Autore Topic: Seria e pacata riflessione sul giornalismo sportivo italiano  (Letto 1629 volte)

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Offline borges

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Seria e pacata riflessione sul giornalismo sportivo italiano
« : Lunedì 26 Aprile 2010, 21:53:30 »
Ma se non escono dalle radio riomaniste non ne assumente neppure io in redazione?
pure carina scrive su un giornale......
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Offline Tarallo

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Re:Seria e pacata riflessione sul giornalismo sportivo italiano
« Risposta #1 : Lunedì 26 Aprile 2010, 21:56:45 »
Eh?

Offline Vavra

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Re:Seria e pacata riflessione sul giornalismo sportivo italiano
« Risposta #2 : Lunedì 26 Aprile 2010, 22:00:51 »
quante lettere?

Offline borges

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Re:Seria e pacata riflessione sul giornalismo sportivo italiano
« Risposta #3 : Lunedì 26 Aprile 2010, 22:09:59 »
vedansi ilmessaggero
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Offline Centurio

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Re:Seria e pacata riflessione sul giornalismo sportivo italiano
« Risposta #4 : Lunedì 26 Aprile 2010, 22:13:20 »
non ci credo.
sine pennis volare haud facile est

Offline borges

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Re:Seria e pacata riflessione sul giornalismo sportivo italiano
« Risposta #5 : Lunedì 26 Aprile 2010, 22:16:00 »
non ci credo.



Roma, Vucinic mai così decisivo
Piace a tutti, ma resterà giallorosso
 
                       
 
 di Stefano Carina
ROMA (6 aprile) - Mai così decisivo. Con la rete di Bari, Mirko Vucinic raggiunge quota quindici gol in stagione. Dieci in campionato, tre in Europa League, due in coppa Italia, che sommati lo lanciano all’inseguimento del record personale in giallorosso (17, ottenuto nella passata stagione) e di quello assoluto, stabilito a Lecce (22) nel 2004-05.

Reti pesanti quelle del montenegrino, a partire dal 2-1 col Bologna, passando per il pari di Milano (1-1) con l’Inter, la vittoria a Bergamo (1-2) con l’Atalanta, a Firenze (0-1) con la Fiorentina, all’Olimpico (1-0) col Catania, senza contare la rete al San Paolo (2-2) col Napoli, la tripletta contro l’Udinese (4-2) e l’ultima perla di Bari. Dieci gol che hanno portato nelle casse della Roma 15 punti in classifica (dati la roma.it). La media di Mirko, in campionato, è pari a un gol ogni 219 minuti (poco meno di due partite e mezzo). Ci sono poi gli assist vincenti che ha servito: sinora sono ben 4 (a Cassetti nel derby, e tre - a Perrotta e a Toni per due volte - durante Roma-Genoa, finita 3-0 per i giallorossi). Roba da stropicciarsi gli occhi, soprattutto pensando più o meno ad un girone fa quando la sua rete del provvisorio pareggio contro il Bologna gli valse una sonora fischiata da parte della Curva Sud. Era il primo novembre dello scorso anno, giorno dell’inizio della serie, ancora in corso, di 22 risultati utili consecutivi di De Rossi e compagni.

Come cambiano i tempi: in questi cinque mesi Vucinic ha riconquistato tutti, cominciando a segnare con regolarità e attirando su di sé le attenzioni di mezza Europa. Emissari delle maggiori squadre inglesi (Chelsea, Manchester United, Arsenal) e spagnole (Real Madrid e Barcellona) sono oramai di casa quando la Roma gioca all’Olimpico. In realtà Rosella Sensi ha già ricevuto una proposta concreta, portata avanti da Mancini con il suo Manchester City: 26 milioni cash per far trasferire Mirko dal prossimo anno in Premier League. A Trigoria hanno ascoltato ma declinato l’offerta: «Vucinic non è sul mercato». Una replica chiara e diretta per buona pace di tutti. Del resto il montenegrino, con il passare delle domeniche è diventato fondamentale negli schemi di Ranieri: «E’ un attaccante di grande livello tecnico – ha spiegato nei giorni scorsi il tecnico - che può esprimersi molto bene anche sulla fascia sinistra perché magari perde il 10% a livello individuale, ma ti può dare un 40% in più per la squadra».

Una risposta in anticipo a chi, con il ritorno di Totti (e considerato Toni inamovibile) pensava che dovesse essere proprio lui il sacrificato nello scacchiere giallorosso. Nulla di tutto ciò: in questo rush finale la Roma giocherà con le tre punte (come dimostrano le ultime quattro gare) e Vucinic sarà una delle pedine fondamentali. Anche perché Mirko ha già dimostrato di saper giocare ovunque: che sia da prima o seconda punta non fa differenza. Come accadeva con Spalletti, può essere impiegato anche da attaccante esterno. Lo ha dimostrato ancora una volta a Bari. Tutte le attenzioni erano per il To-To? Meglio così: con un taglio preciso ha sfruttato l’assist di Toni e siglato il gol vittoria che permette ai giallorossi di continuare la corsa scudetto. Lo stesso che due anni fa sfiorò a Catania sempre grazie ad una sua rete. Un’illusione naufragata con la doppietta di Ibrahimovic a Parma. Ora Vucinic ci vuole riprovare. Con un sorriso e una certezza in più: da qualche settimana, infatti, ha saputo che diventerà papà a ottobre. Ma la canzoncina davanti alla telecamera, sabato scorso dopo il gol, non è la prima ninna nanna. E’ lo sfottò in dialetto leccese ai tifosi del Bari, motivetto che in queste ore impazza sul web.

 
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