Autore Topic: S.S. Lazio - Benevento: commenti  (Letto 10986 volte)

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Pomata

Re:S.S. Lazio - Benevento: commenti
« Risposta #40 : Sabato 31 Marzo 2018, 22:42:33 »
Comunque Patric è meglio di Lukaku che non conosce altre giocate...

Offline Russotto

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« Risposta #41 : Sabato 31 Marzo 2018, 22:47:37 »
Comunque Patric è meglio di Lukaku che non conosce altre giocate...

Con questi esterni giocare con il 3 5 2 fisso è da psicopatici.

Offline Amolalazio71

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« Risposta #42 : Sabato 31 Marzo 2018, 22:50:30 »
alla fine i 2 esterni migliori restano basta e lulic.
da mani nei capelli
Sono laziale e ne sono orgoglioso.
Non c' è sconfitta che mi allontani
Non c'è vittoria che mi sazi

Offline Russotto

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« Risposta #43 : Sabato 31 Marzo 2018, 22:59:17 »
alla fine i 2 esterni migliori restano basta e lulic.
da mani nei capelli
4 3 3 unica speranza

Offline Jim Bowie

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« Risposta #44 : Sabato 31 Marzo 2018, 23:35:40 »
Discutere un modulo, un allenatore, una squadra ed anche la Societa' che nonostante la sindrome del secondo anno ci ha portato al terzo posto (considero 6-7 punti scippati alla Lazio) e' da psicopatici.
L'ambiente Lazio inclusa anche la "vera tifoseria"* che si e' compattato grazie ad una gestione trasparente delle risorse umane, puo' certo criticare la Societa, l'allenatore, il singolo giocatore quando lo merita ma gli insulti non sono accettabili.
Io, oggi, anche se ho bestemmiato per tutto il primo tempo, sono contento perche' alla fine della Fiera restera' solo Lazio 6 - Benevento 2.



* coloro che vanno costantemente allo stadio senza distinzione di posto.
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Offline Russotto

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« Risposta #45 : Sabato 31 Marzo 2018, 23:39:49 »
Discutere un modulo, un allenatore, una squadra ed anche la Societa' che nonostante la sindrome del secondo anno ci ha portato al terzo posto (considero 6-7 punti scippati alla Lazio) e' da psicopatici.
L'ambiente Lazio inclusa anche la "vera tifoseria"* che si e' compattato grazie ad una gestione trasparente delle risorse umane, puo' certo criticare la Societa, l'allenatore, il singolo giocatore quando lo merita ma gli insulti non sono accettabili.
Io, oggi, anche se ho bestemmiato per tutto il primo tempo, sono contento perche' alla fine della Fiera restera' solo Lazio 6 - Benevento 2.



* coloro che vanno costantemente allo stadio senza distinzione di posto.

Il famoso terzo posto morale.
Questa squadra è fortissima. Arrivare quinti è aver fatto il minimo del proprio dovere.

Offline Russotto

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« Risposta #46 : Sabato 31 Marzo 2018, 23:49:11 »
ah, e per tua informazione, un allenatore che fa 8 punti in 8 partite e che va in svantaggio in 11 contro 10 contro i resti di una ex squadra può e deve essere criticato se continua con il suo estremismo e la sua cocciutagine. Io pure oggi sono felice, ma vorrei evitare di infuriarmi ancora come fino al 15esimo del secondo tempo per le sue scelte folli. E capiaco che le hai difese strenuamente anche davanti all'evidenza quindi hai bisogno di legittimare le sue follie, ma a me interessa solo arrivare almeno quarto. Del resto me ne strafrego.

Offline cartesio

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« Risposta #47 : Domenica 1 Aprile 2018, 03:59:26 »
Il famoso terzo posto morale.
Questa squadra è fortissima. Arrivare quinti è aver fatto il minimo del proprio dovere.

E il fatturato non conta più? Metà fatturato rispetto al Milan, ma 7 punti in più, ancora in gara in EL.

Metà dell’Inter, un punto in meno, ancora in gara in EL.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline Er Matador

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« Risposta #48 : Domenica 1 Aprile 2018, 06:00:35 »
Nella memoria di un tifoso vi sono momenti cui, in futuro, ci si appoggerà istintivamente per organizzare i propri ricordi.
Non si tratta solo di gol o risultati decisivi, ma anche di prestazioni, giocate, situazioni che, nel bene o nel male, diventano parametri di riferimento per un aspetto tecnico-tattico di questo gioco.
Ieri si è vissuto un momento del genere come paradigma dell’assurdo negativo, del troppo brutto per essere vero, dell’incancrenirsi di un andamento già delineato e a cui non si vuole colpevolmente porre rimedio.
Sotto 1-2 in casa; contro un’ultimissima in classifica, di quelle che rimarranno nelle statistiche; in superiorità numerica; di fronte a un avversario che – diversamente da altre provinciali transitate recentemente all’Olimpico – non ha neanche adottato la tattica più ostica per la banda Inzaghi, vale a dire il pullman parcheggiato davanti alla porta, e tutto sommato lasciava giocare.
Ovviamente, ma queste sono cose di Lazio, col contributo di due ex; ovviamente, alla loro migliore prova in una stagione tutt’altro che brillante.
Poi tutto è bene quel che finisce bene: ma quella sensazione, quello sguardo terrorizzato verso il basso sperando di non vedere immediatamente il fondo, rimangono sulla pelle.
Insieme a tante considerazioni – e già questo, in una gara che non doveva andare al di là di una partitella in allenamento, è un segnale inquietante – che proviamo, per mettere ordine, a organizzare in base ai reparti.

In porta, tanto per cominciare, c’è di nuovo un problema che sembrava archiviato con l’esplosione del giovane talento albanese.
C’è parecchio da ridire su reattività e piazzamento di Strakosha anche in occasione del secondo gol, dove pure Guilherme lo giustizia con un rigore in movimento.
Ma l’inconcepibile si consuma sulla punizione di Cataldi, noto tutt’al più come discreto crossatore da palla inattiva, con un posizionamento che non ha semplicemente senso qualunque fosse la soluzione scelta dal tiratore.
Da cosa derivino simili amnesie, oltre alla crescente insicurezza coi piedi che ha spinto la squadra a cercarlo assai meno del solito in questo fondamentale, è francamente un mistero.
O forse una costante, che vede ormai troppi giocatori – oltretutto in ruoli molto diversi fra loro – incapaci di consolidarsi dopo il decollo iniziale, quando gli alibi e la leggerezza di chi può sbagliare vengono sostituiti dalle prime aspettative e responsabilità.
C’è un lavoro fuori dal campo, sulle teste più che sui fondamentali, da ripensare per non lasciare a metà troppe storie di potenziali buoni giocatori.
E con esse patrimoni umani, tecnici ed economici che una società con la dimensione finanziaria della Lazio non può permettersi di sprecare.

In difesa si è arrivati a un altro parossismo, peraltro poco originale: tre immancabili centrali a marcare prima il solo Iemmello poi, dopo il suo sacrificio a favore del secondo portiere Brignoli, neppure quello.
Tre uomini e una mezzapunta ma, nonostante il verso a un titolo di Aldo, Giovanni e Giacomo, c’è poco da ridere.
Non si tratta di buttare alle ortiche un modulo cui si devono risultati e valorizzazione di tanti protagonisti della prima parte di stagione.
Si tratta di prendere atto che esiste una bibliografia, ormai altrettanto consistente, sull’inadeguatezza del 3-5-1-1 per le gare interne contro avversari che non vengono a fare la partita.
E che l’immutabilità dello schema, da Zeman a Sarri, appartiene nella migliore delle ipotesi agli eterni secondi.
Neppure le prestazioni individuali giustificano, poi, un simile affollamento al centro della terza linea.
Bastos è riuscito a complicare qualche situazione potenzialmente pericolosa anche contro il nulla, e non è un caso che proprio il suo avvicendamento abbia spezzato in due la partita.
De Vrij ha all’attivo un gol importante e un personale nell’insieme sufficiente, ma nelle immagini dei troppi gol subiti manca sempre più spesso qualche suo fotogramma.
Le uniche buone nuove vengono da Luiz Felipe: il difensore con meno errori al passivo, una fonte di gioco sempre più autorevole, ma soprattutto una fra le personalità di maggior spicco alle spalle del generale Leiva.
Non male per un ragazzo arrivato da non molto in doppia cifra quanto a gare fra i professionisti.

A centrocampo non si può non iniziare dal già citato brasiliano, sempre più leader e sempre più tentato dal vizio del gol: ieri con una prodezza che, realizzata con un’altra maglia, avrebbe portato all’interruzione dell’Angelus per mostrare il replay da una dozzina di angolazioni.
Quello che poteva diventare l’erede di Albertini si sta imponendo come la seconda migliore intelligenza calcistica, dopo Jugović, transitata da Formello negli ultimi decenni.
Peccato che attorno a lui non siano tutte rose e fiori.
A cominciare dalla presenza di Parolo, depotenziato da una gara in cui le sue mansioni di collegamento e copertura servono fino a un certo punto, nonché dal doppio stress azzurro-biancazzurro.
Domanda molto concreta, posto che un ultratrentenne col contachilometri fuso dovrà pur tirare il fiato ogni tanto: se non contro il Benevento, quando?
Precipita definitivamente la situazione degli esterni, sui quali si basano equilibri ed efficacia del modulo-totem.
Marušić non va né colpevolizzato né additato come capro espiatorio: va solo tenuto fuori finché non è materialmente in condizione di giocare a calcio.
Sull’altra fascia debutta Patric, e con lui si passa dalla padella alla brace.
A dire il vero, il solo dubbio sul piede con cui intende calciare smuove un minimo le acque rispetto all’ultimo Lukaku, che aveva trasformato la fascia in una sorta di porto delle nebbie per la manovra offensiva.
E almeno un paio di inserimenti, quando evita la tagliola del fuorigioco avversario, risultano tatticamente efficaci.
Peccato che, sul piano squisitamente tecnico, gli riesca poco o nulla.
Peccato che, sul piano difensivo, sia forse il peggiore fra i colleghi alternatisi sulle due corsie.
Convince maggiormente, anche se andrà rivisto quando occorre un pacchetto di mischia più solido, Luis Alberto come mezzala ibrida al posto di Milinković-Savić.
Oltre a tamponare un’assenza altrimenti incolmabile come quella del serbo, tale assetto ha il pregio di mettere in campo più qualità grazie alla compresenza con Felipe Anderson.
Ma questo richiede o un semaforo o uno schieramento più logico per evitare che i due si pestino i piedi.
La gara di entrambi passa infatti per un prima, in cui figurano tra i peggiori in campo, e un dopo in cui esplodono facendo decollare all’istante gioco e risultato.
Confine cronologico e tattico della svolta, in tutti e due i casi? Il cambio di modulo, che consolida lo spagnolo in cabina di regia e il brasiliano sulla fascia.
Uno spazio personale a disposizione dei solisti e un fronte offensivo allargato da una minaccia costante lungo la corsia esterna, che toglie Luis Alberto dall’asfissia di marcature e raddoppi a bersaglio unico, liberano energie e idee sin lì compresse da uno schieramento nonsense.
Era proprio necessario buttare un tempo, e vedere in faccia lo spettro di un risultato ammazza-stagione, per capirlo?

L’altra componente dello switch tattico di cui sopra è la presenza di una seconda punta, nella fattispecie Caicedo.
Che oggi risulta decisivo, proponendosi con un recupero di condizione fisica e motivazioni dopo un periodo in cui sembrava aver gettato la spugna.
Dati all’ecuadoregno tutti i meriti del caso, rimangono parecchi dubbi non solo sul suo effettivo livello ma sulla sua effettiva utilità per l’assortimento del reparto.
Non è – per caratteristiche, al di là della bravura – un vice Immobile; non è complementare a Immobile, nei confronti del quale si è limitato a raddoppiare le bocche da fuoco ma senza interagire più di tanto: a cosa serve esattamente?
E a cosa si pensava dovesse servire, data la scarsa aderenza fra il suo profilo – innanzitutto per l’anagrafe – e i criteri di mercato degli ultimi anni?
Senza contare che la ricchissima varietà di giornata nel tabellino dei marcatori – cui ha rischiato di aggiungersi persino il redivivo Nani – necessita di ben altre conferme per spostare il vero macigno: se si blocca Ciro, finalizzare diventa un problema indipendentemente dalla qualità del gioco.

In ultimo il reparto che sta mostrando i cedimenti più netti: la panchina, e non in riferimento alle seconde linee insufficienti sul piano sia quantitativo sia qualitativo.
Tra le righe delle precedenti considerazioni si legge senza sforzo un Inzaghi perduto nelle sue doti di coraggio e duttilità, amminchiato – per dirla col commissario Montalbano – anche di fronte all’evidenza su un assetto che va semplicemente rimesso nel mazzo insieme a qualche alternativa concreta.
La formazione del secondo tempo può valere come proof of concept per le tante partite contro avversari chiusi, e che conoscono il 3-5-1-1 meglio ancora di chi lo mette in campo? Sì e no.
In primo luogo va considerato l’avversario di giornata: il Benevento giocherà anche meglio di quanto dica la sua spaventosa classifica, ma rimane una formazione sostanzialmente rassegnata e che, alla fine, concede troppo a chiunque.
In secondo luogo, pesano i dubbi già accennati sulla sostenibilità quando si deve anche difendere: basterebbe una maggiore propensione bifase degli elementi meno votati alla corsa, con un minimo contributo nella fase di non possesso palla, ma sembra tanto la storia delle cinque palle e del flipper.
In terzo luogo, non si è avuta la sensazione di meccanismi oliati bensì di esperimenti quasi a caso, non collaudati in allenamento, trasformati in oro solo dalla vena e dal maggiore agio tattico di un paio di singoli.
Se il 3-5-1-1 si era basato sullo stato di grazia di Luis Alberto e Immobile, il 4-4-2 spurio e le sue varianti rischiano di basarsi sullo stato di grazia di Luis Alberto e Felipe Anderson.
Non si esce, insomma, dalla logica dei “due buoni” e speriamo bene: che può andare per uno scalcinato torneo di paese, non per la serie A e tantomeno per i tre fronti.
In un gruppo che lavora insieme da mesi, troppi elementi non si cercano e non si trovano come se giocassero insieme per la prima volta.
A queste condizioni, inutile attendersi miracoli da una variante tattica, se mancano alle sue spalle un lavoro specifico e consegne precise ai singoli su cosa fare con e senza palla.

Buona Pasqua a tutti, comunque: ma stavolta si è davvero rischiato che il pranzo della festa andasse di traverso.

Online Davide

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« Risposta #49 : Domenica 1 Aprile 2018, 08:06:51 »
Comunque abbiamo vinto è...rosicchiato 2 punti alle merde e 3 al milan...un pizzico ma proprio piccolo di felicità potrebbe anche trasparire...mamma mia il patibolo...

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Offline surg

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« Risposta #50 : Domenica 1 Aprile 2018, 08:12:51 »
ah, e per tua informazione, un allenatore che fa 8 punti in 8 partite e che va in svantaggio in 11 contro 10 contro i resti di una ex squadra può e deve essere criticato se continua con il suo estremismo e la sua cocciutagine. Io pure oggi sono felice, ma vorrei evitare di infuriarmi ancora come fino al 15esimo del secondo tempo per le sue scelte folli. E capiaco che le hai difese strenuamente anche davanti all'evidenza quindi hai bisogno di legittimare le sue follie, ma a me interessa solo arrivare almeno quarto. Del resto me ne strafrego.
Abbiamo l'attacco più prolifico e il capocannoniere della serie A, siamo ai quarti della EL, siamo ancora il lotta per il quarto posto con squadre con un fatturato doppio rispetto al nostro malgrado il comportamento incredibilmente contrario degli arbitri. Io ringrazio SimOne per tutto questo

Offline Matita

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« Risposta #51 : Domenica 1 Aprile 2018, 09:04:50 »
Strakosha  5,5 Sul gol di Cataldi può poco, ci arriva ma tenerla fuori era molto difficile ,per la potenza e precisione.qualche dubbio sul raddoppio del  Benevento.
Bastos 5 Porta palla e diventa pericoloso. Perché farlo impostare ?
De Vrij 6,5 Qualche buco lo lascia, altri ne tappa. Segna un gol pesantissimo in quel momento. Quando gli altri segnano,lui non c'è mai.
LFRamos 6,5 Messo in mezzo un paio di volte, si conferma un titolare coi piedi tra i migliori dei difensori. E pure la testa.
Marusic 6 Mi aspettavo qualche incursione in più soprattutto dopo la superiorità numerica.
Parolo 6 Di Biagio pezzodimmer.da
Leiva 8 Governatore
LA 7,5 Entra al 60esimo al posto di un suo sosia e guida il ribaltone con due assist e una rete.
Patric 6 Sverniciato da Lombardi in occasione del raddoppio, però non gioca male .
FA 7 Entra in partita dopo 15 minuti, lo lasciano libero con la palla scoperta e manda in gol Ciro.
Immobile 7 Du’ go, ammucchia gasperi’.  Dopo l’assist di Brignola gli doveva andare a dire :”E mo perdi tempo,cojone ! “.
Inzaghi 6,5 Disegna una Lazio operaia ma riesce a portare a casa i 3 punti. Della formazione iniziale avrei messo solo Caicedo al posto di Ciro.

La Lazio arriva a questa gara   coi cerotti viste le assenze di Lulic Lukaku Radu e Milinkovic,praticamente il lato sinistro della squadra. Parolo e Immobile spremuti da quell’ignorante di raccomandato che siede sulla panchina della Nazionale, e oltre 40  giorni dall’ultima vittoria in campionato, dopo i pareggi sanguinosissimi di cagliari e all’olimpico contro il Bologna. Cinque giorni prima  del quarto di Europa League.
Il Benevento, dal canto suo, seppur ultima in classifica per un girone d’andata disastroso , non gioca male e viene a Roma a giocarsi la sua gara tutta sul contropiede con Lombardi Iemmello e Guillerhme (interessante sto nanetto) a punzecchiare in ripartenza(come fatto con le merde).  E la situazione tattica,dopo il rosso al portiere comporta l’uscita della punta di peso che toglierà al Benevento la possibilità di salire con la squadra e respirare,affidandosi alle sole ripartenze di Lombardi e Guillerhme. Di conseguenza  l’espulsione del portiere porta i suoi frutti quando le forze calano verso il 60esimo, perché hai voglia a dire 10 contro 11 ,in realtà erano 10 di loro in area contro 8/9 dei nostri, tolti strakosha e LFRamos che restavano di guardia. In questa situazione ovviamente non si deve avere fretta ma saper aspettare , come le grandi squadre devono saper fare.
Il primo tempo, bruttino,è la logica conseguenza di questo stato di cose , che , il pareggio di Cataldi , rende più amaro ancora. La Lazio però continua  a fare la sua gara andando sempre più spesso ad avvicinarsi alla rete sbilanciandosi sempre di più,fino a favorire la ripartenza giusta a Lombardi che si infila sempre sul lato sinistro in ripartenza e serve guillerhme che trova lo spiraglio in un 3 contro 6 + strakosha che giocano ai 4 cantoni. Inzaghi suona la sveglia e corregge qual cosina in campo,Lazio a testa bassa che chiude il Benevento nella sua area e Benevento che inizia a soffrire non avendo più le forze per reggere l’urto. Adesso si vede l’uomo in meno , quando la fatica ti stritola e la Lazio inizia a macinare gioco. 10 minuti dopo l’ 1-2 arriva il graffio di un positivo Caicedo che poco prima si vede negare il gol da un ottimo Brignoli , che già da un pezzo aveva iniziato a giocare in modalità replay per ruspare tempo. Lo stesso anche dopo aver subito il 2-2 continua a perdere tempo , tant’è che Calvarese lo purga. E dopo calvarese, anche De Vrij su corner . 3-2. Partita rimessa sui binari ottimali. Un altro minuto e Brignoli che non perde più tempo , fornisce l’assist a Ciro , chiudendo quel cerchio divino dove se sputi per aria,prima o poi te ricasca nell’occhio.
4-2, quindici minuti dopo il vantaggio di Guillehrme.
A coronamento di una prova sontuosa di Leiva, arriva per lo stesso anche un bellissimo gol , della Lazio , che, tra una critica e un sipperò continua a martellare per mettere al sicuro il risultato. Mezz’ora dopo l’1-2 del Benevento siamo 5 a 2. Gara archiviata e chiusa,buona per far rifiatare Immobile e Parolo e recuperare condizione a sms e Nani.
Allo scadere la sesta rete, su rigore di Luis Alberto.
Da annotare i nostri tiri in porta, 16,contro 3. Verso lo specchio 24 contro 6. Ammoniti per noi, nessuno.

Un massacro.


Buona Pasqua a tutti.
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
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Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Frusta

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« Risposta #52 : Domenica 1 Aprile 2018, 09:34:06 »
Potremmo aver fatto anche le cose più sbrilluccicose dell'emisfero boreale, ma se non le sappiamo più ripetere da quando hanno sgamato il modo con cui le abbiamo fatte (non è che gli altri so' fessi, le contromisure te le pigliano, eh! ) un minimo di sale in zucca ci vuole per capirlo, o no? È vero che abbiamo fatto un fracco di gol (prima che ci sgamassero e a botte di millanta alla volta contro le squadre materasso) ma quanti dopo che (vedi le ultime otto partite) hanno capito come? Io so che intignando ottusamente su una difesa a cinque senza due laterali decenti ci segna pure Sgurgola scalo, e che ieri contro una squadra con tutti e due i piedi in b ed un uomo in meno siamo andati sotto. Si che "gli arbitri" e si che "siamo stanchi" ma quattro onesti scarpari davanti al portiere e quattro centrocampisti davanti a loro quando si tratta di limitare i danni o quando comincia a piovere jella non bisogna essere dei geni per capire che mettereli assolutamente necesse est.
Amen
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Fabio70rm

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« Risposta #53 : Domenica 1 Aprile 2018, 09:39:12 »
Ma quanto ha giocato? E in che condizioni tattiche è stato fatto giocare?

invece le altre, dalla seconda alla settima, hanno dei centravanti di riserva devastanti.....

A queste obiezioni in parte ha risposto ErMatador:

L’altra componente dello switch tattico di cui sopra è la presenza di una seconda punta, nella fattispecie Caicedo.
Che oggi risulta decisivo, proponendosi con un recupero di condizione fisica e motivazioni dopo un periodo in cui sembrava aver gettato la spugna.
Dati all’ecuadoregno tutti i meriti del caso, rimangono parecchi dubbi non solo sul suo effettivo livello ma sulla sua effettiva utilità per l’assortimento del reparto.
Non è – per caratteristiche, al di là della bravura – un vice Immobile; non è complementare a Immobile, nei confronti del quale si è limitato a raddoppiare le bocche da fuoco ma senza interagire più di tanto: a cosa serve esattamente?
E a cosa si pensava dovesse servire, data la scarsa aderenza fra il suo profilo – innanzitutto per l’anagrafe – e i criteri di mercato degli ultimi anni?
Senza contare che la ricchissima varietà di giornata nel tabellino dei marcatori – cui ha rischiato di aggiungersi persino il redivivo Nani – necessita di ben altre conferme per spostare il vero macigno: se si blocca Ciro, finalizzare diventa un problema indipendentemente dalla qualità del gioco.

A noi serve un vice Immobile che soprattutto segni. Perchè quando Ciro non c'è o non gira, è un maledetto problema segnare.

E Caicedo questo non lo fa quasi mai.
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline Matita

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« Risposta #54 : Domenica 1 Aprile 2018, 09:51:40 »
A queste obiezioni in parte ha risposto ErMatador:

A noi serve un vice Immobile che soprattutto segni. Perchè quando Ciro non c'è o non gira, è un maledetto problema segnare.

E Caicedo questo non lo fa quasi mai.

Ma chi viene dei "più forti di Caicedo" a giocare si è no 7 partite intere all anno con gli stessi costi di cartellino e ingaggio ? O peschi un cutrone dalla primavera o fai la fine de Peppa..
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 je diresti:  Si sacra corona
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Zapruder

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« Risposta #55 : Domenica 1 Aprile 2018, 09:53:37 »
La squadra ha ripreso un assetto valido quando l'Inutile è stato sbattuto sulla fascia a non far danni, come gli infortunati negli anni '50. Il resto è venuto da sé.

Offline giamma

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« Risposta #56 : Domenica 1 Aprile 2018, 10:52:25 »
La squadra ha ripreso un assetto valido quando l'Inutile è stato sbattuto sulla fascia a non far danni, come gli infortunati negli anni '50. Il resto è venuto da sé.
Aggiungo che nel secondo tempo abbiamo giocato col 4.2.3.1 non 4.2.4.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Offline Wasicu

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« Risposta #57 : Domenica 1 Aprile 2018, 10:54:35 »
Abbiamo affrontato una squadra che aveva parecchi handicap situazionali e li enumero :

--- squadra gia' retrocessa.
---squadra che non ha fatto mai punti in trasferta.
---squadra che gioca con un uomo in meno praticamente tutto l'incontro.
---squadra che gioca fuori casa.
---squadra che non aveva i 3 punti nel mirino.
---squadra inesperta e esordiente in serie A.

Devo dire che fra qualche anno il ricordo della partita e il punteggio dira' che non c e'
stata mai partita; ...  ma mi pare che non e' stato cosi'almeno fino al   72%  dell'incontro... 
e mi preoccupo per il prossimo incontro di Coppa  /importantissimo/  tra non molto tempo
all'Olimpico   !!

Qui c e' da mettere le mani in piu' di una cosa ....


 

Offline Matita

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« Risposta #58 : Domenica 1 Aprile 2018, 11:04:25 »
Abbiamo affrontato una squadra che aveva parecchi handicap situazionali e li enumero :

--- squadra gia' retrocessa.
---squadra che non ha fatto mai punti in trasferta.
---squadra che gioca con un uomo in meno praticamente tutto l'incontro.
---squadra che gioca fuori casa.
---squadra che non aveva i 3 punti nel mirino.
---squadra inesperta e esordiente in serie A.

Devo dire che fra qualche anno il ricordo della partita e il punteggio dira' che non c e'
stata mai partita; ...  ma mi pare che non e' stato cosi'almeno fino al   72%  dell'incontro... 
e mi preoccupo per il prossimo incontro di Coppa  /importantissimo/  tra non molto tempo
all'Olimpico   !!

Qui c e' da mettere le mani in piu' di una cosa ....


 

A calcio se gioca coi piedi,non con le parole.


Empoli Lazio 14 Marzo 1999, e in quella squadra c'era poco da mette le "mano".
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Amolalazio71

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Re:S.S. Lazio - Benevento: commenti
« Risposta #59 : Domenica 1 Aprile 2018, 11:13:33 »
La squadra ha ripreso un assetto valido quando l'Inutile è stato sbattuto sulla fascia a non far danni, come gli infortunati negli anni '50. Il resto è venuto da sé.

Le poche azioni del primo tempo (compreso l'assist per il gol) sono venute da lui.
Questo continuo stillicidio contro Anderson cui fa da contraltare l'ovatta nei giudizi che circonda Parolo (questo sì inutile e dannoso ancorché onesto corretto ed equilibrato nelle interviste, ma io a 47 anni saprei fare di meglio...) è da intervento immediato di specialista in neurologia ed affini
Sono laziale e ne sono orgoglioso.
Non c' è sconfitta che mi allontani
Non c'è vittoria che mi sazi