Autore Topic: De gli scienziati ed altre cose.  (Letto 6234 volte)

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Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #20 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:11:17 »
Ma le contestazioni a Delio Rossi le hanno dimenticate tutti?
Quando a Cagliari fu costretto, a furor di popolo, a far giocare Zarate che lui non vedeva, non se lo ricorda nessuno?
E i  casini che c'erano nello spogliatoio della Lazio cancellati?
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

Offline Kim Gordon

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #21 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:14:53 »
Kim,
nel gioco del calcio l'obiettivo è quello di vincere le partite.

"Giocare bene", quindi, significa "giocare nel modo che permette di vincere". "Bel gioco" e "ricerca del risultato" sono sinonimi, non possono prescindere l'uno dall'altro.

E ancora: Italia-Germania 4-3 è stata una partita spettacolare ed emozionante, per tifosi e non tifosi. Ma una chiavica, sotto l'aspetto tattico. Lo "spettacolo", molto spesso, viene fuori quando la "ricerca del gioco" lascia spazio alla stanchezza e agli errori.

A calcio si gioca per vincere, non per divertire chi lo guarda.

io capisco quello che dici.
credimi.
ma non sono daccordo.
non solo per una mera questione di principio ma anche vedendo partite di pallone.

abbiamo vinto il mondiale numero quattro attraverso la massima espressione di ciò che sostieni tu.
eppure, stelletta a parte, almanacco a parte, non ha reso nulla. anzi. ha solo ritadato una riflessione in tal senso.
il calcio italiano ha continuato inesorabilmente la sua deriva.
una deriva che è innanzitutto culturale.

dunque, quello che tu affermi è secondo me il risultato di una mentalità, non un cosa oggettiva, come tu provi a farla passare.


p.s. è come se mi dicessi bob, che scopare serve a fare bambini/e. cosa ineccepibile, ma non sufficente.
scopare è tante altre cose.
e una bella scopata, piena di gol e piroette, resta una piacere anche se non nasce nessuno dopo nove mesi.
viceversa un bambino può nascere anche con una terribile.

insomma, secondo me, appiattisci e parecchio la storia. trasmutando il valore di culturale in natutrale.

BobCouto

Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #22 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:16:34 »
Baruch, io sfruttavo il tema per dire che, accanto a critiche sensate, viaggiano un sacco di fesserie.

Ripeto, tanto per dirne una: il fatto che l'allenatore debba convincere l'opinione pubblica che Tizio non debba giocare... facendolo giocare, è totalmente ridicolo.

Perché ha messo il portiere dei Pulcini nel secondo tempo? Beh, dite sempre che per vedere se è uno è bravo lo volete vedere. Sì ma c'hanno fatto sei pere, che non lo vedeva in allenamento che non era adatto? Certo, ma allora vale anche per Cinelli, Tuia, Perpetuini, Cavanda e Ceccarelli.

E vale per Zarate che la storia che da tre anni viene mortificato dagli allenatori ormai fa ride'. Se uno è bravo, viene fuori. A livello tecnico e anche mentale. Se alla prima contrarietà va in depressione, non è adatto alla serie A. Una delle cose sacrosante che ho sentito dire a tanti allenatori è che a 18 anni c'è un sacco di gente tecnicamente pronta per il grande calcio, ma la differenza tra chi sfonda e chi non ce la fa è soprattutto di capoccia.

Offline Frank 73

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #23 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:24:37 »
Carl Lewis era meraviglioso e spettacolare nella corsa, ma lo era principalmente in quanto al fotofinish era il primo ad arrivare.
Era il risultato a renderlo grande, poi, a latere del risultato e ad ingigantirne l'impresa, apprezzavi lo stile, la fluidità, la progressione della corsa.
Ma se arrivava secondo, anche dietro a uno che correva peggio, i titoli e l'ammirazione erano per quell'altro.
A Roma '87 e a Seoul '88, prima dell'analisi delle urine di Ben Johnson, lui (King Carl) era "lo sconfitto". Eppure aveva corso meglio (tecnicamente) di Ben Johnson anche in quelle due occasioni.
Ma in quelle due occasioni, il gesto tecnico di Lewis non era minimamente celebrato nei resoconti dell'evento. Eppure anche il suo risultato cronometrico, al netto di BJ, era eccellente.
Ma aveva perso.

Il Barcellona è grande perché vince. Poi, nella vittoria, ammiriamo la coralità del gioco e le qualità tecniche dei suoi campioni.
Ma è un corollario, perché, come sentivo dire ad un vecchio giornalista qualche anno fà, spesso, nella "dogmaticità" del luogo comune, si confonde il "giocare bene" con il "giocare bello".

Se parliamo di sport, giocare "bene" vuol dire mettere in atto tutte le strategie, potenzialità, azioni utili a vincere la sfida.
L'Inter di Mourinho, con la squadra in dieci e un risultato positivo da difendere a Barcellona nella semifinale di CL 2010, ha giocato "brutto", ma ha giocato "bene" (anzi benissimo).
Il Barcellona, giocando "bello", ma in quella occasione non così "bene", non è riuscito a rimontare.
E dato che è sport e non wrestling, in finale c'è andata meritatamente l'Inter.

Compito di Reja (che è un allenatore di un club sportivo e non di una compagnia teatrale o cinematografica) è quello di far giocare "bene" la Lazio. Se poi, oltre a giocare "bene" (condizione necessaria), riuscirà a giocare pure "bello", tanto di guadagnato.
Ma la Lazio, ripeto, fa sport, non cinema, e tutti gli sforzi negli allenamenti, nella programmazione, nello studio dell'allenatore, nell'impegno degli atleti, devono essere rivolti a giocare "bene".
La Lazio, nella stagione 2010/2011, ha giocato "bene" e "brutto". Ne consegue la promozione "sportiva" a pieni voti per tutti i protagonisti (Reja compreso) e la bocciatura "cinematografica" per gli stessi.
Pazienza. La Lazio fa sport.
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #24 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:28:47 »
Ci sono comunicatori (Melli, Focalari, De Bari ecc.), che massacrano Reja "a prescindere", e costoro fanno opinione.
Loro vorrebbero la cacciata immediata di Reja e il reintegro di Delio Rossi.
Speriamo che Delio riesca a trovare una squadra (strano che il migliore sia disoccuppato), e la Lazio faccia delle ottime prestazioni, così tutta questa storia finisce.
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

Offline Kim Gordon

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #25 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:37:20 »
frank, spiegami l'accezioni di bene per favore.

giocare bene. che significa?


a me colpi una cosa che mi disse un pò di tempo fà un mio amico de quelli dellà.

mi disse, con spalletti mi divertivo, la roma era riconosciuta come una delle squadre con i gioco migliore in europa e questo mi inorgogliva molto.

certo, da tifoso, in termini di vittorie mi sono attaccato al caxxo

poi dopo, con i vari minetrari che l'hanno succeduto, me sò attaccato ar caxxo uguale, mi sono dovuto fare un rinforzo nelle murande sennò le palle me inciampavano sul cavalletto del motorone all'uscita dallo stadio, e in più, in termini di blasone la roma è diventata semplicemente una delle tante squadre che non si risocrda nessuno. come la laZIO, aggiungo io.

l'antitesi fra gioco e risultati è strumentale ad abbassare il livello.

una sola squadra vince, le altre no.
in questi termini chiedo:

visto che noi il campionato lo vinciamo con il caxxo quest'anno che faccio non mi abbono??!

tanto...


BobCouto

Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #26 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:42:52 »
io capisco quello che dici.
credimi.
ma non sono daccordo.
non solo per una mera questione di principio ma anche vedendo partite di pallone.

abbiamo vinto il mondiale numero quattro attraverso la massima espressione di ciò che sostieni tu.
eppure, stelletta a parte, almanacco a parte, non ha reso nulla. anzi. ha solo ritadato una riflessione in tal senso.
il calcio italiano ha continuato inesorabilmente la sua deriva.
una deriva che è innanzitutto culturale.

dunque, quello che tu affermi è secondo me il risultato di una mentalità, non un cosa oggettiva, come tu provi a farla passare.


p.s. è come se mi dicessi bob, che scopare serve a fare bambini/e. cosa ineccepibile, ma non sufficente.
scopare è tante altre cose.
e una bella scopata, piena di gol e piroette, resta una piacere anche se non nasce nessuno dopo nove mesi.
viceversa un bambino può nascere anche con una terribile.

insomma, secondo me, appiattisci e parecchio la storia. trasmutando il valore di culturale in natutrale.

Aspe': i riflessi sociali e culturali - non solo calcistici - delle vicende pallonare a volte sono stati dovuti al "gioco", ma molto spesso il "gioco" non c'entra nulla. Faccio un esempio: nell'82 probabilmente questo Paese era pronto per l'uscita da una certa fase storica e l'ingresso in quella del cosiddetto "edonismo" e del benessere: ma, certamente, la vittoria al Mondiale fu l'elemento che diede il via al processo, e lo accelerò non poco: cambiò totalmente, nell'immaginario collettivo nostrano e in tutto il mondo, la percezione del nome "Italia".
Ma vatti a rivedere le partite... Il "come" fu fondamentale, ma NON per il tipo di "gioco" che si praticava.
Il calcio "parla" al mondo in tanti modi, insomma. Ma soprattutto quando si vince. Entrava quel colpo di testa all'88' col Brasile e tutta la storia sarebbe cambiata. Di quel Mondiale, del nostrano pallone e non solo. Bastava che Zoff arrivasse un decimo di secondo dopo. E' IL GOL (non segnato, in questo caso) la chiave di tutto.

paoletto

Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #27 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:46:59 »
leggerò con attenzione ma c'è una cosa che non mi va giù

prendo spunto da una citazione di Kim Gordon, ma tantissimi esprimo lo stesso concetto sebbena in maniera diversa

IL CALCIO SPARAGNINO HA FATTO IL SUO TEMPO

io mi chiedo e vi chiedo: perchè il calcio di Mourinho che cosa ha insegnato al calcio italiano?
non parlo dell'uomo Mourinho che è un discorso diverso e davvero a certi peracottari di allenatori e giornalisti avrebbe enciclopedie da poter insegnare
ripeto: a livello tattico cosa ha portato di nuovo al nostro sistema questo uomo stravincente?

Offline AlenBoksic

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #28 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:51:20 »
ripeto: a livello tattico cosa ha portato di nuovo al nostro sistema questo uomo stravincente?

Direi moltissimo.
Per la prima volta in vita mia ho visto il Real giocare al Bernabeu con 11 giocatori nella propria metà campo tenendo seduti in panchina: Benzema, Higuain, Adebayor e Kakà.

A proposito di calcio sparagnino: ma di quell'anno che Zoff fece 32 punti in 16 gare con la stessa squadra con cui Zeman ne aveva raccolti la miseria di 23 in 18 ne vogliamo parlare o non fa testo?
Voglio 11 Scaloni

Offline Fulcanelli

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #29 : Martedì 9 Agosto 2011, 11:59:47 »
Di formule di gioco non ne parlo, non ci capisco una mazza. E nemmeno di teorie se valga più il bel gioco o il risultato (ma Zeman qualcosa dovrebbe averlo insegnato, vincendo un kakkio con la squadra più forte del momento, vedasi la leggendaria Tenerife).
Reja per me è semplicemente troppo... timido nei momenti topici della gare, che per osare di più ha bisogno di trovarsi sotto di almeno un gol ecc.
In questo avvio di stagione non fa altro che dichiarare "Sarà difficile ripeterci".
A rigor di logica, i casi sono due: o la società ha comprato giocatori a vanvera, o ha comprato qualche buon giocatore nei ruoli giusti. Nel secondo caso forse Reja avrebbe dovuto dire (pensare) quanto meno "Siamo migliorati, siamo convinti di poter fare di più".
Non è questione di chiacchiere, è questione di una forma mentis che ti porti ad affrontare senza complessi di inferiorità, cercando di vincerli, i derby, le partite con le strisciate e con chi nel momento va per la maggiore.
E non facciamo paragoni con Maestrelli e l'estate del '72. Maestrelli aveva alle spalle 2 seminatori d'oro ed aveva vinto comunque una promozione in A al primo colpo. Neanche i nostalgici di Lorenzo (contestazione strumentale) potevano considerarlo un mestierante.

Offline Frank 73

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #30 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:05:05 »
frank, spiegami l'accezioni di bene per favore.

giocare bene. che significa?


a me colpi una cosa che mi disse un pò di tempo fà un mio amico de quelli dellà.

mi disse, con spalletti mi divertivo, la roma era riconosciuta come una delle squadre con i gioco migliore in europa e questo mi inorgogliva molto.

certo, da tifoso, in termini di vittorie mi sono attaccato al caxxo

poi dopo, con i vari minetrari che l'hanno succeduto, me sò attaccato ar caxxo uguale, mi sono dovuto fare un rinforzo nelle murande sennò le palle me inciampavano sul cavalletto del motorone all'uscita dallo stadio, e in più, in termini di blasone la roma è diventata semplicemente una delle tante squadre che non si risocrda nessuno. come la laZIO, aggiungo io.

l'antitesi fra gioco e risultati è strumentale ad abbassare il livello.

una sola squadra vince, le altre no.
in questi termini chiedo:

visto che noi il campionato lo vinciamo con il caxxo quest'anno che faccio non mi abbono??!

tanto...
frank, spiegami l'accezioni di bene per favore.

giocare bene. che significa?


a me colpi una cosa che mi disse un pò di tempo fà un mio amico de quelli dellà.

mi disse, con spalletti mi divertivo, la roma era riconosciuta come una delle squadre con i gioco migliore in europa e questo mi inorgogliva molto.

certo, da tifoso, in termini di vittorie mi sono attaccato al caxxo

poi dopo, con i vari minetrari che l'hanno succeduto, me sò attaccato ar caxxo uguale, mi sono dovuto fare un rinforzo nelle murande sennò le palle me inciampavano sul cavalletto del motorone all'uscita dallo stadio, e in più, in termini di blasone la roma è diventata semplicemente una delle tante squadre che non si risocrda nessuno. come la laZIO, aggiungo io.

l'antitesi fra gioco e risultati è strumentale ad abbassare il livello.

una sola squadra vince, le altre no.
in questi termini chiedo:

visto che noi il campionato lo vinciamo con il caxxo quest'anno che faccio non mi abbono??!

tanto...



Premetto che il mio è un discorso teorico, non tecnico. Non mi ritengo un tecnico di calcio, pur avendo visto allo stadio tutte le partite della Lazio degli ultimi venticinque anni. Solo che, coinvolto nella tensione della partita (il risultato...), di schemi, sovrapposizioni, diagonali e tutto il resto neanche me ne accorgo e neanche ne capisco tanto.
Giocare bene lo associo a "lavorare bene", giocare bello a "mostrare il proprio lavoro".
Lavorare bene vuol dire raggiungere in modo efficace ed efficiente il risultato per cui si viene pagati, mentre magari si può lavorare in modo molto appariscente ma sprecando risorse e/o non raggiungendo il risultato per il quale siamo retribuiti.
Fuor di metafora, se, per esempio, giocare bello vuol dire proporre un gioco offensivo, ma, per esempio, i calciatori di cui disponi non sono adatti a questa strategia, paradossalmente (ma neanche tanto) stai giocando male, anche se in modo bello.
Vedrai partite bellissime da spellarti le mani, ma altrettanti se non più rovesci.
Se gli stessi calciatori, con una strategia meno appariscente (gioco cosiddetto "brutto") ma più funzionale (giocare bene), ottengono risultati migliori, è obbligatorio farli giocare brutto...

Poi per carità, può dipendere da incapacità dell'allenatore (il Reja della situazione), che, in teoria, poteva giocare "bene" e "bello" insieme. Ma, dato che il risultato lo ha raggiunto (anzi, date le previsioni di inizio stagione, è andato pure oltre), è pressoché oggettivo che abbia giocato "bene".
Che abbia giocato brutto e che poteva giocare meglio, e che quindi quel bene non fosse il massimo, è una opinione soggettiva, magari fondatissima. Ma un'opinione.

Quanto a quelli de là, con Spalletti si divertivano... ma se San Pazzini (e mi tremano le mani solo al pensiero...) avesse preso un giorno di ferie non credo avrebbero ricordato l'ultimo quinquennio per le imprese di Spalletti...
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Offline AlenBoksic

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #31 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:08:08 »
Non è questione di chiacchiere, è questione di una forma mentis che ti porti ad affrontare senza complessi di inferiorità, cercando di vincerli, i derby, le partite con le strisciate e con chi nel momento va per la maggiore.

Seguendo il discorso della forma mentis col vincere e vinceremo avremmo dovuto spezzare le reni alla Grecia e Zeman avrebbe dovuto afre tutti a polpette.
Detto ciò Reja ha giocato tre volte consecutive col merdlan senza mai perdere, che è un record negli ultimi 20 anni, ed ha rifilato un 3 1 all'inter che non si vedeva da 10 anni.
Il tutto a non considerare che in campo ci vanno i giocatori e l'innesto di Klose Cissè Cana dovrebbe colmare lo storico gap di personalità che attanagliava al squadra.
Voglio 11 Scaloni

Offline Frank 73

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« Risposta #32 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:09:43 »
leggerò con attenzione ma c'è una cosa che non mi va giù

prendo spunto da una citazione di Kim Gordon, ma tantissimi esprimo lo stesso concetto sebbena in maniera diversa

IL CALCIO SPARAGNINO HA FATTO IL SUO TEMPO

io mi chiedo e vi chiedo: perchè il calcio di Mourinho che cosa ha insegnato al calcio italiano?
non parlo dell'uomo Mourinho che è un discorso diverso e davvero a certi peracottari di allenatori e giornalisti avrebbe enciclopedie da poter insegnare
ripeto: a livello tattico cosa ha portato di nuovo al nostro sistema questo uomo stravincente?

Non è stato ingaggiato dall'Inter per insegnare al calcio italiano, né per portare qualcosa di nuovo al nostro sistema.
Altrimenti lo avrebbe dovuto retribuire la FIGC, non l'Inter.
E' stato ingaggiato dall'Inter per riuscire dove avevano fallito Lippi e tanti altri grandi allenatori, tranne, in campo nazionale, Mancini.
Vincere in Italia e in Europa.
E lo ha fatto.
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Offline Kim Gordon

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #33 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:18:11 »
Aspe': i riflessi sociali e culturali - non solo calcistici - delle vicende pallonare a volte sono stati dovuti al "gioco", ma molto spesso il "gioco" non c'entra nulla. Faccio un esempio: nell'82 probabilmente questo Paese era pronto per l'uscita da una certa fase storica e l'ingresso in quella del cosiddetto "edonismo" e del benessere: ma, certamente, la vittoria al Mondiale fu l'elemento che diede il via al processo, e lo accelerò non poco: cambiò totalmente, nell'immaginario collettivo nostrano e in tutto il mondo, la percezione del nome "Italia".
Ma vatti a rivedere le partite... Il "come" fu fondamentale, ma NON per il tipo di "gioco" che si praticava.
Il calcio "parla" al mondo in tanti modi, insomma. Ma soprattutto quando si vince. Entrava quel colpo di testa all'88' col Brasile e tutta la storia sarebbe cambiata. Di quel Mondiale, del nostrano pallone e non solo. Bastava che Zoff arrivasse un decimo di secondo dopo. E' IL GOL (non segnato, in questo caso) la chiave di tutto.


ciò che sostieni tra le righe di questo intervento è "datato" corentemente all'esempio che proponi.

il Calcio, e non per colpa mia, anzi, ci tengo a precisarlo per bene, non è quello dell'82.

nell'ottantadue, per come era vissuto il calcio, la partita era un mero passaggio di un momento più ampio.

lo stadio era un luogo, la gente andava tempo prima, per molti un occasione per stare con il proprio padre che non si vedeva mai, oppure stare con i propri amici, circolavano elementi, utensili, come boccioni di vino, striscioni, che rendevano l'espreienza ampia.

all'interno di questa esperienza ci stà che la partita in sè fosse quasi, soltanto una scusa, e che se il calcio fosse bello o meno non interessava a nessuno. a pochi.

il resto era stare insieme, gioire insieme, passare alla fine dei conti almeno 5-6 ore in compagnia uniti sotto i colori dellastessa parrocchia.

semplice semplice.

poi, una serie di scelte, ha fatto si che quel Calcio morisse. e ne nascesse uno nuovo, conforme alle nuove eseginze economiche di chi su questo sport vuole fare profitti.

e così il racconto è cambiato.

oggi allo stadio ci si và in maniera differente.
ci si và come si va al cinema. magari insieme ad amici, al padre, ma in quel modo.
c'è la televisione inoltre che porta il calcio a casa tua, senza bisogno che perdi altro tempo, confinando ancor di più l'esperienza nel privato.

dunque: la partita non è più un momento di un esperienza più ampia.
               ma è il momento, il fine, ultimo ed unico, che circoscrive e definisce questa esperinza.

in questo nuovo concetto, idea, di football moderno, giocare a pallone è importante almeno quanto lo è la qualità del film che vai a vedere.

se io devo prendere il motorino per andare allo stadio, ammesso che ho sottoscritto una carta di credito (gulp), superare tre filtri tipo ceck-point israeliano, perdere progressivamente ogni accendino, inisme alla speranza di portare uno striscione che dica una cosa che non sia Forza LAzio, nascondere nelle mutande il fumo, spendere 7 euro per una birra aacquosa, mettermi seduto composto, al mio posto, sennò me bevono, quindi, a valle di tutto questo scomodo mi siedo scomodo, e rivolto al campo, senza voltarmi mai, con la bontà che si vorrebbe da ogni cittadino civile, vedo una partita che fà schifo...

...ti chiedo: che ce vado a fà??

e ti chiedo: che me la vedo a fà in tv?

insomma, indosso per una volta, non succedrerà mai più, i panni del difensore della LAzio.

in questo Nuovo Calcio, le squadre sono un brand, se volete che il brand che tifate sia "vincente" il modello è l'Arsenal (che non vince un caxxo da anni e anni...) il Barcellona, la roma di Spalletti, il Porto di Villas Boas.

e non la LAzio di Reja.


paoletto

Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #34 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:18:50 »
che c'entra? mi rispondi provocando su un tema che non c'entra nulla nella discussione e per la precisione non sono un contestatore di Mourinho, anzi!!!

dico solo che l'Inter vista a Barcellona in semifinale mi ricorda la Lazio vista a S.Siro contro il Milan

la differenza sostanziale consegnata alla storia però è che Reja è un minestraro, Mourinho un innovatore



Offline Kim Gordon

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #35 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:26:16 »
che c'entra? mi rispondi provocando su un tema che non c'entra nulla nella discussione e per la precisione non sono un contestatore di Mourinho, anzi!!!

dico solo che l'Inter vista a Barcellona in semifinale mi ricorda la Lazio vista a S.Siro contro il Milan

la differenza sostanziale consegnata alla storia però è che Reja è un minestraro, Mourinho un innovatore

maorinho in Italia, dove io ho visto con i miei occhi il calcio che proponeva, è stato un minetreraro.
Innovatore lo è stato per il modo di intendere la sua professione.
per essere stato il primo vero: attore in panchina.
lo showm man.

ma a calcio ci gioca bene il barcellona. non il real madrid.

paoletto

Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #36 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:39:47 »
maorinho in Italia, dove io ho visto con i miei occhi il calcio che proponeva, è stato un minetreraro.
Innovatore lo è stato per il modo di intendere la sua professione.
per essere stato il primo vero: attore in panchina.
lo showm man.

ma a calcio ci gioca bene il barcellona. non il real madrid.
allora siamo d'accordo
però mi dico che forse questa tua affermazione (IL CALCIO SPARAGNINO HA FATTO IL SUO TEMPO) non è coerente;  con la realtà dei fatti;

perchè con il calcio sparagnino ancora si vince nel mondo

Offline robylele

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #37 : Martedì 9 Agosto 2011, 12:52:19 »
a me piace fare punti, fumare lontano dalle persone che potrebbero infastidirsi, la birra allo stadio non la compro perché devo rimanere sobrio, soprattutto se vado in moto.

i tornelli li passo in pochi secondi, non mi danno fastidio. Al contrario mi infastidisce Sacchi, che in maniera logorroica, ripete da 20 anni gli stessi concetti 'culturali' senza mai uno spunto di novità.

infine mi piace essere tifoso di una squadra 4 volte campione del mondo, sono fatto così, mi piace andare controcorrente.

però se voglio andare al cinema vado al cinema.
'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline Kim Gordon

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Re:De gli scienziati ed altre cose.
« Risposta #38 : Martedì 9 Agosto 2011, 13:06:19 »
a me piace fare punti, fumare lontano dalle persone che potrebbero infastidirsi, la birra allo stadio non la compro perché devo rimanere sobrio, soprattutto se vado in moto.

i tornelli li passo in pochi secondi, non mi danno fastidio. Al contrario mi infastidisce Sacchi, che in maniera logorroica, ripete da 20 anni gli stessi concetti 'culturali' senza mai uno spunto di novità.

infine mi piace essere tifoso di una squadra 4 volte campione del mondo, sono fatto così, mi piace andare controcorrente.

però se voglio andare al cinema vado al cinema.
ot
ciao roby, ti aspettavo. siamo contenti che ci racconti cosa ti piace e cosa no, davvero molto.
ma ciò di per se non ti dà il permesso per dire ciò che vuoi.

tu controcorrente non sai neanche che significa.
a meno la corrente sia indentificata con me.
(te piacerebbe)

e lo sai perchè??

perchè la tua posizione, senza l'interlocutore di turno, non esiste più.

te sei controposizione....insomma, mainstream puro.

eot


Offline Frank 73

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« Risposta #39 : Martedì 9 Agosto 2011, 13:23:38 »
maorinho in Italia, dove io ho visto con i miei occhi il calcio che proponeva, è stato un minetreraro.
Innovatore lo è stato per il modo di intendere la sua professione.
per essere stato il primo vero: attore in panchina.
lo showm man.

ma a calcio ci gioca bene il barcellona. non il real madrid.

E infatti vince il Barcellona. Perché gioca bene come aveva giocato bene l'Inter l'anno prima.
Il Barcellona, in più, gioca pure bello, mentre quell'Inter giocava brutto.
Ma quando il Barcellona ha giocato solo bello, e non bene, la brutta Inter, giocando bene, ha avuto la meglio.

Per giocare "bene" intendo il compimento di azioni, attività, strategie efficaci ed idonee al raggiungimento del risultato sportivo (a seconda delle circostanze, può essere un assalto all'arma bianca o un catenaccio biblico).

Per "bello" intendo il gioco "propositivo", indicato come quello più spettacolare e indice di una mentalità e cultura calcistica superiore.
Concordo con questa veduta romantica, cui idealmente mi associo, ma non condivido il fatto che sia la scelta migliore per qualsiasi circostanza, situazione di gioco, condizioni della sfida, dell'avversario, dell'ambiente.

Se, a giudizio di Reja per esempio, il gioco "propositivo" non era adatto alla squadra di cui disponeva l'anno scorso, magari per le caratteristiche dei suoi difensori poco inclini all'offesa e magari debole se lasciata esposta da un centrocampo più propositivo e meno contenitivo, magari per quelle dei suoi attaccanti poco abili in fase realizzativa e poco adatti a concretizzare un gioco propositivo (non lo so se è così, faccio l'ipotesi di uno che ci capisce poco come me), mentre il gioco di "contenimento", irrobustendo e valorizzando quel tipo di difesa e limitando per questa via la poca capacità realizzativa del proprio attacco, ne patrimonializzava in pieno il golletto magari casuale, credo che la scelta per la seconda stategia possa essere giudicata giusta.

In quanto attestata dai risultati, che hanno sancito il netto miglioramento in termini di punti della Lazio rispetto alla stagione precedente e un rendimento superiore alle attese.
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)