Autore Topic: C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)  (Letto 724 volte)

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Mazzola

C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« : Venerdì 29 Luglio 2011, 22:12:57 »
La prossima settimana comunicherò il nome del direttore generale. E' giovane e di Torino.

Dovrebbe trattarsi di Antonio Comi.
Si parla di non piu ottimi rapporti tra Cairo e Petrachi.

Mercato finora.
Acquisti:
Basha, Coppola, Darmian, Ebagua, Glik, Guberti, Iori, Oduamadi, Verdi, Vives.
Cessioni:
Bassi, Cavanda, Comi, Iunco, Lazarevic, Obodo, Rubinho, Scaglia.

Offline ammiraglio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 11829
  • Karma: +336/-52
  • devo inserire un testo personale?
    • Mostra profilo
Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #1 : Sabato 30 Luglio 2011, 06:04:31 »
è un mercato da play off quasi certi, direi.
con ventura in panca la serie a potrebbe essere nel manico e nel modulo più che nei giocatori stessi.
peraltro bianchi e ogbonna sono rimasti, anche se la cessione di uno dei due potrebbe portare denaro freschissimo da reinvestire.
altro soggetto appetibile per un piccolo club di serie a è senz'altro rubin, rilanciatosi l'anno scorso a bologna.
insomma il toro ha le sue carte da giocarsi sul tavolo del mercato.
molto bene l'operazione guberti, uno che la b la fa alla grande, oltre che basha, uno che la b l'ha bazzicata con l'atalanta vincendola, e che dovrebbe sposarsi piuttosto bene con l'ex salentino vives. coppola, poi, è una buonissima addizione tra i pali rispetto al recente passato.

comi neo diggì tranquillizza l'ambiente sul  progetto e non dovrebbe entrare in collisione con petrachi per la parte prettamente sportiva.
sono anni che non vedevo un toro così concentrato sulla strategia e naturalmente il mercato non è ancora finito.

(per la cronaca vedrei benissimo mark bresciano da loro con la sua nuova vocazione da c.campista basso)
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Mazzola

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #2 : Sabato 30 Luglio 2011, 23:16:35 »
Ho detto a Cairo perchè vado via. [Matteo Rubin]

"Comi neo diggì tranquillizza l'ambiente sul  progetto" è esattamente quello che mi preoccupa. Oltre al fatto che è di Torino.

Intanto 0 a 0 in amichevole a Sappada contro la Fiorentina.
Manata di Behrami a Rubin (veramente mi ha dato un pugno...)

Mah.

Mazzola

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #3 : Martedì 2 Agosto 2011, 20:09:45 »
Cairo vuole Petrachi itinerante per i campi.

Di provincia. In questo modo il patron è convinto che Petrachi possa rendersi assai utile al Torino.

Mah.

bak

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #4 : Martedì 2 Agosto 2011, 21:39:43 »
 Eppure quest'anno, forse, sono riusciti ad allestire una squadra valida.
Poi Ventura, storicamente è uno che dà il meglio il primo anno in una squadra.

bak

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #5 : Giovedì 4 Agosto 2011, 15:32:49 »
Trattativa segreta per il Toro Ma Cairo rifiuta gli americani

PAOLO BRUSORIO

TORINO
Per trattare la possibile cessione del Toro, intenzione da lui sbandierata ai quattro venti, Urbano Cairo ha sempre posto precise condizioni: interlocutori seri, qualificati, liquidi e che non facessero la trattativa sui giornali, ma per vie ufficiali. Cioè con lui direttamente. Li ha trovati, si è seduto con loro, li ha blanditi e stuzzicati e poi li ha messi in fuga (l'ultima volta non più tardi di dieci giorni fa) sparando richieste troppo esose per il valore del Toro. Soave Enterprises: ecco il nome del gruppo americano che dallo scorso autunno ha messo nel mirino il club granata. Fondato nel 1961 da Tony Soave, evidenti radici italiane, ma nato a Detroit, Soave Enterprises ha una partecipazione in decine di aziende, un portafoglio che va dai servizi industriali al riciclaggio di metalli, dalla grande distribuzione di bevande alle costruzioni, dal mercato immobiliare al settore automotive. Il tutto per un fatturato che l'home page del gruppo cita con grande orgoglio: 1,5 miliardi di dollari. L'intenzione del tycoon americano sarebbe stata quella ampliare il ventaglio degli investimenti: già piuttosto variegato, mancava però di un brand sportivo.

Un rapido giro delle società europee con un certo bacino di utenza e con un possibile e attraente business degli stadi (la costruzione e la conseguente gestione) faceva del Toro il club ideale da puntare. Scelta avvalorata dalla «inequivocabile» voglia di Cairo di passare la mano. Rispetto a precedenti trattative il presidente granata non ha bollato come irricevibile la richiesta americana di sedersi intorno al tavolo. Gli emissari italiani del gruppo hanno ricevuto un trattamento che altri si sarebbero sognati: l'accesso agli uffici della Cairo Communications a Milano. In autunno inoltrato il primo contatto. Scontata la richiesta: «Vogliamo vedere i libri contabili». Respinta (tanto per cambiare) da Cairo. Tira e molla lungo qualche mese, poi gli americani passano al sodo: «Va bene, quanto vuole per il Toro?». Cairo mira in alto: «40 milioni», la risposta che gli intermediari hanno riportato, non senza imbarazzo, alla casa madre.

Business sarà pure business, ma il Toro non ha uno stadio nè un centro sportivo di proprietà, possiede un parco giocatori dal numero e dal valore ridotto (il quasi deserto dietro Bianchi e Ogbonna) e in più sta in serie B. Soave Enterprises dopo due conti, aveva fissato l'asticella dell'offerta a 25 milioni. Cifra talmente calzante al valore del club (secondo le loro stime) da essere stata bloccata in una banca milanese. Nei cassetti c'era un piano immobiliare (stadi, Filadelfia compreso, e centro sportivo), e uno tecnico: gli uomini erano già stati scelti e, dai sondaggi effettuati, sarebbero stati graditi alla piazza granata. Insomma, una rivoluzione.

Cairo ha preso tempo e tirato la corda fino a giugno: scambi di mail, un altro paio di incontri a Milano, ma da quaranta milioni il presidente non si è mai mosso. Stop alle trattative e goodbye degli americani. Gli impegni presi con lo staff tecnico-dirigenziale (sulla parola) sono diventati illusioni e pareva fosse finito tutto qui. Ingoiata la mancata promozione, alzato la solita barricata («Io venderei, ma a chi?»), il presidente granata ha resettato delusioni e trattative: in un amen ha cambiato allenatore, imbastito il mercato rispettando scadenze e promesse (fatto insolito), lanciato una succosa campagna abbonamenti a prezzi stracciati e riscattato pure la propria immagine. Diavolo di un uomo: che non si sarebbe abbattuto ci avremmo scommesso, l'ottimismo è la benzina della sua vita, che non avrebbe venduto al gruppo rappresentato da Proto anche (e come dargli torto), ma che avrebbe resistito persino all'avanzata americana proprio no. Perché, e qui sta il colpo di scena finale, non meno di dieci giorni fa, mr Tony Soave è tornato di nuovo all'attacco.

Un altro contatto, ma Cairo, reduce da una campagna di luglio muscolare, l'avrebbe sparata ancora più grossa: volete il Toro? Fanno 50 milioni con il club in B e 70 invece in caso di serie A. Risposta ovviamente negativa e di nuovo tanti saluti. Adesso forse Cairo smentirà (e magari lo farà anche il gruppo di Detroit che ha zero interessi nel confermare una trattativa saltata), ma i fatti sono questi. E ora una cosa è certa: da presidente, Cairo ha tutti i diritti di tenersi il Toro, almeno, però, non dica più che mancano gli acquirenti con cui trattare. Fine della sceneggiata.

fonte

bak

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #6 : Giovedì 4 Agosto 2011, 16:25:20 »
Comi: «Toro, granatizzati! Mi ispiro a Luciano Moggi»

Il nuovo dg del club piemontese fa la sua ricetta per il rilancio: «Ritroviamo i nostri valori». E Cairo stila l'agenda del dg in 5 punti: «Il Fila è al primo posto». Le altre priorità: «Rete di osservatori, club affiliati, sede all'Olimpico entro fine anno, sala di scouting dei tornei esteri alla Sisport»
4 agosto - La rinascita del Toro in cinque punti. Detto co­sì pare facile, come se bastasse infilare una sfilza di errori lun­ga così in un frullatore e spre­merne il contenuto per riparti­re. Niente di tutto questo, il processo destinato a riproporre un Torino degno è ben più com­plesso e articolato. Tant’è, da qualche parte bisogna pur ini­ziare. E così nella prsentazione ufficiale di Comiquale diretto­re generale del club, Cairo ha enunciato i cardini sui quali deve poggiare il (nuovo, questo almeno è l’auspicio) Torino.

«VIA IL CONTAINER» - «As­sieme ad Antonio (Comi, ndr), abbiamo stilato la lista delle priorità - ha spiegato Cairo -. La prima è il Filadelfia, senza dubbio. La seconda è una rete di osservatori che ci permetta di monitorare ogni campiona­to. Ci mancherebbe che non co­noscessimo la serie A, quindi mi riferisco alla B, alla Lega Pro, ai tornei giovanili e a qual­che campionato estero dove po­ter realizzare colpi interessan­ti: la B francese e il campiona­to slovacco, ad esempio. Anche in Sud America e in Africa ci sono possibilità di investimen­to, anche se per i problemi le­gati agli extracomunitari e più facile operare con i sudameri­cani, che spesso hanno legami di parentela con l’Europa. E ancora Comi dovrà spendere tempo ed energie per affiliare al Torino una serie di società. In un primo momento in Pie­monte, quindi allargando il campo a tutta Italia. In quarto luogo sposteremo la sede all’O­limpico. Quando? Non sono in grado di fornire una data pre­cisa ma per la fine dell’anno dovremmo essere in grado di inaugurarla». Manca un pun­to, sostanzialmente meno rile­vante di altri ma simbolica­mente centrale: «Sì, è arrivato il momento di far sparire il con­taneir per le interviste. Abbia­mo individuato nella "casetta" d’ingresso alla Sisport il luogo ideale, non solo per l’attività stampa ma anche per creare una stanza che possa essere messa a disposizione degli os­servatori. Attrezzata con com­puter e televisori per monitora­re tutti i campionati di cui si parlava in precedenza».

«BENEDETTI...» - Di sicuro il ruolo assunto da Comi pesa nella nuova politica cairota, tuttavia il patron ammette pu­re che sia i media sia l’opinio­ne pubblica stanno giocando un ruolo centrale: «Arriva un momento nel quale capisci che le critiche, purché costruttive, mosse perché le cose migliori­no, vanno accolte. Ho capito anche che il Torino deve avere una serie di figure che non pos­sono cambiare ogni stagione. Mi riferisco allo staff medico e a una parte almeno dello staff tecnico. E poi il ds deve fare il ds. Nella passata stagione Pe­trachi ha avuto incombenze per le quali non era portato. S’è mosso con generosità, ma ciò che deve tornare a fare è il ds. Allo stesso modo Comi, ad inte­rim anche responsabile del set­tore giovanile, dovrà al più pre­sto liberarsi dell’incombenza. Benedetti il successore? Beh, Silvano è un uomo d’azienda, assieme al nostro dg decidere­mo a breve».

fonte

Mazzola

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #7 : Giovedì 4 Agosto 2011, 16:27:59 »
Sono sempre più preoccupato.

bak

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #8 : Giovedì 4 Agosto 2011, 19:17:17 »
 Che assist che ti ho dato; roba che manco Hernanes  :D

Non dimenticarti che Comi e Benedetti sono passati per quella fabbrica della sfiga perpetua che ha sede in via di Rigoria. Ma da quando c'hanno tirato le molotov addosso, si sono scavati la fossa con le loro mani

Mazzola

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #9 : Venerdì 5 Agosto 2011, 01:08:21 »
...
«As­sieme ad Antonio (Comi, ndr), abbiamo stilato la lista delle priorità - ha spiegato Cairo -. La prima è il Filadelfia, senza dubbio. 
...

Senza dubbio.
La prima priorità é il Filadelfia.

[Sono rimasti fermi al 1949].

Offline ammiraglio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 11829
  • Karma: +336/-52
  • devo inserire un testo personale?
    • Mostra profilo
Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #10 : Martedì 13 Settembre 2011, 17:20:10 »
uppe!

10 punti per gli uomini di ventura dopo 4 match.
pare che siano una squadra vera quest'anno e non di foratino.

che facciamo ... lo prendiamo poi st'ogbonna?
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline cuchillo

  • Superbiancoceleste 2012
  • *
  • Post: 8359
  • Karma: +359/-17
    • Mostra profilo
Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #11 : Martedì 13 Settembre 2011, 18:52:07 »
Ventura si sta rivelando un tecnico capace.
Eppoi, è uno dei pochi tecnici che mi piace nelle interviste.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Offline LaLazioMia

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 5595
  • Karma: +90/-77
    • Mostra profilo
Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #12 : Martedì 13 Settembre 2011, 20:27:22 »
Se ripenso ai commenti senza vergogna dei tifosi granata contro la Lazio ai tempi della farsa di calciopoli non riesco proprio a provare pietà.
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

bak

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #13 : Martedì 13 Settembre 2011, 20:40:23 »
Se ripenso ai commenti senza vergogna dei tifosi granata contro la Lazio ai tempi della farsa di calciopoli non riesco proprio a provare pietà.

idem

bak

Re:C'era una volta il Torino F.C. (stagione 2011-12)
« Risposta #14 : Sabato 28 Gennaio 2012, 18:41:13 »
Chi invece non sembra avere più dubbi sulla «sua» partita è Cairo, che con molta probabilità allo stadio Franco Ossola di Varese non ricorderà l'ex patron Franco Cimminelli, spentosi all'inizio della settimana a causa di un ictus. Per farlo, avrebbe dovuto informare la Lega di serie B sulla decisione del Toro di giocare con il lutto al braccio e di richiedere il minuto di silenzio. Una richiesta che però fino a ieri sera non è arrivata e molto probabilmente non arriverà mai. L'editore ha mantenuto la linea mostrata in settimana, nonostante qualche imbarazzo anche in seno al club: non una parola (se non sul sito ufficiale) sulla scomparsa di uno uomo che, comunque la si pensi, è stato il simbolo, ma non l'unico colpevole, dell'ultimo tragico viaggio del Torino Calcio conclusosi dopo 99 anni di storia con il fallimento del club. In città e nella Rete non si è parlato d'altro tra i tifosi granata, che si sono divisi. Alla fine ha vinto la linea dura, quella dell'oblio, che Cairo nei fatti ha avallato.

http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quitoro/articolo/lstp/440170/