www.lalaziosiamonoi.itc'è l'accordo con l'Umm SalalMourad Meghni lascia la Lazio. Lo fa dopo quattro stagioni, trascorse nella Capitale con pochissime luci e tante, troppe ombre. Ombre che lo hanno spesso costretto ai margini della rosa biancoceleste, a causa di infortuni più o meno gravi, di imprevisti che non gli hanno consentito di far esplodere quel talento così raffinato che a Bologna, al contrario, aveva brillato di luce propria e che gli aveva di fatto consegnato sulle spalle la scomoda etichetta di Le Petiz Zizou. Un confronto, forse, alla luce dei risultati ottenuti, troppo pesante, soprattutto dal punto di vista psicologico. Con la maglia della Lazio ha disputato poco più di 50 presenze, condite da una sola rete, in Coppa Italia, contro il Benevento. Proprio quella stagione (2008/2009), l'ultima di Delio Rossi sulla panchina della Lazio sembrava poter essere quella giusta per il suo riscatto, dopo l'unico bagliore di luce mostrato contro il Werder Brema in Champions League nella stagione precedente. Dopo tante critiche, tante malelingue, dunque, Mourad stava riuscendo a far ricredere tutti. Il tecnico romagnolo aveva deciso di dargli fiducia, di farlo sentire importante. Il franco-algerino, nei mesi a cavallo tra novembre, dicembre e gennaio, aveva mostrato una forma smagliante, entrando in pianta stabile nell'11 titolare e ricevendo persino i complimenti del suo compagno di squadra, Mauro Zàrate. "Mourad è il giocatore della Lazio più forte dal punto di vista tecnico, con la palla fa davvero ciò che vuole", sentenziò Maurito che rimase impressionato dalle doti dell'ormai ex numero 23 biancoceleste. Poi, però, l'ennesimo infortunio, stavolta di tipo traumatico, che ne condizionò il rendimento e il prosieguo della stagione. Fu costretto a fermarsi, praticamente fino al termine del campionato, vivendo ai margini la vittoria della Coppa Italia. Una beffa vera, proprio nel suo momento migliore. Quell'episodio lo buttò a terra in maniera quasi definitiva. L'estate successiva, poi, iniziò il calvario. Ad Auronzo il tendine rotuleo del ginocchio sinistro cominciò ad infastidirlo a più riprese, costringendolo ad iniziare la stagione tra dolori ed infiltrazioni. Con Ballardini, Meghni il campo riuscì a vederlo anche abbastanza spesso. Poi, però, nel mese di dicembre, dopo la gara con l'Inter, nel gelo di San Siro, la scoperta: il tendine rotuleo che tanto lo aveva fatto soffrire in estate era letteralmente fissurato e necessitava di un'operazione chirurgica. La Coppa d'Africa ed il Mondiale con la maglia dell'Algeria, però, erano alle porte e procedendo con l'intervento Mourad sarebbe stato costretto a rinunciare ad entrambi. Consigliato dai medici algerini, scelse la via più rischiosa, prendendo comunque parte alla Coppa d'Africa e complicando l'infortunio. Fu costretto a dire addio al Mondiale ed ovviamente anche alla stagione con la Lazio. Il resto è storia recente. Da luglio a febbraio la lunga riabilitazione post operazione eseguita tra Qatar e Francia lo ha tenuto ancora una volta lontano dal mondo biancoceleste. Tornato, si è messo a completa disposizione di Edy Reja che aveva comunque deciso di aggregarlo al gruppo. Contava di restituirgli la gioia di giocare, anche solo per un minuto, in gare ufficiali nella massima serie. Invece, impiegato con la formazione Primavera di Alberto Bollini, Meghni si fa nuovamente male ed è costretto a dire addio alle residue speranze di tornare protagonista a Roma. Un addio che ora è la Lazio a servire al fantasista franco-algerino che, ormai, sembra aver raggiunto un accordo di massima con il club arabo dell'Umm Salal (Qatar). Se ne va, dunque, Mourad Meghni, stella mai definitivamente esplosa. Buona fortuna Mourad.