E' fatta: La Salernitana a Lotito e Mezzaroma

[Sick Boy]

E' un'operazione che dal punto di vista sportivo non mi piace molto, soprattutto considerando le implicazioni future, visto che ora come ora può essere addirittura un ottimo modo per valorizzare i giovani in orbita Lazio (non per niente, mezza Primavera andrà lì). C'è anche da dire che operazioni del genere, vedi Pozzo in Spagna, in piazze meno insofferenti sono viste senza sospetto. Da quello che so, è la famiglia Mezzaroma a metterci le risorse (spinta in primis da Mara Carfagna, salernitana purosangue e moglie di Marco Mezzaroma, che si è impegnata per tenere vivo il calcio sul territorio), mentre a Lotito è stata richiesta la "managerialità". Nel caso il progetto decollasse, probabilmente andrebbe avanti con le sue gambe (come sottolineato anche da Lotito in conferenza stampa) e la proprietà resterebbe dei Mezzaroma.

[zorba]

Sentiremo ben presto i tifosi campani levare alto il grido di dolore: "Sto piezz'e m...... di Lotito; c'ha tolto puro la salernitanità!!!!!!"

 

[ammiraglio]

pozzo ha un club in serie a in spagna (il granada) e non tra i dilettanti: diciamo che c'è una grossa differenza di fondo anche per i risvolti economici.
poi c'è il lugano della famiglia preziosi e qua siamo di fronte ad un altro posizionamento di mktg.

ad es. alla salernitana un giocatore può guadagare 25mila euro lorde al massimo perchè così reciterebbero i regolamenti.
la lazio per mandare lì alcuni di questi giocatori dovrà contribuire ad ... oliare.

[aquilafelyx]

più che olio serviranno i premi promozione , un primavera di serie b può guadagnare anche 40.000 lordi ( spesso non glieli danno però )

[WombyZoof]

Sentiremo ben presto i tifosi campani levare alto il grido di dolore: "Sto piezz'e m...... di Lotito; c'ha tolto puro la salernitanità!!!!!!"

 

la cosa buffa  è che girando tra qualche chat e forum della salernitana, ci trovi alcuni laziali antilotitiani che ne dicono peste e corna con i soliti argomenti triti e ritriti, e i salernitani che replicano:
"ma se vi ha tolto dalla merda, portato in alta classifica e fatto grandi acquisti...   vuole fare la cittadella dello sport? e che c'è di male, tutti i presidenti cercano di fare soldi.  se volete vi diamo Lombardi (il loro ex presidente)" 

più che altro la critica salernitana verte sul nome e i colori, per ora proprietà della vecchia gestione.

[BobLovati]

pozzo ha un club in serie a in spagna (il granada) e non tra i dilettanti: diciamo che c'è una grossa differenza di fondo anche per i risvolti economici.

vero Anto´, ma credo che il Granada si sia riaffacciato in serie A proprio grazie alle iniezioni di liquido (€) e giocatori in prestito dal mondo Udinese.

vedere il link:  http://www.granadacf.es/index.php?seccion=club

Per vostra info la 1ª div.on è la nostra serie A, la 2ª A la B e la 2ª B la C.
Per cui non erano in A dal campionato 1973-74, per cui è si un club di A, ma da pochi minuti   

[zorba]

[POMATA]

Vojo un topic perenne che segua le gesta della Salerno Calcio

[bak]

ghe pensi mi [cit]

[zorba]

(L'Espresso in edicola questa settimana)

Carfagna ha fatto gol

(di Malcom Pagani)

La Salernitana aveva 92 anni. Era nata nel 1919, dato i natali a gente come Ciro Ferrara, Walter Zenga, Gennaro Gattuso e Marco Di Vaio, visto agitarsi in panchina Zdenek Zeman e Delio Rossi. È morta a metà luglio, a poche settimane dalla sconfitta nello spareggio con il Verona per la promozione in serie B, a causa di mancate fidejussioni, assegni scoperti e casse vuote. Accade ogni giorno, in Campania, dove la disoccupazione cresce a ritmo greco e anche uno degli storici sponsor della Salernitana che fu, il Pastificio Antonio Amato, ha chiuso i battenti per motivazioni non dissimili dopo 140 anni di trafilature e spaghetti. La nuova creatura calcistica, la Salerno Calcio, ha scatenato comunque robusti appetiti. Brame che dopo ogni serrata pallonara, da Firenze a Napoli passando per Torino, vedono agitarsi imprenditori legati a filo doppio con la politica.
Sarà anche vero che ogni laziale, come gli spiegò Cesare Previti, si senta tale «per un patto d’onore con Dio», ma a Claudio Lotito, spostarsi a sud di Roma, non pare una bestemmia. Così sulle spoglie ancora calde di una società calcistica fallita e cancellata dalle mappe nazionali è planato in Campania, ha vinto la gara d’appalto del Comune (in corsa c’erano anche i catanesi di Pietro Lo Monaco) e in pochi giorni ha confezionato il proprio sogno di mezza estate. Un regalo di nozze a Mara Carfagna e a suo marito, il costruttore Marco Mezzaroma. Una squadra di calcio che è soprattutto un affare. Elettoralmente trasversale. I tifosi votano e nell’avamposto in cui settant’anni fa Palmiro Togliatti immaginò la svolta, rappresentano una realtà che conta decine di migliaia di persone e produce consenso da monetizzare, fuori e dentro le urne. Salerno è la base da cui Mara, la figlia di Sasà il preside e di Angela l’insegnante, si issò dalla “Domenica del villaggio” di Davide Mengacci alle vette del Parlamento italiano, ma è anche la città dove governa (meglio sarebbe dire comanda con percentuali utzbeke) il Chávez della Campania, Vincenzo De Luca, “Viciè” per gli amici, “De Lucra” per i (tanti) nemici. Sindaco poliedrico dal 2006, sedicente filosofo, cultore di Bacone e tante, tantissime altre cose. Mancato presidente della Regione sconfitto da Caldoro nel 2010, spietato avversario del bassolinismo per ruggini personali legate al Pci napoletano della metà dei Settanta, uomo con altissima opinione di se stesso che dotò i vigili urbani di spray rticante, pensò di mettere le sue ceneri al centro di una piazza sul lungomare e volò (senza successo) negli States per convincere l’architetto del Guggenheim di Bilbao a ragionare sul termovalorizzatore di Salerno. Il progetto stavolta è più ambizioso. Un governissimo del calcio locale, con i forestieri alla porta e De Luca in veste di garante con parole come «onore» e «rispetto» ripetute come un mantra ai nuovi arrivati in una commistione di lungimirante prudenza, furbizia e presidio del territorio.
La Salerno Calcio riparte dalla serie D, dove il pallone non era mai rotolato, ma come dice Viciè: «Ha grandi prospettive a livello nazionale perché Lotito e Mezzaroma sono certezze assolute in campo imprenditoriale e non vorranno certo fare brutte figure». Dei Mezzaroma, Lotito è cognato. Dei meccanismi del calcio, dopo qualche anno di rodaggio, piazzate televisive, moralizzazioni a senso unico e citazioni in bilico tra romanesco e latino, fratello. Esagerare gli piace e l’idea di essere profeta al di fuori dei propri confini, lo entusiasma. A Roma, dopo aver subìto ricatti estorsivi e contestazioni, deve girare con la scorta. La curva Nord dello Stadio Olimpico lo detesta. I soprannomi da “Lotirchio” a “Lotutto” si sprecano. Duecentosettanta chilometri a sudovest, Lotito Claudio respira. Osserva l’orizzonte, sogna di ricominciare, prepara forse quel futuro in politica che già qualche anno fa si era ritagliato a mezzo stampa: «Se mi danno l’Alitalia, in cinque anni la rimetto in sesto. Se divento presidente del Consiglio poi, in dieci anni risolvo ogni problema». Conseguente ai precedenti, Lotito ha dettato le tavole. Alla Salerno calcio ha garantito una tv tematica, un giornale dedicato al progetto, qualche prestito giovanile dalla Lazio (tra i dilettanti quattro undicesimi della squadra devono essere minorenni), un centro sportivo all’avanguardia, un nuovo campo in erba sintetica che faccia dimenticare la brulla terra del vecchio Volpe e l’albergo per il ritiro, nel viterbese. Ha poi convocato direttore sportivo e allenatore (Carlo Perrone e l’omonimo Susini) assicurando però, prima ancora che glielo chiedessero, che la Salerno calcio non sarà una succursale della Lazio. Ha sovrastato in personalità il giovane Mezzaroma diradando definitivamente i dubbi su chi realmente guiderà la barca tra i marosi che insieme alle tempeste si annunciano all’orizzonte. De Luca ha ricambiato promettendo massima autonomia alla strana coppia, ma nel farlo (in un crescendo dialettico che gli è proprio che si discuta di bandiere o discariche) ha polemizzato con una parte dei tifosi. Delusi dalla perdita dello storico simbolo (l’Ippocampo) e dei colori sociali (il granata sostituito dall’azzurro-granata), gli ultras minacciano di disertare lo stadio. «Polemiche provinciali. Piccinerie cafone», le ha definite il sindaco senza l’ombra di un sorriso in conferenza stampa, per poi bollare gli scettici con l’anatema e deformare l’italiano allo scopo: «Abbiamo un 5 per cento di sostenitori che sono inceppati con il cervello. Puoi spiegare per cento volte che è la legge a obbligarci a non usare denominazione e marchio di una società esclusa dalla Federazione, ma quelli non ascoltano. Gli manderò un cavalluccio a dondolo. Abbiamo altre priorità, ma qualcuno si preoccupa di imbecillità varie e assortite». I simboli di proprietà di una società dell’ex presidente in fuga, Antonio Lombardi, valgono quasi mezzo milione di euro. Con un equilibrismo in bilico tra il cavillo e l’inventiva campana si potrebbero persino recuperare, ma il desiderio di De Luca e degli uomini su cui il suo Comune ha puntato senza esitazioni, è dare un taglio netto al passato e occuparsi di ricostruire dalle fondamenta.
Il polemismo di De Luca ha provocato reazioni. Wild Group, Blocco 88 East Side, Granata South Force e altri gruppi organizzati di una curva che, anche in terza serie, garantiva incassi da serie A di medio livello, l’hanno presa male. Gruppi su Facebook, altri insulti al primo cittadino, annunciati boicottaggi in massa: «Non tiferemo, né riconosceremo alcuna legittimità a una squadra che con la gloriosa Salernitana nulla c’entra». Un caos che forse toccherà dirimere al ministro delle Pari opportunità che quella curva, nell’adolescenza, assicurano, frequentava. Se Lotito infatti figurerà solo come consulente e la Salerno Calcio avrà nella Morgenstern srl di Gianni Mezzaroma (Parioli, Roma) il suo generoso sportello bancario, ’A presidentessa non diserterà la tribuna. Ci andrà con Marco, il rampollo di una dinastia che nello sport più amato (dalla Roma preistorica del post Ciarrapico al Siena del cugino del signor Carfagna, Massimo) ha sempre tenuto un piede e mezzo. Meglio dentro che fuori. Le partite, anche in politica, durano sempre più di 90 minuti.

[MagoMerlino]

Novità su questa interessante iniziativa?
La Lazio è riuscita a mandare a Salerno i giocatori che aveva previsto o i regolamenti hanno già fatto arenare anche questa soluzione?

[ammiraglio]

Novità su questa interessante iniziativa?
La Lazio è riuscita a mandare a Salerno i giocatori che aveva previsto o i regolamenti hanno già fatto arenare anche questa soluzione?

a salerno andranno meno giocatori di quanto ipotizzato fino a due settimane fa quando qualcuno addirittura si era sbilanciato parlando dello sbarco in campania di una mezza primavera.
i ragazzi con contratti professionistici hanno giustamente qualche timore a firmare con un club di serie d, dovendosi tra l'altro contenere nelle richieste economiche.
meglio a questo punto un'avventura in lega pro, aspettando il prox anno la salernitana nelle stessa categoria.

aggiungi che alcuni dei ragazzi sono legati alla lazio per il discorso della famosa lista  uefa (crescenzi, zampa, ceccarelli e berardi) et voilà ...
paradossalmente le risultanze sono un punto a favore dei lotito che, di fatto, almeno da un punto di vista dei giocatori, non ha invaso una piazza che cmq ha ancora un piccolo patrimonio di under del proprio vivaio a disposizione.

[MagoMerlino]

In effetti la Lazio più che verso Salerno, sembra più attiva sul fronte Pergocrema, dove il nuovo presidente è Laziale, inteso almeno regionalmente, visto che è di Terracina e tra i soci c'è il padrone dell'Hotel di Auronzo dove va in ritiro la Lazio.

[Er Matador]

(L'Espresso in edicola questa settimana)

Carfagna ha fatto gol

(di Malcom Pagani)

La Salernitana aveva 92 anni. Era nata nel 1919, dato i natali a gente come Ciro Ferrara, Walter Zenga, Gennaro Gattuso e Marco Di Vaio, visto agitarsi in panchina Zdenek Zeman e Delio Rossi.

A parte il fatto che la società era stata rifondata nel 2005 tramite il Lodo Petrucci, e quindi è lecito dubitare della piena continuità giuridica col sodalizio fondato nel 1919, qualcuno ha notizia del Ciro Ferrara più famoso con la maglia granata?
A me risulta che da quelle parti sia passato un suo omonimo, arrivato in serie B col Palermo (formava una discreta coppia centrale con Biffi, leader della difesa rosanero per un decennio) e al debutto in A proprio con la Salernitana, ma senza andare oltre.
Se ipotizzo che l'autore dell'articolo abbia sparato un nome ad effetto senza documentarsi a dovere, vado molto lontano dalla verità?

[POMATA]

Ammazza, pure la vecchia salernitana è nata prima de loro

[zorba]

Calcio - Lega Pro, Serie D - Serie D

Il Salerno blaugrana di Lotito e Mezzaroma va ko al debutto

Tempi regolamentari 0 a 0.

1 a 3 dopo i calci di rigore.

[bak]

In effetti la Lazio più che verso Salerno, sembra più attiva sul fronte Pergocrema, dove il nuovo presidente è Laziale, inteso almeno regionalmente, visto che è di Terracina e tra i soci c'è il padrone dell'Hotel di Auronzo dove va in ritiro la Lazio.

Terribile l'inizio del Pergo in Coppa Italia semipro. Tre partite, zero punti, scanizze a go-gò.
Ieri 4-1 a Montichiari. Ma sti gggiovani ?

[SAV]

Terribile l'inizio del Pergo in Coppa Italia semipro. Tre partite, zero punti, scanizze a go-gò.
Ieri 4-1 a Montichiari. Ma sti gggiovani ?

Ci vorrebbe la cura Makinwa... 

[MagoMerlino]

Terribile l'inizio del Pergo in Coppa Italia semipro. Tre partite, zero punti, scanizze a go-gò.
Ieri 4-1 a Montichiari. Ma sti gggiovani ?

è colpa dell'allenatore....

[Il lodolaio]

Terribile l'inizio del Pergo in Coppa Italia semipro. Tre partite, zero punti, scanizze a go-gò.
Ieri 4-1 a Montichiari. Ma sti gggiovani ?

http://www.cremonaonline.it/sport/calcio/pergocrema/i-coppa-italia-i-montichiari-pergo-4-1-1.125844

La formazione del Pergocrema:

Bossi (1’st De Santis); Feher, Bonetti; Trovò, Gritti, Maffei 27’st Avallone); Cirlincione, Aresi, Pezzotta (21’st Perrone), Angiulli, Mammetti. (Romano, Gallarini, Parati, Papa). All. Rossi.