Autore Topic: Stadi di proprietá - SEQUEL  (Letto 8380 volte)

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Offline BobLovati

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Stadi di proprietá - SEQUEL
« : Lunedì 5 Settembre 2011, 16:13:03 »
TORINO, 5 settembre - «E' bello poter parlare di un nuovo stadio». Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, non vede l'ora di godersi giovedì la presentazione del nuovo impinato bianconero. «Ora inizia una nuova era e siamo orgogliosi di portare a termine questo investimento. Ci abbiamo creduto e questo ci darà un vantaggio importante per i prossimi 5-6 anni».

FIANO TORINESE, 5 settembre - «Lo stadio nuovo? Speriamo significhi tantissimo, speriamo ci possa dare una mano e un aiuto in più oltre all'entusiasmo che ci fornisce il sapere che una struttura come questa è tutta nostra». Alessandro Del Piero non nasconde la soddisfazione e l'attesa di essere protagonista nella nuova casa della Juventus. ...................
«L'augurio è che si possa respirare un'aria particolare, un'atmosfera bellissima», ha concluso Del Piero

Chiedo: ma questi lo sapranno che lo stadio di proprietá non è un vantaggio ? Come sostenuto a piú ripresi da dotti ed incliti personaggi dello sport, della politica e dell´economia  8)


N.B.: gli articoli sono sull´edizione online del Corsport.it
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline fish_mark

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #1 : Lunedì 5 Settembre 2011, 16:23:42 »
Difficile sentire dall'oste e dal primo cameriere dire altro che "il vino è bbono".
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Offline robylele

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #2 : Lunedì 5 Settembre 2011, 18:17:52 »
avere uno stadio di proprietà mi pare vino bono.      :(

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

CiPpi

Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #3 : Lunedì 5 Settembre 2011, 18:30:19 »
tranquilli che tanto c'e' stata una grossa fornitura di sabbia.

Offline lollapalooza

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #4 : Lunedì 5 Settembre 2011, 21:03:47 »
Sono più che altro curioso di vedere come muterà il rapporto fra la Società e le frange più birichine della tifoseria.
In ogni caso fra un lustro avranno per le mani un gioiellino, beati loro.


jumpingjackflash

Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #5 : Lunedì 5 Settembre 2011, 21:16:12 »
c'è chi può....

CiPpi

Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #6 : Martedì 6 Settembre 2011, 07:03:38 »
Sono più che altro curioso di vedere come muterà il rapporto fra la Società e le frange più birichine della tifoseria.
In ogni caso fra un lustro avranno per le mani un gioiellino, beati loro.

cosi al volo

...
Fa altrettanto clamore, anzi sconcerto, la guerra tra bande ultrà per accaparrarsi i posti migliori e i biglietti omaggio del nuovo Delle Alpi. Drughi, Viking, Tradizione e Bravi Ragazzi: tutti insieme sin troppo appassionatamente, con possibilità di vicende di fratelli-coltelli (Bardonecchia docet). Gli ultrà, che fino a ieri occupavano le Curve Nord e Sud dello Stadio Olimpico, infatti, dovranno spartirsi la Tribuna Sud (abbonamenti a 275 euro)  -  settore adiacente alla Tribuna Family (intero 400 euro, ridotto under 18 e donne a 190 euro) - mentre la Tribuna Nord verrà riservata agli abbonati degli Juventus Club Doc, i tifosi organizzati più pacifici.
La faida interna per marcare il territorio, e assicurarsi il secondo anello, posto di comando e di maggiore visibilità rispetto al primo, è esplosa venerdì scorso appunto a Bardonecchia: un tifoso accoltellato sopra al gluteo, scene da saloon mal vissuto, fumogeni e bottigliate. Prove tecniche di convivenza difficile, quasi impossibile. Parla Marchisio: "Sono successe delle cose che non dovrebbero mai accadere, a maggior ragione in un luogo di vacanza per famiglie, per bambini. Purtroppo c'è chi non pensa soltanto a tifare per la propria squadra".
...

Offline lollapalooza

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #7 : Martedì 6 Settembre 2011, 09:02:32 »
Ma sì, seguo la vicenda da un po', ci avevo pure aperto un topic.

Intendevo la fase successiva a questa, quando probabilmente un gruppo (drughi?) si stanzierà nel secondo anello; sono curioso di vedere quali effetti a catena innescherà il primo lancio di lacrimogeno, magari da parte di un ultrà "referenziato".



CiPpi

Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #8 : Martedì 6 Settembre 2011, 11:10:29 »
infatti ricordavo qualcosa, ma non avevo tempo di cercare.

in ogni caso dovrebbe saltare all'occhio come le locazioni dei tifosi siano state scelte dalla societa', con la tribuna family (il nome immagino non sia a caso visto anche il focalizzare il punto sui prezzi per bambini e donne), e la Nord per i tifosi piu' bravi.

mentre i 'cattivi' tutti dove magari ci sono i cavi a coprirti la visuale.

e tra questo e fare entrare chi vuole la societa', o meglio non far entrare chi la societa' non vuole, il passo e' breve.

anzi forse manco c'e' da farlo.

Offline WombyZoof

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #9 : Martedì 6 Settembre 2011, 12:27:10 »
il fatto che si riconoscano come interlocutori a cui destinare fette di stadio dei gruppi di deficienti e disadattati è grave.

che poi si usi il nome family, al posto di famiglia, è penoso e sintomo di decadenza e di provincialismo culturale.

la tim cup. la tribuna family.  i play off.  l'orticaria.

e ve lo dice uno che conosce bene e ama l'inglese e la cultura anglosassone.
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

CiPpi

Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #10 : Martedì 6 Settembre 2011, 13:34:46 »
che il calcio si possa facilmente liberare del fardello Ultras, la storia recente della Lazio sta a dimostrare quanto sia difficile.

bisognera' vedere, e qui il mio appunto di prima, se nei prossimi anni la Juve attuera' una politica di isolamento ed esclusione, oggi non possibile.

sulla seconda e' una battaglia persa.

ma da mo'

Offline fish_mark

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #11 : Martedì 6 Settembre 2011, 14:18:02 »
che il calcio si possa facilmente liberare del fardello Ultras, la storia recente della Lazio sta a dimostrare quanto sia difficile.

bisognera' vedere, e qui il mio appunto di prima, se nei prossimi anni la Juve attuera' una politica di isolamento ed esclusione, oggi non possibile.

sulla seconda e' una battaglia persa.

ma da mo'

Ci si chiede anche se è il caso di liberarsi "del fardello Ultras", fenomeno che ha alimentato la passione nel calcio degli ultimi quarant'anni.
Strano in un periodo dove ognuno afferma pubblicamente la propria appartenenza calcistica, come si faceva un tempo sulla carta d'identità per i segni particolari, dove c'è chi "scende in campo" per fare "squadra" ci si è messi in testa di combattere e sconfiggere definitivamente il "fardello Ultras".
Il pericolo ormai incombe: spettacolarizzazione del calcio, annichilimento del pubblico, deprivazione dell'anima del tifoso.
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Offline robylele

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #12 : Martedì 6 Settembre 2011, 14:33:34 »
Ci si chiede anche se è il caso di liberarsi "del fardello Ultras", fenomeno che ha alimentato la passione nel calcio degli ultimi quarant'anni.
Strano in un periodo dove ognuno afferma pubblicamente la propria appartenenza calcistica, come si faceva un tempo sulla carta d'identità per i segni particolari, dove c'è chi "scende in campo" per fare "squadra" ci si è messi in testa di combattere e sconfiggere definitivamente il "fardello Ultras".
Il pericolo ormai incombe: spettacolarizzazione del calcio, annichilimento del pubblico, deprivazione dell'anima del tifoso.

magari riacquisti quel pubblico che si é allontanato e che magari ha un'anima da tifoso lo stesso.

d'altronde anche il fenomeno ultras appartiene a quella spettacolarizzazione.
In ogni caso chi fa violenza lede la libertà altrui e andrebbe equiparato almeno alle brutture delle tessere e dei tornelli. Almeno nei discorsi.

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #13 : Martedì 6 Settembre 2011, 14:59:27 »
magari riacquisti quel pubblico che si é allontanato e che magari ha un'anima da tifoso lo stesso.

d'altronde anche il fenomeno ultras appartiene a quella spettacolarizzazione.
In ogni caso chi fa violenza lede la libertà altrui e andrebbe equiparato almeno alle brutture delle tessere e dei tornelli. Almeno nei discorsi.


Dici bene, caro Roby, ma io non intervengo per difendere il diritto di dare le sprangate all'ospite (in)desiderato, anzi, tutto il contrario.
Non posso difendere la deriva affaristica, clanica e autorreferenziale della c.d. "tifoseria organizzata". Gli ultras sono diventati anche questo, ma non sono soltanto questo e non sono nati proprio per questo.
Io rimpiango lo striscione auto-finanziato, il fumogeno che avvolge lo stadio per 10 minuti dall'inizio della partita, i cori incessanti, i tamburi che battono il tempo della corsa in campo, per non parlare del frittatone alla fine del primo tempo.
Oggi vedo soltanto un clima lugubre, tra tornelli, prefiltraggi e sacchi di pop-corn.

Lo stadio che amavo e che rimpianto (spettacolo autogestito)




Lo stadio che temo e che rifuggo (spettacolo eterodiretto)
"Lo stadio da vivere 24 ore al giorno sette giorni su sette" ...



Belle immagini, vero? Tratte da un documentario di un regista palermitano che racconta di una sua esperienza in uno stadio di baseball americano.
Lo spettacolo è completamente eterodiretto; gli spettatori sono lì per fare di tutto, ma non tanto di vedere la partita: mangiano a profusione, bevono, si baciano puntualmente ripresi dalle telecamere dello stadio. Poi uno scalmanato si lancia in un ... bestemmione e quindi viene accompagnato all'uscita dalla security.


La "sindrome del gol di Vargas". Si narra che al gol del giocatore fiorentino durante il prestigioso incontro di Champions league contro il Liverpool, nel momento in cui la palla ha varcato la linea, dagli altoparlanti è stato sparato un brano techno per accompagnare la gioia del gol. La liturgia del calcio europeo che vuole il boato dello stadio come unica colonna sonora che viene violata per la prima volta: come mandare un assolo di chitarra elettrica durante la santa messa?


"Un uomo di una certà età, mi offriva spesso olio canforato,
ma spero che ritorni presto l'era del cinghiale bianco(azzurro)"



A partire dalla fine delle società fordiste, della "grande fabbrica", stadi e tifoserie hanno subito profondi fenomeni di ristrutturazione. Negli ultimi due decenni, gli impianti sono stati innervati e cablati da un'ottica del potere e del controllo a distanza, televisivo e poliziesco.
DI conseguenza, le tifoserie hanno subito un processo di selezione produttiva che ha favorito l'accesso agli spalti del tifoso redditizio, quello che compra calcio in un ciclo di consumo ufficiale che va ben oltre lo stadio e non organizzato, piuttosto che quello legato alla vita di curva.
A differenza che nel resto del continente, in Italia questo processo di assimilazione del tifoso a consumatore ha svuotato gli stadi.
Se la partita di calcio è stata ed è una funzione religiosa, con i nuovi stadi si vanno progettando delle piazze San Pietro che non prevedono l'accesso dei devoti.

D'altro canto, l'Inghilterra si è affermata come corporation che esporta tecnologie di controllo a partire dal prodotto di punta costituito dai pacchetti-repressione applicati allo stadio.
I comportamenti da stadio sono strumento per la legittimazione di nuove pratiche di disciplinamento. All’hooligan viene assegnata non solo una funzione espiatoria (un soggetto che si fa carico di tutte le nefandezze della società per espiarle simbolicamente nel momento del sacrificio), ma diviene esso stesso un elemento produttivo per la governamentalità, legittimandola all’interno di un dispositivo securitario che consente ogni retorica di animalizzazione, ogni conseguente evoluzione delle tattiche di controllo, ogni trasferimento di queste tattiche al resto del corpo sociale.

Tempo fa (1967) tale Debord nella “società dello spettacolo” affermava che "il capitale non opprime più l’operaio solo all’interno della fabbrica o ufficio, ma è fuoriuscito convertendo il lavoratore in consumatore".
L’ultras costituisce attualmente l’ultimo ostacolo verso la spettacolarizzazione e mercificazione definitiva e completa dello spettacolo calcistico. Tutto è etero-diretto perché funzionale al consumo e quindi si sta allevando (ormai in cattività viste le sempre più ridotte presenze) la specie di tifoso-consumatore-cliente (ma non utente).


Questa estate sono stato a vedere Lazio-Real Sociedad. Stiamo parlando di Spettacolo eterodiretto: bene, ci siamo quasi.
Gli altoparlanti che sparavano musica pop, moltitudini affamate che incrociavano gli spalti servoassistiti di hot dog o fumanti tranci di pizza, giovanotti che ingurgitavano ettolitri di birra conversando amabilmente, gruppi vocianti di bambini dotati di bidone di pop-corn appena munto.
Lo schermo gigante mandava in continuazione immagini di bambini in fasce coperti di magliette e sciarpe biancocelesti (roba da telefono (bianco)azzurro).
Se poi ci mettiamo Olimpia il quadro è completo: l’esempio di "spettacolo" eterodiretto.

In tutto questo ho visto una curva nord composta da mille striscioni buttati qua e là. Una immagine che non mi è piaciuta affatto.
Quando torna uno striscione unico? quando torna una sigla ri-unificante?
Quanto tornano il rullo dei tamburi e i fumogeni?
I canti e gli applausi ritmati?

Chiamatevi come cavolo vi pare ma tornate



Per tutto questo e molto altro è lecito dire: NO ALLO STADIO DI PROPRIETA'.
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Offline franz_kappa

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #14 : Martedì 6 Settembre 2011, 15:28:51 »
Monumentale f_m. Come spesso accade, peraltro, su queste vicende. Sempre arricchente il tuo originale punto di vista.

Certo, bisogna avere la pazienza di leggere il suo post dall'inizio alla fine e senza preconcetti. Non facile, va detto.  ::)


Buon viaggio, caro Piero.

Offline fish_mark

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #15 : Martedì 6 Settembre 2011, 15:37:44 »
Per dire, meglio le vuvuzela che le patatine fritte in curva.
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CiPpi

Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #16 : Martedì 6 Settembre 2011, 15:39:47 »
...

e la colpa di tutto cio' che vorresti ma non puoi avere con romantica lacrimuccia che s'infrange tra le parole tifo ed ultra sarebbe lo stadio di proprieta'?

cioe' prima che si cominciasse a parlarne era tutto uno stendere striscione fatti da mamma, e coretti da oratorio, magari con la parolaccia che fa tanto incaxxare Don Camillo.

ti ricordo poi che il clima lugubre e' quello di uno stadio comunale, non privato ne di proprieta'.

quello che provi oggi e' l'assenza di uno stadio di proprieta', ma ormai te ne sei fatto una tale ragione di non averlo, che mischi tranquillamente la birra con il vino, e spacci il tutto per succo d'arancia.

Offline fish_mark

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #17 : Martedì 6 Settembre 2011, 16:12:16 »
e la colpa di tutto cio' che vorresti ma non puoi avere con romantica lacrimuccia che s'infrange tra le parole tifo ed ultra sarebbe lo stadio di proprieta'?

cioe' prima che si cominciasse a parlarne era tutto uno stendere striscione fatti da mamma, e coretti da oratorio, magari con la parolaccia che fa tanto incaxxare Don Camillo.

ti ricordo poi che il clima lugubre e' quello di uno stadio comunale, non privato ne di proprieta'.

quello che provi oggi e' l'assenza di uno stadio di proprieta', ma ormai te ne sei fatto una tale ragione di non averlo, che mischi tranquillamente la birra con il vino, e spacci il tutto per succo d'arancia.

Ti citerò una mia esperienza (l'ho raccontato altre volte).
Domenica 3 ottobre 1976, stadio Olimpico, Lazio-Juventus.
Arrivo allo stadio alle 1415, acquisto dei biglietti alle 14,20. Entrata trafelata alle 14,30, dopo l'acquisto dell'imperbabile trasparente (pioveva) a 1000 lire.
Tutto questo nei c.d. anni di piombo quando si sparava per le strade.

Oggi devi fare tutto con largo anticipo e dietro esibizione di copiosa documentazione attestante la tua condotta di "Buon tifoso di famiglia".

Il nuovo che è avanzato ha ridotto la mia libertà di decisione, di circolazione, di manifestazione del pensiero.

A te sta bene tutto questo, evidentemente ti rassicura.
A me no.
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CiPpi

Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #18 : Martedì 6 Settembre 2011, 16:47:38 »
...

e da quel lontano 3 ottobre 1976 quanti stadi di proprieta' sono stati costruiti?

perche' se la risposta e' nessuno, allora la causa del problema, e quindi la soluzione, e' da cercare altrove.

non da dare per scontata.

Offline satanasso

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Re:Stadi di proprietá - SEQUEL
« Risposta #19 : Martedì 6 Settembre 2011, 16:48:45 »

Dici bene, caro Roby, ma io non intervengo per difendere il diritto di dare le sprangate all'ospite (in)desiderato, anzi, tutto il contrario.
Non posso difendere la deriva affaristica, clanica e autorreferenziale della c.d. "tifoseria organizzata". Gli ultras sono diventati anche questo, ma non sono soltanto questo e non sono nati proprio per questo.
Io rimpiango lo striscione auto-finanziato, il fumogeno che avvolge lo stadio per 10 minuti dall'inizio della partita, i cori incessanti, i tamburi che battono il tempo della corsa in campo, per non parlare del frittatone alla fine del primo tempo.
Oggi vedo soltanto un clima lugubre, tra tornelli, prefiltraggi e sacchi di pop-corn.

Lo stadio che amavo e che rimpianto (spettacolo autogestito)




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Belle immagini, vero? Tratte da un documentario di un regista palermitano che racconta di una sua esperienza in uno stadio di baseball americano.
Lo spettacolo è completamente eterodiretto; gli spettatori sono lì per fare di tutto, ma non tanto di vedere la partita: mangiano a profusione, bevono, si baciano puntualmente ripresi dalle telecamere dello stadio. Poi uno scalmanato si lancia in un ... bestemmione e quindi viene accompagnato all'uscita dalla security.


La "sindrome del gol di Vargas". Si narra che al gol del giocatore fiorentino durante il prestigioso incontro di Champions league contro il Liverpool, nel momento in cui la palla ha varcato la linea, dagli altoparlanti è stato sparato un brano techno per accompagnare la gioia del gol. La liturgia del calcio europeo che vuole il boato dello stadio come unica colonna sonora che viene violata per la prima volta: come mandare un assolo di chitarra elettrica durante la santa messa?


"Un uomo di una certà età, mi offriva spesso olio canforato,
ma spero che ritorni presto l'era del cinghiale bianco(azzurro)"



A partire dalla fine delle società fordiste, della "grande fabbrica", stadi e tifoserie hanno subito profondi fenomeni di ristrutturazione. Negli ultimi due decenni, gli impianti sono stati innervati e cablati da un'ottica del potere e del controllo a distanza, televisivo e poliziesco.
DI conseguenza, le tifoserie hanno subito un processo di selezione produttiva che ha favorito l'accesso agli spalti del tifoso redditizio, quello che compra calcio in un ciclo di consumo ufficiale che va ben oltre lo stadio e non organizzato, piuttosto che quello legato alla vita di curva.
A differenza che nel resto del continente, in Italia questo processo di assimilazione del tifoso a consumatore ha svuotato gli stadi.
Se la partita di calcio è stata ed è una funzione religiosa, con i nuovi stadi si vanno progettando delle piazze San Pietro che non prevedono l'accesso dei devoti.

D'altro canto, l'Inghilterra si è affermata come corporation che esporta tecnologie di controllo a partire dal prodotto di punta costituito dai pacchetti-repressione applicati allo stadio.
I comportamenti da stadio sono strumento per la legittimazione di nuove pratiche di disciplinamento. All’hooligan viene assegnata non solo una funzione espiatoria (un soggetto che si fa carico di tutte le nefandezze della società per espiarle simbolicamente nel momento del sacrificio), ma diviene esso stesso un elemento produttivo per la governamentalità, legittimandola all’interno di un dispositivo securitario che consente ogni retorica di animalizzazione, ogni conseguente evoluzione delle tattiche di controllo, ogni trasferimento di queste tattiche al resto del corpo sociale.

Tempo fa (1967) tale Debord nella “società dello spettacolo” affermava che "il capitale non opprime più l’operaio solo all’interno della fabbrica o ufficio, ma è fuoriuscito convertendo il lavoratore in consumatore".
L’ultras costituisce attualmente l’ultimo ostacolo verso la spettacolarizzazione e mercificazione definitiva e completa dello spettacolo calcistico. Tutto è etero-diretto perché funzionale al consumo e quindi si sta allevando (ormai in cattività viste le sempre più ridotte presenze) la specie di tifoso-consumatore-cliente (ma non utente).


Questa estate sono stato a vedere Lazio-Real Sociedad. Stiamo parlando di Spettacolo eterodiretto: bene, ci siamo quasi.
Gli altoparlanti che sparavano musica pop, moltitudini affamate che incrociavano gli spalti servoassistiti di hot dog o fumanti tranci di pizza, giovanotti che ingurgitavano ettolitri di birra conversando amabilmente, gruppi vocianti di bambini dotati di bidone di pop-corn appena munto.
Lo schermo gigante mandava in continuazione immagini di bambini in fasce coperti di magliette e sciarpe biancocelesti (roba da telefono (bianco)azzurro).
Se poi ci mettiamo Olimpia il quadro è completo: l’esempio di "spettacolo" eterodiretto.

In tutto questo ho visto una curva nord composta da mille striscioni buttati qua e là. Una immagine che non mi è piaciuta affatto.
Quando torna uno striscione unico? quando torna una sigla ri-unificante?
Quanto tornano il rullo dei tamburi e i fumogeni?
I canti e gli applausi ritmati?

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Kim Gordon, esci da questo account!

...a parte gli scherzi, anche io ho apprezzato l'accorato intervento del pesce di nome marco. Però, insomma, diciamocela tutta. Niente di nuovo sotto il sole. Che il capitalismo abbia natura espansiva e onnivora ce lo hanno detto in tanti, dal Marx del Capitale in poi: sia da un punto di vista quantitativo con l'apertura di nuovi mercati per capitali e merci (Lenin, Hobson, Wallerstein, Arrighi), sia da un punto di vista qualitativo con la sussunzione di sempre più vaste aree del sociale e del personale (dalla fornitura di beni e servizi pubblici, alla sessualità, al tempo libero) alla logica dell'acccumulazione privata della ricchezza (Schumpeter, Gershuny, Scitovsky), il capitale, per sua stessa natura, assoggetta pezzi sempre più consistenti di società, fino a informare di sè l'intera trama delle nostre relazioni: dapprima economiche e commerciali, arrivando infine a quelle affettive, emotive, che hanno a che vedere con l'intimità, un tempo forse inviolabile, del nostro io. Da questo punto di vista, gridare al mondo la corruzione capitalistica del mondo del calcio e del tifo appare esercizio inutile, tutt'al più superfluo. E un pur sopraffino esercizio di retorica, purtroppo, non ci salverà. In mezzo alla rivoluzione (post)industriale del nostro tempo, siamo come Ned Ludd.
Sciarpe rotte eppur bisogna andar