Autore Topic: 11 settembre 2001  (Letto 2620 volte)

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Offline Rupert

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11 settembre 2001
« : Domenica 11 Settembre 2011, 08:35:46 »
Una data infausta rimasta nella storia.
Ognuno di noi penso si ricorderà dove era e cosa faceva quando la tv trasmise l'attacco alle Torri Gemelle.

Venni svegliato durante la pennica pomeridiana da un sms di un amico che mi annunciava di "aerei dirottati e/o aerei che si erano persi nei cieli d'America".
Visto che avevo da lì a poco appuntamento da lui per andarlo a prendere e recarci da un comune amico, anticipai il tutto e uscii prima.
Da lui venni a conoscenza meglio di ciò che accadeva ed arrivati a casa del comune amico, davanti alla TV ho assistito allo schianto terribile dei due aerei sui grattacieli.

A voi.

"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

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Offline Rebecca

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #1 : Domenica 11 Settembre 2011, 09:03:13 »
Vivevo a Roma ed ero al lavoro;è fondamentale ricordare che oggi,di fronte alle immagini che certamente rivedremo in TV,bisognerà affiancarci le immagini della rinascita di un grande paese multirazziale e autenticamente liberale,ed aperto a tutte le religioni del globo,come gli Stati Uniti.

Ogni volta che rivedo i filmati di quel terribile attentato al WTC non posso non pensare alle migliaia di persone "normali" che erano andate solo a lavorare quella mattina infausta.
Terribile la situazione di chi "scelse" di morire gettandosi nel vuoto.


La Lazio mia, in cima ar monno c'è la Lazio mia...

leo

Re:11 settembre 2001
« Risposta #2 : Domenica 11 Settembre 2011, 09:15:57 »
Ero a Bari.
Qualche giorno prima avevo dato il mio ultimo esame (diritto amministrativo) e avevo deciso di prendermi una settimana sabbatica prima di riprendere il lavoro sulla tesi. Ricordo che era pomeriggio, ero disteso sul letto ma non dormivo, ascoltavo la radio con le cuffie e ad un certo punto sentii la notizia di un aereo che si era schiantato su una delle torri. Ovviamente pensavo ad un incidente, come tutti... Andai in cucina dove avevamo la tv, e lì trovai i miei amici con cui condividevo l'appartamento già sintonizzati (credo su rai 1). Ricordo che ci guardammo in faccia e ci dicemmo "ma che cazzo sta succedendo?"). Come molti italiani, seguimmo le trasmissioni tv fino a sera assistendo a quelle immagini consapevoli che non le avremmo dimenticate più.

Offline Eagles71

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #3 : Domenica 11 Settembre 2011, 10:15:31 »
...ero in laboratorio, dove tutt'ora lavoro
ricordo che una collega entrò dicendo che avevano tirato giù le tori gemelle e il campidoglio...lì per lì non capìì immediatamente ed la parola campidoglio la associai a Roma...
entrammo nell' ufficio del direttore che avendo la tv si sintonizzò sulle immagini shoccanti...in diretta vedemmo il secondo aereo schiantarsi sulla torre...eravamo allibiti...
la ricerca in quel giorno rimase naturalmente in 2° piano e seguemmo le immagini fino alla sera...
ricordo che uscito dal laboratorio la prima canzone che ascoltai per radio fu "imagine on" di J.Lennon...piansi
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

bak

Re:11 settembre 2001
« Risposta #4 : Domenica 11 Settembre 2011, 10:26:03 »
Stavo ascoltando lo zoo di 105. Pensai fosse una delle loro tipiche cavolate, quando mi chiamò mio padre per chiedermi se sapevo della tragedia. Ricordo anche che una settimana dopo arrivarono i miei da Roma, e l'inquietudine e la paura per quel viaggio, che poi fu l'ultimo di mio padre, non mi abbandonò neanche quando arrivarono in stazione.

Offline jegue98

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #5 : Domenica 11 Settembre 2011, 12:06:53 »
Ricordo che stavo andando a trovare mio nonno a S.Lucido, ero in macchina sulla SA-RC e mi chiamò la mia (ex) ragazza dandomi la notizia infausta. Sintonizzai la radio e seguì in diretta lo schiando del secondo aereo. Oltre all'orrore che provai cominciai ad immaginare le conseguenze di quella follia.
Oggi dopo tanti anni e dopo aver letto e sentito testimonianze, racconti, visto immagini e documentari, ho dei forti dubbi su ciò che realmente è accaduto. Non so se sapremo mai cosa è successo ma spesso mi capita di pensare alel persone che sono morte in quel modo e al dolore dei loro cari. La follia umana non ha limiti purtroppo.
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Offline disabitato

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11 settembre 2001
« Risposta #6 : Domenica 11 Settembre 2011, 12:22:30 »
Avevo 20 anni e stavo guidando prima dell'alba fra las vegas e phoenix in Arizona. Ho sentito tutto alla radio.. Poi chiamai da un IHOP mio padre in Italia che mi spiegò tutto meglio. Rimasi bloccato 3 giorni a phoenix poiché gli aeroporti, stazioni ferroviarie e terminal dei pullman erano chiusi. In strada c'era il deserto.. Andavo ogni giorno on aeroporto per avere novità, ed era tutto completamente blindato.
Il quarto giorno riuscii a prendere un bus fino ad huntsville in alabama (dove avevo vissuto qualche anno prima), salutai un paio di persone e la notte andai a nashville dove presi un volo (vuoto) per Detroit. Quando la gente sapeva che avrei dovuto volare, mi diceva che avrebbe pregato per me. Attraversai a piedi il confine col Canada (dove si respirava decisamente un'aria diversa) ed andai dal un fratello di mio nonno emigrato lì a dirgli che mio nonno stava molto male (me li chiese lui prima che partissi). Un mio zio mi accompagnò alle cascate del Niagara dove attraversai nuovamente il confine a piedi (un ponte). Raggiunsi poi Washington dove presi un aereo per Milano. Dopo qualche giorno andai da mio nonno, che mi chiese se avevo recapitato il messaggio. Il giorno dopo morì.
Non mi scorderò mai l'atmosfera di quei giorni in America.. Anche se non ero a new York.
Un poliziotto a phoenix mi disse che avevano "svegliato la big mama", preludio della guerra che ne scaturì.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Online MCM

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #7 : Domenica 11 Settembre 2011, 13:32:37 »
La ritualità dell'11 settembre
di Massimo Fini - 11/09/2011

Fonte: Massimo Fini

Sulla retorica del 'siamo tutti americani' che avvolse (e ancora avvolge), l'intero Occidente dopo gli attentati dell'II settembre 200I il filosofo francese Jean Baudrillard scrisse, con crudezza, con lucidità e con coraggio (e ce ne voleva moltissimo in quel momento) "che l'abbiamo sognato quell'evento, che tutti senza eccezioni l'abbiamo sognato - perchè nessuno può non sognare la distruzione di una potenza, una qualsiasi, che sia diventata tanto egemone - è cosa inaccettabile per la coscienza morale dell'Occidente, eppure è stato fatto, un fatto che si misura appunto attraverso la violenza patetica di tutti i discorsi che vorrebbero cancellarlo" ( J. Baudrillard, Lo spirito del terrorismo, 2002).
Per tutta la vita ho sognato che bombardassero New York e non posso essere così disonesto con me stesso e con i lettori da negarlo ora che il fatto è avvenuto. Eppure ho provato anch'io un instintivo orrore per quella carneficina, per quello sventolar di fazzoletti bianchi, per quegli uomini e quelle donne che si buttavano dal centesimo piano. E allora?
L'America è una Potenza che da più di mezzo secolo colpisce, con tranquillità e spietata coscienza, nei territori altrui, che negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale ha bombardato a tappeto Lipsia, Dresda, Berlino premeditando di uccidere milioni di civili perchè, come dissero esplicitamente i comandi politici e militari statunitensi dell'epoca, bisognava "fiaccare la resistenza del popolo tedesco", che ha sganciato un terrificante, e probabilmente inutile, Bomba su Hiroshima e Nagasaki e che nel dopo guerra ha fatto centinaia di migliaia di vittime innocenti in ogni angolo del pianeta ( lo scrittore, americano, Gore Vidal ha contato 250 attacchi militari che gli Stati Uniti hanno sferrato senza essere provocati).
L'II settembre invece gli americani, per la prima volta nella loro storia, venivano colpiti sul proprio territorio. Pensavo che questa tragedia avrebbe insegnato loro qualcosa: l'orrore di vedere le proprie case cadere come castelli di carta, seppellendo uomini, donne, vecchi, bambini, famiglie, affetti. Che gli avrebbe insegnato l'orrore dell'orrore ora che lo avevano vissuto sulla propria pelle. Che gli avrebbe insegnato che anche le vite degli altri hanno un valore, poichè tengono tanto alle proprie. Invece hanno continuato imperterriti. Come prima, peggio di prima. Loro hanno sempre la coscienza tranquilla, le tragedie degli altri non li riguardano, al massimo sono 'effetti collaterali'.
Hanno cominciato con l'Afghanistan. Poteva esserci una ragione perchè da quelle parti stava Bin Laden, anche se nessuna inchiesta seria è mai stata fatta per dimostrare che dietro gli attentati alle Twin Tower o quelli del 1998 in Kenya e Tanzania ci fosse effettivamente il Califfo saudita (sarà il motivo per cui il Mullah Omar ne rifiuterà l'estradizione non accettando l'arrogante risposta Usa "Le prove le abbiamo date ai nostri alleati"). Ma dopo dieci anni di occupazione rimangono sul terreno 60 mila vittime civili la maggior parte delle quali provocate dai bombardamenti a casaccio sui villaggi e persino sui matrimoni. A stretto giro di posta è venuta l'aggressione all'Iraq: 650 mila vittime civili.
Giuliano Ferrara sul Foglio (6/9) proprio mentre dichiarava di detestare l'iperbole ha definito l'II settembre "l'attentato più grande e infame della storia". E' solo una delle tante tragedie della storia recente, forse quella che ci ha colpito di più ma non certo la più infame. E io mi rifiuto di piangere ogni anno, ritualmente e a comando, lacrime di coccodrillo per tremila vittime. Rituali che tentano di far entrare nel buio sgabuzzino del dimenticatoio tutte le altre. Che sono milioni.
Massimo Fini

Da inchinarsi!
Ottimo, as usual.

Aquilotta del Nord

Re:11 settembre 2001
« Risposta #8 : Domenica 11 Settembre 2011, 13:37:48 »
Ero al lavoro, fu mia madre a telefonarmi per dirmi "Ma sai che Emilio Fede sta dicendo che si è schiantato un aereo su una delle torri gemelle? Non c'eri stata anche tu...?"
Infatti, c'ero stata solo l'anno prima, quando le avevo viste per la prima -e unica- volta live. Sono schizzata nella stanza dove c'era una tv, l'ho accesa ed ecco, il secondo schianto me lo sono visto in diretta. Non sono più riuscita a parlare. Ho provato angoscia, paura, neanche quand'era morto mio padre ero stata così, forse perché lì potevo avere parte attiva, qui ero spettatrice impotente, e stavo assistendo alla morte in diretta. Nei primi momenti non si capiva se fosse stato un incidente o cos'altro, so solo che non sembrava reale, ecco.
Né io né i miei colleghi siamo più riusciti a concentrarci su quello che stavamo facendo, siamo rimasti lì a guardare quelle immagini un milione di volte penso -ancora oggi, a rivederle provo una sensazione d'angoscia- e quando anche la seconda torre si è sgretolata ho iniziato a piangere, silenziosamente.

Avevo un'amica a New York in quei giorni, mi sono attaccata al telefono nella vana speranza di sentirla, ma le linee erano intasatissime e non ci sono riuscita se non molte, molte ore dopo. Tutto bene, per fortuna. Anche a me rimangono dubbi su cosa sia accaduto veramente, una cosa è certa, come ha già detto leo, nessuno è più riuscito a dimenticare.

Offline Fraplaya

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #9 : Domenica 11 Settembre 2011, 14:50:48 »
Trasferivo una barca da P.Ala a Cannes, e' passata una vita da allora....

Ricordo che mi chiamo' mio fratello e per avere un segnale piu' pulito mi accostai a San Remo, le prime immagini sembravano proiettare un film, ero riuscito a sintonizzarmi solo quando entrambi gli aerei si erano schiantati.

Due ricordi collaterali ancora ben vivi:
- il minuto di silenzio collettivo durante la fiera della nautica di Cannes, 3 giorni piu' tardi se non erro: intenso e partecipato, con tanta gente che piangeva e la preoccupazione di chi aspettava la risposta degli States temendo il peggio;
- anni dopo, quando passai al turismo, il racconto di chi lavorava nel settore, fatto di cancellazioni a raffica e anni di lavori buttati, e tanta disperazione di chi ha dovuto costruirsi una vita nuova di zecca, mentre nasceva il "mondo della sicurezza"
Imho
"l'attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite" (V.Lombardi)

Offline Chuncho

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #10 : Domenica 11 Settembre 2011, 15:03:50 »
Ero al funerale di mio nonno. Un giorno veramente strano, un 11 di Settembre che poi in Cile significa anche altre cose.
Per me tutti questi giorni sono stati sempre tristissimi, purtroppo anche questo.

bak

Re:11 settembre 2001
« Risposta #11 : Domenica 11 Settembre 2011, 15:19:16 »
Un giorno veramente strano, un 11 di Settembre che poi in Cile significa anche altre cose.
Per me tutti questi giorni sono stati sempre tristissimi, purtroppo anche questo.

e già. Allende, l'assalto al Palazzo della Moneda, Pinochet  :(.

Offline Sanfatucchio

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #12 : Lunedì 12 Settembre 2011, 16:56:13 »
Ero in ufficio dove lavoro ancora oggi, avevamo la televisione per cui seguimmo tutti insieme gli avvenimenti. La sera dovevamo festeggiare il compleanno di mia moglie che è nata L' 11 settembre fu una festa molto amara e anche le successive inevitabilmente ci hanno riportato a quel giorno.   

Offline AlenBoksic

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #13 : Lunedì 12 Settembre 2011, 17:04:25 »
Bisognerebbe istituire una giornata anche per tutti i morti nelle guerre scatenate dopo l'11 settembre e a dieci anni di distanza sarebbe anche il caso di disimpegnarsi dall'Afghanistan dove gli USA spendono 20 miliardi l'anno solo per l'aria confezionata
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Offline benvolio

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #14 : Lunedì 12 Settembre 2011, 19:57:26 »
Senza minimamente intaccare il senso di questa ricorrenza, sottoscrivo il pensiero di Alen.

Offline Rupert

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #15 : Lunedì 12 Settembre 2011, 21:49:48 »

Oggi dopo tanti anni e dopo aver letto e sentito testimonianze, racconti, visto immagini e documentari, ho dei forti dubbi su ciò che realmente è accaduto. Non so se sapremo mai cosa è successo ma spesso mi capita di pensare alel persone che sono morte in quel modo e al dolore dei loro cari. La follia umana non ha limiti purtroppo.


Caro amico mio, io già durante quel pomeriggio inizia ad avere i miei dubbi.
Dubbi che iniziarono appena vidi crollare le torri....

E dubbi che hanno trovato nuova linfa col passare del tempo.


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Online Er Matador

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #16 : Martedì 13 Settembre 2011, 09:19:56 »
Fino a quel giorno, c'era un dettaglio nei racconti sulla tragedia di Superga di cui ai più giovani sfuggiva almeno in parte il senso: tutti, ma proprio tutti ricordavano perfettamente dov'erano e cosa stavano facendo quando la terribile notizia li aveva raggiunti.
Ora, mutatis mutandis, toccherà a noi spiegare questi meccanismi della memoria a chi nel 2001 non c'era o era appena nato.
Il mio 11 settembre fu a Pylos, durante una splendida gita universitaria che aveva segnato il mio tardivo debutto in terra ellenica.
Erano grossomodo le 12.30 ora locale e sul cellulare di un amico gli SMS con le news dell'ANSA davano la notizia del crollo, corredandola con l'ipotesi - al momento era ancora tale - dell'attentato.
L'accelerazione improvvisa con cui si passò alla certezza, all' "attacco al mondo libero" e al "siamo tutti americani" fu la prima crepa nella versione ufficiale.
Il resto venne quando si seppe dei dettagli, della sproporzione fra il danno materiale e il boomerang di indignazione che l'attentato stava provocando, dell'assurdità di colpire in un orario nel quale quei palazzi erano ancora semivuoti.
Nessun "dietrologo" aveva ancora aperto bocca, eppure fra amici abituati ad interminabili discussioni di politica estera e non - naturalmente da posizioni lontanissime l'una dall'altra: era il bello di quei confronti, in fondo - bastò uno sguardo d'intesa per capire che il raccontino della CNN non stava in piedi sul piano logico.
"Costruzione di un nuovo Impero del Male per imporci un altro secolo americano": questa la sintesi dei nostri ragionamenti.
Immaginavamo almeno in parte cosa sarebbe accaduto, ma per il momento non volevamo pensarci.
Di lì a una mezz'oretta ci saremmo trovati in albergo, dove un usciere simpatizzante laziale si mostrava molto più interessato alla mia fede calcistica che alle immagini trasmesse dalla Tv.
La sera ci fu grande indignazione fra i Greci, ma per il rinvio dell'attesissimo match di CL fra Olympiakos e Man Utd: il capo cameriere del ristorante dove cenammo masticò amaro anche per la vittoria dei rivali del Panathinaikos sul campo dello Schalke 04 (2-0, Vlaović e Bassinas), e dovetti attendere lo speciale CL del posto per vedere la nostra sconfitta di misura contro il Galatasaray e quella della xxxx che ospitava (in casa nostra, non sua) il Real di Figo.
Nessuno era americano quella sera, posso assicurarlo. I Greci sfogliavano un affollato cahier des doléances, con la pagina relativa ai fatti di Cipro scritta in inchiostro ancora fresco.
A me e ai miei amici veniva in mente piuttosto la tragedia del Cermis, con le decine di vittime dei cavi tranciati da un Rambo demente in volo che non avrebbe mai conosciuto l'ombra di un processo serio.
Ci avevano dimostrato, non più di due anni prima, come il nostro sangue fosse acqua. Per giunta, mentre nei panni di loro servi mettevamo in atto un'infame aggressione contro un Paese che non ci aveva torto un capello e, peggio ancora, contro l'interesse nazionale.
Fermare per tremila vittime un mondo che se ne fotteva quando le vittime erano milioni, ma non a stelle e strisce, era al di là dei nostri pensieri.
Ripensandoci dieci anni dopo, vorrei commemorare altri caduti sul campo: i diritti civili, la privacy, la dignità di tanti cittadini dei cosiddetti "Paesi liberi".
Se solo una quindicina di anni fa si fosse discusso del Patriot Act, dei body scanner negli aeroporti, di intercettazioni, data retention e "cazzi vostri in onda" (cit.) in gran parte a nostra insaputa, l'uomo della strada avrebbe pensato alla Romania di Ceauşescu.
Ora è costretto a pensare non a Le vite degli altri, ma alla propria. E a un abbassamento della soglia della dignità personale che, nel clima paranoico creato dopo quell'evento, non poteva rimanere senza tracce.
In certi sedicenti "centri di cultura" islamici, dove si trovano davvero persone materialmente pericolose al di là dell'appartenenza etno-religiosa, non si mette piede.
Lo si mette, e dopo aver preso a calci la porta, nelle vite e nelle teste di milioni di cittadini inermi con bombardamenti (per ora) mediatici su scontri di civiltà e con sospensioni della libertà personale.
Naturalmente in nome della sicurezza e di minacce che troppo spesso sembrano credibili quanto quegli attentati ceceni a Mosca, la cui virulenza esplodeva con cronometrica puntualità alla vigilia di un'escalation della strategia militare russa in Cecenia.
Quel giorno, prima che ce ne potessimo rendere conto, è andato in onda il trailer di Anni zero - L'odore della paura: un film horror del quale siamo ancora comparse sul set, a mettere in scena quel tracollo dei rapporti umani che - più ancora dell'Euro, della crisi, del benessere sfumato per tanti individui - rimane il vero marchio d'infamia del decennio appena trascorso.
E che ci porta a pensare, come bilancio più autentico e personale, per quante cose non provavamo timore e fastidio solo dieci anni fa.

Boks XV

Re:11 settembre 2001
« Risposta #17 : Martedì 13 Settembre 2011, 09:58:29 »
"io mi rifiuto di piangere ogni anno, ritualmente e a comando, lacrime di coccodrillo per tremila vittime. Rituali che tentano di far entrare nel buio sgabuzzino del dimenticatoio tutte le altre. Che sono milioni."

Massimo Fini

ecco, bravo, pure io.

A me e ai miei amici veniva in mente piuttosto la tragedia del Cermis, con le decine di vittime dei cavi tranciati da un Rambo demente in volo che non avrebbe mai conosciuto l'ombra di un processo serio.
Ci avevano dimostrato, non più di due anni prima, come il nostro sangue fosse acqua. Per giunta, mentre nei panni di loro servi mettevamo in atto un'infame aggressione contro un Paese che non ci aveva torto un capello e, peggio ancora, contro l'interesse nazionale.
Fermare per tremila vittime un mondo che se ne fotteva quando le vittime erano milioni, ma non a stelle e strisce, era al di là dei nostri pensieri.

paro paro.
quella sera la mia principale preoccupazione, in quel di Ischia, fu di trovare un bar che trasmettesse Galatasaray-Lazio.

Offline rione 13

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #18 : Martedì 13 Settembre 2011, 12:37:17 »
Il primo pensiero fu: poveri palestinesi.
Il secondo fu: Renato Miele. 

Online MCM

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Re:11 settembre 2001
« Risposta #19 : Martedì 13 Settembre 2011, 15:06:33 »
Il primo pensiero fu: poveri palestinesi.
Il secondo fu: Renato Miele.

sul primo ti seguo...
il secondo non l' ho capito.

Mi puoi spiegare?(anche in privato se vuoi)