Autore Topic: Lazio nel caos, Reja si dimette Lotito lo blocca: "Avanti con lui"  (Letto 764 volte)

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Lazio nel caos, Reja si dimette Lotito lo blocca: "Avanti con lui"
« : Martedì 20 Settembre 2011, 09:22:17 »
www.lastampa.it



Il presidente: «Fino a quando ci
sono io, l'allenatore non si tocca»


SIMONE DI SEGNI
ROMA
Il copione è collaudato. Edy Reja prepara le valigie, il presidente della Lazio Claudio Lotito le disfa. Ieri dall'ultima replica poteva uscire il fuori programma, perché le dimissioni, il tecnico biancoceleste, le ha presentate con il volto più scuro di sempre: i fischi con cui l'Olimpico lo aveva accolto all'annuncio della formazione, per poi sommergerlo quando la sconfitta con il Genoa si è consumata, non era proprio riuscito a digerirli. Così il goriziano è sbottato per l'ennesima volta, se ne contano almeno tre da quando allena nella Capitale, e ha rinnovato al patron la preghiera di liberarlo: «Questo ambiente mi ha stufato», era stato l'avviso lanciato senza mezze parole.

Niente da fare: dopo aver comunicato anche alla squadra la decisione di andarsene - rinunciando a guidare l'allenamento pomeridiano - Reja in serata ha lasciato il centro sportivo di Formello ancora da prigioniero di Lotito (in giornata si erano già sparsi i nomi dei possibili candidati ad ereditare la panchina, fra cui De Canio). Al netto dei confronti, i saluti si sono trasformati nella rinnovata fiducia. Il presidente l'ha gridata a chiare lettere, presente anche la squadra, dopo essere riuscito a persuadere in privato il suo condottiero: «Fino a quando ci sarò io non si tocca». Se lo sfogo era finalizzato a ricompattare il gruppo, il risultato sembra ottenuto.

In realtà la partita è aperta, perché sullo sfondo dei rapporti tra Lotito e Reja resta la variabile dei tifosi. Lo scorso anno, anche mentre la Lazio volava nel cuore del campionato (i biancocelesti finiranno quinti a 66 punti, gli stessi dell'Udinese, ma con una peggiore differenza reti), la Curva Nord - la zona calda del tifo - non ha mai fatto mancare attestati di disistima all'allenatore. Domenica dopo domenica, il repertorio di Reja si arricchiva di bordate cariche di insofferenza: «Se non vi vado bene, parlate con il presidente e mandatemi a casa», dicembre 2010; «In questo modo non si costruisce nulla di buono», così a febbraio; «Non so quanto resisto, l'ho detto a Lotito», era marzo; «Lavorare così è difficile», l'ultima smorfia di domenica. E lui, il presidente, in balia della scelta: darla vinta ad una tifoseria che anche nei confronti della proprietà si è sempre professata ostile, o resistere. Alla fine, restano (almeno per il momento) tutti a denti stretti.

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