peccato solo che non si chiami olarticochea o zubizarreta, ma si chiami garrido che foneticamente col basco sembra molto lontano.
un vero mistero basco dovrebbe partire quanto meno da un nome e cognome riconducibili alla matrice nominativa, ma vabbè.
personalmente, nella mie pagelle stagionali complessive, lo scorso anno ammollai 5.5 a garrido, floc, e bresciano considerandoli i peggiori del roster laziale.
due non ci sono più e il terzo è scomparso, forse inghiottito dentro il guggenheim di bilbo.
le notizie sono sporadiche: il giocatore commenta alla radio societaria milan lazio, poi non si sa bene cosa faccia di preciso.
si presume che si alleni regolarmente visto che il suo nome non compare tra gli abbonati all'infermeria.
si era parlato durante l'estate di un certa malinconia per il suo soggiorno romano e di piste che avrebbero riportato al ritorno a casa, sull'oceano con le sue correnti e le maree precise come un orologio.
fuori da tutte le liste uefa possibili ed immaginabili, avvolto in una nebbia densa con un remoto linea di basso come sottofondo, javier (ma è davvero basco ...?) si consuma in un domenticatoio tecnico che non trasuda spiegazioni di sorta.
è facile immaginare una notte oscura, passata ad ascoltare dischi dalle copertine enigmatiche in una stanza intesa come luogo estraneo all'ambiente esterno, sospeso in esso in una distorsione spazio temporale.
una storia di forma e sostanza che non concidono, senza mai ritrovarsi, e che si sviluppa in una città metropoltana.
il giocatore non c'è.
requiem, allora.