Autore Topic: Ho cominciato a morire.  (Letto 3699 volte)

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Offline sassoxsasso

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #20 : Martedì 23 Agosto 2011, 10:17:08 »
bellissima storia che comprendo perfettamente.
soffro anche io in episodi analoghi e più passa il tempo più il mondo, il nostro mondo, cambia.

quando capita torno spesso sui luoghi dell'infazia e il naufragar (a volte) me dolce in quei luoghi.



Capita!
Sul suolo dove era la casa con giardino, dove ho vissuto una decina d'anni da 5 ai 15, ora vi scorre Viale della Primavera.

caspita, centocellaro anche te?
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Offline sassoxsasso

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #21 : Martedì 23 Agosto 2011, 10:21:46 »
E' un post davvero bello,Giglic. Commovente e anche molto proustiano.

Mi hai fatto venire subito in mente la chiusa de "La strada di Swann", che mi è sempre piaciuta tantissimo e sentita terribilmente mia : "I luoghi che abbiam conosciuti non appartengono solo al mondo dello spazio, nel quale li situiamo per maggiore facilità. Essi sono solamente uno spicchio sottile fra le impressioni contigue che costituivano la nostra vita d'allora; il ricordo d'una certa immagine non è che il rimpianto di un certo minuto; e le case, le strade, i viali, sono fuggitivi, ahimè, come gli anni".


mammamia per un nostalgico impenitente come me sarà un libro dove verserò tutte le lacrime....
grazie del suggerimento.
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Offline Rupert

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #22 : Martedì 23 Agosto 2011, 10:42:33 »
Grazie a Giglic per aver aperto un topic bello e struggente in cui ci riconosciamo in tanti.

Personalmente "certi ricordi" e "certe sensazioni" le rivivo spesso.
Diciamo quotidianamente.
Penso che sia una questione di carattere e di sensibilità.

Un abbraccio a tutti!
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Offline BobLovati

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #23 : Martedì 23 Agosto 2011, 11:24:28 »
Dall´etá media dell´apritore ( ::) ) del topic e di molti che hanno risposto, direi che é abbastanza comprensibile quanto successo al buon gigliatico.

La maturitá, nel senso del matrimonio, dei figli e relative esperienze, ha ritardato di un decennio questo tipo di sensazioni.

Alla mia generazione succedeva abbastanza prima, intorno ai 20 anni quando riincontravi, o perdevi di vista, la tua ( o una delle tue  :P  ) ex; ancora ricordo con tenerezza e pena, oltre che con una feroce autocensura, una mia ragazza, probabilmente la prima dell´etá matura ( 18 anni ).
Sorella di uno dei ragazzi italiani della nazionale di nuoto che perirono nel tragico volo a Brema, 28 gennaio ´68, era persona dolce, sensibile ed innamoratissima; come me, peraltro ...

Anni prima attirato dalla " lusinghe della carne ", avevo fatto il tragico errore di lasciarla senza dirle nulla; soprattutto perché mi sembrava ignobile il motivo dell´abbandono. Ma a 18 anni le problematiche ormonali sono tempestose; a parziale giustificazione ( non lo é, lo so; apposta ho scritto parziale ) il fatto che in quei momenti ( 1964 ) il sesso fra giovani era frequente come ai giorni d´oggi le dimissioni di un ministro ...

Il giorno della disgrazia mi chiamó un´amica carissima, quella che me l´aveva presentata, amica e poi moglie del mio migliore amico, avvisandomi della morte del suo papá; qualche ora dopo, alla TV, ho saputo dell´incidente aereo e ci siamo risentiti.

Abbiamo dovuto realizzare, a 18 anni, che la nostra spensierata gioventú era stata presa a calci dalla realtá degli adulti. Non c´era maniera peggiore, per rendersene conto
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline benvolio

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #24 : Martedì 23 Agosto 2011, 11:42:59 »
Grazie Giglic ed a No Surrender per il momento di umanita' che hanno proposto coi ricordi e le citazioni (Proust e' uno scienziato dell'animo come Kafka: ne ha scoperto e rivelato meccanismi e funzionamenti). L'impatto con il "non essere" e' un intreccio gordiano di sensazioni nostalgiche, realizzazioni tardive, evocazioni fantastiche. Per me quando raramente capita, passeggiare nel Parco di Villa Gordiani e' come scendere nel Negromanteiono dell'Acheronte. Li passai gli anni brevi e felici della mia infanzia "intera" prima che la morte di mia madre me la mutilasse e mi scaraventasse nel mondo dei grandi nel quale, francamente, mi sono poi sempre sentito un ospite...

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #25 : Martedì 23 Agosto 2011, 11:47:18 »
bellissima storia che comprendo perfettamente.
soffro anche io in episodi analoghi e più passa il tempo più il mondo, il nostro mondo, cambia.

quando capita torno spesso sui luoghi dell'infazia e il naufragar (a volte) me dolce in quei luoghi.



caspita, centocellaro anche te?
A quei tempi si  :)
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Offline NoSurrender

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #26 : Martedì 23 Agosto 2011, 12:03:18 »

Ecco, io credo che la sparizione del "dove" e quella del "senso" di quel dove, siano la stessa cosa.
Un luogo immutato deve esserlo anche nel "senso" che ha.

Perfetto,Rob.

E come luoghi immutati possono ormai non avere più quel senso, così l'Hotel Caravel di Giglic, pur sparito nella realtà, vivrà per sempre comunque dentro di lui, consentendogli di ricordare eventi, sentimenti e anche una persona speciale e di vivere e trasmetterci emozioni intense.
"No retreat, baby, no surrender"


Offline ammiraglio

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #27 : Martedì 23 Agosto 2011, 14:29:32 »
grazie giglic, ti applaudo e ti abbraccio.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

TD

Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #28 : Martedì 23 Agosto 2011, 15:03:15 »

TD

Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #29 : Martedì 23 Agosto 2011, 20:14:58 »
E' come se si cucissero e scucissero delle cose. Qualche anno fa era successo un brutto fatto: qualcuno aveva appena rubato lo scudetto. Mi presi una settimana al lavoro e me ne partii, da solo, che era un momento difficile. Fu un viaggio importante, partii senza meta per andare verso nord, poi cambiai e discesi per l'Italia prima a tappe forzate, poi sempre più piano, fermandomi prima a Cosenza, poi a Messina, poi a Taormina, fino a quella mattina di giugno (il 27, credo), con un bel sole, in cui presi la macchina e guidai fino a Catania, poi presi per Enna, poi per quella strada di montagna che mi portava a un appuntamento con sentimenti repressi, sotterrati, soffocati dalla violenza dei fatti brutti della vita. Andai a visitare il paese di mio padre, non c'ero mai stato ma avevo visto una foto e delle cartoline, sempre prese dalla stessa posizione. Feci quella specie di tornante e mi si svelò quella stessa vista della foto, all'improvviso. E con quel colpo d'occhio mi sentii vicino chi non c'era più da tanto. Mai così vicino. Le due ore successive sono state talmente sconvolgenti che è difficile riuscire a raccontarle, mi limito a dire che le passai a girare piangendo come un vitello per la città, prima di tornare indietro. Non fu come morire, però, piuttosto come nascere, un po', o sbrogliare una matassa ingarbugliata.

Giglic

Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #30 : Mercoledì 24 Agosto 2011, 12:49:13 »
Grazie a tutti per aver fatto diventare questo racconto di una mia esperienza un topic fantastico. Ho elaborato la sensazione soprattutto grazie a voi. Bellissima gente, noi Laziali, as usual ☺
In particolar modo grazi a NoSurr, che mi ha ricordato la recerche, che ho nell’edizione della Newton Compton in libreria e che mi riprometto di affrontare, prima o poi. Devo. Bellissima la frase, e mi fa riflettere che qualsiasi immagine (ho tante foto dell’albergo) o dedica vogliano dire, per me, cose molto diverse da quelle che potreste vederci voi. Il racconto, da questo punto di vista, è la maniera migliore per trasferire e condividere le sensazioni provate. Grazie anche a BobCouto, CZG e gli altri che hanno ricordato come possano cambiare i luoghi della nostra infanzia. Se mi posso permettere, sono sensazioni “diverse”. Il cambio di luoghi dove si è vissuto avviene, se mi passate il termine, gradualmente. Noi siamo sempre li, e vediamo cambiare queste cose sotto i nostri occhi. Il trauma, se mi passate questo bruttissimo termine, risulta diluito nel tempo ed è per questo che , secondo me, BobC ha scritto giustamente che “Un luogo immutato deve esserlo anche nel "senso" che ha. L'altalena dei miei cinque anni, per dire, era ancora dove l'avevo "lasciata". Ma non era più lo stesso oggetto”. Un luogo come la villeggiatura lo si lascia “congelato”, e questo fa sì che, quando ci si ritorna e si trovano o meglio non si trovano più dei simboli, non si abbia la sensazione della vita che scorre, ma della vita che finisce. La stanza della casa di Porta Cavalleggeri dove ho vissuto fino al 2002 ha visto morire prima e nascere poi diverse vite della mia famiglia, ed è stata ristrutturata tantissime volte (addirittura la casa in cui vivevo da piccolo è stata divisa in due appartamenti, e la stanza “mia” non esiste più. Ma quella stanza di morte e vita è rimasta nel patrimonio familiare…) eppure le sensazioni che mi genera dentro sono di “flusso”, per così dire, non di cesura (Oddio, come sto parlandomi addosso…)
Grazie anche a BobLovati, grande amico, per un ricordo così struggente: ho vissuto una cosa simile, e capisco il dolore che si prova. In particolar modo, la sensazione infantile di voler rimettere indietro l’orologio. In realtà, secondo me, vorremmo semplicemente rivivere le stesse esperienze di nuovo, ma con la maturità e la persona che siamo noi adesso, quindi non è tanto il rimpianto delle “sliding doors” (dio mio che concetto banale) ad invaderci, quanto il rimorso di non aver fatto le cose che avremmo fatto come le persone che simao oggi, in quelle stesse condizioni. Ho perso completamente di vista quella ragazza di Alba Adriatica, di cui ricordo oltretutto solo il nome, ed è meglio così, alla fine: cosa, dopo 27 anni, avremmo ancora in comune? Neanche i ricordi, visto che li avremo elaborati in maniera completamente diversa.
Grazie, infine, a TD. Mi hai fatto vivere una bellissima pagina della tua vita (capisco adesso il tuo cognome tipicamente valdostano ☺) cortocircuitandomi sensazioni simili provate quando sono andato, morto mio nonno, nel suo paese natale di Roccagorga. Sei stato commovente nel trasmettere e nel far generare emozioni, segno di grande umanità e di penna sopraffina. Mi ritengo fortunato a conoscerti, anche se solo “virtualmente”.
Ho tanti altri ricordi, generati dal tipico effetto valanga, che l’esperienza di venerdì ed i vostri contributi mi hanno generato: ma questo non è un topic nostalgia, né la mia autobiografia. Mi fermo qui.

Grazie di nuovo.

Offline carpelo

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Re:Ho cominciato a morire.
« Risposta #31 : Mercoledì 24 Agosto 2011, 17:00:38 »
Grande Giglic, anche io ho un albergo da ricordare!
Non è la stessa cosa, ma il tuo topic mi ha subito spinto ad un ricordo... seppellito. Non rappresenta le tue stesse emozioni, ma appartiene in un certo qual modo anche ad una mia "prima vita".
Vabbè, provo a spiegare.

Quand'ero bambino e vivevo in Puglia, eravamo soliti con i miei genitori fare almeno una partenza l'anno verso le Marche, dove ho tre fantastici cugini e due zii davvero in gamba. Questi viaggi da 450 km lungo l'Adriatica erano davvero devastanti per me e mia sorella bimbetti. Terminata la Puglia, già non ne potevamo più di stare in macchina e attaccavamo con i vari "quanto manca? Siamo arrivati? E ora?". Mio padre e mia madre improvvisavano, ci raccontavano storie, provavano a distrarci in qualsiasi modo. Ma bontà loro, per noi era davvero pesa. Almeno i primissimi tempi.
Un'intuizione di mio padre fece breccia nei nostri animi. Ci fece notare un alto albergo, tra l'autostrada ed il mare. Ci raccontò di esserci anche stato in quell'albergo, da giovane, e ci inventò una serie di storie che ci incuriosirono non poco.
Era un albergo particolare, almeno ai nostri occhi: colorato, molto più alto delle poche abitazioni circostanti, a due passi dal mare. Insomma, entrò nei nostri cuori e da allora divenne un punto di riferimento fondamentale.
In realtà questo albergo si trova a Termoli, quindi si e no a metà del viaggio. Ma per noi, arrivati lì, diventava tutta discesa. L'appuntamento si rinnovava di viaggio in viaggio e ricordo l'impazienza con cui lo aspettavamo e la passione con cui lo guardavamo in quei pochi secondi di visione autostradale. Una volta strappammo anche la promessa, non mantenuta, che un giorno ci saremmo fermati e forse ci avremmo anche dormito, in quel bellissimo albergo!

Poi succede che il tempo passa, cambiano le abitudini, con i miei genitori scegliamo mete più lontane per i nostri viaggi e magari altre strade e l'albergo non lo vediamo più. Poi i viaggi tutti insieme con i mei finiscono, io e mia sorella cresciamo ed iniziamo a viaggiucchiare per fatti nostri.
Infine capita che un giorno, ormai venticinquenne o giù di lì, sono di nuovo in auto sull'Adriatica, ma con amici. Passata Foggia il mio sguardo è concentrato oltre il guard rail, a cercare il famoso albergo.
Ed eccolo finalmente! Ma non è più lo stesso, ormai è un edifico vecchiotto e malridotto. Non fa più neanche da albergo, forse qualcuno lo abita perchè vedo dei panni stesi. Ma onestamente è un po' squalliduccio e la visione mi intristisce un po'.
O è malinconia.

Mi sorse allora una domanda e quest'ultima fa da epitaffio del rapporto con quest'albergo e da incipit all'età adulta.
Chissà se erano stati i miei occhi bambini e l'ansia del mondo da scoprire a rendere quell'albergo affascinante o se non erano, adesso, i miei occhi già presuntuosamente navigati a guardarlo con commiserazione.