Autore Topic: petrucci  (Letto 4451 volte)

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Offline salasso

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petrucci
« : Mercoledì 15 Giugno 2011, 16:54:54 »
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - 'O la Lazio paga il debito entro la scadenza prevista (30 giugno) o non potra' giocare allo Stadio Olimpico il prossimo campionato'. Gianni Petrucci torna a commentare il debito (oltre 2 milioni di euro) del club biancoceleste nei confronti del Coni per l'uso dello stadio 'Quando si firma un contratto, bisogna rispettarlo', ha detto il n.1 del Coni. 'Firenze? Il campionato la Lazio deve giocarlo a Roma se paga lo fara', altrimenti no. La Roma ha pagato e giochera' all'Olimpico'.

il lupo non potrà mai volare
all'altezza dell'aquila

Offline Andre

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Re:petrucci
« Risposta #1 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:00:55 »
non rompesse ... modalità "domiciliazione bancaria", si paga l'ultimo giorno utile

e fino a quel giorno Lotito ti farà due recchie da elefante

da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Offline salasso

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Re:petrucci
« Risposta #2 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:03:39 »
forse gli servono i soldini
il lupo non potrà mai volare
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Offline giorgione

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Re:petrucci
« Risposta #3 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:10:04 »
a petru', mavvaffanculova'

Offline BobLovati

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Re:petrucci
« Risposta #4 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:15:52 »
forse gli servono i soldini

mannò, deve solo parlare a Lotito perchè il governo intenda.
E siccome è " un grande Laziale ( come il suo figliolo che appare su SKY ) ", fa di tutto per rendere il più noto possibile il nome del Presidente della " sua squadra "  :zitto:
Laziale, Ducatista e fiumarolo

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Offline Matita

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Re:petrucci
« Risposta #5 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:18:40 »
tutti in monete...
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline ammiraglio

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Re:petrucci
« Risposta #6 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:19:12 »
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - 'O la Lazio paga il debito entro la scadenza prevista (30 giugno) o non potra' giocare allo Stadio Olimpico il prossimo campionato'. Gianni Petrucci torna a commentare il debito (oltre 2 milioni di euro) del club biancoceleste nei confronti del Coni per l'uso dello stadio 'Quando si firma un contratto, bisogna rispettarlo', ha detto il n.1 del Coni. 'Firenze? Il campionato la Lazio deve giocarlo a Roma se paga lo fara', altrimenti no. La Roma ha pagato e giochera' all'Olimpico'.

fa piacere finalmente sapere che la roma ha finalmente pagato qualcosa nei tempi prestabiliti.
è record, aho.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline BobLovati

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Re:petrucci
« Risposta #7 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:20:09 »
fa piacere finalmente sapere che la roma ha finalmente pagato qualcosa nei tempi prestabiliti.
è record, aho.

... abbiamo una copia del bonifico bancario ( unidebit ) ??
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Offline Eagles71

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Re:petrucci
« Risposta #8 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 17:43:41 »
a petru', mavvaffanculova'

sempre odiato,
 con chiara faccia romica, quindi da chiulo!
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline giangoverni

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Re:petrucci
« Risposta #9 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 19:51:50 »
Ha soltanto ribadito, di fronte a un credito di 2 milioni mica noccioline, quello che tutti sanno: se non si paga non si avrà la licenza e quindi la Lazio non si potrà iscrivere al campionato. E' chiaro che Lotito pagherà all'ultimo momento fino all'ultimo euro. Ed è anche chiaro che per il futuro chiederà di ritattare il contratto che effettivamente è troppo oneroso.

Mazzola

Re:petrucci
« Risposta #10 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 19:57:25 »
Trafiletto su Tuttosport.
La Lazio non si è mai sottratta agli adempimenti e lo farà anche questa volta. Noi però stiamo discutendo del contratto nuovo. Claudio Lotito.

POMATA

Re:petrucci
« Risposta #11 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 20:11:53 »
Faje stirá er collo presidé ;D ;D ;D ;)

Offline BobLovati

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Re:petrucci
« Risposta #12 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 20:17:30 »
Ha soltanto ribadito, di fronte a un credito di 2 milioni mica noccioline, quello che tutti sanno: se non si paga non si avrà la licenza e quindi la Lazio non si potrà iscrivere al campionato. E' chiaro che Lotito pagherà all'ultimo momento fino all'ultimo euro. Ed è anche chiaro che per il futuro chiederà di ritattare il contratto che effettivamente è troppo oneroso.

per cui la colpa non è di Petrucci ma dello scarsissimo professionista della carta stampata che ha fatto ( per la 1.874ª volta ) la stessa domanda, sapendo di avere la stessa risposta ! O sbaglio ??   
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Trippanera

Re:petrucci
« Risposta #13 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 20:37:50 »
La Lazio ci lucra, invece 'sto boiardo no...
Si becca lui solo due milioni l'anno. E per fare che?

POMATA

Re:petrucci
« Risposta #14 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 21:06:52 »
Posso riportare da un altro forum?

POMATA

Re:petrucci
« Risposta #15 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 21:21:37 »
Vabbé lo posto, è lungo ma interessante:

Per vivere, da anni, mi cibo di Lazio. Ma poiché bisogna anche inghiottire proteine, nel tempo libero faccio il giornalista, dovendo accumulare qualche euro per pane e companatico.

Cronista parlamentare, inviato speciale. E’ da tempo che calco il palcoscenico della politica nazionale e internazionale. Non scordando mai la passione calcistica esplosa all’indomani delle Olimpiadi romane quando, a pochi anni dalla mia nascita, mi venne regalato un accappatoio azzurro con un’aquila sul petto. E la scritta S.S. Lazio nuoto. Quello di Pucci, di Pedersoli, delle sorelle Beneck, della Paoletta Saini.

Facile all’epoca passare dalla piscina ai campetti di periferia e continuare ad amare quei colori. Anche se proprio allora subii il primo violento trauma di baby-tifoso: retrocessione in serie B.

Molta acqua è passata sotto i ponti. Gioie e dolori. Con un paio di costanti: la Lazio e la mia attività di notista politico. Che continuo a coniugare.

Come mi è successo la scorsa settimana quando, fatto ingresso a Montecitorio, mi sono fermato a chiacchierare con un parlamentare che da tempo si occupa della legge sugli stadi. E che, a sorpresa (ma facendosi garantire l’anonimato) mi ha aperto gli occhi su una vicenda che avevo poco considerato: la condotta a dir poco discutibile di quello che mezza Italia omaggia e riverisce come uno dei pochi enti “sani” della Repubblica, e cioè il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni). Che si spende e si spande per la causa della trasparenza più assoluta. Ma che sui suoi affari pare perennemente alla ricerca di far calare un nebbione fittissimo. Quella che segue è la cronaca di quell’incontro.

E la rivelazione di come e perché Lazio e Roma rischiano di non avere mai uno stadio di proprietà, così come viene raccomandato da esperti di finanze calcistiche a tutti i livelli e come altre squadre italiane cercano di concretizzare.





“La legge sugli stadi? E’ in coma profondo. E credo che di qui a poco ne annunceremo il decesso…”. Ha toni amari il deputato che chiameremo XY, visto che dopo aver abbondantemente tirato fuori le sue carte, si premura di far sapere di non voler comparire con tanto di nome e cognome. Non perché si sia spencolato verso la diffamazione o il solito malcostume di sparare ad alzo zero, standosene tranquillo al riparo. Ma perché teme di rimetterci personalmente. “Conosco tanta gente di sport… – ammette al termine della chiacchierata – che mi vota, ma che forse vive di Coni. Non vorrei farmela nemica” .

Ma torniamo all’esordio: niente legge sugli stadi, allora? “La situazione è quella che è. Il governo traballa, di soldi con cui foraggiare il credito sportivo non c’è traccia. E poi, vi pare che prima di eventuali nuove elezioni si voti in modo bipartisan una norma che rischia di sollevare polveroni e polemiche?”. La storia è risaputa. La Lega di serie A, chiede all’unisono la cancellazione di un comma della legge messa a punto da Claudio Barbaro (Pdl) e Giovanni Lolli (Pd), laddove si permette la costruzione di stadi “fatta salva la normativa in materia di vincoli storici, artistici, architettonici, archeologici e idrogeologici”. A sinistra non ci stanno a cancellare il richiamo. Il centro-destra pare più possibilista perché – come mi spiegano i funzionari della Camera dei Deputati – se un qualsiasi ente pubblico pone un vincolo su un terreno, accampando magari la deturpazione del panorama, lo stadio salta.

Domando a XY se non è questo il punto cruciale della polemica innestata da Claudio ****** che frequentemente negli ultimi tempi si presenta a Montecitorio per spingere verso l’approvazione della legge. Ricordo che ci fu una qualche polemica con un esponente del Pd che di fatto lo accusò di bloccare il varo della normativa per poter costruire sui suoi terreni a fianco del bacino del Tevere. Ma il mio interlocutore si fa una risata. “Ma ti pare che se davvero solo ****** si opponesse non avremmo già fatto la legge? Il fatto è che quella frase spaventa tutti i presidenti del calcio italiano. Perché se mi compro 100 ettari e poi il comune mi dice che non mi dà il permesso di farci nulla perché dicono di aver trovato un osso di dinosauro, come recupero i miei quattrini? E dove mai potrò costruire uno stadio, sapendo che in pratica a quel punto si spargerà la voce che la politica potrà ricattare a ruota libera per concedere l’edificabilità?”.

Resta il fatto, osservo, che è il solo ****** a ruggire ferocemente contro questo stato di cose. O no?

“Vedrai adesso che arrivano gli americani – la profezia di XY – che in realtà già si sono fatti sentire per interposta persona, e che secondo me diverranno ancor più feroci di ******. Che comunque, questo bisogna ammetterlo, qualche ragione non marginale ce l’ha più di altri….”.

Come, come, come?

E qui XY parte in quarta: “Da quello che mi risulta – e l’ufficio stampa di Formello quel pomeriggio mi ha dato conferma dei costi – la Lazio, così come anche la Roma, paga al Coni per l’affitto dell’Olimpico, intorno ai 2 milioni e 700mila euro. Soldi cui si devono aggiungere quelli dell’illuminazione e qualcosa d’altro. In sostanza 3 milioni l’anno che non sono bruscolini, per le 19 gare di campionato più qualche altra partita di coppa Italia o amichevoli (il contratto, forfettario, prevede come poi ho saputo 26 gare l’anno, una volta superate le quali occorre pagare 80mila euro più Iva per ogni singolo successivo match. Nda)”.

Ma non pagano tutte le squadre di serie A per affittare gli stadi? Non versano contati ai comuni o comunque a chi ne detiene la proprietà? XY ridacchia: “Certo, ma il Coni è un po’ come il vecchio Scrooge: avaro e tirato. Ti ho detto che vuole 3 milioni l’anno, ma non ti ho detto tutto. Prendi San Siro: a novembre scorso il comune ha rivisto la convenzione che ha col consorzio formato da Milan ed Inter, per cui quelle società devono sborsare 4 milioni a testa, ma con un paio di differenze rispetto a Roma non da poco: in primo luogo versano a palazzo Marino solo il 30% di quella cifra, e cioè 2 milioni e 400mila che diviso per due fa 1 milione e 200mila euro a testa, mentre il restante 70% lo devono spendere in migliorie per lo stadio: il che vuol dire palchetti, bar, rifacimento del museo del calcio e tanto altro ancora che alla fine permette alle due milanesi di accrescere gli introiti. Ma poi c’è il secondo aspetto, assai più importante del primo, che è quello che Milan ed Inter divengono affittuarie per tutto l’anno con quella cifra. Il che vuol dire che se fai fare un concerto estivo a Vasco Rossi o agli U2 sono Milan ed Inter che incassano!”.

Mentre il Coni… ? “Il Coni se lo tiene stretto l’Olimpico. Ci fa andare chi gli pare e si fa pagare a parte. Soldi che gli servono, sia chiaro, per mantenere in vita tante Federazioni, specie oggi che si vive una epopea di tagli alla spesa pubblica. Ma che non giustifica l’esosità dell’affitto richiesto a Lazio e Roma che entrano in possesso dello stadio alla mattina della gara e devono restituirlo senza alcuna possibilità di cambiare alcunché un paio d’ore dopo il termine del match. Senza contare che Petrucci ha fatto dell’Olimpico un business vero e proprio….”.

Vale a dire? Paziente, XY affronta un altro tema di cui non sospettavo l’esistenza. “Hai notato che all’interno delle cancellate ci sono botteghini per le scommesse e addirittura rivendite di sigarette che il Coni dovrebbe evitare come la peste, almeno per quel che mi riguarda? Non gli servono mica in realtà, e so per certo che tanto la Roma, specie ora con gli americani, che la Lazio, sono imbufalite per questo. Il fatto è che facendo simili operazioncelle, il Coni riesce a trovare sponsorizzazioni poi per la finale europea di pallanuoto o per i campionati continentali di beach volley. Guarda che la pubblicità è una gallina dalle uova d’oro per lo sport, ma si fa pagare. Lo sai o no che in una qualsiasi partita della Champions non troverai mai altra birra al di fuori di Heineken?

Il problema è che le società come il Milan o l’Inter – ma anche il Genoa e la Samp che pagano l’uso di Marassi con un milione a testa per un anno – possono dare spazio ai rispettivi sponsor, mentre a Roma è il Coni a decidere cosa mettere o no, anche sulle vetrate esterne dell’Olimpico, propagandando questo o quel prodotto che poi torna buono quando si va a caccia di quattrini per organizzare il meeting di atletica o gli internazionali di tennis. Mi pare ad esempio, di aver visto qualche tempo fa una pubblicità enorme dell’Adidas fuori dall’Olimpico. E ricordo di aver pensato che forse la Puma per la Lazio e la Robe di Kappa per la Roma non l’avrebbero presa proprio bene…”

Mi stai dicendo che se la Lazio avesse tra gli sponsor la Coca Cola e il Coni avesse un entratura con la Pepsi….. “Hai capito perfettamente. All’interno dello stadio si venderebbe solo Pepsi. M’immagino con quale scorno da parte di ****** che rischierebbe a breve di perdere il contratto con la Coca. So per certo che Di Benedetto ha intenzione di fare fuoco e fiamme quando arriverà a Roma: hai saputo, credo, della sua sparata contro la Sensi e Mediobanca per il rinnovo dell’accordo col Coni per l’affitto dello stadio. Gli americani da sempre vogliono vendere un prodotto, nel caso la Roma, e intendono gestire alla loro maniera. Magari organizzando un servizio di hamburger e patatine fritte all’interno dello stadio”. E non lo potrebbero fare? “No, perché il Coni fa un appalto e cede bar e bibitari a qualcuno che gli garantisce una percentuale oltre che un canone fisso”.

Dunque mi stai dicendo che un tifoso che compra un gelato o un caffè, versa i soldi al Coni….

“Non certo alla Lazio o alla Roma che non ricavano un centesimo da quei pagamenti. In America, ma anche in tanti paesi europei, magari compri una bibita che ha i colori della tua squadra e parte di quello che paghi va alla società. Forse ci penseranno anche a Milano, a breve. Ma a Roma la cosa resterà off limits. E’ il Coni e solo il Coni a poterci guadagnare. E lo sanno fare bene questo mestiere Petrucci e i suoi…”.

Vale a dire? “Qui arriviamo ad una questione poco pubblicizzata ma di importanza primaria. Quella dei biglietti omaggio. Le società, da che mondo è mondo, distribuiscono un po’ di inviti per farsi pubblicità e invogliare magari qualcuno ad investire. Questo nel resto del mondo e, anche, in buona parte d’Italia. Ma a Roma, no”. E perché mai ? L’Olimpico è grande… “Certo, ma non è che puoi mandare l’emiro del Bahrein in Tevere o l’amministratore delegato di Samsung in distinti, no? Il Coni nel contratto d’affitto, se mi ricordo bene, pretende 1.300 biglietti a gara. Vado a memoria: metà della tribuna d’onore, con 120 posti, due palchi e un centinaio di biglietti per elettricisti, addetti ai servizi e via dicendo. Si sa che è il Coni a gestire questi posti da Vip, tant’è che se arriva nella capitale un personaggio di rilievo, questi si rivolge al Coni e non alle società per avere un ingresso di favore. E il Coni in questo modo fa pubbliche relazioni al posto dei dirigenti delle società calcistiche romane. Mi pare che proprio ****** mi ha raccontato tempo fa che aveva intenzione di vendere alcuni posti di tribuna d’onore a multinazionali che avrebbero potuto offrire l’ingresso ai loro dirigenti in visita in Italia, ma di averci dovuto rinunciare perché non aveva gli spazi necessari e perché il Coni storceva la bocca”.

Ma in tutti gli altri paesi lo si fa senza problemi! “Esatto. Prendi l’Arsenal, ma anche il Bayern: vendono 5-10 tessere annuali a qualche banca o ad importanti aziende energetiche o di computer o di telefonia. Ne ricavano 20-30mila euro ad azienda e magari portano Wenger o Rummenigge a salutare gli illustri ospiti. A Roma non se po’ fa, come dite voi romani”.

Tralascio a questo punto le notizie offertemi da XY sui parcheggi (è il Coni che li gestisce, Lazio e Roma hanno una piccolissima quota), il fatto che quando si ideò la legge sui tornelli il Coni pretese che le due società calcistiche romane si caricassero di un terzo delle spese, l’ovvia indisponibilità dello stesso Coni a partecipare ai costi per gli steward necessari ormai per lo svolgimento delle gare. Il fatto che a Barcellona chiunque può affittare il Camp Nou (in certi periodi ) per giocarci assieme agli amici (10mila euro il costo, almeno qualche tempo fa, il che diviso per 22 fa in fondo solo 450 euro a testa….).

E’ un Coni un po’ matrigna quello che scopro dopo la conversazione con XY. Anzi, pure un po’ carognetta se è vero quello che vengo a scoprire il giorno dopo parlando con un funzionario del Senato malato di Lazio il quale ha chiesto lumi ad un suo amico, dirigente Coni, sulla incresciosa vicenda del debito non pagato da ****** per l’affitto 2010-2011 e sulla conseguente scelta di indicare Firenze come campo di gioco. Mi racconta dunque il funzionario di aver saputo che quando arrivò la richiesta Uefa per concedere la licenza, la Lazio chiese al Coni la necessaria documentazione. Dal Foro Italico la spedirono accompagnandola con una secca pretesa di saldo del dovuto e con quella – vincolante per la licenza Uefa – di aderire al rinnovo del contratto come già fatto dalla Roma. ****** a quel punto dette il via libera al rinnovo (anche se, a quanto pare, accompagnando il tutto a una richiesta di revisione complessiva delle regole) ma il giorno dopo seppe dalla Uefa che la richiesta non poteva essere accettata in quanto proprio il Coni si era fatto vivo facendo sapere che il mancato pagamento ostava alla concessione. Di qui, dopo corse sul filo del rasoio, la scelta di Firenze e le proteste del presidente biancazzurro. Cui Petrucci replicò gelido, facendo sapere di non capire cosa volesse ******, visto che aveva dato il suo consenso al rinnovo.

Ma è ancora di XY la constatazione che mi colpisce di più in questi miei chiacchiericci sulla possibilità di una legge che permetta il decollo di nuovi stadi. E’ la sua previsione che a Roma, nonostante quanto vada assicurando Alemanno, non si faranno mai: “Ti ho detto che secondo me la legge sugli stadi moribonda, ma ammettiamo che per un miracolo, possa prendere vita: ti pare che al Foro Italico possano permettersi di rinunciare a 6 milioni di euro l’anno cui vanno aggiunti gli introiti dei bar, gli ingressi di favore, le pubbliche relazioni a spese altrui e quant’altro? Secondo me, tra incassi reali e giri di sponsor diretti e indotti , parliamo di una quindicina di milioni di euro l’anno. E il Coni ci rinuncia? Io davvero non ci credo. Il sindaco dice che farà quanto possibile? Ma lo sa che a Roma sono migliaia quelli che campano grazie al Coni e che, quando si dovrà votare, si trasformeranno in una falange macedone?”

Non si firma, comunque mi pare veritiera sta cosa.

Offline giangoverni

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Re:petrucci
« Risposta #16 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 21:38:06 »
Trafiletto su Tuttosport.
La Lazio non si è mai sottratta agli adempimenti e lo farà anche questa volta. Noi però stiamo discutendo del contratto nuovo. Claudio Lotito.

E io che ho detto...

Mazzola

Re:petrucci
« Risposta #17 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 21:45:11 »
E io che ho detto...

Ha soltanto ribadito, di fronte a un credito di 2 milioni mica noccioline, quello che tutti sanno: se non si paga non si avrà la licenza e quindi la Lazio non si potrà iscrivere al campionato. E' chiaro che Lotito pagherà all'ultimo momento fino all'ultimo euro. Ed è anche chiaro che per il futuro chiederà di ritattare il contratto che effettivamente è troppo oneroso.

La stessa cosa.
Non avevo capito cosa voleva dire ritattare...  ;D

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petrucci
« Risposta #18 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 21:48:12 »
Vabbé lo posto, è lungo ma interessante:

Per vivere, da anni, mi cibo di Lazio. Ma poiché bisogna anche inghiottire proteine, nel tempo libero faccio il giornalista, dovendo accumulare qualche euro per pane e companatico.

Cronista parlamentare, inviato speciale. E’ da tempo che calco il palcoscenico della politica nazionale e internazionale. Non scordando mai la passione calcistica esplosa all’indomani delle Olimpiadi romane quando, a pochi anni dalla mia nascita, mi venne regalato un accappatoio azzurro con un’aquila sul petto. E la scritta S.S. Lazio nuoto. Quello di Pucci, di Pedersoli, delle sorelle Beneck, della Paoletta Saini.

Facile all’epoca passare dalla piscina ai campetti di periferia e continuare ad amare quei colori. Anche se proprio allora subii il primo violento trauma di baby-tifoso: retrocessione in serie B.

Molta acqua è passata sotto i ponti. Gioie e dolori. Con un paio di costanti: la Lazio e la mia attività di notista politico. Che continuo a coniugare.

Come mi è successo la scorsa settimana quando, fatto ingresso a Montecitorio, mi sono fermato a chiacchierare con un parlamentare che da tempo si occupa della legge sugli stadi. E che, a sorpresa (ma facendosi garantire l’anonimato) mi ha aperto gli occhi su una vicenda che avevo poco considerato: la condotta a dir poco discutibile di quello che mezza Italia omaggia e riverisce come uno dei pochi enti “sani” della Repubblica, e cioè il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni). Che si spende e si spande per la causa della trasparenza più assoluta. Ma che sui suoi affari pare perennemente alla ricerca di far calare un nebbione fittissimo. Quella che segue è la cronaca di quell’incontro.

E la rivelazione di come e perché Lazio e Roma rischiano di non avere mai uno stadio di proprietà, così come viene raccomandato da esperti di finanze calcistiche a tutti i livelli e come altre squadre italiane cercano di concretizzare.





“La legge sugli stadi? E’ in coma profondo. E credo che di qui a poco ne annunceremo il decesso…”. Ha toni amari il deputato che chiameremo XY, visto che dopo aver abbondantemente tirato fuori le sue carte, si premura di far sapere di non voler comparire con tanto di nome e cognome. Non perché si sia spencolato verso la diffamazione o il solito malcostume di sparare ad alzo zero, standosene tranquillo al riparo. Ma perché teme di rimetterci personalmente. “Conosco tanta gente di sport… – ammette al termine della chiacchierata – che mi vota, ma che forse vive di Coni. Non vorrei farmela nemica” .

Ma torniamo all’esordio: niente legge sugli stadi, allora? “La situazione è quella che è. Il governo traballa, di soldi con cui foraggiare il credito sportivo non c’è traccia. E poi, vi pare che prima di eventuali nuove elezioni si voti in modo bipartisan una norma che rischia di sollevare polveroni e polemiche?”. La storia è risaputa. La Lega di serie A, chiede all’unisono la cancellazione di un comma della legge messa a punto da Claudio Barbaro (Pdl) e Giovanni Lolli (Pd), laddove si permette la costruzione di stadi “fatta salva la normativa in materia di vincoli storici, artistici, architettonici, archeologici e idrogeologici”. A sinistra non ci stanno a cancellare il richiamo. Il centro-destra pare più possibilista perché – come mi spiegano i funzionari della Camera dei Deputati – se un qualsiasi ente pubblico pone un vincolo su un terreno, accampando magari la deturpazione del panorama, lo stadio salta.

Domando a XY se non è questo il punto cruciale della polemica innestata da Claudio ****** che frequentemente negli ultimi tempi si presenta a Montecitorio per spingere verso l’approvazione della legge. Ricordo che ci fu una qualche polemica con un esponente del Pd che di fatto lo accusò di bloccare il varo della normativa per poter costruire sui suoi terreni a fianco del bacino del Tevere. Ma il mio interlocutore si fa una risata. “Ma ti pare che se davvero solo ****** si opponesse non avremmo già fatto la legge? Il fatto è che quella frase spaventa tutti i presidenti del calcio italiano. Perché se mi compro 100 ettari e poi il comune mi dice che non mi dà il permesso di farci nulla perché dicono di aver trovato un osso di dinosauro, come recupero i miei quattrini? E dove mai potrò costruire uno stadio, sapendo che in pratica a quel punto si spargerà la voce che la politica potrà ricattare a ruota libera per concedere l’edificabilità?”.

Resta il fatto, osservo, che è il solo ****** a ruggire ferocemente contro questo stato di cose. O no?

“Vedrai adesso che arrivano gli americani – la profezia di XY – che in realtà già si sono fatti sentire per interposta persona, e che secondo me diverranno ancor più feroci di ******. Che comunque, questo bisogna ammetterlo, qualche ragione non marginale ce l’ha più di altri….”.

Come, come, come?

E qui XY parte in quarta: “Da quello che mi risulta – e l’ufficio stampa di Formello quel pomeriggio mi ha dato conferma dei costi – la Lazio, così come anche la Roma, paga al Coni per l’affitto dell’Olimpico, intorno ai 2 milioni e 700mila euro. Soldi cui si devono aggiungere quelli dell’illuminazione e qualcosa d’altro. In sostanza 3 milioni l’anno che non sono bruscolini, per le 19 gare di campionato più qualche altra partita di coppa Italia o amichevoli (il contratto, forfettario, prevede come poi ho saputo 26 gare l’anno, una volta superate le quali occorre pagare 80mila euro più Iva per ogni singolo successivo match. Nda)”.

Ma non pagano tutte le squadre di serie A per affittare gli stadi? Non versano contati ai comuni o comunque a chi ne detiene la proprietà? XY ridacchia: “Certo, ma il Coni è un po’ come il vecchio Scrooge: avaro e tirato. Ti ho detto che vuole 3 milioni l’anno, ma non ti ho detto tutto. Prendi San Siro: a novembre scorso il comune ha rivisto la convenzione che ha col consorzio formato da Milan ed Inter, per cui quelle società devono sborsare 4 milioni a testa, ma con un paio di differenze rispetto a Roma non da poco: in primo luogo versano a palazzo Marino solo il 30% di quella cifra, e cioè 2 milioni e 400mila che diviso per due fa 1 milione e 200mila euro a testa, mentre il restante 70% lo devono spendere in migliorie per lo stadio: il che vuol dire palchetti, bar, rifacimento del museo del calcio e tanto altro ancora che alla fine permette alle due milanesi di accrescere gli introiti. Ma poi c’è il secondo aspetto, assai più importante del primo, che è quello che Milan ed Inter divengono affittuarie per tutto l’anno con quella cifra. Il che vuol dire che se fai fare un concerto estivo a Vasco Rossi o agli U2 sono Milan ed Inter che incassano!”.

Mentre il Coni… ? “Il Coni se lo tiene stretto l’Olimpico. Ci fa andare chi gli pare e si fa pagare a parte. Soldi che gli servono, sia chiaro, per mantenere in vita tante Federazioni, specie oggi che si vive una epopea di tagli alla spesa pubblica. Ma che non giustifica l’esosità dell’affitto richiesto a Lazio e Roma che entrano in possesso dello stadio alla mattina della gara e devono restituirlo senza alcuna possibilità di cambiare alcunché un paio d’ore dopo il termine del match. Senza contare che Petrucci ha fatto dell’Olimpico un business vero e proprio….”.

Vale a dire? Paziente, XY affronta un altro tema di cui non sospettavo l’esistenza. “Hai notato che all’interno delle cancellate ci sono botteghini per le scommesse e addirittura rivendite di sigarette che il Coni dovrebbe evitare come la peste, almeno per quel che mi riguarda? Non gli servono mica in realtà, e so per certo che tanto la Roma, specie ora con gli americani, che la Lazio, sono imbufalite per questo. Il fatto è che facendo simili operazioncelle, il Coni riesce a trovare sponsorizzazioni poi per la finale europea di pallanuoto o per i campionati continentali di beach volley. Guarda che la pubblicità è una gallina dalle uova d’oro per lo sport, ma si fa pagare. Lo sai o no che in una qualsiasi partita della Champions non troverai mai altra birra al di fuori di Heineken?

Il problema è che le società come il Milan o l’Inter – ma anche il Genoa e la Samp che pagano l’uso di Marassi con un milione a testa per un anno – possono dare spazio ai rispettivi sponsor, mentre a Roma è il Coni a decidere cosa mettere o no, anche sulle vetrate esterne dell’Olimpico, propagandando questo o quel prodotto che poi torna buono quando si va a caccia di quattrini per organizzare il meeting di atletica o gli internazionali di tennis. Mi pare ad esempio, di aver visto qualche tempo fa una pubblicità enorme dell’Adidas fuori dall’Olimpico. E ricordo di aver pensato che forse la Puma per la Lazio e la Robe di Kappa per la Roma non l’avrebbero presa proprio bene…”

Mi stai dicendo che se la Lazio avesse tra gli sponsor la Coca Cola e il Coni avesse un entratura con la Pepsi….. “Hai capito perfettamente. All’interno dello stadio si venderebbe solo Pepsi. M’immagino con quale scorno da parte di ****** che rischierebbe a breve di perdere il contratto con la Coca. So per certo che Di Benedetto ha intenzione di fare fuoco e fiamme quando arriverà a Roma: hai saputo, credo, della sua sparata contro la Sensi e Mediobanca per il rinnovo dell’accordo col Coni per l’affitto dello stadio. Gli americani da sempre vogliono vendere un prodotto, nel caso la Roma, e intendono gestire alla loro maniera. Magari organizzando un servizio di hamburger e patatine fritte all’interno dello stadio”. E non lo potrebbero fare? “No, perché il Coni fa un appalto e cede bar e bibitari a qualcuno che gli garantisce una percentuale oltre che un canone fisso”.

Dunque mi stai dicendo che un tifoso che compra un gelato o un caffè, versa i soldi al Coni….

“Non certo alla Lazio o alla Roma che non ricavano un centesimo da quei pagamenti. In America, ma anche in tanti paesi europei, magari compri una bibita che ha i colori della tua squadra e parte di quello che paghi va alla società. Forse ci penseranno anche a Milano, a breve. Ma a Roma la cosa resterà off limits. E’ il Coni e solo il Coni a poterci guadagnare. E lo sanno fare bene questo mestiere Petrucci e i suoi…”.

Vale a dire? “Qui arriviamo ad una questione poco pubblicizzata ma di importanza primaria. Quella dei biglietti omaggio. Le società, da che mondo è mondo, distribuiscono un po’ di inviti per farsi pubblicità e invogliare magari qualcuno ad investire. Questo nel resto del mondo e, anche, in buona parte d’Italia. Ma a Roma, no”. E perché mai ? L’Olimpico è grande… “Certo, ma non è che puoi mandare l’emiro del Bahrein in Tevere o l’amministratore delegato di Samsung in distinti, no? Il Coni nel contratto d’affitto, se mi ricordo bene, pretende 1.300 biglietti a gara. Vado a memoria: metà della tribuna d’onore, con 120 posti, due palchi e un centinaio di biglietti per elettricisti, addetti ai servizi e via dicendo. Si sa che è il Coni a gestire questi posti da Vip, tant’è che se arriva nella capitale un personaggio di rilievo, questi si rivolge al Coni e non alle società per avere un ingresso di favore. E il Coni in questo modo fa pubbliche relazioni al posto dei dirigenti delle società calcistiche romane. Mi pare che proprio ****** mi ha raccontato tempo fa che aveva intenzione di vendere alcuni posti di tribuna d’onore a multinazionali che avrebbero potuto offrire l’ingresso ai loro dirigenti in visita in Italia, ma di averci dovuto rinunciare perché non aveva gli spazi necessari e perché il Coni storceva la bocca”.

Ma in tutti gli altri paesi lo si fa senza problemi! “Esatto. Prendi l’Arsenal, ma anche il Bayern: vendono 5-10 tessere annuali a qualche banca o ad importanti aziende energetiche o di computer o di telefonia. Ne ricavano 20-30mila euro ad azienda e magari portano Wenger o Rummenigge a salutare gli illustri ospiti. A Roma non se po’ fa, come dite voi romani”.

Tralascio a questo punto le notizie offertemi da XY sui parcheggi (è il Coni che li gestisce, Lazio e Roma hanno una piccolissima quota), il fatto che quando si ideò la legge sui tornelli il Coni pretese che le due società calcistiche romane si caricassero di un terzo delle spese, l’ovvia indisponibilità dello stesso Coni a partecipare ai costi per gli steward necessari ormai per lo svolgimento delle gare. Il fatto che a Barcellona chiunque può affittare il Camp Nou (in certi periodi ) per giocarci assieme agli amici (10mila euro il costo, almeno qualche tempo fa, il che diviso per 22 fa in fondo solo 450 euro a testa….).

E’ un Coni un po’ matrigna quello che scopro dopo la conversazione con XY. Anzi, pure un po’ carognetta se è vero quello che vengo a scoprire il giorno dopo parlando con un funzionario del Senato malato di Lazio il quale ha chiesto lumi ad un suo amico, dirigente Coni, sulla incresciosa vicenda del debito non pagato da ****** per l’affitto 2010-2011 e sulla conseguente scelta di indicare Firenze come campo di gioco. Mi racconta dunque il funzionario di aver saputo che quando arrivò la richiesta Uefa per concedere la licenza, la Lazio chiese al Coni la necessaria documentazione. Dal Foro Italico la spedirono accompagnandola con una secca pretesa di saldo del dovuto e con quella – vincolante per la licenza Uefa – di aderire al rinnovo del contratto come già fatto dalla Roma. ****** a quel punto dette il via libera al rinnovo (anche se, a quanto pare, accompagnando il tutto a una richiesta di revisione complessiva delle regole) ma il giorno dopo seppe dalla Uefa che la richiesta non poteva essere accettata in quanto proprio il Coni si era fatto ...

Nulla di nuovo sotto il sole poma'..

Se Lotito facesse lo stadio in un comune limitrofo a Roma (magari in accordo coj cani), il banco salterebbe, come credo la poltrona di Petrucci.
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Offline giangoverni

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Re:petrucci
« Risposta #19 : Mercoledì 15 Giugno 2011, 22:16:41 »
La stessa cosa.
Non avevo capito cosa voleva dire ritattare...  ;D

Lotito direbbe: lapsus calami ;D ;D ;D