Autore Topic: Francesco Cecchin  (Letto 10788 volte)

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Offline Rupert

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #20 : Venerdì 17 Giugno 2011, 12:19:50 »
Non sono ironico. Sono ragazzi morti e vanno ricordati TUTTI.
Sono morti per degli ideali, sbagliati o giusti che siano.  Era un momento storico italiano terribile che io ho vissuto di riflesso.

Oggi si muore perchè si è drogati alle 4 di mattina....e ci si schianta contro un palo.

Io ho le mie idee e non faccio proselitismo o mi metto a sindacare sulle ideologie degli altri. Gradirei non si faccia agli altri ciò che non si vorrebbe sia fatto a se stesso.
Nella massima educazione e nel massimo rispetto della morte che non ci scordiamo, è uguale per tutti.
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Offline Rupert

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #21 : Venerdì 17 Giugno 2011, 12:22:30 »
E aggiungo.
Chi ne ha tratto beneficio di quella stagione di sangue, è qualcun altro.

Da una parte e dall'altra sono rimasti solo morti. Spesso innocenti e/o giovani.
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

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Offline aquilafelyx

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #22 : Venerdì 17 Giugno 2011, 15:09:19 »
Io quegli anni non li ho vissuti ed ammetto di esserne affascinato: invidio il clima di partecipazione (ma non avendolo vissuto, non so quanto questo clima potesse essere pesante).
Mi piacerebbe che ne parlaste a tuttotondo.
E' stata solo violenza?

Purtroppo credo che la maggior parte degli assassini (e dei "mandanti") sia rimasta impunita, mentre molti ragazzi (magari innocenti o ingenui) ne hanno pagato care conseguenze. Forse questo ha portato ad un distacco troppo radicale dalla partecipazione politica.
Perlomeno una tragica lezione è stata impartita: mai più ergersi a giudici di chi ha il diritto di vivere e chi no.

c'era poco da partecipare tra lacrimogeni molotov e P38 , poteva succedere che un sabato pomeriggio tornando a casa da una passeggiata ti trovavi in mezzo al fuoco incrociato degli opposti schieramenti e se non eri abbastanza scaltro e veloce ne potevi subire conseguenze per la vita ,

poteva accadere di rischiare la tua incolumità per indossare l'abbigliamento sbagliato o per leggere il quotidiano nemico ,

capitava pure di morire per la somiglianza con qualcuno quando camminavi nella via sbagliata nel momento sbagliato ,

c'è poco da celebrare quegli anni di piombo , rimane la pietà ed il ricordo di tanti ragazzi che non meritavamo di morire per mano assassina .
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Giglic

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #23 : Venerdì 17 Giugno 2011, 15:17:45 »
Non sono ironico. Sono ragazzi morti e vanno ricordati TUTTI.
Sono morti per degli ideali, sbagliati o giusti che siano.  Era un momento storico italiano terribile che io ho vissuto di riflesso.

Oggi si muore perchè si è drogati alle 4 di mattina....e ci si schianta contro un palo.

Io ho le mie idee e non faccio proselitismo o mi metto a sindacare sulle ideologie degli altri. Gradirei non si faccia agli altri ciò che non si vorrebbe sia fatto a se stesso.
Nella massima educazione e nel massimo rispetto della morte che non ci scordiamo, è uguale per tutti.



Ma non sto contestando le tue idee... ci mancherebbe. Sto contestando, e fortemente, il Presente!. Credo la differenza sia evidente.
Altrimenti dai ragione a chi, ogni 9 maggio, chi ricorda Peppino Impastato con Bandiera Rossa (non capendo nulla di quell'omicidio).
Io tali esternazioni le lascerei volentieri nelle fogne della storia, dove riposano - giustamente.
Ieri alla manifestazione - che è stata giusta, per carità, ci mancherebbe altro, siamo tutti democratici, io ho visto molte croci celtiche e tante "teste rasate", per usare un eufemismo. Sicuri che sia la maniera migliore per ricordare una vittima di quegli anni replicare gli stessi truculenti atteggiamenti di quegli anni? O, come dice la Polverini, si può dire ancora zecche?

Chi vuole aprire fasi nuove del rapporto politico deve accettare anche di non indosare più "quelle vesti", altrimenti si afferma un'identità che a sinistra come, soprattutto, a destra, nessuno vuole più ricordare.

bak

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #24 : Venerdì 17 Giugno 2011, 15:43:10 »
Peppino Impastato.......
Le merde di regime dissero, all'epoca, che stava progettando un attentato alla linea ferroviaria per celare la lobby  statal-mafiosa che decretò la sua morte. Solo quei quattro gatti di Democrazia Proletaria e dintorni dissero la verità da subito. Fummo scaricati anche dal PCI all'epoca  >:(

Offline hidalgo

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #25 : Venerdì 17 Giugno 2011, 21:48:22 »
Un ragazzo di diciotto, ripeto diciotto anni, la cui vita fu stroncata dall'odio politico che imperava 32 anni fà. Solo perchè era di destra.
Una drammatica contingenza che mi spinse allora, da giovane militante di L.C., ad una seria riflessione sul senso della vita e della sua inviolabilità per mano assassina e, ad approdare a lidi politici sicuramente più pacifici, meno pregni di odio.
Il colpevole dell'assassinio, tanto per cambiare, per lui come per tanti altri di ambo i settori politici, non è in galera bensì libero.
Una preghiera per lui e per tutte le giovani vittime spezzate dal piombo assassino.

nulla da aggiungere.
Applauso e pacca sulla spalla.

Offline Laurence

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #26 : Lunedì 20 Giugno 2011, 17:57:20 »
Il problema di molti di noi é che parliamo di politica usando il cuore invece che il cervello, per cui quando si tratta di pensare alla morte di un attivista politico, vuoi che questo sia di destra o sinistra, non riusciamo ad avere una posizione equidistante che ci permetta di essere veramente obiettivi (Parlo in generale).

Alla ricorrenza di Francesco Cecchin ci saranno state anche tante teste rasate "alla moda" come alle ricorrenze di Valerio Verbano vedi tanti comunisti della domenica...

C'é chi dice: "Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo", c'é chi lo dice e c'é chi lo fa. 20 anni fa (+ o -) mi ritrovai in una situazione dove insieme ad altri compagni stavamo occupando l'ex colonia Vittorio Emanuele ad Ostia (O almeno credo sia stata quella l'occasione), quando dietro apparve un ragazzo, famoso militante di destra del litorale (Ed anche Laziale), e tutto il gruppo di compagni che volevano andarlo a "pistare di botte", a me venne naturale mettermi in mezzo e quasi le presi anche io, perché difendevo il fascista, ma a me vedere un gruppo di 20/30 idioti andare a menare un ragazzo che stava da solo faceva schifo.
Gridai il mio disgusto verso quelle persone che fino ad un momento prima parlavano di quanto vigliacchi fossero i fascisti che vanno in giro in branchi a cercare i compagni da soli per poi menarli, ma quando capita ai camerati ad essere da soli, si comportano allo stesso modo... quel giorno mi presi tanti insulti, ed anche un "Ecco Laurence, l'amico dei Fascisti"...  quel giorno decisi che la politica attiva non faceva per me, perché se quella gente era l'alternativa, preferivo starmene per cavoli miei.

Ma é possibile che la gente non possa cominciare ad ascoltare, ad apprezzare, a celebrare le morti altrui, come fossero le nostre?
Non era Francesco Cecchin un nostro fratello pure lui come e quanto Valerio Verbano o Peppino Impastato? Perché a distanza di quasi 40 anni dalla fine degli anni di piombo non possiamo dire "Quanto eravamo st***i ad ammazzarci a vicenda", senza dover trovare scusanti del cavolo? Per quale motivo ad una manifestazione in memoria di Francesco Cecchin non possiamo vedere gente dall'altra parte della "barricata" a ricordare la sua vita?

Comunque, per fortuna gli anni di piombo sono finiti... ora, politicamente parlando, stiamo negli anni di sterco, ma questo é un altro discorso...

Offline ammiraglio

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #27 : Lunedì 20 Giugno 2011, 18:16:35 »
Io quegli anni non li ho vissuti ed ammetto di esserne affascinato: invidio il clima di partecipazione (ma non avendolo vissuto, non so quanto questo clima potesse essere pesante).

oddio, io non invidio nulla, ma proprio nulla.
il clima di partecipazione (in quale forma , poi?) è tipico di chi vuol dire "io c'ero" oppure "io ho vissuto di striscio quegli eventi".
sti cazzi, aggiungerei.

occhio a sto romaticizzazione della nerchia perchè quello era un periodo di merda con dei pazzi al comando per amore del fascismo e comunismo militante ed armato.
sono state pagine tremende, almeno ciò emerge da quei quattro libri in croce che ho letto.

se c'è una cosa che mi ha annoiato a morte sono i discorsi intellettuali dei brigatisti, dei fascisti armati.
discorsi assolutamente privi di una qualsiasi logica.
sentir parlare moretti o la mabro è come sentirsi recitare un elenco telefonico di minturno.
ancor di più mi danno fastidio i discorsi di chi prova a spiegare qualcosa romanzandolo, a trovare una piega o una spiega politica.

solo pietà per sti poveri ragazzi uccisi in maniera così ignobile.
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Offline benvolio

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #28 : Lunedì 20 Giugno 2011, 18:26:28 »
Ammiraglio fai bene a non invidiare nulla delle idee e delle azioni, soprattutto di quell'odio feroce e ottuso. Gli anni erano ovviamente diversi per contesto, forma e contenuti. La buona fede di molti che davvero ritenevano di poter cambiare, insieme, la vita della gente e renderla piu' bella e piu' libera fu asfaltata dalle leadership militari e criminali di alcuni (un bel po', a dire il vero) individui spregevoli o psicopatologici. Il guaio e' che cosi' perdemmo tutti l'innocenza, lo slancio stupendo della condivisione, la forza delle idee e del fare. Questo forse, solo questo, carpelo potrebbe, semmai, invidiare.

Offline ammiraglio

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #29 : Lunedì 20 Giugno 2011, 18:39:59 »
vi voglio bbene a tutti, sul serio.
ma io non credo ad una parola.
non c'era fermento, non c'era creatività, non c'era voglia di cambiare il mondo.

c'erano solo pistole.
un mio amico scrittore, pur di sfuggire alla logica della militanza, in quegli anni scappò in afganistan, pensa te.
perchè all'epoca prima o poi andavi a sparà per le strade di roma, in un destino tragico e già scritto.
o sparavi o eri comunque un collaterale.
lui preferì l'esodo a est, nel mondo dei fricchettoni di goa, di kabul in quegli anni fatti di traffichi di oppio verso fiumicino.
meglio così.
meglio spaccià che farsi fottere da questa pseudo membrana politica, strumentalizzata ad arte, per fare apparire le pistolettate più intelligenti, più culturali, più giustificate da qull'insieme cambieremo il sistema.

ti voglio bene caro benvolio, sei un uomo molto intelligente.
io sono solo molto cinico, purtroppo.
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BobCouto

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #30 : Lunedì 20 Giugno 2011, 18:44:13 »
vi voglio bbene a tutti, sul serio.
ma io non credo ad una parola.
non c'era fermento, non c'era creatività, non c'era voglia di cambiare il mondo.

c'erano solo pistole.

Ti sei documentato male.

Può capitare a chiunque.

Offline ammiraglio

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #31 : Lunedì 20 Giugno 2011, 18:47:00 »
roberto, le mi saranno visuali tera tera, molte semplici.
ma era tutto palesemente falso.
chi partecipava all'attivismo sapeva perfettamente che la strada era ad una via e con scarse traverse per uscire dalla tormenta.
per non parlare poi della contiguità tra politica di strada e ... lotta armata.
confini perigliosi.

auguri.
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i'll go home and find something to do.

jumpingjackflash

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #32 : Lunedì 20 Giugno 2011, 19:04:07 »
eppure la lettura di Amm è molto vicina alla mia. Credo che una grande parte di quei ragazzi fosse affascinata dalla lotta in se per sé più  che da un'ideologia politica

Offline Laurence

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #33 : Lunedì 20 Giugno 2011, 19:32:24 »
C'era chi ci credeva e c'era chi voleva solo far parte del gruppo e chi era solo interessato a far casino, c'é chi voleva soltanto interessato a menare la gente. Questo da entrambe le parti.
A Roma c'erano quartieri neri e quartieri rossi. Per andare da A --> B dovevi farti tutto l'alfabeto, perché la gente ti riconosceva dalla macchina, dalla musica che ascoltavi, dai vestiti, alla borsetta (Quella di pelle marrone chiaro... come si chiamava... mannaggia la memoria).

Degli anni 70 salvo soltanto la musica :)

bak

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #34 : Lunedì 20 Giugno 2011, 19:40:02 »
Era come un imbuto, all'inizio il passaggio era comodo e largo, poi, più ci si spingeva avanti più il passaggio era ad una via e con scarse traverse per uscire dalla tormenta.
Poi il 7 aprile ha finito di fare tabula rasa di quelle poche mosche bianche, rimaste al di fuori dello scontro armato. E fu solo piombo e merda.

Non era Francesco Cecchin un nostro fratello pure lui come e quanto Valerio Verbano o Peppino Impastato? Perché a distanza di quasi 40 anni dalla fine degli anni di piombo non possiamo dire "Quanto eravamo st***i ad ammazzarci a vicenda", senza dover trovare scusanti del cavolo? Per quale motivo ad una manifestazione in memoria di Francesco Cecchin non possiamo vedere gente dall'altra parte della "barricata" a ricordare la sua vita?
Prima, come ha scritto benvolio in precedenza, su tanti nomi, volenti o nolenti cadeva l'oblio
e la povere. Sta a ciascuno di noi sforzarci di trovare quella memoria condivisa che faccia riemergere tante storie e tanti lutti. Magari ricordandoci pure di quei genitori che quei lutti li hanno vissuti sulla propria pelle e sono morti coi propri figli in quel giorno.

perché la gente ti riconosceva dalla macchina, dalla musica che ascoltavi, dai vestiti, alla borsetta (Quella di pelle marrone chiaro... come si chiamava... mannaggia la memoria).

La Tolfa  :)

IB

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #35 : Lunedì 20 Giugno 2011, 20:46:52 »
Sono affascinato dal discorso di Ammiraglio. Perché mi ci ritrovo parecchio.
Malgrado abbia avuto voglia e spesso tempo di informarmi meglio.
No, Francesco Cecchin non é presente, come afferma Rupert, purtroppo, come per Verbano, Ramelli, Rossi e tanti altri il problema é che sono assenti.
Perché ? Non lo so. So che se fosse per cambiare il mondo allora bel cazzo di modo di cambiare il mondo.
Appoggio in gran parte il discorso di Ammiraglio, perché anch'io provo noia e fastido a sentirli parlare oggi di quello che fu ieri. Specialmente Moretti, é un fatto tutto mio, da uomo di sinistra.
Non c'era ragione, non ce ne fu mai per sparare. Odio e contrasto e rifiuto con ogni parte della mia testa la giustificazione dell'"ineluttabilità" della lotta armata.
Corcazzo. Corcazzo.
Di fronte a qualche centinaio, forse migliaio, ci sono stati tanti, tantissimi che la P 38 non l'hanno mai toccata neanche con un fiore. E che magari hanno cambiato solo loro stessi.
Chi ha dato fuoco alla porta di casa Mattei é un criminale, non me ne puo' fregare di meno che tipo di mondo volesse creare. Un criminale era e resta.
E non sono d'accordo neanche con la lettura politica degli anni di piombo. SOlo quella giudiziaria conta.
Proprio per non dare nessuna giustificazione, neanche postuma, a quei quattro imbecilli criminali.
DI destra o sinistra che siano. Anche perché basta andare a leggere quanti ancora oggi restano nella patrie galere. Pochi, pochissimi.
Quasi nessuno. Sicuramente nessuno degli ideologi, dei "cattivi maestri".

L'unica cosa che mi viene da dire é solo un sonoro e anti storico "mallanimadeimejomortaccivostri".



TD

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #36 : Lunedì 20 Giugno 2011, 22:05:34 »
Alla fine, ha ragione Ammiraglio.
Parecchio ragione. Non è che ci fossero le pistole, è che era passata l'idea dell'uso delle armi. Ma passata in grande stile.
Il che non lascia nessuno spazio residuo per sottolineare la creatività o l'impegno.

Offline benvolio

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Re:Francesco Cecchin
« Risposta #37 : Lunedì 20 Giugno 2011, 23:30:28 »
Alla fine, ha ragione Ammiraglio.
Parecchio ragione. Non è che ci fossero le pistole, è che era passata l'idea dell'uso delle armi. Ma passata in grande stile.
Il che non lascia nessuno spazio residuo per sottolineare la creatività o l'impegno.

Giusto TD, era passata l'idea dell'uso delle armi e, per dir meglio, dell'illegalità diffusa. Mi riferivo a questo quando dicevo "perdemmo la nostra innocenza". Ovvio quindi che ammiraglio ha ragione. La storia degli anni di piombo è e rimane assolutamente giudiziaria, nessuno ha voglia di descriverla, negarla o riscriverla in modo seppur minimamente giustificazionista. Poi, a parte, e prima ci sta la storia delle lotte studentesche ed operaie e la storia delle lotte sociali, la teoria dell'impegno (la brutta espressione "il personale è politico") e quella del movimento giovanile. Un distinguo, flebile quanto volete, credo che lo meriti. Come sempre il bene ed il male si presentano intrecciati. La condanna irremovibile del male richiede il sacrificio del bene, è comprensibile. Ma si deve sapere sempre distinguere, nel senso che se non ci fosse stato il terrorismo la politica ci sarebbe stata comunque (banalizzo...).

BobCouto

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #38 : Martedì 21 Giugno 2011, 06:38:08 »
Non c'è alcuna voglia di giustificazionismo, semmai il contrario.

Ma il contesto, le motivazioni, erano fortemente politicizzati. Chi ha ammazzato Ramelli, i fratelli Mattei e tanti altri, si diceva comunista. Ha agito perché le vittime erano fascisti. Tra costoro e il rifiuto dell'illegalità e della violenza non c'era un muro, ma tante zone grigie dove questo modus operandi riceveva approvazione e protezione.

La nostra società stava cambiando in modo profondo e irreversibile. Cominciò a uscire dall'Italia post-fascista, che aveva riciclato senza troppi scrupoli i protagonisti del ventennio e dato una ripulita alla facciata, ma senza cambiare troppo la sostanza delle cose, nei primi anni '60: e continuò a farlo fino all'evento che chiuse la prima fase della storia repubblicana: il rapimento di Moro. Fu un periodo di creatività, speranza, altroché. E di fatti, di tanti fatti che hanno trasformato per sempre questo paese.

In mezzo a tutto questo, per un effetto perverso di tutto questo, ci fu chi credette che fosse il momento di rovesciare con le armi lo Stato Imperialista: ci fu chi preparò e portò avanti la reazione: ci furono tanti che pensarono di dover essere protagonisti della lotta a colpi di pistole e spranghe.

Ma era tutta politica, tutta.

Giglic

Re:Francesco Cecchin
« Risposta #39 : Martedì 21 Giugno 2011, 06:50:29 »
Non c'è alcuna voglia di giustificazionismo, semmai il contrario.

Ma il contesto, le motivazioni, erano fortemente politicizzati. Chi ha ammazzato Ramelli, i fratelli Mattei e tanti altri, si diceva comunista. Ha agito perché le vittime erano fascisti. Tra costoro e il rifiuto dell'illegalità e della violenza non c'era un muro, ma tante zone grigie dove questo modus operandi riceveva approvazione e protezione.

La nostra società stava cambiando in modo profondo e irreversibile. Cominciò a uscire dall'Italia post-fascista, che aveva riciclato senza troppi scrupoli i protagonisti del ventennio e dato una ripulita alla facciata, ma senza cambiare troppo la sostanza delle cose, nei primi anni '60: e continuò a farlo fino all'evento che chiuse la prima fase della storia repubblicana: il rapimento di Moro. Fu un periodo di creatività, speranza, altroché. E di fatti, di tanti fatti che hanno trasformato per sempre questo paese.

In mezzo a tutto questo, per un effetto perverso di tutto questo, ci fu chi credette che fosse il momento di rovesciare con le armi lo Stato Imperialista: ci fu chi preparò e portò avanti la reazione: ci furono tanti che pensarono di dover essere protagonisti della lotta a colpi di pistole e spranghe.

Ma era tutta politica, tutta.

Tu ti rendi conto che la parte in grassetto è la negazione della politica? Ossia, il fatto che sia quantomeno pensabile ammazzare non chi ti sta opprimendo (in questo senso i brigatisti avevano una loro perversa coerenza. Hanno - giustamente - perso, ma lottando contro "qualcosa", non contro "qualcuno"), ma chi decidi tu in base a tuoi parametri?

Io, nato nel 1968, non fatico a capire l'euforia di chi ha vissuto quegli anni. Ma con un "caveat": è vero che l'Italia stava cambiando. E' altrettanto vero che chi la voleva cambiare aveva semplicemente intenzione di sostituirsi alla vecchia classe dirigente senza scardinare l'ordine costituito. E per far questo ha usato "anche" le armi. Ed allora tutta la speranza dei giovani è stata irregimentata sotto bandiere di facciata, ed è morta. Non voglio fare il "tragico", ma la situazione attuale di disimpegno sociale e di impunità mafiosa è - anche - colpa di questi signori.
Scusate, ma io quanto sento Sofri, Liguori, Riotta, Boato e compagnia cantando (nel calderone metto anche Ferrara e D'Alema, figli di due comunisti veri che secondo me li prenderebbero a calci nel culo fino a polverizzarglielo) io ho un senso di vomito.

Fermo restando che sventolare celtiche a Piazza Verbano è da ********