Autore Topic: Il cambio di dimensione.  (Letto 1730 volte)

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Offline Il frigorifero

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Il cambio di dimensione.
« : Venerdì 30 Settembre 2011, 15:36:09 »
Provo a ripercorrere un momento la storia di Reja alla Lazio.
Arrivò ai primi di febbraio, per raccogliere una squadra che occupava il terz'ultimo posto della classifica (in piena serie B, insomma). E' stato molto bravo nel fare ciò di cui si è sempre occupato: ha rimotivato e ricompattato il gruppo, ha schierato una squadra molto accorta e in grado di colpire in contropiede ed ha dato maggior solidità alla difesa. Svolse un grande lavoro in condizioni ambientali non semplici. E, anche grazie a lui, ci si salvò.
La scorsa stagione, alla squadra, ha trasmesso le stesse qualità: buona organizzazione difensiva e ripartenze. Siamo andati bene grazie ai primi  2/3 mesi di Mauri e alle luci del Profeta, non certo per il tipo di calcio proposto o per gli schemi insegnati al gruppo. La prova: a gennaio/febbraio i trequartisti calano. E la squadra non tira più in porta. Nel complesso, però, trascorriamo una stagione nelle zone alte della classifica.
Quest'anno abbiamo aggiunto ad un organico già comprensivo di Ledesma, Dias, Radu, Hernanes, Mauri e Rocchi, gente come Klose (un fuoriclasse assoluto), Cana (per 5 anni capitano dell' OM, mica del tor tre teste), Cissè (grande giocatore, anche lui), Marchetti.
Non a caso, i bookmakers ci avevano quotati tra le 3 candidate alla vittoria della EL, qualcosa vorrà pur dire...
Ma ecco che, puntando traguardi prestigiosi come EL e prime posizioni in campionato, si inizia ad aver bisogno di qualcosa in più: gioco, schemi, idee...la squadra non sa "fare la partita" e, ora che non si punta più a salvarsi ma ad alzare trofei, questo diventa un limite maledettamente importante. E Reja non basta più. Penso sia vittima del cambio di dimensione della Lazio. Forse, sarebbe il caso di cambiare ora che ci sono 2 settimane di sosta. Chi prendere? Non lo so, sicuramente qualcuno che abbia schemi ed una precisa idea di gioco e che dia un'identità precisa ad una squadra che, sempre di più, mi sembra in totale confusione.
Ho la sensazione che, più l'asticella vada alzandosi, tanto meno Reja (persona che stimo, sia chiaro) sia adeguato alla situazione. Sarà la sconfitta di ieri che mi fa ancora malissimo ma, ad oggi, sono preoccupato.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Giglic

Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #1 : Venerdì 30 Settembre 2011, 15:42:29 »
Provo a ripercorrere un momento la storia di Reja alla Lazio.
Arrivò ai primi di febbraio, per raccogliere una squadra che occupava il terz'ultimo posto della classifica (in piena serie B, insomma). E' stato molto bravo nel fare ciò di cui si è sempre occupato: ha rimotivato e ricompattato il gruppo, ha schierato una squadra molto accorta e in grado di colpire in contropiede ed ha dato maggior solidità alla difesa. Svolse un grande lavoro in condizioni ambientali non semplici. E, anche grazie a lui, ci si salvò.
La scorsa stagione, alla squadra, ha trasmesso le stesse qualità: buona organizzazione difensiva e ripartenze. Siamo andati bene grazie ai primi  2/3 mesi di Mauri e alle luci del Profeta, non certo per il tipo di calcio proposto o per gli schemi insegnati al gruppo. La prova: a gennaio/febbraio i trequartisti calano. E la squadra non tira più in porta. Nel complesso, però, trascorriamo una stagione nelle zone alte della classifica.
Quest'anno abbiamo aggiunto ad un organico già comprensivo di Ledesma, Dias, Radu, Hernanes, Mauri e Rocchi, gente come Klose (un fuoriclasse assoluto), Cana (per 5 anni capitano dell' OM, mica del tor tre teste), Cissè (grande giocatore, anche lui), Marchetti.
Non a caso, i bookmakers ci avevano quotati tra le 3 candidate alla vittoria della EL, qualcosa vorrà pur dire...
Ma ecco che, puntando traguardi prestigiosi come EL e prime posizioni in campionato, si inizia ad aver bisogno di qualcosa in più: gioco, schemi, idee...la squadra non sa "fare la partita" e, ora che non si punta più a salvarsi ma ad alzare trofei, questo diventa un limite maledettamente importante. E Reja non basta più. Penso sia vittima del cambio di dimensione della Lazio. Forse, sarebbe il caso di cambiare ora che ci sono 2 settimane di sosta. Chi prendere? Non lo so, sicuramente qualcuno che abbia schemi ed una precisa idea di gioco e che dia un'identità precisa ad una squadra che, sempre di più, mi sembra in totale confusione.
Ho la sensazione che, più l'asticella vada alzandosi, tanto meno Reja (persona che stimo, sia chiaro) sia adeguato alla situazione. Sarà la sconfitta di ieri che mi fa ancora malissimo ma, ad oggi, sono preoccupato.

Quoto ogni singolo bit.

Offline Dija

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #2 : Venerdì 30 Settembre 2011, 15:45:55 »
Non e' in confusione secondo me.
Sono i sogni a fare la realtà

Offline Il frigorifero

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #3 : Venerdì 30 Settembre 2011, 15:47:58 »
Quando dici che "non è in confusione" intendi dire che si stia cercando di far fuori il tecnico? O che, semplicemente, siamo dei pipponi?
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline ammiraglio

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #4 : Venerdì 30 Settembre 2011, 15:51:48 »
Non e' in confusione secondo me.

matu interno sinistro contro il palermo.
cana interno destro contro il palermo.
abbiamo giocato due partite con zauri, il suo pupillo, e abbiamo visto i risultati.
ripetuti cambi di modulo (4231, 4312, 442)
cisse un bel po' anarchico tatticamente.
hmm ...
diciamo che le sto provando un po' tutte?
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline Dija

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #5 : Venerdì 30 Settembre 2011, 15:56:20 »
Quando dici che "non è in confusione" intendi dire che si stia cercando di far fuori il tecnico? O che, semplicemente, siamo dei pipponi?

Non e' in confusione tatticamente.
Sta cambiando e' vero,pero' secondo me,non e' tutto perduto.
Sono i sogni a fare la realtà

Offline Il frigorifero

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #6 : Venerdì 30 Settembre 2011, 15:58:06 »
Adesso ci sono 2 settimane di pausa, prima del derby. Io credo che, se perdessimo a Firenze, Reja salterebbe. Dopotutto, se si vuol cambiare, mi pare un momento adatto. Niente è compromesso e la sosta consentirebbe al nuovo tecnico di conoscere la squadra ed iniziare a lavorare.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline Il frigorifero

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #7 : Venerdì 30 Settembre 2011, 16:00:23 »
Non e' in confusione tatticamente.
Sta cambiando e' vero,pero' secondo me,non e' tutto perduto.


Ah credevo che il "non mi pare in confusione" fosse riferito alla squadra. Anche a me Reja non sembra confuso. E' che ho la sensazione che, più di questo, non sia in grado di darci.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Boks XV

Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #8 : Venerdì 30 Settembre 2011, 16:30:09 »
E Reja non basta più. Penso sia vittima del cambio di dimensione della Lazio.

cambio di dimensione per chi?
per Lotito? lasciam perdere...
per la capoccia di noi tifosi, forse.
ma Reja che ne sa di quello che passa per la testa di noantri? lui, e lo capisco, è venuto qui a salvare una squadra che stava andando in B e ci è riuscito e l'ha poi portata in El.
dal suo punto di vista che je vòi di'?
è la Lazio ma, per quel che lo riguarda, poteva essere il Chievo, il Bologna, il Lecce.
lui non comprende, nel senso che va al di là della sua giusta e logica comprensione, che cazzo volemo.
lui che ne sa di quello che ci brucia dentro, dell'aver visto il giocattolo più bello della nostra storia durare solo tre anni per venire poi scientemente smontato mentre altri giocattoli, meno belli e più posticci, vengono costantemente aggiustati con ogni mezzo necessario?
che ne sa, e che je frega giustamente, dei gol di Ibra a Parma? di cosa ha significato, nella nostra carne, la doppietta di Pazzini? lui non capirebbe mai perchè, chiunque di noi, quel giorno sarebbe sceso in campo e avrebbe ucciso a mani nude Floccari (Ranieri, per altro minestraro anch'egli, altrochè se lo capì! frutto, come noi, de 'sta città che te se magna). in fondo i rigori si sbagliano, questo insegna la storia del calcio, vieppiù a chi calca i campi da mezzo secolo. che volemo?
lui non può capire che quello che basta a Chievo, Bologna e Lecce non può bastare a Roma, perchè Roma non è Chievo nè Bologna nè Lecce.
Reja andava bene per il dopo Fascetti. anche per il dopo Ballardini come Papadopulo andò bene per il dopo Caso. ma su Reja non si può costruire. non alla Lazio almeno. non dopo Zeman e Eriksson e Mancini. ce metto pure Zoff, tiè.
Cragnotti ha alzato l'asticella di consapevolezza di una grandezza possibile che, pur fisiologicamente con alti e bassi, non può più tornare al livello di prima il suo avvento.
esiste l'era a.C e l'era d.C. indietro non si torna.
è nella nostra capoccia, di romani laziali che convivono con quelli in un rapporto di sintesi clorofilliana grazie al quale quello che è ossigeno per gli uni diventa anidride carbonica per gli altri e viceversa, aria per gli uni veleno per gli altri.
e Reja tutto questo, dopo un anno e mezzo, evidentemente non l'ha capito. e, a questo punto,  sarebbe anche ingiusto pretenderlo da lui.
ecco perchè, per me, Reja ha esaurito il suo tempo.

Giglic

Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #9 : Venerdì 30 Settembre 2011, 16:38:47 »
cambio di dimensione per chi?
per Lotito? lasciam perdere...
per la capoccia di noi tifosi, forse.
ma Reja che ne sa di quello che passa per la testa di noantri? lui, e lo capisco, è venuto qui a salvare una squadra che stava andando in B e ci è riuscito e l'ha poi portata in El.
dal suo punto di vista che je vòi di'?
è la Lazio ma, per quel che lo riguarda, poteva essere il Chievo, il Bologna, il Lecce.
lui non comprende, nel senso che va al di là della sua giusta e logica comprensione, che cazzo volemo.
lui che ne sa di quello che ci brucia dentro, dell'aver visto il giocattolo più bello della nostra storia durare solo tre anni per venire poi scientemente smontato mentre altri giocattoli, meno belli e più posticci, vengono costantemente aggiustati con ogni mezzo necessario?
che ne sa, e che je frega giustamente, dei gol di Ibra a Parma? di cosa ha significato, nella nostra carne, la doppietta di Pazzini? lui non capirebbe mai perchè, chiunque di noi, quel giorno sarebbe sceso in campo e avrebbe ucciso a mani nude Floccari (Ranieri, per altro minestraro anch'egli, altrochè se lo capì! frutto, come noi, de 'sta città che te se magna). in fondo i rigori si sbagliano, questo insegna la storia del calcio, vieppiù a chi calca i campi da mezzo secolo. che volemo?
lui non può capire che quello che basta a Chievo, Bologna e Lecce non può bastare a Roma, perchè Roma non è Chievo nè Bologna nè Lecce.
Reja andava bene per il dopo Fascetti. anche per il dopo Ballardini come Papadopulo andò bene per il dopo Caso. ma su Reja non si può costruire. non alla Lazio almeno. non dopo Zeman e Eriksson e Mancini. ce metto pure Zoff, tiè.
Cragnotti ha alzato l'asticella di consapevolezza di una grandezza possibile che, pur fisiologicamente con alti e bassi, non può più tornare al livello di prima il suo avvento.
esiste l'era a.C e l'era d.C. indietro non si torna.
è nella nostra capoccia, di romani laziali che convivono con quelli in un rapporto di sintesi clorofilliana grazie al quale quello che è ossigeno per gli uni diventa anidride carbonica per gli altri e viceversa, aria per gli uni veleno per gli altri.
e Reja tutto questo, dopo un anno e mezzo, evidentemente non l'ha capito. e, a questo punto,  sarebbe anche ingiusto pretenderlo da lui.
ecco perchè, per me, Reja ha esaurito il suo tempo.

Questo te lo rubo per Facebuc...

Comunque non aver Capito la differenza tra Lazio e CHievo è il limite di Reja, che lo ha sempre fatto buon allenatore di chievi vari e pessimo allenatore di grandi piazze. Così come lui allena perfettamente Sculli e meno perfettamente ops...

Offline Rupert

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #10 : Venerdì 30 Settembre 2011, 16:40:06 »
Buon topic.
Condivido in toto ma il discorso è sempre lo stesso, chi prendiamo al posto di Reja alla nostra portata?
Grazie!

Ed oltre a cambiare il mister dovremmo anche colmare UNA VOLTA PER TUTTE le lacune che ci portiamo dietro dal Giurassico....
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #11 : Venerdì 30 Settembre 2011, 16:45:36 »
cambio di dimensione per chi?
per Lotito? lasciam perdere...
per la capoccia di noi tifosi, forse.
ma Reja che ne sa di quello che passa per la testa di noantri? lui, e lo capisco, è venuto qui a salvare una squadra che stava andando in B e ci è riuscito e l'ha poi portata in El.
dal suo punto di vista che je vòi di'?
è la Lazio ma, per quel che lo riguarda, poteva essere il Chievo, il Bologna, il Lecce.
lui non comprende, nel senso che va al di là della sua giusta e logica comprensione, che cazzo volemo.
lui che ne sa di quello che ci brucia dentro, dell'aver visto il giocattolo più bello della nostra storia durare solo tre anni per venire poi scientemente smontato mentre altri giocattoli, meno belli e più posticci, vengono costantemente aggiustati con ogni mezzo necessario?
che ne sa, e che je frega giustamente, dei gol di Ibra a Parma? di cosa ha significato, nella nostra carne, la doppietta di Pazzini? lui non capirebbe mai perchè, chiunque di noi, quel giorno sarebbe sceso in campo e avrebbe ucciso a mani nude Floccari (Ranieri, per altro minestraro anch'egli, altrochè se lo capì! frutto, come noi, de 'sta città che te se magna). in fondo i rigori si sbagliano, questo insegna la storia del calcio, vieppiù a chi calca i campi da mezzo secolo. che volemo?
lui non può capire che quello che basta a Chievo, Bologna e Lecce non può bastare a Roma, perchè Roma non è Chievo nè Bologna nè Lecce.
Reja andava bene per il dopo Fascetti. anche per il dopo Ballardini come Papadopulo andò bene per il dopo Caso. ma su Reja non si può costruire. non alla Lazio almeno. non dopo Zeman e Eriksson e Mancini. ce metto pure Zoff, tiè.
Cragnotti ha alzato l'asticella di consapevolezza di una grandezza possibile che, pur fisiologicamente con alti e bassi, non può più tornare al livello di prima il suo avvento.
esiste l'era a.C e l'era d.C. indietro non si torna.
è nella nostra capoccia, di romani laziali che convivono con quelli in un rapporto di sintesi clorofilliana grazie al quale quello che è ossigeno per gli uni diventa anidride carbonica per gli altri e viceversa, aria per gli uni veleno per gli altri.
e Reja tutto questo, dopo un anno e mezzo, evidentemente non l'ha capito. e, a questo punto,  sarebbe anche ingiusto pretenderlo da lui.
ecco perchè, per me, Reja ha esaurito il suo tempo.

Tutto questo per me significa che
da qualche parte
per qualche motivo
in qualche maniera


UN'ALTRA LAZIO è POSSIBILE



Ribellarsi è giusto, è urgente, è necessario, alla mediocrità senza futuro

GRAZIE BOKS, di cuore davvero. :band1: :band2: :band6: :band11: :band3: :band7: :band12: :bandes1: :band2: :fan: :fan: :fan: :fan: :clapcap: :clapcap: :clapcap: :clapcap: :clapcap:

[/youtube]
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

Offline BobLovati

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #12 : Venerdì 30 Settembre 2011, 16:56:58 »
....................................................
pero' secondo me,non e' tutto perduto.

meno male che ci rimane sempre l´onore   :D
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Il frigorifero

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #13 : Venerdì 30 Settembre 2011, 17:19:40 »
Buon topic.
Condivido in toto ma il discorso è sempre lo stesso, chi prendiamo al posto di Reja alla nostra portata?
Grazie!

Ed oltre a cambiare il mister dovremmo anche colmare UNA VOLTA PER TUTTE le lacune che ci portiamo dietro dal Giurassico....


Su piazza ci sono: Delio Rossi, Zenga, Donadoni, Marino, De Canio, Del Neri, Benitez, Lippi, Van Gaal. Al momento non mi viene in mente altro, ma posso dire che Sannino (già occupato a Siena) mi sembra un tecnico molto preparato. Tornando ai  prendibili da subito, escludendo 2 o 3 nomi a cui sarebbe quasi impossibile arrivare, io richiamerei Delio Rossi. In alternativa, De Canio (se non altro ricordo che, il suo Lecce, ci provava sempre a giocarsi le partite). Del Neri mi convince poco, troppo integralista.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline pantarei

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #14 : Venerdì 30 Settembre 2011, 17:46:40 »
cambio di dimensione per chi?
per Lotito? lasciam perdere...
per la capoccia di noi tifosi, forse.
ma Reja che ne sa di quello che passa per la testa di noantri? lui, e lo capisco, è venuto qui a salvare una squadra che stava andando in B e ci è riuscito e l'ha poi portata in El.
dal suo punto di vista che je vòi di'?
è la Lazio ma, per quel che lo riguarda, poteva essere il Chievo, il Bologna, il Lecce.
lui non comprende, nel senso che va al di là della sua giusta e logica comprensione, che cazzo volemo.
lui che ne sa di quello che ci brucia dentro, dell'aver visto il giocattolo più bello della nostra storia durare solo tre anni per venire poi scientemente smontato mentre altri giocattoli, meno belli e più posticci, vengono costantemente aggiustati con ogni mezzo necessario?
che ne sa, e che je frega giustamente, dei gol di Ibra a Parma? di cosa ha significato, nella nostra carne, la doppietta di Pazzini? lui non capirebbe mai perchè, chiunque di noi, quel giorno sarebbe sceso in campo e avrebbe ucciso a mani nude Floccari (Ranieri, per altro minestraro anch'egli, altrochè se lo capì! frutto, come noi, de 'sta città che te se magna). in fondo i rigori si sbagliano, questo insegna la storia del calcio, vieppiù a chi calca i campi da mezzo secolo. che volemo?
lui non può capire che quello che basta a Chievo, Bologna e Lecce non può bastare a Roma, perchè Roma non è Chievo nè Bologna nè Lecce.
Reja andava bene per il dopo Fascetti. anche per il dopo Ballardini come Papadopulo andò bene per il dopo Caso. ma su Reja non si può costruire. non alla Lazio almeno. non dopo Zeman e Eriksson e Mancini. ce metto pure Zoff, tiè.
Cragnotti ha alzato l'asticella di consapevolezza di una grandezza possibile che, pur fisiologicamente con alti e bassi, non può più tornare al livello di prima il suo avvento.
esiste l'era a.C e l'era d.C. indietro non si torna.
è nella nostra capoccia, di romani laziali che convivono con quelli in un rapporto di sintesi clorofilliana grazie al quale quello che è ossigeno per gli uni diventa anidride carbonica per gli altri e viceversa, aria per gli uni veleno per gli altri.
e Reja tutto questo, dopo un anno e mezzo, evidentemente non l'ha capito. e, a questo punto,  sarebbe anche ingiusto pretenderlo da lui.
ecco perchè, per me, Reja ha esaurito il suo tempo.


applausi. quello che di bello sto' leggendo oggi non lo avevate mai scritto. siete un condensato di struggente poesia laziale. ce la stanno a tira' fori dar core...

malacarne

Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #15 : Venerdì 30 Settembre 2011, 17:50:19 »
La scorsa stagione, alla squadra, ha trasmesso le stesse qualità: buona organizzazione difensiva e ripartenze. Siamo andati bene grazie ai primi  2/3 mesi di Mauri e alle luci del Profeta, non certo per il tipo di calcio proposto o per gli schemi insegnati al gruppo. La prova: a gennaio/febbraio i trequartisti calano. E la squadra non tira più in porta. Nel complesso, però, trascorriamo una stagione nelle zone alte della classifica.

In queste parole si riassume un pensiero assai diffuso.
Quando si vince è merito dei giocatori, quando si perde è colpa di Reja.
Per carità, sono opinioni, ma non mi piace questa cosa.

Lo ripeto: la traversa a due metri non l'ha presa Reja, la palla alle stelle solo davanti al portiere non l'ha calciata Reja, il colpo di testa a porta vuota non l'ha fallito Reja, la cavolata sul secondo gol loro (una compartecipazione arbitro/Diakite) non l'ha fatta Reja.
Qui paghiamo sempre degli errori individuali. Se quei tre l'avessero buttata dentro ora commenteremmo tutt'altra partita.
La Lazio nel secondo tempo ha giocato stabilmente nella metacampo dello Sporting e levatevi dalla testa che giocare in 11 contro 10 sia necessariamente facile. Ti aiuta, ma rimontare il gol in quello stadio contro la squadra che è definita la più in forma del suo campionato, non è facile. E noi non ci siamo riusciti solo per errori individuali non imputabili a Reja.
Che avrà senza dubbio i suoi difetti, ma io davvero non vedo perchè fare catastrofi dopo il ko di ieri.
Errori individuali signore e signori, sono quelli che hanno deciso la gara.

Forza Reja, finchè sarai con noi.

Offline gentlemen

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #16 : Venerdì 30 Settembre 2011, 18:12:08 »
cambio di dimensione per chi?
per Lotito? lasciam perdere...
per la capoccia di noi tifosi, forse.
ma Reja che ne sa di quello che passa per la testa di noantri? lui, e lo capisco, è venuto qui a salvare una squadra che stava andando in B e ci è riuscito e l'ha poi portata in El.
dal suo punto di vista che je vòi di'?
è la Lazio ma, per quel che lo riguarda, poteva essere il Chievo, il Bologna, il Lecce.
lui non comprende, nel senso che va al di là della sua giusta e logica comprensione, che cazzo volemo.
lui che ne sa di quello che ci brucia dentro, dell'aver visto il giocattolo più bello della nostra storia durare solo tre anni per venire poi scientemente smontato mentre altri giocattoli, meno belli e più posticci, vengono costantemente aggiustati con ogni mezzo necessario?
che ne sa, e che je frega giustamente, dei gol di Ibra a Parma? di cosa ha significato, nella nostra carne, la doppietta di Pazzini? lui non capirebbe mai perchè, chiunque di noi, quel giorno sarebbe sceso in campo e avrebbe ucciso a mani nude Floccari (Ranieri, per altro minestraro anch'egli, altrochè se lo capì! frutto, come noi, de 'sta città che te se magna). in fondo i rigori si sbagliano, questo insegna la storia del calcio, vieppiù a chi calca i campi da mezzo secolo. che volemo?
lui non può capire che quello che basta a Chievo, Bologna e Lecce non può bastare a Roma, perchè Roma non è Chievo nè Bologna nè Lecce.
Reja andava bene per il dopo Fascetti. anche per il dopo Ballardini come Papadopulo andò bene per il dopo Caso. ma su Reja non si può costruire. non alla Lazio almeno. non dopo Zeman e Eriksson e Mancini. ce metto pure Zoff, tiè.
Cragnotti ha alzato l'asticella di consapevolezza di una grandezza possibile che, pur fisiologicamente con alti e bassi, non può più tornare al livello di prima il suo avvento.
esiste l'era a.C e l'era d.C. indietro non si torna.
è nella nostra capoccia, di romani laziali che convivono con quelli in un rapporto di sintesi clorofilliana grazie al quale quello che è ossigeno per gli uni diventa anidride carbonica per gli altri e viceversa, aria per gli uni veleno per gli altri.
e Reja tutto questo, dopo un anno e mezzo, evidentemente non l'ha capito. e, a questo punto,  sarebbe anche ingiusto pretenderlo da lui.
ecco perchè, per me, Reja ha esaurito il suo tempo.
Il problema è che Cragnotti ci ha fatto assaporare una dimensione di grandezza, che per milan inter e juve è quasi una normalità, ed è naturalissimo che a quella dimensione, al momento non attuale, facciamo riferimento.
Il problema vero è che Lotito non è (arrivato) a quella dimensione, e quando si arriva ad un bivio, al punto in cui si deve fare il salto di qualità ed invece ci si ritrova a fare passi indietro, è capitato dopo la qualificazione in Champions League, è successo dopo la vittoria della Coppa Italia, sta succedendo in questa stagione.
Anni fa conobbi un imprenditore in alto adige, che era partito da una piccola bottega ed oggi è arrivato ad avere un impero industriale ed un marchio a livello internazionale, ed alla mia precisa domanda su come avesse fatto mi disse che il segreto era che un imprenditore che vuole crescere deve pensare alla tripla velocità rispetto alla quale pensano gli altri, ovvero avere il pensiero sempre più avanti, un livello sempre superiore, e che i manager che sceglieva non erano in funzione solo di quel che avevano fatto, ma soprattutto in base agli obiettivo futuri da perseguire, valutando se quelli fossero gli uomini giusti per un livello di crescita superiore.
Questo per dire che, tornando al calcio, un allenatore, un Direttore Sportivo non devi confermarlo solo pensando se fino a quel momento ha fatto bene ma devi valutare dove vuoi arrivare, e se è idoneo per gli obiettivi futuri e superiori.
Cragnotti dopo Zoff, scelse Capello (che non arrivò), per poi andare su Eriksson, ovvero sceglieva per crescere e vincere. Ora lasciamo stare le colpe del (quasi) fallimento, ma nessuno può negare che con Cragnotti la Lazio era cresciuta costantemente.
Lotito ha fatto questo ragionamento, arrivato a questo punto ?

Offline Il frigorifero

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #17 : Venerdì 30 Settembre 2011, 18:17:13 »
In queste parole si riassume un pensiero assai diffuso.
Quando si vince è merito dei giocatori, quando si perde è colpa di Reja.
Per carità, sono opinioni, ma non mi piace questa cosa.

Lo ripeto: la traversa a due metri non l'ha presa Reja, la palla alle stelle solo davanti al portiere non l'ha calciata Reja, il colpo di testa a porta vuota non l'ha fallito Reja, la cavolata sul secondo gol loro (una compartecipazione arbitro/Diakite) non l'ha fatta Reja.
Qui paghiamo sempre degli errori individuali. Se quei tre l'avessero buttata dentro ora commenteremmo tutt'altra partita.
La Lazio nel secondo tempo ha giocato stabilmente nella metacampo dello Sporting e levatevi dalla testa che giocare in 11 contro 10 sia necessariamente facile. Ti aiuta, ma rimontare il gol in quello stadio contro la squadra che è definita la più in forma del suo campionato, non è facile. E noi non ci siamo riusciti solo per errori individuali non imputabili a Reja.
Che avrà senza dubbio i suoi difetti, ma io davvero non vedo perchè fare catastrofi dopo il ko di ieri.
Errori individuali signore e signori, sono quelli che hanno deciso la gara.

Forza Reja, finchè sarai con noi.


Ok, ma il riferimento del mio intervento non era sulla gara di Lisbona, ma sulla situazione generale. Veramente non vi accorgete che non si vede uno schema, un movimento studiato a tavolino da due anni? Certo, te lo confermo! Lo scorso anno ci hanno tenuto a galla il Profeta e Mauri, altrimenti erano dolori. Le grosse squadre fanno la gara seguendo uno spartito. Noi non sappiamo cosa fare con la palla tra i piedi, se non attendere lo spunto di Klose o Cissè. Questo aspetto a me pare lampante. Io dico che una squadra con i nostri giocatori, se dotata dal tecnico di un' idea di gioco chiara, definita e con un minimo di schemistica, ieri sera avrebbe vinto 3 a 0 contro quella squadra. Magari sbaglio io: secondo me, se li attaccavi con criterio, li riducevi un pizzico.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline benvolio

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Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #18 : Venerdì 30 Settembre 2011, 19:12:39 »
Ieri lo Sporting ha giocato una signora partita, attaccando bene e senza scoprire troppo il fianco. Ci ha puntato sulle fasce per aggirare la difesa e alla fine ha cavato fuori due golletti. Peraltro non possiamo sapere quanto in undici contro undici le nostre occasioni sarebbero state cosi' chiare (ma em senno del poi, ovvio). Ma detto questo il commento di Reja lascia intendere che per lui la squadra deve giocare cosi', certo senza errori, piu' o meno cosi'. La sua intuizione dello scorso anno, la posizione di Hernanes, quest'anno sembra lasciare spazio ad una ragionamento pratico: portare palla a Klose e Cisse'. Solo che klose e Cisse la palla se la vengono a prendere dietro, salatano uno, due uomini e poi li bloccano, Heranes guarda la partita e tira qualche punizione...Bisogna che Reja decida ora e subito come giocare in attacco. Lui e non Mauri che ha Milano ha fatto i piu' bei trenta minuti di calcio della carriera.

malacarne

Re:Il cambio di dimensione.
« Risposta #19 : Venerdì 30 Settembre 2011, 20:23:22 »

Ok, ma il riferimento del mio intervento non era sulla gara di Lisbona, ma sulla situazione generale. Veramente non vi accorgete che non si vede uno schema, un movimento studiato a tavolino da due anni? Certo, te lo confermo! Lo scorso anno ci hanno tenuto a galla il Profeta e Mauri, altrimenti erano dolori. Le grosse squadre fanno la gara seguendo uno spartito. Noi non sappiamo cosa fare con la palla tra i piedi, se non attendere lo spunto di Klose o Cissè. Questo aspetto a me pare lampante. Io dico che una squadra con i nostri giocatori, se dotata dal tecnico di un' idea di gioco chiara, definita e con un minimo di schemistica, ieri sera avrebbe vinto 3 a 0 contro quella squadra. Magari sbaglio io: secondo me, se li attaccavi con criterio, li riducevi un pizzico.

Dunque durante Milan-Lazio e nel primo tempo di Lazio-Genoa tu non hai visto nessuno schema offensivo.
E nemmeno durante Cesena-Lazio.
Nè l'anno scorso.
Ragà, non ci arrivi quinto se non hai uno straccio di gioco come dite voi, essu'.
Poi dovreste anche dirmi qual'è la squadra italiana che ora come ora esprime sto' gioco spumeggiante.