Autore Topic: Steve Jobs  (Letto 9681 volte)

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POMATA

Re:Steve Jobs
« Risposta #20 : Giovedì 6 Ottobre 2011, 22:30:26 »

Offline Rebecca

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Re:Steve Jobs
« Risposta #21 : Venerdì 7 Ottobre 2011, 12:58:49 »
Un genio che ha cambiato in meglio la vita di molti di noi,che ha rivoluzionato la tecnologia facendocela amare ed apprezzare nella sua razionalità.
Ignoro se il merito che i prodotti Apple siano superiori a tutti gli altri sia ascrivibile esclusivamente a Jobs,ma la sua figura resterà per sempre un icona per diverse generazioni compresa la mia.

Prima con i computer non mi ci capacitavo molto,poi ho avuto per caso il mio primo Mac e ho continuato a non capirci,ma almeno ho imparato ad usarlo...  :D

Ora ho persino l'I-phone e non tornerò mai più indietro.
La Lazio mia, in cima ar monno c'è la Lazio mia...

Offline jegue98

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Re:Steve Jobs
« Risposta #22 : Venerdì 7 Ottobre 2011, 18:35:06 »
Giusto per darvi un'idea.
Oggi ho inviato, tramite il mio I-PHONE, i soldi a mio figlio e a mio padre in Brasile.
Pochi passaggi facendo scorrere le dita su un piccolo schermo ed il gioco è fatto.
Ovvio che ormai ci sono altri smartphone in giro che fanno le stesse cose ma la Apple e quindi anche e soprattutto Steve Jobs, hanno reso possibile tutto questo.
E con una semplicità, a dir poco, unica.
Never change the way you are...

Offline Dissidé

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Re:Steve Jobs
« Risposta #23 : Venerdì 7 Ottobre 2011, 19:44:38 »
ora che sono finiti i peana, mi permetto di intervenire
in primo luogo, da non credente, mi dispiaccio della sua morte ma non credo che ora sia in qualche altro posto
ma è solo leggendo posto come questi:

Ignoro se il merito che i prodotti Apple siano superiori a tutti gli altri sia ascrivibile esclusivamente a Jobs,ma la sua figura resterà per sempre un icona per diverse generazioni compresa la mia.

Giusto per darvi un'idea.
Oggi ho inviato, tramite il mio I-PHONE, i soldi a mio figlio e a mio padre in Brasile.
Pochi passaggi facendo scorrere le dita su un piccolo schermo ed il gioco è fatto.
Ovvio che ormai ci sono altri smartphone in giro che fanno le stesse cose ma la Apple e quindi anche e soprattutto Steve Jobs, hanno reso possibile tutto questo.
E con una semplicità, a dir poco, unica.



.. che mi rendo conto dei danni che ha fatto Steve Jobs all'interpretazione del ruolo della tecnologia nella società odierna.
Sj era un monopolista, della stessa schiera di Bill Gates (che non a casa gli ha salvato il didietro quando stava per fallire) e ha propugnato ed introdotto una visione dell'informatica e dell'elettronica di consumo chiusa, illiberale, proprietaria e soggetta a censura preventiva. E soprattutto a carissimo prezzo.
Per utilizzare prodotti come iphone o ipad è necessario sottostare a tali e tanti compromessi da renderlo, per me, inaccettabile. Non mi dilungo ne merito tecnico ma se a qualcuno interessa posso spiegare.

i prodotti apple superiori a tutti? ma quando? ma dove?  :o
Sj ha reso possibile una transazione bancaria da telefonino? :o  ma se i primi iphone non erano neanche in grado di mandare mms come il più scarso noghia da 30 euro ...

so che mi attirerò gli strali di tanti fanboy, ma da ieri il mondo è un po' più libero ...

P.S.
chiedo a nosurr come vengono trattati dal dsm iv coloro che hanno le "visioni"   ;D



Offline NoSurrender

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Re:Steve Jobs
« Risposta #24 : Venerdì 7 Ottobre 2011, 20:08:44 »
P.S.
chiedo a nosurr come vengono trattati dal dsm iv coloro che hanno le "visioni"   ;D

Io sono,o meglio ero, una fangirl del grande Steve  :D  quindi niente DSM IV. La psichiatra so' io e decido io   ;D

A te invece ti vedo un po' troppo alterato contro la Apple,uhm... Relax!   ;)
"No retreat, baby, no surrender"


Offline Dissidé

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Re:Steve Jobs
« Risposta #25 : Venerdì 7 Ottobre 2011, 20:21:43 »
Io sono,o meglio ero, una fangirl del grande Steve  :D  quindi niente DSM IV. La psichiatra so' io e decido io   ;D

A te invece ti vedo un po' troppo alterato contro la Apple,uhm... Relax!   ;)

sai cos'è dona?

che steve è colui che ha ammantato di design e coolness un bel citriolone nel nostro deretano: la fine del web as we used to know

Offline jegue98

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Re:Steve Jobs
« Risposta #26 : Venerdì 7 Ottobre 2011, 20:32:01 »
ora che sono finiti i peana, mi permetto di intervenire
in primo luogo, da non credente, mi dispiaccio della sua morte ma non credo che ora sia in qualche altro posto
ma è solo leggendo posto come questi:



.. che mi rendo conto dei danni che ha fatto Steve Jobs all'interpretazione del ruolo della tecnologia nella società odierna.
Sj era un monopolista, della stessa schiera di Bill Gates (che non a casa gli ha salvato il didietro quando stava per fallire) e ha propugnato ed introdotto una visione dell'informatica e dell'elettronica di consumo chiusa, illiberale, proprietaria e soggetta a censura preventiva. E soprattutto a carissimo prezzo.
Per utilizzare prodotti come iphone o ipad è necessario sottostare a tali e tanti compromessi da renderlo, per me, inaccettabile. Non mi dilungo ne merito tecnico ma se a qualcuno interessa posso spiegare.

i prodotti apple superiori a tutti? ma quando? ma dove?  :o
Sj ha reso possibile una transazione bancaria da telefonino? :o  ma se i primi iphone non erano neanche in grado di mandare mms come il più scarso noghia da 30 euro ...

so che mi attirerò gli strali di tanti fanboy, ma da ieri il mondo è un po' più libero ...

P.S.
chiedo a nosurr come vengono trattati dal dsm iv coloro che hanno le "visioni"   ;D





Non sono un tecnico ed onestamente non leggo tutte le condizioni che ci sono scritte sui prodotti Apple.
Non penso che ci siano grosse differenze per quanto riguarda leggi sulla "Privacy" o "limitazioni d'uso" tra un software Apple o un software Microsoft o chessò di qualsiasi altro prodotto di altre compagnie.
Steve Jobs sarà stato, come dici tu, un monopolista e via dicendo, però io ho sempre cercato di osservare i fatti senza farmi coinvolgere dalle opinioni degli altri.
Ho tratto le mie conclusioni sul campo avendo avuto molti telefoni prima dell'Iphone.
E da ignorante ti posso garantire che ha soddisfatto appieno quasi tutte le mie esigenze, più della concorrenza, almeno sino ad ora.
(Con il telefono ci lavoro e quindi ci parlo spesso, ci sento la musica e ci faccio anche qualche foto con risultati abbastanza soddisfacenti, tra le tante altre cose che non starò qui a specificare.)
Il successo di un'azienda mira alla soddisfazione del cliente. Io sono un cliente soddisfatto (magari coglionato?) ma questo è ciò che interessa alla fine, almeno credo. Il mondo è bello perchè vario, infatti nessuno ti punta il fucile contro, obbligandoti ad acquistare un prodotto Apple.
Rimane sempre un signore che ha avuto molto successo perchè non rendergliene atto?
E infine è una persona che non c'è più, che se n'è andata abbastanza prematuramente per un brutto male, quindi mi dispiace.
Tutto qui.
Poi le esagerazioni in tutti i sensi, da una parte o dall'altra stonano.
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Offline NoSurrender

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Re:Steve Jobs
« Risposta #27 : Venerdì 7 Ottobre 2011, 20:50:40 »
sai cos'è dona?

che steve è colui che ha ammantato di design e coolness un bel citriolone nel nostro deretano: la fine del web as we used to know

Sinceramente,in amicizia,credo che questo sia snobismo al contrario.

E' cool schifare la Apple ed il suo ex Ceo.
"No retreat, baby, no surrender"


Offline Er Matador

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Re:Steve Jobs
« Risposta #28 : Sabato 8 Ottobre 2011, 10:09:45 »
sai cos'è dona?

che steve è colui che ha ammantato di design e coolness un bel citriolone nel nostro deretano: la fine del web as we used to know

Sinceramente,in amicizia,credo che questo sia snobismo al contrario.

E' cool schifare la Apple ed il suo ex Ceo.

Possono essere concetti inadatti al giorno del funerale di un uomo al quale persino il sottoscritto, talebano dell'open source, ha avvertito l'esigenza di rendere uno strameritato onore delle armi: ma di snob, cara NoSurrender, c'è davvero poco.
Per me, con la perdita di Jobs, la spinta all'innovazione tecnologica passa da una crescita esponenziale a una addizionale: mantenere a lungo termine quanto ha costruito è forse possibile; eguagliare gli epocali salti di qualità determinati da certe sue intuizioni sarà molto più difficile.
Non è un caso se la Borsa ha seguito con maggiore interesse l'andamento del suo stato di salute rispetto alle vendite di prodotti targati Mela: a parte l'insopprimibile orrore per il fatto che anche la morte di un essere umano abbia un rating, in questo dettaglio c'è tutta la sua insostituibilità.
Si diceva di cetrioli e snobismo: riconosciuti a Steve Jobs il talento imprenditoriale e le doti soprannaturali in fatto di marketing, diamo un'occhiata alla situazione di Internet nel mondo.
A minacciarla in quanto fonte di pensiero non allineato c'è innanzitutto la censura diretta, fatta di limitazioni "classiche" per le dittature (Cina), di pressioni e minacce assai poco democratiche tracimate abbondantemente entro i confini del cosiddetto "mondo libero" (Patriot Act, Hadopi ecc.), di prostituzione della legalità e dell'attività legislativa agli interessi dei dinosauri dell'intrattenimento (legge antiblog, crociate contro il P2P) e così via.
Per uno chi brucia i libri c'è, però, un altro che attenta alla loro diffusione in modo molto più subdolo, invisibile e pericoloso: facendo passare la voglia di leggere.
Ora, il merito del Web è quello di aver rotto l'unidirezionalità e la manichea separazione tra produttori e fruitori di contenuti che la televisione aveva portato ai massimi livelli.
Anziché subire ciò che ci viene proposto dopo stretto controllo e senza accesso diffuso ai mezzi di produzione, con la sola e flebile alternativa rappresentata dal telecomando, sul Web abbiamo imparato a leggere e scrivere con rapidità incontrollabile al di fuori dei percorsi prestabiliti; a realizzare contenuti con una relativa semplicità che solo qualche anno prima sembrava fantascientifica; a comunicare con persone e realtà di cui avremmo ignorato l'esistenza.
C'è un però, ed è rappresentato dalla pigrizia mentale di chi si è progressivamente fossilizzato su una gamma ristretta di servizi online, adagiandosi definitivamente quando eMule, Facebook e YouTube hanno tracciato i quattro muri oltre i quali troppa gente non voleva guardare.
Una pigrizia che ha spento la voglia di imparare e sperimentare, plasmando giorno dopo giorno l'esigenza di utilizzare i nuovi media con la stessa forma mentis applicata ai vecchi: schiacciare un bottone, vedere qualcosa, non capire un cazzo di quel che si sta facendo.
Per chi ragiona così - e purtroppo sono legioni - un computer, con sistemi operativi da installare, driver, virus e quant'altro è una macchina sovradimensionata, che impone un supplemento di problematicità in cambio di funzionalità delle quali cui lorsignori non usufruiranno mai.
Ed ecco che la tecnologia incentrata sull'esperienza utente, genio indiscusso del fondatore di Apple, mostra il proprio volto mefitico: dispositivi sui quali l'utente crede di fare quello che vuole mentre fa quello che vuole chi gliel'ha venduto.
Macchine semplici e blindate, dove si installa, si usa e si usufruisce sotto stretto e continuo controllo del produttore, alterando il rapporto tra capacità di riproduzione e creazione/elaborazione dei dati a tutto vantaggio della prima.
In tal modo si ricostituisce lo schema comunicativo degli old media, alla ricerca della definitiva censura di Internet: la sua trasformazione in una nuova, gigantesca televisione.
Ed è difficile negare che l'iPhone e più ancora l'iPad, con la loro concezione e le loro caratteristiche tecniche, siano tappe fondamentali sul percorso di questa processione funeraria della libera espressione.
Questo non significa negare che Steve Jobs sia stato un grandissimo, un protagonista fra i più influenti della nostra epoca e della nostra vita quotidiana, un uomo senza il quale il mondo sarebbe diverso da come lo conosciamo: significa non scadere nell'agiografia acritica.
Quando si pensa al "cattivo" in ambito tecnologico, il pensiero va subito a Bill Gates e ai suoi bacatissimi sistemi che, senza la preinstallazione obbligatoria e le pressioni sui costruttori hardware affinché i loro prodotti funzionino solo su Windows o quasi, sarebbero meritatamente spariti da un pezzo.
Ebbene, anche Steve Jobs era in questo senso un "cattivo". Più efficiente, qualitativo e intelligente, quindi più pericoloso; interessatissimo all'utente e alle sue esigenze, ma non certo alla sua libertà di scelta.
Come "cattivo" è il terzo grande protagonista nato da una storia americana, vale a dire Google: latore di spinte innovative formidabili - si pensi a GMail e Chrome -, ma con politiche in materia di privacy che rappresentano quanto di più vicino agli incubi orwelliani.
Ripeto, nessuna minimizzazione dei suoi meriti, nessuna caduta di gusto in una circostanza così triste, nessuna concessione, almeno in questi giorni, alla faziosità tribale dei winari, linari, macachi e via elencando.
Dico solo che per ricordare Steve Jobs solo come un Genio del Bene bisogna essere discretamente emozionati, tifosi o disinformati.

Giglic

Re:Steve Jobs
« Risposta #29 : Sabato 8 Ottobre 2011, 10:19:26 »
Possono essere concetti inadatti al giorno del funerale di un uomo al quale persino il sottoscritto, talebano dell'open source, ha avvertito l'esigenza di rendere uno strameritato onore delle armi: ma di snob, cara NoSurrender, c'è davvero poco.
Per me, con la perdita di Jobs, la spinta all'innovazione tecnologica passa da una crescita esponenziale a una addizionale: mantenere a lungo termine quanto ha costruito è forse possibile; eguagliare gli epocali salti di qualità determinati da certe sue intuizioni sarà molto più difficile.
Non è un caso se la Borsa ha seguito con maggiore interesse l'andamento del suo stato di salute rispetto alle vendite di prodotti targati Mela: a parte l'insopprimibile orrore per il fatto che anche la morte di un essere umano abbia un rating, in questo dettaglio c'è tutta la sua insostituibilità.
Si diceva di cetrioli e snobismo: riconosciuti a Steve Jobs il talento imprenditoriale e le doti soprannaturali in fatto di marketing, diamo un'occhiata alla situazione di Internet nel mondo.
A minacciarla in quanto fonte di pensiero non allineato c'è innanzitutto la censura diretta, fatta di limitazioni "classiche" per le dittature (Cina), di pressioni e minacce assai poco democratiche tracimate abbondantemente entro i confini del cosiddetto "mondo libero" (Patriot Act, Hadopi ecc.), di prostituzione della legalità e dell'attività legislativa agli interessi dei dinosauri dell'intrattenimento (legge antiblog, crociate contro il P2P) e così via.
Per uno chi brucia i libri c'è, però, un altro che attenta alla loro diffusione in modo molto più subdolo, invisibile e pericoloso: facendo passare la voglia di leggere.
Ora, il merito del Web è quello di aver rotto l'unidirezionalità e la manichea separazione tra produttori e fruitori di contenuti che la televisione aveva portato ai massimi livelli.
Anziché subire ciò che ci viene proposto dopo stretto controllo e senza accesso diffuso ai mezzi di produzione, con la sola e flebile alternativa rappresentata dal telecomando, sul Web abbiamo imparato a leggere e scrivere con rapidità incontrollabile al di fuori dei percorsi prestabiliti; a realizzare contenuti con una relativa semplicità che solo qualche anno prima sembrava fantascientifica; a comunicare con persone e realtà di cui avremmo ignorato l'esistenza.
C'è un però, ed è rappresentato dalla pigrizia mentale di chi si è progressivamente fossilizzato su una gamma ristretta di servizi online, adagiandosi definitivamente quando eMule, Facebook e YouTube hanno tracciato i quattro muri oltre i quali troppa gente non voleva guardare.
Una pigrizia che ha spento la voglia di imparare e sperimentare, plasmando giorno dopo giorno l'esigenza di utilizzare i nuovi media con la stessa forma mentis applicata ai vecchi: schiacciare un bottone, vedere qualcosa, non capire un cazzo di quel che si sta facendo.
Per chi ragiona così - e purtroppo sono legioni - un computer, con sistemi operativi da installare, driver, virus e quant'altro è una macchina sovradimensionata, che impone un supplemento di problematicità in cambio di funzionalità delle quali cui lorsignori non usufruiranno mai.
Ed ecco che la tecnologia incentrata sull'esperienza utente, genio indiscusso del fondatore di Apple, mostra il proprio volto mefitico: dispositivi sui quali l'utente crede di fare quello che vuole mentre fa quello che vuole chi gliel'ha venduto.
Macchine semplici e blindate, dove si installa, si usa e si usufruisce sotto stretto e continuo controllo del produttore, alterando il rapporto tra capacità di riproduzione e creazione/elaborazione dei dati a tutto vantaggio della prima.
In tal modo si ricostituisce lo schema comunicativo degli old media, alla ricerca della definitiva censura di Internet: la sua trasformazione in una nuova, gigantesca televisione.
Ed è difficile negare che l'iPhone e più ancora l'iPad, con la loro concezione e le loro caratteristiche tecniche, siano tappe fondamentali sul percorso di questa processione funeraria della libera espressione.
Questo non significa negare che Steve Jobs sia stato un grandissimo, un protagonista fra i più influenti della nostra epoca e della nostra vita quotidiana, un uomo senza il quale il mondo sarebbe diverso da come lo conosciamo: significa non scadere nell'agiografia acritica.
Quando si pensa al "cattivo" in ambito tecnologico, il pensiero va subito a Bill Gates e ai suoi bacatissimi sistemi che, senza la preinstallazione obbligatoria e le pressioni sui costruttori hardware affinché i loro prodotti funzionino solo su Windows o quasi, sarebbero meritatamente spariti da un pezzo.
Ebbene, anche Steve Jobs era in questo senso un "cattivo". Più efficiente, qualitativo e intelligente, quindi più pericoloso; interessatissimo all'utente e alle sue esigenze, ma non certo alla sua libertà di scelta.
Come "cattivo" è il terzo grande protagonista nato da una storia americana, vale a dire Google: latore di spinte innovative formidabili - si pensi a GMail e Chrome -, ma con politiche in materia di privacy che rappresentano quanto di più vicino agli incubi orwelliani.
Ripeto, nessuna minimizzazione dei suoi meriti, nessuna caduta di gusto in una circostanza così triste, nessuna concessione, almeno in questi giorni, alla faziosità tribale dei winari, linari, macachi e via elencando.
Dico solo che per ricordare Steve Jobs solo come un Genio del Bene bisogna essere discretamente emozionati, tifosi o disinformati.

Nessuno è genio del bene, Matador, nè credo nessuno qui l'abbia detto. A partire da chi si è concentrato sul personaggio e sui suoi slogan a chi si è emozionato per le sue creazioni a chi, come me, vedeva con estremo interesse lo sviluppo di un business concentrato solo ed esclusivamente sul "prodotto".
Per vedere però solo gli aspetti negativi come tu li hai scritti bisogna però, passami il termine, essere dei pessimisti cosmici: il fatto che io stia scrivendo qui è merito - anche - di quei signori e della loro "violazione della privacy". Io ricordo quando l'email veniva fatta pagare, e ti posso garantire che è molto meglio gmail ed il suo orwellismo (che poi, chi mai avrà il tempo di leggersi tutto in tutte le lingue...)
Ma sottolineare solo gli esempi negativi (che poi, come se non fossimo liberi di scegliere, una volta consapevoli) di un personaggio completamente fuori dagli schemi in occasione della sua morte non credo sia molto efficace: di Jobs, come di tanti altri, rimarrà il nuovo che ha creato, non il resto. E a 22 anni, nel 1977, questo signore, ed il merito fu principalmente suo, tirò fuori una cosa come apple 2. Se avesse un disegno "del male" già a quell'età non lo so, ma non credo.

Offline BobLovati

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Re:Steve Jobs
« Risposta #30 : Sabato 8 Ottobre 2011, 11:54:56 »
A me sembra solo che l´esagerazione si è impadronita del mondo   :(
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Offline Ataru

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R: Steve Jobs
« Risposta #31 : Sabato 8 Ottobre 2011, 22:35:59 »
Forse questo topic andava aperto con il suo oggetto ancora in vita... Riconosco pochi meriti in steve jobs, forse tutti legati alla sua capacità di vendere più che di vedere. Ha creato un impero sfruttando la passione di steve wozniak. Ha venduto tostapane alimentati a 185 volt spacciandoli per innovazione tecnologica, ha reso necessario pagare per servizi che fino al giorno prima tendevano ad essere gratuiti, ha venduto una distribuzione di linux dopo averla chiusa su un hardware comunissimo a un prezzo quadruplo del suo valore, salvando un'azienda praticamente fallita.

Ma la cosa che ha saputo vendere meglio è stata la sua immagine. Quella del genio visionario. Quella che lo fa passare per buono.

Fattermec. Fatte na cosa che funziona. Tutto il resto è difettoso. Non importa che il mec sia limitato, che non faccia, per scelta del produttore, tutto quello che deve fare un computer, l'importante è che faccia bene quello che fa.

Non si fa più neanche caso ai materiali utilizzati e ai processi di produzione, che rendono le copie cinesi migliori dell'originale, solo con un software diverso.

Però tutti a celebrare la morte di un grande uomo. Ma grande perché?
Grande perché ha saputo vendersi. E bene.

Bene al punto da passare per l'opposto di ciò che è stato.

Inviato dal mio leodroide.
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline jegue98

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Steve Jobs
« Risposta #32 : Domenica 9 Ottobre 2011, 00:03:42 »
Forse questo topic andava aperto con il suo oggetto ancora in vita... Riconosco pochi meriti in steve jobs, forse tutti legati alla sua capacità di vendere più che di vedere. Ha creato un impero sfruttando la passione di steve wozniak. Ha venduto tostapane alimentati a 185 volt spacciandoli per innovazione tecnologica, ha reso necessario pagare per servizi che fino al giorno prima tendevano ad essere gratuiti, ha venduto una distribuzione di linux dopo averla chiusa su un hardware comunissimo a un prezzo quadruplo del suo valore, salvando un'azienda praticamente fallita.

Ma la cosa che ha saputo vendere meglio è stata la sua immagine. Quella del genio visionario. Quella che lo fa passare per buono.

Fattermec. Fatte na cosa che funziona. Tutto il resto è difettoso. Non importa che il mec sia limitato, che non faccia, per scelta del produttore, tutto quello che deve fare un computer, l'importante è che faccia bene quello che fa.

Non si fa più neanche caso ai materiali utilizzati e ai processi di produzione, che rendono le copie cinesi migliori dell'originale, solo con un software diverso.

Però tutti a celebrare la morte di un grande uomo. Ma grande perché?
Grande perché ha saputo vendersi. E bene.

Bene al punto da passare per l'opposto di ciò che è stato.

Inviato dal mio leodroide.


Vabbè sapevo che non ti piacevano i prodotti Apple ma non pensavo ce l'avessi con il suo fondatore. Mi sembra comunque, da quello che ho sentito in questi giorni, che lui non si sia mai spacciato per un genio creatore.
A sentir parlare il suo primo socio nonché amico Wozniac, intervistato poco dopo la scomparsa di Jobs, non sembrerebbe arrabbiato con lui per essersi approfittato della sua intelligenza o della sua passione anzi. Non lo so, temo che avvolte non siamo molto equilibrati nei giudizi. Io per dire, aborro gli estremismi, specialmente quando si tratta di giudicare le persone. Gli riconosco il merito, ripeto, da cliente, consumatore probabilmente stupido e ignorante, di avermi reso la vita un pochino (ci mancherebbe) più semplice. Tutto qui.
Però come hai ben detto forse non è qui che dovremmo discutere di questo.


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Giglic

Re:R: Steve Jobs
« Risposta #33 : Domenica 9 Ottobre 2011, 08:00:29 »

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Credo che nelle due frasi citate ci sia tutta una differenza di pensiero.
Come detto, Non si tratta di farne nè Ipazia, nè Ballarmino: si tratta di vedere cosa ha fatto di buono sia dal punto di vista tecnico (la leggenda di Wozniack sfruttato è dura a morire, vedo, così come il concetto che ti fa pagare quello che prima era gratuito: dal PC al MAC io ho risparmiato, se si conta HW e SW insieme: certo sul PC il SW lo puoi piratare, chissà come mai...) sia dal punto di vista marketing (si è saputo vendere non bene, ma benissimo: soprattutto ha saputo vendere qualcosa che da altri era stato considerato perdente, trasformandolo anzi in un valore aggiunto: e tutto questo l'ha ovviamente fatto per lui, non per la società).

Inviato dal mio cervello  ;D

Offline BobLovati

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Re:R: Steve Jobs
« Risposta #34 : Domenica 9 Ottobre 2011, 14:16:24 »
Credo che nelle due frasi citate ci sia tutta una differenza di pensiero.
Come detto, Non si tratta di farne nè Ipazia, nè Ballarmino: si tratta di vedere cosa ha fatto di buono sia dal punto di vista tecnico (la leggenda di Wozniack sfruttato è dura a morire, vedo, così come il concetto che ti fa pagare quello che prima era gratuito: dal PC al MAC io ho risparmiato, se si conta HW e SW insieme: certo sul PC il SW lo puoi piratare, chissà come mai...) sia dal punto di vista marketing (si è saputo vendere non bene, ma benissimo: soprattutto ha saputo vendere qualcosa che da altri era stato considerato perdente, trasformandolo anzi in un valore aggiunto: e tutto questo l'ha ovviamente fatto per lui, non per la società).

Inviato dal mio cervello  ;D

...  akatzaaaaàrooooooo   :P
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bak

Re:Steve Jobs
« Risposta #35 : Lunedì 10 Ottobre 2011, 12:52:40 »
"Jobs mi fece a pezzi perché il programma non funzionava"
 
L'ex manager Jolley: "Scartò il mio prodotto e mi cacciò Il lunedì faceva la revisione dei progetti, era un incubo"

PAOLO MASTROLILLI INVIATO A SAN FRANCISCO
E allora Steve mi disse: sei licenziato Charles, non ti voglio più vedere qui». Non capita spesso di sentire qualcuno che parla allegramente, quasi con orgoglio, della propria cacciata da una compagnia. Se però la compagnia si chiama Apple, chi ti mette alla porta è Steve Jobs, e dopo qualche giorno ti riassume, il gioco può diventare curioso. Charles Jolley, ex JavaScript guru di Cupertino e responsabile del progetto MobileMe, è stato vittima per due volte delle celebri sfuriate di Steve, che in genere si concludevano col licenziamento. Entrambe le volte è stato riassunto, fino a quando ha lasciato lui la Apple per fondare la propria compagnia, Strobe.

Ora che è fuori, può infrangere la leggendaria riservatezza di Cupertino, e portarci direttamente nella stanza di Jobs.

Com’era lavorare con lui?
«Straordinario, davvero. Per l’intensità che ci metteva, la creatività, la cura per ogni dettaglio. Spingeva sempre tutti a dare il massimo».

Quante ore lavoravate?
«Quante ne servivano. Se stavi finendo un prodotto, non c’era bisogno che qualcuno ti dicesse di fare le nottate».

Che clima c’era nel campus?
«Colleghi pronti all’amicizia e alla collaborazione, ma anche severamente esigenti. Faccio un esempio pratico. Nelle altre aziende, quando prepari un prototipo, in genere è sempre un po’ ammaccato. Alla Apple non avresti il coraggio di farlo vedere, se non funzionasse già alla perfezione».

Jobs lo vedevate spesso in giro?
«Era molto gentile e gioviale tutta la settimana, veniva anche a pranzo con noi. Il lunedì, però, cambiava tutto».

Cioè?
«Ogni lunedì faceva la revisione dei prodotti: quello era il momento più atteso e più temuto da tutti noi. Quando entravi nella sua stanza, cercava come un laser qualcosa che non gli piacesse del progetto che presentavi. Se non la trovava, diventavi un eroe: ti trattava come la persona che aveva appena inventato la ruota e decantava tutte le potenzialità straordinarie della cosa che gli avevi portato. Se invece trovava un minimo dettaglio, anche solo il colore, che non andava, eri finito. Non parlava più di altro, fino a quando il problema era risolto. E se non lo risolvevi, ti faceva a pezzi. Letteralmente: ti lanciava i pezzi del prodotto. Non c’erano mai vie di mezzo. Non esisteva una cosa che fosse semplicemente ok: o era sublime, o faceva schifo».

È capitato anche a lei?
«Certo. Il mio team era incaricato di sviluppare MobileMe, il predecessore di iCloud, che francamente non funzionava: mi fece a pezzi. Però si prese tutte le sue responsabilità, e una volta distrutto il prodotto che avevo portato, mi diede indicazioni precise e chiare su come ripartire. Ecco, la sua forza era questa: si poteva cadere, ma l’importante era sapersi rialzare».

Perché la licenziò la prima volta?
«Non gli era piaciuto un prodotto, mi cacciò».

E la seconda?
«Avevo fatto un’intervista autorizzata da Steve per presentare un nuovo progetto. Ma lui, come sapete, era molto riservato con i media. Il giornalista scrisse delle mie frasi fuori contesto, che a Jobs non piacquero. Mi fece chiamare da un vice presidente che mi chiese: “Charles, Steve dice che ti devo licenziare, cosa è successo?”. Risposi: “Ho rilasciato l’intervista che mi aveva chiesto di fare. E lui: peccato, non gli è piaciuta”».

E poi?
«Mi fece richiamare dal vice presidente e mi disse: stai un po’ a casa a riflettere, e vediamo come aggiustare le cose. Qualche giorno dopo mi riassunse».

Perché è rimasto?
«Si lavorava un sacco e si guadagnava poco, ma tutto quello che facevi aveva un impatto sul mondo».

Poi però lei è andato via e ha fondato Strobe, che distribuisce applicazioni e rappresenta anche una sfida intellettuale ad Apple.
«Loro sono i migliori a fare prodotti originali chiusi e devono restare così, ma poi arriverà sempre qualcuno che li aprirà al mercato».

Su cosa si butteranno, adesso?
«Hanno prodotti nuovi già pronti per i prossimi due anni, e iPad ha ancora possibilità infinite di sviluppo. La prossima sfida, però, sarà la televisione. Apple Tv è già interessante, ma provate ad immaginare una televisione che unisce tutte le qualità dei prodotti di Cupertino, Internet e le applicazioni. Sarà una cosa unica, che cambierà di nuovo il mondo».

La Apple sopravviverà senza Jobs?
«Sul piano organizzativo Tim Cook, il nuovo ceo, è il migliore che ci sia, mentre il capo del design, Jony Ive, è un fenomeno. Steve, però, aveva un ruolo unico: capiva cosa voleva il pubblico e decideva come produrlo. La disciplina che ha instillato nella compagnia continuerà a farla muovere, ma Apple dovrà trovare in fretta una persona o un meccanismo che indichi la direzione».

lastampa.it
 

Offline Skorpius

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Re:Steve Jobs
« Risposta #36 : Martedì 11 Ottobre 2011, 11:16:17 »
Tutti sapevano che prima o poi il telefono e personal computer erano destinati a convergere in una unica piattaforma...
Tutti cercavano di trasformare il telefono in un piccolo computer, la apple ha fatto esattamente il contrario adattando tutte le funzioni di un pc alle modalità di un telefono.

Ecco il genio

ps ed ecco anche perchè gli mms sono superflui
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Dissidé

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Re:Steve Jobs
« Risposta #37 : Martedì 11 Ottobre 2011, 11:49:56 »
Tutti sapevano che prima o poi il telefono e personal computer erano destinati a convergere in una unica piattaforma...
Tutti cercavano di trasformare il telefono in un piccolo computer, la apple ha fatto esattamente il contrario adattando tutte le funzioni di un pc alle modalità di un telefono.

Ecco il genio

ps ed ecco anche perchè gli mms sono superflui

certo, se funzionasse ....  :D

(senza cover ovviamente)

Offline Skorpius

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Re:Steve Jobs
« Risposta #38 : Martedì 11 Ottobre 2011, 11:52:02 »
certo, se funzionasse ....  :D

(senza cover ovviamente)

anche se non funziona (ma funziona) sarebbe geniale lo stesso.

Il genio non sta solo nell'inventare nuovi approdi ma anche nello scegliere il percorso giusto verso un approdo chiaro a tutti ma ancora irraggiungibile
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

baol

Re:R: Steve Jobs
« Risposta #39 : Martedì 11 Ottobre 2011, 12:00:56 »
...Ipazia...

Nuovo modello di calcolatrice Apple ?

 ::) ok...vado...