Autore Topic: Unicredit: un esempio  (Letto 2070 volte)

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Giglic

Unicredit: un esempio
« : Venerdì 16 Settembre 2011, 11:21:40 »
Mentre mia moglie era sotto i ferri ed il suo bancomat era a casa, sono stati effettuati due prelievi dal medesimo di 200 e 400 euro (quest'ultimo non possibile per il limite imposto dalla banca a 250 euro) da uno sportello bancomat che, dopo infinite ricerche, abbiamo scoperto essere vicino casa. Sporto regolare denuncia appena scoperto il fatto (ossia il giorno dopo che mia moglie è tornata a casa, controllando sul sito i movimenti, visto che per il bancomat monofunzione unicredit non abilita la funzione sms), la banca non vuole effettuare i il rimborso dicendo che non ci sono le prove che il prelievo non sia stato fatto da qualcuno esterno, rifiutandosi al tempo stesso di visionare o fornire le immagini a circuito chiuso sulla postazione POS "per motivi di privacy".

Questa la sua risposta, inutile dire fantastica:

Egregi signori,
scusate, cosa significa che i prelievi sono stati fatti  con la "mia "carta?
Esigo a questo punto che acquisiate i filmati con le immagini di chi ha effettuato i prelievi, visto che a me non lo consentono e facciate in modo di farmeli visionare.
Mi sono peraltro recata oggi allo filiale dello sportello dove sono stati fatti i prelievi fraudolenti mi hanno detto che non è possibile visionare i filmati di quando sono stati fatti i prelievi. Mi hanno detto di contattre il mio promotore!!! e cosa può fare il mio promotore? Ho effettuato la denuncia appena mi è stato possibile visionare i movimenti sul sito.
Se a voi non interssa, all'autorità giudiziaria non interessa, mi spiegate come faccio a dimostrare che sono stati prelievi fraudolenti?
Se non si è a conoscenza del pin (trattandosi di un bancomat), gradirei come è possibile che siano stati fatti i prelievi?
La mia carta era/ed è tuttora un bancomat monofunzione e sul sito non posso neanche attivare la funzione di alert via sms, cosa che invece ho potutto attivare per la carta di credito. Come faccio a controllare movimenti sospetti, se non ho gli strumenti?
Mi spiegate come è possibile che sia stato fatto un prelievo di 400 euro, quando ogni volta che vado ad uno sportello a prelevare con il bancomat (monofunzione) non mi consente di prendere più di 250 Euro al giorno?
Della sicurezza del microchip siete certi solo Voi che avete imposto questo tipo di carta; quando avevo le carte con la banda magnetica non ho mai avuto problemi di funzionamento delle carte (cosa che ho avuto con il nuovo modello tanto da dover separare bancomat e carta di credito), né sono avvenuti mai prelievi non autorizzati.
Temo che la vicenda mi farà riconsiderare il rapporto in essere con la Vs. banca.
Francamente non mi sento per niente tutelata da Voi.



Inutile dire che a casa in quei giorni c'ero solo io (i bambini erano con i nonni per facilità logistiche), e che non conosco neanche (o meglio, non lo ricordo mai, non essendo il mio) il PIN del bancomat di mia moglie.
Si vergognino, questi signori e tutto il sistema che li mantiene in piedi.

Offline lollapalooza

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #1 : Venerdì 16 Settembre 2011, 11:30:44 »
Capito come pagano Osvaldo?


Battute del catzo a parte, massima solidarietà a te e tua moglie, il vero ladro non è chi rapina una banca, ma chi la fonda.

Vermi.



CiPpi

Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #2 : Venerdì 16 Settembre 2011, 11:50:55 »
inuile dire di contattare un avvocato, per 600 euro vale la pena.

nel contempo, non dovresti avere problemi ad ottenere l'ora in cui questi prelievi sono stati effettuati per poi dimostrare che a quell'ora nessuno dei due, era nelle vicinanze dello sportello.

e poi ti presenti con la maglia della Lazio a riscuotere :)

Offline TomYorke

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #3 : Venerdì 16 Settembre 2011, 12:19:13 »
A me è successa una cosa un pò diversa, ma con il medesimo esito.

Mentre mia moglie partoriva nostra figlia, io ero con lei, hanno rubato il bancomat dal suo portafogli lasciato incustodito in reparto.(cazzata nostra, ma in quel momento non ci stavamo tanto a pensare al portafogli :) )
Comunque viene fatto un prelievo sia all'Unicredi del San Giovanni sia in un'altra banca in via dell'Abmaradam.
Chiedendo il rimborso mi viene data risposta negativa per "incauta custodia del pin".
Mi viene detto che sicuramente avevamo scritto il pin da qualche parte e quindi loro non erano tenuti a rimborsare.
Noi il pin non ce l'abbiamo scritto da nessuna parte se non sul mio cellulare che avevo con me, ma comunque l'Unicredit mi dice che se insistiamo a chiedere il rimborso, loro possono dimostrare che è impossibile che il ladro sia riuscito a risalire in alcun modo al pin se non a causa della nostra "incauta custodia" dello stesso e che di conseguenza ci avrebbero chiuso il conto e tutta una serie di "minaccie" che ora nemmeno ricordo più. A quel punto che dovevo fare? Ho rinunciato a chiedere il rimborso.

Ma è vero che in nessun modo si possa risalire al Pin? e allora questi come fanno?
Bianco azzurro è il colore del cielo, è il colore che amo di più, scusa merda se ti chiamo roma, ma di merda ci sei solo tu!!

Offline freddy

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #4 : Venerdì 16 Settembre 2011, 12:22:26 »
 >:(

a me è successo qualche anno fa (il doppio del tuo importo )
ero cliente della BNL e non ho avuto alcun problema ad ottenere il rimborso,
addirittura mi hanno contattata loro (era successo anche ad altre persone) e sono stati pure abbastanza veloci a restituirmi la somma

(a proposito, vi è capitato di vedere la  pubblicità della BNL per un nuovo tipo di conto? se apri il conto c'è un anno gratis di sky e si vede dietro sullo sfondo la nostra amata lazio! bellissimo abbraccio fra mauri e brocchi  :sciarpa: )
mio fratello e' figlio unico
perche' e' convinto che Chinaglia non puo' passare al Frosinone

Offline disabitato

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #5 : Venerdì 16 Settembre 2011, 20:52:28 »
Chiudi immediatamente il conto e fagli una segnalazione a qualche associazione di consumatori.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline chemist

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #6 : Sabato 17 Settembre 2011, 03:43:23 »
Chiudi immediatamente il conto e fagli una segnalazione a qualche associazione di consumatori.

Si meritano solo le vendite allo scoperto sti grandissimi usurai.

Offline jegue98

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #7 : Domenica 18 Settembre 2011, 11:52:14 »
Mammamia Cesare,
se potessi darei fuoco a tutte le banche del pianeta.
Spero che riusciate ad avere i vostri soldi indietro, nel frattempo seguirei il consiglio di Disabitato.
Schifosi!
Never change the way you are...

POMATA

Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #8 : Domenica 18 Settembre 2011, 21:35:54 »
Chiudi il contó e cambia banca

Offline Skorpius

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #9 : Lunedì 19 Settembre 2011, 09:44:31 »
inuile dire di contattare un avvocato, per 600 euro vale la pena.


No se l'avvocato è un amico :)
Il mio mp lo conosce
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

baol

Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #10 : Lunedì 19 Settembre 2011, 13:12:49 »
No se l'avvocato è un amico :)
Il mio mp lo conosce

....già, e perchè non ti chiama ?  :P :P :P :P

seriamente: mo' me sa che te chiamo pure io....  ;)



Offline Skorpius

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Unicredit: un esempio
« Risposta #11 : Lunedì 19 Settembre 2011, 15:28:02 »
....già, e perchè non ti chiama ?  :P :P :P :P

seriamente: mo' me sa che te chiamo pure io....  ;)
adesso ti fischio
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Giglic

Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #12 : Martedì 20 Settembre 2011, 08:48:14 »
No se l'avvocato è un amico :)
Il mio mp lo conosce

Grazie Skò  ;)

Stiamo risolvendo con la Polizia, per ora... aggiornamenti a breve.

mrmoto

Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #13 : Martedì 20 Settembre 2011, 09:23:20 »
Una cosa curiosa è che conosco svariate persone che all'estero con carte di credito di banche italiane hanno visto la loro carta bloccata per 'movimenti sospetti'. Assurdo. Uno va all'estero con la carta di credito proprio in modo da evitare di doversi portare contante in giro e poi come fa due prelievi te la bloccano. E poi che fai?

Solidarity with Mrs G.

Offline disabitato

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #14 : Martedì 20 Settembre 2011, 12:57:44 »
Una cosa curiosa è che conosco svariate persone che all'estero con carte di credito di banche italiane hanno visto la loro carta bloccata per 'movimenti sospetti'. Assurdo. Uno va all'estero con la carta di credito proprio in modo da evitare di doversi portare contante in giro e poi come fa due prelievi te la bloccano. E poi che fai?

Solidarity with Mrs G.

è una misura di sicurezza che adottano le banche.
se tu effettui costantemente i movimenti a roma, e poi all'improvviso risultano pagamenti e prelievi a dublino, la banca registra la cosa come una anomalia e blocca le funzioni della carta. La stessa cosa è successa a me l'anno scorso in america. Non avevo avvisato la mia banca (di new york) che avrei soggiornato per un determinato periodo negli states, e quando ho provato a fare una spesa di 1000 dollari in minnesota (quando tutti gli altri movimenti erano stati effettuati a roma), non hanno autorizzato il pagamento. con una telefonata ho risolto tutto, e loro mi hanno spiegato questo meccanismo di tutela.
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mrmoto

Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #15 : Martedì 20 Settembre 2011, 13:36:00 »
A tre persone che conosco le telefonate in banca non sono servite a niente. Rimaste senza cash all'estero.

Offline salasso

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Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #16 : Venerdì 23 Settembre 2011, 09:00:45 »
anch'io ho unicredit, ogni volta che faccio  un prelievo con la carta bancomat ricevo un sms dala banca nel quale trovo l'importo prelevato.
il lupo non potrà mai volare
all'altezza dell'aquila

bak

Re:Unicredit: un esempio
« Risposta #17 : Sabato 24 Settembre 2011, 09:10:26 »
"Niente risarcimento dalla banca se i ladri sono troppo bravi"
ROMA - Se i ladri sono talmente bravi da superare tutti i sistemi di allarme di una banca, allora in caso di furto i clienti non possono pretendere un risarcimento dall'istituto per il bene perduto (siano soldi, siano altro), ma solo un rimborso minimo. È accaduto a una famiglia romana che si è vista respingere dalla Cassazione la richiesta di risarcimento danni per il contenuto della cassetta di sicurezza depositata nel Banco di Roma (oggi trasformata in Unicredit) e poi rubata.

Il furto risale all'estate 1989, nel frattempo i derubati sono morti e la sentenza contraria è stata recapitata ai loro eredi. Con un'operazione di straordinaria abilità, i ladri erano riusciti a superare gli efficienti sistemi di sicurezza di allora: porte blindate con allarmi collegati alla questura, un caveau con tripla chiave e combinazione, controllo tv, servizio continuo di vigilanza. La banca romana aveva avuto difficoltà a spiegare il furto e così i coniugi R. (Manlio e Franca) avevano deciso di portare in giudizio l'istituto chiedendo il risarcimento per 36 milioni di lire. Il Tribunale civile di Roma aveva accolto la domanda, ma la Corte d'appello, riconoscendo nel 2005 non una "colpa grave" ma una "colpa lieve" della banca, aveva disposto un risarcimento di un milione di lire come "limite del massimale contrattuale" previsto in questi casi. Secondo i giudici, infatti, il furto non era stato causato da particolari negligenze del Banco di Roma, ma da "elevate capacità delinquenziali" dei ladri
 che probabilmente avevano usato "sistemi elettronici altamente sofisticati" e una tecnica "inedita", poi individuata negli anni, dagli inquirenti, in altri due casi di furti. Hanno scritto i giudici: "Il furto è stato possibile grazie all'uso di tecniche sofisticate, all'epoca ignote a chi aveva il compito della prevenzione".

L'indicazione della Corte d'Appello è stata ora recepita dalla prima sezione civile della Corte di Cassazione che, ritenendo che l'istituto avesse dimostrato di aver usato tutti i sistemi antifurto conosciuti all'epoca, ha respinto il ricorso della famiglia condannandola, tra l'altro, al pagamento delle spese processuali: 1.700 euro. Le associazioni consumatori non accettano la sentenza. Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, dice: "Il dispositivo della Cassazione non mi piace per nulla, la responsabilità è sempre e comunque della banca. È come se comprassi un prodotto non a norma, la responsabilità è del commerciante. Lo dice una legge italiana ispirata da  una direttiva europea. Tu paghi un servizio: se questo non è adeguato, al di là delle tecnologie, deve arrivare il risarcimento. C'è una legge di conformità di cui non si è tenuto conto: il servizio dato dalla banca non è stato quello che hai comprato. E poi un istituto di credito e di vigilanza deve essere capace di stare dietro alle tecnologie migliori: i ladri studiano e le banche stanno ferme? Vogliamo studiare il caso e valutare se intervenire".
(24 settembre 2011)