione.
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Offline ammiraglio

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #38 : Martedì 11 Ottobre 2011, 16:22:31 »
non ho mai capito come uno come zeman si possa esser sposato con uno come casillo.

detto questo, zeman non ha assolutamente la fase difensiva, quindi non è di fatto un allenatore.
a ny lo chiamerebbero per fare quegli show sul basket spettacolare versione globetrotters.
resterà per sempre un santone, ma lo era anche galeone se per questo.


yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline fish_mark

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Re:Zeman e i derbies (intervista al messaggero)
« Risposta #39 : Martedì 11 Ottobre 2011, 16:31:49 »
E poi altro grosso limite è stato quello di non aver saputo valorizzare il Beckenbauer africano

http://www.laziowiki.org/wiki/Fish_Mark_Anthony
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