A molti di noi è venuto naturale il confronto tra il Milan-Lazio divertente di venerdì, e quello "triste" (anche se alla fine sempre in parità è finita) dello scorso campionato.
Proviamo allora a mettere a paragone i numeri delle due partite.
Iniziamo dal possesso palla: 54 a 46 per il Milan l'anno scorso, 57 a 43 quest'anno.
18-7 i tiri totali a febbraio, 18-12 venerdì scorso. La Lazio ha subìto, ma ha reagito molto di più, però concendendo di più quanto a conclusioni: 9-5 il conto dei tiri nello specchio, contro i 3-2 dello scorso anno. Il Milan ha potuto tirare con miglior precisione, quindi in modo assai più pericoloso, anche troppo sopra la media: la Lazio ha difettato nella fase di filtro, mentre lo scorso anno ha costretto il Milan a conclusioni "forzate", cioè con poca speranza di centrare lo specchio, visto che la nostra area era sostanzialmente inavvicinabile. Naturalmente una partita non fa ancora statistica: ma se quei due gol su 5 tiri nello specchio (un gol ogni due tiri e mezzo, su una media storica in A di circa un gol ogni quattro tiri in porta) diventano consuetudine, ne vedremo delle belle.
Importante il conto delle palle giocate: 636 a 498 quest'anno, 566 a 469 nel 2010-11. In totale, rispettivamente, 1134 e 1035: si è "giocato" di più, circa il 10% che non è poco: per merito principalmente della Lazio, che ha incrementato in percentuale i palloni toccati più di quanto lo abbia fatto il Milan.
Il gioco più aperto ha favorito la circolazione di palla: 63 a 54 i passaggi riusciti lo scorso anno, 71 a 62 quest'anno. Il palleggio del Milan rimane migliore del nostro: i piedi buoni abbondano nella Lazio ma ancora di più tra i rossoneri.
La Lazio conferma la tendenza a stare dietro la linea del centrocampo: il Milan ha occupato la metà campo laziale per il 59% del tempo effettivo, in entrambe le partite.
Identici, praticamente, le percentuali di "protezione area" in entrambe le partite: i quattro gol, rispetto allo 0-0 di un anno prima, sono dovuti a una maggior efficacia degli attaccanti e a errori individuali in difesa: il valore dei reparti difensivi nel complesso non parrebbero cambiati.
Imparagonabili gli indici di pericolosità: la Lazio ridusse al 37% quello del Milan lo scorso anno, ma in cambio di un tragico 20% (cioè nulla): ricordo che un indice superiore al 50% comporta, quasi sempre, la vittoria della partita. Quest'anno abbiamo un 64 a 52, quindi il pari è molto casuale, mentre a febbraio fu un obiettivo tenacemente perseguito, da parte naturalmente della Lazio.