Autore Topic: Il pallone in fumo del Flaco Menotti "Hanno rubato il calcio alla gente"  (Letto 772 volte)

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Offline AlenBoksic

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  • Belgrado: se non la ami, non ci sei mai stato
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BUENOS AIRES - L'appuntamento è nell'ufficio in centro. Fa freddo. César Luis Menotti si scusa: "S'è rotto il riscaldamento, devo comprare una stufa, sto gelando". Sotto il vetro del tavolo, foto dei figli. Sopra, una pila di libri: Eladia Blázquez, Vázquez Montalbán, Tejeda... Un posacenere pulito ricorda che un po' di tempo fa la chiacchierata si sarebbe riempita di fumo.

Come va dopo aver smesso?
"Male. Mi dissero: "Il primo mese è duro, poi...". I medici insistono per renderci la vita più lunga e meno gradevole. I chirurghi sono i peggiori. Ora hanno una macchinetta, pim pim e ti operano. Non lasciano neppure sangue sul bisturi".

Come andò la sua operazione?
"Dissi al medico: "Faccia lei, io so di calcio, mica di polmoni". Mi impose di non fumare per avere vita normale. Normale per chi? La sigaretta è una compagna. Devo pensare che la compagna è morta. Mi piace quando mi sbuffano il fumo in faccia. Lo cerco alle porte dei ristoranti. Ieri un signore accende e fa: "Esco". Gli ho risposto: "Macché, stia più vicino"".

Anche dal calcio si sta allontanando?
"La Spagna mi ha restituito passione. Vederla giocare con i piccolini mi conforta. Il calcio è tre cose: tempo, spazio e inganno. Però non ci sono tempi, non si cercano gli spazi e non mi ingannano più. Mi annoio tanto che non mi pare calcio. Il 99,9% degli allenatori invidia il Barcellona. Tutti vogliono essere Guardiola, la maggioranza non sa come si fa".

Guardiola dice con i buoni giocatori...
"Non la bevo. Il lavoro di Guardiola è allenamento, idee chiare, farsi capire. Più importante dei giocatori. Andiamo a vedere chi era Piqué prima di Guardiola, chi era Pedro, chi era Busquets. Nemmeno Iniesta era titolare. E dissento su altro. Non fu Cruyff il primo a giocare così, il primo si chiamava Menotti. Mi costò la vita. Ci fischiavano per i troppi passaggi. Giocavo con Maradona alla Messi e Schuster alla Xavi. Ma ogni volta che Schuster la dava ad Alexanco ci fischiavano. Solo sul 3-0 tutti a fare olé".

Perché andò via dal Barcellona?
"Era morta mia madre, tornava la democrazia in Argentina, dovevo stare lì. Núñez mi diede un assegno in bianco, mi chiese quale giocatore volessi. Nessuno. Volevo che buttasse fuori i grandi per far crescere i giovani. Fu dopo la Coppa del re. Una coppetta. Se oggi la vince il Real, pare abbia vinto l'Intercontinentale. Dicevo?".

L'importanza dell'allenatore.
"Qual è l'influenza dei professori? Dipende. Mi sono innamorato della chimica perché il professore arrivò fumando, riempì la lavagna di formule e disse: "Da imparare entro martedì. Però è impossibile". E aggiunse: "Perché sappiate che la vita è come la chimica: va interpretata"".

La figura del professore è un po' svalutata...
"Da 50 anni si produce dis-cultura. Hanno rubato alla gente il sentimento di appartenenza. Mi sento un marxista ormonale, senza più spiegazione ideologica. Ho sperimentato il disastro del capitalismo in ciò che mi circonda, calcio compreso. Hanno rubato il calcio alla gente".

In Argentina potrebbe esistere una figura alla Guardiola?
"Se esistesse, lo assassinerebbero. Qui ci sono i Mourinho. Tipi come lui. Che pensano a vincere e quando perdono non è colpa loro".

Del Bosque ha detto che voleva essere come Busquets. Più alto. E lei?
"Il migliore che ho visto è stato Pelé. Quando andava a colpire di testa, saliva un altro po' e la stoppava di petto. Non sapevi mai cosa avrebbe fatto".

Come Messi...
"Ci sono stati 4 re. Di Stefano, Pelé, Cruyff e Maradona. Stiamo aspettando il quinto, non è ancora apparso. Messi è il più vicino, ma la corona non gliela do ancora. Dovrei vederlo fuori dal Barcellona, e vincere quello che Maradona ha vinto a Napoli. Era una banda e l'ha trasformata in un'orchestra. Sa perché Messi è il migliore?".

No...
"Ogni volta che prendeva la palla, voleva vincere la partita. Ora no, e si nota la mano del maestro. Cosa sarebbe di questi giocatori senza Pep... Nel Barça non esiste la libertà assoluta. Ci sono regole che permettono ai giocatori di essere liberi e felici. Il Madrid potrà comprare giocatori, e altri, e altri, alla fine vincerà, ma quel 5-0 sarà per tutta la vita. Ha ucciso Mourinho per sempre".

Lei disse che dopo quella partita, Mou se l'è fatta addosso.
"Così si dice a casa mia, farsela addosso. La partita dopo ho visto in panchina Higuain, Adebayor, Benzema e Kaká. La più grande codardia vista in un grande. E con il Madrid: inaudito".

Che succede all'Argentina che fa tanto male a Messi?
"Quando parlo di dis-cultura, non mi riferisco a chi leggeva Borges. Il calcio è come la vita. Non ti alzi alle sei del mattino e ti metti a cercare la donna della tua vita. La incontri o no. Ogni volta che toccano la palla, vogliono vincere la partita. È terribile. Un'angoscia. Nel Barcellona ci sono più passaggi che gol. Di questo si tratta. Passarsi la palla. Non è difficile".

Ora a Batista chiedono che giochi come il Barcellona.
"Imbecilli. Credono che sia facile cantare come Serrat?".

http://www.repubblica.it/rubriche/la-storia/2011/07/12/news/il_flaco_menotti_pallone_in_fumo-19013060/index.html?ref=search
Voglio 11 Scaloni

Giglic

Re:Il pallone in fumo del Flaco Menotti "Hanno rubato il calcio alla gente"
« Risposta #1 : Lunedì 18 Luglio 2011, 09:04:24 »
 
 Sa perché Messi è il migliore?".

No...
"Ogni volta che prendeva la palla, voleva vincere la partita. Ora no, e si nota la mano del maestro.

Da far leggere a Maurito, ma soprattutto a Reja. 10 volte al giorno prima di andare a dormire