Pierangelo Bertoli

[giangoverni]

Nove anni fa ci lasciava uno dei più grandi cantautori italiani: Pierangelo Bertoli.
Lo conoscevo bene e ne ero amico, perché fui il primo a farlo cantare in televisione e fui il primo a mostrarlo il carrozzina: fu un vero atto di coraggio perché a quell'epoca i portatori di handycap, quelle rare volte che apparivano, dovevano essere "mascherati". Io, invece, lo facevo entrare e uscire accompagnato dalla stadycam. Pierangelo mi fece un grande onore: mi chiese di scrivergli la presentazione del suo primo lp, Il centro del fiume. Ho ritrovato quella presentazione e ho pensato che vi faccia piacere leggerla, anche come un doveroso omaggio a questo grandissimo e sfortunato amico.

Caro Pierangelo,
quando, appena un anno fa, i funzionari della tua casa discografica mi portarono il tuo primo disco, lo accolsi con diffidenza perché temevo si trattasse del solito cantautore intimista, costruito in serie su versi e melodie standardizzati, sullo stampo di Baglioni o di Battisti. Invece mi colpì subito la tua voce “vera”, il tuo modo proletario di cantare. Pensai che se gli anni Cinquanta (invece delle Nille, dei Cinici e degli Achilli) avessero espresso un cantore più attento al mondo e alla gente, quello avrebbe potuto chiamarsi Pierangelo Bertoli. Qualcuno dice che sei un artista “datato” e non sa di farti un complimento, individuandoti in un mondo di gente senza data, senza tempo, senza passato e, soprattutto, senza avvenire. Tu, invece, un avvenire lo hai certamente, perché hai un passato, che è quello non soltanto della nostra prima giovinezza personale ma anche quello della nostra Repubblica oggi poco più che trentenne. Se mi avessi chiesto un titolo per questo tuo nuovo disco, ti avrei suggerito di chiamarlo “Scelba” perché l’ex ministro dell’Interno, inventore della celere e del manganello, è il simbolo negativo degli anni di cui tu sei un po' il cantore, come Peppino Di Vittorio ne è il simbolo positivo. Basterebbe accostare le facce di questi due uomini in una sorta di iconografia popolare (l’uno con l’aria da piccolo e gretto impiegato di ministero divenuto capoufficio per una improvvisa fortuna e l’altro con il suo duro viso di contadino cotto dal sole, che ha dovuto addossarsi sulle spalle il peso di tante ingiustizie e di tante miserie) per sintetizzare un’epoca ed anche per ricordare quel tuo operaio di “rosso colore” costretto all’emigrazione da un “governo spaventoso” deve lasciarsi dietro “tante cose da cambiare”. Io me li ricordo bene sai quando tornavano d’estate o a Natale dalle miniere del Belgio, ostentando un benessere immancabilmente tradito dal volto precocemente invecchiato. Come mi ricordo quel ragazzo, figlio di un cugino di mio padre, che rimase sotto la miniera di Marcinelle.
E poi le lotte, le vittorie (quella memorabile del 1953 contro la “legge truffa”: la prima volta che mi ritrovai a ballare e a cantare insieme a tanti altri, giovani e vecchi, uomini e donne, per le strade) e le sconfitte, e le grandi delusioni (l’Ungheria): il tutto culminato quasi a chiusura di un’epoca nelle grandi battaglie di piazza contro Tambroni, di cui tu emiliano, conserverai un ricordo indelebile e senza perdono.
E’ tutto un tempo di cui tu ti fai interprete che non dobbiamo guardare con nostalgia, perché fu un tempo duro, spietato per la classe operaia e contadina, ma con rispetto e interesse perché coltivò con coerenza gli ideali dell’impegno e della lotta che verranno poi seriamente minacciati, nell’epoca del “boom” economico, da quelli che Pasolini chiamò i miti del “materialismo consumistico” e che produssero tanti piccoli uomini, robot e mostriciattoli, che, perduta la loro connotazione di classe, cominciarono ad inseguire “fragili miti creati dal mondo di ieri” e che, come dici tu ne “Il centro del fiume”, hanno scoperto il sesso ma hanno coperto l’amore.
Continua, Pier Angelo. Continua ad essere “datato” e ad inseguire l’utopia del “tempo d’oro”, che forse un giorno si materializzerà dai tuoi e dai nostri sogni. Se continueremo a crederci.
Ciao

Giancarlo Governi

[fiDelio]

Un grandissimo. Una voce intensa e testi che ti fanno riflettere. Quando mi capita lo ascolto sempre con molto piacere.

Complimenti anche a Giancarlo dotato di rara sensibilità artistica.

[aquilafelyx]

[bak]

eppure il vento soffia ancora....
Bel ricordo, grande Giango.

[CeiZanettiGarbuglia]

Grazie Giancarlo, per questo ricordo, visto che i media sembra abbiano dimenticato questo grande artista.

[jegue98]

Un giusto omaggio ad un grande cantautore.
Grazie Giancarlo.

[Giglic]

Grazie Giancarlo, per questo ricordo, visto che i media sembra abbiano dimenticato questo grande artista.

100%. E non è il solo ad essere stato dimenticato.

[Rebecca]

La più bella,è forse la prima,canzone scritta per l'ecologia.
Grazie Governi!

[zorba]

Grazie Giancarlo.

Le parole della tua presentazione non potrebbero essere più attuali...

Pierangelo Bertoli sarebbe sicuramente contento per questo tuo nobile gesto.

[aquilafelyx]

La più bella,è forse la prima,canzone scritta per l'ecologia.
Grazie Governi!

la canzone di Bertoli tocca il tema ecologico puntando prepotentemente l'indice contro una cattiva industria , ma prima (forse il primo) Celentano aveva già trattato vari aspetti dell'ecologia : questa sua è del 1972

[giangoverni]

La più bella,è forse la prima,canzone scritta per l'ecologia.
Grazie Governi!

Su You Tube c'è. Chi sa trasportarla lo faccia per favore.

[bak]

la mia preferita è questa

[aquilafelyx]

Su You Tube c'è. Chi sa trasportarla lo faccia per favore.

[giangoverni]

A muso duro è quella che rappresenta di più il carattere e la poetica di Pierangelo Bertoli.

[freddy]

A muso duro

meravigliosa! 

[BobLovati]

A muso duro è quella che rappresenta di più il carattere e la poetica di Pierangelo Bertoli.

... ed è proprio quella che hanno trasmesso, ricordandone ( forse i soli in radio ) l´anniversario della scomparsa, un paio di giorni fa i " successori " di G.Elsner, ora sui 93.0 di radio italia anni ´60.

Splendida, sconvolgente " auto da fé " di Pierangelo

R.I.P.

[giangoverni]

... ed è proprio quella che hanno trasmesso, ricordandone ( forse i soli in radio ) l´anniversario della scomparsa, un paio di giorni fa i " successori " di G.Elsner, ora sui 93.0 di radio italia anni ´60.

Splendida, sconvolgente " auto da fé " di Pierangelo

R.I.P.

Ti ringrazio per le coordinate radiofoniche dei "successori di Gianni Elsner" che avevo perso.

[BobLovati]

Ti ringrazio per le coordinate radiofoniche dei "successori di Gianni Elsner" che avevo perso.

non riesco a sintonizzarli su 1 delle radio di casa e neppure in quella dell´auto   

[leo]

complimenti a Giancarlo per il topic.

[giangoverni]

non riesco a sintonizzarli su 1 delle radio di casa e neppure in quella dell´auto   

e perché?