Stavo lontano, pero' loro stavano ovunque.
Ricordo che una mattina da uno dei corridoi del Centro Pompidou, dietro la grande vetrata di fondo, era ben visibile un terrazzo con sopra una bandiera giallomerda. Una cosa orripilante.
Pensavo fosse un'opera d'arte. Tipo la "merda d'artista" di Piero Manzoni. Qualcosa che avvicinasse i visitatori all'abisso dell'uomo.
Probabilmente lo era, ma come spesso accade, inconsapevolmente.
Poi qualche giorno dopo, una domenica sera, mentre tornavo da fuori rientrando su Parigi in macchina arrivai al casello autostradale.
Il casellante, vi giuro me possino cecamme, c'aveva la maglietta delle merde. Bella in vista, cosi', senza neanche un briciolo di vergogna. Rimasi qualche secondo col braccio fisso, i soldi fra le dita e lo guardavo senza dire nulla. Espressi il mio vuoto assoluto e tutte le vertigini che provavo in quel momento di fronte alla psiche umana. E alla psiche scatologica.
Mi svegliai da quella micro catalessi e gli urlai " ma come cazzo te vié in mente de mettete quella maglietta de merda", tra lo stupore di mia moglie (che aveva già capito da tempo il fenotipo che s'é sposato...), il tutto lanciandogli addosso le monete per pagare l'autostrada. Ricordo ancora, con nessuna vergogna, il suo sguardo, irrimediabilmente vuoto.
Come la sua vita probabilmente.
E ancora girano, ve giuro, ancora se ne trovano de cojoni francesi che ce spennono i soldi per quegli stracci.