Autore Topic: Lazio: cessioni e polemiche. Dov'è il centro di gravità permanente?  (Letto 719 volte)

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Lazio: cessioni e polemiche. Dov'è il centro di gravità permanente?
« : Giovedì 1 Settembre 2011, 15:57:57 »
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E' un plebiscito, con qualche rara eccezione. La cessione di Mauro Zarate all'Inter ha suscitato reazioni che probabilmente il triumvirato Lotito,Tare, Reja non aveva preventivato. Eppure il fatto che Zarate e Floccari fossero nella lista dei cedibili era risaputo, ma la tempistica con la quale si sono concretizzati trasferimenti, all'ultimo respiro di un mercato agonizzante, ha fatto la differenza. La stizza si è trasformata in smarrimento quando le agenzie battevano nella serata di ieri notizie a raffica sugli acquisti della Roma, ribaltando parzialmente i giudizi sulle due società capitoline. E così la trionfale campagna acquisti condotta poco più di un mese fa dalla Lazio, che tanti entusiasmi ha suscitato nella tifoseria, si è trasformata in uno squallido mercato di riparazione, con tifosi addolorati che minacciano di stracciarsi non le vesti ma gli abbonamenti appena sottoscritti. Potenza di una cessione....
Il grande Franco Battiato cantava qualche anno addietro “cerco un centro di gravità permanente, che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente...”. Cerchiamolo allora questo centro di gravità permanente. Cosa è successo nella giornata di ieri?
ZARATE - La giornata si è aperta con il prestito alla Sampdoria di Pasquale Foggia, uno che con la piazza aveva rotto da tempo, sonoramente contestato in più occasioni. E' proseguita con le cessioni di Floccari al Parma, reduce dai no di Amauri, e di Zarate all'Inter, proprio la stessa Inter autrice in passato degli sgarbi di Pandev prima e Faraoni (occhio al ragazzo, è uno che si farà) dopo. Questi giocatori, se riscattati della società interessate, il prossimo anno frutteranno una specie di tesoretto col quale finanziare l'agognata Champions League. Nell'immediato, l'unico che si avvantaggia della situazione è proprio Reja, al quale cinque punte (Klose, Cissè, Rocchi, Kozak e Sculli), con Ceccarelli in rampa di lancio, vanno benone. Alla luce dell'esperienza acquisita inoltre, il mister sarà certamente lieto di consigliare al neo-allenatore giallorosso, che di punte ne ha otto, la strategia giusta per impiegarle tutte.
CISSE - Certo, il vuoto emozionale lasciato da Zarate dovrà essere colmato in fretta: l'argentino, a scapito di un rendimento un tantino incostante anche per alcuni cattivi impieghi, aveva un appeal indiscutibile sulla parte giovane della tifoseria, inversamente proporzionale, dicono i maligni, a quello riscosso nello spogliatoio biancoceleste. Nonostante quanto affermato nella conferenza odierna da un Igli Tare politicamente corretto, si dice che qualche compagno mal sopportasse i suoi comportamenti ma spesso in campo si assegnava il pallone all'estro di Zarate, all'ombra del quale si potevano trovare alibi insperati. Il vuoto emozionale, dicevamo. Tra i nuovi arrivi, quello che maggiormente sembra poter rappresentare un riferimento per i giovanissimi è Djibril Cisse, eccentrico e potente franco-ivoriano, personaggio carismatico per il quale Reja, e non solo, stravede. Diversi giovani tifosi ne hanno già adottato il look e il processo di simbiosi sembra abbastanza avanzato. Chissà se Djibril riuscirà a sostituire Zarate nell'immaginario collettivo...
ZOFF – Del resto proprio Dino Zoff, ex allenatore/presidente della Lazio, una vita in Nazionale, aveva manifestato qualche perplessità sulla questione-Zarate. "La Lazio era una buonissima squadra già nella scorsa stagione – aveva spiegato superDino - quest'anno è una grande squadra, soprattutto se Cissè e Klose confermeranno le attese. In definitiva penso proprio che la Lazio possa ambire alle prime posizioni in classifica. La rosa presuppone tante possibilità, la cosa importante è che non si perda tempo a fare esperimenti inutili. Quello relativo a Zarate è un problema concreto. Non so sinceramente di chi possa essere la colpa. Certamente lui è un ottimo giocatore che con l'acquisizione di Klose e Cissè potrebbe trovare meno spazio. Per questo si deve trovare una soluzione – aveva ipotizzato l'ex mister della Lazio - magari cederlo in prestito, senza dimenticare che ha grandi qualità ed è molto giovane".
LOTITO – Il parere di Zoff ha raccolto consensi tra molti addetti ai lavori e le uniche contraddizioni sono arrivate, manco a dirlo, proprio da Lotito: “La Lazio non ha bisogno di vendere per acquistare e non ha bisogno di vendere Zarate, che è un patrimonio da tutelare. Per noi è incedibile, a meno che non arrivi un’offerta irrinunciabile” aveva tuonato il presidente. Ebbene, l'offerta irrinunciabile non è arrivata. Cosa si cela allora dietro la discussa operazione? Forse il parere di Reja è stato così determinante da convincere il presidente? O più semplicemente, Lotito ha voluto alleggerire il bilancio da una spesa annuale complessiva, tra ingaggio del calciatore e commissioni, di circa sei milioni di euro? La verità la conosce solo lui. Noi poveri mortali, se proprio dobbiamo imputargli qualcosa, possiamo lamentarci della mancate partenze di Carrizo, di Garrido, di Stendardo, di Del Nero e dello sfortunatissimo Makinwa, il cui trasferimento al Pergocrema è sfumato per pochi minuti (il nigeriano sembra vittima di un sortilegio che non gli consente di allontanarsi dalla Lazio). O possiamo non comprendere per quale motivo i sacrifici dei giocatori partiti non hanno fruttato a Reja un centrocampista di cui si avverte la necessità in rosa, magari anche in economia, visto che con pochi danari il Milan si è accaparrato in extremis un ottimo giocatore come Nocerino.
GIOVANI – Comunque sia andata, in un panorama bloccato come quello italiano, la Lazio ha condotto una buona campagna acquisti, frenata com'era dall'impellenza di dover vendere. Delle squadre di vertice, l'Inter ha preso Zarate dopo aver invano inseguito Palacio (!), il Milan ha instaurato un clima da caccia al tesoro con il famoso mister X biondo e con gli occhi cerulei, poi scopertosi moro che più non può. La Juventus non è riuscita ad accaparrarsi l'agognato difensore ed è già sotto assedio, il Napoli ha lavorato forte sulla rosa ed è atteso dal verdetto del campo, la Fiorentina ha un oceano di scontenti e la Roma sembra aver guadagnato meno di quel che ha venduto. Del resto il proverbiale intuito di Sabatini è valutabile solo a gioco lungo...( vero Lequi, Talamonti, Brian Robert e Mea Vitali?). Lo scenario appare pertanto sostanzialmente immutato e, paradossalmente, le carenze possibili in alcuni ruoli, alla luce dei numerosi impegni che attendono la Lazio, potrebbe costringere Reja ad inserire con maggiore assiduità i giovani più promettenti di cui dispone e cioè Kozak, Diakitè, Cavanda, Ceccarelli ed Onazi, dallo stesso tecnico definiti pronti al grande salto. Visto il progressivo invecchiamento della rosa, potremmo avere delle piacevoli sorprese.
Bando alle ciance, è il momento di partire, di fare sul serio. Finora hanno perso un po' tutti, ma la parola passa al campo, giudice insindacabile che decide chi ha fatto bene e chi ha fatto male, che tramuta un brocco in campione e viceversa. No, questo benedetto centro di gravità permanente proprio non si vede.

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